Littérature scientifique sur le sujet « Ammirazione »

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Articles de revues sur le sujet "Ammirazione"

1

Sargenti, Aurelio. « Da Nord a Sud : « con vera stima e ammirazione » ». Italies, no 6 (1 novembre 2002) : 81–86. http://dx.doi.org/10.4000/italies.1552.

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2

Molaro, Aurelio. « Ludwig Binswanger e la "figura spirituale" di Bleuler ». RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no 1 (avril 2022) : 77–90. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2022-001004.

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Résumé :
Alla luce di una sintetica ma mirata analisi di materiale edito e inedito, il presente contributo si propone di indagare il complesso dei rapporti personali, intellettuali e scientifici intercorsi tra Ludwig Binswanger e il suo "venerato maestro e amico" Eugen Bleuler tra il 1907 e il 1939. Binswanger, che iniziò la sua carriera di psichiatra proprio come assistente volontario presso la Clinica psichiatrica universitaria di Zurigo (il "Burghölzli"), pur manifestando una particolare ammirazione per la "figura spirituale" di Bleuler e per alcune sue specifiche innovazioni teoriche in senso clinico-strutturale, non ha tuttavia mancato di sottolineare alcuni elementi di criticità nella sua concezione della natura umana, come il monismo determinista della sua Naturgeschichte der Seele del 1921.
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3

Dolce, Alessandra. « Alba de Céspedes nell’immaginario di Ernesto Giménez Caballero ». Cuadernos de Filología Italiana 28 (15 juillet 2021) : 291–306. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.72237.

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Résumé :
L’ interesse della critica letteraria in Spagna nei riguardi della scrittrice italiana di origini cubane Alba de Céspedes non è mai stato molto caloroso sia all’epoca dei suoi esordi che nei decenni successivi, nonostante la popolarità raggiunta da alcuni suoi romanzi nella penisola Iberica. L’unica importante eccezione sembra essere costituita dal professor Ernesto Giménez Caballero, collaboratore culturale e ideologo di Francisco Franco, che concepì nei confronti della scrittrice italiana un’ ammirazione, che ha oltrepassato la dimensione letteraria, Lo scopo di questo studio è focalizzare la natura e la qualità di quest’ammirazione, espressa nelle parole di Caballero nell’articolo «Alba Cubana» pubblicato nel 1942 e nel 1954 e i rapporti tra i due scrittori nella loro corrispondenza inedita, attualmente conservata presso la Biblioteca Nazionale di Madrid e qui riprodotta in trascrizione.
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Marcella, Ravenna, Brambilla Marco et Roncarati Alessandra. « Percezione sociale di gruppi nazionali : credenze ed emozioni verso gli israeliani ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 3 (janvier 2012) : 395–411. http://dx.doi.org/10.3280/rip2010-003005.

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Résumé :
Questo studio investiga aspetti della percezione sociale di categorie di Israeliani caratterizzate da differenti ruoli sociali assunti in contesti intergruppi. 213 studenti universitari hanno descritto liberamente stimoli fotografici differenziati e specificato l'intensitŕ con cui hanno sperimentato reazioni emozionali ed empatiche. I principali risultati mostrano, in linea con le previsioni, che i partecipanti non hanno rappresentazioni univoche del gruppo degli Israeliani ma notevolmente diversificate in funzione delle informazioni contestuali proposte. Cosě se Israeliani seduti ad un caffč di Gerusalemme evoca una rappresentazione complessivamente positiva e priva di contenuti stereotipici negativi, Israeliani in azione di guerra in Libano evoca invece contenuti ed emozioni univocamente negativi. Diversamente, Israeliani che soccorrono connazionali feriti evoca emozioni riconducibili sia ad ammirazione che a disprezzo. Infine, sia la categoria Israeliani che Israeliani impegnati nello sgombero di connazionali a Gaza evocano rappresentazioni ambivalenti. La presenza diversificata di contenuti stereotipici in rapporto alle categorie considerate č discussa specie in rapporto a specifiche implicazioni applicative.
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5

Di Pietro, M. L., M. Pennacchini et M. Casini. « Evoluzione storica dell’istituto dell’obiezione di coscienza in Italia ». Medicina e Morale 50, no 6 (31 décembre 2001) : 1093–151. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2001.743.

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Résumé :
La storia dell’obiezione di coscienza è una storia antica, tanto che le prime testimonianze la datano già alla civiltà ellenica. Tuttavia, nell’antichità l’obiezione di coscienza non era un diritto, era una testimonianza di fedeltà a dei valori assoluti che può destare anche ammirazione, ma che non poteva trovare che risposte dure da parte dell’autorità politica, la quale si sentiva sfidata e minacciata. L’obiezione di coscienza, dunque, così come la intendiamo noi oggi, è una conquista delle civiltà giuridica moderna e in Italia il riconoscimento di tale istituto risale a tempi relativamente recenti. Obbiettivo di questo lavoro è la ricostruzione della storia giuridica dell’istituto dell’obiezione di coscienza nel nostro Paese sia negli ambiti in cui esso ha raggiunto una regolamentazione sia in quelli in cui non ha trovato tale riconoscimento. Tale ricostruzione ha messo in evidenza che, mentre l’istituto dell’obiezione di coscienza ha raggiunto un assetto definitivo in ambito sociale, si stanno, invece, moltiplicando in ambito sanitario le situazioni che possono richiedere all’operatore sanitario interventi in conflitto con la propria coscienza morale e deontologica.
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6

Cavalli, Pier Giuseppe. « Il Lungo Sonno ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 25, no 1 (mars 1991) : 135–39. http://dx.doi.org/10.1177/001458589102500112.

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Résumé :
Narratore noto, si direbbe con ammirazione (se non fosse meglio riconoscerlo nutrito di succhi essenziali: da Borges e da Calvino, forse anche da Kafka e da Buzzati), il giovane Cavalli sembra trovare nella misura del racconto la propria misura; e nella chiarezza del panto di mira la giustificazione per una scrittura che, pur nell'indubitabile eleganza, è asciutta, disadorna. I nomi, poi — i nomi, qui, dei professori Lawrence e Baxter —, sono spoglie convenzionali, suoni già scontati; quel che importa è altro, sono i loro accorgimenti che presto divaricano, all'astuzia di corta vista dell'uno opponendosi l'astuzia lungimirante di colui che finisce da protagonista, Lawrence. L'altezza dello scopo — proiettato in un tempo senza date, perché la mèta di Lawrence è categoriale, non di circostanza — fa si che la scena gradualmente si sgombri e la dinamica del rituale si sviluppi con suprema semplicità. L'indiamento e la sublimazione appaiono conseguenza fatale ma anche logica del viaggio di tutta una vita: non la follia dello scienziato reso perverso dalle proprie stesse passioni, ma una religione altissima presiede all'ultimo atto della vicenda, al gesto calcolato e irreversibile di chi, separandosi da tutto, entra forse in comunione col Tutto. (S. R.)
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Piro, Pietro. « La lectura di Max Weber dell’ hinduismo e del budismo nella sociología delle religiones (Gesammelte aufsatze zur religionssoziologie). Un esercizio di ammirazione ». ENDOXA, no 34 (23 avril 2015) : 137. http://dx.doi.org/10.5944/endoxa.34.2014.11221.

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Labate, Mario. « Rolling words : un’idea dell’espressione oratoria e dell’ispirazione poetica fra Antichità e Rinascimento ». DILEF. Rivista digitale del Dipartimento di Lettere e Filosofia, no 1 (8 mars 2022) : 17–35. http://dx.doi.org/10.35948/dilef/2022.3297.

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Résumé :
AbstractL’articolo intende portare nuovi contributi all’interpretazione di un luogo famoso dell’Ars poetica di Orazio (323 ore rotundo...loqui) in cui il poeta esprime apprezzamento e ammirazione nei confronti dei Greci per le loro nobili attitudini e le eccellenti realizzazioni sul piano artistico e linguistico-letterario. Qual è il preciso significato nel contesto oraziano? Quali sono i precedenti greci e/o latini di una formula destinata, come tante altre incisive espressioni del poeta, ad assumere valore di proverbio? Quale ne è stato l'impiego nella significativa ricezione umanistica e quali eventuali slittamenti di senso ha comportato? In particolare ci si sofferma su aspetti trascurati della terminologia retorica e critico-letteraria come volubilis/volubilitas, in relazione all’asianesimo e alla poetica dell’ispirazione divina.This paper intends to make new contributions to the interpretation of a famous passage in Horace's Ars poetica (323 ore rotundo...loqui) in which the poet expresses his appreciation and admiration of the Greeks for their noble attitudes and excellent achievements in the artistic and linguistic-literary spheres. What is the precise meaning in the Horatian context? What are the Greek and/or Latin precedents of a formula destined, like so many other incisive expressions of the poet, to take on the value of a proverb? What was its use in the significant humanistic reception and what shifts in meaning did it entail? In particular, we focus on neglected aspects of rhetorical and critical-literary terminology such as volubilis/volubilitas, in relation to Asianism and the poetics of divine inspiration.
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Vilei, Leonardo. « Nota introduttiva ». Cuadernos de Filología Italiana 29 (24 juin 2022) : 9–10. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.75604.

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Résumé :
Il 5 marzo del 1922 nasceva a Bologna Pier Paolo Pasolini e Cuadernos de Filología Italiana ha scelto di inaugurare con il suo nome il ritorno editoriale di una proposta monografica che da questo numero accompagnerà nuovamente le tradizionali sezioni di linguistica, letteratura e delle recensioni. Gli anniversari, si sa, possono essere momenti ambigui della riflessione e a volte convogliano su un dato autore attenzioni dal valore più mondano che intellettuale; il 2022, per giunta, ci ricorda che cento anni fa nascevano anche, solo per restare in ambito letterario, Beppe Fenoglio, Giorgio Manganelli, Luigi Meneghello e Luciano Bianciardi. Le ragioni della nostra scelta si fondano innanzitutto sulla capacità che Pasolini ha di interrogare ancora e sempre i nostri studenti, spesso stupiti nei loro primi approcci con l’autore che più di ogni altro, nella complessa costellazione del nostro Novecento, rinnova in ugual misura sconcerto e ammirazione in chi gli si avvicina per la prima volta, anche grazie o a causa del suo essere arcipelago di linguaggi e proposte. La sua esperienza artistica, per giunta, compressa in un trentennio vertiginoso, non può essere ascritta a una sola disciplina di studi e ciò ci pone automaticamente nella circostanza di aprire le maglie della nostra specializzazione ad altri sguardi e altri saperi. Vastità e complessità – e ben inteso, inciampi e contraddizioni – restano a buon conto caratteri essenziali della sua opera, eredità da coltivare e mettere in valore. Quasi cinquant’anni dopo la sua morte, pensiamo inoltre che sia possibile osservare la sua traiettoria consapevoli che ai significati della sua opera, per usare un’acuta analisi di Walter Siti (2005: 135), si è andato sovrapponendo il significante del «mito Pasolini». Non ignoriamo, del resto, che è a quel mito che spesso si avvicinano abbagliati altri giovani e altri artisti, ma ciò non ci esime, semmai ci incita, dal proseguire il lavoro ermeneutico, filologico e culturale che qui presentiamo.
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Janssens, Jules. « L’exposé de la réprobation dans l’Ihyā’ d’al-Ghazālī : quelques observations concernant l’influence d’al-Muhāsibī ». Doctor Virtualis, no 17 (14 mai 2022) : 41–77. http://dx.doi.org/10.54103/2035-7362/17828.

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Résumé :
Nella seconda parte del Libro della condanna dello status e dell’ostentazione il ventottesimo libro della sua opera principale, La rinascita delle scienze religiose – al-Ghazālī trae molta ispirazione da al-Muhāsibī, soprattutto dalla sua opera al-Ri’āya al-huqūq Allāh (L’osservanza dei diritti di Dio). Il fatto che al-Ghazālī menziona esplicitamente il nome di al-Muhāsibī non meno di quattro volte in questa sezione testimonia la sua ammirazione profonda per questo grande mistico delle origini. Un attento esame di questi riferimenti e del loro contesto rivela una grande familiarità e un ampio uso della Ri’āya, così come un accesso diretto a un’altra grande opera di al-Muhāsibī, cioè il Kitāb al-Wasāya (Il Libro dei Comandamenti). Inoltre, la scelta di al-Ghazālī di specifici versetti coranici e delle Tradizioni, sia profetiche che di storie, è molto debitrice della Ri’āya, come diventa chiaro sulla base di un esame del primo capitolo di questa seconda parte che consiste interamente in citazioni di versetti coranici e delle Tradizioni riguardanti la questione dell’ostentazione.Per quanto riguarda il secondo capitolo, che si concentra sui modi usati per attirare l’attenzione della gente su di sé sia negli atti religiosi che in quelli verbali, esso condivide molte caratteristiche con l’esposizione di al-Muhāsibī nella Ri’āya, compresa la copia quasi letterale di alcuni passaggi. Infine, l’uso che al-Ghazālī fa della Ri’āya in ciascuno degli altri capitoli è brevemente indicato. Questo studio mostra che al-Muhāsibī non era solo una fonte importante per al-Ghazālī – un fatto già noto da quasi un secolo – ma la fonte principale, almeno per questa sezione della sua Rinascita. Tuttavia, allo stesso tempo, questo studio chiarisce che al-Ghazālī non è colpevole di cieco plagio. In the second part of the Book of the Condemnation of Status and Ostentation – the twentieth-eight book of his major work, The Revival of the Religious Sciences – al-Ghazālī draws much inspiration from al-Muhāsibī, above all from his work al-Ri’āya al-huqūq Allāh (Eyeservice to God’s Laws). The very fact that al-Ghazālī explicitly mentions al-Muhāsibī’s name no less than four times throughout this section clearly testifies to his profound admiration for this great early mystic. A close examination of these references and their context reveals a great familiarity with and an extensive use of the Ri’āya, as well as a direct access to another major work of al-Muhāsibī, i.e., Kitāb al-Wasāya (The Book of Commandments). Moreover, al-Ghazālī’s choice of specific Qur’anic verses and of Traditions, both prophetic and stories, is much indebted to the Ri’āya, as becomes clear on the basis of an examination of the first chapter of this second part which consisting entirely of quotations of Qur’anic verses and Traditions concerning the issue of ostentation. As to the second chapter, which focuses on the ways used to draw people’s attention to oneself both in religious as well as in wordly acts, it shares many features with al-Muhāsibī’s exposition in the Ri’āya, including the almost verbatim copying of some passages. Finally, al-Ghazālī’s use of the Ri’āya in each of the other chapters is briefly indicated. This study shows that al-Muhāsibī was not just a major source for al-Ghazālī – a fact already known for nearly a century – but the major source, at least for this section of his Revival. However, at the same time, this study makes clear that al-Ghazālī is not guilty of blind plagiarism.
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Thèses sur le sujet "Ammirazione"

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niccoli, ariele. « Formazione etica ed emozioni. Prospettive di Virtue Ethics neo-aristotelica ». Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/2158/1154035.

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Résumé :
Educational studies increasingly highlight the relevance of affectivity. Emotions, in particular, are regarded as a key-point in order to make meaningful, motivating and effective the educational relation. Anyway, the moral implications of the purpose of educate the emotions are often understudied. My dissertation aims at clarifying which thesis the neo-aristotelian Virtue Ethics hold about emotion education, by integrating philosophy of education, philosophy of emotions and moral epistemology. Chapter one argues that pedagogy and practical philosophy are similar and synergistic disciplines, in so far both aim at making better their object of inquiry. After the identification of this shared ground, I present the thematic and historical background of the neo-aristotelian Virtue Ethics, as a specific kind of ethics in the analytic tradition, then I argue that Virtue Ethics, compared to deontology and utilitarianism-consequentialism, offer the more appropriate framework to conceive the relations between education, emotions and ethics. Chapter two discusses the most important cognitive-evaluative philosophical theories of emotions, showing advantages and disadvantages of the approaches considered. I will end up by claiming that emotion education requires, to be a consistent project, cognitivism about emotions and a qualified realism about moral value. In chapter three I address the anti-rationalist challenge based on empirical evidence about how emotions impact on moral judgments. Anti-rationalism, I claim, is incompatible with the purpose of shaping the emotions looking at our best moral reasons. I will defend a moderate rationalism, according to which habitual and automatic processes – as the emotions – could count as rational and morally appropriate, to the extent that they are the consequence of education. Then I discuss two educational theses: (1) all the emotional dispositions – both “positive” and “negative” – should be cultivated, and (2) all the emotional dispositions admit an appropriate moral form. To conclude, I examine three emotions: shame, envy and admiration. For each emotion I discuss the educational value for the ethical formation of the person.
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Livres sur le sujet "Ammirazione"

1

Felice, Romano. Perché Renzi Merita Fiducia, Rispetto e Ammirazione. Independently Published, 2016.

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2

Cabin, David. Perché Conte Merita Fiducia Rispetto e Ammirazione. Independently Published, 2020.

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3

Barone, Leonardo. Perché Marx Merita Stima, Rispetto e Ammirazione. Independently Published, 2022.

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4

Felice, Romano. Perché Conte Merita Fiducia, Rispetto e Ammirazione. Independently Published, 2016.

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5

Green, Alex. Perché Salvini Merita Fiducia Rispetto e Ammirazione. Independently Published, 2019.

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6

Donalds, M. C. Perchè Giuseppe Conte : Merita Fiducia Rispetto e Ammirazione. Independently Published, 2020.

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7

White, Darius, et Darius Red. Perchè I Rossoneri Meritano Rispetto, Fiducia Ed Ammirazione. Independently Published, 2021.

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Cavour, Gian Maria. Perché la Giuventus Merita Fiducia, Rispetto e Ammirazione. Independently Published, 2021.

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9

Barone, Leonardo. Perché la Cancel Culture Merita Fiducia, Rispetto e Ammirazione. Independently Published, 2022.

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10

White, Darius, et Darius Blue. Perchè I Nerazzurri Meritano Fiducia, Rispetto Ed Ammirazione : Quaderno Ironico. Independently Published, 2021.

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Chapitres de livres sur le sujet "Ammirazione"

1

Kaczmarek, Tomasz. « Pirandello a Łódź ovvero Adam Hanuszkiewicz mette in scena Così è (se vi pare) ». Dans Sperimentare ed esprimere l’italianità. Aspetti letterari e culturali. Doświadczanie i wyrażanie włoskości. Aspekty literackie i kulturowe. Wydawnictwo Uniwersytetu Łódzkiego, 2021. http://dx.doi.org/10.18778/8220-478-0.15.

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Résumé :
Nel presente articolo si tratta dell’allestimento di Così è (se vi pare) di Pirandello che ebbe un successo notevole sul palcoscenico del Teatr Powszechny a Łódź nel 1989. Questa rappresentazione fu importante non solo per la carriera del regista, Adam Hanuszkiewicz, ma anche per la ricezione della produzione pirandelliana di cui le vicende non furono fino ad allora particolarmente favorevoli. Essa propose nuove possibilità interpretative fin qui celate dell’opera dell’autore italiano. Di fatti, oltre a trasgredire le convenzioni sceniche, secondo alcuni ormai desuete, il Siciliano mise avanti una nuova drammaturgia frammentaria e apparentemente incompiuta che si concentra piuttosto sulla “vita” che sull’“azione prettamente agonistica”. Esponendo un nuovo paradigma del “dramma-della-vita” che sta in netta oposizione al “dramma-nella-vita”, ossia “dramma assoluto”, egli diede vita alla drammaturgia moderna e contemporanea. Aderendo all’ottica teatrale e drammatica di Pirandello, Hanuszkiewicz tende dunque a liberare l’autore di Enrico IV dalle tradizionali interpretazioni che si focalizzavano essenzialmente sul suo sistema chiamato “pirandellismo” oppure sul presunto “esistenzialismo”. Il regista polacco non esitò ad adottare il dramma ai tempi moderni, senza però intaccare i presupposti “ideologici” dell’opera: Hanuszkiewicz la rilesse secondo la chiave contemporanea ed anche profondamente personale, scoperchiandone il suo carattere sempre attuale nonché universale che poteva essere accolto con comprensione e ammirazione non solamente in Italia. L’articolo ripercorre quindi la fortuna dello spettacolo che, al pari dei Giganti della montagna, messo in scena da Izabella Cywińska (1974), aprì una nuova strada alla riscoperta dell’opera dello scrittore agrigentino.
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