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1

Vuillermoz, Riccardo. « La disciplina dell'Unione europea in materia di aiuti di stato applicata al settore turistico-ricreativo ». RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no 2 (août 2011) : 27–44. http://dx.doi.org/10.3280/dt2011-002003.

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Résumé :
Dopo aver richiamato rapidamente le condizioni necessarie affinché una intervento pubblico possa essere qualificato aiuto di Stato, l'articolo analizza l'approccio della Commissione e la giurisprudenza in merito a queste stesse condizioni applicate a casi specifici relativi al settore turistico- ricreativo. L'articolo si concentra in particolare sulla prassi e giurisprudenza relative all'analisi sull'incidenza sugli scambi tra gli Stati membri, ma analizza anche altre condizioni: trasferimento di risorse statali, vantaggio economico e selettivitŕ, incidenza sulla concorrenza. Infine, l'articolo esamina alcuni aspetti dell'approccio della Commissione europea sulla compatibilitŕ con il mercato interno degli aiuti a questo settore.
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2

Mione, Maria, Elisabetta Conte et Paola Fontana. « Dalla solitudine alla condivisione della sofferenza nel mondo del lavoro : la nascita di un gruppo di auto-aiuto in azienda ». QUADERNI DI GESTALT, no 1 (septembre 2012) : 23–30. http://dx.doi.org/10.3280/gest2012-001003.

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Résumé :
Le Autrici presentano l'esperienza di un gruppo di auto-aiuto, nato in un'azienda, tramite un'intervista ad una lavoratrice dell'azienda stessa. Dopo una introduzione che evidenzia l'importanza socio-politica dell'essere gruppo e la presentazione dell'intervista vengono proposte delle riflessioni conclusive nelle quali viene riletta l'esperienza secondo l'ottica della psicoterapia della Gestalt, sottolineando l'importanza del gruppo di auto-aiuto come laboratorio di costruzione di ground e di competenze relazionali "rivoluzionarie" per la societŕ attuale.
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3

Monaci, Maria Grazia, Rosanna Trentin et Valentina Fanelli. « La competenza emotiva come antecedente della coesione e della soddisfazione nei gruppi di auto mutuo aiuto ». GRUPPI, no 2 (avril 2011) : 85–104. http://dx.doi.org/10.3280/gru2010-002007.

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Résumé :
Il presente studio esplora le relazioni fra competenza emotiva, coesione di gruppo e soddisfazione percepita della partecipazione a gruppi di auto mutuo aiuto, nell'ipotesi che la competenza emotiva aumenti la coesione di gruppo, e che la coesione agisca come un mediatore della relazione fra competenza emotiva e soddisfazione. Un questionario č stato somministrato a 89 (62F) partecipanti di gruppi di auto mutuo aiuto con diverse finalitŕ (problemi familiari, elaborazione del lutto, dipendenze, salute mentale, disabilitŕ). Il questionario comprende la versione italiana della Emotional Intelligence Assessment; due strumenti tratti dalla batteria di test "Ass3D" di Zammuner e Kafetsios, che rilevano la regolazione delle emozioni e la capacitŕ nel riconoscimento facciale; il GEQ, che misura la coesione sociale e sul compito; infine, un feeling thermometer che misura il grado di soddisfazione. Un'analisi strutturale mostra che l'intelligenza emotiva promuove la coesione e che, a sua volta, la coesione sociale incrementa la soddisfazione della partecipazione al gruppo, confermandone il ruolo di mediazione. Le implicazioni per incoraggiare la partecipazione in gruppi di auto mutuo aiuto e i possibili sviluppi di ricerca sono discusse.
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4

Drążek, Dariusz. « Ofiara Eucharystii jako zobowiązanie do jedności i świętości w pismach św. Cypriana ». Verbum Vitae 8 (14 décembre 2005) : 151–62. http://dx.doi.org/10.31743/vv.1393.

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Résumé :
L'articolo, basato sugli scritti di san Cipriano di Cartagine, presenta una lettura del pensiero di questo vescovo e martire sull'Eucaristia. I testi, dove s. Cipriano affronta temi eucaristici, sono abbastanza numerosi. Dall'analisi dei testi risulta che secondo il suo pensiero l'Eucaristia rende presente il sacrificio di Gesu sulla croce. La partecipazione al Corpo e al Sangue di Cristo richiede percio la santita di vita e la piena communione con la Chiesa. Inoltre l'Eucaristia e un indispensabile aiuto per i cristiani minacciati dalie persecuzioni, l'unico aiuto capace di render li coraggiosi e disposti anche alla morte per il Nome di Gesu.
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5

Bertolotto, Antonio. « Sistemi telematici di aiuto al paziente : esempi di “best practice” ». AboutOpen 1, no 1 (23 décembre 2015) : 79–83. http://dx.doi.org/10.19156/abtpn.2015.0012.

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Premoli, Sergio. « Gli operatori e la marginalitŕ : rischi e possibilitŕ di aiuto ». RIVISTA ITALIANA DI GRUPPOANALISI, no 1 (juin 2011) : 167–81. http://dx.doi.org/10.3280/rig2011-001010.

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7

Sarmiento, Ilaria. « Trauma, writing cure e e-therapy : nuove prospettive di aiuto ». PSICOTECH, no 2 (mai 2009) : 51–70. http://dx.doi.org/10.3280/tech2008-002003.

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8

Pazé, Piercarlo. « Ripensare le misure penali come aiuto a percorsi di cambiamento ». MINORIGIUSTIZIA, no 1 (mars 2013) : 7–17. http://dx.doi.org/10.3280/mg2013-001001.

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Ambrosini, Maurizio. « Networking, protesta, advocacy, aiuto. La società civile italiana e gli immigrati ». MONDI MIGRANTI, no 3 (février 2015) : 201–22. http://dx.doi.org/10.3280/mm2014-003011.

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Fremiot, Cosimo. « Un'esperienza in un gruppo di auto-mutuo-aiuto con detenuti alcolisti ». RIVISTA ITALIANA DI GRUPPOANALISI, no 1 (juillet 2010) : 249–64. http://dx.doi.org/10.3280/rig2010-001013.

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Bertoldi, Stefano, et Sandra Venturelli. « I gruppi di auto mutuo aiuto e la prevenzione del suicidio ». SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no 3 (novembre 2014) : 156–66. http://dx.doi.org/10.3280/siss2014-003012.

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Bologna, Maria. « La psicoterapia tramite videoconferenza ». RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no 2 (septembre 2020) : 45–68. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2020-002004.

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Résumé :
Sin dall'inizio degli anni ‘90 del Novecento cominciano a svilupparsi modalità di accesso ad opportunità di aiuto psicologico tramite Internet che giungono fino alle psicoterapie online. Si tratta di un'area di intenso confronto tra ricercatori e clinici, che riguarda non solo le modalità di comunicazione online, le trasformazioni del setting e l'alleanza terapeutica, ma anche inevitabili problemi etici e di salvaguardia della privacy. Oggi, anche in Italia, le modalità di incontro terapeutico che utilizzano tecnologie di comunicazione a distanza hanno assunto un interesse strategico per la crescente domanda di aiuto psicologico, l'incremento del numero di professionisti che le impiegano, la necessità di una valutazione empirica ed epistemologica, l'opportunità infine di formare un consenso su standard professionali, aspetti etici e normativi.
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Capurso, Michele, et Valerio Santangelo. « Paure verso la scuola, coping e relazione di aiuto nei bambini italiani : una ricerca proiettiva ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 4 (mars 2013) : 435–71. http://dx.doi.org/10.3280/rip2011-004002.

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Résumé :
Partendo dalle ricerche che identificano una serie di paure infantili ritenute normali in eta evolutiva, il presente studio indaga in modo specifico le paure generate dal contesto scolastico, la relazione di aiuto e le strategie di coping in un campione di 1931 bambini di diverse regioni italiane. Le paure sono state indagate attraverso uno strumento proiettivo costruito ad hoc e le risposte sono poi state analizzate con una procedura induttiva. Il test del ?2 e stato utilizzato per evidenziare le frequenze di risposte significativamente diverse dal caso. Lo scopo e stato quello di determinare se le paure scolastiche ricalcassero, come ipotizzato, le paure normative piu generali, valutando allo stesso tempo in che modo il coping e la relazione di aiuto si configurano nel contesto scolastico italiano. I risultati mostrano che nella maggior parte dei casi le paure espresse riguardano eventi direttamente connessi al contesto scolastico, in particolare il timore di prendere un brutto voto o di subire aggressioni. I coetanei vengono indicati in misura maggiore dei genitori quali figura di supporto in grado di aiutare i soggetti a superare le paure. Le forme di coping piu indicate sono quelle attive o cognitive e la ricerca di supporto emotivo o di comunicazione. Emerge anche, con una incidenza significativa nei piu piccoli una strategia di coping precedentemente non documentata, il gioco. Questi risultati ci consentono di affermare che le paure scolastiche possono declinarsi in due sotto-categorie specifiche (brutto voto e aggressioni) che sono tendenzialmente in linea con quanto rilevato a proposito delle paure normative. Altre forme di paure normative, come le paure ancestrali, sono comunque presenti, soprattutto nelle indicazioni dei piu piccoli. Le strategie di coping indicate e la scelta dei coetanei quali attori principali nella relazione di aiuto consente di conclude- re che i bambini italiani appaiono dotati di strategie funzionali per affrontare le difficolta quotidiane a scuola.
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Fabbroni, Roberto, Sergio Resta et Antonio Sanna. « La paura di ammalarsi : andare incontro a ciò che si voleva evitare ». Scienze Biofisiche 1 (novembre 2020) : 1–10. http://dx.doi.org/10.48274/ibi2.

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Résumé :
Questo lavoro si inserisce nel contesto attuale legato al Covid-19 e a come l’influenza mediatica porta e contribuisce alla produzione di molti più casi patologici di quelli che lo stesso virus produrrebbe da solo. È indiscutibile la presenza del virus e come ogni anno accade la conseguente mortalità stagionale che l’accompagna ma in questo elaborato si intende spiegare il contributo nefasto che i media nazionali ed internazionali portano e che tale contributo è sicuramente superiore al danno stesso. A tal proposito ci verranno in aiuto le ricerche psicologiche che analizzano il fenomeno chiamato “la profezia che si auto avvera” e la fisica quantistiche che “vede” nelle conseguenze del Principio d’Indeterminazione di Heisenberg, “l’osservatore che crea la realtà che osserva”. Attraverso ciò che Psicologia e Fisica Quantistica spiegano da oltre 70 anni si può comprendere come la paura generata mediaticamente aiuta le persone ad ammalarsi da ciò che vogliono evitare, fornendo al sistema immunitario elementi depotenzianti che confermano le loro paure.
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Cassatella, Doriana, et Marco Magri. « La gestione dei parenti durante una immobilizzazione pediatrica | Case Report ». Rescue Press 1, no 1 (juin 2021) : 1. http://dx.doi.org/10.53767/rp.2021.01.01.gestione-parenti-immobilizzazione.

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Résumé :
Cosa è possibile fare per ridurre l’ansia e lo stress su un paziente pediatrico, causato dai genitori sulla scena dell’incidente? In queste emergenze l’emotività dei parenti deriva non solo dalla paura, ma anche dall’ansia e dalla frustrazione del non poter essere di aiuto durante le operazioni.
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Albini, Giuliana. « Pauperes recreare : accoglienza e aiuto ai poveri nelle comunità monastiche (secoli VI-XI) ». Hortus Artium Medievalium 23, no 1 (janvier 2017) : 490–99. http://dx.doi.org/10.1484/j.ham.5.113740.

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Inaudi, Silvia. « Welfare und Ernährungssicherheit : Die Unterstützungsprogramme der Amministrazione per gli aiuti internazionali (Aai) von der Nachkriegszeit bis in die 60er Jahre ». Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no 1 (20 décembre 2017) : 63–80. http://dx.doi.org/10.1515/qfiab-2017-0006.

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Résumé :
Riassunto :L’articolo propone una panoramica critica degli interventi socio-assistenziali posti in essere dal dopoguerra alla prima meta degli anni Sessanta dall’Amministrazione per gli aiuti internazionali (Aai): organismo singolare nel panorama assistenziale italiano per le sue caratteristiche di autonomia all’interno del complesso statuale e per la fitta rete di rapporti intessuti a livello internazionale. Sotto la guida del democristiano Lodovico Montini, l’Aai si fece portatrice di istanze di modernizzazione nell’ambito di una visione che intendeva coniugare la tradizione del cattolicesimo sociale con la moderna cultura anglosassone dell’auto-aiuto, e di un modello di Welfare promanante dallo Stato ma rispettoso dell’iniziativa privata. L’attuazione dei suoi programmi, nei quali rilevante fu la focalizzazione sull’infanzia e la gioventu e l’enfasi sull’aspetto pedagogico-formativo, si accompagno al costante supporto della professionalizzazione del personale preposto ai servizi socio-assistenziali. Per il ruolo del tutto peculiare che l’Aai ebbe nel panorama dell’assistenza pubblica italiana, analizzarne la genesi e l’operato significa anche riflettere sulle contraddittorie scelte in materia di intervento sociale da parte del governo italiano nel piu ampio contesto delle intersezioni fra welfare e guerra fredda.
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Inaudi, Silvia. « Welfare und Ernährungssicherheit : Die Unterstützungsprogramme der Amministrazione per gli aiuti internazionali (Aai) von der Nachkriegszeit bis in die 60er Jahre ». Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no 1 (5 mars 2018) : 63–80. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2017-0006.

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Résumé :
Riassunto L’articolo propone una panoramica critica degli interventi socio-assistenziali posti in essere dal dopoguerra alla prima metà degli anni Sessanta dall’Amministrazione per gli aiuti internazionali (Aai): organismo singolare nel panorama assistenziale italiano per le sue caratteristiche di autonomia all’interno del complesso statuale e per la fitta rete di rapporti intessuti a livello internazionale. Sotto la guida del democristiano Lodovico Montini, l’Aai si fece portatrice di istanze di modernizzazione nell’ambito di una visione che intendeva coniugare la tradizione del cattolicesimo sociale con la moderna cultura anglosassone dell’auto-aiuto, e di un modello di Welfare promanante dallo Stato ma rispettoso dell’iniziativa privata. L’attuazione dei suoi programmi, nei quali rilevante fu la focalizzazione sull’infanzia e la gioventù e l’enfasi sull’aspetto pedagogico-formativo, si accompagnò al costante supporto della professionalizzazione del personale preposto ai servizi socio-assistenziali. Per il ruolo del tutto peculiare che l’Aai ebbe nel panorama dell’assistenza pubblica italiana, analizzarne la genesi e l’operato significa anche riflettere sulle contraddittorie scelte in materia di intervento sociale da parte del governo italiano nel più ampio contesto delle intersezioni fra welfare e guerra fredda.
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Pia Zito, Maria. « L'ascolto come strumento relazionale in ambito dialitico : indagine conoscitiva ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no 3 (20 septembre 2013) : 233–39. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1044.

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Résumé :
Capire i bisogni di chi ci sta di fronte, accogliere, accettare ed essere autentici e saper ascoltare, comprendere e orientare le persone che chiedono aiuto sono capacità e abilità che si distinguono in chi fa counseling e ha scelto di percorrere una strada professionale diffìcile e impegnativa. Fondamentale di ogni progetto di aiuto è, quindi, una corretta comunicazione. In questo articolo, esamineremo quella tra infermiere e paziente in ambito dialitico. L'indagine è stata condotta dal 28 Maggio al 15 Giugno del 2012 con la distribuzione di un questionario ai pazienti uremici e al personale infermieristico operante nell'Unità Operativa di Emodialisi, Predialisi e Dialisi Peritoneale dell'Ospedale S. Orsola di Bologna. Obiettivo Della Ricerca: – Verificare l'esistenza di un rapporto comunicativo educativo tra malati e infermieri. – Stabilire se il livello qualitativo è percepito ugualmente sia dagli infermieri che dai malati. – Verificare se la comunicazione instaurata ha un effetto benefico sulla psicologia del paziente, tale da permettergli di affrontare e superare eventuali disagi sociali, psicologici e familiari apportati dalla malattia e dal trattamento.
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Pangrazzi, Arnaldo. « Il corso di formazione pastorale clinica ». Medicina e Morale 39, no 3 (30 juin 1990) : 503–14. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1990.1176.

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Da alcuni anni anche in Italia, dopo l'esperienza degli Stati Uniti e di alcuni paesi europei, sono stati introdotti i Corsi di Formazione Pastorale Clinica (Clinical Pastoral Education - CPE) con l'intento di preparare sacerdoti, religiosi e religiose, diaconi, studenti di teologia, operatori sanitari e volontari, per acquisire una più profonda conoscenza del malato, per favorire lo sviluppo di metodi pastorali basati sulla comunicazione e sulla relazione di aiuto autentica, per facilitare il processo di integrazione dei propri studi teologici con la pratica pastorale e per promuovere il lavoro di équipe con esperti di altre discipline. L'Autore esamina, alla luce della propria esperienza, il metodo utilizzato per fornire questo tipo di preparazione: esso si avvale da una lato della compilazione di accompagnamento pastorale) da parte dei tirocinanti, dall'altro di una serie di colloqui con una figura di educatore esperto, il supervisore. Inoltre il CPE si avvale del procedimento della dinamica di gruppo, offrendo ai tirocinanti un'opportunità di reciproco aiuto e comprensione, per acquisire una sempre maggiore sensibilità e competenza per accostarsi ai malati che essi incontrano nella propria attività.
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Saita, Emanuela. « L'eco dell'esperienza sul nostro sapere ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 3 (octobre 2021) : 24–27. http://dx.doi.org/10.3280/pds2021-003005.

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Résumé :
In questo commento si sostiene l'idea che la conoscenza specifica di ciascuna disciplina che si occupa della cura della salute si debba collegare ad altre forme di conoscenza, affinché la scienza possa effettivamente essere di aiuto in sfide complesse come l'attuale pandemia e pos-sa rispondere a futuri incerti che caratterizzano il nostro tempo.
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Chiappelli, Marco, et Sabina Berardi. « Pattern of intervention and patients' satisfaction with Community Mental Health Service in Bologna ». Epidemiology and Psychiatric Sciences 9, no 4 (décembre 2000) : 272–81. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x0000840x.

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RIASSUNTOScopo – Verificare se il grado di soddisfazione per i servizi offerti dal CSM sia collegato ad alcune caratteristiche (sociodemografiche, cliniche, assistenziali) dell'utenza, concentrando l'attenzione sulle situazioni più “critiche”, al fine di acquisire elementi per i progetti di miglioramento. Disegno – Studio trasversale con rilevazione delle prestazioni fruite e somministrazione di uno strumento di valutazione ai pazienti con almeno un accesso ogni due mesi nel corso del 1998 e in carico al Centro di Salute Mentale. Setting – Il Centro di Salute Mentale (CSM) del Distretto Saragozza-Porto dell'Azienda USL Città di Bologna. Principali misure utilizzate – Dati del sistema informativo relativi alle caratteristiche sociodemografiche, cliniche, assistenziali di ciascun soggetto e Verona Service Satisfaction Scale (VSSS— 32). Risultati – I risultati relativi a 145 soggetti (24% della popolazione) hanno mostrato come su tre dimensioni principali (soddisfazione globale, professionalità, informazione) e quattro sottodimensioni (colloqui, aiuto economico, aiuto domiciliare, farmacoterapie) oltre il 70% degli intervistati si è dichiarata soddisfatta, giudicando sostanzialmente sufficiente il servizio. L'analisi dei punteggi meno elevati, attraverso il confronto con le variabili sociodemografiche, cliniche ed assistenziali, ha evidenziato quattro aree nelle quali, in modo differenziato, vi sono aspetti suscettibili di miglioramento della qualità del servizio: 1) accessibilità dei servizi: gli assistiti meno soddisfatti lamentano costi assistenziali troppo elevati (spese per i farmaci) e mal tollerano la frequentazione ambulatoriale con persone più gravemente disturbate; 2) coinvolgimento dei familiari: il problema è diffusamente avvertito e la critica sembra vertere sulla scarsa incisività degli interventi presso i familiari; 3) colloqui individuali: l'insoddisfazione sembra derivare dalla scarsa incisività dei trattamenti o dalla “dipendenza” dal CSM che un pattern assistenziale complesso può indurre; 4) contributi economici: gli “insoddisfatti” sono prevalentemente assistiti ai quali il CSM eroga aiuti economici diretti, spesso nell'ambito di programmi che comportano un intenso lavoro di collegamento con altre agenzie sociali e sanitarie. Conclusioni – Il grado di soddisfazione si differenzia significativamente in relazione ad alcune caratteristiche sociodemografiche e cliniche degli assistiti e in funzione a tipo e quantità di assistenza prestata, sebbene emergano aspetti apparentemente incoerenti (ad una maggior assistenza pare corrispondere un diminuzione della soddisfazione) che devono forse far ripensare al tipo di risposta assistenziale fornita a certe categorie di assistiti.
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De Mori, Barbara. « Il moral distress dalla medicina umana alla medicina veterinaria : un’analisi comparativa ». Medicina e Morale 68, no 3 (15 octobre 2019) : 265–80. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2019.586.

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Gli studi sul disagio professionale nell’ambito delle professioni di aiuto sanitarie sono in continua crescita. Questi studi hanno identificato, tra le altre cose, diversi disturbi e disagi di natura squisitamente etica, come il moral distress, la cui diagnosi e cura rappresentano oggi un impegno di grande rilievo. Tuttavia, nell’ambito delle professioni d’aiuto che si occupano di animali, come quella del medico veterinario, difficilmente questi studi sono stati approfonditi, con ripercussioni anche gravi sull’esercizio professionale. In generale, infatti, la società fatica a comprendere quanto possa essere difficile per chi lavora con gli animali gestire i conflitti etici che si creano tra le esigenze professionali, le esigenze degli animali e le richieste di chi è proprietario o, comunque, referente per l’animale. Il moral distress è stato riconosciuto solo di recente in medicina veterinaria ed è provocato, come nell’ambito della medicina umana, dall’incapacità di trovare un accordo tra la propria vocazione e le tensioni morali che l’esercizio della professione procura ogni giorno. In questo contributo, attraverso una comparazione con gli studi realizzati nell’ambito delle professioni di aiuto sanitarie in medicina umana, viene esplorata la geografia morale del moral distress nel contesto della professione medico veterinaria, con uno sguardo alle specifiche problematiche etiche che sono coinvolte nella relazione triadica tra medico, paziente animale e proprietario.
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Bastianoni, Paola, et Gisele Ronga. « Un modello di formazione breve per volontari : la conoscenza di sé nella relazione di aiuto ». PSICOLOGIA DI COMUNITA', no 1 (juin 2020) : 114–34. http://dx.doi.org/10.3280/psc2020-001008.

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Castelli Gattinara, Paola, Alessandra Ciolfi, Marta Lepore, Antonio Onofri et Silvia Ventriglia. « L'approccio EMDR in un servizio di aiuto psicologico per rifugiati e richiedenti asilo a Roma ». PSICOBIETTIVO, no 1 (mai 2014) : 75–95. http://dx.doi.org/10.3280/psob2014-001006.

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Andolfi, Maurizio. « La depressione reattiva in adolescenza ». TERAPIA FAMILIARE, no 94 (février 2011) : 142–55. http://dx.doi.org/10.3280/tf2010-094010.

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In questo articolo l'Autore descrive esordi e sintomi della depressione reattiva in adolescenza. Illustra le condizioni piů frequenti che portano a una depressione in adolescenza, ovvero la perdita di un membro importante della famiglia, fallimenti scolastici o crisi sentimentali e sopratutto separazioni coniugali ostili con forti triangolazioni negative nei confronti degli adolescenti. Vengono portati alcuni casi clinici per dimostrare come la terapia familiare possa essere una modalitŕ di aiuto assai efficace per adolescenti problematici e famiglie in crisi.
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LINO, LUCIA ALVES, ALEXANDRE MAGNO DA COSTA et ALFREDO TIOMNO TOLMASQUIM. « NOVA MEDIA ». Nuncius 16, no 2 (2001) : 767–79. http://dx.doi.org/10.1163/182539101x00695.

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Abstracttitle RIASSUNTO /title In questo articolo viene presentata la Bibliografia Brasiliana di Storia della Scienza. Il database, che raccoglie una grande quantit di pubblicazioni, anche recenti, concernenti la storia della scienza, della tecnologia e della medicina, stato concepito non soltanto come strumento di aiuto bibliografico, ma intende offrire un contributo per una pi ampia conoscenza delle attivit di ricerca in questo settore in Brasile. Una prima base di 1200 voci gi disponibile per la consultazione in rete.
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Di Pentima, Lorenza, et Alessandro Toni. « Il paradosso del lockdown da COVID-19 : cosa accade alle donne e ai minori nei contesti maltrattanti ». MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no 3 (janvier 2021) : 11–35. http://dx.doi.org/10.3280/mal2021-003002.

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Nel 2020, a causa della pandemia dovuta al virus SARS-CoV-2, in tutto il mondo è stato attivato il lockdown, richiedendo di rimanere nelle proprie abituazioni per frenare il contagio. Se l'isolamento domestico ha rappresentato la misura più efficace per limitare la diffusione del virus, per le vittime di violenza domestica, soprattutto donne e minori, ciò ha costituito un aumento del rischio di subire violenze fisiche, sessuali, psicologiche ed assistite. Molte le ragioni all'origine di tale fenomeno: l'incertezza dell'evoluzione della patologia e la precarietà economica hanno rappresentato fattori di maggiore stress, a cui si sono aggiunti la convivenza forzata tra la vittima e il suo abusante, e l'aumentato controllo di quest'ultimo, elementi che hanno incentivato il ripetersi degli episodi di violenza. Inoltre, per le vittime è stato quasi impossibile richiedere aiuto, poiché con il lockdown non si poteva lasciare la propria abitazione e i servizi del territorio non hanno potuto garantire una vigilanza continuativa sulle situazioni più a rischio. Infine, in accordo con la letteratura, è stato riscontrato che la maggior parte delle vittime, per il loro assetto psicologico, derivante dall'aver subito a lungo violenze di ogni tipo, ritengono di avere poco controllo sugli eventi e di non poter ricevere aiuto da parte degli altri; così per lo più hanno rinunciato a richiedere un intervento esterno per uscire dalla spirale della violenza.
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De Angelis, Livio, Lucrezia Dell'Acquila et Elisa Villani. « Stress traumatico e interventi di prevenzione per gli operatori delle professioni di aiuto e dei sistemi di soccorso in emergenza NUE 112 Lazio ». Rescue Press 02, no 02 (1 avril 2022) : 1. http://dx.doi.org/10.53767/rp.2022.02.01.it.

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Introduzione: Le professioni di aiuto: il contatto con la sofferenza altrui Tutti coloro che svolgono professioni d’aiuto, pur nella specificità di ciascun contesto, sono accomunati da un comune denominatore: il contatto continuo e prolungato con la sofferenza altrui. Tali professionisti, infatti, nello svolgimento della loro mansione, oltre alle competenze di natura tecnica, utilizzano anche e soprattutto abilità sociali e relazionali per soddisfare i bisogni di un’utenza che necessita urgentemente di aiuto. La caratteristica dell’urgenza crea le condizioni per cui una scelta sbagliata può diventare determinante per l’incolumità altrui. Gli operatori, in contesti emergenziali, si confrontano quotidianamente con il paradosso di “comportarsi come persone normali in situazioni anormali”. In tale scenario essi devono agire, rapidamente ed efficacemente, orientandosi al fare più che al sentire. Non è del tutto scontato che chi svolge un lavoro del genere sviluppi una forma di tolleranza alle emozioni generate da situazioni traumatiche. Il distanziamento emotivo è una risorsa di coping sicuramente funzionale per raggiungere l’obiettivo. Eppure tale distacco può diventare patologico quando l’operatore non è più in grado di entrare in contatto con le emozioni suscitate dall’evento traumatico, spinto dalla volontà non consapevole di voler aderire allo stereotipo dell’imperturbabilità. La conseguenza diretta di tale processo fa sì che si tendano a sovrastimare le proprie capacità, sperimentando un senso di inadeguatezza ancora maggiore quando per qualche ragione si perde il controllo.
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Solci, Riccardo. « Analisi della produzione di beni relazionali nelle associazioni familiari e nelle realtŕ di auto-mutuo aiuto ». SOCIOLOGIA E POLITICHE SOCIALI, no 1 (mars 2011) : 141–57. http://dx.doi.org/10.3280/sp2011-001006.

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Barbisan, Diego. « L'homo faber fortunae suae dimenticato dagli operatori sociali ». TERAPIA FAMILIARE, no 126 (novembre 2021) : 9–27. http://dx.doi.org/10.3280/tf2021-126002.

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Nell'articolo l'autore osserva la sorprendente ingenuità sul piano scientifico di molti interventi effettuati nell'ambito della tutela dei minori, sorprendente perché di professionisti dotati di buone potenzialità umane e tecniche. Un caso clinico con caratteristiche molto generiche consente di esemplificare le modalità operative più frequenti e presentare le loro alternative con i vantaggi che ne conseguirebbero. L'articolo prosegue proponendo delle ipotesi esplicative della tendenza alla elementarità di diagnosi e interventi privilegiando il fattore più legato alla stessa scelta di svolgere una professione di aiuto in ambito psico sociale.
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Fabbroni, Roberto, et Erika Calcei. « Cancro al seno : la TB-Tecnica Bioenergetica secondo il Metodo Summa Aurea® come supporto nella Terapia del Dolore e gestione dell’umore ». Scienze Biofisiche 2, no 1 (juin 2021) : 1–10. http://dx.doi.org/10.48274/ibi9.

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Lo scopo di questo articolo è quello di segnalare casi di interesse specifico che avvalorano l’utilizzo di tecniche o discipline Bionaturali che rientrano in quella che è definita la Medicina Integrativa Informazionale (MII) e nello specifico come la TB-Tecnica Bioenergetica secondo il Metodo Summa Aurea® può essere di aiuto in ambito oncologico. Tale Metodo sposta l’attenzione dalla malattia al paziente e alle sue necessità complessive di Benessere, in una visione unitaria che lo vede nell’insieme delle sue parti: corpo, mente e spirito (Energia-Informata).
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Von Engelhardt, Dietrich. « Il rapporto medico-paziente in mutamento : ieri, oggi, domani ». Medicina e Morale 48, no 2 (30 avril 1999) : 265–99. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1999.805.

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Résumé :
L’articolo illustra l’evoluzione del rapporto medico-paziente in diverse epoche storiche: l’Antichità, il Medioevo, l’Epoca Moderna. L’Autore sottolinea l’importanza che ha la Storia della Medicina nel prevenire il pericolo di una tecnicizzazione del rapporto medico paziente e nell’arricchire questo stesso rapporto delle dimensioni antropologica, cosmologica e metafisica. Nell’illustrare tale percorso l’Autore si avvale di alcune raffigurazioni artistiche. Le opere d’arte possiedono forza terapeutica: “ cultura e medicina umana sono profondamente intrecciate. Ogni forma d’arte può essere di aiuto alla diagnostica, alla terapia, alla prevenzione e alla riabilitazione e può offrire diverse forme di aiuto nel rapporto con la malattia, con la morte e con il dolore”. Il rapporto medico-paziente non dipende soltanto alla medicina, ma è anche espressione della cultura e della società alle quali appartiene la medicina stessa. Per contribuire all’umanizzazione della medicina, dell’assistenza e dell’ospedalizzazione è necessario tener presente il panorama culturale, perché la medicina non si pone fuori dalla società, sebbene abbia una sua dinamica autonomia. L’Autore sottolinea che l’obbiettivo della medicina del futuro deve consistere nel ristabilire un collegamneto tra l’antropologia, la cosmologia, la metafisica e la scienza. Non deve essere una separazione tra una medicina di tipo sperimentale, “scientifica” da un lato, e una medicina che si avvale dell’antropologia della cosmologia e della metafisica dall’altro. A questo riguardo il rapporto medico-paziente è il nodo centrale nel quale si può realizzare l’incontro tra le scienze naturali con le scienze umanistiche.
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Bertani, Michele. « Il capitale sociale come bene relazionale. Un'applicazione della network analysis nello studio delle reti di social support degli immigrati ». MONDI MIGRANTI, no 2 (janvier 2011) : 203–46. http://dx.doi.org/10.3280/mm2010-002010.

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L'articolo ha come oggetto il tema del capitale sociale nello studio delle migrazioni. Attraverso un'analisi dei diversi approcci analitici sul tema del capitale sociale, viene esplorato il ruolo che questo par-ticolare bene relazionale puň esercitare nelle transazioni che facilitano l'azione sociale tra individui e gruppi di origine immigrata. Viene infine presentata una ricerca empirica condotta a Verona sulle reti di aiuto e sostegno degli immigrati, mediante le tecniche della network analysis, con lo scopo di valutare se le risorse relazionali che circolano all'interno di queste reti facilitano o meno i percorsi di integrazione.
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Vaghi, M. A. « Principi ed interpretazione delle immagini RM ». Rivista di Neuroradiologia 1, no 1_suppl (avril 1988) : 5–12. http://dx.doi.org/10.1177/19714009880010s102.

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Résumé :
Questa breve introduzione agli argomenti di RM che verranno trattati in seguito da altri AA, ha come scopo di fornire un modesto aiuto a chi, non specialista, desideri avere un'idea dei fenomeni che stanno alla base delle immagini di RM. Ogni fenomeno che richiede nozioni di fisica particolari è stato evitato se non indispensabile per la comprensione delle immagini. Questo lavoro espone in forma semplificata fenomeni che stanno alla base della formazione del segnale, il significato dei tempi di rilassamento T1 e T2 e i loro rapporti con le sequenze impiegate e le immagini corrispondenti.
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Giancaterini, Antonella, Claudia Di Gregorio Zitella et Alessandro Celli. « Il gioco del silenzio : il segreto familiare come ostacolo alle funzioni coniugali e genitoriali ». RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no 33 (juin 2011) : 95–103. http://dx.doi.org/10.3280/pr2011-033007.

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Résumé :
Questo lavoro analizza gli effetti del segreto sul funzionamento familiare e le conseguenze che questo comporta, sia sul piano coniugale che genitoriale. Si analizzerŕ la connessione tra segreto e mito familiare e gli aspetti legati alle loro funzioni protettive e difensive dell'identitŕ dei membri della famiglia. Sul piano coniugale e genitoriale saranno presentate delle ipotesi sull'influenza del segreto nella definizione della relazione tra gli individui e sulla natura patogena di tale stile relazionale familiare. Sarŕ trattata, infine, la figura del terapeuta, sia come fattore di cambiamento rispetto allo svelamento del segreto in terapia che come aiuto alla famiglia nel connettere il suo "tempo".
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Lamera, Federica. « LAURA NUDA : UN INTENSO RITRATTO FEMMINILE NEL CINEMA ITALIANO DEGLI ANNI SESSANTA. » Revista Internacional de Culturas y Literaturas, no 15 (2014) : 270–81. http://dx.doi.org/10.12795/ricl.2014.i15.20.

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Résumé :
Quando, nel 1961, uscì Laura nuda di Nicolò Ferrari (1927-2008), il giovane regista era considerato una delle maggiori promesse del cinema italiano dell’epoca e il suo film, destinato probabilmente a rappresentare l’Italia al festival di Cannes di quell’anno, avrebbe dovuto consacrarne definitivamente la fama già acquisita come apprezzato aiuto di Rossellini, Antonioni e Bolognini ed eccellente documentarista. La storia di Laura, raffinato quanto difficile ritratto psicologico di una figura complessa di donna, per la delicatezza dei temi trattati, considerati scabrosi, però entrò nel mirino della censura, finendo per essere boicottato e dimenticato, dopo essere stato proiettato in condizioni di semiclandestinità.
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Wronka, Stanisław. « Transliteracja i transkrypcja alfabetu greckiego ». Ruch Biblijny i Liturgiczny 57, no 2 (30 juin 2004) : 91. http://dx.doi.org/10.21906/rbl.490.

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Nell’articolo si propone un sistema della traslitterazione e della trascrizione dell ’al fa be to greco, che viene poi spiegato sullo sfondo delle altre soluzioni e mostrato sugli esempi presi dal Nuovo Testamento. L’autore vuole offrire un aiuto a chi deve traslitterare o trascrivere un testo greco, il che accade non di rado nelle pubblicazioni bibliche, teologiche e filosofiche, perché la conversione dei caratteri greci in quelli latini sia precisa e comprensibile. Forse questa proposta potrebbe contribuire in qualche misura all’elaborazione di un sistema della traslitterazione e della trascrizione accettata e usata comunemente fra gli esegeti e teologi.
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Forti, Dario. « Setting fisici e digitali nello sviluppo organizzativo clinico ». EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no 37 (septembre 2022) : 129–49. http://dx.doi.org/10.3280/eds2022-037012.

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Résumé :
La vicenda pandemica ha reso attuale la questione del setting in tutte le prassi professionali delle relazioni di aiuto. Ma, mentre in ambito psicoanalitico e psi-coterapeutico, il setting è da molto tempo al centro del dibattito di studiosi e practitioner delle diverse scuole, in ambito non terapeutico, invece, al costrutto setting non è mai stata riservata un'attenzione specifica. Adesso, con la necessità di modificare e di adattare azioni e comportamenti in base alle possibilità di lavoro offerte in presenza o in remoto, il tema merita di essere approfondito, non solo per i vincoli pratici a tutti noti, ma anche per le nuove opportunità di rifles-sione e sperimentazione.
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Varchetta, Giuseppe. « Giustizia e "Passaggio a Nord Ovest" ». EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no 36 (février 2022) : 78–93. http://dx.doi.org/10.3280/eds2021-036008.

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Résumé :
Nella contemporanea società del rischio le pratiche della Giustizia, bloccate ancora perlopiù su istanze "liberali e conservatrice", sembrano impermeabili ad una riflessione su ipotesi di un accostarsi a istanze di una "giustizia riparativa". Per favorire questo transito il riconoscimento della funzione cognitiva e comunicativa delle emozioni è essenziale e in questa direzione l'ibridazione delle norme del diritto positivo con le soggettualità della letteratura, può essere una prospettiva feconda. Sullo sfondo le voci e il pensiero di Hume, Smith e Whitman e le ipotesi della psicosocioanalisi come aiuto a reggere il trauma del confronto con vertici disciplinari diversi, sono un non rinunciabile quadro di riferimento.
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Rapone, Anna Maria. « "Il grande suggeritore" : su e giù a spasso col sintomo, nella psicoterapia sistemicorelazionale- familiare ». RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no 55 (juillet 2022) : 72–97. http://dx.doi.org/10.3280/pr2022-055005.

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Résumé :
L'autrice, con la doppia formazione come psicoterapeuta sistemico-relazionale e ipnoterapeuta ericksoniana, presenta un lavoro sul significato del sintomo in psicoterapia, derivante da alcune riflessioni emerse in seguito alla sua esperienza clinica. Anche se il sintomo, solitamente, viene visto solo come un problema da eliminare definitivamente e velocemente, in questo articolo viene messo in risalto il "valore" del sintomo come aiuto e alleato del clinico, un "suggeritore" in grado di indicare la strada e i passi verso la guarigione. Attraverso l'esposizione di alcuni casi clinici, l'autrice si propone di esemplificare i punti cardine del Modello Sistemico Relazionale (con il singolo, la coppia e la famiglia) e l'utilizzo del sintomo nel processo psicoterapeutico.
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Catia Zetti, Martina Cannistraci et Cristina Denise Gatta. « La rete vivente : l’educazione all’aperto in collaborazione con le famiglie ». IUL Research 2, no 4 (20 décembre 2021) : 294–307. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v2i4.168.

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Résumé :
All’inizio dell’anno educativo 2020/2021 è emersa la volontà di rinnovare sia diversi elementi del nostro agire educativo sia gli spazi in cui solitamente ci muoviamo. In un periodo in cui la distanza detta le regole della didattica, abbiamo attivato alcuni strumenti per fare rete con le famiglie. Ciò ha dato origine a una “rete vivente” fondata sull’opportunità del mutuo aiuto. Prendendo spunto dalla natura e dal regno vegetale, abbiamo mutuato il concetto di rete come capacità di modificarsi e sostenersi per avanzare in un territorio inesplorato. Per la sperimentazione outdoor ci siamo inspirate ai nuovi concetti di “biofilia”, espressi da Wilson, al concetto di rete di Mancuso, all’attivismo pedagogico deweyano e al “fare esplorativo” di Guerra.
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Carretta, Ilaria, Antonella Di Biase, Stefania Bruzzese et Raffaele Visintini. « L'effetto delle misure di lockdown sulla capacità di regolazione emotiva degli adolescenti Uno studio su due realtà cliniche ». PSICOBIETTIVO, no 3 (décembre 2021) : 81–91. http://dx.doi.org/10.3280/psob2021-003005.

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Résumé :
La pandemia COVID-19 ha portato nel corso del 2020 e del 2021 ad una serie di misure sociali stringenti per prevenire il diffondersi del contagio. Nelle diverse realtà dove operano gli autori (l'ambulatorio filtro di psicoterapia dell'IRCCS Turro e l'ambulatorio AMU a Milano) si è assistito ad una maggiore richiesta di aiuto psicologico da parte degli adolescenti e della prima età adulta a seguito delle misure di lockdown del 2020. Questo aumento di richieste, conseguente all'aumento del disagio psicologico, non è casuale: gli autori ipotizzano che la mancanza di strutture regolatorie ambientali abbia portato ad un aumento di disregolazione emotiva in tutte le età, compresa l'età adolescenziale, con significative differenze rispetto all'anno precedente.
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Stortini, Caterina. « Misure per lo sviluppo dell'imprenditoria giovanile in Umbria. La valutazione della l.r. 12/95 di aiuto alle nuove imprese ». RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no 71 (décembre 2019) : 82–101. http://dx.doi.org/10.3280/riv2018-071005.

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Narzisi, Antonio, et Filippo Muratori. « Empatia e Teoria della Mente nei Disturbi Pervasivi dello Sviluppo : le persone con autismo possono riconoscere le emozioni ? » QUADERNI DI GESTALT, no 2 (mai 2012) : 101–12. http://dx.doi.org/10.3280/gest2011-002011.

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Résumé :
Le persone con autismo possono riconoscere le emozioni? Questa domanda č il focus del lavoro. I risultati del nostro studio mostrano prestazioni deficitarie nelle prove verbali di Teoria della Mente ma non in compiti di Teoria della Mente contestuale, ovvero nella comprensione dei contesti emotivi, suggerendo che la presenza di spunti contestuali č di aiuto per il riconoscimento delle emozioni in bambini con autismo. Questi dati sono stati brevemente discussi attraverso la teoria dell'isomorfismo interpersonale (Psicologia della Gestalt); la teoria della simulazione incarnata (embodied simulation di Gallese); e la teoria del confine di contatto (psicoterapia della Gestalt). Inoltre l'elaborazione locale dell'informazione (livello sistematizzante) non č considerata un ostacolo per l'elaborazione globale/gestaltica dell'informazione e per il riconoscimento delle emozioni ma piuttosto come un segno di neuro-diversitŕ.
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Galli, Pier Francesco. « Psicoterapia, psicoanalisi e psichiatria nei primi anni 1960. Appunti per una storia ». PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no 1 (mars 2011) : 75–88. http://dx.doi.org/10.3280/pu2011-001004.

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Résumé :
Pier Francesco Galli descrive alcuni sviluppi della psicoterapia, della psicoanalisi e della psichiatria in Italia nei primi anni 1960, in particolare riguardo al progetto culturale del Gruppo Milanese per lo Sviluppo della Psicoterapia da lui fondato (che nel 1978 prenderŕ il nome di Psicoterapia e Scienze Umane). Vengono discussi, tra gli altri, i seguenti temi: l'inserimento di nuove tecnologie e discipline (come la psicologia e la sociologia) nella cultura italiana del dopoguerra, il ruolo degli intellettuali, la formazione alle professioni di aiuto e la diffusione della psicoanalisi, il lavoro di équipe nei servizi psichiatrici, il ruolo delle case editrici, i corsi di aggiornamento organizzati a partire dal 1962, la cultura della psichiatria descrittiva importata nei primi anni 1980 dagli Stati Uniti col DSM-III, la aziendalizzazione della Sanitŕ, e cosě via.
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Pontalti, Corrado. « Essere famiglia tra adolescenza e societŕ ». RICERCA PSICOANALITICA, no 1 (mars 2011) : 61–77. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2011-001005.

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Résumé :
L'adolescenza č un tempo e un territorio di transito tra la famiglia e la societŕ. L'organizzazione "famiglia" e le caratteristiche della societŕ non sono delle invarianti. Mutano nel tempo a seconda delle caratteristiche generali di una cultura. La rapida trasformazione della cultura nell'epoca storica attuale ha profondamente modificato il senso istituzionale dell'"essere famiglia" e i compiti ad essa demandati dal sociale. I genitori non possono piů essere guidati da saperi tradizionali e si trovano di fronte a problematiche del tutto nuove nel momento in cui i figli transitano, con diversi e dirompenti compiti evolutivi, nei territori di un sociale che in pratica li ignora. Nell'articolo vengono approfondite, con rimandi clinici, queste tematiche quale consapevolezza necessaria per impostare correttamente il compito di aiuto proprio della professione di psicologi e di psicoterapeuti.
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Polli, N. S. A., A. Pierallini, M. Bonamini et M. Antonelli. « I tumori delle ghiandole lacrimali ». Rivista di Neuroradiologia 7, no 5 (octobre 1994) : 809–13. http://dx.doi.org/10.1177/197140099400700513.

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Résumé :
L'insorgenza di un tumore misto maligno su di un adenoma pleomorfo della ghiandola lacrimale è un evento piuttosto raro. In questi casi la diagnosi radiologica può presentare alcune difficoltà in quanto generalmente non sono presenti le alterazioni che normalmente sono evidenti nelle lesioni di tipo maligno (lesioni osteolitiche e/o infiltrazione delle strutture orbitarie circostanti). La biopsia preopratoria non viene comunemente utilizzata in quanto aumenta il rischio di trasformazione maligna e di disseminazione della neoplasia. Possono essere di aiuto nella diagnosi di tumore maligno la presenza di fini calcificazioni e di irregolarità nei contorni della lesione. Il sospetto diagnostico di tumore maligno è di fondamentale importanza in quanto determina il trattamento chirurgico che nei casi di lesione maligna è decisamente più aggressivo. Viene descritto un caso clinico studiato con ecografia, TC ed RM.
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Buccino, Alessia. « Le mille guerre di Iryna ». PSICOBIETTIVO, no 3 (décembre 2022) : 103–9. http://dx.doi.org/10.3280/psob2022-003009.

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Il lavoro clinico con Iryna ha rappresentato un chiaro esempio di quanto sia necessario affrontare gli interventi psicologici di emergenza e quel- li in cui si incontrano eventi traumatici, disagio sociale, esclusione e solitudine, coinvolgendo tutti gli attori coinvolti nella vicenda, compresi gli operatori che hanno partecipato agli interventi di aiuto, i caregivers e tutte le persone coinvolte affettivamente. È necessario liberarsi dei preconcetti lineari tra causa ed effetto e affrontare ogni vicenda attraverso una visione globale e unitaria dell'individuo e della sua storia, cercando fragilità e risorse, personali e collettive. Nel caso di Iryna, la guerra da cui è fuggita rappresenta soltanto una delle tante guerre, dei tanti traumi da dover affrontare e andavano cercate risorse che erano rimaste sepolte dalle macerie e che insieme a lei bisognava ritrovare.
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Boni, Federica, Marta Colombi, Ida Finzi et Serena Kaneklin. « Quando gli interventi di aiuto permettono a madri e bambini di non essere allontanati : home visiting come sostegno precoce alla genitorialità ». MINORIGIUSTIZIA, no 4 (mars 2019) : 143–54. http://dx.doi.org/10.3280/mg2018-004016.

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