Thèses sur le sujet « Abuso, diritto »
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FRATTINI, MARCO. « L'ABUSO DEL DIRITTO NEL DIRITTO DEI CONTRATTI ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2013. http://hdl.handle.net/2434/219666.
Texte intégralThis PhD dissertation deals with the analysis of the abuse of right’s doctrine under the Italian contractual law. The research aims to study a possible interpretation of the abuse of right’s phenomenon in terms of a legal principle independent and autonomous from the bona fide principle. The study focuses in particular on the relationships between the abuse of rights’ doctrine and the “B2b agreements” in the light of the so called market failures. Furthermore the research investigates also the possible remedies applicable in case of violation of the abuse of right’s principle. Chapter 1 provides for an historical introduction to the abuse of right’s doctrine whereby the main theories advanced from time to time by the main French and Italian Scholars that analyzed ex professo the matter are briefly exposed. Chapter 2 focuses on a systematic analysis of the law case to which the Italian Court considered applicable the abuse of right’s principle as well as the single law provisions which contain references to the concept of abuse of right. Chapter 3 contains a reconstructive proposal of the abuse of right’s phenomenon based on a teleological criterion that would consent to qualify the abuse of right in terms of autonomous and independent legal principle under the Italian legal environment.
Sorbello, Pietro <1977>. « Abuso del diritto e repressione penale. Profili di diritto penale sostanziale ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/8200/1/sorbello_pietro_tesi.pdf.
Texte intégralMetaphorically speaking, the relationship between criminal liability and abuse of law may be described as a flame beneath ashes. In summary, a punishment based on the abuse of law is not consistent with the principle of legality recognized by the Italian Constitution: according to the Article 25, paragraph 2, in fact, no one may be punished except on the basis of a law enacted by the Parliament. Nevertheless, an infringement of the constitutional principle of legality occurred in the Dolce & Gabbana case where a criminal conviction for tax avoidance was pronounced by the Criminal Courts. In the lack of an express provision punishing tax avoidance, only tax evasion may be punished under Italian criminal law. Moreover, the punishment for tax avoidance was not foreseeable according to the principle of legality enshrined in Article 7 of the ECHR due to the fact that prior to the “Dolce & Gabbana” case tax avoidance was not qualified as an offence in the Italian case-law.
GRANDI, MAURO. « Abuso del diritto e sue applicazioni giurisprudenziali ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2012. http://hdl.handle.net/10281/29834.
Texte intégralRUSSETTI, DANIELE. « Abuso del diritto : principio interpretativo o categoria generale del diritto dell'unione europea ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/41955.
Texte intégralCentamore, Giuseppe <1987>. « Abuso del processo, abuso di strumenti processuli e Abuse of Process Doctrine : una comparazione al crocevia fra legalità formale e sostanziale ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/8225/1/Centamore_Giuseppe_tesi.pdf.
Texte intégralThe thesis faces the topic of the abuse of process within the Italian criminal system, through an analysis which, moving from the national view, adopts as further points of reference the comparative research (particularly, focused on the England and Wales legal system) and the synthetic analysis of the notion of Abuse of Right on to international level (more in the specific one, with respect to the European Convention of the Human Rights and the Fundamental Chart of Human Rights). From a recognition of the scenario, matured in the italian system, I attempt to trace a delimitation of the essential elements of the dogmatic category (through the analysis, particularly, of the pronunciation of the Supreme Court (Sez. Un., September 29 th 2011, Rossi). The research keeps on with the comparative perspective: I focus the England and Wales system, with a study aimed at highlighting points of divergence and, at the same time, the existence of common traits that may allow to mutuate solutions adopted in that headquarters. Therefore, I conduct a recognition of the international legal scenario and interpretative panorama on the subject is made. Final reflections converge in a critique of the jurisprudence made in Italian law and of the limits of the framing offered, as well as of the inability of the dogmatic category so elaborated to offer appropriate solutions to the real problems generated by the abuse of process and, perhaps, the necessity to come up with the prospect of a different paradigm of the notion, according to a reconstruction that, while not denying the essence of the principle of strict legality in a procedural context, would conceive of a temperament of it, intended to offer an answer to any untrue behavior of the prosecution (capable of undermining the defense's defense), as well as those of the defendant.
Di, Stasi Sibilla. « Abuso del diritto e clausole generali in una prospettiva multidisciplinare ». Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2014. http://hdl.handle.net/10556/1472.
Texte intégralLa clausola della buona fede è stata oggetto di un intenso dibattito dottrinale che ha messo in evidenza le sue molteplici funzioni: criterio di valutazione delle condotte dedotte nel contratto, strumento per individuare condotte ulteriori ed esigibili nei limiti dell’apprezzabile sacrificio, fonte di obblighi a carattere protezionistico. In tal senso la buona fede presenta un diretto collegamento con l’art. 2 Cost. e con il valore della solidarietà di cui tale norma è espressione. Esso rappresenta nel nostro ordinamento un modo grazie al quale è possibile effettuare il controllo delle sopravvenienze contrattuali, soprattutto nei rapporti di durata, nonché gestire la fase esecutiva di essi laddove nascano “naturalmente” squilibrati. E’ questo il caso del contratto di lavoro subordinato. Il fondamento della debolezza del lavoratore è ricollegabile, da una parte allo squilibrio del mondo del lavoro e al coinvolgimento personale di esso, dall’altra alla conformazione del rapporto di lavoro in base alla quale il datore esercita poteri discrezionali sindacabili da parte del giudice attraverso il filtro delle clausole generali. L’utilizzo di quest’ultime in chiave valutativa dei poteri datoriali, tuttavia, ha faticato a trovare piena legittimazione nel diritto del lavoro in virtù della presenza dell’ art. 41 Cost. che, sancendo la libertà di iniziativa economica privata, sembrerebbe non lasciare spazio ad una sindacabilità delle scelte imprenditoriali se non nei limiti della “non contraddizione” e della “imparzialità” delle stesse. Sotto la vigenza del regime corporativo, infatti, essendo l’attività produttiva orientata al perseguimento di una finalità pubblica, i poteri datoriali erano giustificati solo in vista di tale scopo mentre l’interesse del prestatore era tutelato in modo residuale e “occasionalmente protetto”. In seguito si accede all’idea che non vi sia una subordinazione della posizione del singolo lavoratore a quella imprenditoriale derivante dall’essere quest’ultima finalizzata al perseguimento del superiore interesse della produzione nazionale. La dottrina, pertanto, elabora il criterio dello sviamento della funzione causale dell’atto in base al quale si invalidano le manifestazioni di volontà che si allontanino da questa. Il limite di tale ricostruzione, tuttavia, è da individuare nel riconoscimento della libertà delle scelte imprenditoriali che implica l’assenza di un obbligo di comportarsi da buon imprenditore. Attualmente la tecnica maggiormente usata dalla giurisprudenza in tema di sindacato sulla legittimità delle scelte imprenditoriali, è quella dell’ ”abuso del diritto” che si ha nell’ipotesi in cui un diritto venga ad essere apparentemente esercitato entro la “cornice normativa” che lo riconosce ma per finalità estranee a quelle per le quali è stato attribuito dal legislatore. Nella valutazione dell’ abusivismo della condotta, ruolo cardine è svolto proprio dalle clausole di correttezza e buona fede che svolgono una funzione di chiusura del sistema orientando i privati a perseguire il valore della solidarietà anche nell’esercizio della libertà contrattuale. Recentemente, infatti, la giurisprudenza ha avuto modo di affrontare la problematica dell’abuso nel noto “caso Renault” (Cass. Civ. 18 settembre 2009 n. 20106). In questa occasione si è precisato che ogni diritto non è completamente libero nel suo esercizio soggiacendo a due limiti: uno di carattere causale, secondo il quale l’esercizio dello stesso non deve essere contrario alla ragione per la quale il legislatore ne ha riconosciuto la titolarità, l’altro, di natura modale, che impone di esercitare il diritto arrecando il minor sacrificio possibile agli interessi della controparte. Partendo da questa pronunzia si è estesa la riflessione al campo del diritto del lavoro dedicando particolare attenzione all’istituto del mobbing, nonché allo straining, oggetto di un recentissima sentenza della Cassazione (n.28603/2013). Si è analizzata, in particolare, la possibilità (in assenza di una tutela penalistica ad hoc e stante la dibattuta sussumibilità nell’art. 572 c.p.) di stigmatizzare le condotte datoriali sotto il profilo dell’abuso con riguardo ai profili di responsabilità datoriale nelle ipotesi di mobbing sia verticale che orizzontale. La tematica dell’abuso, inoltre, ha ricevuto nuova linfa a seguito di un intervento normativo (art. 30 l. n. 183/2010). Tale disposizione reca con sé il rischio di una eccessiva ingerenza del giudice in valutazioni di pertinenza esclusiva dell’imprenditore, fenomeno a cui si è ovviato sancendo il divieto di controllo giudiziale sul merito e sull’opportunità delle decisioni tecniche, organizzative e produttive del datore lasciando all’operatore del diritto il delicato compito di far sì che la libertà di iniziativa economica non si svolga in contrasto con l’utilità sociale e non arrechi danno alla dignità umana del lavoratore. [a cura dell'autore]
XII n.s.
Landi, Valerio <1977>. « Autonomia privata e abuso di posizione dominante ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1320/1/Landi_Valerio_Tesi.pdf.
Texte intégralLandi, Valerio <1977>. « Autonomia privata e abuso di posizione dominante ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1320/.
Texte intégralTodesco, Sara. « Per una ricostruzione teorico-generale del concetto di abuso del diritto ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425178.
Texte intégralFalcade, Nicola <1991>. « ABUSO DEL DIRITTO TRIBUTARIO : ANALISI E RIFLESSIONI DELLA NUOVA DISCIPLINA ANTIELUSIVA ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/9048.
Texte intégralIop, Barbara <1970>. « Abuso del diritto, configurazione in ambito tributario e certezza del contribuente ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14596.
Texte intégralMerlo, Federica <1996>. « Acquisto di azioni proprie previamente affrancante dal socio cedente : profili di abuso del diritto ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18178.
Texte intégralCarbone, Gioacchino. « Legittimo risparmio di imposta, elusione fiscale e abuso del diritto : il Caso "Dolce & ; Gabbana" ». Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2016. http://hdl.handle.net/10556/2472.
Texte intégralThe objective of my work is basically in an attempt to describe the complex phenomenon of tax avoidance, now flanked by the principle of abuse of rights, which has always represented a road used by the taxpayer in order to obtain an undue saving tax, difficult to fight by the legal system of tax law. The aspect that most characterizes the elusive operations and makes it difficult to recognize and to be repressed is that the taxpayer obtains this objective through the use of legal transactions permitted peacefully and governed by the legal system, therefore, through a operation that is "dresses up" as legitimate tax savings. Before the last amendment legislation, the Italian legislature, unlike what has been done in other jurisdictions, has never wanted to introduce a general anti-elusive clause in the tax law, although they understand of its effectiveness in close every stretch mark in the system, because of the fear to assign of the Revenue Agency a power of investigation too broad and therefore potentially damaging to the freedom of private economic initiative which, under Article 41 of the Italian Constitution, suffering only the limit of the public utility... [edited by Author]
L’obiettivo del mio lavoro consiste, fondamentalmente, nel tentativo di descrivere il complesso fenomeno dell’elusione fiscale, ora affiancato dal principio di abuso del diritto, il quale da sempre rappresenta una strada utilizzata dal contribuente, al fine di ottenere un indebito risparmio d’imposta, difficile da contrastare da parte dell’ordinamento giuridico di diritto tributario. L’aspetto che caratterizza maggiormente le operazioni elusive e le rende difficili da riconoscere e da reprimere risiede nel fatto che il soggetto passivo ottiene il suddetto obiettivo mediante l’utilizzo di negozi giuridici pacificamente consentiti e disciplinati dall’ordinamento giuridico, dunque grazie ad un’operazione che si “traveste” da lecito risparmio d’imposta. Prima dell’ultima modifica normativa, il legislatore italiano, a differenza di quanto fatto in altri ordinamenti giuridici, non ha mai voluto introdurre una clausola generale antielusiva nel diritto tributario, pur essendo consapevole della sua efficacia nel chiudere ogni smagliatura del sistema, a causa del timore di attribuire all’Agenzia delle Entrate una potestà di accertamento troppo ampia e dunque potenzialmente lesiva della libertà di iniziativa economica privata che, in base all’art. 41 della Costituzione, soffre il solo limite della pubblica utilità... [a cura dell'Autore]
XIV n.s.
LOY, DIEGO. « Abuso di gestione e conflitto di interessi : la responsabilità penale degli amministratori, sistemi a confronto ». Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2018. http://hdl.handle.net/11567/942211.
Texte intégralGUCCIARDO, Ignazio Gabriele. « L'impugnazione delle deliberazioni assembleari negative ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2020. http://hdl.handle.net/10447/401248.
Texte intégralSQUITIERI, MAURO. « Monopolizzazione ed abuso di posizione dominante : analisi comparata della legislazione dell'Unione Europea e degli Stati Uniti d'America ». Doctoral thesis, Università Bocconi, 2011. https://hdl.handle.net/11565/4054139.
Texte intégralQUATTROCCHI, GIUSEPPE. « Il divieto di abuso del diritto comunitario ed il suo utilizzo a fini di contrasto all'elusione fiscale nell'imposizione sul valore aggiunto ». Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2011. http://hdl.handle.net/10446/909.
Texte intégralCORRADO, LEDA RITA. « L’elusione tributaria nel dialogo tra corti europee ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/88370.
Texte intégralPICCININI, VALENTINA. « Asimmetria ed abusività nei rapporti tra banca e clientela ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2008. http://hdl.handle.net/10281/2399.
Texte intégralMiragem, Bruno Nubens Barbosa. « Diretrizes teórico-dogmáticas para a interpretação e aplicação do artigo 187 do código civil - renovação e possibilidades da teoria do abuso do Direito no Brasil ». reponame:Biblioteca Digital de Teses e Dissertações da UFRGS, 2007. http://hdl.handle.net/10183/13088.
Texte intégralO presente trabalho destina-se a ser uma contribuição para o exame dos contornos atuais da teoria do abuso do direito no Brasil. Para tanto, parte da exegese da cláusula geral do artigo 187 do Código Civil brasileiro, que estabelece nova hipótese de ilicitude, sem a exigência de culpa para sua caracterização, a partir do exercício do direito que viole os limites do seu fim econômico e social, da boa-fé ou dos bons costumes. Procura-se identificar esta norma como espécie de ilicitude objetiva, vinculada, por intermédio dos limites que estabelece, à proteção da confiança. Para tanto, busca-se estabelecer diretrizes para concreção dos limites previstos na norma, em vista da conduta do titular do direito, bem como sistematizar as conseqüências que resultam de sua aplicação, dentre os quais a imputação do dever de indenizar, a invalidade e a ineficácia do ato abusivo ou que decorre do abuso. Observa-se, deste modo, que o artigo 187 do Código Civil brasileiro, ao consagrar o abuso do direito como hipótese de ilicitude objetiva, consagra disposição apta ao controle do exercício dos direitos subjetivos e demais prerrogativas jurídicas em todo o sistema de Direito Privado, visando à proteção da confiança.
This work purposes to realize a contribution to the study of actual limits of law abuse theory in Brazil. Thus, the present study starts from the exegesis of the general clause of article 187 of Brazilian Civil Code, which establishes a new tort hypothesis, that doesn’t request guilt, but characterizes itself on executing a right that violates the limits of his economic and social scope, of good fait or good costumes. We tempt of identify this norm as an objective tort specie, entailed to the trust protection. Consequentially, we tempt to establish some directives that consolidate the limits established by the norm, considering the behaviour of the titular of the right, and systemize the consequences that derived from his applicability, such as attributing the duty of indemnify the abuse act by law abuse invalidity or inefficacy. We observe, on this way, that article 187 of Brazilian Civil Code, consecrating the law abuse as an objective tort hypothesis, establishes a norm able to control the exercise of subjective rights and that juridical prerogatives of the entire system of private law, looking at the trust protection theory.
Iaquinta, F. « L'ABUSO DEL DIRITTO NEL RAPPORTO DI LAVORO SUBORDINATO AUTONOMIA SISTEMATICA, SPAZI DI OPERATIVITA', RUOLO DEL GIUDICE ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2016. http://hdl.handle.net/2434/379091.
Texte intégralSilva, Chiara. « Il sindacato del giudice penale nei reati contro la pubblica amministrazione : una verifica alla luce del delitto di abuso d'ufficio ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3421988.
Texte intégralL’elaborato si occupa del sindacato del giudice penale in materia amministrativa, con particolare riferimento ai delitti contro la pubblica amministrazione. L’analisi si sviluppa, innanzi tutto, differenziando il tema rispetto al diverso e ben più ristretto argomento della disapplicazione del provvedimento amministrativo. Si pone in rilievo infatti come, al contrario che in passato, la prospettiva del giudice penale più che consistere nella disapplicazione debba limitarsi all’accertamento degli elementi del reato. Dopo alcune considerazioni generali, e una disamina delle riforme legislative succedutesi in materia, con particolare riferimento alle figure di reato che presentano maggiori spunti critici in tema di sindacato del giudice penale, lo studio si sofferma principalmente sul delitto di abuso d’ufficio. ‘E su tale reato, infatti, che si intende verificare, in particolare, la permanenza – o meno – di un ampio sindacato del giudice anche a seguito della novella del 1997. Gli elementi più problematici su cui si incentra l’attenzione, così, sono la violazione di legge o regolamento, l’ingiustizia dell’evento e il dolo intenzionale.
GONCALVES, DA CUNHA BROKAMP ELYS DAYSE. « Il franchising : tra l'autonomia contrattuale e l'abuso di dipendenza economica ». Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2013. http://hdl.handle.net/11566/242569.
Texte intégralThe thesis illustrates the process of typing rules, until the introduction of the Law. 129, 2004, and successively, through its interpretations and applications. Particular attention is paid to the requirements for the protection of 'affiliate, the supposedly weaker than a contract and a relationship characterized by an obvious structural asymmetry. The study analyzes the various forms of business integration, focusing on 'franchise, define its characteristics in relation to other forms of integration, more specifically with regard to the protection of' weak company, a perspective that in recent years has seen the emergence of new asymmetry hypothesis worthy of regulatory action. This thesis investigates specifically the 'applicability as protection of the' affiliate, the prohibition of abuse of economic dependence, dictated by 'art. 9 of Law n. 192 of 1998 in subcontracting is applicable to all relations between companies. L 'objective of the study was to verify the relation between the aforementioned art. 9 of Law n. 192 of 1998 and the. n. 129 of 2004 and, more generally, the principle of contractual freedom in a constitutional order based on the principle of financial solidarity. The work sees a solution in court renegotiation of the contract that has substance too unbalanced as a result of the abuse of the stronger party.
MANNINO, ANDREA. « L'abuso della responsabilità limitata e la tutela del lavoratore ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2010. http://hdl.handle.net/10281/16523.
Texte intégralANZINI, MARTINA. « Abuso di posizione dominante e tutela dell'accesso al farmaco : prospettive e limiti ». Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2018. http://hdl.handle.net/11566/253174.
Texte intégralThe thesis aims at assessing whether social values are or can become relevant to competition law interpretation, thus constituting a theoretical effort to grant those values a further way of satisfaction. The exploration of such new path has gained importance in the last decades, due to the decline of the legal concepts that have traditionally protected the most basic social aspirations. The question needs, however, to be circumscribed if it is to be tested empirically. Therefore, the thesis focusses on whether access to essential drugs has gained relevance to the interpretation of the abuse of dominant position. Following the specification of the question, a few recent cases characterized by a socially oriented application of Art. 102 TFEU are examined in depth. Notably, the analysis concerns two cases of unfair pricing (Aspen and Pfzer-Flynn), as they were obviously useful to contrast the exploitative behaviour of the firms against consumers of essential medicines, as well as two cases of regulatory gaming. In our view, the latters are to be considered significant attempts to fight the opportunistic strategies of firms, which are equally detrimental to competitors as well as to patients-consumers and health care systems-clients. The analysis leads to the conclusion that competition law interpretation can, as suggested at the start of the essay, confer relevance to some shared aspirations running deep in the social context. An element needs, however, to be taken into due consideration: the hermeneutics of competition law find its distinctive mark in the complex nature of the norm, which is co-defined by law and economics, thus making it impossible to undertake a creative interpretative process while ignoring the identity of the forbidden conduct as elaborated by the economic theory. This leads to the conclusion that the boundaries of a socially oriented interpretation mainly identify with the limits of antitrust economics.
Bardini, Federica. « La nuova disciplina tributaria anti-abuso nel contesto internazionale ed europeo. Analisi critica del regime sanzionatorio alla luce dei principi di legalità e proporzionalità ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3424918.
Texte intégralIl presente lavoro è il risultato di una ricerca sulla fattispecie e sulla disciplina dell’elusione fiscale o abuso del diritto che si è condotta con l’obiettivo di individuare un humus comune a livello unionale e, più in generale, condiviso dai Paesi dell’OCSE, alla luce del quale poter valutare la nuova clausola generale antielusiva italiana prevista dall’art. 10-bis L. n. 212/2000 e il corrispondente regime sanzionatorio. Il Capitolo I analizza il significato di elusione fiscale e pratiche abusive secondo il sistema dell’OCSE e l’ordinamento dell’Unione, dei quali il nostro Paese è parte, confrontandolo con gli altri concetti strettamente connessi di pianificazione fiscale aggressiva (Aggressive Tax Planning o “ATP”) ed erosione della base imponibile e trasferimento degli utili (Base Erosion and Profit Shifting o “BEPS”) e precisando i rapporti che intercorrono con la dottrina civilistica dell’abuso del diritto. Esso fornisce alcune linee guida essenziali in materia di abuso del diritto o elusione fiscale per cogliere le interferenze che sussistono fra i diversi livelli di normazione e superare la compartimentazione cui sovente si assiste a causa dell’utilizzo di termini differenti e della loro provenienza da fonti giuridiche di diverso livello o atti aventi un’efficacia giuridica diversa (diritto e soft law). Il Capitolo II illustra la strategia antielusiva articolata che l’OCSE ha promosso in attuazione del mandato politico conferitogli dal G20 e che si è tradotta nelle 15 Azioni del Progetto BEPS e nella redazione del Modello di Convenzione OCSE 2017. In particolare, si intende effettuare una ricognizione del significato di pratiche abusive o elusive a livello internazionale, esaminare lo standard minimo di protezione contro il fenomeno dell’applicazione indebita delle norme delle Convenzioni fiscali contro le doppie imposizioni per fini elusivi (treaty abuse), ed illustrare gli obblighi di compliance a carico dei contribuenti e dei loro consulenti fiscali quali tasselli della più ampia strategia antielusiva raccomandata agli Stati partecipanti. L’analisi condotta in tale capitolo permette di confrontare l’art. 10-bis L. n. 212/2000 con la regola generale concepita per prevenire e reprimere l’abuso delle Convenzioni fiscali (cd. PPT rule) e comprendere se la norma domestica possa trovare applicazione in via unilaterale in mancanza di quest’ultima. Il Capitolo III ricostruisce il quadro giuridico antielusivo dell’Unione e affronta con spirito interdisciplinare la questione se il divieto di abuso del diritto costituisca un principio generale del diritto europeo. L’esame della giurisprudenza della Corte di Giustizia sul principio generale del divieto di pratiche abusive e sul cd. abuse of law, ossia sull’applicazione abusiva delle libertà di circolazione per scopi elusivi, è seguito dall’analisi delle fonti di diritto tributario europeo che prevedono l’introduzione di clausole antiabuso, con cenni anche alle iniziative peculiari intraprese in attuazione del Piano d’azione per un Mercato Unico Digitale. L’indagine è funzionale a chiarire il raggio d’azione delle regole antiabuso di matrice comunitaria e a valutare l’impatto delle libertà sancite dai Trattati e dall’Accordo sullo Spazio Economico Europeo alla luce del tradizionale rule of reason test applicato dalla Corte di Giustizia sulle norme antielusive nazionali, dunque fornisce le indicazioni necessarie per vagliare la conformità dell’art. 10-bis con il diritto dell’Unione ampiamente inteso. In questo capitolo si esaminano anche gli atti legislativi finalizzati ad intensificare lo scambio di informazioni fiscalmente rilevanti fra i contribuenti e le Amministrazioni fiscali e fra queste ultime nei loro rapporti reciproci e ad accrescere il livello di collaborazione e trasparenza da parte degli intermediari nella lotta contro la pianificazione fiscale aggressiva. Il Capitolo IV prosegue la ricerca sulla cornice normativa sovranazionale entro la quale va collocata la disciplina italiana anti-abuso con l’individuazione e l’approfondimento dei principi vincolanti europei in materia sanzionatoria che si desumono dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia e che sono sanciti nella Carta di Nizza e nella CEDU. Per intuire anche possibili sviluppi della giurisprudenza sul versante delle sanzioni per violazione del divieto di pratiche abusive, la trattazione avrà un taglio multidisciplinare e sarà diretta non solo a definire in astratto il contenuto e la portata dei principi fondamentali, in specie dei principi di legalità e proporzionalità, ma anche ad esplicitare le loro possibili ricadute sulla disciplina sanzionatoria dell’abuso del diritto o elusione. Infine, il Capitolo V analizza le tappe fondamentali che hanno condotto alla codificazione della norma generale anti-abuso nell’ordinamento tributario italiano, avendo cura di specificare la sua specialità rispetto al concetto di abuso nel diritto civile e soffermandosi sul contenuto e sull’ambito di applicazione dell’art. 10-bis L. n. 212/2000 in base al diritto europeo vigente. Dopo un excursus sul trattamento sanzionatorio delle fattispecie di elusione fiscale e abuso del diritto nella vigenza dell’art. 37-bis del D.P.R. n. 600/1973 e del principio giurisprudenziale antielusivo, si vuole sottoporre a verifica la rispondenza del regime punitivo vigente ai principi che governano il sistema sanzionatorio tributario, e segnatamente ai principi di legalità e proporzionalità e ragionevolezza delle sanzioni, con l’intento di identificare gli attuali profili critici e prospettare possibili interventi di adeguamento della disciplina. Il “test” che ci si propone di effettuare impone una riflessione sulla natura delle conseguenze previste dall’art. 10-bis nei casi di abuso del diritto o elusione fiscale e sul ruolo dell’interpello antiabuso ai fini sanzionatori ed è completato da un’analisi comparatistica con altri ordinamenti che si contraddistinguono per la previsione di un apparato antiabuso complesso, che si articola in strumenti di compliance come il regime di comunicazione obbligatoria degli schemi abusivi assistito a sua volta da sanzioni, sistemi di allerta e altri meccanismi di ausilio interpretativo a favore dei contribuenti.
RONCO, STEFANO MARIA. « La nozione di imprenditore nel diritto tributario tra forma societaria e reddito d'impresa ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/87602.
Texte intégralPONTIGIA, Lavinia. « La dichiarazione del minore nei casi di sospetto abuso sessuale : tra diritto e psicologia. Disciplina e prassi vigenti in termini di valutazione della testimonianza nel procedimento e nel processo penale ». Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2021. http://hdl.handle.net/10446/181283.
Texte intégralBrusegan, Carlotta. « L'Abuso di informazioni privilegiate : dalle tradizionali problematiche alle nuove prospettive comunitarie ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3422579.
Texte intégralLa presente ricerca ha ad oggetto lo studio e l’analisi della fattispecie di Abuso di informazioni privilegiate. In primo luogo, vengono prospettate le questioni che si pongono alla base dell’attuale disciplina in Italia. Viene tracciato un breve quadro sull’evoluzione normativa e giurisprudenziale della fattispecie di Insider trading nell’ordinamento statunitense, ripercorrendo le tappe maggiormente significative della sua genesi e mettendo in luce eventuali punti di raccordo con la disciplina attualmente vigente in Italia. Viene, poi, brevemente ricostruita l’esegesi della normativa italiana, partendo dalle basi del diritto comunitario (dalla Direttiva 89/592/CEE fino a giungere alla più recente Legge 62/2005). La presente indagine arriva, quindi, a trattare delle teorie elaborate in relazione alla ratio repressiva del divieto e all’interesse tutelato dalla norma, dando conto delle varie posizioni elaborate dalla dottrina e del rapporto sussistente con la trasparenza societaria. L’approfondimento prosegue, dunque, con lo studio della nozione di informazione privilegiata (art. 181 t.u.f.), soffermandosi sul carattere preciso dell’informazione e sull’influenza della notizia sull’andamento del prezzo degli strumenti finanziari (c.d. price sensitivity). Al termine di tale ricostruzione, si arriva al cuore della presente ricerca, ossia l’analisi della fattispecie di Abuso di informazioni privilegiate (artt. 184 e 187 bis t.u.f.) evidenziando le relative questioni aperte. L’indagine giunge, poi, al raffronto con la nuova fattispecie amministrativa di Insider trading introdotta con la Legge 62/2005, concentrandosi sulla depenalizzazione dell’agire dei c.d. insiders secondari. Viene fatto cenno al (duplice) ruolo della Consob nei procedimenti penali e amministrativi per Abuso di informazioni privilegiate. L’analisi si concentra, infine, sulle nuove esigenze europee di riforma della disciplina letta in un’ottica di insieme. Vengono, in particolare, illustrati un recente intervento della Corte di Giustizia della Comunità Europea e due provvedimenti elaborati a fine 2011 dalla Commissione europea (una Proposta di Direttiva e una Proposta di Regolamento). L’intento sotteso a tali provvedimenti è quello di dettare delle regole minime di disciplina del fenomeno sotto il profilo penale e di uniformare la disciplina dei Paesi membri. Conclusivamente, si cerca di valutare la normativa attuale sotto il profilo dell’efficacia e della coerenza sistematica.
PETTINELLI, ROBERTO. « LA GESTIONE DEL DISSENSO COLLETTIVO. FONDAMENTO E LIMITI DEL PRINCIPIO DI MAGGIORANZA TRA VALORIZZAZIONE DEL DETTATO COSTITUZIONALE E RAFFORZAMENTO DELL'ORDINAMENTO INTERSINDACALE ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/18749.
Texte intégralThe work analyzes the evolution of the management of the trade union’s dissent and, in particular, it aims to offer a systematic reconstruction of the normative and an analysis of the majority principle in the context of labor relations, considering their current and potential effects. This especially because, in cases of periodic interruption of the action of the major trade union federations, the “major revolution” - already been adopted in the public sector – is often referred as the fundamental solution to conflicts; that’s why it is accepted by the recent inter-confederation agreements. But what is the relation between the union democracy and the majority rule? The answer is provided in the four chapters of the work, with the historical and reconstructive approach, through the study of the grounds and the limits of the majority principle both in its associated field and in the evolution of labor relations, with the goal of reaching the analysis of “Testo Unico del 10 gennaio 2014” and art. 8, d.l. 138/2011 (l. n. 148/2011)”. Finally, in the last chapter, we are going to discuss, in case of a trade union law, the challenges and the concrete problems that the possible adoption of the majority rule could provide.
PETTINELLI, ROBERTO. « LA GESTIONE DEL DISSENSO COLLETTIVO. FONDAMENTO E LIMITI DEL PRINCIPIO DI MAGGIORANZA TRA VALORIZZAZIONE DEL DETTATO COSTITUZIONALE E RAFFORZAMENTO DELL'ORDINAMENTO INTERSINDACALE ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/18749.
Texte intégralThe work analyzes the evolution of the management of the trade union’s dissent and, in particular, it aims to offer a systematic reconstruction of the normative and an analysis of the majority principle in the context of labor relations, considering their current and potential effects. This especially because, in cases of periodic interruption of the action of the major trade union federations, the “major revolution” - already been adopted in the public sector – is often referred as the fundamental solution to conflicts; that’s why it is accepted by the recent inter-confederation agreements. But what is the relation between the union democracy and the majority rule? The answer is provided in the four chapters of the work, with the historical and reconstructive approach, through the study of the grounds and the limits of the majority principle both in its associated field and in the evolution of labor relations, with the goal of reaching the analysis of “Testo Unico del 10 gennaio 2014” and art. 8, d.l. 138/2011 (l. n. 148/2011)”. Finally, in the last chapter, we are going to discuss, in case of a trade union law, the challenges and the concrete problems that the possible adoption of the majority rule could provide.
GIULIANI, SAMUELE. « FORMA E NULLITÀ DI PROTEZIONE NEI CONTRATTI FINANZIARI ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2021. http://hdl.handle.net/2434/850498.
Texte intégralThis study aims to analyze the new formal requirements of contracts introduced by special legislation, together with the connected remedy of “protective nullity”, in the perspective of their respective functions. Through the regulation of relationships with disparity of contractual power, the legislator acknowledged the needs emerging from the changed economic context, where real estate property is no longer central, given the rise of a dynamic, competitive market of products and services, where asymmetric contracts prevail; in this context, the most relevant asset is information, held by the “strong” professional party, towards which the other party is in a position of structural weakness. In this situation, the form of the contract is no longer only aimed at guaranteeing certainty in the circulation of property: it becomes an instrument for reducing information asymmetries and ensuring the transparency of the contractual contents, with consequent promotion of the order, the efficiency and the competitiveness of the relevant market. The same protection purpose inspires the nullity provision, which limits the right of action to the weaker party only. Therefore, the “protective” form and nullity of the contract will be analyzed in a joint and interconnected study, carried out with specific reference to the financial sector, which represents a fertile field of investigation for the examination of the critical issues regarding the connection between special legislation and general rules set forth under the Italian Civil Code. This analysis, to be carried out by doctrine, proceeds together with the process of gradual review of the general categories of civil law. In such perspective, this study investigates how the enhancement of the function of law can contribute to evolve legal categories, in order to provide adequate answers to the problems arising in the modern economic reality. This approach is also endorsed by a recent ruling of the Italian Supreme Court, which seems an expression of a renewed “jurisprudence of interests”. The above-mentioned analysis starts from the study, in the first chapter, of the evolution of the functions of the form of contract. The second chapter is dedicated to the in-depth study of the form of financial contracts, carried out by analyzing the characteristics and limits of formal protection in such field, as well as its integration through the provision of specific information and conduct duties of financial intermediaries. Among the issues which arise from the formal requirement, particular attention is paid to the validity of financial contracts signed only by the investor. The third chapter focuses on the protective nullity provided for investment contracts; it is dedicated, in particular, to the issue of possible abuses of the advantages granted by the legal system to the weaker party, with specific regard to the so-called “selective” claims. The study tries to suggest solutions aimed at avoiding a dysfunctional use of the protective legislation, which occurs when such rules are exploited for purposes other than those envisaged by the legislator. On the one hand, the enhancement of the specific functions of special legislation is useful in order to guarantee a consistent interpretation and a renovation of the traditional legal categories of form and nullity of the contract; on the other hand, such approach allows to prevent an opportunistic use of the rules aimed at protecting the weaker party, which would have disruptive effects not only on individual contractual relationships, but also on the system as a whole. In the specific field of financial intermediation, the considerations above demonstrate the unfairness of legal actions based on the nullity of the financial contract, when proposed in the absence of a real information harm, for the sole purpose of obtaining the return of the sums used for disadvantageous investment transactions, regardless of an actual lack of information or inadequacy to the investor’s risk profile. Lastly, the analysis carried out offers a contribution to the study of the limits of formal protection, especially in sectors such as the financial one, characterized by an intrinsic high complexity of the products and services under offer. In light of the evolution of legislation and regulation, it is now clear that information transparency, conveyed by the contractual document, is necessary but not sufficient to ensure a substantial protection of the weaker party. This outcome inevitably requires the effective compliance with the behavioural duties of the professional party.
CAVALLINI, GIONATA GOLO. « IL «NUOVO» LAVORO AUTONOMO. QUALIFICAZIONE E TUTELE DOPO IL D.LGS. N. 81/2015 E LA L. N. 81/2017 ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2019. http://hdl.handle.net/2434/615459.
Texte intégralThe doctoral research aims to give an answer to a series different questions arising at a first impact with the new Italian discipline regulating self-employed work as provided for by the legislative decree 81/2015, concerning the reform of the contractual models, and by the law 81/2017, concerning the protection of self-employed «non-entrepreneurial» work. The combination of these new provisions produced indeed a little “earthquake” in the system of Italian labour law, and, in particular. The innovations represented by the discussed introduction of a new discipline regarding bogus self-employment (so called hetero-organized collaborations: art. 2, d.lgs. 81/2015) together with the specification of the elements of a genuine self-employed collaboration (art. 15, l. 81/2017) calls for a rethinking of the traditional notions of labour law, as they introduce new categories in the area comprehended by the two poles represented by autonomous work and dependent (subordinate) work. On the other hand, the label «non-entrepreneurial» that the Legislator used to individuate the beneficiaries of the new discipline calls for an investigation regarding the border between (self-employed) work and (medium and small) businesses. Therefore, it seems necessary to individuate, in the first place, the external borders of the complex legal situation «self-employed work», which has traditionally been considered as a residual area compressed by the world of employment and the world of small businesses. In the second place, it seems also necessary to individuate the internal borders of self-employed work, which is articulated in several subcategories covering the area of those self-employed workers who devote the main part of their activity to a main client on a continuative basis. Meanwhile, the introduction on a universalistic basis of a protective regulation, which is structured as the private law remedies applicable to contractual relations characterized by the imbalance of bargaining power of the parties, requires a rethinking of the techniques of protection of «genuine» self-employed work. It is in the combination of these two different elements of innovation that it is possible to appreciate the title chosen (The «new» self-employed work. Qualification and legal protection after the legislative decree n. 81/2015 and the law 81/2017) and the articulation of the thesis in four chapters. In the first chapter, after some introductive reflexions about the concept of «autonomy» and its legal characterization under Italian law, we tried to make a genealogical analysis of the subject, in order to appreciate how during the XXth century self-employed work was compressed by the predominant figure of the employment contract and that for a long time the regulatory approach has been conceived mainly in terms of repressing bogus self-employment. In the second chapter we try to individuate the main characteristics of self-employed work and its internal and external borders. To this end, after having underlined that the dichotomy autonomy-subordination is still a cornerstone of the Italian labour law system, the dissertation continues examining the internal partitions of the figure – hetero-organized work, coordinated work – and its constitutive elements and then investigating the complex relation between the world of (self-employed) work and the world of (medium and small) businesses, expressly excluded from the new protective measures dedicated to «non-entrepreneurial» work. The third chapter deals more in particular with the new protective measures introduced in 2017 and it is articulated in three sections. The first section regards the contractual protection of self-employed work and it analyses the elements of the new discipline that recall closely the innovations coming from the field of private law, with particular regard to the B2b contractual relationships. The second section examines the innovations brought in the field of social security and tax regulation. The third section deals with the instruments of collective protection applicable to self-employed workers, in order to verify, also under European law, potentialities and limits of collective dialogue and conflict in the field of non-subordinate work. The last chapter, finally, deals with the phaenomenon of the so-called gig economy. The decision to dedicate the final part of the dissertation to this topic derives from the fact that insofar as the new forms of work emerged in the gig economy are qualified as self-employed relationship – and it seems that this is the direction taken by Italian case law – they represent the perfect prototype of “weak” self-employed work that shall look at the new protective provisions.
LENZINI, CHRISTIAN. « Danno e offesa degli abusi di mercato ». Doctoral thesis, Università Bocconi, 2013. https://hdl.handle.net/11565/4054316.
Texte intégralBertini, Marco <1980>. « Gli abusi di mercato e le società quotate operanti nel settore dei trasporti ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1569/1/Bertini_Marco_Tesi.pdf.
Texte intégralBertini, Marco <1980>. « Gli abusi di mercato e le società quotate operanti nel settore dei trasporti ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1569/.
Texte intégralGong, Hongbing <1967>. « The abuse of intellectual property rights and regulations in China : a law and economic analysis ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3903/1/GONG_HONG_BING_TESI_20110419%EF%BC%885%E7%89%88%EF%BC%89.pdf.
Texte intégralGong, Hongbing <1967>. « The abuse of intellectual property rights and regulations in China : a law and economic analysis ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3903/.
Texte intégralDushi, Desara <1990>. « The phenomenon of online live-streaming of child sexual abuse : Challenges and legal responses ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amsdottorato.unibo.it/9058/1/DUSHI_DESARA_tesi.pdf.
Texte intégralRampone, Jessica. « Tortura, tra abusi e tutela dei diritti fondamentali della persona nel sistema giuridico sovranazionale e nazionale ». Doctoral thesis, Università del Piemonte Orientale, 2020. http://hdl.handle.net/11579/115130.
Texte intégralARDITA, Claudia Maria. « LA DISCIPLINA DEGLI ABUSI DI MERCATO : PROSPETTIVE NAZIONALI ED EUROPEE ». Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2013. http://hdl.handle.net/11392/2388891.
Texte intégralFedetto, Rebecca. « Il maltrattamento minorile : i bambini vittime di violenza tra esigenze di giustizia e tutela della salute. Child abuse : chidren victime of violence between the need for justice and health protection ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423700.
Texte intégralIl presente lavoro si svolge nell’ambito della tutela dei diritti focalizzandosi sulla tutela del minore maltrattato, con l’ approfondimento e l’analisi delle principali criticità che emergono dal punto di vista giuridico. In questo campo infatti vengono in evidenza diverse problematiche: questo lavoro prende in considerazione e si prefigge di analizzare la questione del conflitto tra esigenze di giustizia e tutela della salute che può nascere quando ci si trova di fronte ad un caso di maltrattamento e/o abuso su minore. La tutela della salute del bambino, che in via di principio è sancita come diritto primario, fondamentale e inviolabile (art 32 Cost.), nella prassi viene drasticamente ridotta da necessità procedurali legate alla ricerca del colpevole del reato e delle relative prove. Questo accade perchè sullo stesso scenario s’interseca l’attività di diversi attori, titolari di diverse competenze e soprattutto titolari di diversi interessi legittimi: da un lato l’Autorità Giudiziaria (PM) che esercita l’azione penale e persegue le ricerca del colpevole (e nello specifico della prova dell’abuso o del maltrattamento), dall’altro i medici che prendono in carico il minore e sono preposti alla tutela della salute dello stesso. Dall’intersezione di tali attività e posizioni ne può scaturire un conflitto di difficile risoluzione. Quale interesse deve prevalere? Può l’esigenza di giustizia comprimere la tutela della salute del minore? In quale responsabilità incorre il medico che non ottemperi all’ordine dell’Autorità Giudiziaria? Questi interrogativi, privi di una riposta chiara ed univoca, dimostrano che si è alla presenza di un vuoto legislativo che porta come conseguenza situazioni di paralisi dei Servizi operanti nello stesso scenario. Il limite estremo di tale situazione è dato dall’ ipotesi del “bambino esca”: un minore, già vittima di violenza accertata e diagnosticata, viene reinserito su ordine dell’AG nel luogo dove è avvenuto il maltrattamento esponendolo consapevolmente al rischio di nuovo abuso, al fine di ottenere la prova del reato ed individuare il colpevole. Unitamente a questa grande problematica (bambino esca) il lavoro analizza altre questioni dibattute, quali il problema del consenso da parte del genitore maltrattante, il coordinamento tra Procura e Tribunale minorile e l’inerzia di quest’ultimo, nell’ottica di valutare quale tutela effettiva sia offerta al minore e quali possibili alternative si possano sviluppare per fare in modo che la salute e la protezione del minore vengano sempre garantite modo pieno ed efficace. Il materiale di studio è dato, in primo luogo, dallo studio di una coorte prospettica dei bambini presi in carico dal Centro Regionale per la Diagnostica del Bambino Maltrattato del Dipartimento di Pediatria dell’Università di Padova : si tratta di uno studio effettuato tramite una preliminare revisione di casistica con esame di 250 casi. Inoltre vengono presi in esame alcuni (4) casi paradigmatici rispetto alle problematiche oggetto del presente studio; la struttura di riferimento è il Centro per la Diagnostica del bambino maltrattato. Il metodo di lavoro passa attraverso diversi fasi: Inquadramento giuridico, sia con riferimento alla normativa vigente si in riferimento agli orientamenti giurisprudenziali, che in questa materia sono di fondamentale per supplire alle carenza legislative; Analisi dei casi; Evidenza delle criticità e delle lacune normative e applicazione degli orientamenti giurisprudenziali; Studio di possibili nuove soluzioni e prospettive; Presentazione dei risultati e delle nuove prassi. Il lavoro si sviluppa partendo dall’inquadramento del problema “maltrattamento” con la definizione e presentazione delle principali forme di maltrattamento; prosegue quindi con’analisi del panorama legislativo nazionale ed europeo, e con l’esame dei tipi di tutela previsti. In particolare viene analizzato in che modo il maltrattamento sia preso in considerazione nel codice civile e penale, quali soluzioni e strumenti giuridici siano offerti dal nostro ordinamento, e quali siano le principali lacune legislative. L’esame dei casi clinici porta alla luce con piena evidenza la sussistenza di vuoti normativi e di come la tutela del minore maltrattato non sia garantita appieno. Emergono quindi con piena evidenza nelle conclusioni del lavoro le alcune e le criticità del sistema attuale, con conseguente ricaduta sulla tutela dei minori vittime di abuso e/o maltrattamento. Un primo problema riguarda l’inerzia del Tribunale per i Minorenni, che troppo spesso, di fronte ad una segnalazione e ad una diagnosi certa di maltrattamento, non prende provvedimenti nei confronti di genitori, in attesa di sviluppi da parte delle Procura che svolge le indagini. Questo è un punto cruciale: il Tribunale del Minorenni dovrebbe attivarsi tempestivamente per la tutela , in modo indipendente rispetto alle indagini volte alla ricerca del colpevole, che peraltro seguono i lunghi tempi della giustizia e dei processo. Il lavoro della Procura e del Tribunale Minori, dovrebbe rimanere su due piani distinti, in quanto le finalità degli stessi sono distinte, e la tutela del minore, in presenza di una diagnosi certa di abuso/maltrattamento, non può essere fatta dipendere dalla ricerca del colpevole. Il fatto poi che il Tribunale per i Minori non intervenga con provvedimenti temporanei nei confronti dei genitori (nel momento in cui si ha la certezza che il maltrattamento sia avvenuto in casa) ha una ricaduta anche sul piano operativo della presa in carico da parte dei sanitari. Spesso infatti i medici che devono svolgere visite, esami diagnostici, o comunque trattamenti sanitari sulla piccola vittima si trovano a dover chiedere il consenso informato al genitore maltrattante, a cui ancora compete la piena potestà . E’ di immediata comprensione la situazione di paralisi in cui possano venire a trovarsi i sanitari, che hanno necessità di curare il minore e si possono invece trovare di fronte al diniego del consenso da parte del genitore maltrattante. La manifestazione più eclatante infine delle lacune di tutela si ha nel caso in cui il minore maltrattato venga ricollocato nella casa familiare dove è avvenuto il maltrattamento, addirittura talvolta proprio allo specifico fine di assicurare il colpevole alla giustizia (bambino esca), o “semplicemente “ a causa di un mancata individuazione del colpevole e quindi, mancanza di provvedimenti nei confronti dei genitori. Questo appare non solo non condivisibile ma addirittura non ammissibile in uno stato di diritto che si occupa di tutte le garanzie del cittadino, in cui a questioni come la privacy viene data importanza fondamentale. Il progetto di lavoro, al fine di studiare e presentare nuove possibili prassi, individua come punto focale il “principio della prova sufficiente”. Ciò che si vuole portare alla luce è che la tutela del bambino e la ricerca dell’ autore del maltrattamento devono rimanere su pianti distinti e una tutela effettiva non può essere fatta dipendere dall’andamento delle indagini penali. Si parla di “prova sufficiente” perché, di fronte ad una diagnosi certa di abuso/maltrattamento questo deve essere di per sè sufficiente per attivare e garantire la piena protezione del minore, senza incertezze o tantomeno senza mettere il minore già maltrattato in situazione di ulteriore rischio. In presenza di una certezza clinica individuare il colpevole è senz’ altro fondamentale ma deve essere comunque secondario rispetto alla vita e alla salute del bambino. La certezza che il maltrattamento è avvenuto è il dato che deve far attivare tutto il sistema di protezione nei confronti del minore. Per questo è di fondamentale importanza che il Tribunale dei Minorenni mantenga la sua indipendenza rispetto al Tribunale ordinario /Procura, e adotti in maniera tempestiva i provvedimenti urgenti e necessari, che possono peraltro consentire una effettiva presa in carico del minore da parte degli operatori. Il nostro ordinamento e le legislazioni internazionali sanciscono in modo chiaro la primaria importanza della tutela dell’infanzia, e ciò deve essere garantito ancor più da parte delle Istituzioni laddove il bambino subisca violenza proprio da chi sarebbe deputato a proteggerlo: la famiglia
Pizzeghello, Silvia. « La repressione penale della pedofilia : profili comparatistici ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3426624.
Texte intégralLa tesi di dottorato che si presenta al termine del triennio di dottorato ha per oggetto “La repressione penale della pedofilia: profili comparatistici”. Il lavoro si sviluppa su tre capitoli che riguardano, rispettivamente, l’analisi della normativa internazionale, la legislazione penale italiana di lotta alla pedopornografia infantile ed, infine, un’analisi comparatistica della normativa straniera in tema di prevenzione e repressione della pedofilia. Nel primo capitolo, l’analisi muove da una approfondita disamina di quello che viene opportunamente definito “delitto internazionale dei minori”, ciò che consente alla dottoranda di compiere una rassegna critica delle numerose iniziative sovranazionali progressivamente adottate a partire dal 1989. In questa parte del lavoro, si mette in luce come si ponga un problema di rapporti tra obblighi sovranazionali di tutela e loro trasposizione in testi di legge statali che introducano fattispecie incriminatici quanto più possibile allineate, per contrastare un fenomeno criminoso tipicamente transnazionale. Di qui, l’osservazione della enucleazione di incriminazione-tipo come lo sfruttamento sessuale dei minori a fini commerciali, l’utilizzazione, in genere, di materiale pedopornografico, la controversa fattispecie della mera detenzione di tale materiale, nonché le più moderne figure del turismo sessuale e della pornografia virtuale. Queste ultime, tipica espressione di forme di allineamento della legislazione penale su iniziativa degli organi sovranazionali. Ne emerge un quadro in cui assumono notevole rilevanza problemi di tecnica legislativa relazionati a beni giuridici talvolta sfuggenti quali lo sviluppo sessuale dei minori, la moralità sessuale, che entrano in perenne conflitto con interessi anche costituzionalmente tutelati quali la libertà di manifestazione del pensiero. Il fenomeno criminoso viene, oltretutto, esaminato dal punto di vista delle misure internazionali adottate contro la criminalità organizzata che abbia come scopo lo sfruttamento commerciale dei minori per fini pedopornografici. Problema che riguarda anche la responsabilità penale dei providers e degli operatori attivi sulle reti telematiche che sottolineano la spinta internazionalizzazione di tale fenomeno criminoso. Questa parte della ricerca si completa con l’analisi della Decisione Quadro sul mandato d’arresto europeo, strumento di cooperazione giudiziaria in ambito europeo che riguarda anche lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pornografia minorile. Nel secondo capitolo della tesi, si prende in esame l’adattamento della legislazione nazionale italiana alla normazione sovranazionale, attraverso la Legge fondamentale in materia n. 269 del 3 agosto 1998, che ha introdotto le disposizioni degli artt. 600 bis e seguenti nel corpo del Codice Penale. Subito si mette in luce la non casuale topografia di queste fattispecie incriminatici, inserite subito dopo la riduzione in schiavitù, con il chiaro intento, da parte del Legislatore italiano, di inquadrarle nel più ampio crimine della tratta sessuale di donne e minori. Per meglio esemplificare tale concetto, è stata richiamata anche un’importante pronuncia delle Sezioni Unite Penali che chiarisce la nozione di riduzione in schiavitù, la quale può essere utilizzata anche nei reati in questione. Il lavoro, in questa sezione, prende in esame una serie di problemi di interpretazione normativa, quali il superamento del principio di territorialità nelle incriminazioni della pedopornografia e pedofilia, proseguendo con una serie di considerazioni in ordine all’individuazione del bene giuridico tutelato, alla spiegazione della nozione di fanciullo e minore come soggetti suscettibili di tutela, e si conclude con una valutazione della posizione dei protagonisti della vicenda delittuosa, affrontando tutti i profili di struttura e funzione delle singole fattispecie incriminatrici. Molto importante, in questo capitolo, è anche l’esame di alcuni aspetti applicativi della legge sulla pedofilia, con particolare riferimento ad alcune pronunce dei giudici di merito e di legittimità, specialmente sul concetto di turismo sessuale: è possibile notare un approfondimento specifico su quello che viene definito “inasprimento della tutela attraverso alcuni istituti processuali”, tra cui le deroghe alla disciplina dell’arresto, i casi di esclusione dal patteggiamento, nonché l’adattamento della legislazione interna delle disposizioni sul mandato d’arresto europeo in materia di pedofilia e pedopornografia. Il terzo ed ultimo capitolo della tesi si occupa della legislazione straniera con particolare riferimento all’ordinamento spagnolo. L’approccio comparatistico è servito per individuare possibili costanti nella disciplina penale della pedopornografia, confrontando le esperienze giuridico penali di vari Paesi. Non è, quindi, del tutto sorprendente che rispetto a Paesi a tradizione di common law come gli Stati Uniti ed il Canada, siano state poste questioni di legittimità costituzionale su temi quali il bilanciamento di interessi tra tutela del minore e altre garanzie costituzionali, come il diritto alla privacy e alla libertà di pensiero. Invece, rispetto alle misure preventivo sanzionatorie adottate in Spagna contro i delitti di pornografia infantile si registrano notevoli convergenze con il sistema penale italiano sia dal punto di vista delle tecniche di incriminazione, che dei profili applicativi. Questo dato di fatto – come viene esattamente individuato – è indice dello sforzo che i Legislatori nazionali stanno compiendo nell’adattamento delle proprie legislazioni, relativo alle misure di contrasto alla pedopornografia. Vi è, infatti, sempre maggiore consapevolezza che questo fenomeno delittuoso, segnato da caratteri di transnazionalità e proprio delle attività delle organizzazioni criminali, non può che essere sconfitto che attraverso due metodi precisi: la creazione di una normazione allineata in un ampio spazio giudiziario internazionale, e la predisposizione di avanzati strumenti di cooperazione giudiziaria contro il crimine, con particolare riferimento specialmente allo sfruttamento sessuale a fini commerciali, al turismo sessuale e all’utilizzazione di internet come mezzo di facilitazione e accelerazione nella commissione di questi reati.
Piovesan, Enrica. « Il conflitto di interessi degli amministratori di società ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3426597.
Texte intégralLa presente ricerca riguarda la materia del diritto penale commerciale. In particolare, essa è incentrata sulla complessa problematica della disciplina del conflitto di interessi degli amministratori di società, in quanto essa si focalizza sullo stato della questione e le prospettive di riforma. L’approfondimento della tematica passa, naturalmente, attraverso il confronto tra le disposizioni penali conosciute dall’ordinamento italiano per reprimere il fenomeno, a partire dall'abrogato delitto di conflitto di interessi, fino al quelli dell'infedeltà patrimoniale e dell'omessa comunicazione del conflitto di interessi. Si affrontano, quindi, le connesse problematiche applicative, sia recenti, sia storicamente emerse, tanto in dottrina che in giurisprudenza. D'altro lato, attraverso l’analisi delle esperienze di Francia, Spagna e Regno Unito, viene evidenziato come possa svolgersi la coesistenza tra norme speciali, di diritto penale societario, e reati comuni, con particolare riferimento a fattispecie assimilabili al delitto di appropriazione indebita. Anche tale fattispecie è stata, dunque, esaminata, con particolare riguardo alla vis expansiva della stessa. Fine ultimo della tesi di ricerca, al di là di tracciare un’ampia panoramica sulle soluzioni prospettabili, è stato quello di comprendere, da un lato, fino a che punto sia necessario l’intervento del diritto penale e, dall'altro, in che misura sia auspicabile un diritto penale societario, che si presenti come sanzionatorio di precetti civilistici.
FAZZINI, PIETRO. « LE COMUNICAZIONI SELETTIVE AGLI AZIONISTI NELLE SOCIETÀ QUOTATE : PROFILI SOCIETARI E DI CORPORATE GOVERNANCE ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2021. http://hdl.handle.net/2434/807452.
Texte intégralThis work deals with the issue of board-shareholders dialogues in Italian listed companies and the problem arising from the selective disclosure of corporate information that may occur in such context. In particular, it looks at the phenomenon from the yet quite uncharted perspective of corporate law, and tries to understand the extent of its admissibility under the rules and prin-ciples that govern the structure of corporate organization and corporate governance in Italy. The rules regulating selective disclosure both in the EU and in the Anglo-American legal systems mainly focus on preventing market abuses and enhancing transparency and therefore aim to curb to the maximum extent possible any selective disclosure, on the premise that it pro-duces information asymmetries and disparity of treatment among investors. However, such per-spective substantially fails to take into consideration that, from a corporate perspective, selective disclosure may find several causes of justification. The main purpose of this work is, on one side, to investigate such profiles and, on the other side, to build a theoretical framework where the ef-fects of selective disclosure are considered both from a market/investor and corporate perspec-tive and the boundaries of its legitimacy are construed accordingly. In doing so a significant ef-fort is devoted to the analysis of recent evolutionary trends in global and local equity markets and particularly to the phenomenon of equity reintermediation and the uncertain development of shareholder activism, in the view of understanding the impact of such phenomena on the dis-cipline of shareholder-targeted selective disclosure. The work is divided in three main parts. In the first one, I analyze how different types of investors can make use of selective disclosure and for which purposes. I then try to show if and how particular interests of each type of shareholder can be reconciled with the concept of issu-er’s corporate purpose (interesse sociale), on one side, and with the notion of legitimate interest underlying the disclosure rules set forth in the Market Abuse Regulation and the principle of equality of treatment, on the other side. In the second part, I attempt to reconstruct a compre-hensive discipline of selective disclosure, which take into account the main structural differences among shareholders, in terms of interest, investment purpose and strategy. In this part, profiles pertaining to the controlling shareholders and minority (professional) investors are dealt with separately. In the third and last part, I analyze the implications of selective disclosure from the perspective of directors’ fiduciary duties (namely, the duty of loyalty) and related liability regime. In particular, I focus on the hypothesis where information is selectively exchanged between a single investor-appointed director and its appointing sponsor, especially but not only in the con-text of activist campaigns.
VITRANO, Stefano. « La tutela della concorrenza nella Repubblica Popolare Cinese ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/91239.
Texte intégralGRASSI, MICHELE. « LA TEORIA DELLA RES JUDICATA NELL'ARBITRATO COMMERCIALE INTERNAZIONALE ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2019. http://hdl.handle.net/2434/610259.
Texte intégralThe purpose of this doctoral dissertation is to explore the functioning of the res judicata doctrine in international commercial arbitration. The notion of res judicata refers to the final and binding nature of decisions rendered at the end of judicial proceedings and, as such, is an essential feature of every dispute resolution system, both at a domestic and at an international level. The role played by the doctrine of res judicata depends on a balance between conflicting values, such as the principle of procedural economy and efficiency on the one side, and the principle of due process, with specific regard to the parties’ rights to present their case and to be heard, on the other side. The definition of the scope and the effects of res judicata, therefore, raises complex issues, and the solution to these issues varies considerably between national legal systems. The differences between domestic laws are relevant also from a transnational perspective. If a challenge of res judicata is raised with respect to a foreign judgment, the judge has to determine whether to accept the original effects that the decision would have in the State in which it was rendered or to equalize the effects of the foreign judgment with the effects that are usually recognized to domestic decisions. Where a challenge of res judicata is raised before an international commercial arbitral tribunal, the lack of certainties concerning the application of conflict rules breeds even more complexities. Those authorities that represent international arbitration as an autonomous legal order suggest the adoption of a transnational approach to res judicata and recommend the development of a set of substantive transnational rules. Conversely, those who consider that the arbitral tribunal is strictly bound to the legal order of the seat of the procedure, suggest the application of a conflict of law rule, in order to identify the applicable domestic rules of res judicata. Both approaches, for different reasons, are not satisfactory. This dissertation suggests the adoption of a more pragmatic approach in the identification of the scope and the effects of res judicata in international commercial arbitration. To this purpose challenges of res judicata that raise issues of jurisdiction shall be clearly differentiated from challenges of res judicata that raise admissibility issues. Whenever issues of jurisdiction underpin a challenge of res judicata, the arbitral tribunal should adopt an approach coherent with the rules of the State of the seat. As a matter of fact, a violation of those rules could result in the annulment or the refusal of recognition of the award. Whenever issues of admissibility underpin a challenge of res judicata, as a rule the arbitral tribunal should apply the rules of the State of the seat and, specifically, the conflict of laws rules of the seat that regulate the recognition of foreign decisions. However, if the transnational nature of the arbitration is quite pronounced, and the procedure is not closely connected with any domestic legal systems, the arbitral tribunal might apply a «more transnational» approach. In any event, this approach shall not lead to the application of substantive transnational rules, but rather to the recognition of the original effects of the decisions invoked in the proceedings, except where the recognition of such effects violates the procedural public policy of the State of the seat.
Pisani, Federico. « Knowledge workers management. Concorrenza e invenzioni nel rapporto di lavoro subordinato : il modello statunitense ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2019. http://hdl.handle.net/11577/3425914.
Texte intégralThis work addresses the issues of competition and inventions in the U.S. employment relationships. The research was carried out in part at the Boston University School of Law of, under the supervision of Micheal C. Harper, professor of Labour Law. The selection of the topic is justified in the light of its importance, given that in the new production organization, based largely on globalized knowledge, employees are now increasingly being asked for professionalism, innovation and creativity. The decision to examine this issue from the perspective of the "U.S. laboratory" is due to the primacy that this nation holds at international level on the economic, scientific and innovation of work processes, which bring out critical issues that in other Countries probably have not yet been raised. In order to frame the above-mentioned topics, it has become appropriate to give an account of the system of regulatory sources in the USA, with particular focus on the Restatement of Employment Law, i.e. the collection of fundamental principles developed over the years by common law in the field of employment relationships. The examination of the sources is followed by the definition of the concept of employee and self-employed worker (independent contractor), necessary for the assessment of the application of the obligations arising from the employment relationships, including the duty of loyalty, involved in the fiduciary law. In this context, the evolution of the case law has been observed, as well as the examination of the criteria relating to the distinction between employees and independent contractors, mainly concerning the judgement on the relevance of the factual elements determining the assessment of the existence of an employment relationship. Subsequently, this study addresses the issue of the typical form of the U.S. employment contract, the so-called employment-at-will. This peculiarity is originated from the principle that the parties are not bound by any obligation to provide reasons for termination. The third part of the work has as its object the discipline of competition of the worker carried out on the basis of the knowledge acquired, legally or illegally, during the relationship and the relative legal remedies for the employer, against the violation of the duty of loyalty, intended as an obligation of the employee to perform the work in the exclusive interest of the entrepreneur and, consequently, to refrain from engaging in prejudicial conduct against the company. About the remedies available in the event of breach of the obligations examined, the legal and equitable remedies that U.S. law offers the employer have been explained. The final part of this study deals with the rules governing the ownership of rights arising from inventions developed by employees in the course of their employment. The definitions of "invention" and "patent" and their relationship in the context of employment law has been examined and the difference between invention as a work of genius and intellectual property protected by copyright has been highlighted. In addition, the mechanisms underlying the basic rules governing the subject matter and their coexistence with the contractual freedom of the parties and their power to dispose of these rights have been observed.
ROMANO, RAMON. « Abuso del diritto ed innovazione. Un percorso ermeneutico intorno alla proprietà intellettuale ». Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/2158/1077818.
Texte intégralBUONO, EMANUELA. « L'abuso del diritto in materia tributaria. La clausola generale antiabuso nella prospettiva interna e comunitaria ». Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11573/1245571.
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