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Thèses sur le sujet « Accordi, ristrutturazione, debiti »

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1

Galardo, Maurizio. « Gli accordi di ristrutturazione dei debiti ». Thesis, Universita' degli Studi di Catania, 2011. http://hdl.handle.net/10761/341.

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Résumé :
Universita' degli Studi di Catania Dottorato di Ricerca in Diritto Commerciale XXII Ciclo Dottorando: Maurizio Galardo Tesi di Dottorato: Gli accordi di ristrutturazione dei debiti. ABSTRACT La tesi analizza i profili contenutistici e negoziali dell'accordo di ristrutturazione dei debiti di cui all'art. 182 bis l. fall., pur senza svalutare gli aspetti procedimentali che assumono un rilievo determinante nella qualificazione della fattispecie. L'individuazione degli spazi concessi all'autonomia privata nella predisposizione dell'accordo di ristrutturazione, ha richiesto necessariamente la preventiva risoluzione di alcuni problemi di carattere sistematico e teleologico degli accordi, tra cui l'individuazione dei caratteri dell'istituto, con particolare riferimento agli elementi di comunanza e di diversita' rispetto ad altri strumenti finalizzati ad una soluzione negoziale della crisi d'impresa; la delimitazione del concetto di 'ristrutturazione' ed il suo rapporto, complementare o alternativo a quello di 'risanamento'; l'inquadramento del rapporto che intercorre tra il <> e quello <> di formazione dell'accordo. Nel delineare il possibile contenuto dell'accordo si e' tenuto conto anche della recente casistica giurisprudenziale formatasi su questo tema. Il lavoro nel suo complesso tende a valorizzare le potenzialita' dell'istituto, come strumento di composizione della crisi d'impresa; ne emerge cosi' un istituto dal contenuto amplissimo, modellabile dall'autonomia privata a seconda degli interessi concreti che esso mira a comporre, il quale si inserisce come componente principale, anche se non autosufficiente, all'interno del procedimento di cui all'art. 182 bis l.fall., che concorre a qualificare la fattispecie distinguendola da altre ipotesi di composizione negoziale della crisi d'impresa.
Universita' degli Studi di Catania Dottorato di Ricerca in Diritto Commerciale XXII Ciclo Dottorando: Maurizio Galardo Tesi di Dottorato: Gli accordi di ristrutturazione dei debiti. The agreements of debt restructuring ABSTRACT The thesis analyzes the points of view pertaining to content and transaction about the agreement of debt restructuring, as at art. 182 bis l. fall., even without undervaluing the procedural aspects, which hold a prominent position in the case in point. Identifying the spaces granted by private autonomy, in preparation of the restructuring agreement, necessarily required the preventive resolution of some problems of systemic and teleological type concerning the agreements. Among them identifying the characters of the institution, with a special concern to the traits of community and diversity in comparison with other instruments directed to a contractual solution of the enterprise crisis: delimitation of the concept of à ¢ restructuringà ¢ and its complementary or alternative relationship with the concept of à ¢ recoveryà ¢ , and setting of the relationship existing between the à ¢ transaction time à ¢ and the à ¢ jurisdictional timeà ¢ in making the arrangement. A record of recent jurisprudential cases developed on this topic has been also taken in consideration, when outlining the possible content of the arrangement. As a whole the work aims to bring out the potentialities of the institution as instrument of settlement of the enterprise crisis. An institution with a very wide content comes out , moldable from the private autonomy , according to the actual interests it aims to settle, which enters the proceedings of art. 182 bis l.fall as main component, though not self-sufficient, and which contributes to characterize the case in point, distinguishing it from other hypotheses of enterprise crisis.
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2

Agostini, Mirco <1988&gt. « Gli accordi di ristrutturazione dei debiti ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2847.

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Résumé :
La tesi sviluppa l'istituto degli accordi di ristrutturazione dei debiti disciplinato dall'art. 182 bis della legge fallimentare. L'elaborato si pone, quindi, l'obiettivo di inquadrare tale fattispecie e di analizzarne le varie modifiche intervenute negli anni. Nella tesi si approfondisce anche il ruolo dei creditori, l'attività del professionista che deve attestare la fattibilità e l'attuabilità degli accordi e le varie fasi della procedura, che si conclude con il giudizio di omologazione e la pubblicazione nel registro delle imprese.
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3

Morandin, Francesco <1992&gt. « Gli accordi di ristrutturazione dei debiti ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12721.

Texte intégral
Résumé :
La tesi approfondisce uno degli strumenti che l'ordinamento italiano mette a disposizione dell'imprenditore in crisi: l'accordo di ristrutturazione del debito, analizzandone gli aspetti normativi, i risvolti dottrinali e giurisprudenziali e i gli aspetti pratici.
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4

Bellinato, Mariavirginia <1984&gt. « "L'art. 182 bis : Gli accordi di ristrutturazione dei debiti" ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1838.

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5

Guzal, Liwia Ksymena <1995&gt. « La transazione fiscale negli accordi di ristrutturazione dei debiti ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19587.

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Résumé :
Il presente lavoro affronta il tema dell'istituto della transazione fiscale mettendo in luce gli aspetti "spinosi" dell'istituto, la sua evoluzione nel corso del tempo (dalla transazione fiscale al trattamento dei crediti tributari) e, infine, le novità che sono state introdotte dal nuovo Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza. In particolare, nella parte iniziale dell'elaborato, dopo una breve riflessione circa la discrezionalità amministrativa e la compatibilità dell'istituto in esame con il principio dell'indisponibilità dell'obbligazione tributaria, si ripercorre l'evoluzione dell'istituto suddividendo la disciplina in due momenti chiave: ante Legge n. 232/2016 (soffermandoci sulla natura facoltativa od obbligatoria della transazione fiscale, la presunta infalcidiabilità dell'IVA e il consolidamento del debito fiscale) e post Legge.232/2016. Il capito secondo rappresenta il fulcro della presente tesi ovvero l'istituto della transazione fiscale applicato agli accordi di ristrutturazione dei debiti, alla luce dei recenti indirizzi della giurisprudenza. Nella prima parte vengono illustrati gli aspetti procedurali quali la presentazione della domanda di transazione fiscale con i documenti allegati, i criteri di valutazione della proposta e l'omologazione dell'accordo; nella seconda parte, invece, ci si sofferma sul trattamento dei crediti tributari e sull'estensione o meno del divieto di trattamento deteriore dei crediti erariali privilegiati nell'ambito degli accordi di ristrutturazione dei debiti. In ultimo, vengono illustrate le modifiche recate dal Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza, introdotto dal D. Lgs 12 gennaio 2019, n. 4 e anticipato con la Legge 27 novembre 2020 n. 159, con una particola attenzione al meccanismo del cram down e agli articoli 63 e 48 del Codice della crisi con le eventuali problematiche interpretative annesse e i decreti correttivi introdotti in seguito.
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6

Zagaia, Eleonora <1992&gt. « La tutela dei creditori negli accordi di ristrutturazione dei debiti ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/9216.

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Résumé :
L'elaborato si pone l'obiettivo di individuare i vantaggi connessi al superamento della crisi aziendale attraverso l'istituto degli accordi di ristrutturazione dei debiti. Dopo un breve assaggio degli aspetti fondamentali dell'istituto, ci si addentra nelle tutele legali concesse ai creditori aderenti ed estranei e si prospetta un'attenta analisi degli art. 182 quarter, quinquies e septies. Al termine della dottrina si trovano delle casistiche che riassumono quanto approfondito all'interno dell'elaborato che consentono una conoscenza pratica di alcuni accordi di ristrutturazione omologati e non.
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7

GENTILE, CAROLINA. « GLI ACCORDI DI RISTRUTTURAZIONE DEI DEBITI DELL'IMPRESA ARTICOLATA IN UN GRUPPO ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/98839.

Texte intégral
Résumé :
La tesi si propone l’obbiettivo di analizzare la disciplina degli accordi di ristrutturazione dei debiti dell’impresa articolata in un gruppo, come prevista nel nuovo codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza. Il lavoro è strutturato in quattro capitoli, il primo dei quali ha la funzione di breve introduzione all’argomento. Più precisamente, nell’ambito del primo capitolo si è voluto dare conto dello stato dell’arte nel contesto ante riforma e dei principi che hanno ispirato la riforma. Esaurita la parte introduttiva, il secondo capitolo è stato dedicato, invece, ad esporre i rilievi preliminari sui termini del problema, anche al fine di individuare le modalità interpretative per una ricostruzione dottrinale della disciplina, la quale appare, prima facie, piuttosto lacunosa. La seconda parte del capitolo è stata dedicata, invece, ad esaminare la nozione di gruppo, al fine di definire l’ambito applicativo della nuova disciplina. Nell’ambito del terzo capitolo si è proceduto, invece, a dare conto del ruolo riferibile alla holding nella gestione della crisi di gruppo. Si è, poi, dato luogo all’analisi della fattispecie normativa degli accordi di ristrutturazione dell’impresa articolata in un gruppo, trattando in modo più approfondito dei problemi applicativi che l’istituto pone. Il quarto capitolo, infine, è stato dedicato ad una disamina dei profili procedimentali, ovvero delle problematiche che vengono in considerazione nella fase processuale cui gli accordi di ristrutturazione sono soggetti al fine della loro omologazione.
The thesis aims to analyze the discipline of debt restructuring agreements of the corporate group enterprise, as provided for in the new code of business crisis and insolvency. The work is structured into four chapters, the first of which serves as a brief introduction to the topic. More precisely, in the context of the first chapter it is showed the state of the art in the pre-reform context and of the principles that inspired the reform. The second chapter is dedicated, instead, to exposing the preliminary remarks on the terms of the problem, also in order to identify the interpretative methods for a doctrinal reconstruction of the discipline which appears, prima facie, rather incomplete. The second part of the chapter is dedicated to examining the notion of group, in order to define the application scope of the new discipline. In the context of the third chapter, instead, it was considered the role attributable to the holding in managing the group crisis. Then there were analyzed the application problems of the discipline debt restructuring agreements of the group enterprise. The fourth chapter is dedicated to an examination of the procedural profiles, i.e. the problems that are taken into consideration with regard to the procedural phase to which the restructuring agreements are subject in order to be approved.
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GENTILE, CAROLINA. « GLI ACCORDI DI RISTRUTTURAZIONE DEI DEBITI DELL'IMPRESA ARTICOLATA IN UN GRUPPO ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/98839.

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Résumé :
La tesi si propone l’obbiettivo di analizzare la disciplina degli accordi di ristrutturazione dei debiti dell’impresa articolata in un gruppo, come prevista nel nuovo codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza. Il lavoro è strutturato in quattro capitoli, il primo dei quali ha la funzione di breve introduzione all’argomento. Più precisamente, nell’ambito del primo capitolo si è voluto dare conto dello stato dell’arte nel contesto ante riforma e dei principi che hanno ispirato la riforma. Esaurita la parte introduttiva, il secondo capitolo è stato dedicato, invece, ad esporre i rilievi preliminari sui termini del problema, anche al fine di individuare le modalità interpretative per una ricostruzione dottrinale della disciplina, la quale appare, prima facie, piuttosto lacunosa. La seconda parte del capitolo è stata dedicata, invece, ad esaminare la nozione di gruppo, al fine di definire l’ambito applicativo della nuova disciplina. Nell’ambito del terzo capitolo si è proceduto, invece, a dare conto del ruolo riferibile alla holding nella gestione della crisi di gruppo. Si è, poi, dato luogo all’analisi della fattispecie normativa degli accordi di ristrutturazione dell’impresa articolata in un gruppo, trattando in modo più approfondito dei problemi applicativi che l’istituto pone. Il quarto capitolo, infine, è stato dedicato ad una disamina dei profili procedimentali, ovvero delle problematiche che vengono in considerazione nella fase processuale cui gli accordi di ristrutturazione sono soggetti al fine della loro omologazione.
The thesis aims to analyze the discipline of debt restructuring agreements of the corporate group enterprise, as provided for in the new code of business crisis and insolvency. The work is structured into four chapters, the first of which serves as a brief introduction to the topic. More precisely, in the context of the first chapter it is showed the state of the art in the pre-reform context and of the principles that inspired the reform. The second chapter is dedicated, instead, to exposing the preliminary remarks on the terms of the problem, also in order to identify the interpretative methods for a doctrinal reconstruction of the discipline which appears, prima facie, rather incomplete. The second part of the chapter is dedicated to examining the notion of group, in order to define the application scope of the new discipline. In the context of the third chapter, instead, it was considered the role attributable to the holding in managing the group crisis. Then there were analyzed the application problems of the discipline debt restructuring agreements of the group enterprise. The fourth chapter is dedicated to an examination of the procedural profiles, i.e. the problems that are taken into consideration with regard to the procedural phase to which the restructuring agreements are subject in order to be approved.
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Tesser, Alessandra <1990&gt. « Crisi d'impresa : la gestione per mezzo degli accordi di ristrutturazione dei debiti ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8076.

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Résumé :
Con il presente lavoro si intende approfondire l’argomento della crisi d’impresa e delle strategie di risanamento che si possono adottare, focalizzandosi in particolar modo sugli accordi di ristrutturazione dei debiti. Nel primo capitolo si definisce il concetto di crisi, descrivendo le principali cause che possono determinarla e delineando un ampio ventaglio di tipologie. Nella parte centrale dell’elaborato, dopo una breve analisi degli strumenti idonei per l’individuazione dei momenti di difficoltà aziendali, verranno studiati i possibili interventi da attuare per fronteggiare la crisi, come il concordato preventivo, i piani attestati di risanamento e gli accordi di ristrutturazione dei debiti, concentrandosi soprattutto su questi ultimi. Il lavoro si conclude con un approfondimento sull’azienda milanese Vincenzo Zucchi S.p.A., che ha stipulato degli accordi di ristrutturazione dei debiti con i suoi creditori.
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RESTUCCIA, DARIO. « Gli accordi di ristrutturazione dei debiti tra autonomia privata e controllo nell'interesse dei terzi ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/20361.

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Résumé :
L’analisi della normativa sugli accordi di ristrutturazione dei debiti effettuata nel corso della presente indagine ha consentito, non solo di ricostruire la disciplina che regola tale istituto, ma anche di rilevare alcuni aspetti fondamentali dell’intera riforma del diritto fallimentare. In particolare è stato possibile, anche sulla scorta dell’analisi storica sulla evoluzione degli interessi giudicati meritevoli di protezione dai vari ordinamenti che si sono succeduti nel tempo, dare contezza del termine, invalso nella dottrina specialistica, “privatizzazione” dell’insolvenza commerciale, che non deve essere inteso come integrale attribuzione ai privati della gestione della crisi d’impresa e contemporanea esclusione dell’intervento dell’autorità giudiziaria (c.d. degiurisdizionalizzazione). La crisi d’impresa riguarda una pluralità di interessi, sia di natura privatistica che di tipo pubblicistico, diversi ed ulteriori rispetto a quelli del debitore e dei creditori che partecipano alla conclusione dell’accordo di ristrutturazione dei debiti. Si è dunque sottolineato come proprio le esigenze di protezione di questi diversi interessi impongano l’intervento dell’autorità giudiziaria. Ovviamente il ruolo del giudice disegnato dall’impianto scaturente dalla riforma del diritto fallimentare è molto lontano e diverso da quello del giudice delegato previsto nelle procedure concorsuali dalla legge del 1942, in cui era protagonista attivo ed indiscusso. Negli accordi di ristrutturazione dei debiti, invece, la decisione sulla scelta degli strumenti ritenuti più idonei a comporre la crisi d’impresa è completamente demandata alla libera determinazione delle parti nella loro piena autonomia contrattuale. Ma dato che la loro contrattazione potrebbe avere degli effetti, ancorché solamente indiretti, sulla sfera giuridica di soggetti terzi estranei, si rende opportuno e necessario l’intervento dell’autorità giudiziaria che, in sede di omologa dovrà effettuare un giudizio di merito circa l’attitudine dell’accordo a svolgere la sua funzione di soluzione della crisi imprenditoriale e la sua idoneità a garantire l’integrale pagamento dei creditori estranei. Questi ultimi, infatti, rimangono terzi rispetto al negozio di ristrutturazione e, secondo i principi generali, qui certamente applicabili, non possono risentire in via diretta degli effetti dell’accordo. Visto che la legge prevede che gli atti posti in essere in esecuzione di un accordo di ristrutturazione dei debiti siano esenti da revocatoria qualora l’accordo si riveli inidoneo a risolvere la crisi e dunque si giunga ad un successivo fallimento dell’imprenditore insolvente, l’autorità giudiziaria omologante dovrà valutare attentamente, secondo un giudizio prognostico, la serietà del piano e l’attitudine dell’accordo a svolgere correttamente al sua funzione. In questa prospettiva, dunque, appare errato parlare di un degiurisdizionalizzazione della crisi d’impresa, dovendosi al massimo, spinti da una irrefrenabile esigenza classificatoria, ricorrere al concetto di disintermediazione giudiziaria.
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Scanferla, Alessandro <1989&gt. « La terza via nella gestione delle crisi d'impresa : gli Accordi di ristrutturazione dei debiti ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5003.

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Miotto, Linda. « Interesse sociale e finanziatori insider : l'esperienza statunitense sui conflitti e le prospettive del diritto italiano ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3426600.

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Résumé :
The research aims at studying the corporate interest in the framework of the new financing techniques provided by the reform of company law in order to implement the investors’ mentoring and monitorig activities in the start up as well as in the corporate reorganization process. Part I provides a comparative and historical overview of the two basic models that have long competed in corporate law scholarship about the nature and the purpose of a corporation: institutionalism and contractualism. The claim is to underline that these two paradigms, which seem pointed in opposite directions because ultimately rested on strongly conflicting political visions of the appropriate foundations of corporate law, in another perspective, and specifically in the context of contemporary corporate law, are to be reconciled at least because the depth of the disagreement is not understandable in the light of the existing complex set of the firm’s contractual relationships. The shareholder primacy conception – which holds that a corporation is owned by its stockholders and that managers have a duty to maximize stockholder wealth - is unsatisfactory as a descriptive matter, in particular because to disregard the claims of nonshareholder constituencies is inconsistent with the positive role that creditors can play in the corporate governance. Under this approach, the analysis of the complexity of capital structure in relation to control rights becomes a central framework to inquiry. Part II sets out underlying that the contracts between the various corporate financial claimants and the corporation are inevitably incomplete because of the high transaction costs of fully specifying state-contingent agreements that would cover all possible circumstances. The hybrid securities are placed in this context as one of the legal structures introduced to promote economic efficiency. The debate over nonshareholder protection, with special regard to the question if fiduciary duties run also to bondholders and preferred shareholders, demonstrates, first, that while the bond indenture is an imperfect instrument, fiduciary duty is not a panacea, second, that much of the basis for distinctions between stockholder and bondholder remedies is outdated. Commentators posit that corporations should maximize value for shareholders alone mainly for an instrumental claim, that is because shareholders, as residual claimants, have the greatest incentive to maximize the value of the society as a whole. However, the diversification of the financial instruments leads to redefine the relation between ownership and control besides the notion of “residual claimant”, and supports the idea that, also the corporate interest, as like as the corporate control, is subject to negotiation. This conclusion, in turn, induce to treat the bondholders with voting rights as controlling the corporation and, thereby, to examine the broad issue of creditors’ responsibility so that the bond contract serves as the font of all rights and duties. In so doing, Part III attempts to shed some light, on the one hand, upon the implications of the power to influence or control corporate decisionmaking on the lender liability and, on the other hand, upon the opportunity to refer to bondholders the rules recently enacted in the field of s.r.l. In spite of nonshareholders rarely find it in their interest to contract with shareholders to vary the shareholder-primacy default rule and to play an active role in corporate governance, however, in certain contexts such as insolvency, circumstances can change so it is important to find in the liability (and in the confidence in the efficacy of judicial intervention) a balance between the renewed faith in the institution of contract and the opportunity to take into consideration also the creditors called “outsiders”. The dominant model in today's scholarship suggests that voluntary debt adjustments by enterprises in financial distress systematically disadvantage dispersed bondholders, that have a little bargaining power and are subject to debtor or institutional investors strategic behavior. The “liability lever”, nonetheless, could dissuade banks from investing in hybrid securities. On account of this, Part IV focuses on the bankruptcy law reform to evaluate the profitability of the new financing techniques in financial distress. In particular, the attention is paid to the choice between the two restructuring regimes (bankruptcy and out-of-court restructuring) and its impact on the governance system. Impeding financial distress as often as not means to avoid responsibility; at the same time using covenants to contractually secure various control rights typically assigned to equity holders creditors are enabled to address the restructuring perspective. In this perspective, the economic efficiency of the "half-way" instruments between shares and debentures is enhanced by the intersection of multiple mechanisms, including private restructuring, the market for corporate control, management incentives, creditor activism, and a host of others. An understanding of the unique dynamics of bankruptcy and non bankruptcy legislation has become essential to understand the fundamentals of corporate governance and its balance with relation to the behavior of the corporate interest in front of the borrowing claims.
Le pagine che seguono intendono offrire una rilettura dell’interesse sociale alla luce degli strumenti con i quali le più recenti riforme legislative hanno voluto consentire il coinvolgimento dei finanziatori nel governo della società dalla fase di start up a quella di crisi. Il primo capitolo opera una ricostruzione storica e comparata della contrapposizione tra le due scuole di pensiero che tradizionalmente si misurano sulla nozione di società e di interesse sociale: istituzionalismo e contrattualismo. L’intento è fare emergere come questi due moduli interpretativi, sebbene appaiano destinati ad una divergenza insuperabile perché radicata in ultima analisi su approcci politici profondamente configgenti sui fondamenti stessi del diritto societario, in un’altra prospettiva e specificamente nel contesto dell’assetto normativo attuale, necessitano viceversa d’essere conciliati in un quadro unitario. Ciò quantomeno perché le ragioni tradizionalmente addotte a fondamento del divario interpretativo hanno per la più parte perso aderenza al dato normativo dopo che questo è stato ridisegnato dalla riforma componendo in una diversa pluralità di forme le relazioni contrattuali inerenti alla società. La teoria della primazia dei soci – la quale ravvisa nella società una proprietà degli azionisti e nella massimizzazione della ricchezza di questi ultimi l’interesse in funzione del quale la società deve essere amministrata - non è soddisfacente sul piano descrittivo, in particolare perché negando ogni considerazione alle istanze dei non soci si mostra incoerente con il ruolo attivo che il legislatore ha consentito ai creditori nella stessa corporate governance. L’osservazione di questo nuovo elemento sposta dunque il baricentro dell’indagine sulla relazione tra la complessità della struttura finanziaria della società e la titolarità di diritti di controllo sulla stessa. La relativa analisi è condotta nel capitolo secondo, che muove dalla considerazione per cui i contratti tra i vari finanziatori e la società soffrono di un’incompletezza resa inevitabile dagli alti costi di transazione associati alla pretesa di disciplinare in sede negoziale ogni possibile evenienza. Gli strumenti ibridi di partecipazione trovano collocazione in questo contesto in quanto meccanismo legale innovativo di promozione dell’efficienza economica connessa alle istanze di competitività nell’accesso al finanziamento della piccola o media impresa. Un’efficienza, questa auspicata, da valutarsi soprattutto con riguardo al dibattito sul fondamento legale o contrattuale delle tutele da riconoscere agli investitori non azionisti, la ricostruzione del quale dimostra anzitutto che né il contratto di finanziamento né la tutela giudiziale successiva possono considerarsi strumenti perfetti, e in secondo luogo che il contesto normativo riformato impone di porre in discussione molti dei presupposti sui quali è tracciata la distinzione in punto di tutela tra azionisti e non azionisti. Rileva in tal senso l’argomento dottrinale secondo il quale le società dovrebbero massimizzare il valore per i soli azionisti perché così facendo – in considerazione delle pretese residuali di cui tale categoria è referente – otterrebbe di massimizzare il valore per l’intero ente. Ebbene, tale assunto è oggi posto in discussione dalla diversificazione degli strumenti di finanziamento, che sollecita a ridefinire la relazione tra proprietà e controllo nonché la nozione stessa di “residual claimant”, e supporta l’idea che anche l’interesse sociale, così come il controllo sociale, si presti ad essere determinato in via negoziale. Questa conclusione, a sua volta, induce a valutare la posizione dei finanziatori con poteri di voice in termini di controllo sulla società e, di conseguenza, ad esaminare l’ampio tema della responsabilità dei creditori nella prospettiva che il contratto di finanziamento sia veicolo non solo di diritti ma anche di oneri di condotta. Così procedendo, il terzo capitolo si prefigge di fare luce, anzitutto, sulle implicazioni che l’attribuzione ai finanziatori del potere di influenzare o controllare il processo decisionale della società esercita in tema di responsabilità e, sotto un secondo profilo, sull’opportunità di riferire ai portatori di strumenti partecipativi la disciplina recentemente dettata in seno al corpo normativo delle s.r.l. con riguardo alla responsabilità patrimoniale e gestionale dei soci. Premesso che raramente è da ritenere che i finanziatori istituzionali possano trovare conforme ai loro interessi alterare in sede contrattuale il principio residuale di primazia degli azionisti per svolgere in luogo di questi ultimi un ruolo attivo nella governance della società, ciononostante non è da escludere che in determinati contesti – e in specie in quello di crisi - le valutazioni di convenienza possano essere diverse. Potrebbe quindi essere rilevante trovare nella responsabilità (e nell’efficacia dell’intervento giudiziale) un bilanciamento tra la rinnovata fiducia nell’autonomia contrattuale e l’opportunità di prendere in considerazione anche i creditori privi di capacità di conseguire in sede di negoziazione un livello idoneo di tutela (cd. finanziatori “outsider”): ciò soprattutto in quanto il modello dominante in dottrina evidenzia che le politiche di debito assunte dalle società in stato di crisi svantaggiano sistematicamente la massa non organizzata dei creditori, che si trovano pertanto esposti a comportamenti strategici del debitore o degli investitori istituzionali. D’altro canto proprio la leva della responsabilità potrebbe dissuadere le banche dall’investire negli strumenti ibridi di finanziamento, così vanificando l’innovazione legislativa e con essa gli intenti di garantire maggiore competitività al nostro ordinamento. In considerazione di questi diversi elementi, il quarto capitolo si volge allo studio della recente riforma fallimentare, per valutare la profittabilità delle nuove tecniche finanziarie nella fase di crisi. In particolare, l’attenzione è riposta sulle soluzioni concordate alla crisi dell’impresa e sul relativo impatto sul sistema di governance. Per un verso emerge come evitare la procedura fallimentare nel più dei casi significhi sottrarsi dall’essere convenuti in azioni di responsabilità; per altro verso si delinea come ricorrendo a clausole contrattuali attributive di diritti di controllo i creditori ottengano di indirizzare non solo le politiche di investimento ma anche quelle di risanamento delle società finanziate, e con ciò dunque di poter contenere il rischio dell’attivarsi delle responsabilità da eterogestione. Se si considera come l’opzione per le soluzioni pre-fallimentari possa avvantaggiare l’intera massa dei creditori, si è indotti a ritenere che l’efficienza economica degli ibridi finanziari trovi realizzazione solo nell’intersezione di molteplici prospettive, legate alla privatizzazione dell’insolvenza, al mercato del controllo delle società, al coinvolgimento dei creditori negli assetti di governo delle società finanziate. La comprensione unitaria di tali dinamiche, legate al contempo alla solvenza e all’insolvenza, si pone quindi come momento essenziale per l’interpretazione degli equilibri di governance in relazione al complesso atteggiarsi dell’interesse sociale in relazione alle istanze di finanziamento.
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GALEOTTI, EDOARDO. « I POTERI E LE RESPONSABILITÀ DEI CREDITORI TITOLARI DI STRUMENTI FINANZIARI PARTECIPATIVI NELL¿AMBITO DELLE PROCEDURE STRAGIUDIZIALI DI RISOLUZIONE DELLA CRISI DI IMPRESA ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2016. http://hdl.handle.net/2434/346239.

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Résumé :
The dissertation deals with the powers and the responsibility of the banks which hold financial instruments referred to in article 2346, sixth paragraph of the Italian Civil Code within the framework of the out-of-court procedures of the resolution of the companies crisis. The first chapter aims to investigate the economic and legal reasons that encourage the use of the financial instruments within the abovementioned framework and the powers that can be allocated to the creditors by these in-struments. The second chapter analyzes the duty of goog faith and fair dealing of the banks which hold financial instruments and the consequences deriving from a breach of these principles. The third chapter draws the responsibility of the banks which hold financial instruments resulting from a violation of the article 2497 of the Italian Civil Code.
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Biffis, Alvise <1989&gt. « Profili fiscali degli accordi di ristrutturazione del debito ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9454.

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Résumé :
L'obbiettivo della ricerca è quello di fornire un quadro completo delle peculiarità fiscali che possono sorgere a seguito della composizione negoziale della crisi d'impresa mediante accordi di ristrutturazione del debito ex art. 182-bis l.f. e della transazione fiscale ex art. 182-ter
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SINATRA, Daniele. « PROFILI CIVILISTICI DEGLI ACCORDI DI RISTRUTTURAZIONE DEL DEBITO ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/100796.

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DE, ROSA CORRADO. « IL FINANZIAMENTO ALLE IMPRESE IN CRISI ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2015. http://hdl.handle.net/2434/282730.

Texte intégral
Résumé :
The subject of the analysis relates the liabilities against the banks arising from the lending to companies in economic distress or default ("concessione abusiva di credito"). Traditional doctrines, from France and Belgium, affirmed that the bank should be considered liable for the damages caused to the creditors of the company. This claim is based on the principle of entrust and deceptive appearance: the creditor negotiates with the company, and trusts the company's solvency, because the bank funded (and keeps on founding) it. Italian courts (see also Cassazione Sezioni Unite 7029-7030-7031/2006) followed the above mentioned interpretation, but determined that the creditor's claim is personal: the bank cannot be sued by the official receiver ("curatore fallimentare"). As a consequence of the above, banks are actually immune from any claim: single creditors do not have the power and information needed to prove the liability. “Concessione abusive del credito”, under this interpretation, is a rigid and limited tort. Some Authors suggested that the banks, in case of negligent lending, can be considered as shadow directors - interfering in the company's decisions - and can be sued by the official receiver ("curatore fallimentare") for the damages caused to the company itself. This analysis explores another solution, resulting from recent studies in Germany (H. KÖTZ, Vertragsrecht, Tübingen, 2009) and Italy (C. MIGLIO, L’autonomia privata nel rapporto di finanziamento bancario, Giust. Civ. 2013, 9, p. 473). Briefly, under this different interpretation, the bank's loan granted to companies defaulted and/or in distress, should be considered void. This different solution considers the “concessione abusive di credito” a threat to economic public order, generating negative externalities. Italian Constitution states that economic initiatives (“iniziativa economica”) cannot be contrary to public social utility (art. 41 co 2) – and bank law declares that the bank is obliged to a safe and prudent lending (art. 5 T.U.B.). As a consequence of the above mentioned second interpretation, the banks lose every guarantee, mortgage and surety securing the relevant loans; furthermore the banks can be sued by “curatore fallimentare” for precontractual liability (art. 1338 c.c.): if someone does not disclose the voidness of a contract (that he knows or should know that it is void) the other part shall be compensated of the relevant damages suffered. The last step of the analysis regards loan agreements executed in the framework of a restructuring procedure. Italian bankruptcy law has developed in the last 10 years three different restructuring procedures: “piani di risanamento” (art. 67 l.fall.), “concordato preventivo” (art. 160 l.fall.) and “accordi di ristrutturazione dei debiti” (art. 182-bis l.fall.). According to the prevailing doctrine, in the context of a restructuring procedure, the bank cannot be considered liable of “concessione abousiva di credito”: the relevant loan agreement is promoted and fostered by Italian law. But under an economic analysis of such law, a “no liability” rule is inefficient: the bank could avoid any credit rating and investigation on the condition of the company, allocating the default risk on the other creditors. We suggest that Italian law’s “favor” should be valued in considering bank’s malice or negligence. Only when the lender knows (or should have known) that the turnaround plan was inconsistent, he should be asked for compensation by the creditors. In this perimeter, the contract should be usually considered enforceable: Italian law encourages lending during the turnaround procedures – the contract is not contrasting economic public order, but it can be the base of a compensation plea.
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