Littérature scientifique sur le sujet « Analisi di sequenze »

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Articles de revues sur le sujet "Analisi di sequenze"

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Manfrè, L., C. Sarno, M. Laconi, A. Mangiameli et R. Lagalla. « Fast Spin Echo e Spin-Echo ». Rivista di Neuroradiologia 7, no 4 (août 1994) : 579–93. http://dx.doi.org/10.1177/197140099400700404.

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Résumé :
Uno dei maggiori problemi connessi alio studio del SNC di pazienti in età pediatrica con RM è indubbiamente costituito dalla durata dell'esame stesso, che impone sovente la necessità di una sedazione farmacologica del paziente e limita allo stretto indispensabile il numero delle acquisizioni effettuate. Appare pertanto facilmente intuibile l'entusiasmo rivolto verso nuovi tipi di sequenze che presentino quale caratteristica principale una drastica riduzione dei tempi di acquisizione pur mantenendo un'affidabile qualità diagnostica. Le sequenze di tipo Fast-Spin-Echo (FSE) costituiscono il successivo sviluppo delle sequenze denominate RARE (Rapid Acquisition Relaxation Enhanced) descritte da Henning nel 1986, abbinando la semeiotica di segnale RM delle convenzionali sequenze in Spin-Echo (Conventional Spin-Echo o CSE), largamente più diffuse, al vantaggio di un rapido tempo di acquisizione (figure 1, 2). La sequenza FSE, tuttavia, per le caratteristiche tecniche che la contraddistinguono, non può essere considerata semplicisticamente come una sequenza Spin-Echo veloce: la sua applicazione nella pratica quotidiana merita pertanto — al pari di quanto già fatto per sequenze ormai diffusamente utilizzate quali la Spin-Echo e la Gradient-Echo — una approfondita analisi delle capacità intrinseche e delle potenzialità diagnostiche. Il nostro scopo è stato quello di esaminare comparativamente le immagini ottenute, mediante sequenze FSE e CSE, in 78 pazienti in età pediatrica, valutando non solo la qualità diagnostica delle Stesse (nel normale e nel patologico), ma effettuando anche una analisi quantitativa del segnale rilevato e del contrasto relativo esistente tra le diverse componenti tissutali visualizzate.
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Ferrari, G., G. Giovannini et A. Prinster. « Le sequenze Fast Fluid Attenuated Inversion Recovery (FFLAIR) ». Rivista di Neuroradiologia 11, no 2 (avril 1998) : 187–92. http://dx.doi.org/10.1177/197140099801100206.

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Résumé :
Lo sviluppo della sequenza FLAIR è nato dalla necessità di produrre immagini che mettessero bene in evidenza le lesioni situate nelle regioni periventricolari e subcorticali dell'encefalo. Tale sequenza, derivata dall'inversion-recovery, è caratterizzata da un lungo tempo d'inversione utile ad annullare il segnale del liquor e da un TE e un TR utili per produrre a livello del parenchima un segnale dipendente dal T2. Il lungo tempo d'acquisizione della FLAIR è stato sensibilmente ridotto con l'uso della tecnica utilizzata con le sequenze fast spin-eco. La selezione e l'accoppiamento dei parametri di sequenza è oggetto di analisi e i vari produttori hanno scelto differenti ed interessanti soluzioni, privilegiando a volte un ridotto tempo d'acquisizione, altre una ponderazione T2 più marcata, con un annullamento assoluto del segnale del liquor. L'uso di questa recente sequenza è presto divenuto d'elezione per il monitoraggio delle patologie demielinizzanti multifocali. Altri impieghi, in altre patologie, sono al vaglio di molti centri e l'ampliamento delle casistiche permetterà di comprendere quali sono le opportunità e l'efficacia offerte dall'utilizzo della sequenza Fast FLAIR.
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Manfrè, L., R. Lagalla, S. Pappalardo, A. Mangiameli, M. Tortorici, F. Riggio, S. Ferrara, P. Ferrara et A. E. Cardinale. « Anatomia e patologia del labirinto membranoso studio con sequenze RM sensibili al flusso ». Rivista di Neuroradiologia 7, no 5 (octobre 1994) : 769–76. http://dx.doi.org/10.1177/197140099400700506.

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Résumé :
Nonostante i deludenti esordi nella valutazione delle strutture labirintiche costituenti l'orecchio interno, la risonanza magnetica costituisce oggi, grazie anche al miglioramento dell'hardware e del software disponibili, una modalità diagnostica di grande efficacia non solo nell'analisi della patologia espansiva o infiammatoria coinvolgente il VII ed VIII nervo cranico, ma anche nella valutazione delle alterazioni patologiche del segnale endolabirintico in rapporto a focolai emorragici o, come recentemente dimostrato mediante uso di Gd-DTPA, nell'analisi delle alterazioni a carico della capsula oticanella fase spongiotica dell'otosclerosi. Tuttavia, lo scarso contrasto esistente tra liquido endolabirintico e strutture circostanti (solitamente aria nel cavo timpanico e tessuto osseo capsulare) rende le tradizionali scansioni in tecnica Spin-Echo con ponderazione T1 del tutto inadeguate alla valutazione dell'orecchio interno. Analoga osservazione deve essere fatta per le immagini T2-dipendenti che, per l'eccessivo spessore di scansione e l'elevata durata dei tempi di esame, non rappresentano di certo un mezzo di indagine pratico ed affidabile, certamente comunque non competitivo nei confronti dell'imaging TC, oggi particolarmente fedele grazie alla possibilità di effettuare scansioni di minimo spessore (1 mm). Gli autori riportano la loro esperienza nell'analisi delle strutture labirintiche nel normale e patologico mediante imaging per RM con unità operante a 0,5 T ed applicazione di sequenze di tipo GRASS, opportunamente modificate per aumentarne la sensibilità al flusso lento endolinfatico (mGRASS), e Fast-Spin-Echo (FSE). Nei casi patologici è stata effettuata una analisi comparativa rispetto al reperto TC.
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Ferrara, Silvia, et Diego Cristiani. « Il geroglifico cretese : nuovi metodi di lettura (con una nuova proposta di interpretazione del segno 044 i) ». Kadmos 55, no 1-2 (24 mai 2016) : 17–36. http://dx.doi.org/10.1515/kadmos-2016-0002.

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Abstract In base a recenti analisi dei sigilli in pietra iscritti nel sistema di scrittura geroglifico cretese, ancora indecifrato, si puo proporre una nuova ipotesi di interpretazione della funzione di alcuni segni. Alcuni elementi che erano stati considerati come simboli decorativi sono stati re-interpretati, invece, come elementi semantici del repertorio geroglifico cretese. Nel valutare l’attendibilita di questa ipotesi a livello sistemico, proponiamo di attribuire ad alcuni segni del repertorio una funzione logografica, sottolineata dall’uso di filler decorativi che sembrano isolarne la posizione all’interno di una sequenza di sillabogrammi. Come esempio sotteso a questa metodologia, si e rivelata istruttiva una computazione statistica delle attestazioni del segno 044 i soprattutto per gli esempi integrati nelle sequenze ripetute fino ad oggi interpretate come ‘formule’. Alla luce di queste considerazioni, offriamo una nuova interpretazione dell’iconografia di questo segno. Dagli inizi degli studi sul geroglifico, il segno 044 i e stato associato alla rappresentazione di una ‘cazzuola’ (‘trowel’). Qui invece dimostriamo come sia piu plausibile e coerente associarlo alla raffigurazione del cosiddetto Petschaft, una forma funzionale e sofisticata di sigillo a una faccia, utilizzata in un periodo in cui il sistema amministrativo era basato sulla rendicontazione delle attivita attraverso l’uso di sigilli impressi su cretule d’argilla.
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Čatić, Ivica. « Giudizio e annuncio di un incontro nuovo ». Diacovensia 30, no 3 (2022) : 407–32. http://dx.doi.org/10.31823/d.30.3.5.

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Résumé :
La seconda parte dell’articolo si occupa del contenuto semantico delle sequenze testuali riconosciute nella tappa precedente. Qui infatti intendiamo esaminare il significato dei singoli termini o costruzioni nell’ambito biblico e specialmente nel Vangelo di Matteo per poter proporre un significato appropriato alla nostra pericope. Dopo l’identificazione dei destinatari ai quali Gesù si rivolge, la nostra analisi si concentrerà su due questioni imposte dal testo: il giudizio ed un eventuale cambiamento del destino. Poiché il discorso di Gesù si rivolge a Gerusalemme ed ai suoi figli sempre in seconda persona plurale, è opportuno soffermarsi sulla vera identità dei destinatari. In poi la nostra analisi si concentrerà su due questioni imposte dal testo: il giudizio ed un eventuale cambiamento del destino cioè annuncio di un incontro nuovo. Secondo gli risultati del nostro lavoro, il messaggio di 23,39 manifesta una soluzione duplice: poiché Gesù non fu riconosciuto nella sua identità messianica durante l’entrata nella città santa in 21,1-11, conseguentemente l’Eulogēmenos che Gerusalemme non gli ha pronunziato rimane come il fondamento dell’abbandono e, nello stesso tempo, la condizione dell’incontro nuovo in 23,38-39. Al livello dell’insieme del Primo Vangelo, il nostro testo fa parte di una visione delle due comunità d’Israele nella polemica. Con parole di giudizio e della salvezza condizionata Matteo si rivolge a quella parte che ha rifiutato Gesù. La parte d’Israele che l’ha accolto appare di nuovo in 27,53 dove i santi risuscitati entrano nella città santa. In questo modo l’evangelista sottolinea la linea della continuità nella storia della salvezza e della fedeltà di Dio alle sue promesse verso Israele. Mt 23,37-39 segnala una svolta e punto in quale Gesù ha reso manifesto questa divisione. Nello stesso tempo, ha offerto possibilità per recuperazione del fallimento. In questo modo il Signore permette ai figli di Abramo di realizzare il compito per il quale sono scelti nell’AT. Il messaggio della nostra pericope aveva importanza anche per la comunità matteana. Nel contesto dei rapporti difficili tra Chiesa e giudaismo, essa presenta un invito ai cristiani riconoscersi nella stessa linea dei profeti e di stesso Gesù. In quanto il suo incontro con il popolo giudaico rimane dipendente dalla loro conversione, il testo evangelico presenta anche un appello alla Chiesa a dare il suo impegno a questa conversione.
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Alfani, Fabrizio. « Momenti di tensione creativa nel corso di una analisi ». STUDI JUNGHIANI, no 35 (février 2013) : 91–112. http://dx.doi.org/10.3280/jun2012-035006.

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Résumé :
Nell'articolo viene descritta una sequenza clinica verificatasi durante l'analisi di una donna anziana, che soffriva di angoscia depressiva con intense somatizzazioni. Viene sottolineata la particolare qualitŕ dell'esperienza del tempo fatta nel corso di tale scambio clinico, nel quale sembra che i nuclei psichici che hanno caratterizzato la vita psichica della paziente si affollino con intensitŕ inusuale nel momento presente della seduta analitica. Essi provocano un incremento della temperatura emotiva della relazione che aumenta i livelli di attesa e di ansia sia nella paziente che nel terapeuta, provocando cambiamenti significativi nella abituale cornice del setting. A tale momento ha fatto seguito una fase di creativitŕ psicologica della paziente, intesa come capacitŕ di conferire significati nuovi ed inediti ad esperienze psichiche sia attuali che del passato.
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Ballardini, Mariolina, et Rosaria Filoni. « Il trauma in analisi bioenergetica ». GROUNDING, no 1 (juin 2011) : 15–25. http://dx.doi.org/10.3280/gro2011-001003.

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Résumé :
Vengono sintetizzate le riflessioni di alcuni autori, non solo bioenergetici a proposito del trauma, da Masud Khan a Peter Levine a Guy Tonella. David Berceli ha elaborato una sequenza di esercizi utili a promuovere scuotimenti (tremors) che scaricano l'energia rimasta ingorgata per via del trauma e permettono allo psoas di riallungarsi. Bob Lewis ha introdotto il concetto di shock cefalico come conseguenza di cattive cure all'inizio della vita che provocano una fortissima contrazione nella nuca e una scissione della testa dal corpo. Scott Baum descrive l'esperienza borderline mentre Marianna Eckberg paragona la sua esperienza di lavoro sul trauma con superstiti a tortura e con bambini che hanno subito precocemente cure talmente crudeli da essere definibili tortura.
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Hasibuan, Fitri Elisabeth Br, Feky R. Mantiri et Rooije R. H. Rumende. « KAJIAN VARIASI SEKUNES INTRASPESIES DAN FILOGENETIK MONYET HITAM SULAWESI (Macaca nigra) DENGAN MENGGUNAKAN GEN COI ». JURNAL ILMIAH SAINS 17, no 1 (3 mai 2017) : 59. http://dx.doi.org/10.35799/jis.17.1.2017.15558.

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Résumé :
KAJIAN VARIASI SEKUNES INTRASPESIES DAN FILOGENETIK MONYET HITAM SULAWESI (Macaca nigra) DENGAN MENGGUNAKAN GEN COI ABSTRAKMacaca nigra merupakan salah satu spesies yang endemik dan terancam punah di Sulawesi Utara. Eksploitasi yang berlebihan serta alih fungsi hutan menjadi ancaman bagi spesies ini di alam. Penelitian ini dilakukan untuk mengetahui variasi sekuens intraspesies M. nigra yang berada di Pusat Penyelamatan Satwa Tasikoki Bitung. Analisis sekuens menunjukkan terdapat perbedaan sepuluh pasang basa nukleotida pada urutan sekuens sampel dilokasi yang berbeda. Jarak genetik antara kedua sampel yaitu 0.016. Hasil perhitungan jarak genetik menunjukkan variasi genetik masih berada dalam kisaran variasi intraspesies dengan ambang batas untuk variasi intraspesies yaitu 0.015-0.025. Selain itu, variasi juga ditunjukkan pada sampel dengan kerabat dekatnya yang terdata di GenBank disebabkan karena adanya mutasi sinonim dan mutasi nonsinonim. Analisis filogenetik berdasarkan gen COI (Cytochrome Oxidase-I) menunjukkan bahwa sampel M. nigra yang digunakan dalam penelitian ini berada satu klaster dengan M. nigra yang ada di database dan termasuk ke dalam kelompok Silenus.Kata kunci: Variasi sekuens intraspesies, Gen COI, Macaca nigra, analisis filogenetik. THE STUDY INTRASPECIFIC VARIATION SEQUENCES AND PHYLOGENETIC CELEBES BLACK MACAQUE (Macaca nigra) USING COI GENE ABSTRACTMacaca nigra is listed as one of the endemic species and endangered in North Sulawesi. Exploitation and forest conversion have become threats to this species in the wild. This study was conducted to determine the intraspecific sequence variation of M. nigra located in Tasikoki Wildlife Rescue Center, Bitung. Sequence analysis revealed ten nucleotides differences between these two specimens. Genetic distance for both of specimens is 0.016. The result of genetic distance, the genetic variation between the specimens of M. nigra was still within the range of intraspecific variation. Distance analysis was also conducted by comparing with the close relatives of M. nigra based on BLAST search, which showed range from 0.015-0.025. These differences resulted in both synonymous and nonsynonymous mutation. Phylogenetic analysis using DNA sequences of COI (Cytochrome Oxidase-I) gene revealed that the two specimens of M. nigra claster together with M. nigra sequences that have been deposited in GeneBank. Moreover M. nigra is claster in the silenus group which is in accordance with previous reports.Keywords: Intraspecific Sequence Variation, COI Gene, Macaca nigra, Phylogenetic analysis.
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Wulandari, Ni Luh Manda, et Putu Indah Rahmawati. « Analisis Kebutuhan Bahasa Inggris Pramusaji di Hotel Berbintang 5 di Bali ». Jurnal Manajemen Perhotelan dan Pariwisata 3, no 1 (30 septembre 2020) : 01. http://dx.doi.org/10.23887/jmpp.v3i1.28990.

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This study aimed at analyzing the English language skills functions and expressions needed as a waiter/ss. This research was a qualitative descriptive. The method used in obtaining the required information were interviews and documentation, in which subjects in this research were Asst. F&B Service Manager, Restaurant Manager, Supervisor, and Restaurant Staff in 5-Star Hotel in Bali. The results of this study indicated that (1) Speaking & listening skills are the main poins that must be mastered by a waiter/ss, and the accuracy of grammar and fluency in communication also have an equally important role, (2) The expression of the language used adjusts to predetermined language functions based on the implementation of Sequence of Service (SOS) in restaurants. From the results of this study it may be necessary to further research on analyzing the needs of English Waiters in a broader scope.
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Mubarak, Zakki, et Ady Widjaja. « PENERAPAN METODE E-COMMERCE UNTUK MENINGKATKAN PENJUALAN BARANG PADA TOKO NAJWA JEANS ». IDEALIS : InDonEsiA journaL Information System 3, no 1 (28 janvier 2020) : 70–77. http://dx.doi.org/10.36080/idealis.v3i1.1544.

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Résumé :
Najwa Jeans adalah perusahaan yang bergerak di bidang bisnis yang menjual berbagai macam celana jeans. Proses bisnis pada bagian penjualan barang di toko najwa jeans masih bersifat konvensional dimana pelanggan harus datang langsung ke toko untuk membeli barang, persoalan penjualan secara langsung tersebut membuat lingkup penjualan menjadi terbatas. Dari permasalahan itu dibuatkan sebuah website e-commerce. Langkah pengumpulan data pun dilakukan dengan cara observasi, wawancara, Analisa dokumen, dan studi pustaka. Lalu dilanjutkan dengan pembuatan Bussines Model Canvas (BMC) yang dapat membantu mempercepat proses analisis kekuatan dan kekurangan bisnis yang dijalani. Untuk analisis sistem menggunakan metode UML (Unified Modeling Language) yaitu activity diagram, use case diagram, class diagram, dan system sequence diagram. Pada penelitian ini juga diterapkan metode SEO (Search Engine Optimization) untuk memasarkan produk di google agar menjadi nomor satu di halaman google. Focus penelitian ini menyampaikan informasi produk dan penjualan produk secara online kepada pelanggan. Manfaat yang didapat adalah pelanggan tidak perlu lagi untuk datang langsung ke toko sehingga proses transaksi menjadi efisien dan ruang lingkup yang menjadi luas.
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Thèses sur le sujet "Analisi di sequenze"

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Piva, Francesco. « Analisi computazionale di sequenze del genoma umano ». Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2007. http://hdl.handle.net/11566/242662.

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Morrone, Maria Francesca. « Analisi e confronto di sequenze di DNA mediante modelli Markoviani ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9508/.

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Lo scopo di questa tesi è quello di evidenziare, attraverso varie analisi statistiche ed applicazione di modelli stocastici, il comportamento strutturale e funzionale dei dinucleotidi che compongono le sequenze di DNA di diversi organismi. Gli organismi che abbiamo scelto di prendere in considerazione sono l'uomo, il topo e l'Escherichia coli. Questa scelta non è stata casuale, ma oculata, al fine di mettere in risalto alcune differenze tra organismi eucarioti, quali l'uomo e il topo, ed organismi procarioti come il batterio E.coli. Nella prima parte del nostro studio, abbiamo computato le distanze che intercorrono tra occorrenze successive dello stesso dinucleotide lungo la sequenza, usando un metodo di non sovrapposizione, ed abbiamo iterato il calcolo per tutti i 16 dinucleotidi. Dopodiché ci siamo preoccupati di graficare le distribuzioni di distanza dei 16 dinucleotidi per l'E.Coli, il topo e l'uomo; gli istogrammi evidenziano un comportamento anomalo della distribuzione di CG che accomuna gli organismi eucarioti e di cui, invece, è esente l'organismo procariote esaminato. Questo dato statistico trova una spiegazione nei processi biologici di metilazione che possono innescarsi sul dinucleotide CG nelle sequenze eucariotiche. In seguito, per determinare quanto ciascuna delle 16 distribuzioni si discosti dalle altre abbiamo usato la divergenza di Jensen-Shannon. Per quantificare le differenze sostanziali tra le distribuzioni di CG dei 3 organismi considerati abbiamo deciso di verificare quale fosse il miglior fit per tali curve tra un esponenziale ed una power-law. L'esponenziale rappresenta un buon fit per le code delle distribuzioni di CG del topo e dell'uomo; ciò rivela la presenza di una lunghezza caratteristica per entrambi gli organismi. Nella seconda parte dello studio, i risultati vengono confrontati con modelli markoviani: sequenze random generate con catene di Markov di ordine zero (basate sulle frequenze relative dei nucleotidi) e uno (basate sulle probabilità di transizione tra diversi nucleotidi). Quest'ultima riproduce abbastanza fedelmente la sequenza biologica di partenza, per cui abbiamo scelto di utilizzare la catena Markov del 1° ordine per altre analisi statistiche riguardanti le distribuzioni dei nucleotidi, dinucleotidi, ed anche dei trinucleotidi con particolare interesse per quelli in cui è contenuto CG, in modo da verificare se l'anomalia si ripercuote anche in essi. Riteniamo pertanto che metodi basati su questo approccio potrebbero essere sfruttati per confermare le peculiarità biologiche e per migliorare l'individuazione delle aree di interesse, come le isole CpG, ed eventualmente promotori e Lamina Associated Domains (LAD), nel genoma di diversi organismi.
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Pandiscia, Nicola. « Analisi di sequenze video per rilevazioni demografiche ed emotive da software su microcontroller ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Résumé :
Il seguente progetto è volto ad implementare sul microcontroller "Raspberry Pi v.4 Model B" un software utilizzante a mo' di scatola nera, anche, in parte, una rete neurale che sulla base di una classificazione precedentemente realizzata da soggetti terzi e sulla base di opportuni modelli preaddestrati sfrutti un meccanismo di apprendimento supervisionato per stimare ragionevolmente, secondo opportuni criteri, il sesso, la fascia d'età, lo stato emotivo (caricaturale, ossia forzato) e la distanza approssimativa di uno o più soggetti ripresi frontalmente in volto da una telecamera in tempo reale.
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DENTI, LUCA. « Algorithms for analyzing genetic variability from Next-Generation Sequencing data ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2020. http://hdl.handle.net/10281/263551.

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Résumé :
Il DNA contiene l'informazione genetica che è essenziale per il corretto sviluppo di qualsiasi organismo. Essere in grado di analizzare il DNA risulta indispensabile per comprendere le cause di malattie e tumori e per migliorare la qualità delle nostre vite. Lo sviluppo delle tecniche di sequenziamento del DNA ha rivoluzionato il modo in cui queste analisi sono eseguite. A causa dell'immensa quantità di dati biologici disponibili, oggigiorno l'informatica gioca un ruolo fondamentale nella loro analisi. Fortunatamente in molte applicazioni l'informazione biologica contenuta in una molecola di DNA può essere rappresentata come una stringa nella quale ogni carattere rappresenta un nucleotide. Il concetto di stringa è molto studiato in informatica ed è possibile sfruttare l'estesa letteratura relativa alla memorizzazione e all'analisi di stringhe per migliorare lo studio del DNA. In questo contesto, questa tesi si focalizza su due problemi che emergono dall'analisi di dati di sequenziamento: lo studio della variabilità trascrittomica dovuta allo splicing alternativo e l'analisi della variabilità genetica dovuta a variazioni genetiche quali Single Nucleotide Polymorphisms e indels. Riguardo entrambi i problemi, investighiamo due originali approcci computazionali e ne dimostriamo l'efficacia confrontandoli con i tools più utilizzati nel relativo stato dell'arte. Il nostro obiettivo è lo sviluppo di tool bioinformatici che combinano algoritmi accurati con strutture dati efficienti. Il primo problema che affrontiamo è l'identificazione di eventi di splicing alternativo a partire da dati RNA-Seq. Lo splicing alternativo gioca un ruolo fondamentale in molti aspetti della vita, dal corretto sviluppo di un individuo al sorgere di malattie. Diversamente dagli approcci proposti in letteratura che si basano sulla quantificazione di trascritti o sull'allineamento spliced contro un genoma di riferimento, proponiamo un approccio algoritmico alternativo che sfrutta l'originale concetto di allineamento a un grafo di splicing. Abbiamo implementato il nostro approccio nel tool ASGAL che allinea un sample di RNA-Seq contro il grafo di splicing di un gene e identifica gli eventi di splicing alternativo supportati dal sample andando a confrontare questi ultimi con l'annotazione del gene. ASGAL è il primo tool che allinea RNA-Seq reads a un grafo di splicing e che è in grado di identificare eventi novel di splicing anche quando un singolo trascritto per gene è supportato dal sample in input. I risultati della nostra sperimentazione dimostrano l'utilità di allineare a un grafo di splicing e la capacità del nostro tool nell'identificare eventi di splicing alternativo. Il secondo problema che affrontiamo è la genotipizzazione di un insieme di varianti note (SNPs e indels) a partire da dati di sequenziamento. Un'approfondita analisi di queste variazioni è indispensabile per comprendere la variabilità genetica fra gli individui di una popolazione e il loro fattore di rischio genetico. Gli approcci proposti in letteratura per identificare e genotipizzare varianti includono l'allineamento delle reads, una procedura che risulta computazionalmente troppo onerosa per le tipiche applicazioni cliniche. Quando non si è interessati alla scoperta di nuove varianti, è possibile evitare lo step di allineamento andando a genotipizzare solo un insieme di varianti già note e per le quali è stata già dimostrata una certa rilevanza medica. Per risolvere questo problema, abbiamo ideato un nuovo approccio alignment-free e lo abbiamo implementato nel tool MALVA. MALVA è il primo approccio alignment-free che è in grado di genotipizzare SNPs, indels e varianti multi-alleliche. Grazie alla strategia alignment-free, MALVA è molto più veloce degli approcci basati sull'allineamento, esibendo comunque un'accuratezza simile. Inoltre, rispetto agli approcci più utilizzati in letteratura, MALVA risulta molto più accurato nella genotipizzazione degli indels.
DNA contains the genetic information that is essential for the correct development of any organism. Being able to investigate DNA is of utmost importance for analyzing the reasons behind diseases and for improving the quality of life. Development of DNA sequencing technologies has revolutionized the way this kind of investigation is performed. Due to the huge amount of sequencing data available, nowadays computer science plays a key role in their analysis. Luckily, in many applications, the biological information contained in a DNA molecule can be represented as a string in which each character represents a nucleotide. Strings are a well-known and well-studied notion in computer science and therefore it is possible to exploit the huge literature related to storing and processing strings for improving the analysis of DNA. Within this context, this thesis focuses on two specific problems arising from the analysis of sequencing data: the study of transcript variability due to alternative splicing and the investigation of genetic variability among different individuals due to small variations such as Single Nucleotide Polymorphisms and indels. Regarding both these problems, we investigate two novel computational approaches by devising original strategies and we prove their efficacy by comparing them with the most used state-of-the-art approaches. In both these areas, our focus is on the development of bioinformatics tools that combine accurate algorithms with efficient data structures. The first problem we tackle is the detection of alternative splicing events from RNA-Seq data. Alternative splicing plays an important role in many different life aspects, from the correct evolution of an individual to the development of diseases. Differently from current techniques that rely on the reconstruction of transcripts or on the spliced alignment of RNA-Seq reads against a reference genome, we investigate an alternative algorithmic approach that exploits the novel notion of alignment against a splicing graph. We implemented such an approach in a tool, called ASGAL, that aligns a RNA-Seq sample against the splicing graph of a gene and then detects the alternative splicing events supported by the sample by comparing the alignments with the gene annotation. ASGAL is the first tool that aligns reads against a splicing graph and that is able to detect novel alternative splicing events even when only a single transcript per gene is supported by the sample. The results of our experiments show the usefulness of aligning reads against a splicing graph and prove the ability of the proposed approach in detecting alternative splicing events. The second problem we tackle is the genotyping of a set of known Single Nucleotide Polymorphisms and indels from sequencing data. An in-depth analysis of these variants allows to understand genetic variability among different individuals of a population and their genetic risks factors for diseases. Standard pipelines for variant discovery and genotyping include read alignment, a computationally expensive procedure that is too time consuming for typical clinical applications. When variant discovery is not desired, it is possible to avoid read alignment by genotyping only the set of known variants that are already established to be of medical relevance. To solve this problem, we devised a novel alignment-free algorithmic approach and we implemented it in a bioinformatic tool, called MALVA. MALVA is the first alignment-free approach that is able to genotype SNPs, indels, and multi-allelic variants. Thanks to its alignment-free strategy, MALVA requires one order of magnitude less time than alignment-based pipelines to genotype a donor individual while achieving similar accuracy. Remarkably, on indels it provides even better results than the most widely adopted approaches.
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GAROFALO, CARMELA. « Management delle risorse microbiotiche per la produzione di vini tipici pugliesi ». Doctoral thesis, Università di Foggia, 2014. http://hdl.handle.net/11369/331791.

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Résumé :
La fermentazione del succo d’uva è un processo biochimico complesso, in cui i lieviti svolgono un ruolo fondamentale trasformando gli zuccheri dell’uva in etanolo, CO2 e altre centinaia di composti secondari. L’ecologia dei lieviti, responsabili della fermentazione alcolica, risulta essere più complessa rispetto a quanto precedentemente pensato, dimostrando inoltre che i lieviti non-Saccharomyces svolgono un ruolo rilevante sull’impatto metabolico e la complessità aromatica del prodotto finito. L’inclusione di lieviti vinari non-Saccharomyces, insieme a ceppi di Saccharomyces in multi-starter per la fermentazione alcolica è stato proposto come strumento per migliorare la composizione chimica e le proprietà sensoriali del vino, traendo vantaggio dalle fermentazioni spontanee ed evitando il rischio di arresti fermentativi. SCOPO DEL LAVORO L’obiettivo principale di questo lavoro è stato di isolare ceppi microbici (lieviti e batteri) rappresentanti la biodiversità della microflora “virtuosa” dei vini tipici pugliesi studiati. MATERIALI E METODI Lieviti e batteri sono stati isolati da fermentazioni spontanee di vini Pugliesi e da bucce d’uva. L’identificazione dei lieviti è stata ottenuta mediante analisi di restrizione e sequenziamento della regione compresa fra gli internal transcribed spacers e la frazione 5.8S del RNA ribosomiale (5.8S-ITS), inoltre i ceppi di Saccharomyces cerevisiae sono stati identificati mediante PCR specie-specifici e caratterizzati genotipicamente con l’analisi delle sequenze interdelta. La caratterizzazione tecnologica dei ceppi selezionati di S. cerevisiae e non-Saccharomyces è stata condotta con in vitro, mediante un tradizionale approccio polifasico, e in vivo. Inoltre è stata investigate la biodiversità dei ceppi di O. oeni isolati da vini in cui era in corso la fermentazione malolattica spontanea. In particolare si è deciso di focalizzare l’attenzione sulla biodiversità genetica e sulla diversa capacità di degradare l’acido malico. Per la caratterizzazione genotipica sono state utilizzate due tecniche molecolari: l’analisi variable number tandem repeat (VNTR) e l’analisi Multilocus Sequence typing (MLST). Due ceppi di S. cerevisiae (S. cerevisiae I6 e S. cerevisiae E4) sono stati selezionati per le loro proprietà fermentative per successive esperimenti di microvinificazione, i batteri sono stati inoculati con due diversi tempi di inoculo, insieme al lievito (coinoculo) o alla fine della fermentazione alcolica (inoculo sequenziale). RISULTATI Fra i ceppi isolati ed identificati è stata osservata una grande biodiversità di ceppi di interesse enologico, infatti sono stati identificati ceppi di H. uvarum, C. stellata, S. cerevisiae e M. pulcherrima. In particolare la maggior parte dei ceppi analizzati appartengono ai generi M. pulcherrima e H. uvarum. Il primo step della caratterizzazione tecnologica (attività killer, produzione di H2S, cinetiche di fermentazione in terreno sintetico e mosto, analisi citofluorometriche) ci ha permesso di selezionare i ceppi di lieviti più promettenti, sia ceppi di S. cerevisiae che non-Saccharomyces, fra questi ultimi la maggior parte dei ceppi analizzati appartengono alle specie Hanseniaspora e Candida. Inoltre ci ha permesso di valutare le performances di starter multi-strain (Sacch-non-Sacch). Tuttavia, utilizzando due classiche strategie di inoculo, pianificate per promuovere l'espressione dei ceppi non-Saccharomyces, è stata notata una forte competizione fra i ceppi di S. cerevisiae e i non-Saccharomyces, compromettendo l’efficienza della fermentazione alcolica. L’analisi PCR delle sequenze di S. cerevisiae ha mostrato una grande biodiversità, permettendo di distinguere 86 diversi biotipi su 90 ceppi analizzati. Sono stati analizzati 50 ceppi di O. oeni, isolati da diversi vini, fra questi 50 ceppi la tecnica VNTR ha permesso di distinguere 31 profili differenti, di cui 11 profili unici, mentre i 20 ceppi analizzati con la tecnica MLST sono stati differenziati in 8 diversi ST, di cui 6 nuovi. Diversi risultati relativi all'efficienza della FML sono stati osservati utilizzando diverse coppie di lieviti e batteri. Per esempio, alcuni ceppi di O. oeni hanno portato ad una fermentazione malolattica più efficiente quando coinoculati con S. cerevisiae I6, mentre altri O. oeni hanno svolto una fermentazione malolattica migliore se utilizzati con S. cerevisiae E4. In generale, i risultati ottenuti permetteranno di gestire al meglio le risorse microbiche per la produzione di vini tipici pugliesi.
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Carone, Simona <1976&gt. « Analisi di varianti strutturali e di sequenza in geni candidati per l'autismo sul cromosoma 2q ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/45/1/Tesi_Dottorato_Simona_Carone.pdf.

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Carone, Simona <1976&gt. « Analisi di varianti strutturali e di sequenza in geni candidati per l'autismo sul cromosoma 2q ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/45/.

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Negrisolo, Susanna. « Analisi mutazionale di geni coinvolti nella nefrogenesi e ricerca di variazioni di sequenza nelle loro regioni target per mirna ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3424253.

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Résumé :
Congenital anomalies of kidney and urinary tract (CAKUT) are prominent diseases in the pediatric population in terms of prevalence and morbidity (3-6/1000 live births) and responsible of 50% chronic renal failure in pediatric populations. CAKUT encompass a wide phenotypic variability whose clinical relevance varies from less severe forms with mild renal functional impairment, to serious forms such as agenesis and renal hypodysplasia. Medical literature suggests that diseases could result from aberration in spatio-temporal regulation of nephrogenetic program, which involves a complex gene network. Mutations in several kidney developmental genes, have been associated with some of these anomalies, but much remains to be clarified on the etiopathogenesis of most CAKUT. It has been recently confirmed the role of short non-coding RNA named microRNA (miRNA) as gene regulators during the mammalian nephrourogenesis. Studies of conditional loss of kidney miRNAs during embryonic development in mice, suggest that their deregulation may underlie CAKUT. Mutational analysis was performed in 53 CAKUT patients for SIX1, PAX2, GATA3 and SPRY1 genes, which are involved in nephrogenesis. We used an integrated bioinformatics resource for animal miRNA-target interactions, to define which miRNA may be involved in the regulation of our selected kidney developmental genes. Analysis of miRNA target regions of these genes was performed in order to identify sequence variations that can modify homology/complementarity features to the targeted microRNAs and their translational mechanism. Sequence variation were checked also in miRNA gene identified by predictive bioinformatic tools Five causative mutations have been identified in six patients with syndromic or isolated renal hypodysplasia: 4 mutations in the PAX2 gene and 1 mutation in GATA3 gene. No mutations were observed in SIX1 and SPRY1 genes, and also in 3'UTR targets and in related MIRNA genes analyzed. In one patient with syndromic hypodysplasia CGH array analysis showed a proximal microdeletion of about 1.4Mb in 17q12. We hypothesized that the absence of sequence’s variations, both in genomic regions regulated by miRNA and in genes codifying for miRNA, observed in our CAKUT patients, may be due to a very low incidence of these mutations. It must be considered that molecular interactions predicted by in silico studies for miRNA should be validated by functional studies to confirm their involvement during the nephrourogenesis. Identification of causing-disease mutation in PAX2 and GATA3 genes confirmed their role in CAKUT phenotype. Molecular screening of PAX2 and GATA3 genes is mainly performed only in patients with complete phenotype of papillorenal syndrome and hypoparathyroidism, sensorineural deafness, and renal disease syndrome. The identification of these mutations in not syndromic pediatric subjects confirms the necessity to extend the analysis to a higher number of patients. The increased understanding of the post-transcriptional molecular mechanisms responsible of renal and uretheral anomalies, will contribute to the identification of a “targeted gene panel” that could be used in an early and accurate diagnosis of these pathologies.
Le anomalie congenite del rene e delle vie urinarie (CAKUT) rappresentano circa il 30% di tutte le anomalie di sviluppo embrionale (prevalenza e morbilità nella popolazione pediatrica 3-6/1000 nati vivi in Europa). Sono malformazioni caratterizzate da un’ampia variabilità fenotipica la cui rilevanza clinica varia da forme meno severe con lievi alterazioni della funzionalità renale, a forme gravi quali l’agenesia e l’ipodisplasia renale. Circa il 50% dei bambini in dialisi o portatori di trapianto renale sono affetti da CAKUT. I dati della letteratura suggeriscono che l’origine di queste malattie sia una disregolazione del complesso programma nefrogenetico. La presenza di mutazioni in geni fortemente coinvolti nello sviluppo del rene è stata associata ad alcune di queste malattie, ma ancora molto resta da chiarire sull’eziopatogenesi della maggior parte delle CAKUT. Recentemente è stato confermato il ruolo rilevante di corte sequenze di RNA non-codificante (microRNA), in qualità di regolatori genici post-trascrizionali, durante la nefrourogenesi dei mammiferi. Studi di perdita condizionale dell’espressione dei microRNA durante lo sviluppo embrionale del topo, suggeriscono che la loro disregolazione possa portare alle CAKUT. Pochi sono a tutt’oggi i dati relativi al loro coinvolgimento nella nefrourogenesi umana. È stata condotta l’analisi mutazionale dei geni SIX1, PAX2, GATA3 e SPRY1, fortemente coinvolti nello sviluppo del rene e delle vie urinarie, su una popolazione di 53 pazienti con CAKUT. In tutti i soggetti che non presentavano mutazioni nei geni dello sviluppo analizzati, sono state ricercate variazioni di sequenza nelle regioni 3’UTR target per miRNA, identificate attraverso uno studio bioinformatico predittivo. La ricerca di variazioni di sequenza è stata quindi estesa anche ai geni codificanti per i MIRNA, che la predizione in silico aveva identificato come ipotetici regolatori post-trascrizionali dei geni SIX1, PAX2, GATA3 e SPRY1. Sono state identificate 5 mutazioni causative di cui 4 a carico del gene PAX2, 1 a carico del gene GATA3, in sei pazienti con ipodisplasia renale in forma sindromica o isolata. Non è stata osservata alcuna mutazione a carico dei geni SIX1 e SPRY1, né a carico dei target 3’UTR e dei relativi MIR analizzati. E’ stata inoltre osservata una microdelezione di 1.4Mb (CNV) nel braccio lungo del cromosoma 17 in una paziente con una forma sindromica di ipodisplasia renale. E’ ipotizzabile che l’assenza di variazioni di sequenza nelle regioni geniche regolate dai microRNA e nei geni codificanti per i MIRNA osservata nella nostra coorte di pazienti con CAKUT, possa essere imputabile a frequenze di mutazione molto basse. Bisogna tuttavia considerare che l’interazione molecolare predetta per i microRNA dallo studio in silico, dovrebbe essere validata mediante studi funzionali per confermare il loro coinvolgimento durante il processo della nefrourogenesi. L’identificazione di mutazioni causative di geni coinvolti nello sviluppo renale, ci permette di confermare il ruolo dei geni PAX2 e GATA3 nella determinazione delle CAKUT. L’analisi molecolare del gene PAX2 e GATA3 viene prevalentemente eseguita in pazienti con fenotipo completo delle sindromi associate (papillo-renale e iperparatiroidismo, sordità e rene). L’aver identificato mutazioni di questi geni anche in soggetti pediatrici non sindromici, è un’ulteriore conferma della necessità di estendere l’analisi anche ad una più ampia categoria di pazienti. I risultati di questa ricerca, aumentando le conoscenze relative ai meccanismi molecolari anche post-trascrizionali coinvolti nella determinazione di anomalie renali e ureterali, possono inoltre contribuire a meglio definire un “targeted gene panel” da analizzare per una più precisa e precoce diagnosi di queste patologie
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Baraccani, Danilo. « Analisi del comportamento a fatica di un laminato al variare della sequenza di impilamento e delle dimensioni ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9316/.

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Résumé :
I materiali compositi rivestono un ruolo fondamentale nell’industria aeronautica e nel settore delle competizioni automobilistiche. La possibilità di progettare i materiali in funzione della loro applicazione permette una crescente diffusione del loro utilizzo, e l’ampliamento delle applicazioni a moltissimi altri settori, sia per componenti di tipo strutturale, sia di tipo estetico. Nonostante la quantità di studi sul comportamento a fatica dei compositi, non sono ancora presenti risultati attendibili per la previsione della resistenza e della vita a fatica in relazione ad un determinato tipo di sollecitazione; non almeno a livello dei materiali tradizionali. L’obiettivo della tesi è indagare eventuali variazioni del comportamento a fatica di un laminato in CFRP in relazione al variare di parametri quali dimensioni e sequenza di impilamento delle ply. Per tale scopo sono state realizzate delle prove per il calcolo del comportamento a fatica, in particolare prove di flessione in 3 punti, e si sono poi confrontati tra loro i risultati sperimentali e correlati al variare dei parametri di interesse.
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Milanese, Andrea <1994&gt. « Il periodo di Transizione tra Medio Bronzo e Tardo Bronzo nel Caucaso Meridionale Analisi della sequenza dei sondaggi A e B del sito di Aradetis Orgora (Georgia) ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16513.

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Résumé :
Durante il Medio Bronzo (circa 2000-1500 a.C.) l'area del Caucaso Meridionale sembra essere caratterizzata da un'occupazione umana con uno stile di vita nomade testimoniata dalla pressoché totale assenza di insediamenti stabili. Contrariamente, in tutta la regione sono evidenti numerosi contesti di sepoltura monumentali chiamati kurgan. Verso la fine del Medio Bronzo (XVII e XVI secoli a.C.) i dati ottenuti dai più recenti scavi archeologici mettono in evidenza l'inizio di un processo di "reinsediamento" da parte di queste comunità nomadi che collimerà nel Tardo Bronzo con l'emergere di nuove modalità di occupazione del territorio in maniera stabile. Lo scopo di questa tesi è quello di indagare la stratigrafia e il materiale ceramico proveniente da due sondaggi scavati sul sito di Aradetis Orgora nella provincia di Shida Khartli in Georgia centrale, che è uno dei rari siti della regione che hanno restituito livelli archeologici appartenenti al Medio Bronzo. Tramite lo studio del materiale ceramico e delle relazioni stratigrafiche è stato possibile seguire i cambiamenti avvenuti nel corso dei secoli e definire l'inizio del processo di transizione tra i due periodi.
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Livres sur le sujet "Analisi di sequenze"

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Casalini, Nello. Il Vangelo di Matteo come racconto teologico : Analisi delle sequenze narrative. Jerusalem : Franciscan Printing Press, 1990.

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I promessi sposi di Alessandro Manzoni : [analisi del testo, personaggi, lingua e stile, riassunto e sequenze dei singoli capitoli]. Milano : A. Vallardi, 1998.

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Chapitres de livres sur le sujet "Analisi di sequenze"

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Edwards, L. A., R. E. Huber et T. J. Carne. « Methods of Separating, Detecting, Hydrolyzing and Storing Fluorotyrosine, Mono-Iodotyrosine and Di-Iodotyrosine ». Dans Methods in Protein Sequence Analysis · 1986, 457–62. Totowa, NJ : Humana Press, 1987. http://dx.doi.org/10.1007/978-1-59259-480-1_37.

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Gentilli, Luciana. « Un caso di metamorfosi testuale : Castelvines y Monteses di Lope de Vega ». Dans Studi e saggi, 139–57. Florence : Firenze University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-150-1.10.

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Résumé :
The subject of the essay is the analysis of the staging of Lope de Vega’s novel ‘Romeo and Juliet’ (Castelvines y Monteses), commencing from the tale of Luigi Da Porto (Venezia, Bendoni, 1530/31?), through the rewrite of Matteo Bandello (Novella 9, in Parte II, Lucca, Busdrago, 1554), and the french and spanish versions produced respectively by Pierre Boaistuau (Histoire Troisiesme de deux Amans in Histoires Tragiques, Paris, Sertenas, 1559) and Vicente de Millis Godínez (Historia tercera de dos enamorados, in Historias trágicas ejemplares, Salamanca, Pedro Lasso, 1589). The storyline up until its theatrical-transcodification, has been reconstrued through the analysis of a specific micro-sequence, the one of Juliet squeezed between Marcuccio’s cold hand and Romeo’s warm hand. The sequence is an example not only of the multiple echos and refractions of Da Porto and Bandello’s novels, but also of the intertextual dialogue, where repêchage is being used for surprising resemantizations (in Lope’s work, and after that in Molière).
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De Vecchis, Kevin. « «E la nodosa podagra, con gravissima noia di chi l’ha, tiene tutto il corpo quasi imobile e contratto». Note sul lessico medico-anatomico nel Boccaccio volgare ». Dans Studi e saggi, 83–98. Florence : Firenze University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-668-1.05.

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Résumé :
After providing a brief description of medicine in the Middle Ages, the work collects and examines the terms attested in three vernacular works by Boccaccio (Decameron, Corbaccio and Esposizioni sopra la Comedia) that can be classified in the medical lexicon. The aim of the paper is to verify the importance that this lexical sector has in Boccaccio’s vernacular production, by identifying possible differences (qualitative as well as quantitative) between the three works examined and, through the specific examination of a particular case (the sequence nodosa podagra), to show the usefulness of a more in-depth lexical analysis also to clarify Boccaccio’s sources.
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Leonetti, Francesca. « El Burlador y la perspectiva traductológica moderna ». Dans Biblioteca di Rassegna iberistica. Venice : Fondazione Università Ca’ Foscari, 2020. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-490-5/016.

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Résumé :
This article explores the different philological and methodological strategies of three Italian translations of El Burlador de Sevilla y Convidado de piedra, a particularly complex and rich text. The comparative analysis will focus on a number of sequences that are significant both for interpretation of the original text and the different translation options that may arise. Issues related to the title’s translation, onomastics, neologisms, proverbs and problematic places, will be addressed. Such issues call for metalinguistic reflections that can be extremely useful when we decide to make one of the products of the aurei ingegni travel to Italy.
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Actes de conférences sur le sujet "Analisi di sequenze"

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Gentilini, Giorgia. « Restauro e consolidamento della parte sommitale di castel Penede a Nago (Trento) sul lago di Garda. Un progetto di conoscenza ». Dans FORTMED2020 - Defensive Architecture of the Mediterranean. Valencia : Universitat Politàcnica de València, 2020. http://dx.doi.org/10.4995/fortmed2020.2020.11345.

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Résumé :
Restoration and consolidation of the top portion of castel Penede in Nago (Trento) on Lake Garda. A project of knowledgeCastel Penede is located on a rocky spur, the farthest north-west extension of Monte Baldo, protruding to close up the pass from Upper Garda to Adige Valley, protecting the Torbole harbour. The structure of the fortified complex spans over a period of almost five centuries, from the twelfth to the sixteenth century, in an area featuring an at least bi-millennial settlement sequence. The path of knowledge started in 2008 with the historic and stratigraphic analysis. The carrying out of the executive project will turn out to be of a cultural interest, as the removal of the collapsed material will be effected, found in the most ancient rooms which will be then revamped and restored. These works will bring to light some structures (walls, architectonic elements, flooring plans, plasters, vaults and staircases...) which shall be studied, filed and reported as stratigraphic units to update the analysis of the elevations previously carried out. The knowledge methodology adopted to get comprehension of the castle according to scientific methods will be then carried on. The investigations on the architectures have highlighted the relevance of the stratigraphic analysis meant not only as a fundamental aspect of the path of knowledge of a historical building, but also as a basic step to preserve the cultural heritage piece. This will safeguard the readability of the constructed item and of its morphological-stratigraphic connections to the extent of making the traces of the contemporary works on the built item itself both evident and acknowledgeable during the treatment of the walls’ surface joints. These operations carried out by skilled workers can be nearly classified as a specialised service which is often not adequately matched in the work practice. It is essential to point out the role of knowledge: knowledge of the item means you know how to restore it.
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Carpiceci, Marco, et Fabio Colonnese. « Le mura di Leonardo. I rilievi del 1502 ». Dans FORTMED2020 - Defensive Architecture of the Mediterranean. Valencia : Universitat Politàcnica de València, 2020. http://dx.doi.org/10.4995/fortmed2020.2020.11363.

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Résumé :
Leonardo’s Walls. Surveys in 1502In the summer of 1502, Cesare Borgia appointed Leonardo da Vinci for his engineering expertise. His assignment was specific and concerning with military architecture: he was expected to “see, measure and do good estimation”. The Codex L, a small notebook conserved in the Library of the Institute of France, show the results of the survey of the city walls of Cesena and Urbino. The technique Leonardo adopted consists in traversing rectilinear stretches, measuring their length by means of an instrument able to count his steps and establishing their orientation by means of a compass. At the end of the path, the data relative to the sides of a closed polygon are obtained, resulting the geometric plan of the walls. This practice is testified by some residual eidotypes provided with quotas and orientations. In some cases, only the lists of distances in numbers are present, but the analysis of the figures makes it possible to reconstruct the surveyed plans, as Nando De Toni pioneered many years ago. This study focuses on the tools and the urban survey technique used by Leonardo. The analysis of some sheets from the Codex L, contextualized with respect to the actual topography of the sites, allows to understand the correct sequence of the operations carried out first in the site and then at the drawing board. By means of specific digital reconstructions, it is therefore possible to study the instrumental and operational limits of this practice and, by comparing it with the current state, to reconstruct the entire defensive structure.
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Al Subait, Ali, Kadhem Al-Nasser, Najm Alqahtani et Ammar Agnia. « Enhanced Reservoir Characterization of Complex Carbonates by Integrating Diagenesis with Petrophysical Properties ». Dans SPE Annual Technical Conference and Exhibition. SPE, 2022. http://dx.doi.org/10.2118/210457-ms.

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Résumé :
Abstract Carbonate reservoir characterization is often challenging due to variable mineralogy, pore-geometry, texture, and diagenetic processes that modified the rock fabric and its petrophysical properties affecting rock typing, reservoir-potential evaluation, and deliverability prediction. This work implements a multidisciplinary petrophysical discrimination scheme that draws upon the diagenetic history of the rock to resolve such characterization challenges and optimize field development practices. This study integrates sequence stratigraphy, core description, petrography, diagenetic analysis, mineralogy, routine core analysis (RCA), mercury injection capillary pressure (MICP) and wireline logs to define Diagenesis-Integrated Reservoir Rock Types (DI-RRT). The DI-RRT are established by delineating the continuous mineral phase, flow-dominant pore types, and main diagenetic processes. The data integration facilitated DI-RRT predictions, DI-RRT-constrained permeability and saturation-height modeling in all wells across the field. This rock typing scheme effectively classifies reservoir potential and delineates the contrast in the reservoir's flow and storage properties. Diagenesis, linked to lithological and pore attributes, serves as an effective discriminant for rocks of similar depositional and lithological settings but contrasting reservoir behavior. This is evident in reservoir intervals of high-energy depositional facies, which showed distinct petrophysical trends due to post-depositional modifications. Calcitic DI-RRT of mainly grain-dominated fabric and moldic porosity exhibits consistently low-to-modest potential that varied in response to the intensity of leaching, cementation and compaction. On the contrary, dolomitic DI-RRT manifest six distinctive behaviors distinguished by pore-type, texture, replacive dolomitization, dissolution and cementation. The reservoir quality is significantly enhanced where replacive dolomitization accompanied intensive dissolution, even with patchy anhydrite cementation. This scheme enabled the identification and mapping of these high-productivity zones in wells across the field. It further granted a good match between log- and core-based predictions of permeability and saturation. Integrating diagenesis with petrophysical rock types, wireline logs and field observations enhances reservoir characterization in complex carbonate reservoirs. It boosts current intellection of reservoir performance, identifies porosity-permeability and saturation trends with higher precision, and capitalizes on reservoir-quality zones during the field-development cycle. It further provides a roadmap to distribute petrophysical properties in uncored wells and 3D models optimizing subsequent static and dynamic models.
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Croce, V., D. Diamantidis et M. Sýkora. « Planning Post-Earthquake Surveys : Assessments and Reconstruction of Small Historical Centres ». Dans IABSE Symposium, Wroclaw 2020 : Synergy of Culture and Civil Engineering – History and Challenges. Zurich, Switzerland : International Association for Bridge and Structural Engineering (IABSE), 2020. http://dx.doi.org/10.2749/wroclaw.2020.0332.

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Résumé :
<p>The contribution presents a methodological procedure for the management and planning of interventions after earthquake events in small historic centres. Reference is made to the case study of Castelluccio di Norcia, a village in the Apennine Mountains affected by the seismic sequence that hit Central Italy in 2016. The earthquake risk of the area and the damaging events of 2016 are critically reviewed. The implementation of cognitive analysis and the application of advanced survey techniques involving the use of Unmanned Aerial Vehicles (UAVs) for the purposes of emergency management and monitoring of damaged areas are analysed. The outcomes, combined with the direct involvement of the local population, represent a complete and integrated approach allowing the definition of a) possible intervention strategies, b) related decision criteria and c) practical recommendations for the reconstruction and regeneration of Castelluccio, and, in general, of small historic centres damaged by catastrophic events.</p>
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Pini, M., A. Spinelli, V. Dossena, P. Gaetani et F. Casella. « Dynamic Simulation of a Test Rig for Organic Vapours ». Dans ASME 2011 5th International Conference on Energy Sustainability. ASMEDC, 2011. http://dx.doi.org/10.1115/es2011-54212.

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Résumé :
A blow-down facility for experimental analysis of real gases is under construction at Politecnico di Milano (Italy), in collaboration with Turboden s.r.l. and in the frame of the research project named Solar. Experiments are meant to characterize flow fields representative of expansions taking place in Organic Rankine Cycle (ORC) turbine passages. Indeed, ORC power plants represent a viable technology to exploit clean energy sources, but ORC turbines design tools still require accurate experimental data for validation. A significant improvement of turbine efficiency is expected from detailed investigations on vapour streams; in fact, ORC turbines design tools still require accurate experimental data for validation. The facility is equipped with a straight axis supersonic nozzle as a test section and a batch-closed loop plant has been designed in order to reduce investment and operational costs. Due to the batch operation, the evaluation of the time evolution of main processes involved in the cycle is of great importance. To this purpose a dynamic simulation of the test rig has been carried out using a dynamic simulator based on an object-oriented modeling language, Modelica, allowing an easy development of component models structured with a hierarchical approach. Models include control loop devices, strongly influencing processes duration. This paper presents how the test rig has been modelled, with particular emphasis on the models framework and on simulation procedure; the calculation results are finally discussed. With a lumped parameter approach, a first scheme of the facility has been built by modelling each of the three main plant section (heating, test, condensation) using components included in a self-made library. Several models, not embedded in the Modelica standard libraries, have been created using Modelica code; among them the most important has been the supersonic nozzle. In order to better describe the facility behaviour and the thermal losses, a plant calculation refinement has been carried out by the development of finite volume based one-dimensional models of ducts and reservoirs, either in radial or axial direction; in particular, a novel distributed-parameters model has been built for the heating section. All simulations have been performed using Siloxane MDM and Hydrofluorocarbon R245fa as reference fluids and FluidProp® to calculate thermodynamic properties. A quasi 1-D steady nozzle flow calculation has also been carried out by implementing FluidProp® routines in a dedicated Fortran software. Since the unsteady nozzle expansion is well approximated by a sequence of steady states, the computation provides all thermodynamic properties and velocity along the nozzle axis as a function of time. Simulation results have given a fundamental support to both plant and experiments design.
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Kayaoglu, Turan. « PREACHERS OF DIALOGUE : INTERNATIONAL RELATIONS AND INTERFAITH THEOLOGY ». Dans Muslim World in Transition : Contributions of the Gülen Movement. Leeds Metropolitan University Press, 2007. http://dx.doi.org/10.55207/bjxv1018.

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Résumé :
While the appeal of ‘civilisational dialogue’ is on the rise, its sources, functions, and con- sequences arouse controversy within and between faith communities. Some religious lead- ers have attempted to clarify the religious foundations for such dialogue. Among them are Jonathan Sacks, the Chief Rabbi of the United Hebrew Congregations of Britain and the Commonwealth, Edward Idris, Cardinal Cassidy of the Catholic Church, and Fethullah Gülen. The paper compares the approach of these three religious leaders from the Abrahamic tra- dition as presented in their scholarly works – Sacks’ The Dignity of Difference, Cardinal Cassidy’s Ecumenism and Interreligious Dialogue, and Gülen’s Advocate of Dialogue. The discussion attempts to answer the following questions: Can monotheistic traditions accom- modate the dignity of followers of other monotheistic and polytheistic religions as well as non-theistic religions and philosophies? Is a belief in the unity of God compatible with an acceptance of the religious dignity of others? The paper also explores their arguments for why civilisational and interfaith dialogue is necessary, the parameters of such dialogue and its anticipated consequences: how and how far can dialogue bridge the claims of unity of God and diversity of faiths? Islam’s emphasis on diversity and the Quran’s accommodation of ear- lier religious traditions put Islam and Fethullah Gülen in the best position to offer a religious justification for valuing and cherishing the dignity of followers of other religions. The plea for a dialogue of civilizations is on the rise among some policymakers and politi- cians. Many of them believe a dialogue between Islam and the West has become more urgent in the new millennium. For example following the 2005 Cartoon Wars, the United Nations, the Organization of the Islamic Conferences, and the European Union used a joint statement to condemn violent protests and call for respect toward religious traditions. They pled for an exchange of ideas rather than blows: We urge everyone to resist provocation, overreaction and violence, and turn to dialogue. Without dialogue, we cannot hope to appeal to reason, to heal resentment, or to overcome mistrust. Globalization disperses people and ideas throughout the world; it brings families individuals with different beliefs into close contact. Today, more than any period in history, religious di- versity characterizes daily life in many communities. Proponents of interfaith dialogue claim that, in an increasingly global world, interfaith dialogue can facilitate mutual understanding, respect for other religions, and, thus, the peaceful coexistence of people of different faiths. One key factor for the success of the interfaith dialogue is religious leaders’ ability to provide an inclusive interfaith theology in order to reconcile their commitment to their own faith with the reality of religious diversity in their communities. I argue that prominent leaders of the Abrahamic religions (Judaism, Christianity, and Islam) are already offering separate but overlapping theologies to legitimize interfaith dialogue. A balanced analysis of multi-faith interactions is overdue in political science. The discipline characterises religious interactions solely from the perspective of schism and exclusion. The literature asserts that interactions among believers of different faiths will breed conflict, in- cluding terrorism, civil wars, interstate wars, and global wars. According to this conven- tional depiction, interfaith cooperation is especially challenging to Judaism, Christianity, and Islam due to their monotheism; each claims it is “the one true path”. The so-called “monothe- istic exclusion” refers to an all-or-nothing theological view: you are a believer or you are an infidel. Judaism identifies the chosen people, while outsiders are gentiles; Christians believe that no salvation is possible outside of Jesus; Islam seems to call for a perennial jihad against non-Muslims. Each faith would claim ‘religious other’ is a stranger to God. Political “us versus them” thinking evolves from this “believer versus infidel” worldview. This mindset, in turn, initiates the blaming, dehumanizing, and demonization of the believers of other reli- gious traditions. Eventually, it leads to inter-religious violence and conflict. Disputing this grim characterization of religious interactions, scholars of religion offer a tripartite typology of religious attitude towards the ‘religious other.’ They are: exclusivism, inclusivism, and pluralism. Exclusivism suggests a binary opposition of religious claims: one is truth, the other is falsehood. In this dichotomy, salvation requires affirmation of truths of one’s particular religion. Inclusivism integrates other religious traditions with one’s own. In this integration, one’s own religion represents the complete and pure, while other religions represent the incomplete, the corrupted, or both. Pluralism accepts that no religious tradi- tion has a privileged access to religious truth, and all religions are potentially equally valid paths. This paper examines the theology of interfaith dialogue (or interfaith theology) in the Abrahamic religions by means of analyzing the works of three prominent religious lead- ers, a Rabbi, a Pope, and a Muslim scholar. First, Jonathan Sacks, the Chief Rabbi of the United Hebrew Congregations of Britain and the Commonwealth, offers a framework for the dialogue of civilizations in his book Dignity of Difference: How to Avoid the Clash of Civilizations. Rather than mere tolerance and multiculturalism, he advocates what he calls the dignity of difference—an active engagement to value and cherish cultural and religious differences. Second, Pope John Paul II’s Crossing the Threshold of Hope argues that holiness and truth might exist in other religions because the Holy Spirit works beyond the for- mal boundaries of Church. Third, the Turkish Islamic scholar Fethullah Gülen’s Advocate of Dialogue describes a Muslim approach to interfaith dialogue based on the Muslim belief in prophecy and revelation. I analyze the interfaith theologies of these religious leaders in five sections: First, I explore variations on the definition of ‘interfaith dialogue’ in their works. Second, I examine the structural and strategic reasons for the emergence and development of the interfaith theologies. Third, I respond to four common doubts about the possibility and utility of interfaith di- alogue and theologies. Fourth, I use John Rawls’ overlapping consensus approach to develop a framework with which to analyze religious leaders’ support for interfaith dialogue. Fifth, I discuss the religious rationales of each religious leader as it relates to interfaith dialogue.
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