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Bernstein, Henry. « Alcune dinamiche di classe del lavoro rurale nel Sud del mondo ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 128 (décembre 2012) : 16–31. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-128002.

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Résumé :
Questo articolo delinea e illustra un quadro teorico per indagare le dinamiche di classe rurali del capitalismo. Idee chiave di analisi in questo contesto comprendono: (i) la mercificazione delle condizioni di riproduzione del lavoro; (ii) un cambiamento sistemico dalla coltivazione all'agricoltura nel capitalismo moderno consolidatosi a partire dagli anni settanta dell'ottocento; (iii) la piccola produzione di beni agricoli per il mercato e (iv) la differenziazione dei piccoli produttori. Queste idee sono combinate in cinque tesi sul destino molto dibattuto dei contadini nel mondo moderno che generano ulteriori concetti di "capitale agrario al di lŕ della campagna", "agricoltura al di lŕ della fattoria", e "‘lavoro rurale al di lŕ della fattoria". L'articolo conclude con l'argomento che molti di coloro definiti come "contadini" o "piccoli agricoltori", in particolare nel Sud, sono meglio compresi come una componente importante delle "classi del lavoro". Questo č illustrato con dati aggregati sull'occupazione in agricoltura e la quota di popolazione rurale adulta che svolge attivitŕ agricola per conto proprio quale attivitŕ economica primaria nelle principali regioni del Sud.
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2

Arosio, Laura, et Elisabetta Ruspini. « Unico, indimenticabile, da sogno. Il viaggio di nozze tra mito ed esigenze di mercato ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 92 (février 2011) : 123–43. http://dx.doi.org/10.3280/sur2010-092009.

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Résumé :
In questo saggio, utilizzando la tecnica dell'analisi documentaria applicata a cataloghi di viaggio riservati a sposi e spose, cercheremo di capire come vengono tematizzate e proposte le mete turistiche abbinate ai viaggi di nozze. Sono diverse le domande alle quali vorremmo rispondere: come sono presentate queste mete? Quale linguaggio viene utilizzato e quali immagini accompagnano i testi? Quale modello di coppia costituisce il target di riferimento, e come vengono (o non vengono) recepite le trasformazioni della famiglia contemporanea? Uno dei piů interessanti risultati emersi dalla nostra analisi č l'ampio utilizzo di un codice espressivo volto ad evocare nei potenziali clienti un'immagine di coppia, di matrimonio e di viaggio fortemente legati ai modelli della tradizione. Questo tipo di messaggio, che viene richiamato tanto con le parole quanto con le immagini, non sembra in alcun modo recepire le intense trasformazioni della famiglia italiana e dei comportamenti di viaggio verificatisi negli ultimi decenni. Se, da un lato, questa scelta puň escludere alcune fasce di potenziali acquirenti (che avranno difficoltŕ nel vedersi rappresentate all'interno dei cataloghi turistici), dall'altro lato puň essere considerata una strategia di valorizzazione di questo tipo di viaggio. Caratterizzando in modo tradizionale il viaggio di nozze, č possibile vendere questo prodotto come importante, diverso, irrinunciabile, inducendo gli sposi a partire investendo consistenti quote di denaro.
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Biorcio, Roberto, et Paolo Natale. « LA MOBILITÀ ELETTORALE DEGLI ANNI OTTANTA ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 19, no 3 (décembre 1989) : 385–430. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200008649.

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Résumé :
IntroduzioneLo studio della mobilità elettorale si ricollega per diversi aspetti al dibattito sulle tendenze generali del mercato elettorale in Italia e alla problematica legata ai tipi di voto. Lo studio delle forme che può assumere la mobilità elettorale costituisce però, a nostro avviso, un tema dotato comunque di una sua autonoma specificità. Le forme che assume il passaggio da una scelta di voto ad un'altra dipendono sia dalle modifiche di posizionamento dei partiti nell'ambito della competizione elettorale, sia dalle modalità secondo cui i cittadini-elettori si rapportano ad essi e, più in generale, vivono il proprio rapporto con la sfera politica e le istituzioni.Si possono individuare nella scelta dell'elettore diverse componenti analitiche (cfr. Parisi e Pasquino 1977; Pizzorno 1983 e 1986, Mannheimer e Sani 1987), riconducibili, a nostro avviso, ad alcune peculiari logiche motivazionali. Si può cogliere anzitutto unalogica dell'identificazione,secondo cui l'elettore esprime adesione e solidarietà rispetto a qualche tipo di identità collettiva che ritiene rappresentata in una delle proposte di voto in competizione. Le identità collettive che costituiscono il referente necessario per questo tipo di logica motivazionale possono essere già presenti nella società — e semplicemente trascritte o trascrivibili in una delle possibili opzioni di voto — oppure essere costituite dal «discorso identificante» dei politici (Pizzorno 1983). Oppure ancora essere una combinazione di entrambe queste possibilità. Si può poi riconoscere nell'elettore l'esistenza di unalogica dell'utilità(o della razionalità strumentale rispetto allo scopo), quando il voto appare finalizzato a favorire (oppure ad ostacolare) tendenze politiche e/o provvedimenti specifici, in base ad un proprio calcolo degli interessi. Insieme a queste due, si può considerare una terza componente analitica nel comportamento elettorale — definibile comelogica della protesta— che esprime motivazioni prevalentemente «in negativo» rispetto al voto o rispetto al tradizionale sistema dei partiti; questa logica emerge quando i partiti esistenti non riescono a suscitare sufficiente identificazione nell'elettore, né a rappresentarne le domande sociali. La logica della protesta si può esprimere non solo con l'astensionismo (attivo o passivo), ma anche con il voto per alcuni dei «nuovi partiti» formatisi negli anni settanta e ottanta come espressione di diverse forme di protesta politica o sociale.È evidente che queste diverse logiche motivazionali possono coesistere nello stesso atto di scelta, con un peso che può variare in base alle caratteristiche dell'elettore, alla congiuntura politico-sociale e al tipo di elezione. Quello che interessa al nostro studio è la relazione fra queste logiche di voto ed i processi di mobilità elettorale: come il peso specifico delle diverse logiche motivazionali può fare variare siale probabilitàdi mutamento delle precedenti scelte di voto, siale formeed ilsensoche questo mutamento può assumere.La logica della identificazione — declinata nelle forme più diverse — costituisce ovviamente la base della fedeltà elettorale di partito o, almeno, di «area politica». Per gli elettori che nel voto esprimono soprattutto una esigenza di identificazione, la probabilità di mutamenti è ridotta, e l'abbandono delle precedenti scelte assume un carattere «traumatico», che si può leggere come segno di un generale processo di ri-orientamento politico-esistenziale. Il passaggio diretto ed immediato da una identificazione ad un'altra è un evento che si verifica raramente. Gli elettori che scelgono di non votare più per un partito in cui si erano identificati sperimentano una fase di relativa incertezza, nella quale possono acquistare maggior peso, almeno transitoriamente, le logiche della protesta o quelle del calcolo delle utilità.La logica della utilità si esprime in un «calcolo dei vantaggi» che si può riferire tanto a interessi individuali e particolaristici (voto clientelare), quanto a quelli di gruppo o di categoria, fino ad assumere come riferimento interessi più generali (voto di opinione). Il calcolo dei vantaggi di ogni scelta di voto è funzione delle caratteristiche specifiche e congiunturali delle diverse scadenze elettorali. Ci si può aspettare che quanto più pesa, nella scelta del singolo elettore, la logica della utilità, tanto più sono probabili, almeno in linea di principio, i cambiamenti delle opzioni di voto.Anche la logica della protesta, se non è accompagnata da forte identificazione in un partito vissuto come rappresentante significativo della protesta sociale, fornisce un notevole contributo alla instabilità elettorale: in questo caso è l'atto stesso di abbandono delle precedenti scelte partitiche che diviene il veicolo più importante per l'espressione del risentimento dell'elettore.Si è rivolta l'attenzione a diversi tipi di mutamento nel comportamento elettorale, analizzando in particolare:1)i cambiamenti di voto all'interno del gruppo dei 7-8 partiti tradizionalmente presenti — nel dopoguerra — nelle competizioni elettorali: la mobilità in questo caso può essere interpretata come l'esito di un giudizio razionale sugli effetti dell'opzione elettorale sul quadro politico, o su una serie di politiche specifiche;2)i cambiamenti di voto da uno dei partiti tradizionali alla esplorazione di nuove possibilità di espressione elettorale — nella scelta di votare, ad esempio, per uno dei partiti emersi negli anni settanta ed ottanta, o per qualcuna delle liste che si caratterizzano su specificheissues(pensioni, ecologia, identità regionali, ecc.);3)il cambiamento dal voto al non voto, che può essere letto come diminuzione del livello di identificazione (visto dal lato dell'elettore) o nella capacità di mobilitazione (visto dal lato del partito) di una determinata opzione partitica;4)il ritorno dal non voto (non partecipazione alla votazione o non espressione di voto valido) al voto per una delle liste presenti nella competizione elettorale, che può dipendere dalla accresciuta capacità di suscitare mobilitazione ed identificazione da parte di una delle forze politiche presenti, oppure dalla particolare rilevanza soggettivamente attribuita ad una specifica tornata elettorale.Lo studio empirico delle forme di mobilità elettorale presenta — come è noto — particolari difficoltà, sia perché ciascuna di esse coinvolge quote limitate del corpo elettorale sia, più in generale, per l'ovvio motivo che non sono disponibili registrazioni — a livello individuale — delle scelte di voto e delle loro variazioni fra una elezione e l'altra. A causa di tali difficoltà e per ovviare ai problemi specifici di ciascuna delle tecniche di analisi, nel nostro studio sulla mobilità elettorale 1983-87 abbiamo fatto riferimento a risultati di ricerche realizzate con diversi metodi: analisi di dati raccolti tramitesurvey,analisi di dati elettorali aggregati a vari livelli, stime dei flussi elettorali in alcune città e stime di flussi a livello nazionale basate sui dati rilevati in un insieme di sezioni-campione. E nostra opinione che sia legittimo e necessario utilizzare nella ricerca i diversi metodi a disposizione, con la consapevolezza dei vantaggi e dei problemi metodologici che ciascuno di essi pone: soltanto l'attenta comparazione dei risultati ottenuti da diverse fonti può convalidare o, nel caso, porre seri interrogativi sulle ipotesi sostantive via via formulate. In questa sede il nostro interesse è rivolto ai risultati ottenuti con le diverse metodologie, più che alla discussione delle metodologie stesse, per la quale rimandiamo ad altre sedi.
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Mattei, Marco Maria, Fabrizio Palmucci et Pietro Bonetti. « Analisi di sensitività al tasso di cambio : un'informazione utile per gli investitori ? » FINANCIAL REPORTING, no 2 (juin 2011) : 33–62. http://dx.doi.org/10.3280/fr2011-002003.

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Résumé :
Il lavoro analizza gli effetti dell'entrata in vigore dell'IFRS 7, emanato dallo IASB con lo scopo di aumentare l'informazione sull'esposizione delle imprese ai rischi di mercato. La nostra ricerca indaga l'utilità per gli investitori dell'analisi di sensitività al rischio di tasso di cambio fornita dalle società quotate italiane. I risultati mostrano che prima dell'introduzione dell'IFRS 7 il mercato stimava erroneamente l'esposizione al tasso di cambio, mentre successivamente la sensitività dei rendimenti al tasso di cambio sembra allinearsi con le esposizioni dichiarate. Dall'analisi, inoltre, emerge che l'informazione sull'esposizione riduce la sensitività dei volumi al tasso di cambio. I nostri risultati integrano la letteratura statunitense fornendo evidenze di come un'analisi di sensitività anchesia utile al mercato.
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Falcao Casaca, Sara, et Joao Peixoto. « Flessibilitŕ e segmentazione del mercato del lavoro in Portogallo : genere e immigrazione ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 117 (mai 2010) : 116–33. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-117009.

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Résumé :
L'articolo offre una panoramica generale del mercato del lavoro portoghese, utilizzando il genere e l'immigrazione come prospettiva di analisi. In uno scenariodi flessibilizzazione crescente del lavoro, la maggiore partecipazione delle donne nel mondo del lavoro e l'aumento dell'immigrazione hanno svolto un ruolo decisivo. Sia le donne sia gli immigrati sono piů presenti nei segmenti piů precari dell'occupazione, il che significa che essi hanno contribuito a sostenere alcune delle dinamiche occupazionali piů recenti. L'articolo presenta alcuni dei principali indicatori della situazione delle donne nel mercato del lavoro (tassi di partecipazione, settori di attivitŕ, accordi contrattuali, lavoro part-time e disoccupazione), insieme ai dati relativi agli immigrati stranieri (tassi di partecipazione, settori di attivitŕ, fenomeni di discriminazione, accordi contrattuali e disoccupazione). Si conclude evidenziando come i modelli di incorporazione delle donne e degli immigrati nel mercato del lavoro continuano a subire forti ostacoli strutturali che impediscono l'uguaglianza e l'integrazione.
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Geron, Devis, et Luciano Greco. « Supporto pubblico al capitale di rischio : lezioni dalla crisi ». ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no 3 (février 2013) : 97–124. http://dx.doi.org/10.3280/es2012-003008.

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Résumé :
L'articolo si prefigge di analizzare l'evoluzione, a cavallo degli ultimi anni di crisi, dell'intervento pubblico a supporto del capitale di rischio tramite strumenti innovativi di partnership con operatori privati. L'intervento pubblico origina da fallimenti del mercato del capitale di rischio, particolarmente nel segmento del venture capital, accentuati dalla crisi e segnatamente a scapito delle giovani piccole e medie imprese innovative, potenziale motore di sviluppo e crescita economica. Dopo un iniziale quadro di analisi degli strumenti in oggetto, l'articolo delinea il contesto internazionale per focalizzarsi sulla situazione italiana e regionale veneta. Dall'analisi delle esperienze considerate emerge innanzitutto come l'attenzione al contesto normativo e culturale sia un necessario complemento degli interventi pubblici di investimento diretto nel capitale di rischio. Inoltre, l'intervento pubblico nel medio-lungo termine deve risultare funzionale allo sviluppo del mercato privato, ed evitare di allocare eccessivi oneri a carico delle finanze pubbliche.
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Martinelli, Elisa, et Bernardo Balboni. « Orientare il Town Centre Management al mercato della cittŕ ». ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no 1 (octobre 2011) : 77–94. http://dx.doi.org/10.3280/ed2011-001005.

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Résumé :
L'articolo propone un metodo procedurale di analisi e valutazione delle esigenze dei portatori di interesse della cittŕ come fase imprescindibile alla pianificazione di progetti di Town Centre Management (Tcm) in ottica di orientamento al mercato. Si intende cosě contribuire sia all'evoluzione degli studi sul tema, supportandone la connotazione strategica, sia al progresso nell'implementazione operativa. A supporto della tesi degli autori si č utilizzato lo studio di caso, descrivendo un'esperienza comunale concreta relativa alla cittŕ di Bologna, come esempio innovativo in Italia dove le iniziative di Tcm sono parziali, di tipo promozionale e basate piů su esigenze interne e pre-definite dell'amministrazione locale che sulla ricognizione delle esigenze degli stakeholder del territorio urbano.
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Sani, Giacomo. « 1992 : LA DESTRUTTURAZIONE DEL MERCATO ELETTORALE ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 22, no 3 (décembre 1992) : 539–65. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200018906.

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Résumé :
IntroduzioneNel corso degli anni ottanta gli osservatori hanno colto molteplici segnali di mutamento del sistema dei partiti in Italia e, in particolare, nel rapporto partiti-elettori, vedendo nei risultati delle diverse consultazioni indicazioni di un (potenziale) maggior dinamismo dei comportamenti di massa rispetto al passato. In quella fase l'attenzione degli studiosi è caduta a volte sulla graduale erosione dei tassi di partecipazione elettorale, a volte sulla diminuzione delle quote di consenso raccolto dai grandi partiti storici, a volte sull'emergere di nuove formazioni, a volte ancora sui tassi di instabilità registratisi in alcune zone del paese (Corbetta, Parisi e Schadee 1988; Caciagli e Spreafico 1990; Mannheimer 1991). Segnali convergenti provenivano da ricerche sugli orientamenti degli elettori rilevati tramite indagini demoscopiche. Così uno studio condotto alla metà degli anni ottanta suggeriva che, sotto la spinta di fattori diversi, si era verificato un allargamento della quota di elettori «nel mercato», cioè di cittadini disposti a considerare di volta in volta opzioni diverse da quelle del passato. Se ne deduceva l'esistenza di un accresciuto potenziale di mobilità con potenziali riflessi in futuro sulla forza dei diversi gruppi politici (Mannheimer e Sani 1987). Sino alla fine dello scorso decennio, tuttavia, il mercato elettorale italiano continuava a mantenere molte delle caratteristiche di un tempo. Certo, non mancavano gli elementi di novità, ma era difficile sostenere che si fosse già verificata una vera e propria rottura rispetto alle caratteristiche prevalenti nel passato. In sostanza, ci si trovava in presenza di un forte scollamento tra il potenziale di cambiamento intravisto dagli osservatori e l'evidenza delle cifre all'indomani del voto.
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Naidu, Suresh, Eric A. Posner et Glen Weyl. « Potere datoriale nel mercato del lavoro e rimedi antitrust ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 170 (août 2021) : 257–88. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2021-170005.

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Ricerche recenti mostrano come il potere datoriale nel mercato del lavoro abbia contribuito ad aumentare le diseguaglianze salariali e la stagnazione economica. Sebbene la legislazione anti-trust impedisca alle imprese di restringere la concorrenza nei mercati del lavoro come nei mer-cati del prodotto, il governo federale statunitense non ha fatto molto per affrontare il problema del mercato del lavoro, e le azioni legali sono state rare e in gran parte infruttuose. Una ragione è che le tecniche di analisi antitrust ideate per valutare il potere datoriale nel mercato del lavoro sono di gran lunga meno evolute rispetto alle regole ideate per stimare il potere (di mercato) nel mercato del prodotto. Per correggere questa asimmetria, il saggio individua una serie di metodi per stimare gli effetti delle concentrazioni nei mercati del lavoro. Gli Autori estendono poi que-sto approccio ad altre condotte anticoncorrenziali realizzate dai datori di lavoro nei confronti dei lavoratori. Da ultimo, il saggio evidenzia alcuni argomenti e prove che indicano come il potere di mercato possa essere addirittura più significativo nei mercati del lavoro che nei mer-cati del prodotto.
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Costantino, Laura. « Politiche europee e nazionali di contrasto allo spreco alimentare nella produzione primaria : analisi e prospettive future ». Przegląd Prawa Rolnego, no 2(23) (15 décembre 2018) : 141–48. http://dx.doi.org/10.14746/ppr.2018.23.2.10.

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Lo scopo dell’articolo è di presentare la regolamentazione del mercato agricolo in Nicaragua e di indicare soluzioni giuridiche che potrebbero contribuire a superare una distribuzione iniqua delle risorse economiche derivanti dall’attività agricola nazionale all’interno della filiera alimentare. In particolare, si tratta di individuare scappatoie giuridiche che contribuiscono ad una distribuzione iniqua delle risorse nel regime nicaraguense di approvvigionamento per i prodotti agroalimentari e di proporre soluzioni alternative per la loro eliminazione alla luce della scienza del diritto agrario. Secondo l’autore, la principale difficoltà per il produttore agricolo nicaraguense è il processo di commercializzazione dei prodotti sul mercato dei prodotti agricoli dell’America centrale e del Nicaragua nonché carenze normative in questo ambito. Il Sistema dell’integrazione centroamericana (SICA), vincolante nella maggior parte dei paesi della regione, da un lato contiene regolazioni giuridiche complete sull’agricoltura, dall’altro non corrisponde pienamente alla struttura moderna della filiera agroalimentare. In pratica, la legislazione regionale e nazionale è soggetta a frequenti cambiamenti e non protegge in modo sufficiente il produttore agricolo in ogni fase di produzione. Un’alternativa sarebbe quella di introdurre cambiamenti a livello regionale, sotto forma di aree di libero scambio e di attuare la politica agricola comune da parte dei Paesi dell’America centrale.
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Teresa Cuomo, Maria, Oscar De Franciscis et Alex Giordano. « La rimodulazione strategica del modello di business. L'integrazione tra agri-food e turismo ». ESPERIENZE D'IMPRESA, no 2 (janvier 2021) : 51–67. http://dx.doi.org/10.3280/ei2018-002004.

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L'ampliamento dell'offerta produttiva con attività non appartenenti alle tradizionali aree di mercato delle imprese sta avanzando in specie nel segmento alimentare. Questa nuova impostazione travalica così il tradizionale approccio di tipo "core business", immaginando una logica di "non-core business", di contagio fecondo tra filiere produttive contigue in grado spesso di potenziare imprese e aree geografiche. Lo scenario che emerge dalla nuova alternativa strategica quindi parte dal presupposto che il non-core stimola il core, modificando completamente i tratti di una specifica organizzazione imprenditoriale. Le novità sperimentali fornite da questi business, laddove si manifestano con successo, riescono a produrre alcuni vantaggi fondamentali che vanno dalla diversificazione del rischio d'impresa allo sviluppo del fatturato e delle quote di mercato fino all'innovazione di prodotto in chiave di maggiore sostenibilità. In altri termini, il non-core - che nel caso di un'azienda produttiva a vocazione agricola può configurarsi nell'attività ricettiva, ristorativa e del commercio di produzioni tipiche legate al terroir - può fungere da traino rispetto al business tradizionale diventandone così il nuovo core in una virtuosa spirale di sviluppo.
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Gianecchini, Martina. « Apprendistato : formare al futuro artigiano ». QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no 99 (mai 2013) : 103–17. http://dx.doi.org/10.3280/qua2013-099006.

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Le recenti riforme del mercato del lavoro hanno individuato l'apprendistato come canale prioritario per l'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro. Tuttavia, le analisi sulla sua diffusione dimostrano come ne venga spesso fatto un uso improprio, al fine di ridurre i costi del personale e aumentarne la flessibilitŕ in entrata. In questo articolo si propone una riflessione che, legando l'apprendistato all'evoluzione dei sistemi produttivi, analizza come diverse modalitŕ di organizzazione del lavoro abbiano favorito (oppure ostacolato) questo contratto nel realizzare la sua missione di supporto allo sviluppo professionale dei giovani. Per fare questo si introduce una classificazione delle attivitŕ lavorative basata sulle modalitŕ di generazione della conoscenza e sul contenuto del lavoro. La tesi proposta č che l'apprendistato possa rappresentare lo strumento contrattuale che meglio di altri permette di supportare lo sviluppo di moderne professionalitŕ artigiane.
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Di Narzo, Antonio Fabio, Marzia Freo et Marco Maria Mattei. « Un nuovo approccio statistico per l'individuazione delle manipolazioni degli utili : evidenze empiriche dal mercato italiano ». FINANCIAL REPORTING, no 1 (mars 2012) : 7–43. http://dx.doi.org/10.3280/fr2012-001002.

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Mediante uno studio di simulazione, questo articolo si propone di valutare l'efficacia nel mercato italiano dei metodi comunemente utilizzati nella letteratura nord-americana per individuare le manipolazioni di bilancio. Inoltre, viene proposta una nuova metodologia di stima degli accrual model - il modello delle misture - che non si basa su nessuna classificazione industriale e risolve alcuni dei problemi che questi metodi di indagine manifestano nei paesi con mercati finanziari di minori dimensioni. Dalle analisi svolte emerge che le tecniche d'indagine ampiamente utilizzate a livello internazionale sono efficaci anche nel nostro Paese e che il modello delle misture aumenta significativamente la potenza del test più efficace per ricercare la presenza di manipolazioni di bilancio. Complessivamente questi risultati indurrebbero a concludere che gli accrual model potrebbero essere utilizzati maggiormente dai ricercatori interessati ad investigare la presenza di politiche di bilancio in Italia.
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Marino, Vittoria, et Giada Mainolfi. « Valutazione e analisi del processo di country branding. La percezione del capitale reputazionale dell'Italia nel mercato cinese ». MERCATI & ; COMPETITIVITÀ, no 4 (novembre 2010) : 65–83. http://dx.doi.org/10.3280/mc2010-004005.

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Il lavoro esplora la relazione tra gli stereotipi legati al paese di origine e le valutazioni dei consumatori relative ai sistemi di offerta estera. La costante evoluzione del- l'impatto del country-of-origin (Coo) richiede un'analisi approfondita che valorizzi la sua natura di indicatore multidimensionale. La ricerca propone un'originale concettualizzazione riferibile alla prospettiva della country reputation al fine di ricostruire e comprendere le dinamiche effettive del fenomeno del Coo. La reputazione rappresenta un criterio interpretativo alla base delle influenze esercitate dal paese di origine sulle decisioni finali prese dai consumatori esteri. Un'indagine sul campo finalizzata alla verifica delle relazioni tra l'Italia, paese di origine, e la Cina, mercato obiettivo, ha testato il modello proposto. Nello studio sono state, inoltre, esaminate le strategie per la creazione di un country brand per il made in Italy.
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Guidarini, Stefano. « Il tradimento delle immagini : il piano Milano Verde del 1938 ». TERRITORIO, no 57 (juin 2011) : 112–24. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-057015.

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Résumé :
Il piano Milano Verde rappresenta un singolare caso di scollamento tra immagine e realtŕ. Questo piano č stato assunto dalla storiografi a architettonica come un vero e proprio modello di riferimento di un razionalismo di maniera ma, ad un'attenta analisi, rivela invece una natura ben diversa. Dietro la sua immagine, nasconde infatti meccanismi attuativi e insediativi molto piů legati alla logica di costruzione della cittŕ ottocentesca e al mercato immobiliare che non alle ricerche sulla casa e i quartieri popolari. La vera natura, sfuggente e contraddittoria, di questo progetto contribuisce a mettere in crisi, con la sua ambiguitŕ tra idealismo e realismo, quel quadro semplicistico dell'architettura moderna fatto di fragili catalogazioni e di rassicuranti luoghi comuni. In questa esperienza ritroviamo inoltre la conferma dell'importanza dello studio delle opere e dei documenti per ricostruire la realtŕ dei fatti e la storia delle idee.
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Di Pierro, Alberto. « Product Dififerentiation and Competitive Structures* ». Journal of Public Finance and Public Choice 4, no 1 (1 avril 1986) : 109–14. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907117363.

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Abstract Negli anni recenti è divenuto sempre più evidente che il modello di concorrenza monopolistica è essenziale per l’interpretazione delle economie di mercato contemporanee. Il progresso negli studi a questo riguardo è dovuto soprattutto alle analisi svolte sul comportamento del consumatore con un’impostazione in cui (come nel noto modello di Lancaster) le caratteristiche qualitative dei beni sono incorporate in un modello di scelta teoricamente coerente.Sviluppando queste teorizzazioni, nel presente scritto se ne valuta la rilevanza per quanto riguarda la diversificazione dei prodotti, giungendo alla conclusione che i consumatori, in un sistema in cui i produttori sono incerti circa le reazioni della domanda, svolgono un ruolo importante in questo processo.
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Buffa, Federica. « Domanda e offerta di sostenibilitÀ nelle destinazioni turistiche. Il profilo del "Turista 4L" emerso da una ricerca sui viaggiatori del CTS ». MERCATI & ; COMPETITIVITÀ, no 2 (juin 2010) : 57–77. http://dx.doi.org/10.3280/mc2010-002004.

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Résumé :
Il paper affronta il tema della differenziazione come strumento di competitivitÀ delle destinazioni turistiche, perseguita attraverso la differenziazione dell'offerta basata su strategie per la sostenibilitÀ. Il paper presenta i risultati di una ricerca volta ad analizzare motivazioni e comportamenti di un segmento emergente di turisti (definiti "Turisti 4L"), particolarmente attenti alle dimensioni della sostenibilitÀ. La ricerca condotta in Italia su una popolazione di oltre 20.000 viaggiatori del Centro Turistico Studentesco e Giovanile analizza a) il profilo di tali turisti, b) verifica alcune ipotesi legate alla sua composizione e specificitÀ, c) individua alcune implicazioni per il destination management, d) indica gli step futuri di analisi per affinare il framework e approfondire la consistenza del mercato.
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Alpa, Guido. « Quale modello di governo dell'economia in Italia ? » ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no 1 (octobre 2011) : 7–14. http://dx.doi.org/10.3280/ed2011-001001.

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Résumé :
Le ragioni della crisi che ha investito l'economia globale, e quindi anche il sistema italiano, sono state identificate con una certa approssimazione, ma la discussione č ancora in corso; occorrerŕ ancora tempo per comprendere appieno il fenomeno. In ogni caso, le prime analisi denunciano una sequenza nella quale hanno avuto effetto causale , tra gli altri, alcuni fattori: la crisi del mercato immobiliare negli Stati Uniti, la conclusione di mutui "subprime", la diffusione di contratti derivati e prodotti finanziari ad alto rischio, l'inattendibilitŕ dei criteri di rating, e, piů in generale, la progressiva prevalenza dell'economia finanziaria sulla economia reale Gli orientamenti delle autoritŕ nazionali si sono divisi in tre diversi modi di operare: l'intervento ad adiuvandum delle imprese in crisi e a sostegno del sistema finanziario; l'astensione da qualsiasi interferenza con la naturale evoluzione della situazione, ritenendosi sufficiente la smithiana "mano invisibile" a porre rimedio alla crisi; l'assenza di decisioni e quindi di provvedimenti, posizione che si avvicina alla soluzione astensionista, ma che si connota per la carenza di una valutazione complessiva delle cause e dei possibili rimedi. In questo contesto appare opportuno un ripensamento di tutte le componenti del sistema economico, e tra esse le tipologie di governance delle societŕ.
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Pereira, Bruno Gomes. « Analisi del discorso sui media e delle voci sociali : Costruzione linguistica e ideologica dei fenomeni di massa in Brasile ». Latin American Journal of Development 2, no 6 (28 janvier 2021) : 330–40. http://dx.doi.org/10.46814/lajdv2n6-001.

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Résumé :
Questo articolo si propone di discutere di come i media brasiliani, in particolare la televisione, ricombinano i discorsi e, con questo, ricostruiscono le immagini dei personaggi dei media che popolano l'immaginario dei telespettatori in Brasile. La Fondazione Teorica è ospitata in Linguistica Applicata nella sua prospettiva interdisciplinare e discorsiva. La Metodologia consiste in una mappatura bibliografica. Concludiamo che le sfere mediatiche brasiliane sono in grado di costruire veri e propri fenomeni di massa, popolando la memoria affettiva di milioni di persone e, con ciò, fruttando guadagni al mercato pubblicitario.
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Troiano, Stefania, et Francesco Marangon. « I Payments for Ecosystem Services : opportunitŕ di sviluppo nella tutela delle risorse paesaggistico-ambientali ». ECONOMICS AND POLICY OF ENERGY AND THE ENVIRONMENT, no 3 (novembre 2011) : 87–113. http://dx.doi.org/10.3280/efe2010-003006.

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Résumé :
La protezione del paesaggio č stata per lungo tempo affidata alla Pubblica Amministrazione, che per lo svolgimento di questo compito si č avvalsa degli strumenti vincolistici. Questi ultimi, perň, si sono dimostrati incapaci di far fronte alle conseguenze negative derivanti dall'abbandono dei terreni. Questa constatazione ed il declino delle risorse finanziarie stanziate a favore della protezione delle risorse paesaggistico-ambientali hanno favorito l'affermarsi di strumenti alternativi, quali gli strumenti economici per la tutela delle risorse paesaggistico-ambientali, che prevedono un ruolo preponderante degli attori privati. In base agli studi sulla valutazione monetaria e non monetaria dei beni paesaggistico- ambientali condotti negli ultimi anni, che hanno consentito, da un lato, di individuare le caratteristiche che rendono attraente un paesaggio, e, dall'altro lato, di identificare la disponibilitŕ a pagare per fruire di un servizio paesaggistico-ambientale, l'articolo descrive le possibilitŕ di creazione di un mercato per i servizi derivanti dalla protezione del paesaggio. Viene approfondito, in particolare, il caso dei Payments for Ecosystem Services (PES), strumenti economici utilizzati a favore della conservazione/ valorizzazione dei servizi forniti dalle risorse paesaggistico-ambientali. Dopo una sintetica analisi di questa strumentazione, l'articolo si sofferma sulle prospettive di sviluppo in Italia di specifiche categorie di PES, che hanno per oggetto alcune risorse paesaggistico- ambientali preferite dagli utenti.
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Greca, Rainer. « Strategie d'impiego neo-liberali - responsabilitŕ sociale d'impresa o getting more from less ? Il caso della Germania ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 127 (septembre 2012) : 223–42. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-127014.

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Résumé :
Uno dei principali argomenti del pensiero neo-liberale si basa sul fatto che il mercato č un'istituzione migliore, rispetto ad interventi o regolamentazioni statali, per aumentare il livello di benessere comune. Misure politiche europee - definite da questa ideologia - incoraggiano i governi a promuovere, e le imprese a favorire, iniziative di responsabilitŕ sociale d'impresa (Rsi) e cittadinanza aziendale (Ca), in quanto strumenti appropriati per migliorare il lavoro e le condizioni di vita. Nel saggio, attraverso risultati emersi da ricerche dell'autore e analisi di dati, si mostra che la conseguenza di queste politiche spesso č un'intensa partecipazione nella Rsi e nella Ca prevalentemente nel settore delle Pr o in attivitŕ di interesse pubblico, mentre le politiche neo-liberali e strategie di business provocano una crescita della disoccupazione, dei lavori precari, dell'intensificazione del lavoro ("getting more from less") e addirittura della tratta di persone.
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Facchini, Carla. « Mutamento sociale, mutamento dei servizi, competenze degli operatori e nuove sfide per l'universitŕ ». RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no 4 (janvier 2013) : 123–42. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-004007.

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Résumé :
I profondi mutamenti in atto nella domanda sociale e nell'assetto dei servizi comportano una duplice sfida per il sistema universitario. Una prima sfida deriva dal ruolo crescente che hanno, per le professioni sociali formate dall'universitŕ, funzioni conoscitive, programmatorie, gestionali, organizzative e valutative. Per fornire le competenze necessarie a queste funzioni, l'universitŕ deve non solo ripensare la sua offerta formativa nelle lauree di base e in quelle specialistiche, ma anche proporre una adeguata formazione continua. La seconda sfida coinvolge l'universitŕ come sede centrale di ricerca scientifica: se vuole essere soggetto di attivazione sociale, l'universitŕ deve essere in grado di promuovere sistematicamente analisi e riflessioni sui mutamenti in atto sia nella domanda sociale e nell'assetto organizzativo dei servizi e delle politiche pubbliche, sia sulle stesse professioni sociali e sul rapporto tra competenze fornite e competenze richieste dal mercato del lavoro.
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Rowley, Charles K., et Michelle A. Vachris. « Why Democracy does not Necessarily Produce Efficient Results* ». Journal of Public Finance and Public Choice 12, no 2 (1 octobre 1994) : 95–111. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907539905.

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Résumé :
Abstract Questo scritto presenta alcune obiezioni alla tesi ottimistica, esposta da Donald Wittman, secondo cui la democrazia produrrebbe risultati efficienti.Secondo Wittman, sia il mercato politico che quello economico operano in modo efficiente. A suo avviso, molte delle argomentazioni in sostegno dell’efficienza dei mercati economici si applicano egualmente ai mercati politici democratici.Conseguenza di quest’analisi dovrebbe essere che i governi democratici affideranno ai mercati economici quei compiti in cui essi riescono meglio.Nella sua analisi, tuttavia, Wittman ignora i risultati teorici conseguiti dalla scuola di Virginia circa il fallimento dello Stato. Un primo aspetto riguarda il meccanismo concorrenziale politico che può avere caratteristiche di concorrenza imperfetta, se non di monopolio. Un secondo aspetto è il fatto che il teorema dell’elettore mediano, che era stato proposto a dimostrazione dell’efficienza del sistema democratico, si è rivelato privo di realismo.Anche i gruppi d’interesse possono distorcere i risultati di un sistema democratico in misura maggiore o minore, a seconda delle caratteristiche istituzionali dei particolari mercati politici. La teoria della burocrazia di Niskanen, inoltre, dimostra come gli stessi politici non controllino pienamente la spesa pubblica, ma dipendano dai burocrati, il cui obiettivo è l’espansione del loro bilancio.
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Pejovich, Svetozar. « Law, Tradition and Liberalism in Practice : Quo Vadis Eastern Europe* ». Journal of Public Finance and Public Choice 14, no 1 (1 avril 1996) : 3–13. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907540219.

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Résumé :
Abstract Questo articolo analizza i fattori che possono rafforzare le prospettive di radicamento del capitalismo nei Paesi ex-socialisti dell’Europa dell’Est. Sulla base del fatto che i valori astrattamente presi non possono aiutarci a fornire valutazioni di tipo economico, l’A. utilizza un approccio del tipo «analisi costi-benefici» al fine di comparare e scegliere tra sistemi capitalistici imperfetti.Dopo aver enunciato i principi basilari del libero mercato, l’A. sottolinea il ruolo da essi svolto come incentivo nel comportamento degli attori economici: diritti di proprietà, liberta di contratto e governo delle leggi valorizzano i diritti individuali e generano un ambiente fertile per lo sviluppo economico e sociale dell’individuo.Al fine di costruire le basi per un solido capitalismo nei Paesi dell’Europa dell’Est l’A suggensce ai governanti di quei Paesi di creare un contesto legale che possa permettere agli individui di spenmentare ogni sorta di accordo al fine di produrre ricchezza e di earantire i diritti di proprietà degli individui.
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Bianchini, Paolo. « Educazione alla tradizione. I gesuiti e la scuola tra soppressione e Restaurazione ». SOCIETÀ E STORIA, no 134 (février 2012) : 689–709. http://dx.doi.org/10.3280/ss2011-134003.

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Résumé :
Il saggio esplora l'intensa attivitÀ della Compagnia di Gesú in campo scolastico e pedagogico dopo la soppressione, ai fini di una piů dettagliata e concreta conoscenza delle strategie culturali e religiose dell'Ordine dopo il 1773. Il caso preso in analisi č quello dei gesuiti francesi nei decenni successivi al loro scioglimento, avvenuto prima per mezzo dell'espulsione dal regno di Luigi XV, tra il 1762 e il 1767, e poi della soppressione pontificia, decretata da papa Clemente XIV nel 1773. Vengono ricostruite le carriere degli ex gesuiti all'interno dei collegi francesi o come precettori di famiglie nobili, ma sono anche presi in esame i trattati pedagogici, i manuali scolastici e i libri di lettura composti dai discepoli di sant'Ignazio. Ciň che emerge č che, dopo la morte dell'Ordine, i gesuiti francesi individuarono proprio nella scuola e nell'educazione un mercato interessato a servirsi di quelle che erano ritenute le loro principali abilitÀ, trovandovi estimatori ed alleati che avrebbero caldeggiato la riorganizzazione della Compagnia nel 1814.
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Pesce, Mario, Lavinia Bianchi et Alberto Pesce. « Dalla dimensione disumana della tratta al riscatto sociale. Percorsi di violenza di genere ». WELFARE E ERGONOMIA, no 2 (janvier 2021) : 76–97. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-002007.

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Résumé :
Le vittime di tratta, ostaggio della criminalità organizzata e destinate al mercato del sesso, sono un fenomeno omogeneo, che ha bisogno di buone prassi, particolari e ad hoc, proprio per superare la percezione emergenziale e le generalizzazioni deleterie. In prevalenza le vittime di tratta sono donne che provengono dall'est europeo, oppure di na-zionalità nigeriane o sono transessuali che arrivano principalmente dal Sud America e rap-presentano un business importantissimo per i criminali. Queste donne, invisibili e senza voce, sono il più delle volte ostaggio di chi organizza il viaggio e, di conseguenza, tutto questo ren-de difficile la presa in carico da parte dei servizi sociali. L'intervento prende in esame, come caso di studio, le buone pratiche di accoglienza e presa in carico del servizio Roxanne del Comune di Roma, e delle discipline di scarsità, di sospetto e resistenza (Theodossopoulos, 2014) che le vittime di tratta attivano al fine di gestire il disa-gio della migrazione e della violenza (Appadurai, 2005), ricomponendo i disagi psicofisici della loro condizione. Le narrazioni delle donne nigeriane, delle donne dell'Est Europa e delle transessuali, che hanno contattato il servizio Roxanne o sono state intercettate dall'unità di strada, sono la prima parte del corpus qualitativo della ricerca. La seconda parte è un lavoro di analisi dei contenuti relativamente alle schede conservate dal servizio Roxanne e nelle strutture dove le vittime di tratta vengono inviate. La terza parte del corpus è l'analisi delle narrazioni di alcu-ni uomini detenuti per il reato di sfruttamento della prostituzione nelle carceri di Pavia e di Bollate (MI) per comprendere la totale disumanizzazione e la retorica della cosiddetta "pro-tezione" da parte degli sfruttatori. Le donne vittime di tratta sono permanentemente controllate e abusate dai loro carcerieri, in una costellazione di violenze e di continui atti brutali. A loro volta, i maltrattanti, respingono totalmente ogni responsabilità proiettando ogni colpa verso le maltrattate. Racconta uno di loro "sono libere di fare quello che vogliono, noi siamo qui solo per proteggerle, lei non le aiuterebbe?". Quello che emerge, dall'analisi dei dati, è una forma di normalizzazione della violenza da parte delle vittime di tratta, una forte marginalità (Douglas, 1993) ma, anche, una propen-sione alla resilienza.
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Filandri, Marianna, Enrica Morlicchio et Emanuela Struffolino. « Povertà, lavoro e famiglia : una riflessione introduttiva ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 161 (décembre 2021) : 27–33. http://dx.doi.org/10.3280/sl2021-161002.

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Résumé :
La povertà nonostante il lavoro rimane un problema rilevante e anzi in crescita. Ciò non è dovuto solo alle conseguenze economiche e sociali della pandemia, dal momento che tale tendenza era già chiaramente manifesta a partire dalla crisi del 2008. Da decenni milioni di famiglie in Europa (ma possiamo generalizzare ad altre aree geografiche) vivono in condizioni di povertà sebbene uno o più componenti siano di fatto parte del sistema occupazionale. Bisogna allora subito chiarire se parliamo di lavoro povero o di povertà delle famiglie di lavoratori. Questi concetti non sono solo analiticamente differenti, ma richiamano fenomeni non completamente sovrapponibili. Inoltre, essi hanno diverse implicazioni di policy. Nel saggio di introduzione alla Special Issue è analizzata la questione definitoria e sostanziale dei due lati del problema. Viene infatti argomentato come per un piano di intervento organico per contrastare la povertà da lavoro sono necessarie analisi approfondite che riconoscano la complessità del fenomeno guardando sia a bassi salari e limitata partecipazione al mercato del lavoro sia al nucleo famigliare, agli alti carichi familiari e al livello insufficiente di trasferimenti
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Tajani, Francesco, Pierluigi Morano, Marco Locurcio et Paola Amoruso. « A logical operating model for the assessment of the forced sale value in the judicial procedures ». Valori e Valutazioni 29 (janvier 2022) : 23–40. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20212904.

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Résumé :
With reference to real estate auctions activated in the context of judicial procedures (bankruptcy and/or executive), this work develops and tests a logical operating model for the assessment of the forced sale value. This is determined from the market value of the asset by applying an appropriate discount (or premium) coefficient based on the potential risks of the urban and market context in which the property is located. The estimated coefficient allows for determination of the auction value of the property to be sold which, due to yields obtainable and transaction risk, is admissible in terms of buyer convenience. The model proposed and tested here borrows Ellwood's logic as applied to the real estate sector, integrated through the investment risk assessment approach of Real Options Analysis. Applied in the one hundred and forty cities where the Italian courts are based, the model allowed for the construction of an abacus of discount (or premium) coefficients, differentiated in terms of the cities analyzed, the various areas of each city and the intended residential or commercial use. Putting in practice the application highlighted the validity of the model, capable of contextualizing the discount (or premium) coefficient needed to determine forced sale value based on the risk factors of the market areas considered. Practical implications of the abacus include the possibility of limiting the times of auctioning procedures, as well as generating a map of the areas of greatest interest for potential investors, where the uncertainty, typical of this specific real estate sub-market, is overcome by the knowledge of the limit values of investment convenience for the area under analysis. Con riferimento alle aste immobiliari attivate nell'ambito di procedure giudiziarie (concorsuali e/o esecutive), nel presente lavoro è sviluppato e testato un modello logico-operativo per la stima del valore di vendita forzata. Questo valore è determinato a partire dal valore di mercato del cespite applicando, a seconda dei casi, in ragione dei rischi o delle potenzialità del contesto urbano e di mercato in cui l’immobile è ubicato, un congruo coefficiente di sconto o di premio. Il coefficiente stimato permette di determinare il valore a base d’asta dell'immobile da aggiudicare che, in ragione dei rendimenti ottenibili e del rischio dell'operazione, risulti ammissibile in termini di convenienza per l’acquirente. Il modello, qui proposto e testato, mutua la logica di Ellwood applicata al settore immobiliare, integrata mediante l’approccio valutativo della rischiosità degli investimenti proprio dell’Analisi delle Opzioni Reali. Implementato sulle centoquaranta città in cui hanno sede i tribunali italiani, il modello ha consentito di costruire un abaco dei coefficienti di sconto (o di premio), differenziati per le città analizzate, per le diverse zone di ciascuna città e per le destinazioni d’uso "residenziale" e "commerciale". L'applicazione condotta ha posto in risalto la validità del modello, in grado di contestualizzare il coefficiente di sconto (o di premio) per la determinazione del valore di vendita forzata in ragione dei fattori di rischio degli ambiti di mercato considerati. Le implicazioni pratiche dell'abaco concernono la possibilità di contenere i tempi delle procedure di vendita all’asta, come pure di generare per i potenziali investitori una mappa delle aree di maggiore interesse, dove l'aleatorietà tipica di questo particolare sub-mercato immobiliare è superata dalla conoscenza dei valori limite di convenienza dell’investimento per l'ambito in analisi.
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Manganelli, Benedetto, Francesco Paolo Del Giudice et Debora Anelli. « Interpretation and measurement of the spread between asking and selling prices in the Italian residential market [Interpretazione e misura dello spread tra prezzi richiesti e prezzi di vendita nel mercato residenziale italiano] ». Valori e Valutazioni 31 (février 2023) : 5–13. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20223102.

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Résumé :
The lack of transparency in the property market and the resulting difficulty in finding comparables to use in property valuations, very often forces evaluators to substitute the asking prices with the selling prices in the market approach. This alternative is now also accepted by case law but has the limitation of having to quantify, albeit very roughly, the correction to be made in relation to the probable spread between the asking prices, taken as a reference, and future selling prices. The importance of the asking prices to understand the market, is acknowledged in international literature which has mainly focused (starting from the analysis of the prices themselves and the time spent on the market), on the search for the best sales strategies, or on the measurement of the illiquidity of the property market. This study, in an innovative way, also on the basis of the relationships already proven, instead, attempts to interpret and measure the difference between asking and selling prices, in order to build a reference for the adjustments made to the former in estimation practice. The target is pursued through the construction of a multivariate analysis model on a sample taken over a 12- year interval in the city of Potenza, Italy. The analysis allowed to measure and interpret the marginal contribution that macro and microeconomic variables provide to the explanation of the spread under investigation. La mancanza di trasparenza nel mercato immobiliare e la conseguente difficoltà di rilevare utili comparabili da utilizzare nelle stime immobiliari costringe i periti, molto spesso, a sostituire nel procedimento diretto i prezzi di vendita con i prezzi richiesti. Si tratta di una alternativa ormai riconosciuta anche dalla giurisprudenza, ma che ha in sé il limite di dover quantificare seppur in modo molto approssimativo la correzione da apportare in relazione al probabile spread tra i prezzi richiesti, presi a riferimento, e i futuri prezzi di vendita. L’importanza dei prezzi richiesti per l’interpretazione del mercato è riconosciuta nella letteratura internazionale la quale si è prevalentemente concentrata, partendo dal- l’analisi di questi e del tempo sul mercato, sulla ricerca delle migliori strategie di vendita, o sulla misura della il- liquidità del mercato immobiliare. Questo lavoro, in modo originale, anche sulla base delle relazioni già di- mostrate, prova invece a interpretare e misurare la differenza tra prezzi richiesti e prezzi di vendita, al fine di costruire un riferimento per la correzione da apportare ai primi nella pratica estimativa. L’obiettivo è perseguito mediante la costruzione un modello di analisi multivariata su un campione rilevato su un intervallo di 12 anni nella città di Potenza. L’analisi ha consentito di misurare ed interpretare il contributo marginale che variabili macro e microeconomiche forniscono alla spiegazione dello spread indagato.
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Colombetti, Elena. « Tecnologia, medicina e società : un gioco di alleanze e di tensioni ». Medicina e Morale 50, no 3 (30 juin 2001) : 491–508. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2001.727.

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All’interno dell’orizzonte delineato dal rapido progresso medico accompagnato dalla massiccia presenza della tecnologia nasce la necessità di ripensare la collocazione della medicina in relazione al più ampio contesto della società in cui essa è inserita. Esistono tensioni tra il bisogno di una copertura universale della medicina di base e il crescente costo delle prestazioni, tra i risultati teoricamente raggiungibili e la limitazione delle risorse, tra l’aspettativa individuale e l’impossibilità di sconfiggere definitivamente ogni malattia. Callahan, uno dei padri della bioetica nordamericana, pone l’accento sulla necessità di promuovere una medicina socialmente ed economicamente sostenibile e per far questo indica come categoria principale il concetto di limite. Si tratta di ripensare le priorità della società nel suo complesso, tenendo presente che in un contesto di risorse limitate la maggior spesa nel settore medico va comunque a scapito degli investimenti in un altro, e che il divario tra le fasce ricche e quelle povere della popolazione (rinvenibile sia all’interno dei singoli Paesi che tra nord e sud del mondo) richiedono una concreta attenzione che si traduce anche in una maggior sforzo per ampliare la copertura di base più che ad ulteriori sforzi nella linea di costosi interventi specialistici per patologie acute. La proposta è quella di elaborare un diverso modello di progresso medico che valuti i passi non esclusivamente in termini di benefici individuali, ma anche di effetti sulla salute della popolazione, che riconosca in questo campo l’importanza delle condizioni sociali, economiche e culturali, che sappia anche accontentarsi dei livelli raggiunti nello sforzo di migliorare la salute di persone che hanno già la più alta aspettativa di vita mai raggiunta nella storia. Tutto questo deve poi fare i conti con una duplice dimensione: da una parte non può dimenticare l’intreccio esistente con le strategie e la logica di mercato che si presenta come il naturale alleato del progresso tecnologico e della sempre più esigente domanda di prestazioni, ma che non può essere assunto come unica guida delle scelte di ambito pubblico, dall’altra deve tener presente che la visione liberale o comunitaria da cui si parte per la pianificazione dell’organizzazione sociale e politica porta ad esiti molto diversi. In ultima analisi l’accettazione della finitezza, che la proposta di Callahan richiede, porta a strutturare una gerarchia di valori, ma questo comporta a sua volta una solida fondazione ontologica capace di sollevarsi al di sopra di una visione biologico-meccanicistica del problema in oggetto.
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Fand, David I. « Classical Mercantilism, Neomercantilism and Contemporary Rent Seeking* ». Journal of Public Finance and Public Choice 7, no 1 (1 avril 1989) : 3–16. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344640.

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Abstract Il mercantilismo costituisce un sistema di politica economica del periodo pre-industriale che, sebbene sia stato sottoposto a critiche radicali nella Ricchezza delle Nazioni di Adamo Smith e dopo di allora da parte dei più eminenti economisti, è tuttavia rimasto un punto di riferimento molto importante del pensiero popolare e anche di quello politico.Le idee mercantilistiche hanno ricevuto incoraggiamento dalla crisi del 1929 e sono state quindi riprese nel mondo occidentale dopo la seconda guerra mondiale in conseguenza del ruolo crescente dello Stato. Tutti coloro che, in un modo o nell’altro, sono influenzati negativamente da un cambiamento economico, chiedono un intervento pubblico di sostegno.Si tratta di fenomeni che si possono inquadrare nella categoria del rent-seeking ed i cui effetti negativi sono stati sottovalutati dagli studi tradizionali, basati su analisi statiche di equilibrio parziale.Gli studi più recenti, tuttavia, condotti sulla base di impostazioni di equilibrio generale, hanno dimostrato la rilevanza dei costi di questi interventi, in relazione al prodotto interno lordo. Tali costi, inoltre, tenderanno ad aumentare nel tempo secondo un tasso composto.Inoltre, rispetto ai tradizionali interventi protezionistici, essenzialmente di natura doganale, il moderno mercantilismo fa ricorso a tutti gli strumenti d’intervento disponibili, ivi inclusa la politica della difesa. Anche sotto questo profilo, quindi, il nuovo protezionismo costituisce una seria minaccia per le economie di mercato.
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Benassi, David, et Enrica Morlicchio. « Bassi salari e bisogni familiari : l'in-work poverty in Europa ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 161 (décembre 2021) : 34–53. http://dx.doi.org/10.3280/sl2021-161003.

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Résumé :
L'articolo discute la diffusione dell'in-work poverty (IWP) nei paesi europei, mostrandone le caratteristiche principali da un punto di vista comparativo. Innanzitutto presentiamo i diversi approcci alla definizione del problema negli Stati Uniti e in Europa, distinguendo l'interazione tra famiglia, mercato del lavoro e politiche di welfare. Nella terza sezione, vengono analizzati i tassi di IWP e dei lavoratori a basso salario, mentre nella quarta sezione presentiamo le principali caratteristiche di IWP confrontando i paesi europei. Il risultato principale della nostra analisi è che i classici cluster di regimi di welfare possono spiegare solo parzialmente la quota e le caratteristiche dell'IWP nell'UE.
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Spoto, Giuseppe. « Luci e ombre del sistema multilaterale degli accordi internazionali sul commercio dei prodotti agricoli ». Przegląd Prawa Rolnego, no 2(29) (30 décembre 2021) : 423–60. http://dx.doi.org/10.14746/ppr.2021.29.2.22.

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Résumé :
Anche se le regolazioni sul commercio dei prodotti agricoli si sono evoluti dagli obiettivi di piena liberalizzazione perseguiti per il commercio dei prodotti industriali, le regole del GATT sono state applicate fin dall’inizio. L’autore dell’articolo ricostruisce il quadro normativo delle fonti internazionali, con particolare attenzione all’Accordo SPS (sulle misure sanitarie e fitosanitarie), all’Accordo TBT (sulle barriere tecniche al commercio), e all’Accordo TRIPs (Trade Related Intellectual Property Rights; Accordo sugli aspetti commerciali dei diritti di proprietà intellettuale). La seconda parte dello studio approfondisce il tema del commercio e dell’informazione a garanzia del diritto internazionale umanitario, partendo da un esame del caso del vino israeliano e dalla motivazione della sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea (C-368/18). Da quando l’OMC è stata istituita sono avvenuti molti cambiamenti, ma soprattutto c’è stata un’inversione di rotta da parte dei Paesi industrializzati che hanno scelto di stimolare accordi commerciali bilaterali rispetto al sistema multilaterale, minando così l’importanza delle regole dell’OMC. La novità più significativa di questa evoluzione è che tali accordi bilaterali non sono più da considerare come ulteriori sviluppi nella costruzione del sistema multilaterale, ma sono spesso diventati dei veri e propri ostacoli alla ricostruzione. Per l’autore, sono proprio le regole del commercio internazionale stabilite con l’OMC a offrire le migliori garanzie di fronte alla crescita degli scambi e alla conquista sempre più crescente di quote significative del mercato mondiale da parte dei Paesi più aggressivi. Le crisi economiche degli ultimi anni e, soprattutto, i recenti sconvolgimenti dei mercati internazionali a seguito della pandemia hanno mostrato la necessità di rinnovare l’agenda globale, legando indissolubilmente la circolazione delle merci (soprattutto agricole) ad ulteriori obiettivi che non possono prescindere dal cambiamento climatico, dalla lotta all’inquinamento e dalla soluzione dei problemi ambientali che sono diventati temi da considerare come tasselli di un unico grande mosaico. Questi obiettivi richiederebbero un rilancio del multilateralismo e confermerebbero l’importanza di trovare un anello comune all’interno dell’OMC.
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Fregonara, Elena, et Alice Barreca. « Economics for sustainability : impacts on the real estate appraisal and economic evaluation of projects ». Valori e Valutazioni 29 (janvier 2022) : 5–22. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20212903.

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Résumé :
The aim of this piece of work is to present the recent developments of the discipline of Real Estate Appraisal and Economic Evaluation of Projects in relation to Sustainable Architecture and its design. The focus is on the principles borrowed from economics and, in particular, on the transition from a linear to a circular thinking and the related impacts on estimative theories and practices. Starting from the urgency of the underlying problems, Life Cycle Thinking is recalled within which the theories of the Green Economy, the Circular Economy and, recently, the Helical Economy are developed. The reasoning then recalls some passages of disciplinary evolution to include the public, environmental and social dimension. A methodological survey follows with attention to the recent – and now almost consolidated – approaches for projects evaluation and market analysis, attributable to international energy-environmental policies. In terms of the evaluation of new construction projects or retrofitting existing assets, the transition from the financial perspective, in terms of Linear Economy, to the perspective of economic-energy-environmental sustainability, from a Circular Economy perspective, is a central point. From the point of view of market analysis, the importance of exploring the impact of sustainable architecture on the values and dynamics of supply and demand is underlined. The results of the work show that the use of life cycle valuation is essential for the reuse of resources, but also for the containment of their consumption in the production phase. The use of tools capable of jointly analyzing energy and costs could guide decision-making processes between different design options, encouraging conversion and efficiency strategies, even in contexts of weak sustainability. Obiettivo del lavoro è presentare i recenti sviluppi espressi dalla disciplina dell’Estimo e Valutazione Economica dei Progetti in relazione all’Architettura sostenibile e alla sua progettazione. L’attenzione è posta sui principi mutuati dall’Economia e, in particolare, sul passaggio dalla visione lineare alla visione circolare e i relativi impatti sulle teorie e pratiche estimative. A partire dall’urgenza dei problemi sottostanti, viene richiamato il Life Cycle Thinking in seno al quale si sviluppano le teorie dell’Economia Verde, dell’Economia Circolare e, recentemente, dell’Economia Elicoidale. Il ragionamento richiama poi alcuni passaggi dell’evoluzione disciplinare per includere la dimensione pubblica, ambientale e sociale. Segue una ricognizione metodologica con attenzione agli approcci recenti - ma ormai consolidati - per la valutazione dei progetti e per le analisi di mercato, riconducibili alle politiche internazionali in materia energetico-ambientale. Sul versante della valutazione dei progetti di nuova costruzione o di retrofit del patrimonio esistente, centralità è posta sul passaggio dalla prospettiva finanziaria, in ottica di Economia Lineare, alla prospettiva della sostenibilità economico-energetico-ambientale, in ottica di Economia Circolare. Sul versante delle analisi di mercato, è rimarcata l’importanza di esplorare l’impatto dell’architettura sostenibile sui valori e sulle dinamiche della domanda e dell’offerta. I risultati del lavoro evidenziano come l'impiego della valutazione nel ciclo di vita sia fondamentale per il riuso delle risorse, ma anche per il contenimento del loro consumo in fase produttiva. L’uso di strumenti capaci di analizzare congiuntamente l’energia e i costi potrebbe orientare i processi di decisione fra opzioni progettuali diverse, incentivando strategie di conversione e efficienza, sia pure in contesti di sostenibilità debole.
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Silvani, Alberto, Filippo Bonella, Lucia Cella et Alessandro Rotilio. « Nuovi mercati della valutazione : misurare l'impatto di uno sforzo addizionale territoriale in ricerca e innovazione ». RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no 42 (juillet 2009) : 53–68. http://dx.doi.org/10.3280/riv2008-042004.

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Résumé :
- Research and innovation policies have been increasingly ascribed to regions as a consequence of devolving power and resources from the national level to the local level. Local administrators have been empowered with new and challenging responsibilities but often lack the necessary instruments and knowledge to adequately evaluate the undertaken initiatives and to operate consistently with the European and national dimensions. In this respect impact assessment brings in a new metrics that is neither exclusively related to the scientific and/or economic value of the innovation results nor to a support function to other policies. Experts and/or ad hoc organisations are often appointed by local administrations with the task of describing the dimensions of such impact - qualifying (and quantifying) its descriptive parameters and identifying interested parties. So far this approach has not produced robust results as for the causality links generated, the additionality issue and the role of the local dimension, while the available tool-box is quite poor. This paper is intended to illustrate the results of a pilot experience carried out in the last few years in Trentino. The analysis takes into account the relations among policy makers, available tools, resources, and the role of the public administration and of professional evaluators. Conceptual and interpretative approaches and tools need further development, but the mayor weakness seems to come from the relationship between customer and evaluators. A new market based on new rules, professional roles and shared behaviours is needed in order to address a correct evaluation pathway and to analyse policies and activities within a common frame.Key words: impact analysis, regional development, research and innovation policy, policy EvaluationParole chiave: analisi d'impatto, sviluppo regionale, politica della ricerca e dell'innovazione, valutazione delle politiche
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Monaci, Massimiliano. « L'innovazione sostenibile d'impresa come integrazione di responsabilitŕ e opportunitŕ sociali ». STUDI ORGANIZZATIVI, no 2 (avril 2013) : 26–61. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002002.

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Résumé :
Le concezioni e le prassi di responsabilitŕ sociale d'impresa (CSR, corporate social responsibility) che si sono affermate sino a tempi molto recenti riflettono prevalentemente una logica reattiva, incentrata sulla necessitŕ delle aziende di rilegittimarsi nei confronti dei loro stakeholder corrispondendo alla richiesta di riduzione e prevenzione dei costi sociali legati all'attivitŕ d'impresa (degrado ecologico, disoccupazione conseguente a ristrutturazioni, ecc.). Tuttavia l'attuale periodo, anche per le incertezze e questioni poste dalla crisi economica, rappresenta una fase singolarmente feconda per andare oltre questo approccio adattivo e raccogliere la sfida di una visione piů avanzata della dimensione sociale dell'agire d'impresa come innovazione sostenibile. Tale modello si basa sulla valorizzazione di beni, risorse ed esigenze di significato sociale ed č indirizzato alla creazione di valore integrato - economico, umano-sociale e ambientale - nel lungo termine. La caratteristica centrale di questo profilo d'impresa č la tendenza a operare in maniera socialmente proattiva, sviluppando un'attitudine a cogliere o persino anticipare le direzioni del cambiamento sociale con i suoi bisogni e problemi emergenti e facendo sě che l'integrazione di obiettivi economici e socio-ambientali nei processi strategico-produttivi si traduca in fattore di differenziazione dell'offerta di mercato e in una reale fonte di vantaggio competitivo. Nel presente lavoro si indica la praticabilitŕ di un simile modello riferendosi ai risultati di una recente indagine condotta su un campione di dieci imprese italiane, eterogenee per dimensioni, collocazione geografica, fase del ciclo di vita e settori di attivitŕ, che si estendono da comparti tradizionali (come quelli alimentare, edilizio, sanitario, dell'arredamento e della finanza) a campi di piů recente definizione e a piů elevato tasso di cambiamento tecnologico (quali l'ingegneria informatica, la comunicazione multimediale, il controllo dei processi industriali e il risanamento ambientale). La logica di azione di queste organizzazioni sembra ruotare intorno a una duplice dinamica di "valorizzazione del contesto": da un lato, l'internalizzazione nella strategia d'impresa di richieste e al contempo di risorse sociali orientate a una maggiore attenzione per l'ambiente naturale, per la qualitŕ della vita collettiva nei territori, per i diritti e lo sviluppo delle persone dentro e fuori gli ambienti di lavoro; dall'altro lato, la capacitŕ, a valle dell'attivitŕ di mercato, di produrre valore economico e profitti generando anche valore per la societŕ. Nei casi analizzati č presente la valorizzazione delle risorse ambientali, che si esprime mediante la riprogettazione di prodotti e processi e politiche di efficienza energetica di rifornimento da fonti di energia rinnovabile, raccordandosi con nuove aspettative sociali rispetto alla questione ecologica. Č coltivato il valore umano nel rapporto spesso personalizzato con i clienti e i partner di business ma anche nella vita interna d'impresa, attraverso dinamiche di ascolto e coinvolgimento che creano spazi per la soddisfazione di svariati bisogni e aspirazioni che gli individui riversano nella sfera lavorativa, aldilŕ di quelli retributivi. C'č empowerment del "capitale sociale" dentro e intorno all'organizzazione, ravvisabile specialmente quando le condotte d'impresa fanno leva su risorse relazionali e culturali del territorio e si legano a meccanismi di valorizzazione dello sviluppo locale. Troviamo inoltre il riconoscimento e la produzione di "valore etico" per il modo in cui una serie di principi morali (quali la trasparenza, il mantenimento degli impegni, il rispetto di diritti delle persone) costituiscono criteri ispiratori dell'attivitŕ di business e ne escono rafforzati come ingredienti primari del fare impresa. E c'č, naturalmente, produzione di valore competitivo, una capacitŕ di stare e avere successo nel mercato che si sostiene sull'intreccio di vari elementi. Uno di essi coincide con l'uso della leva economico-finanziaria come risorsa irrinunciabile per l'investimento in innovazione, piuttosto che in un'ottica di contenimento dei costi relativi a fattori di gestione - come la formazione - che possono anche rivelarsi non immediatamente produttivi. Altrettanto cruciali risultano una serie di componenti intangibili che, oltre alla gestione delle risorse umane, sono essenzialmente riconducibili a due aspetti. Il primo č lo sviluppo di know-how, in cui la conoscenza che confluisce nelle soluzioni di business č insieme tecnica e socio-culturale perché derivante dalla combinazione di cognizioni specializzate di settore, acquisite in virtů di una costante apertura alla sperimentazione, e insieme di mappe di riferimento e criteri di valutazione collegati alla cultura aziendale. L'altro fattore immateriale alla base del valore competitivo consiste nell'accentuato posizionamento di marchio, con la capacitŕ di fornire un'offerta di mercato caratterizzata da: a) forte specificitŕ rispetto ai concorrenti (distintivi contenuti tecnici di qualitŕ e professionalitŕ e soprattutto la corrispondenza alle esigenze dei clienti/consumatori e al loro cambiamento); b) bassa replicabilitŕ da parte di altri operatori, dovuta al fatto che le peculiaritŕ dell'offerta sono strettamente legate alla particolare "miscela" degli altri valori appena considerati (valore umano, risorse relazionali, know-how, ecc.). Ed č significativo notare come nelle imprese osservate questi tratti di marcata differenziazione siano stati prevalentemente costruiti attraverso pratiche di attenzione sociale non modellate su forme di CSR convenzionali o facilmente accessibili ad altri (p.es. quelle che si esauriscono nell'adozione di strumenti pur importanti quali il bilancio sociale e il codice etico); ciň che si tratti - per fare qualche esempio tratto dal campione - di offrire servizi sanitari di qualitŕ a tariffe accessibili, di supportare gli ex-dipendenti che avviano un'attivitŕ autonoma inserendoli nel proprio circuito di business o di promuovere politiche di sostenibilitŕ nel territorio offrendo alle aziende affiliate servizi tecnologici ad alta prestazione ambientale per l'edilizia. Le esperienze indagate confermano il ruolo di alcune condizioni dell'innovazione sostenibile d'impresa in vario modo giŕ indicate dalla ricerca piů recente: la precocitŕ e l'orientamento di lungo periodo degli investimenti in strategie di sostenibilitŕ, entrambi favoriti dal ruolo centrale ricoperto da istanze socio-ambientali nelle fasi iniziali dell'attivitŕ d'impresa; l'anticipazione, ovvero la possibilitŕ di collocarsi in una posizione di avanguardia e spesso di "conformitŕ preventiva" nei confronti di successive regolamentazioni pubbliche in grado di incidere seriamente sulle pratiche di settore; la disseminazione di consapevolezza interna, a partire dai livelli decisionali dell'organizzazione, intorno al significato per le strategie d'impresa di obiettivi e condotte operative riconducibili alla sostenibilitŕ; l'incorporamento strutturale degli strumenti e delle soluzioni di azione sostenibile nei core-processes organizzativi, dalla ricerca e sviluppo di prodotti/ servizi all'approvvigionamento, dall'infrastruttura produttiva al marketing. Inoltre, l'articolo individua e discute tre meccanismi che sembrano determinanti nei percorsi di innovazione sostenibile osservati e che presentano, per certi versi, alcuni aspetti di paradosso. Il primo č dato dalla coesistenza di una forte tradizione d'impresa, spesso orientata sin dall'inizio verso opzioni di significato sociale dai valori e dall'esperienza dell'imprenditore-fondatore, e di apertura alla novitŕ. Tale equilibrio č favorito da processi culturali di condivisione e di sviluppo interni della visione di business, da meccanismi di leadership dispersa, nonché da uno stile di apprendimento "incrementale" mediante cui le nuove esigenze e opportunitŕ proposte dalla concreta gestione d'impresa conducono all'adozione di valori e competenze integrabili con quelli tradizionali o addirittura in grado di potenziarli. In secondo luogo, si riscontra la tendenza a espandersi nel contesto, tipicamente tramite strategie di attraversamento di confini tra settori (p.es., alimentando sinergie pubblico-private) e forme di collaborazione "laterale" con gli interlocutori dell'ambiente di business e sociale; e al contempo la tendenza a includere il contesto, ricavandone stimoli e sollecitazioni, ma anche risorse e contributi, per la propria attivitŕ (p.es., nella co-progettazione dei servizi/prodotti). La terza dinamica, infine, tocca piů direttamente la gestione delle risorse umane. Le "persone dell'organizzazione" rappresentano non soltanto uno dei target destinatari delle azioni di sostenibilitŕ (nelle pratiche di selezione, formazione e sviluppo, welfare aziendale, ecc.) ma anche, piů profondamente, il veicolo fondamentale della realizzazione e del successo di tali azioni. Si tratta, cioč, di realtŕ organizzative in cui la valorizzazione delle persone muove dagli impatti sulle risorse umane, in sé cruciali in una prospettiva di sostenibilitŕ, agli impatti delle risorse umane attraverso il loro ruolo diretto e attivo nella gestione dei processi di business, nella costruzione di partnership con gli stakeholder e nei meccanismi di disseminazione interna di una cultura socialmente orientata. In tal senso, si distingue un rapporto circolare di rinforzo reciproco tra la "cittadinanza nell'impresa" e la "cittadinanza dell'impresa"; vale a dire, tra i processi interni di partecipazione/identificazione del personale nei riguardi delle prioritŕ dell'organizzazione e la capacitŕ di quest'ultima di generare valore molteplice e "condiviso" nel contesto (con i clienti, il tessuto imprenditoriale, le comunitŕ, gli interlocutori pubblici, ecc.). In conclusione, le imprese osservate appaiono innovative primariamente perché in grado di praticare la sostenibilitŕ in termini non solo di responsabilitŕ ma anche di opportunitŕ per la competitivitŕ organizzativa. Questa analisi suggerisce quindi uno sguardo piů ampio sulle implicazioni strategiche della CSR e invita a riflettere su come le questioni e i bisogni di rilievo sociale, a partire da quelli emergenti o acuiti dalla crisi economica (nel campo della salute, dei servizi alle famiglie, della salvaguardia ambientale, ecc.), possano e forse debbano oggi sempre piů situarsi al centro - e non alla periferia - del business e della prestazione di mercato delle imprese.
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Torrieri, Francesca, Alessandra Oppio et Marco Rossitti. « Damage assessment for architectural heritage : the Cavallerizza Reale complex in Turin / La stima dei danni al patrimonio architettonico : il caso della Cavallerizza Reale di Torino ». Valori e Valutazioni 30 (août 2022) : 71–84. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20223005.

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Résumé :
Damage assessment for architectural heritage stands as a relevant issue from an appraisal perspective due to heritage properties’ peculiar technological and building techniques and their complex social values. The specificity of Italian cultural heritage, widespread on the national territory, even in high environmental risk (landslides, earthquakes, and floods) areas, calls for dealing with the damage assessment theme by considering tangible and intangible features. Indeed, architectural heritage value is not limited only to its market or use value but must be expressed as a Total Economic Value, in its tangible and intangible components, that can be destroyed or affected by damages. In this context, the paper provides a relevant case study concerning the assessment of fire, lack of maintenance, and occupation damages for the ‘Pagliere’ buildings, located within the building complex ‘Cavallerizza Reale’ in Turin, which is included in the Unesco World Heritage list. Thanks to the specificities and the historical-architectural significance of the properties under analysis, this case study provided an interesting reflection on the methodological approach for the total damage assessment, given by the sum of its three different components: fire damage, lack of maintenance damage, and abandonment damage. Based on the discussion of the results, the paper proposes some possible insights for future research focusing on assessing architectural heritage damages. La stima dei danni al patrimonio storico-architettonico rappresenta una questione interessante da un punto di vista estimativo in considerazione delle particolari caratteristiche tecnologiche-costruttive dei manufatti in oggetto e dei valori sociali complessi di cui essi sono espressione. La specificità del modello italiano di patrimonio culturale, diffuso sul territorio in modo capillare, anche in aree dove sono presenti alti rischi ambientali (frane, terremoti ed alluvioni), pone il tema della stima dei danni rispetto sia alle componenti tangibili sia a quelle intangibili. Il valore del patrimonio architettonico, pertanto, non si limita ai soli valori di mercato e ai valori d’uso, ma si estende al Valore Economico Totale, nelle sue dimensioni tangibili e intangibili, che possono essere distrutte o compromesse dal danno. In questo quadro, il paper presenta un caso studio di rilevante interesse, relativo alla stima dei danni da incendio, da mancata manutenzione e da abbandono del compendio delle Pagliere, sito all’interno del complesso immobiliare, patrimonio dell’Unesco, della Cavallerizza Reale a Torino. Data la particolarità dell’immobile oggetto di analisi e le caratteristiche storico-architettonico di evidente rilievo, il caso ha sollecitato interessanti riflessioni in merito alla metodologia da adottare per la stima del danno nel suo complesso, nonché alla stima delle sue singole componenti, ossia danno da incendio, occupazione e abbandono. A partire da una discussione dei risultati, il contributo traccia potenziali spunti per avviare ricerche che possano essere di supporto all’esercizio della stima del danno arrecato al patrimonio culturale.
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Ciampa, Francesca, Giorgio Croatto, Massimo Rossetti, Michele De Carli, Francesco Chinellato, Umberto Turrini, Angelo Bertolazzi et Francesco Incelli. « Architectural technology responds to the environmental crisis : participatory design in an emergency context / La tecnologia dell’architettura risponde alla crisi ambientale : la progettazione partecipata in ambito emergenziale ». Valori e Valutazioni 30 (août 2022) : 119–34. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20223008.

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Résumé :
Within the framework of the research and innovation strategy RIS3 “Sustainable Living” (POR-FSE, funded by the Veneto Region), for the improvement of the resilience and adaptation capacity of the Veneto territory to environmental crises and emergencies, the subject of the contribution returns the results of the participatory experimentation of the project H.E.L.P. Veneto ‘ High-efficiency Emergency Living Prototypes Veneto - Sustainable adaptive residences for temporary stay in environmental emergencies. The research concerns the design of a minimum flexible emergency living module, replicable on a large scale, multifunctional, sustainable, powered by off-grid systems and integrated into the built environment. The housing unit uses timber, a material linked to the local building tradition, whose prefabricated modular reversibility follows principles of circular reuse. Moreover, the constructive adaptability of the interior spaces is reflected in a “liquid space” capable of transforming itself according to the needs of the occupants. The paper introduces a form of participatory design of the emergency housing module, based on the engagement of small and large companies, related to different segments of the construction market, a leading sector in the economy of Veneto. The participatory approach borrows from Architectural Technology the tools needed to understand the characteristics of the settlement system, the potential of the project and the value of scientific stakeholder engagement in the process. Using the Soft System Methodology, direct investigation protocols have been constructed relating to the performance of the living unit. Using Strategic Options Development and Analysis (SODA), the results of the experimented survey (large-scale questionnaires) were decoded, interpreted and systematised. The processing of the answers allowed the stakeholders to validate the potential of the proposed module and, at the same time, to be informed about its characteristics. The innovation of the method lies precisely in the modelling phase, which makes it possible to integrate the results of the hard and soft data analyses and to make it clear how participation plays an essential role in the process of designing and validating the proposed module. Nell’ambito della strategia di ricerca e innovazione RIS3 “Sustainable Living” (POR-FSE, finanziato dalla regione Veneto), per il miglioramento della capacità di resistenza e di adattamento del territorio veneto a crisi ed emergenze ambientali, l’oggetto del contributo restituisce gli esiti della sperimentazione partecipata del progetto H.E.L.P. Veneto High efficiency Emergency Living Proto- types Veneto – Residenze adattive sostenibili per la permanenza temporanea in regime di emergenza ambientale. La sperimentazione riguarda la progettazione di un modulo minimo abitativo di emergenza flessibile, repli- cabile a larga scala, polifunzionale, sostenibile con impianti a funzionamento off-grid e integrato nell’ambiente costruito. L’unità abitativa utilizza il legno, materiale legato alla tradizione costruttiva locale, la cui reversibilità modulare prefabbricata segue principi di riuso circolare. Inoltre, l’adattabilità costruttiva degli ambienti interni si riflette in uno “spazio liquido” capace di trasformarsi in base alle esigenze dell’abitare. Il contributo propone una forma di progettazione partecipata del modulo abitativo emergenziale, basata sull’engagement delle realtà aziendali di piccole e grandi dimensioni, relative ai diversi segmenti di mercato dell’edilizia, settore trainante della regione Veneto. L’approccio partecipativo mutua dalla Tecnologia dell’Architettura gli strumenti di conoscenza atti alla comprensione delle caratteristiche del sistema insediativo, delle potenzialità del progetto e del valore dell’engagement scientifico degli stakeholder nel processo. Utilizzando la Soft System Methodology sono stati costruiti dei protocolli di indagine diretta che combinano la conoscenza prestazionale dei processi insediativi nell’unità ambientale. Mediante la Strategic Options Development and Analysis (SODA) sono stati decodificati, interpretati e sistematizzati i risultati della survey sperimentata (questionari ad ampia scala). L’elaborazione delle risposte ha fatto sì che il sapere esperto degli stakeholder validasse le potenzialità del modulo proposto informandosi, al contempo, sulle caratteristiche dello stesso. L’innovazione del metodo risiede proprio nella fase di modellazione, la quale permette di integrare i risultati delle analisi dei dati hard e quelle dei dati soft, e di rendere chiaro come la partecipazione svolga un ruolo essenziale nel processo di animazione e validazione del modulo proposto.
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MECHISSO, Guedes Basilio. « Influências das políticas globais na expansão do ensino superior em Moçambique ». INTERRITÓRIOS 6, no 10 (14 avril 2020) : 352. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i10.244913.

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RESUMOO presente artigo analisa as influências globais nas políticas nacionais, a partir da expansão do ensino superior em Moçambique. As reformas políticas de carís neoliberal a que o país foi sujeito a partir da década de 90, com a adesão ao Banco Mundial e ao Fundo Monetário InternacionaI propiciaram a entrada do sector privado na educação. Poe essa via, houve um crescimento vertiginoso de novas IES na sua maioria privadas e com as IES públicas a ofertarem maior parte das vagas de ingresso em regime privado (cursos pós-laborais e a distância). Pelo carácter mercadológico, o ensino superior passou a limitar o seu acesso para todos. O referencial teórico-metodológico de análise é a Abordagem do Ciclo de Políticas de Stephen Ball e outros, sintetizado por Mainardes (2006).Expansão. Acesso. Neoliberalismo. Influences of global policies on the expansion of higher education in Mozambique ABSTRACTThis article analyzes the global influences on national policies, based on the expansion of higher education in Mozambique. The political reforms of a neoliberal nature to which the country was subjected since the 1990s, with the adhesion to the World Bank and the International Monetary Fund, provided the entrance of the private sector in education. As a result, there was a virtuous growth in new HEIs, mostly private ones, with public HEIs offering most of the places for admission to the private regime (post-employment and distance courses). Due to the market character, higher education started to limit its access for all. The theoretical-methodological framework of analysis is Stephen Ball's Policy Cycle Approach and others, synthesized by Mainardes (2006). Expansion. Access. Neoliberalism. Influencias de las políticas globales en la expansión de la educación superior en Mozambique RESUMEN Este artículo analiza las influencias globales en las políticas nacionales, basadas en la expansión de la educación superior en Mozambique. Las reformas políticas de carácter neoliberal a las que estuvo sometido el país desde la década de 1990, con la adhesión del Banco Mundial y el Fondo Monetario Internacional, proporcionaron la entrada del sector privado en la educación. Como resultado, hubo un crecimiento acelerado de nuevas IES, en su mayoría privadas y IES públicas que ofrecieron la mayoría de los lugares de admisión en régimen privado (cursos posteriores al empleo y a distancia). Debido al carácter del mercado, la educación superior comenzó a limitar su acceso para todos. El marco de análisis teórico-metodológico es el Enfoque del Ciclo de Políticas de Stephen Ball y otros, sintetizado por Mainardes (2006). Expansión. Acceso. Neoliberalismo. Influenze delle politiche globali sull'espansione dell'istruzione superiore in Mozambico SINTESE Questo articolo analizza le influenze globali sulle politiche nazionali, basate sull'espansione dell'istruzione superiore in Mozambico. Le riforme politiche neoliberiste alle quali il paese è stato sottoposto dagli anni '90, con l'adesione della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale, hanno fornito al settore privato l'accesso all'istruzione. Di conseguenza, si è verificata una crescita accelerata di nuovi istituti di istruzione superiore, principalmente istituti di istruzione superiore pubblici e privati, che hanno offerto la maggior parte dei luoghi di ammissione su base privata (post-impiego e corsi a distanza). A causa della natura del mercato, l'istruzione superiore ha iniziato a limitare l'accesso a tutti. Il quadro di analisi teorico-metodologico è il focus del ciclo politico di Stephen Ball e altri, sintetizzato da Mainardes (2006). Espansione. Accesso. Neoliberismo.
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FLORÊNCIO, Roberto Remígio, et Ana Cristina Barbosa de OLIVEIRA. « Breves análises da Educação Superior Brasileira na modalidade EaD ». INTERRITÓRIOS 6, no 11 (6 août 2020) : 80. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i11.247749.

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O presente manuscrito apresenta um estudo sobre o Ensino Superior no Brasil na modalidade EaD, analisando mecanismos e instrumentos de avaliação de algumas IES como elementos de promoção de competências e habilidades para o exercício profissional. A pesquisa ocorreu durante os meses de outubro de 2018 a março de 2019, a partir de levantamento de dados, revisão bibliográfica e análise documental, através dos portais das principais instituições promotoras de cursos de graduação on-line. A metodologia de análise de dados está baseada na Análise de Conteúdo. Os resultados alcançados formam um grande apanhado de informações sobre a EaD no Brasil como nicho mercadológico, possibilidades de inovação pedagógica e fomentadora de discussões, interação e colaboração entre participantes dos Ambientes Virtuais de Aprendizagem. Como conclusões, identificamos fissuras paradigmáticas da formação acadêmica e novas problemáticas acerca do papel da Educação Superior no Brasil contemporâneo, em sua constituição essencial: ensino, pesquisa, extensão e inovação. Educação a Distância. Ambiente Virtual de Aprendizagem. Tecnologia Educacional. Formação de Professores.ABSTRACTThe present manuscript presents a study on Higher Education in Brazil in the EaD modality, analyzing mechanisms and instruments of evaluation of some HEIs as elements to promote competences and skills for professional practice. The research took place during the months of October 2018 to March 2019, based on data collection, bibliographic review and document analysis, through the portals of the main institutions promoting online undergraduate courses. The data analysis methodology is based on Content Analysis. The results achieved form a great collection of information about Distance Education in Brazil as a market niche, possibilities for pedagogical innovation and foster discussions, interaction and collaboration between participants in the Virtual Learning Environments. As conclusions, we identified paradigmatic fissures in academic education and new problems regarding the role of Higher Education in contemporary Brazil, in its essential constitution: teaching, research, extension and innovation.Distance Education. Virtual learning environment. Educational technology. Teacher training.RESUMENEl presente manuscrito presenta un estudio sobre Educación Superior en Brasil en la modalidad de Educación a Distancia, analizando mecanismos e instrumentos para la evaluación de algunas IES como elementos para promover competencias y habilidades para la práctica profesional. La investigación se llevó a cabo durante los meses de octubre de 2018 a marzo de 2019, basada en la recopilación de datos, la revisión bibliográfica y el análisis de documentos, a través de los portales de las principales instituciones que promueven cursos de pregrado on-line. La metodología de análisis de datos se basa en el análisis de contenido. Los resultados obtenidos forman una gran colección de informaciones sobre la educación a distancia en Brasil como un nicho de mercado, posibilidades de innovación pedagógica y fomento de debates, interacción y colaboración entre los participantes en los ambientes virtuales de aprendizaje. Como conclusiones, identificamos fisuras paradigmáticas en la educación académica y nuevos problemas con respecto al papel de la Educación Superior en el Brasil contemporáneo, en su constitución esencial: enseñanza, investigación, extensión e innovación.Educación a distancia. Ambiente de Aprendizaje Virtual. Tecnología Educacional. Formación de Profesores.RIASSUNTOIl presente manoscritto presenta uno studio sull'istruzione superiore in Brasile nella modalità di istruzione a distanza, analizzando i meccanismi e gli strumenti per la valutazione di alcuni istituti di istruzione superiore come elementi per promuovere le competenze e le abilità per la pratica professionale. La ricerca si è svolta nei mesi da ottobre 2018 a marzo 2019, sulla base della raccolta dei dati, della revisione bibliografica e dell'analisi dei documenti, attraverso i portali delle principali istituzioni che promuovono corsi universitari online. La metodologia di analisi dei dati si basa sull'analisi dei contenuti. I risultati ottenuti formano una grande raccolta di informazioni sull'istruzione a distanza in Brasile come nicchia di mercato, possibilità di innovazione pedagogica e promozione di discussioni, interazione e collaborazione tra i partecipanti negli ambienti di apprendimento virtuale. Come conclusioni, abbiamo identificato ragadi paradigmatiche nell'istruzione accademica e nuovi problemi riguardanti il ruolo dell'istruzione superiore nel Brasile contemporaneo, nella sua costituzione essenziale: insegnamento, ricerca, estensione e innovazione.Formazione a distanza. Ambiente di apprendimento virtuale. Tecnologia educativa. Formazione degli insegnanti.
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Torres, Carine Correa, Franciolli da Silva Dantas Araújo, Amanda Alves Fecury, Euzébio Oliveira, Carla Viana Dendasck et Claudio Alberto Gellis de Mattos Dias. « Riserva, produzione, mercato e consumo di manganese brasiliano tra il 2010 e il 2013 ». Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 26 septembre 2018, 63–73. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/quimica-it/riserva-produzione.

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Di solito trovato allo stato solido, il manganese (Mn) è una sostanza metallica, è uno degli elementi più abbondanti della crosta terrestre, essendo associato ad altri elementi, formando vari tipi di minerali, ma ce ne sono pochi che compongono i minerali del minerale di manganese. L’estrazione, o estrazione mineraria, di minerale di manganese può essere effettuata con il metodo a cielo aperto con l’uso di escavatori meccanici, increspature, dragline o altre attrezzature, senza l’uso di esplosivi. Le riserve discusse nell’articolo si riferiscono alle riserve lavabili ufficialmente approvate dal Dipartimento Nazionale della Produzione Mineraria, trascurando quelle sotto la licenza, l’estrazione e l’autorizzazione dell’estrazione mineraria. La ricerca è stata condotta in sintesi minerali pubblicate dal Dipartimento Nazionale della Produzione Minerale – DNPM, i dati sono stati presi dai riassunti e compilati nel programma Excel del pacchetto Office di Microsoft Corporatoion, per ulteriori analisi. Sono stati utilizzati articoli scientifici dei database Di Google Scholar, Scielo e Periodicos Capes. È stato osservato che la produzione di manganese è strettamente correlata al mercato dei consumi, diminuendo o aumentando in base alle sue esigenze. Ciò che può influenzare il mantenimento del Brasile in una posizione privilegiata tra i principali produttori di manganese al mondo sono le sue riserve. Poiché si tratta di riserve grandi e ad alto contenuto in Brasile, lo sfruttamento del minerale di manganese diventa economicamente redditizio, aumentando la produzione, data la domanda del mercato interno ed estero dei consumatori. Gli stati che detengono la maggior parte della produzione sono Pará (70%), Minas Gerais (15%) e Mato Grosso do Sul (14,6%). Alla base dei risultati presentati, si comprende che il Brasile ha un potenziale sufficiente per essere in una posizione più vantaggiosa tra i principali produttori di manganese al mondo, a causa delle riserve di cui dispone. Nonostante abbia notevoli quantità, il Brasile deve ancora investire in ricerche che indica nuove riserve da età, in modo che la produzione brasiliana soddisfi la crescente domanda del mercato dei consumatori, soprattutto quando si riferisce all’esportazione dei suoi prodotti, poiché il suo aumento offre vantaggi al paese.
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Bruzzo, Alessia. « Stima ed interpretazione nella determinazione del prezzo edonico degli immobili : il caso di Genova ». ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no 3 (mai 2018). http://dx.doi.org/10.3280/edt3-2017oa6269.

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Questo lavoro contiene un'analisi empirica volta a interpretare la determinazione dei prezzi di mercato delle abitazioni secondo quanto sostenuto dalla teoria del prezzo edonico applicata ad un'ampia zona di tipo marittimo, il comune di Genova.L'analisi empirica si basa su un campione specificatamente creato raccogliendo i dati relativi l'offerta immobiliare catturata in un determinato periodo del 2015. L'obiettivo proposto è puramente empirico e punta ad interpretare il ruolo esercitato dalle diverse caratteristiche intrinseche di un'abitazione nella determinazione del suo prezzo. Questo tipo di analisi viene fatta su un campione eterogeneo, caratterizzato tanto da zone ad alta valutazione, di tipo per lo più turistico o prestigioso, quanto da zone suburbane industriali di basso valore e zone urbane collegate all'attività portuale. Comparando il modello semplice con la teoria del prezzo edonico, otteniamo quattro differenti regressioni, due per ogni modello: un modello robustoOLS e un modello clusterizzato con variabili strumentali. Come nel lavoro di Caglayan (2013), il modello edonico stimato restituisce migliori e più precisi risultati rispetto al modello di tipo semplice. E all'interno del modello di tipo edonico le variabili di tipo strumentali performano meglio rispetto al modello robusto OLS.
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Zuliani, Federico. « En samling politiske håndskrifter fra slutningen af det 16. århundrede : Giacomo Castelvetro og Christian Barnekows bibliotek ». Fund og Forskning i Det Kongelige Biblioteks Samlinger 50 (29 avril 2015). http://dx.doi.org/10.7146/fof.v50i0.41248.

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Résumé :
Federico Zuliani: Una raccolta di scritture politiche della fine del sedicesimo secolo. Giacomo Castelvetro e la biblioteca di Christian Barnekow. Alla pagina 68 recto del manoscritto Vault Case Ms. 5086, 73/2, Newberry Library, Chicago, ha inizio il “Registro di tutte le scritture politiche del S[igno]r Christiano Bernicò”. Il testo è preceduto da un altro elenco simile, sebbene più breve, che va sotto il titolo di “Memoriale D’alcune scritture politiche, che furon donate alla Reina Maria Stuarda Prigioniera in Inghilterra l’anno di salute m.d.lxxxiii. Dal S[igno]re di Cherelles”. Il manoscritto 5086, 73/2 fa parte di una collezione di dieci volumi (originariamente undici) appartenuti a Giacomo Castelvetro e oggi conservati negli Stati Uniti. I codici, le cui vicende di trasmissione sono, in parte, ancora poco chiare, furono sicuramente compilati da Castelvetro durante il periodo che passò in Danimarca, tra l’estate del 1594 e l’autunno del 1595. Il soggiorno danese di Castelvetro ha ricevuto attenzioni decisamente minori di quelle che invece meriterebbe. Alla permanenza in Danimarca è riconducibile infatti l’opera più ambiziosa dell’intera carriera del letterato italiano: vi vennero assemblati, con l’idea di darli poi alle stampe, proprio i volumi oggi negli Stati Uniti. La provenienza è provata tanto dall’indicazione, nei frontespizi, di Copenaghen come luogo di composizione, quanto dalle annotazioni autografe apportate da Castelvetro, a conclusione dei testi, a ricordare quando e dove fossero stati trascritti; oltre a Copenaghen vi si citano altre due località, Birkholm e Tølløse, entrambe sull’isola danese di Sjællad, ed entrambe amministrate da membri dell’influente famiglia Barnekow. E’ a Giuseppe Migliorato che va il merito di aver identificato per primo in Christian Barnekow il “Christiano Bernicò” della lista oggi alla Newberry Library. Christian Barnekow, nobile danese dalla straordinaria cultura (acquisita in uno studierejse durato ben diciassette anni), a partire dal 1591 fu al servizio personale di Cristiano IV di Danimarca. Barnekow e Castelvetro si dovettero incontrare a Edimburgo, dove il primo era giunto quale ambasciatore del monarca danese e dove il secondo si trovava già dal 1592, come maestro di italiano di Giacomo Stuart e di Anna di Danimarca, sorella di Cristiano IV. Sebbene non si possa escludere un ruolo di Anna nell’introdurli, è più probabile che sia stata la comune amicizia con Johann Jacob Grynaeus a propiziarne la conoscenza. Il dotto svizzero aveva infatti dato ospitalità a Barnekow, quando questi era studente presso l’università di Basilea, ne era divenuto amico e aveva mantenuto i rapporti nel momento in cui il giovane aveva lasciato la città elvetica. Grynaeus era però anche il cognato di Castelvetro il quale aveva sposato Isotta de’ Canonici, vedova di Thomas Liebler, e sorella di Lavinia, moglie di Grynaeus sin dal 1569. Isotta era morta però nel marzo del 1594, in Scozia, ed è facile immaginare come Barnekow abbia desiderato esprimere le proprie condoglianze al marito, cognato di un suo caro amico, e vedovo di una persona che doveva aver conosciuto bene quando aveva alloggiato presso la casa della sorella. Castelvetro, inoltre, potrebbe essere risultato noto a Barnekow anche a causa di due edizioni di opere del primo marito della moglie curate postume dal letterato italiano, tra il 1589 e il 1590. Thomas Liebler, più famoso con il nome latinizzato di Erasto, era stato infatti uno dei più acerrimi oppositori di Pietro Severino, il celebre paracelsiano danese; Giacomo Castelvetro non doveva essere quindi completamente ignoto nei circoli dotti della Danimarca. La vasta cultura di Christian Barnekow ci è nota attraverso l’apprezzamento di diversi suoi contemporanei, quali Grynaeus, Jon Venusinus e, soprattutto, Hans Poulsen Resen, futuro vescovo di Sjælland e amico personale di Barnekow a cui dobbiamo molte delle informazioni in nostro possesso circa la vita del nobile danese, grazie all’orazione funebre che questi tenne nel 1612 e che venne data alle stampe l’anno successivo, a Copenaghen. Qui, ricordandone lo studierejse, il vescovo raccontò come Barnekow fosse ritornato in Danimarca “pieno di conoscenza e di storie” oltre che di “relazioni e discorsi” in diverse lingue. Con questi due termini l’ecclesiastico danese alludeva, con tutta probabilità, a quei documenti diplomatici, relazioni e discorsi di ambasciatori, per l’appunto, che rientravano tra le letture preferite degli studenti universitari padovani. La lista compilata da Castelvetro, dove figurano lettere e istrutioni ma, soprattutto, relationi e discorsi, era un catalogo di quella collezione di manoscritti, portata dall’Italia, a cui fece riferimento l’ecclesiastico danese commemorando Christian Barnekow. Tutti coloro i quali si sono occupati dei volumi oggi negli Stati Uniti si sono trovati concordi nel ritenerli pronti per la pubblicazione: oltre alle abbondanti correzioni (tra cui numerose alle spaziature e ai rientri) i volumi presentano infatti frontespizi provvisori, ma completi (con data di stampa, luogo, impaginazione dei titoli – a loro volta occasionalmente corretti – motto etc.), indici del contenuto e titolature laterali per agevolare lettura e consultazione. Anche Jakob Ulfeldt, amico e compagno di viaggi e di studi di Barnekow, riportò a casa una collezione di documenti (GKS 500–505 fol.) per molti aspetti analoga a quella di Barnekow e che si dimostra di grande importanza per comprendere peculiarità e specificità di quella di quest’ultimo. I testi di Ulfeldt risultano assemblati senza alcuna coerenza, si rivelano ricchi di errori di trascrizione e di grammatica, e non offrono alcuna divisione interna, rendendone l’impiego particolarmente arduo. Le annotazioni di un copista italiano suggeriscono inoltre come, già a Padova, potesse essere stato difficoltoso sapere con certezza quali documenti fossero effettivamente presenti nella collezione e quali si fossero smarriti (prestati, perduti, pagati ma mai ricevuti…). La raccolta di Barnekow, che aveva le stesse fonti semi-clandestine di quella dell’amico, doveva trovarsi in condizioni per molti versi simili e solo la mano di un esperto avrebbe potuto portarvi ordine. Giacomo Castelvetro – nipote di Ludovico Castelvetro, uno dei filologi più celebri della propria generazione, e un filologo egli stesso, fluente in italiano, latino e francese, oltre che collaboratore di lunga data di John Wolfe, editore londinese specializzato nella pubblicazione di opere italiane – possedeva esattamente quelle competenze di cui Barnekow aveva bisogno e ben si intuisce come mai quest’ultimo lo convinse a seguirlo in Danimarca. I compiti di Castelvetro presso Barnekow furono quelli di passarne in rassegna la collezione, accertarsi dell’effettivo contenuto, leggerne i testi, raggrupparli per tematica e area geografica, sceglierne i più significativi, emendarli, e prepararne quindi un’edizione. Sapendo che Castelvetro poté occuparsi della prima parte del compito nei, frenetici, mesi danesi, diviene pure comprensibile come mai egli portò con sé i volumi oggi negli Stati Uniti quando si diresse in Svezia: mancava ancora la parte forse più delicata del lavoro, un’ultima revisione dei testi prima che questi fossero passati a un tipografo perché li desse alle stampe. La ragione principale che sottostò all’idea di pubblicare un’edizione di “scritture politiche” italiane in Danimarca fu la presenza, in tutta l’Europa centro settentrionale del tempo, di una vera e propria moda italiana che i contatti tra corti, oltre che i viaggi d’istruzione della nobiltà, dovettero diffondere anche in Danimarca. Nel tardo Cinquecento gli autori italiani cominciarono ad essere sempre più abituali nelle biblioteche private danesi e la conoscenza dell’italiano, sebbene non completamente assente anche in altri settori della popolazione, divenne una parte fondamentale dell’educazione della futura classe dirigente del paese nordico, come prova l’istituzione di una cattedra di italiano presso l’appena fondata Accademia di Sorø, nel 1623. Anche in Danimarca, inoltre, si tentò di attrarre esperti e artisti italiani; tra questi, l’architetto Domenico Badiaz, Giovannimaria Borcht, che fu segretario personale di Frederik Leye, borgomastro di Helsingør, il maestro di scherma Salvator Fabris, l’organista Vincenzo Bertolusi, il violinista Giovanni Giacomo Merlis o, ancora, lo scultore Pietro Crevelli. A differenza dell’Inghilterra non si ebbero in Danimarca edizioni critiche di testi italiani; videro però la luce alcune traduzioni, anche se spesso dal tedesco, di autori italiani, quali Boccaccio e Petrarca, e, soprattutto, si arrivò a pubblicare anche in italiano, come dimostrano i due volumi di madrigali del Giardino Novo e il trattato De lo schermo overo scienza d’arme di Salvator Fabris, usciti tutti a Copenaghen tra il 1605 e il 1606. Un’ulteriore ragione che motivò la scelta di stampare una raccolta come quella curata da Castelvetro è da ricercarsi poi nello straordinario successo che la letteratura di “maneggio di stato” (relazioni diplomatiche, compendi di storia, analisi dell’erario) godette all’epoca, anche, se non specialmente, presso i giovani aristocratici centro e nord europei che studiavano in Italia. Non a caso, presso Det Kongelige Bibliotek, si trovano diverse collezioni di questo genere di testi (GKS 511–512 fol.; GKS 525 fol.; GKS 500–505 fol.; GKS 2164–2167 4º; GKS 523 fol.; GKS 598 fol.; GKS 507–510 fol.; Thott 576 fol.; Kall 333 4º e NKS 244 fol.). Tali scritti, considerati come particolarmente adatti per la formazione di coloro che si fossero voluti dedicare all’attività politica in senso lato, supplivano a una mancanza propria dei curricula universitari dell’epoca: quella della totale assenza di qualsivoglia materia che si occupasse di “attualità”. Le relazioni diplomatiche risultavano infatti utilissime agli studenti, futuri servitori dello Stato, per aggiornarsi circa i più recenti avvenimenti politici e religiosi europei oltre che per ottenere informazioni attorno a paesi lontani o da poco scoperti. Sebbene sia impossibile stabilire con assoluta certezza quali e quante delle collezioni di documenti oggi conservate presso Det Kongelige Bibliotek siano state riportate in Danimarca da studenti danesi, pare legittimo immaginare che almeno una buona parte di esse lo sia stata. L’interesse doveva essere alto e un’edizione avrebbe avuto mercato, con tutta probabilità, anche fuori dalla Danimarca: una pubblicazione curata filologicamente avrebbe offerto infatti testi di gran lunga superiori a quelli normalmente acquistati da giovani dalle possibilità economiche limitate e spesso sprovvisti di una padronanza adeguata delle lingue romanze. Non a caso, nei medesimi anni, si ebbero edizioni per molti versi equivalenti a quella pensata da Barnekow e da Castelvetro. Nel 1589, a Colonia, venne pubblicato il Tesoro politico, una scelta di materiale diplomatico italiano (ristampato anche nel 1592 e nel 1598), mentre tra il 1610 e il 1612, un altro testo di questo genere, la Praxis prudentiae politicae, vide la luce a Francoforte. La raccolta manoscritta di Barnekow ebbe però anche caratteristiche a sé stanti rispetto a quelle degli altri giovani danesi a lui contemporanei. Barnekow, anzitutto, continuò ad arricchire la propria collezione anche dopo il rientro in patria come dimostra, per esempio, una relazione d’area fiamminga datata 1594. La biblioteca manoscritta di Barnekow si distingue inoltre per l’ampiezza. Se conosciamo per Ulfeldt trentadue testi che questi portò con sé dall’Italia (uno dei suoi volumi è comunque andato perduto) la lista di “scritture politiche” di Barnekow ne conta ben duecentoottantaquattro. Un’altra peculiarità è quella di essere composta inoltre di testi sciolti, cioè a dirsi non ancora copiati o rilegati in volume. Presso Det Kongelige Bibliotek è possibile ritrovare infatti diversi degli scritti registrati nella lista stilata da Castelvetro: dodici riconducibili con sicurezza e sette per cui la provenienza parrebbe per lo meno probabile. A lungo il problema di chi sia stato Michele – una persona vicina a Barnekow a cui Castelvetro afferma di aver pagato parte degli originali dei manoscritti oggi in America – è parso, di fatto, irrisolvibile. Come ipotesi di lavoro, e basandosi sulle annotazioni apposte ai colophon, si è proposto che Michele potesse essere il proprietario di quei, pochi, testi che compaiono nei volumi oggi a Chicago e New York ma che non possono essere ricondotti all’elenco redatto da Castelvetro. Michele sarebbe stato quindi un privato, legato a Barnekow e a lui prossimo, da lui magari addirittura protetto, ma del quale non era al servizio, e che doveva avere presso di sé una biblioteca di cui Castelvetro provò ad avere visione al fine di integrare le scritture del nobile danese in vista della sua progettata edizione. Il fatto che nel 1596 Michele fosse in Italia spiegherebbe poi come potesse avere accesso a questo genere di opere. Che le possedesse per proprio diletto oppure che, magari, le commerciasse addirittura, non è invece dato dire. L’analisi del materiale oggi negli Stati Uniti si rivela ricca di spunti. Per quanto riguarda Castelvetro pare delinearsi, sempre di più, un ruolo di primo piano nella diffusione della cultura italiana nell’Europa del secondo Cinquecento, mentre Barnekow emerge come una figura veramente centrale nella vita intellettuale della Danimarca a cavallo tra Cinque e Seicento. Sempre Barnekow si dimostra poi di grandissima utilità per iniziare a studiare un tema che sino ad oggi ha ricevuto, probabilmente, troppa poca attenzione: quello dell’importazione in Danimarca di modelli culturali italiani grazie all’azione di quei giovani aristocratici che si erano formati presso le università della penisola. A tale proposito l’influenza esercitata dalla letteratura italiana di “maneggio di stato” sul pensiero politico danese tra sedicesimo e diciassettesimo secolo è tra gli aspetti che meriterebbero studi più approfonditi. Tra i risultati meno esaurienti si collocano invece quelli legati all’indagine e alla ricostruzione della biblioteca di Barnekow e, in particolare, di quanto ne sia sopravvissuto. Solo un esame sistematico, non solo dei fondi manoscritti di Det Kongelige Bibliotek, ma, più in generale, di tutte le altre biblioteche e collezioni scandinave, potrebbe dare in futuro esiti soddisfacenti.
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