Littérature scientifique sur le sujet « Antropizzazione »

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Articles de revues sur le sujet "Antropizzazione"

1

Divino, Federico. « FUGGIRE DALLA CITTÀ : SUL RUOLO DELL’ANTROPIZZAZIONE E DELL’AREA URBANA NELLA FORMAZIONE DELLA PRATICA ASCETICA NELL’ANTROPOLOGIA BUDDHISTA. » Rivista Italiana di Antropologia Applicata 8, no 2 (novembre 2022) : 79–102. http://dx.doi.org/10.32054/2499-1848-2022-2-4.

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Résumé :
Abstract: Nel presente articolo si intende analizzare antropologicamente il ruolo della città nella pratica ascetica buddhista, e di come la realtà urbana abbia significativamente contribuito alla formazione di certe idee buddiste che permangono ancora nella modernità, seppur in forma diversa. Il ruolo conflittuale che il buddhismo proponeva in una battaglia contro l’antropizzazione si è infatti evoluto in un adattamento nello spazio urbano che mantiene però tratti di resistenza nei confronti di un certo ordine costituito. Tale conformazione ha origini molto antiche, e dev’essere dunque indagata anche in relazione alla formazione del primo buddhismo. Keywords: buddhismo e antropizzazione, ascesi e spazio urbano, città e meditazione, antropologia del buddhismo
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2

Battilani, Patrizia, et Davide Bagnaresi. « La spiaggia come luogo di produzione e di consumo : dal modello informale ottocentesco a quello "taylorista" del periodo fra le due guerre ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 294 (décembre 2020) : 11–45. http://dx.doi.org/10.3280/ic2020-294001.

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Résumé :
Il processo di antropizzazione dei litorali č stato solo parzialmente esplorato dagli studi storici, che sino a ora non hanno prodotto un'interpretazione di quell'insieme di pratiche sociali e di attivitŕ economiche che dall'Ottocento in poi hanno trasformato le spiagge, tradizionalmente vuote, in un luogo di consumo. Il saggio porta l'attenzione su una spiaggia che č stata considerata una delle icone del turismo di massa italiano, Riccione. Attraverso la consultazione di diversi archivi, tra i quali il piů importante č quello dell'azienda di soggiorno di Riccione e un fieldwork di storia orale, con videoregistrazione di 35 interviste a bagnini di diverse fasce di etŕ, questo saggio cerca di codificare le attivitŕ economiche e i modelli organizzativi che progressivamente sono emersi lungo il litorale. Si offre cosě un'originale visione del processo di standardizzazione e di "produzione di massa" attraverso il quale l'offerta di servizi turistici cerca di adattarsi e di sfruttare le opportunitŕ del turismo di massa.
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3

Oriani, Aldo. « Dati storici sulla presenza circummediterranea del francolino nero Francolinus francolinus francolinus (Linnaeus, 1766) ». Rivista Italiana di Ornitologia 84, no 1 (20 mars 2015) : 11. http://dx.doi.org/10.4081/rio.2014.217.

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Résumé :
Si espone la distribuzione storica del francolino nero sulle coste del Mediterraneo; da quelle asiatiche, dove era endemico, venne introdotto e si naturalizzò in Grecia fin dall’antichità e dal XIII secolo in Sicilia ed Aragona. In quel secolo ne parlò Federico II di Svevia nel suo trattato di falconeria dimostrandone una approfondita conoscenza e contemporaneamente la specie veniva citata nelle leggi dell’Aragona. Da queste due regioni il francolino venne diffuso in ampie zone della Spagna, della Francia sud-occidentale, della Toscana e forse anche della Lombardia ed è emersa l’ipotesi che la specie fosse presente anche in Egitto. <br />Il francolino scomparve, tra la fine del Settecento e la metà dell’Ottocento, da tutti i territori dove era stato introdotto a scopo venatorio a causa delle modifiche ambientali conseguenti alle bonifiche e alla antropizzazione e della caccia non regolamentata, ormai non più prerogativa esclusiva della nobiltà che, per secoli, si era adoperata a tutelare la specie. Analoghe cause portarono, nel corso dell’Ottocento, alla scomparsa del francolino anche da quasi tutti gli ambienti costieri del Mediterraneo orientale, tanto che, già negli anni Trenta del secolo scorso, si nutrivano preoccupazioni sulla sua salvaguardia anche nei territori dove era indigeno.
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4

Infusino, M., et S. Scalercio. « Contributo alla conoscenza della fauna dei Macrolepidoptera delle aree prospicienti lo Stretto di Messina (Italia) (Insecta : Lepidoptera) ». SHILAP Revista de lepidopterología 49, no 195 (30 septembre 2021) : 529–62. http://dx.doi.org/10.57065/shilap.291.

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Résumé :
Nell’ambito dei monitoraggi ambientali propedeutici alla realizzazione dell’Attraversamento stabile dello Stretto di Messina sono state indagate le faune dei Macrolepidoptera presenti sul versante siciliano e su quello calabrese. Il monitoraggio è stato effettuato in 23 siti siciliani e 15 calabresi, cercando di coprire al meglio la diversità ambientale presente sulle due sponde dello stretto. Le ricerche sono state condotte dal 2010 al 2011, escludendo i mesi invernali. Sono stati rinvenuti 10.399 esemplari appartenenti a 355 specie, un numero relativamente alto se si considera l’elevata antropizzazione delle aree indagate e la sospensione dei campionamenti nei mesi invernali, anche se di queste solo Euplagia quadripunctaria (Poda, 1761) ha un interesse conservazionistico ai sensi della Direttiva “Habitat”. Fra le 168 specie rinvenute solo su una sponda dello stretto (97 sulla sponda calabrese e 71 su quella siciliana), 26 non sono presenti su entrambe le sponde per motivi biogeografici. Di queste 21 sono presenti in quasi tutta Italia, ma ad oggi non sono mai state rinvenute in Sicilia e 5 sono specie endemiche siciliane di relativamente recente differenziamento o sono specie più diffuse nel bacino sudoccidentale del Mediterraneo. Inoltre, Zanclognatha lunalis (Scopoli, 1763), viene segnalata per la prima volta sul territorio siciliano. Questi dati sottolineano ancora una volta la già nota importanza dello Stretto di Messina come barriera biogeografica che la eventuale costruzione di un suo attraversamento stabile potrebbe quanto meno indebolire.
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Thèses sur le sujet "Antropizzazione"

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Zangrilli, Maria Paola. « Struttura dei popolamenti meiobentonici nella zona intertidale dell'Alto Adriatico a differenti gradi di antropizzazione ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/5047/.

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Résumé :
The present work is part of the European project THESEUS (Innovative technologies for safer Europeans coasts in a changing climate). The main goals are to provide adequate integrated methodologies for strategic planning of sustainable coastal defence. The present study investigates the structure and composition of meiobenthonic populations of the intertidal zone in four beaches along the Northern Adriatic coast of Emilia Romagna: Lido di Spina, Bellocchio, Lido di Dante e Cervia. The four sites are different for the level of human impacts and for the different management interventions against coastal erosion. The analysis of biotic and abiotic variables revealed different responses due mainly to site-specific characteristics of the investigated sites, in particular as regards the site of Bellocchio. The growing interest in ecosystems of sandy beaches has recently highlighted the importance of the ecological role of meiofauna, emphasizing the need to develop studies aimed to conservation as well as to the use of these organisms as descriptors of the environmental status. The present study showed that the response of the organisms of meiofauna was highly sensitive to the specific environmental conditions of the four sites considered. Therefore it appears to be possible to consider the response of meiofauna to environmental and anthropogenic stressors as supplementary information to the responses of macrobenthic communities, which have been, until now, widely recognized and used as syncretic indicators of the ecosystem status.
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2

Giorgi, Aurora. « Brown band disease : valutazione della distribuzione e prevalenza in relazione a diversi gradi di antropizzazione nella Repubblica delle Maldive ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/6629/.

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Résumé :
Nonostante lo sforzo sempre crescente mirato allo studio delle malattie che colpiscono le sclerattinie, ancora poco si sa circa distribuzione, prevalenza, host range e fattori che concorrono alla comparsa di queste patologie, soprattutto nell’area indopacifica. Questo studio si propone quindi lo scopo di documentare la presenza della Brown Band Disease all’interno delle scogliere madreporiche dell’Arcipelago delle Maldive. Nell’arco di tempo tra Novembre e Dicembre 2013 è stata effettuata una valutazione di tipo quantitativo di tale patologia su tre isole appartenenti l’Atollo di Faafu, rispettivamente Magoodhoo, Filitheyo e Adangau. Queste tre isole sono caratterizzate da un diverso sfruttamento da parte dell’uomo: la prima isola è abitata da locali, la seconda caratterizzata dalla presenza di un resort e l’ultima, un’isola deserta. Al fine di valutare prevalenza, distribuzione e host range della BrBD sono stati effettuati belt transect (25x2 m), point intercept transect e analisi chimico fisiche delle acque. La Brown Band Disease è risultata essere diffusa tra le isole con prevalenze inferiori al 0,50%. Queste non hanno mostrato differenze significative tra le isole, facendo quindi ipotizzare che i diversi valori osservati potrebbero essere imputati a variazioni casuali e naturali. In tutta l’area investigata, le stazioni più profonde hanno mostrato valori di prevalenza maggiori. La patologia è stata registrata infestare soprattutto il genere Acropora (con prevalenza media totale inferiore all’1%) e in un solo caso il genere Isopora. È stato dimostrato come sia presente una correlazione negativa tra densità totale delle sclerattinie e la prevalenza della Brown Band sul genere Acropora. É stato inoltre notato come vi fosse una correlazione positiva tra la prevalenza della BrBD e la presenza del gasteropode Drupella sulle colonie già malate. Poiché il principale ospite della patologia è anche il più abbondante nelle scogliere madreporiche maldiviane, si rendono necessari ulteriori accertamenti e monitoraggi futuri della BrBD.
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3

TOMMASI, NICOLA. « DISENTANGLING THE EFFECTS OF HUMAN-ALTERED ENVIRONMENTS ON POLLINATORS AND THEIR INTERACTION WITH PLANTS : AN INTEGRATIVE ASSESSMENT ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2022. http://hdl.handle.net/10281/365320.

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Résumé :
Pollination is mainly mediated by animals and is fundamental for plants reproduction and for maintaining ecosystem resilience and human wellbeing. However, pollinator decline is occurring at the global scale due to multiple threats, related to human activities, with the intensification of land use ranking first. This phenomenon, driven by the growing urbanization and agricultural pressures, directly or indirectly affect pollinator communities, causing biodiversity loss, altering plant-pollinator interactions, and thus impairing the overall pollination service. In this PhD thesis the effects of land use composition and configuration have been investigated at different levels (e.g., species, community, and interactions). A multidisciplinary approach has been adopted, through the integration of field sampling activities and GIS-based analyses, with laboratory ones, such as morphometric evaluations, analysis of pollen deposited on flower’s stigmas and taxonomic identification of pollen and insects through DNA-based tools (e.g., DNA metabarcoding). The general aim of this PhD project was to provide advice for land use management policies has been addressed through intermediate goals, treated in different case studies. In the first study case, the effects of urbanization and agricultural land uses have been addressed by focusing on pollinator insects and plants inhabiting smallholder farms of Tanzania. The obtained plant-pollinator networks indicated a general decrease of pollinator richness with increasing proportion of urban and agricultural land, and an increased competition for resources among individuals. At local scale, the availability of floral resources reversed this trend, thus supporting the adoption of nature-based solutions to create suitable conditions for pollinators. In the second study case, the effects green habitat fragmentation have been investigated in Maldivian islands. Results indicated that low degrees of green areas fragmentation in anthropic habitats promote pollinator richness but reduce the complexity of plant-insect interactions, reflecting a lower pollinators functional redundancy. The pollination efficiency seemed to be indirectly altered by fragmentation, thus, supporting the necessity of conservation efforts to promote and maintain a high pollinator biodiversity. In the third study case, we investigated the pollinator communities along a gradient of urbanization in the metropolitan area of Milan, confirming that low proportion of impervious surface and/or low fragmentation of green areas, may increase pollinators abundance. Pollinators have also been found to collect floral resources from less species in the more urbanized areas, confirming the simplification of plant-pollinator interactions. Flower resources also shaped their nutritional content in response to land use composition, with increasing sugar content in the more urbanized areas. The fourth study case, focused on pollinator morphological response to land use alteration. The higher temperatures resulting from increased proportion of impervious surfaces, shaped the morphological functional traits (i.e., body size and wing asymmetry) in two bumblebee species. Both species were negatively influenced by higher temperatures but showed idiosyncratic responses, with Bombus pascuorum reducing its body size and B.terrestris increasing wing asymmetry but not the body size. These results indicate that the microclimate conditions of urban landscapes influence insects development, likely reducing their dispersal ability. Overall, the results of this PhD thesis provide new insights for the design and management of anthropic landscapes, supporting the connection and maintenance of green spaces and nature-based solutions to reduce the impact on pollinators diversity and interaction with plants. Policy makers should consider these research outcomes in the future and integrate them into management actions, as also claimed by the “One health “concept.
Pollination is mainly mediated by animals and is fundamental for plants reproduction and for maintaining ecosystem resilience and human wellbeing. However, pollinator decline is occurring at the global scale due to multiple threats, related to human activities, with the intensification of land use ranking first. This phenomenon, driven by the growing urbanization and agricultural pressures, directly or indirectly affect pollinator communities, causing biodiversity loss, altering plant-pollinator interactions, and thus impairing the overall pollination service. In this PhD thesis the effects of land use composition and configuration have been investigated at different levels (e.g., species, community, and interactions). A multidisciplinary approach has been adopted, through the integration of field sampling activities and GIS-based analyses, with laboratory ones, such as morphometric evaluations, analysis of pollen deposited on flower’s stigmas and taxonomic identification of pollen and insects through DNA-based tools (e.g., DNA metabarcoding). The general aim of this PhD project was to provide advice for land use management policies has been addressed through intermediate goals, treated in different case studies. In the first study case, the effects of urbanization and agricultural land uses have been addressed by focusing on pollinator insects and plants inhabiting smallholder farms of Tanzania. The obtained plant-pollinator networks indicated a general decrease of pollinator richness with increasing proportion of urban and agricultural land, and an increased competition for resources among individuals. At local scale, the availability of floral resources reversed this trend, thus supporting the adoption of nature-based solutions to create suitable conditions for pollinators. In the second study case, the effects green habitat fragmentation have been investigated in Maldivian islands. Results indicated that low degrees of green areas fragmentation in anthropic habitats promote pollinator richness but reduce the complexity of plant-insect interactions, reflecting a lower pollinators functional redundancy. The pollination efficiency seemed to be indirectly altered by fragmentation, thus, supporting the necessity of conservation efforts to promote and maintain a high pollinator biodiversity. In the third study case, we investigated the pollinator communities along a gradient of urbanization in the metropolitan area of Milan, confirming that low proportion of impervious surface and/or low fragmentation of green areas, may increase pollinators abundance. Pollinators have also been found to collect floral resources from less species in the more urbanized areas, confirming the simplification of plant-pollinator interactions. Flower resources also shaped their nutritional content in response to land use composition, with increasing sugar content in the more urbanized areas. The fourth study case, focused on pollinator morphological response to land use alteration. The higher temperatures resulting from increased proportion of impervious surfaces, shaped the morphological functional traits (i.e., body size and wing asymmetry) in two bumblebee species. Both species were negatively influenced by higher temperatures but showed idiosyncratic responses, with Bombus pascuorum reducing its body size and B.terrestris increasing wing asymmetry but not the body size. These results indicate that the microclimate conditions of urban landscapes influence insects development, likely reducing their dispersal ability. Overall, the results of this PhD thesis provide new insights for the design and management of anthropic landscapes, supporting the connection and maintenance of green spaces and nature-based solutions to reduce the impact on pollinators diversity and interaction with plants. Policy makers should consider these research outcomes in the future and integrate them into management actions, as also claimed by the “One health “concept.
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Chapitres de livres sur le sujet "Antropizzazione"

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Falcioni, Paola. « ‘Deserto’ monastico e modelli di antropizzazione ». Dans Itinerari mediterranei fra IV e IX secolo. Città-capitale e Deserto-monastico, 165–85. Accademia University Press, 2013. http://dx.doi.org/10.4000/books.aaccademia.955.

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