Literatura académica sobre el tema "XIV-XV secolo"

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Artículos de revistas sobre el tema "XIV-XV secolo"

1

Alessio, Gian Carlo. "L'ars dictaminis nel Quattrocento italiano: eclissi o persistenza?" Rhetorica 19, n.º 2 (2001): 155–73. http://dx.doi.org/10.1525/rh.2001.19.2.155.

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Resumen
Con particolare riferimento alle norme tramandate dai manuali composti tra la seconda meta dell'XI secolo e la fine del Quattrocento vengono individuate ed esaminate nel loro manifestarsi in testi rappresentativi del genere le linee di sviluppo dell'ars dictaminis. Questo consente di accertare che nel XV secolo l'ars dictaminis mantiene ancora un ruolo primario non solo come normativa per la scrittura dell'epistola ma anche come corpus di regole riferibili alla composizione di qualsiasi testo, scritto ed orale; in questo periodo la normativa contenuta nei trattati si compone di una mescolanza di elementi tradizionali, che provengono soprattutto dalla trattatistica del XIII secolo, e di innovazione, attraverso spunti dottrinari che hanno la loro prima origine nel XIV secolo.
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Ventura, Iolanda. "Sulla trasmissione vernacolare dello «Schriftencorpus» attribuito allo Ps.-Mesue: per una ricognizione delle traduzioni tra XIII e XVI secolo". Carte Romanze. Rivista di Filologia e Linguistica Romanze dalle Origini al Rinascimento 9, n.º 2 (30 de diciembre de 2021): 183–265. http://dx.doi.org/10.54103/2282-7447/15674.

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Il saggio esamina la diffusione del corpus di scritti attribuiti allo Ps.-Mesue (Canones universales, De consolatione simplicium medicinarum, Antidotarium sive Grabadin, Practica sive Grabadin) nelle principali aree linguistiche europee, ed è diviso in due parti. Esso presenta, nella prima parte, una panoramica delle traduzioni (ebraico, tedesco, inglese, francese, spagnolo) medioevali e rinascimentali sinora reperite ed analizza le modalità di ricezione non latina dello Schriftencorpus. In una seconda parte, vengono invece analizzate i quattro volgarizzamenti italiani prodotti tra il XIV ed il XV secolo in area toscana e veneta.
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3

Cermanová, Pavlína. "Il profeta Elia e l’Anticristo nell’apocalittica boema tra XIV e XV secolo". Annali di Scienze Religiose 3 (enero de 2010): 189–214. http://dx.doi.org/10.1484/j.asr.1.100829.

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Solvi, Daniele. "Verso un'edizione critica dell'Arbor vite crucifixe Iesu di Ubertino da Casale". Specula: Revista de Humanidades y Espiritualidad 1, n.º 4 (19 de septiembre de 2022): 59–85. http://dx.doi.org/10.46583/specula_2022.4.1080.

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L'Arbor vite crucifixe Iesu, vasta opera composta nel 1305 alla Verna dal francescano spirituale Ubertino da Casale, è uno dei più antichi, se non il primo esempio del fortunato genere bassomedievale della Vita Christi. Nonostante la sua importanza come fonte primaria dello spiritualismo francescano e delle pratiche di devozione del XIV-XV secolo, il testo accessibile solo nell'edizione incunabola del 1485. Il contributo sottolinea i rischi di una tale carenza ecdotica attraverso il caso della "Absorbeat", breve preghiera contenuta nell'Arbor e falsamente attribuita a Francesco d'Assisi a causa di un errore di trasmissione del testo. Offre inoltre, nell'ambito del progetto di edizione critica promosso dalla SISMEL, un primo affresco della tradizione manoscritta e dei principali problemi filologici sollevati dal testo. Viene riservata una particolare attenzione ai manoscritti di origine aragonese e, tra questi, al codice 88 della Biblioteca Capitolare di València.
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5

Nanni, Paolo y Nanni Paolo. "Agricoltura e agricoltori nelle terre di Francesco di Marco Datini (XIV-XV secolo)". a. L, n. 2. dicembre 2010, n.º 2 (20 de abril de 2011): 3–34. http://dx.doi.org/10.35948/0557-1359/2011.1533.

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6

Poloni, Alma. "La florentina libertas nel contesto del conflitto politico interno nella Firenze del XIV secolo". Edad Media. Revista de Historia, n.º 21 (30 de junio de 2020): 31–55. http://dx.doi.org/10.24197/em.21.2020.31-55.

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Resumen
La libertas florentina es conocida por la elaboración que propusieron entre finales del siglo XIV y principios del siglo XV los cancilleres humanistas, Coluccio Salutati y, sobre todo, Leonardo Bruni. Es una libertad que se caracteriza por su connotación fuertemente republicana. Este artículo propone una contextualización histórica del discurso sobre la libertas. Intenta demostrar, a partir de diversas fuentes documentales, que la ideología republicana de los cancilleres humanistas es la reelaboración letrada, llevada a cabo en un contexto político muy cambiado, de un discurso político que surge en un momento muy preciso de la historia política florentina., el de 1343 a 1378. Además, el discurso sobre libertas que surge en esas décadas está estrechamente relacionado con la confrontación política interna en Florencia, mucho más que con la confrontación militar e ideológica con poderes externos. Sobre todo, es un discurso estrictamente partidista elaborado por una coalición político-social específica que intentaba promover su propia influencia política.
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Sabbatino, Marcello. "«Se il savio uomo debba prender moglie». Boccaccio e la questione matrimoniale nel XIV e XV secolo". Quaderni d'italianistica 40, n.º 1 (4 de mayo de 2020): 7–39. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v40i1.34151.

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La contesa tra Venere celeste e Venere terrena, tra l’amore onesto e coniugale, che regola la comunità, e l’amore dilettevole e extraconiugale, che è fonte inesauribile di valore guerriero e di virtù cavalleresche nella società cortese, affascina il Boccaccio durante il soggiorno nella Napoli angioina. Se nel Filostrato celebra il trionfo dell’amore per diletto e nel Filocolo concilia il diletto con l’amore onesto, nel Teseida invece rappresenta le tensioni dell’eroina romanza sempre in bilico tra le due Veneri. Nel periodo napoletano Boccaccio trascrive due frammenti di polemica antimatrimoniale nello Zibaldone Laurenziano XXIX 8. Il primo è estratto dall’Adversus Jovinianum, nel quale Gerolamo cita un passo del De nuptiis di Teofrasto per affermare che il sapiente deve stare lontano dalle noie del matrimonio per dedicarsi totalmente agli studi. Il secondo, prelevato dalla Dissuasio di pseudo-Valerio, contiene rassegne di mogli pericolose e di mariti che soccombono alla loro malvagità, con l’obiettivo di rafforzare l’esortazione finale a non sposare Venere ma Pallade. All’archivio dello Zibaldone Boccaccio ritorna più volte, in particolare nelle opere postdecameroniane del periodo fiorentino (Corbaccio, Trattatello in laude di Dante, Esposizioni sopra la Comedia), quando sulle orme di Dante e sotto il magistero di Petrarca si congeda definitivamente dalla letteratura amorosa mezzana per dedicarsi alla letteratura elevata e agli studi teologici e filosofici. Lungo il Trecento e il Quattrocento, nel frequente riaccendersi in Europa del dibattito sul matrimonio, Geoffrey Chaucer, Leonardo Bruni, Leon Battista Alberti, Francesco e Ermolao Barbaro rimettono in gioco Teofrasto e pseudo-Valerio con la mediazione del Boccaccio.
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8

Salvestrini, Francesco. "San Miniato al Tedesco. Le risorse economiche di una città minore della Toscana fra XIV e XV secolo". a. XXXII, n. 1, giugno 1992, n.º 1 (20 de octubre de 1992): 95–142. http://dx.doi.org/10.35948/0557-1359/1992.1833.

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9

Gallinari, Luciano. "Una società senza cavalleria? Il Giudicato di Arborea e la Corona di Aragona tra XIV e XV secolo". Anuario de Estudios Medievales 33, n.º 2 (30 de diciembre de 2003): 849–79. http://dx.doi.org/10.3989/aem.2003.v33.i2.221.

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10

Soldani, Maria Elisa. "A Firenze mercanti, cavalieri nella signoria dei re d’Aragona. I Tecchini Taquí tra XIV e XV secolo". Anuario de Estudios Medievales 39, n.º 2 (17 de noviembre de 2009): 575–604. http://dx.doi.org/10.3989/aem.2009.v39.i2.116.

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Tesis sobre el tema "XIV-XV secolo"

1

Tinterri, Daniele <1987&gt. "L'isola di Tinos dai Ghisi alla Serenissima (XIV-XV secolo)". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1588.

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Resumen
Si delinea dapprima l'evoluzione storica della colonia cicladica in rapporto agli avvenimenti coinvolgenti la Grecia medievale in conseguenza della IV Crociata. Ci si concentra in seguito sulla descrizione degli aspetti amministrativi, economici e topografici relativi a Tinos, dapprima colonia privata feudo della famiglia veneziana dei Ghisi e poi, dal 1390, posta sotto il controllo diretto della Serenissima.
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2

Massaccesi, Fabio <1974&gt. "Jacopo di Paolo nella pittura bolognese tra XIV e XV secolo". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1101/1/Tesi_Massaccesi_Fabio.pdf.

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3

Massaccesi, Fabio <1974&gt. "Jacopo di Paolo nella pittura bolognese tra XIV e XV secolo". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1101/.

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CAMPISI, LUCA. "L'IMPATTO SOCIALE. I PROTAGONISTI DELLE PRATICHE GIUDIZIARIE A VERCELLI FRA XIV E XV SECOLO". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2022. http://hdl.handle.net/2434/935474.

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Resumen
La presente ricerca nasce con l’obiettivo di valutare l’impatto che ebbero, sui procedimenti penali celebrati dal tribunale podestarile di Vercelli, le risorse economico-sociali in possesso delle parti e quali effetti potesse avere l’appartenenza a un determinato segmento sociale sulla fisionomia e sulla qualità dei reati commessi, tanto in città quanto nelle località del contado. Questi interrogativi hanno portato l’analisi a concentrarsi sulla documentazione giudiziaria prodotta nella città eusebiana fra gli anni Settanta del Trecento e i Quaranta del secolo successivo, sfruttandola come lente d’osservazione della società del tempo, e dei conflitti interni ad essa una volta portati sui banchi dei giudici cittadini. In base all’indirizzo dato alla ricerca si è poi allargato lo spettro d’indagine alle fonti notarili e agli atti del consiglio cittadino, con l’intento di raccogliere il maggior numero possibile di informazioni sui soggetti coinvolti nelle diverse fasi della disputa giudiziale. Grazie ai dati raccolti è stato così realizzato un database contenente i profili personali di circa 3000 individui, provenienti dall’ambiente cittadino e dai borghi del contado e comparsi in tribunale in qualità sia di indagati sia di vittime. Per poter comprendere a fondo gli aspetti sociali della giustizia pubblica, la riflessione ha interessato, in un primo momento, il ruolo ambivalente assunto dal processo, da una parte, quale dispositivo di legittimazione del potere, dall’altro, quale strumento a disposizione delle parti per la gestione del conflitto. Si sono quindi analizzate le modalità attraverso cui l’estrazione sociale, i capitali a disposizione e le reti di conoscenze personali potevano impattare sulle pratiche penali, influenzando le capacità processuali dei soggetti coinvolti e, di conseguenza, il giudizio finale delle magistrature cittadine. I privati avevano infatti a disposizione un ampio ventaglio di soluzioni per tentare di ottenere giustizia, ma le risorse clientelari e finanziarie in loro possesso potevano rivelarsi decisive per scegliere quale canale delatorio sfruttare. Successivamente all’avvio dell’inchiesta, l’estrazione sociale degli indagati o degli attori era in grado di influenzare notevolmente la strategia processuale da loro adottata, consentendo a essi di sfruttare le dilatazioni temporali concesse dal bando per ottenere un vantaggio nella disputa giudiziaria, rivolgendosi ad esempio a un procuratore per la formulazione delle difese e per evitare, se possibile, di finire sotto tortura. Dopo aver inquadrato gli schemi procedurali e la loro sensibilità alle risorse socio- economiche delle parti, una sezione è stata dedicata ai soggetti che si muovevano attorno al banco di giustizia. Si sono quindi studiati i canali di reclutamento e l’estrazione sociale sia degli officiali signorili sia di quelli di nomina locale, per poi dedicare attenzione a quelle figure che, dopo essere state introdotte nella contesa dalle parti, intervenivano nel processo, in veste di fideiussori, per evitare che si ingolfasse, oppure, come procuratori, per cercare consapevolmente di bloccarlo. Infine, è stata proposta una lettura della criminalità in chiave sociale, nel tentativo di evidenziare l’incidenza delle categorie delittuose maggiormente dibattute nei diversi contesti sociali. Si sono quindi analizzate le direttrici delle offese, sia fisiche sia verbali, dei furti e delle azioni sovversive, focalizzando l’analisi sui protagonisti delle azioni violente e su come l’appartenenza a diversi segmenti sociali potesse impattare sulle forme assunte dagli assalti. L’immagine restituita dalle carte giudiziarie e quella di una comunità viva, attraversata da continue tensioni, dove le reti di conoscenze personali e il grado di inserimento nella comunità, nonché le risorse economiche a disposizione, pesavano notevolmente sulla gestione della disputa davanti alle autorità cittadine e sulle forme attraverso cui questa conflittualità poteva esprimersi.
The present research was born with the objective of evaluating the impact that the economic and social resources of the parties had on the criminal proceedings celebrated by the court of podestà in Vercelli, and the effects that belonging to a certain social segment could have on the physiognomy and the quality of the crimes committed, both in the city and in the surrounding countryside. These questions led the analysis to focus on the judicial documentation produced in the city between the seventies of the fourteenth century and the forties of the following century, using it as a lens for observing the society of the time, and the conflicts within it once brought to the benches of the city judges. Based on the direction given to the research, the spectrum of investigation was then widened to include notarial sources and the acts of the city council, with the intention of gathering as much information as possible on the subjects involved in the different phases of the judicial dispute. Thanks to the data collected, a database was created containing the personal profiles of about 3000 individuals, from the city and the villages of the countryside, who appeared in court as both suspects and victims. In order to fully understand the social aspects of public justice, the reflection has, at first, focused on the ambivalent role assumed by the process, on the one hand as a device of legitimation of power, and on the other as a tool available to the parties for the management of conflict. The ways in which social background, available capital and networks of personal acquaintances could impact on criminal practices, influencing the trial skills of the subjects involved and, consequently, the final judgment of the city magistrates, have than been analyzed. Private individuals, in fact, had at their disposal a wide range of solutions to try to obtain justice, but the clientelistic and financial resources in their possession could prove decisive in choosing which delatory channel to exploit. After the start of the investigation, the social extraction of the suspects or actors was able to considerably influence the procedural strategy adopted by them, allowing them to exploit the time extensions granted by the notice to obtain an advantage in the judicial dispute; for instance, turning to a prosecutor for the formulation of the defense and to avoid, if possible, ending up under torture. After framing the procedural schemes and their sensitivity to the socio-economic resources of the parties, a section was devoted to the subjects that moved around the court bench. The recruitment channels and the social extraction of both the seigniorial officials and those of local appointment have therefore been studied, and attention has been devoted to those figures who, after being introduced into the dispute by the parties, intervened in the process, as guarantors, to prevent it from clogging, or, as attorneys, to consciously try to block it. Finally, a reading of delinquency from a social point of view has been proposed to highlight the incidence of the most debated criminal categories in the different social contexts. The guidelines of both physical and verbal offenses, thefts and subversive actions, have therefore been analyzed, focusing on the protagonists of violent actions and on how the belonging to different social segments could impact the forms assumed by the assaults. The image returned by the judicial papers is that of a lively community, crossed by continuous tensions, where the networks of personal acquaintances and the degree of insertion in the community, as well as the economic resources available, weighed considerably on the management of the dispute before the city authorities and on the forms through which this conflict could be expressed.
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Berretta, Michele <1980&gt. "L'area dei Lungarni di Pisa nel tardo Medioevo (XIV-XV secolo). un tentativo di ricostruzione in 3D". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4618/1/berretta_michele_tesi.pdf.

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Resumen
Lo scopo di questa ricerca è la ricostruzione dei Lungarni di Pisa nel Tardo Medioevo (XIV-XV secolo); lo studio intende sottolineare le trasformazioni urbanistiche che hanno cambiato il volto di Pisa nel corso del tempo e ricordare che l’area fluviale ebbe un ruolo di primo piano come baricentro commerciale ed economico della città, vocazione che si è in gran parte persa con l’età moderna e contemporanea. La metodologia seguita, affinata e perfezionata durante la partecipazione al progetto Nu.M.E. (Nuovo Museo Elettronico della Città di Bologna), si basa sull’analisi e il confronto di fonti eterogenee ma complementari, che includono precedenti studi di storia dell’urbanistica, un corpus di documentazione di epoca medievale (provvedimenti amministrativi come gli Statuti del Comune di Pisa, ma anche descrizioni di cronisti e viaggiatori), fonti iconografiche, tra cui vedute e mappe cinquecentesche o successive, e fonti materiali, come le persistenze medievali ancora osservabili all’interno degli edifici ed i reperti rinvenuti durante alcune campagne di scavo archeologiche. Il modello 3D non è concepito come statico e “chiuso”, ma è liberamente esplorabile all’interno di un engine tridimensionale; tale prodotto può essere destinato a livelli di utenza diversi, che includono sia studiosi e specialisti interessati a conoscere un maggior numero di informazioni e ad approfondire la ricerca, sia semplici cittadini appassionati di storia o utenti più giovani, come studenti di scuole medie superiori e inferiori.
The purpose of this research is the reconstruction of the Lungarni (banks of the River Arno) in Pisa in the Late Middle Age (XIV-XV century). The study aims to emphasize the urban transformation that changed the face of Pisa over time and to remember that the banks of the river had a very important role as commercial and economic center of gravity of the city, a vocation which has largely lost in the modern and contemporary times. The methodology, refined and perfected during the participation to the project Nu.M.E. (New Electronic Museum of the city of Bologna), is based on the analysis and comparison of diverse but complementary sources, including previous essays in urban history, collection of medieval documentation (administrative measures as the Charters of the town of Pisa, but also descriptions of chroniclers and travelers), iconographic sources, including maps and views produced in XVI century and later, and material sources, such as persistences still observable within the medieval buildings and artefacts found during some archaeological excavations. The 3D model is not conceived as static and "closed", but it is a free roaming 3D environment; this product can be allocated to different levels of users, including both scholars and specialists interested in learning more about the subject and in further research, both ordinary citizens interested in history and younger users, as students of high and middle schools.
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Berretta, Michele <1980&gt. "L'area dei Lungarni di Pisa nel tardo Medioevo (XIV-XV secolo). un tentativo di ricostruzione in 3D". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4618/.

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Lo scopo di questa ricerca è la ricostruzione dei Lungarni di Pisa nel Tardo Medioevo (XIV-XV secolo); lo studio intende sottolineare le trasformazioni urbanistiche che hanno cambiato il volto di Pisa nel corso del tempo e ricordare che l’area fluviale ebbe un ruolo di primo piano come baricentro commerciale ed economico della città, vocazione che si è in gran parte persa con l’età moderna e contemporanea. La metodologia seguita, affinata e perfezionata durante la partecipazione al progetto Nu.M.E. (Nuovo Museo Elettronico della Città di Bologna), si basa sull’analisi e il confronto di fonti eterogenee ma complementari, che includono precedenti studi di storia dell’urbanistica, un corpus di documentazione di epoca medievale (provvedimenti amministrativi come gli Statuti del Comune di Pisa, ma anche descrizioni di cronisti e viaggiatori), fonti iconografiche, tra cui vedute e mappe cinquecentesche o successive, e fonti materiali, come le persistenze medievali ancora osservabili all’interno degli edifici ed i reperti rinvenuti durante alcune campagne di scavo archeologiche. Il modello 3D non è concepito come statico e “chiuso”, ma è liberamente esplorabile all’interno di un engine tridimensionale; tale prodotto può essere destinato a livelli di utenza diversi, che includono sia studiosi e specialisti interessati a conoscere un maggior numero di informazioni e ad approfondire la ricerca, sia semplici cittadini appassionati di storia o utenti più giovani, come studenti di scuole medie superiori e inferiori.
The purpose of this research is the reconstruction of the Lungarni (banks of the River Arno) in Pisa in the Late Middle Age (XIV-XV century). The study aims to emphasize the urban transformation that changed the face of Pisa over time and to remember that the banks of the river had a very important role as commercial and economic center of gravity of the city, a vocation which has largely lost in the modern and contemporary times. The methodology, refined and perfected during the participation to the project Nu.M.E. (New Electronic Museum of the city of Bologna), is based on the analysis and comparison of diverse but complementary sources, including previous essays in urban history, collection of medieval documentation (administrative measures as the Charters of the town of Pisa, but also descriptions of chroniclers and travelers), iconographic sources, including maps and views produced in XVI century and later, and material sources, such as persistences still observable within the medieval buildings and artefacts found during some archaeological excavations. The 3D model is not conceived as static and "closed", but it is a free roaming 3D environment; this product can be allocated to different levels of users, including both scholars and specialists interested in learning more about the subject and in further research, both ordinary citizens interested in history and younger users, as students of high and middle schools.
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Possamai, Andrea <1989&gt. "Può Dio cambiare il passato? : analisi della discussione sulla modificabilità del passato tra XIV e XV secolo". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/12909.

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L'intento principale del presente lavoro di ricerca è di dare un contributo alla storia non ancora scritta di questa domanda: “Può Dio cambiare il passato?". Per poterlo fare si sono analizzate le opere e il pensiero di alcuni dei più importanti filosofi e teologi tardo medievali. Il XIV secolo è infatti il momento in cui questa domanda, che sembrava aver trovato una risposta definitiva nei due secoli precedenti, viene nuovamente riproposta e questa volta accompagnata da una risposta differente: se prima si riteneva fosse oramai opinione condivisa che Dio non potesse modificare il passato, in questo periodo storico tornano a far sentire la loro voce i sostenitori della tesi opposta. La loro influenza sarà tale che, solo grazie al farsi avanti dell'influenza tomista, l'opinione comune, sostenitrice dell'immodificabilità del passato da parte di Dio, tornerà ad imporsi alla fine del XV secolo. Per seguire lo sviluppo di questa vicenda nel corso di tutti questi anni ci si è rifatti ai contributi di quelli che ne sono stati i principali protagonisti: Thomas Bradwardine, Thomas Buckingham, Giovanni di Mirecourt, Grgeorio da Rimini, Pierre d'Ailly e Giovanni Capreolo. Il confronto con questi sei autori ha permesso di dare un quadro di insieme e un'idea generale di ciò che è stato il rifiorire di questa questione nel tardo medioevo e inoltre ha consentito di rilevare come, concettualmente, questa discussione sulla possibile modificabilità del passato da parte di Dio si sia evoluta in questo periodo trasformandosi da questione puramente concernente i limiti dell'onnipotenza divina a questione strettamente legata al problema dei futuri contingenti e al rapporto tra Dio e i diversi momenti temporali.
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Borsato, Ester. "Il lessico della navigazione e delle maestranze nella Venezia del XIV-XV secolo. Studio a partire da alcuni zibaldoni marittimi". Doctoral thesis, Universitat de Barcelona, 2021. http://hdl.handle.net/10803/672523.

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La presente tesi è strutturata in due parti principali: a) una sezione costituita dalle edizioni di tre dei più antichi testi di costruzione navale di area veneziana ad oggi conosciuti; b) un glossario dedicato al lessico tecnico presente nei testi. I tre testi, di cui forniamo l’edizione diplomatico-interpretativa, sono i seguenti: (i). B: Bergamo, Biblioteca Civica “Angelo Mai”, ms. MA334, Libro de navegar [XIVex.], cc. 111; (ii). L: Londra, British Library, Cotton ms., Titus A XXVI, Taccuino di Zorzi Trombetta da Modone [1444-1449], cc. 61; (iii). F: Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, ms. Magliabechiano XIX.7, Fabrica di Galere o Libro di Marineria [XV], cc. 123. Il primo codice ci risulta del tutto inedito; il manoscritto di Londra è stato parzialmente trascritto (cc. 42v-56v) da Richard Anderson in un articolo uscito per la rivista “The Mariner’s Mirror” (1925); infine, circa un quarto del testo del manoscritto fiorentino è stato parzialmente trascritto (cc. 1r-36r) da Augustin Jal (1840) nella Mémoire n. 5 della sua Archéologie Navale. Pur essendo tra loro omogenei, B, L e F presentano facies differenti; per questo motivo anteponiamo ad ogni edizione una breve descrizione codicologica e contenutistica, che aiuti il lettore a valutarne fattezze e cronologia e ad ammirarne la varietà dei temi trattati, riflesso degli interessi dei loro compilatori. F è l’unico codice, tra i tre, integralmente di argomento navale. Di B trascriviamo le cc. 16r- 20v e 41r-47v. Di L trascriviamo le cc. 12r-16r, 28r-28v e 42v-56v, che sono appunto le sezioni a tema navale. Ogni edizione è corredata di note linguistiche relative a grafia, fonetica, morfologia e sintassi, anche se non comparabili ad un vero e proprio commento. Sebbene tra i nostri obiettivi precipui vi sia quello di indagare il lessico dei testi, abbiamo scelto di aggiungere delle annotazioni che ne sottolineino esiti ad usi peculiari, dato che si tratta di documenti di alto valore testimoniale per la storia della lingua volgare e dei contatti linguistici e culturali di Venezia. Dal corpus così formato abbiamo ricavato il lemmario del glossario, che presenta: a) una sezione relativa alla storia della parola nell’italiano antico e nel veneziano, con l’obiettivo primario di creare uno strumento per valorizzare il patrimonio lessicale marinaresco tardo-medievale, recuperando voci non altrimenti attestate e fornendo nuovi dati per la storia del materiale già noto. A questo scopo, per ciascuna voce, integriamo le informazioni di prima mano ricavate dal corpus alle attestazioni e definizioni della lessicografia tradizionale; b) una sezione dedicata al confronto con le voci tecniche documentate nel Mediterraneo occidentale con l’intento di sottolineare le corrispondenze tra i vocabolari navali veneziano, catalano, provenzale e genovese. L’individuazione di affinità e difformità tra i vocabolari marittimo-navali di queste aree del Mediterraneo settentrionale, restituisce al lessico che ci proponiamo di studiare la prospettiva diatopica che gli è propria. Infine, in appendice, proponiamo l’edizione di alcuni inventari catalani inediti dedicati all’equipaggiamento delle galee reali, frutto dei mesi di ricerca trascorsi all’Universitat de Barcelona. Abbiamo scelto di pubblicare, in particolare, gli inventari che forniscono prime attestazioni di voci tecniche, poco o non altrimenti registrate nella lessicografia catalana. In una seconda appendice collochiamo alcuni disegni, opera di Giulia Zanella, corredati di etichette che vogliono aiutare il lettore a visualizzare alcuni oggetti complessi e che desiderano restituire al lessico che ci proponiamo di studiare, anche se solo in piccolissima parte, la concretezza che lo caratterizza.
The research project is composed of two main parts: the first one consists of a corpus of shipbuilding texts from several fifteenth-century zibaldoni of the Venetian area, the second part is composed by the systematic study of their technical naval vocabulary. The texts composing the corpus are collections of rules for the construction of certain types of boats, labeled as raxon de fabricar. This texts are collected in merchant notebooks and zibaldoni which contain a considerable amount of heterogeneous materials, spacing from lunar calendars or medical prescriptions, to mathematical problems and rates. From this corpus we obtained the list of entry words, in particular each headword presents: a) a first section about the history of the word in ancient Italian and Venetian, aiming to create an enhancing tool about the medieval maritime lexical heritage, recovering words not otherwise attested and providing new data related to the history of the known lexical material; b) a second section dedicated to the comparison of documented words in the western Mediterranean with the aim of emphasizing the lexical correspondences between the Venetian, Catalan, Provençal and Genoese naval vocabularies.
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Urbaniak, Martyna. "«Gente Grossa e Lacrimosa». Immagini e Rappresentazioni del Mondo Rurale nella Letteratura e negli Scritti Toscani del XIV e XV Secolo". Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2006. http://hdl.handle.net/11384/86043.

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De, Marchi Laura <1984&gt. "Mari dipinti e immagini sacre nella cartografia : per una storia di carte, atlanti e planisferi miniati a Venezia nel XIV e XV secolo". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10357.

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La tesi prende in esame gli esemplari di cartografia nautica eseguiti a Venezia tra il secondo decennio del XIV secolo e la metà del secolo XV, concentrando l’attenzione sull’aspetto artistico di questi manufatti, spesso miniati. L’obiettivo è quello di evidenziare e chiarire la nascita di un ramo dell’arte della miniatura dedicato alla cartografia nautica, caratterizzato da una propria iconografia e iconologia.
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Libros sobre el tema "XIV-XV secolo"

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Magister, Paulus, ed. Magister Paulus: Uno scultore tra XIV e XV secolo. Roma: Edilazio, 2001.

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2

Pittura a Campi Bisenzio tra XIV e XV secolo. Firenze: Nerbini, 2011.

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3

Tronconi, Isabella. Pittura a Campi Bisenzio tra XIV e XV secolo. Firenze: Nerbini, 2011.

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4

Gallo, Donato. Università e signoria a Padova: Dal XIV al XV secolo. Trieste: LINT, 1998.

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5

La collezione Corsi: Dipinti italiani dal XIV al XV secolo. Firenze: Centro Di, 2011.

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6

Durissini, Daniela. Economia e società a Trieste tra XIV e XV secolo. Trieste: Deputazione di storia patria per la Venezia Giulia, 2005.

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7

Boskovits, Miklós. Dipinti italiani del XIV e XV secolo: In una raccolta milanese : catalogo. [Milano]: Silvana, 1987.

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8

Leverotti, Franca. Popolazione, famiglie, insediamento: Le Sei Miglia lucchesi nel XIV e XV secolo. Ospedaletto (Pisa): Pacini editore, 1992.

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Boskovits, Miklós y Milvia Bollati. Dipinti italiani del XIV e XV secolo: La collezione Crespi nel Museo diocesano di Milano. [Italy]: Credito valtellinese, 2000.

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10

Milvia, Bollati, Boskovits Miklós y Museo diocesano (Milan Italy), eds. Dipinti italiani del XIV e XV secolo: La collezione Crespi nel Museo diocesano di Milano. Milano: Skira, 2000.

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Capítulos de libros sobre el tema "XIV-XV secolo"

1

Palermo, Luciano. "Il sistema degli scambi nel Mediterraneo occidentale tra XIV e XV secolo e il porto di Roma". En Atti delle «Settimane di Studi» e altri Convegni, 29–47. Florence: Firenze University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-857-0.03.

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Resumen
Between the 14th and 15th centuries, a dense network of trade relations was active in the maritime basin of the western Mediterranean. The three regional areas that overlooked this sea, the Iberian and Provencal, the Italian and the African, and all the islands that were present in it, were equipped with numerous and important landing points and were connected by a dense network of exchanges. The essay takes into consideration the characteristics of this network of economic and cultural connections, and analyzes, particularly through the use of the Datini Archive, the role of the port of Rome in this system of exchanges and the links that merchants and bankers who acted in this city entertained with the Iberian mercantile centers.
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Miglio, Massimo. "La cronachistica tardomedioevale italiana (secoli XIV-XV): rilettura". En Bilan et perspectives des études médiévales en Europe, 23–34. Turnhout: Brepols Publishers, 1995. http://dx.doi.org/10.1484/m.tema-eb.4.00468.

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Fiore, Alessio. "La signoria nel gioco politico: una lettura strutturale (area subalpina, secoli XIV-XV)". En La signoria rurale nell’Italia del tardo medioevo. 3 L’azione politica locale, 89–106. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-427-4.06.

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Resumen
Aim of this article is to discuss the structural role of territorial lordship for its owners in north-western Italy between the fourteenth and fifteenth centuries. Through analysis of a large number of cases, we can see that it performed different functions according to different frameworks. In particular, it was a device for reproducing the social eminence of lords compared to the rest of the regional elite. Indeed, controlling a lordship meant having a huge and stable political capital, which could however be invested in two substantially opposite strategies: in the search for substantial autonomy from state power, or on the contrary in the creation of a structural and symbiotic link with state powers.
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Berardi, Riccardo. "Le reintegre o platee dei Sanseverino di Bisignano: diritti e prelievo signorile nella Calabria settentrionale (secolo XV - prima metà del XVI)". En La signoria rurale nell’Italia del tardo medioevo. 2 Archivi e poteri feudali nel Mezzogiorno (secoli XIV-XVI), 73–151. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-301-7.06.

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Resumen
The aim of this paper is to reassess the history of the Sanseverino family, princes of Bisignano in Calabria in the Late Middle Ages; by focusing on a specific and unpublished source: the so-called “reintegre or platee” as written in the first half of the 16th century. These are public sources mostly enlisting properties and benefits; they serve the purpose of re-possessing the privileges taken from the princes themselves over the previous century. The paper will therefore focus not only on the management and character of the seigneurial landholdings but also on the reconstruction of both the local networks of power exerted on the population and the local political system. It will shed new light on the still debated historiographical issue centered on the seigneurial authority in southern Italy by assessing its local rooting and pervasiveness since the 14th century.
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Del Tredici, Federico. "L’estensione del dominio dell’amicizia. Signori e amici in Lombardia e Italia centro-settentrionale, secoli XIV-XV". En La signoria rurale nell’Italia del tardo medioevo. 3 L’azione politica locale, 151–78. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-427-4.09.

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Resumen
At the end of the Middle Ages in Lombardy it was common for a rural lord and his subjects to be defined as friends. By comparing Lombardy to other areas of central and northern Italy, the essay underlines the exceptional nature of this situation, and questions its causes. Such a phenomenon had two main underlying reasons: on the one hand, the peculiar political relationship between city and countryside that distinguished Lombardy since the late thirteenth century; on the other hand, the strong consensual character of the Lombard lordship in the fourteenth and fifteenth centuries.
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Rivera Magos, Victor. "I Conti erariali dei feudi nella I serie delle Dipendenze della Sommaria dell’Archivio di Stato di Napoli (XV secolo): per un nuovo inventario ragionato". En La signoria rurale nell’Italia del tardo medioevo. 2 Archivi e poteri feudali nel Mezzogiorno (secoli XIV-XVI), 249–380. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-301-7.08.

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Resumen
In this paper we present the results obtained from the systematic investigation of the sub-series ‘Conti erariali dei feudi’ of the fund ‘Dipendenze della Sommaria’ preserved in the State Ar- chives of Naples. A reasoned analytical inventory is proposed, limited to the documentation re- lating to the period between 1421 and 1500, for a count of 58 envelopes and 212 dossiers. This is fiscal documentation that has flowed into the Archive of the Camera della Sommaria following the deliveries by the provincial administrators required to submit their work to the audit of the rational of the king, but also as a result of traumas and confiscations on fiefs by the sovereign.
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Mineo, E. Igor. "Preminenza e distinzione in Italia tra XIV e XV secolo". En Marquer la prééminence sociale, 195–214. Éditions de la Sorbonne, 2014. http://dx.doi.org/10.4000/books.psorbonne.3344.

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"I Gesuati e i volgarizzamenti (seconda metà XIV–prima metà XV secolo)". En Toscana bilingue (1260 ca.–1430 ca.), 415–34. De Gruyter, 2021. http://dx.doi.org/10.1515/9783110702231-020.

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"Le scritture esposte e il latino in Italia fra XIV e XV secolo". En Acta Conventus Neo-Latini Albasitensis, 189–201. BRILL, 2020. http://dx.doi.org/10.1163/9789004427105_013.

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Pirani, Francesco. "L’irruzione della storia negli statuti comunali marchigiani (secoli XIV-XV)". En Les statuts communaux vus de l’intérieur dans les sociétés méditerranéennes de l'Occident (xiie-xve siècle), 119–44. Éditions de la Sorbonne, 2019. http://dx.doi.org/10.4000/books.psorbonne.54618.

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Actas de conferencias sobre el tema "XIV-XV secolo"

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Макаров, Н. А., С. В. Шполянский, А. Н. Федорина y Н. Д. Угулава. "TO THE STUDY OF THE NEAREST DISTRICT OF MEDIEVAL SUZDAL: RESEARCHES IN THE HEADWATERS OF THE KAMENKA RIVER IN 2018–2019". En Археология Владимиро-Суздальской земли. Crossref, 2019. http://dx.doi.org/10.25681/iaras.2019.978-5-94375-304-6.7-29.

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Resumen
В статье рассматриваются результаты разведочных работ, проведенных Суздальской экспедицией ИА РАН в 2018 - 2019 гг. в ближней округе Суздаля, в районе села Вышеславского, в верхнем течении р. Каменки. Здесь на площади в 15 кв. км было открыто 21 средневековое селище, на которых собрана представительная коллекция вещей и керамики. Установлено, что освоение древнерусским населением региона начинается на рубеже XI - XII вв. К середине - второй половине XII в. сеть расселения в микрорегионе достигает наибольшей плотности. В это время на одном из селищ (Вышеславское 3) функционирует двор или усадьба представителей социальной элиты княжества, что выразилось в яркой серии находок на памятнике: свинцовой подвесной печати с изображением св. Козьмы и Дамиана, позолоченного колта, змеевика в форме киотца и других вещей. Основные трансформации структуры расселения в регионе во второй половине XIII - XIV в. проявились в уменьшении количества небольших (площадью до 1,5 га) поселений, концентрации населения на относительно крупных памятниках. Материалы позднего Средневековья и раннего Нового времени (вторая половина XV - XVI в.) были обнаружены только при обследовании села Вышеславского. Таким образом, можно говорить о глубоких изменениях структуры расселения во второй половине - конце XV столетия. The results of the prospecting works carried out by the Suzdal expedition of IA RAS in 2018-2019 in the near district of Suzdal, near the village of Vysheslavskoye, in the basin of the headwaters of the Kamenka river are considered in the paper.Here, 21 medieval settlements, on which the representative collection of things and ceramics is collected, were found on the area of 15 sq.km. It is established that the development of the region by the Old Russian population begins at the turn of the XI-XII centuries. The settlement network in the microregion reaches its highest density by the middle - second half of the XII century. At this time, there is a yard or estate of the social elite of the Principality in one of settlements (Vysheslavskoye 3), which was expressed in a bright series of finds on the site: a lead pendant seal with the image of St. Kozma and Damian, a gilded temple headdress pendant (Kolt), a serpentine in the form of an icon case and other things. The main transformations of the settlement structure in the region in second half of the XIII-XIV centuries manifested in a decrease in the number of small (up to 1.5 hectares) settlements, and in the concentration of population on rather large sites. Materials of the late Middle Ages and early Modern times (second half of the XV-XVI centuries) were found only in the survey of the village Vysheslavskoye. Thus, it is possible to speak about deep changes in the structure of settlement in the second half-the end of the XV century.
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