Literatura académica sobre el tema "Voto di lista"

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Artículos de revistas sobre el tema "Voto di lista"

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Molins, Joaquim M. y Sergi Pardos-Prado. "Il voto di "castigo" anti-immigrazione nelle elezioni comunali in Catalogna". Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 56, n.º 2 (31 de diciembre de 2006): 39–67. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-12704.

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Resumen
In questo articolo vorremmo tracciare un quadro teorico del tema dell’immigrazione nel contesto dello studio del comportamento elettorale. L’esercizio teorico ci consente di arrivare a formulare l’ipotesi che un alto livello di presenza di immigrati o di segregazione residenziale degli stessi può produrre, in taluni comuni, modelli di «voto di castigo» dettati da attitudini di avversità verso l’immigrazione che penalizzano il partito di governo quale che sia il suo colore. Dopo aver giustificato l’ipotesi, svolgeremo le analisi per verificarla in quattro paragrafi che corrispondono alle quattro forme di «voto di castigo»1 prodotto dal problema dell’immigrazioneche, secondo noi, si sono avute in Catalogna: a) il voto di protesta anti-immigrazione canalizzato da una lista che si è presentata in maniera coordinata in diversi comuni, con uno stile simile a quello di altri partiti xenofobi in Europa; b) il voto di protesta anti-immigrazione canalizzato da una lista radicata in un solo comune; c) il voto di protesta anti-immigrazione che non si canalizza in una lista espressamente xenofoba e monotematica; d) il voto anti-immigrazione in una grande città. L’analisi e la messa a confronto di queste quattro forme di voto di protesta in elezioni locali, voto dovuto ad atteggiamenti verso l’immigrazione, vorrebbe essere un primo passo per comprendere l’effetto di questa issue nella dinamica elettorale. Partendo da qui, analisi successive potranno comprovare se qualcuno di questi modelli si ritroverà in prossime consultazioni e in differenti arene (non solo locali, cioè, ma anche regionali e nazionali) e si sarà esteso a altri paesi.
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Ricolfi, Luca. "IL VOTO PROPORZIONALE E IL NUOVO SPAZIO POLITICO ITALIANO". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 24, n.º 3 (diciembre de 1994): 587–629. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200023236.

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Resumen
IntroduzioneQuesto saggio si occupa esclusivamente del voto di lista (ai singoli partiti), espresso mediante la «scheda proporzionale» della Camera alle elezioni politiche del 27 e 28 marzo 1994. Il suo scopo è essenzialmente di ritracciare la mappa politica dell'Italia, sia in termini territoriali sia in termini di geometria dello spazio elettorale. Quest'ultimo aspetto verrà affrontato, in questo lavoro, esclusivamente sotto il profilo macro, considerando come unità di analisi i collegi o le circoscrizioni enongli individui.
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D'Alimonte, Roberto. "LA TRANSIZIONE ITALIANA: IL VOTO REGIONALE DEL 23 APRILE". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 25, n.º 3 (diciembre de 1995): 515–59. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200023820.

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Resumen
IntroduzioneIl nuovo sistema elettorale per l'elezione dei consiglieri delle quindici regioni a statuto ordinario rappresenta l'ultimo tassello del processo di riforma delle regole elettorali. Come i sistemi elettorali per le elezioni parlamentari, comunali e provinciali, è anche esso un sistema misto. Più precisamente è un sistema a turno unico con un doppio voto: uno per l'attribuzione dell'80% dei seggi con formula proporzionale in circoscrizioni coincidenti con il territorio delle province; l'altro per la assegnazione del restante 20%, con scrutinio maggioritario di lista, in una unica circoscrizione coincidente con il territorio della regione. Questa quota rappresenta il premio destinato alla lista regionale che ottenga il maggiore numero di voti. Come vedremo successivamente, il premio non sempre corrisponde al 20% dei seggi, ma è in realtà variabile. In ogni caso però – ed è questa la caratteristica più importante del nuovo sistema elettorale – esso è tale da garantire al partito o alla coalizione di partiti vincenti la maggioranza assoluta dei seggi in consiglio. Complessivamente, dunque, si tratta di un sistema di difficile classificazione: prevalentemente proporzionale quanto a rappresentatività delle forze politiche, tendenzialmente maggioritario quanto alla dinamica della competizione elettorale e all'impatto sulla formazione del governo regionale. Tutto sommato, la dizione «sistema proporzionale a premio di maggioranza variabile» mi sembra la più adatta a riassumerne le caratteristiche principali. In questa sezione le vedremo una per una cominciando dalla struttura della scheda elettorale.
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Floridia, Antonio. "Le elezioni comunali in Toscana dal 1993 al 2004. Gli effetti delle nuove regole, i partiti, le coalizioni, i "nuovi" sindaci". Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 54, n.º 2 (31 de diciembre de 2005): 5–91. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-12718.

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Resumen
L’obiettivo di questo lavoro quello di fornire un bilancio critico e una valutazione degli effetti che l’applicazione della legge 81 del 25 marzo 1993 ha prodotto sui sistemi politici locali della Toscana: una legge che è stata più volte, e da più parti, definita come il frutto migliore della convulsa fase di crisi e di transizione che hanno vissuto le istituzioni politiche del nostro paese nel corso degli anni Novanta, – «un esempio di ingegneria istituzionale sostanzialmente andato a buon fine», come è stato detto –, ma di cui oggi, a distanza di anni, e dopo tre cicli elettorali, si possono cominciare a cogliere meglio le complesse implicazioni, individuando i processi di mutamento che le nuove regole hanno indotto, o con i quali esse si sono intrecciate, nel comportamento degli elettori e nelle strategie degli attori politici. Ad oltre dodici anni dall’approvazione di questa legge, tutti i Comuni hanno già sperimentato per almeno tre volte il nuovo sistema elettorale. È possibile quindi disporre oggi di una mole rilevante di dati che permettono di valutare le modalità di funzionamento del nuovo sistema elettorale. Concentrare poi l’attenzione su una sola regione, la Toscana nel nostro caso, corrisponde ad un esigenza conoscitiva di particolare rilievo, proprio perché, come rilevava Giacomo Sani nella Prefazione ad uno degli studi più completi sull’argomento, apparso dopo la tornata elettorale del 1999, ciò che emerge sono appunto «le forti differenze a base regionale» che hanno caratterizzato l’impatto della nuova legge elettorale. In questa ricerca, dunque, siamo partiti dalle specificità del sistema politico toscano, cominciando ad analizzare alcuni aspetti del voto amministrativo nel corso degli anni Ottanta e cercando di misurare, per quanto possibile, i mutamenti che il nuovo sistema elettorale ha prodotto. I comuni considerati dalla ricerca sono quelli che, sulla base dei dati del Censimento 1991, e poi di quello del 2001, hanno superato i 15 mila abitanti e per i quali, dunque, la nuova legge prevede un sistema elettorale a doppio turno: per la Toscana, si tratta di 51 comuni. Per questi comuni è stato predisposto un data base completo, oggi anche consultabile via internet, comprendente tutti i dati relativi alla partecipazione elettorale, i voti riportati dai candidati e dalle liste collegate, i seggi attribuiti a ciascuna lista. Generalmente, i dati sono stati analizzati anche sulla base delle diverse classi demografiche dei comuni e della diversa ampiezza dei consigli comunali5, e sulla base dei diversi cicli elettorali, in modo da consentire confronti omogenei
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De Luca, Roberto. "Nuove liste e vecchi candidati: le elezioni politiche e comunali del 2006 in Calabria". Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 57, n.º 1 (30 de junio de 2007): 53–84. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-10224.

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Resumen
Nelle elezioni politiche del 2006, in uno scenario abbastanza scontato per quanto riguarda l’elezione dei rappresentanti in parlamento e, in parte, l’esito dei partiti e delle coalizioni in lizza, fa scalpore in Calabria l’eccezionale risultato della lista dei Consumatori (Codacons) che ottiene un seggio al Senato e percentuali di voto sia alla Camera che al Senato superiori al 5%. D’altra parte anche l’ottimo risultato del Codacons era possibile preventivarlo da coloro i quali conoscono il sistema politico di questa regione ed i suoi attori, la cultura politica e le dinamiche comportamentali dell’elettore e, non ultimo, i possibili effetti del nuovo sistema elettorale. In questo articolo ci si chiede, in via principale, come può nascere un nuovo partito ad estensione territoriale regionale a pochi giorni dalla competizione elettorale nazionale più importante ed avere successo e quali possono essere le precondizioni sia per la nascita di una nuova formazione politica, sia, soprattutto, perché questa riesca a consolidarsi e ad affermarsi. Per fare ciò è necessario ricostruire le vicende che hanno portato alla spaccatura nella Margherita in Calabria, del dissenso maturato da una porzione del partito con i vertici nazionali, con la conseguente costituzione di una nuova formazione. Cercheremo, inoltre, di valutare quanto ha inciso sulla nascita del partito la presenza di un nuovo sistema elettorale di tipo proporzionale con liste bloccate che, se da una parte riconsegna maggiori poteri ai singoli partiti, dall’altra – attraverso il contrasto fra centro e periferia nelle scelte delle candidature - accentua lo stato di profonda crisi del sistema dei partiti messa a nudo dalla ormai lontana epoca di «Mani pulite». Nella cronistoria della nascita di un nuovo partito, non tralasceremo di verificare quali sono gli elementi, o meglio, le variabili di successo a partire proprio dal peso esercitato dagli attori coinvolti. E sul filo della personalizzazione della politica, infatti, che tutta l’operazione della nascita del partito viene portata a termine confidando che l’influenza personale sugli elettori avrebbe prevalso su ogni altra variabile in gioco nella scelta elettorale ed avrebbe, perciò, portato i suoi buoni frutti. Considerato che i principali protagonisti della nascita della nuova formazione sono elementi di spicco dell’establishment regionale (il presidente e un assessore della Regione) andremo ad analizzare quali ripercussioni si sono avute nella conduzione della direzione del governo regionale e, soprattutto, nel rapporto fra i diversi partiti che compongono la maggioranza. Infine, anche per mezzo delle dichiarazioni più o meno ufficiali dei protagonisti, cercheremo di individuare alcuni dei possibili scenari futuri e le prospettive entro cui cerca di collocarsi il nuovo partito.
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Biorcio, Roberto y Paolo Natale. "LA MOBILITÀ ELETTORALE DEGLI ANNI OTTANTA". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 19, n.º 3 (diciembre de 1989): 385–430. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200008649.

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Resumen
IntroduzioneLo studio della mobilità elettorale si ricollega per diversi aspetti al dibattito sulle tendenze generali del mercato elettorale in Italia e alla problematica legata ai tipi di voto. Lo studio delle forme che può assumere la mobilità elettorale costituisce però, a nostro avviso, un tema dotato comunque di una sua autonoma specificità. Le forme che assume il passaggio da una scelta di voto ad un'altra dipendono sia dalle modifiche di posizionamento dei partiti nell'ambito della competizione elettorale, sia dalle modalità secondo cui i cittadini-elettori si rapportano ad essi e, più in generale, vivono il proprio rapporto con la sfera politica e le istituzioni.Si possono individuare nella scelta dell'elettore diverse componenti analitiche (cfr. Parisi e Pasquino 1977; Pizzorno 1983 e 1986, Mannheimer e Sani 1987), riconducibili, a nostro avviso, ad alcune peculiari logiche motivazionali. Si può cogliere anzitutto unalogica dell'identificazione,secondo cui l'elettore esprime adesione e solidarietà rispetto a qualche tipo di identità collettiva che ritiene rappresentata in una delle proposte di voto in competizione. Le identità collettive che costituiscono il referente necessario per questo tipo di logica motivazionale possono essere già presenti nella società — e semplicemente trascritte o trascrivibili in una delle possibili opzioni di voto — oppure essere costituite dal «discorso identificante» dei politici (Pizzorno 1983). Oppure ancora essere una combinazione di entrambe queste possibilità. Si può poi riconoscere nell'elettore l'esistenza di unalogica dell'utilità(o della razionalità strumentale rispetto allo scopo), quando il voto appare finalizzato a favorire (oppure ad ostacolare) tendenze politiche e/o provvedimenti specifici, in base ad un proprio calcolo degli interessi. Insieme a queste due, si può considerare una terza componente analitica nel comportamento elettorale — definibile comelogica della protesta— che esprime motivazioni prevalentemente «in negativo» rispetto al voto o rispetto al tradizionale sistema dei partiti; questa logica emerge quando i partiti esistenti non riescono a suscitare sufficiente identificazione nell'elettore, né a rappresentarne le domande sociali. La logica della protesta si può esprimere non solo con l'astensionismo (attivo o passivo), ma anche con il voto per alcuni dei «nuovi partiti» formatisi negli anni settanta e ottanta come espressione di diverse forme di protesta politica o sociale.È evidente che queste diverse logiche motivazionali possono coesistere nello stesso atto di scelta, con un peso che può variare in base alle caratteristiche dell'elettore, alla congiuntura politico-sociale e al tipo di elezione. Quello che interessa al nostro studio è la relazione fra queste logiche di voto ed i processi di mobilità elettorale: come il peso specifico delle diverse logiche motivazionali può fare variare siale probabilitàdi mutamento delle precedenti scelte di voto, siale formeed ilsensoche questo mutamento può assumere.La logica della identificazione — declinata nelle forme più diverse — costituisce ovviamente la base della fedeltà elettorale di partito o, almeno, di «area politica». Per gli elettori che nel voto esprimono soprattutto una esigenza di identificazione, la probabilità di mutamenti è ridotta, e l'abbandono delle precedenti scelte assume un carattere «traumatico», che si può leggere come segno di un generale processo di ri-orientamento politico-esistenziale. Il passaggio diretto ed immediato da una identificazione ad un'altra è un evento che si verifica raramente. Gli elettori che scelgono di non votare più per un partito in cui si erano identificati sperimentano una fase di relativa incertezza, nella quale possono acquistare maggior peso, almeno transitoriamente, le logiche della protesta o quelle del calcolo delle utilità.La logica della utilità si esprime in un «calcolo dei vantaggi» che si può riferire tanto a interessi individuali e particolaristici (voto clientelare), quanto a quelli di gruppo o di categoria, fino ad assumere come riferimento interessi più generali (voto di opinione). Il calcolo dei vantaggi di ogni scelta di voto è funzione delle caratteristiche specifiche e congiunturali delle diverse scadenze elettorali. Ci si può aspettare che quanto più pesa, nella scelta del singolo elettore, la logica della utilità, tanto più sono probabili, almeno in linea di principio, i cambiamenti delle opzioni di voto.Anche la logica della protesta, se non è accompagnata da forte identificazione in un partito vissuto come rappresentante significativo della protesta sociale, fornisce un notevole contributo alla instabilità elettorale: in questo caso è l'atto stesso di abbandono delle precedenti scelte partitiche che diviene il veicolo più importante per l'espressione del risentimento dell'elettore.Si è rivolta l'attenzione a diversi tipi di mutamento nel comportamento elettorale, analizzando in particolare:1)i cambiamenti di voto all'interno del gruppo dei 7-8 partiti tradizionalmente presenti — nel dopoguerra — nelle competizioni elettorali: la mobilità in questo caso può essere interpretata come l'esito di un giudizio razionale sugli effetti dell'opzione elettorale sul quadro politico, o su una serie di politiche specifiche;2)i cambiamenti di voto da uno dei partiti tradizionali alla esplorazione di nuove possibilità di espressione elettorale — nella scelta di votare, ad esempio, per uno dei partiti emersi negli anni settanta ed ottanta, o per qualcuna delle liste che si caratterizzano su specificheissues(pensioni, ecologia, identità regionali, ecc.);3)il cambiamento dal voto al non voto, che può essere letto come diminuzione del livello di identificazione (visto dal lato dell'elettore) o nella capacità di mobilitazione (visto dal lato del partito) di una determinata opzione partitica;4)il ritorno dal non voto (non partecipazione alla votazione o non espressione di voto valido) al voto per una delle liste presenti nella competizione elettorale, che può dipendere dalla accresciuta capacità di suscitare mobilitazione ed identificazione da parte di una delle forze politiche presenti, oppure dalla particolare rilevanza soggettivamente attribuita ad una specifica tornata elettorale.Lo studio empirico delle forme di mobilità elettorale presenta — come è noto — particolari difficoltà, sia perché ciascuna di esse coinvolge quote limitate del corpo elettorale sia, più in generale, per l'ovvio motivo che non sono disponibili registrazioni — a livello individuale — delle scelte di voto e delle loro variazioni fra una elezione e l'altra. A causa di tali difficoltà e per ovviare ai problemi specifici di ciascuna delle tecniche di analisi, nel nostro studio sulla mobilità elettorale 1983-87 abbiamo fatto riferimento a risultati di ricerche realizzate con diversi metodi: analisi di dati raccolti tramitesurvey,analisi di dati elettorali aggregati a vari livelli, stime dei flussi elettorali in alcune città e stime di flussi a livello nazionale basate sui dati rilevati in un insieme di sezioni-campione. E nostra opinione che sia legittimo e necessario utilizzare nella ricerca i diversi metodi a disposizione, con la consapevolezza dei vantaggi e dei problemi metodologici che ciascuno di essi pone: soltanto l'attenta comparazione dei risultati ottenuti da diverse fonti può convalidare o, nel caso, porre seri interrogativi sulle ipotesi sostantive via via formulate. In questa sede il nostro interesse è rivolto ai risultati ottenuti con le diverse metodologie, più che alla discussione delle metodologie stesse, per la quale rimandiamo ad altre sedi.
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Floridia, Antonio. "Le elezioni del 13 maggio 2001: coalizioni e partiti, conferme e novità nel volto politico della Toscana". Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 48, n.º 3 (31 de diciembre de 2002): 5–79. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-12765.

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Premessa. La partecipazione elettorale. La struttura dell'offerta elettorale. I risultati del voto per la Camera e per il Senato: aree elettorali e coalizioni elettorali. I parlamentari eletti, i meccanismi di attribuzione dei seggi, le "liste civetta". Struttura e rendimento delle coalizioni. Alcune prime conclusioni: forza delle coalizioni o debolezza dei partiti?
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Febri Handra, Aqri. "IMPLIKASI PEMILIHAN KEPALA DAERAH SERENTAK SEBAGAI PERWUJUDAN DEMOKRASI PADA MASA PANDEMI COVID 19 DI KABUPATEN PESISIR SELATAN". UNES Law Review 4, n.º 3 (1 de marzo de 2022): 309–16. http://dx.doi.org/10.31933/unesrev.v4i3.241.

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Simultaneous Pilkada in 2020 should be used as the beginning for quality democracy. The COVID-19 pandemic has caused several changes in the implementation of regional elections, in accordance with KPU Decree Number: 179/PL.02-kpt/01/KPU/III/2020 concerning Postponing the Stages of Elections for Governors and Deputy Governors, Regents and Deputy Regents, and/or Mayor and Deputy Mayor in 2020 in Efforts to Prevent the Spread of Covid-19. These regulations, among others, regulate the postponement of the 2020 Pilkada stages in several parts, such as the inauguration and tenure of the Voting Committee (PPS), verification of the support requirements of individual candidates, the formation of a Voter Data Update Officer (PPDP) and the implementation of matching and research (coklit), as well as updating and preparation of voter lists. Analysis and discussion of the results obtained the following answers: (a) The implications of implementing simultaneous regional head elections as a manifestation of democracy during the Covid 19 pandemic in Pesisir Selatan Regency, namely increasing voter participation in the 2020 Pilkada compared to the 2015 Pilkada. The next implication is the emergence of disputes over the results of the vote in the election. (b) Obstacles in the implementation of simultaneous regional head elections as a manifestation of democracy during the Covid 19 pandemic in Pesisir Selatan Regency, namely the non-neutrality of the State Civil Apparatus in organizing the Pilkada by committing violations at several stages of the election
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Andrian, Andrian. "Tingkat Partisipasi Politik Perempuan Dalam Pemilihan Kepala Daerah Tahun 2020: Studi Kasus Pada di Desa Pasir Batang, Kecamatan Manonjaya, Kabupaten Tasikmalaya". ijd-demos 4, n.º 3 (29 de septiembre de 2022). http://dx.doi.org/10.37950/ijd.v4i3.325.

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ABSTRAK Penelitian ini menganalisis tentang tingkat partisipasi politik perempuan dalam pemilihan kepala daerah tahun 2020. Penelitian ini didasarkan pada tingkat partisipasi politik perempuan dalam pemilihan kepala daerah tahun 2020 mengalami peningkatan atau sangat antusias mengikuti gelaran pemilihan kepala daerah. Hal tersebut berdasarkan data KPUD Kabupaten Tasikmalaya bahwa pemilih perempuan yang terdaftar dalam pemilih tetap berjumlah 2.280 pemilih dan berdasarkan daftar hadir di seluruh TPS yang tersebar di Desa Pasir Batang tercatat 1.180 diantaranya memberikan suaranya atau sekitar 95% pemilih perempuan datang ke TPS untuk memberikan hak pilihnya. Tingginya persentase pemilih perempuan Desa Pasir Batang yang memberikan suaranya dalam pemilihan kepala daerah tahun 2020, menunjukkan bahwa pemilih perempuan tidak kalah antusias seperti halnya pemilih kaum laki-laki. Hal tersebut dikarenakan bahwa kaum pemilih perempuan sangat tinggi tingkat partisipasinya di Desa Pasir Batang Kabupaten Tasikmalaya adalah melihat sosok figur kepemimpinan dari bakal calon untuk memilih pemimpin dalam lima tahun kedepan dan memberikan suatu perubahan yang telah di paparkan oleh Calon dalam Visi dan Misi pada saat silaturahmi dalam proses pesta demokrasi pada saat pemilihan Bupati dan Wakil Bupati Tahun 2020. Metode penelitian yang digunakan dalam studi ini adalah pendekatan kualitatif dengan metode studi kasus. Kata Kunci: Partisipasi politik perempuan dan pemilihan kepala daerah. ABSTRACT This study analyzes the rate of women's political participation in the 2020 local election. This research is based on the rate of women's political participation in the 2020 local election in which its participation has increased in the local election. This is based on data from the Tasikmalaya Regency KPUD that female voters registered in the permanent voters are 2,280 voters and based on the attendance lists in all polling stations scattered in Pasir Batang Village, 1,180 of them votes. Around 95% of female voters came to polling stations to vote their ballots. The high percentage of female voters in Pasir Batang Village who vote in the 2020 regional head election, shows that female voters are no less enthusiastic than male voters. This is because women voters have a very high rate of participation in Pasir Batang Village, Tasikmalaya Regency, is to see the figure of leadership figures from prospective candidates to elect leaders in the next five years and provide a change that has been described by the Candidates in the Vision and Mission at the time of gathering in the process of the democratic party at the time of the election of the Head and Deputy of Regency in 2020. The research method used in this study is a qualitative approach with a case study method. Keywords: Women's political participation and local elections.
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Tesis sobre el tema "Voto di lista"

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CAPOTI, VIVIANA. "L'elezione del consiglio di amministrazione delle società quotate mediante voto di lista". Doctoral thesis, Università Bocconi, 2013. https://hdl.handle.net/11565/4054308.

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