Literatura académica sobre el tema "VITTORIO GUI"

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Artículos de revistas sobre el tema "VITTORIO GUI"

1

Aleksandrova, V. A. "To the History of the Production of Musorgsky’s Opera Khovanshchina in Vittorio Gui’s Stage Version (La Scala, 1933)". Art & Culture Studies, n.º 1 (febrero de 2022): 316–39. http://dx.doi.org/10.51678/2226-0072-2022-1-316-339.

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Resumen
The 1933 production of Khovanshchina at La Scala conducted by Vittorio Gui (1885–1975) was chronologically the second one on the Italian opera stage, the first being the 1926 premiere. In studying the Italian productions of Khovanshchina, the 1933 stage version is usually overshadowed by the premiere; however, the performance under V. Gui’s direction was not a remake, but an independent work of artistic expression. The period of seven years between the first and second Italian productions marked a significant shift in academic and artistic attitudes to studying and performing author’s versions of M.P. Mussorgsky’s legacy in the Soviet Union, as opposed to the creative arrangements by N.A. Rimsky-Korsakov, which up to that time had been considered the standard versions. Thus, P.A. Lamm, with the support of B.V. Asafyev, initiated the publication of Mussorgsky’s Complete Works based on the composer’s autographs. The first volumes of this collection were published, including the piano-vocal score and the full score of the opera Boris Godunov and the piano-vocal score of the opera Khovanshchina. Additionally, there were several productions and concert performances of Boris Godunov based on sheet music as revised by Lamm. V. Gui was aware of the work carried out by Soviet scholars but did not have access to the manuscript of the orchestral score of Khovanshchina created by Asafyev. For this reason, he created his own stage version of the opera, having built it upon Rimsky-Korsakov’s score but changed its structure and, in individual fragments — the orchestration and the tonal plan.
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Verzichelli, Luca. "GLI ELETTI". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 24, n.º 3 (diciembre de 1994): 715–39. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200023261.

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Resumen
IntroduzioneIl ricambio e la trasformazione della classe parlamentare erano i risultati più attesi dalle elezioni del 27 e 28 marzo 1994: il doppio effetto, prodotto dalla bufera di Tangentopoli e dall'adozione di un sistema elettorale maggioritario, rendeva facilmente prevedibile il mutamento, tuttavia la vittoria di uno schieramento o dell'altro avrebbe prodotto esiti diversi sia nelquantumdi novità espressa in termini di neo-parlamentari che nelle qualità socio-politiche di questo nuovo personale.
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Concilio, Carmen. "Andate e ritorni nella trilogia di Nino Ricci". Italian Canadiana 35 (18 de agosto de 2021): 165–82. http://dx.doi.org/10.33137/ic.v35i0.37225.

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Resumen
In questo studio si analizza la Trilogia dello scrittore italo-canadese Nino Ricci, in cui il romanzo di formazione di Vittorio Innocente si articola tra il viaggio di andata dall’Italia — terra della madre — al Canada — terra del padre — e il viaggio di ritorno in patria da adulto. Dominata dalla relazione edipica, la formazione di Vittorio è dolorosa e nessun approdo sembra offrire risposte alla ricerca del Sé, al contrario il ritorno è doloroso quanto la partenza. Inoltre, lo studio mette in luce come la Trilogia si configuri come cartografia dell’altrove, in cui il paradigma della linea curva e della griglia squadrata definiscono gli spazi al di qua e al di là dell'Oceano. La saggistica accademica sull'autore e sulla Trilogia, in particolare, ha fornito l'orizzonte critico di riferimento.
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Ciaglia, Antonio y Marco Mazzoni. "Quando il risultato elettorale è scontato… Il ruolo dei quotidiani locali durante le elezioni regionali del 2010 in Umbria". Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 65, n.º 1 (30 de junio de 2011): 41–64. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-9774.

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Resumen
Gli scontri nel PD umbro e il ruolo della stampa locale Il ruolo delle primarie nella selezione del candidato del PD Modalità di conduzione della ricerca I temi trattati dalla stampa locale Gli attori protagonisti nella stampa locale umbra Come è andata a finire: l'attesa vittoria della Marini Le conclusioni: i tre risultati della ricerca
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5

Sartoretti, Irene. "La modernizzazione difficile. Una generazione di architetti tra politica, filosofia e scienze sociali". SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, n.º 95 (julio de 2011): 99–114. http://dx.doi.org/10.3280/sur2011-095006.

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Resumen
Dal secondo dopoguerra fino al corso di tutti gli anni Settanta in Italia si č prodotta una particolare stagione per l'architettura in cui i fermenti sociali, politici, le istanze di modernizzazione e la speculazione filosofica, legata in buona parte a tali fermenti, hanno avuto un forte ruolo nel dibattito architettonico ed urbanistico. L'analisi di questi fattori teoretici extradisciplinari si rivela perciň indispensabile per comprendere la spinta innovativa data da Pietro Derossi, Vittorio Gregotti, Adolfo Natalini, Franco Purini, Marco Romano e Bernardo Secchi all'architettura e all'urbanistica italiane.
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Varga, Dániel. "Il ruolo dell’Italia per la realizzazione del progetto della Confederazione Danubiana del 1862". Italianistica Debreceniensis 25 (29 de marzo de 2020): 146–61. http://dx.doi.org/10.34102/itde/2019/5559.

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Resumen
Nell'autunno del 1861 fu preparato un piano franco-italiano-greco per far ribellare i popoli balcanici. I leader dell'emigrazione ungherese, in attesa di una guerra imminente, si consultarono per stabilire un'alleanza offensiva e difensiva tra Ungheria, Croazia, Serbia e Romania. Il loro obiettivo era, al contrario, nel 1848-49, di far combattere i popoli della regione del Danubio contro Vienna anziché Pest, aiutando così Torino ad acquisire Venezia. Ignác Helfy pubblicò gli elementi essenziali delle discussioni tra gli emigrati ungheresi nel quotidiano Alleanza, di cui fu anche direttore, in un pezzo dal titolo "Il programma ungherese", diventato un successo per la stampa italiana. Il Tribuno, guidato da Marco Antonio Canini, oltre a contestare l'Alleanza, chiese al giornale di rivelare tutto ciò che sapevano. Poco dopo, Canini visitò György Klapka e prepararono il piano della Confederazione Danubiana - che fu approvato anche da Vittorio Emanuele II. Canini, preparandosi per il suo tour diplomatico nella regione dei Balcani, visitò Lajos Kossuth, il quale pensava che stabilire un'alleanza di difesa sarebbe stato più realistico in quella situazione politica - ma Canini lo convinse che doveva essere creata una confederazione tra le nazioni coinvolte. I commenti di Kossuth sul piano di Klapka e Canini furono trascritti. Tuttavia, Helfy li pubblicò nel suo articolo, rendendo impossibile a Canini condurre con successo i negoziati diplomatici tra i paesi. Infine, Vittorio Emanuele II, che inizialmente voleva uno dei suoi parenti come sovrano del Regno greco e a capo della Confederazione, si ritirò dai piani per la ribellione, a causa della mancanza di sostegno francese
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7

Cattaneo, Michel. "Preistoria genetica di un titolo: Gli strumenti umani di Vittorio Sereni". Giornale storico della letteratura italiana 199, n.º 666 (abril de 2022): 265–86. http://dx.doi.org/10.1484/j.gsli.5.132506.

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8

Popović, Olivera. "ARGOMENTI MONTENEGRINI DI UN UFFICIALE ITALIANO ALLA FINE DEL XIX SECOLO CRNOGORSKE TEME JEDNOG ITALIJANSKOG OFICIRA S KRAJA XIX VIJEKA". Folia linguistica et litteraria XI, n.º 30 (2020): 51–65. http://dx.doi.org/10.31902/fll.30.2020.3.

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Resumen
Il presente contributo si propone di esaminare le opere di tematica montenegrina del conte Eugenio Barbarich, ufficiale italiano che visitò il Montenegro nel dicembre del 1896, successivamente al matrimonio del principe ereditario italiano Vittorio Emanuele con la principessa montenegrina Jelena Petrović Njegoš. Oltre a illustrare il contesto della sua visita e ad analizzare le attività e impressioni dell’autore relative a questo viaggio, il nostro intervento prende in esame anche gli articoli di carattere storico e militare che Barbarich scrisse sul Montenegro, nonché la sua attività di traduttore, grazie alla quale il pubblico italiano ebbe l’occasione di conoscere l’opera letteraria del principe montenegrino Nikola I Petrović-Njegoš.
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Pettenati, Giacomo. "La Bicocca: centro per la metropoli o quartiere per la cittŕ?" ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, n.º 104 (octubre de 2012): 91–108. http://dx.doi.org/10.3280/asur2012-104006.

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Resumen
Il Progetto Bicocca ha trasformato radicalmente una porzione consistente della Milano industriale, insediando funzioni residenziali, universitarie e direzionali in un'area dismessa nel cuore della cittŕ. Il seguente contributo ripercorre la storia di questo controverso intervento, soffermandosi a descriverne le principali caratteristiche in termini di forma urbana, funzioni e presenza di spazi pubblici. Si vuole in particolare sottolineare come gli esiti di questa importante trasformazione urbana abbiano coinciso solo in parte con le attese che diversi attori, pubblici e privati, riponevano su di essa, in particolare per quanto riguarda la creazione di un nuovo "centro in periferia" auspicata da Vittorio Gregotti, realizzatore del masterplan relativo all'intera area.
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Fauri, Francesca. "La special relationship Fiat-Chrysler Dall'accordo del 10 aprile 1947 a quello del 30 aprile 2009". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 258 (septiembre de 2010): 57–72. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-258003.

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Resumen
L'articolo ripercorre le origini della relazione preferenziale che ha legato Fiat a Chrysler dall'immediato dopoguerra e in particolare durante gli anni del piano Marshall. Grazie ai contatti fra Vittorio Valletta e Philip Hills, dirigente della divisione esportazioni della Chrysler, tra il 1945 e il 1947 l'azienda torinese riuscě a concretizzare la prima importante intesa con una casa automobilistica americana in base alla quale gli ingegneri Fiat avrebbero avuto libero accesso alle risorse tecnologiche e di progettazione della Chrysler. Oggi invece la storia ha cambiato la posizione degli attori, la Chrysler per non chiudere ha dovuto ricorrere all'aiuto della Fiat. L'accordo di partnership siglato il 30 aprile 2009 permetterŕ la ristrutturazione e il rilancio del brand americano sul mercato interno e internazionale grazie alla condivisione della piů innovativa tecnologia Fiat per quanto riguarda i motori ecologici e a risparmio energetico (Multi-air) e l'impiego della tecnologia Chrysler nei propulsori elettrici per la progettazione di una nuova auto elettrica.
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Tesis sobre el tema "VITTORIO GUI"

1

Negro, Lorenzo <1995&gt. "Per un commento alla prima sezione de "Gli strumenti umani" di Vittorio Sereni: Uno sguardo di rimando". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17669.

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La tesi vuole fornire un primo commento alla sezione in limine alla terza raccolta poetica di Vittorio Sereni (1913-1983) edita da Einaudi nel 1965. "Gli strumenti umani" si inseriscono nel panorama della poesia italiana occupando un ruolo fondamentale nel passaggio tra la cultura letteraria della prima metà del secolo, a quella del secondo dopoguerra. L'elaborato propone il commento di diciotto testi, tutti completi di una prima introduzione filologica e tematica, poi un approfondimento sullo stile e sulla metrica, segue il testo definitivo accompagnato da una puntuale e precisa esegesi.
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2

Fiorindo, Valentina <1980&gt. "Gli spazi del santuario. Una lettura in chiave contestuale del santuario dei SS. Vittore e Corona a Feltre". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1618.

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Il santuario dei SS. Vittore e Corona venne fondato nel 1096 dal milites Giovanni da Vidor. Lo scopo della tesi, una volta riassunte le vicende dell'edificio, è quello di: ricostruire il contesto in cui vennero traslate le reliquie dei santi e costruito il santuario; procedere con l'analisi dell'architettura, degli affreschi, della scultura e del problematico arredo. Si cercherà infine di ricomporre l'itinerario dei pellegrini, all'interno e all'esterno dell'edificio sacro, e di ipotizzare un percorso liturgico utilizzando le testimonianze delle visite pastorali rimasteci.
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FEDERICO, LUCA. "L'apprendistato letterario di Raffaele La Capria". Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2020. http://hdl.handle.net/11567/1005664.

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Resumen
Superati «novant’anni d’impazienza» e dopo un lungo periodo votato all’autocommento e all’esplorazione delle proprie intenzioni, Raffaele La Capria ha raccolto le sue opere in due Meridiani curati da Silvio Perrella. La Capria ne ha celebrato l’uscita nella prolusione inaugurale di Salerno Letteratura, poi confluita nel breve autoritratto narrativo "Introduzione a me stesso" (2014). In questa sede, l’autore è tornato su alcuni punti essenziali della sua riflessione sulla scrittura, come la relazione, reciproca e ineludibile, fra tradizione e contemporaneità. All’epilogo del «romanzo involontario» di una vita, La Capria guarda retrospettivamente alla propria esperienza come ad un’autentica educazione intellettuale. Perciò, muovendo da un’intervista inedita del 2015, riportata integralmente in appendice, la tesi ha l’obiettivo di ricostruire l’apprendistato letterario di La Capria dai primi anni Trenta, quando l’autore ancora frequentava il ginnasio, fino all’inizio dei Sessanta, quando ottenne il premio che ne avrebbe assicurato il successo. Il percorso, che riesamina l’intera bibliografia lacapriana nella sua varietà e nella sua stratificazione, si articola in una serie di fasi interdipendenti: la partecipazione indiretta alle iniziative dei GUF (intorno alle riviste «IX maggio» e «Pattuglia»); l’incursione nel giornalismo e l’impegno culturale nell’immediato dopoguerra (sulle pagine di «Latitudine» e di «SUD»); l’attività di traduttore dal francese e dall’inglese (da André Gide a T.S. Eliot); l’impiego alla RAI come autore e conduttore radiofonico (con trasmissioni dedicate a Orwell, Stevenson, Saroyan e Faulkner); la collaborazione con «Il Gatto Selvatico», la rivista dell’ENI voluta da Enrico Mattei e diretta da Attilio Bertolucci; e le vicende editoriali dei suoi primi due romanzi, “Un giorno d’impazienza” (1952) e “Ferito a morte” (1961), fino alla conquista dello Strega. La rilettura dell’opera di uno scrittore semi-autobiografico come La Capria, attraverso il costante riscontro di fonti giornalistiche, testimonianze epistolari e documenti d’archivio che avvalorano e occasionalmente smentiscono la sua versione dei fatti, diventa allora un’occasione per immergersi nella sua mitografia personale e avventurarsi in territori finora poco esplorati: come la ricostruzione del suo profilo culturale, a partire dal milieu in cui La Capria vive e opera, o l’incidenza delle letture e delle esperienze giovanili sulla sua prassi letteraria.
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ZAPPACENERE, VALENTINA. "Vittorio Gui direttore d'orchestra e operatore di cultura musicale (1907-1936)". Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/2158/1225491.

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Resumen
Oggetto della presente tesi è la ricostruzione della prima ampia parte della carriera direttoriale di Vittorio Gui (Roma, 14 settembre 1885 – Fiesole, 16 ottobre 1975), figura di spicco del primo Novecento musicale e più latamente culturale italiano. Vittorio Gui operò in diversi ambiti: oltre che direttore d’orchestra fu infatti direttore artistico, compositore (sia pur solo fino alla fine degli anni Venti), saggista. Poiché le fonti inedite su cui si è lavorato hanno apportato testimonianze relative soprattutto all’impegno profuso nella formazione e nella conduzione di importanti istituzioni orchestrali, il presente contributo privilegia questi aspetti della biografia. A fronte della lunga durata – oltre un sessantennio – della sua attività di direttore, si è deciso di limitare l’indagine al primo trentennio, dal 1907, anno del debutto, al 1936, allorché terminò il periodo della sua collaborazione con la Stabile Orchestrale Fiorentina: periodo, questo, molto denso di eventi che hanno segnato profondamente la personalità del direttore, caratterizzandone il profilo.
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Libros sobre el tema "VITTORIO GUI"

1

Festschrift per gli ottant'anni di Vittorio Gregotti. Milano: Skira, 2007.

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2

Convegno internazionale La battaglia di Vittorio Veneto, aspetti militari (2004 Vittorio Veneto, Italy). La battaglia di Vittorio Veneto: Gli aspetti militari. Udine: Gaspari, 2005.

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3

Cataldo, Giancarlo De. Vittorio Bachelet: Gli anni 70 tra speranze e disillusioni. Roma: Consiglio Superiore della Magistratura, 2020.

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4

Centro ricerche Giuseppe Di Vittorio. Gli archivi del Centro ricerche Giuseppe Di Vittorio: Inventari. Roma: Minstero per i beni culturali e ambientali, Ufficio centrale per i beni archivistici, 1998.

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5

Bartolini, Francesca, ed. Lettere a Ruggero Jacobbi. Florence: Firenze University Press, 2007. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-164-9.

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Resumen
Lettere a Ruggero Jacobbi offre un ampio regesto di oltre mille pezzi epistolari inviati all'autore nell'arco di quarant'anni (dal 1938 al 1981) e di circa settanta lettere da lui scritte a vari corrispondenti, dando conto di tutto il materiale epistolare conservato nel Fondo Jacobbi dell'"Archivio contemporaneo Bonsanti" del Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux di Firenze.Dai documenti inediti, attentamente schedati da Francesca Bartolini, emerge con forza la figura di un intellettuale tra i più significativi del nostro Novecento, sempre presente nei dibattiti culturali del tempo e appassionato e reattivo nei confronti del mondo letterario e teatrale. Grazie alle molte voci, che intrecciano diversi paesi ed età, possiamo ricostruirnela vita a partire dagli anni dell'ermetismo, al quale fu vicino nella prima giovinezza, trovare traccia dei sedici anni trascorsi in Brasile, ripercorrere gli ultimi decenni italiani, nei quali avrebbe contemporaneamente esercitato le attività di recensore, regista e autore teatrale, saggista, critico letterario, storico della letteratura, docente universitario, poeta e direttore dell'Accademia d'Arte drammatica "Silvio D'Amico".Molti e autorevoli sono i nomi che ricorrono, anche di mittenti di cultura lusitana e ispanica, a testimoniare la presenza autorevole di Jacobbi sulla scena europea. Basti ricordare Murilo Mendes, Jorge Amado, Ricardo Cassiano e, tra gli italiani, Italo Calvino, Alessandro Parronchi, Vasco Pratolini, Salvatore Quasimodo, Vittorio Sereni e Elio Vittorini. Nell'appendice che chiude il volume è proposta la trascrizione di alcunelettere che trattano di scrittura, di critica, di amicizia ed impegno.
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6

Vittoria d'autore: Gli scrittori e la dea alata. Brescia: Scholé, 2020.

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7

Il podestà "Giusto d'Israele": Vittorio Tredici il fascista che salvò gli Ebrei. Milano: Guerini studio, 2008.

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8

Pavese, Vittorini e gli americanisti: Il mito dell'America. Bagno a Ripoli (Firenze): Edarc, 2008.

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9

D'Amico, Rosa. Gli affreschi di San Vittore: Restauro e ricollocazione. Bologna: Minerva, 2000.

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10

Jadranka, Bentini, ed. Gli affreschi di San Vittore: Restauro e ricollocazione. Bologna: Minerva, 2000.

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Capítulos de libros sobre el tema "VITTORIO GUI"

1

Aleksandrova, Vasilisa. "The Production of Modest Musorgsky’s Opera Khovanshchina at La Scala (1933) as an Attempt to Reconstruct the Authentic Image of an Artwork". En Quaderni di Venezia Arti. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-588-9/004.

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Resumen
The 1933 production of Khovanshchina at La Scala Theatre, conducted by Vittorio Gui (1885-1975), was the second time this opera was performed on the Italian opera stage. In studying the Italian productions of Khovanshchina, the 1933 stage version is usually overshadowed by the Italian premiere of this opera, which took place in 1926. However, Vittorio Gui made his own stage version of Khovanshchina, changing the structure, orchestration and tonal plan of the full score of this opera in Nikolay Rimsky-Korsakov’s edition in order to get closer to Musorgsky’s authorial text. The paper uses archival materials from the Russian State Archive of Literature and Art, the Russian National Museum of Music, the Archive of the Museo Teatrale alla Scala, and articles from Italian periodicals of the 1920s-1940s.
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