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Vergani, Matteo. "YouTube e civic commercial engagement. Il caso Obama Girl e Barely Political". SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, n.º 40 (junio de 2010): 131–44. http://dx.doi.org/10.3280/sc2009-040011.

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Nuove interessanti pratiche di comunicazione politica hanno attraversato la campagna elettorale di Obama, soprattutto nell'ambiente del cosiddetto Web 2.0. In questo articolo si analizza il fenomeno dei video pubblicati su YouTube da Barely Political, il cui personaggio piů famoso č Obama Girl, che ha ottenuto uno strepitoso successo sia sul Web che sugli altri media tradizionali. L'articolo analizza la comunicazione di Barely Political, valutandone l'efficacia e svelando l'esistenza di una strategia comunicativa professionale che si cela dietro a ciň che era stato ingenuamente definito l'emblema di una comunicazione amatoriale e naďve, tipica del Web 2.0. In questo articolo vengono presentati i risultati di una ricerca sui primi due anni della comunicazione di Barely Political: dal giugno del 2007 al maggio del 2009. Sono stati presi in considerazione tutti i 264 video prodotti da Barely Political in questo lasso di tempo, analizzando non solo i contenuti ma anche i paratesti (le visualizzazioni, i commenti, le votazioni che gli utenti hanno espresso sui video) e i metadata (come le tag). I risultati della ricerca portano a definire il progetto Barely Political come un esempio di civic commercial engagement, che mette insieme due obiettivi strategici, l'impegno civile e il coinvolgimento commerciale.
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Perla, Loredana y Viviana Vinci. "Videovalutare l'agire competente dello studente". EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, n.º 1 (junio de 2021): 119–35. http://dx.doi.org/10.3280/exioa1-2021oa12075.

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La videoanalisi è un oggetto di studio che vanta una consolidata tradizione. Pratica multimetodologica e area di studio interdisciplinare, essa risponde a numerosi problemi conoscitivi posti dalla complessità dei fenomeni didattici da indagare e propone strumenti e tecnologie che hanno un potenziale di descrizione, riproduzione e comprensione dei fenomeni molto alto. L'analisi video di un compito autentico costituisce un dispositivo di "supporto" per realizzare la valutazione dell'agire competente dello studente: un prototipo in grado di supportare la focalizzazione delle azioni che strutturano la competenza da valutare, per identificarne dimensioni, indicatori e livelli. Si descrive un percorso di ricerca-formazione che ha coinvolto 30 insegnanti di 11 Istituti scolastici della regione Puglia. Esito del progetto la descrizione del prototipo di videovalutazione che supporta gli insegnanti nella costruzione della rubrica valutativa e l'espressione del giudizio finale per livelli. L'attività riflessiva sollecitata nelle docenti, attraverso l'uso del dispositivo proposto, ha avuto l'obiettivo di accompagnare gli insegnanti a riconsiderare criticamente il proprio l'agire, sollecitando lo sviluppo e il consolidamento della propria professionalità. La ricerca ha consentito di promuovere negli insegnanti un habitus di riflessione sul proprio "fare scuola" e sulle proprie strategie valutative, sul modo in cui si gestisce la mediazione tra soggetti in apprendimento, contenuti disciplinari, metodologie, strategie e dispositivi adottati.
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Smaniotto, Cristina, Rachele Ceschin, Elena Gualtieri, Stefania Nai y Angelo Zappalà. "La nuova sfida della video psicoterapia su Internet". QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, n.º 47 (febrero de 2021): 121–36. http://dx.doi.org/10.3280/qpc47-2020oa11209.

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L'articolo valuta l'impatto del setting a distanza sulla relazione terapeutica. Gli autori valutano se l'alleanza terapeutica possa variare in funzione dei diversi contesti (on-line e in presenza) e se sia un fattore predittivo del buon esito della terapia anche negli interventi psicologici on-line. Successivamente, viene considerata la dimensione non verbale e corporea nella terapia vis à vis da remoto, definita in questo lavoro come Video Psicoterapia su Internet (VPI), approfondendo il tema della sintonizzazione e co-regolazione della diade, posta ora di fronte a uno schermo. L'articolo inoltre apre alcune riflessioni rispetto all'attenzione e alle rappresentazioni mentali del terapeuta e del paziente nel nuovo setting. L'analisi degli studi condotta dagli autori evidenzia come l'alleanza terapeutica non vari fra il setting on-line e quello in presenza e che nella terapia on-line l'alleanza terapeutica non sia un predittore del buon esito della cura. Gli autori auspicano inoltre un progredire della ricerca empirica per la valutazione dei trattamenti bottom-up nella VPI, tenuto conto dei limiti della dimensione non verbale e corporea in questo setting.
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Ricci Bitti, Pio Enrico. "La comunicazione interpersonale: espressione delle emozioni e comportamento non verbale nell'interazione sociale e nella relazione di cura". RICERCHE DI PSICOLOGIA, n.º 2 (octubre de 2021): 145–55. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12603.

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Il contributo, a partire dall'interesse di Canestrari per il colloquio clinico e la relazione di cura nella pratica medica, descrive alcuni filoni di ricerca sviluppatisi dal 1970 in poi nell'Istituto di Psicologia dell'ateneo bolognese su alcuni aspetti e processi della comunicazione interpersonale: il repertorio comunicativo non verbale e le sue funzioni nell'interazione sociale; l'espressione e la regolazione delle emozioni nelle relazioni interpersonali. Sulla base dei risultati delle indagini svolte viene affrontato, sul piano applicativo, il delicato problema della formazione e dell'addestramento dei professionisti della salute alla relazione interpersonale in generale ed al colloquio clinico in particolare; vengono descritte esperienze di addestramento alla relazione col paziente mediante la tecnica del role-playing con l'uso della videoregistrazione e di addestramento al primo colloquio clinico mediante la tecnica del video feedback in piccolo gruppo.
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Braga, Piera Maria, Chiara Maria Bove, Mary Jane Moran, Robyn Brookshire y Maria Aparecida Antero Correia. "Reciprocal learning: il confronto interculturale come dispositivo per la formazione degli educatori - insights da una ricerca tra Italia e Stati Uniti". Zero-a-Seis 23, n.º 43 (12 de marzo de 2021): 495–523. http://dx.doi.org/10.5007/1980-4512.2021.e72979.

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Il tema della formazione a una “postura interculturale” fin dai servizi per la prima infanzia è al centro della riflessione contemporanea su come sostenere gli educatori impegnati in contesti educativi multiculturali. Cambiare prospettiva, decentrarsi, provare a vedere i fenomeni educativi da un altro punto di vista, vedere altrimenti sono competenze oggi necessarie per garantire la qualità del lavoro educativo in contesti educativi complessi e multiculturali. Come formare gli educatori che già lavorano nei servizi per l’infanzia a una cultura pedagogica aperta al dialogo interculturale e capace di cogliere nello spiazzamento culturale un’occasione di formazione e di allenamento al pensiero critico-riflessivo?A partire dai dati emersi da una ricerca sulla formazione degli educatori che ha coinvolto alcune educatriciin Italia e negli Stati Uniti, l’articolo propone una riflessione su come i processi di dialogo, confronto e scambio interculturale, mediati da video, possano essere dispositivi interessanti per promuovere lo sviluppo di una postura e non solo di strumenti per l’azione educativa in contesti multiculturali.
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Grion, Valentina, Anna Serbati, Beatrice Doria y David Nicol. "Ripensare il concetto di feedback: il ruolo della comparazione nei processi di valutazione per l'apprendimento". EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, n.º 2 (diciembre de 2021): 205–20. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2021oa12429.

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La ricerca internazionale sul feedback s'inserisce in un framework costruttivista, all'interno del quale i ricercatori suggeriscono che per migliorare l'apprendimento, gli studenti devono assumere un ruolo maggiormente attivo nei processi di valutazione e di feedback. Questo articolo presenta la teoria dell' internal feedback sviluppata da Nicol (2020) come alternativa radicale alle precedenti teorizzazioni sul tema. La premessa è che gli studenti generano continuamente feedback interni confrontando i loro pensieri, azioni e produzioni con diversi tipi di informazioni esterne. Tali informazioni potrebbero venire da libri di testo, video, osservazioni, risorse online, o potrebbe derivare da commenti o dialoghi con gli altri. In questa prospettiva, per migliorare l'apprendimento e la capacità autoregolativa degli studenti, si dovrebbe utilizzare e integrare un'ampia gamma di risorse, che potrebbero stimolare i processi comparativi ben al di là dei commenti valutativi dei docenti e dei feedback formali. In questo contesto, il presente articolo intende esplorare le implicazioni pedagogiche di tale teorizzazione oltre che presentarne una sperimentazione in un contesto universitario.
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Fatigante, Marilena, Cristina Zucchermaglio, Francesca Alby y Mariacristina Nutricato. "La struttura della prima visita oncologica: uno studio conversazionale". PSICOLOGIA DELLA SALUTE, n.º 1 (enero de 2021): 53–77. http://dx.doi.org/10.3280/pds2021-001005.

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La prima visita in oncologia è un evento istituzionale (Drew e Heritage, 1992) altamente complesso sia per medico che per paziente e accompagnatori coinvolti. Il lavoro presenta uno studio conversazionale su un corpus di prime visite oncologiche volto all'esame delle distinte fasi che compongono questo evento. Il corpus di dati è costituito da 36 video registrazioni di visite oncologiche, condotte da due oncologi senior in due differenti ospedali romani. Lo stu-dio aderisce alla prospettiva teorico-metodologica dell'Analisi Conversazionale (Schegloff, 2007), in particolare applicata al contesto medico (Heritage e Maynard, 2006). A partire da indicatori empirici discorsivi e multimodali, sono state identificate 8 fasi attraverso le quali, con diverse durate e complessità, si realizza la visita oncologica: Apertura, Anamnesi, Presentazio-ne della malattia, Stadiazione, Indicazione di trattamento, Prescrizioni e Chiusura. L'analisi qualitativa mostra come paziente e accompagnatore si orientino ai passaggi tra fasi distinte, cooperando con il medico ad assolvere la specifica agenda di attività della visita. Sono discusse le implicazioni dello studio per la ricerca e la comprensione delle forme di partecipazione e strategie di empowerment disponibili ai pazienti per fronteggiare la complessità comunicativa dell'incontro con l'oncologo e ridurre possibili stati d'ansia che si associano a questo evento.
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Mazali, Tatiana. "La "cultura partecipativa" di Henry Jenkins: una riflessione empirica sui siti di social network". SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, n.º 40 (junio de 2010): 49–66. http://dx.doi.org/10.3280/sc2009-040005.

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I siti di social network sono spazi relazionali all'interno dei quali noi "agiamo" e "produciamo" (testi/discorsi, fotografie/ricordi, video/azioni, audio/preferenze). Il we act della dimensione performativa della vita quotidiana trova nei social networks del web uno spazio di sperimentazione e creativitŕ "produttivo-partecipativa". Il contributo dell'autrice parte dal framework della participatory culture di Henry Jenkins e inizia una riflessione originata dall'autrice all'interno del progetto PRIN "COOPERARE-Content Organization, Propagation, Evaluation and Reuse through Active Repositories", focalizzandosi sull'analisi, di tipo visuale, degli user generated contents in Flickr con specifico riferimento al dominio dei Beni Culturali italiani. L'approccio interdisciplinare, esito della collaborazione con ricercatori di area informatica, ha permesso di sperimentare nuove metodologie sia nel campionamento dei dati nel web 2.0, sia nell'analisi semiautomatica di grandi campioni di informazioni. La motivazione e la spinta che guida tale ricerca risiede nel tentativo di rintracciare dei "comportamenti" (ricorrenti o eccezionali) nella produzione di contenuti fotografici degli utenti di Flickr, attraverso un'analisi visiva di un ampio campione di contenuti fotografici. I frame teorici ai quali l'autrice si rifŕ per lo sviluppo delle ipotesi interpretative sono: le "tattiche" di Michel De Certeau, l'"habitus" di Pierre Bourdieu, le "équipe drammaturgiche" di Erving Goffman.
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Manfrida, Gianmarco, Valentina Albertini y Erica Eisenberg. "Il responso dell'àugure: nuove modalità di supervisione indiretta all'epoca di internet". RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, n.º 54 (enero de 2022): 9–36. http://dx.doi.org/10.3280/pr2021-054002.

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La ricerca di un parere esterno per controllare il futuro e l'ansia di affrontarlo ha antiche radici negli esseri umani, e da sempre si è cer-cata sicurezza in personaggi saggi o comunque capaci di vedere più in là di chi chiedeva loro consulenza. Oggi un terapeuta può trovare nel web non solo occasioni di supervisione, ma anche diverse maniere di farsela fare, a seconda di diversi bisogni. Una supervisione online può essere effettuata senza lo sforzo di recarsi fisicamente nello studio del supervisore: può essere fornita in modo simile alla supervisione in presenza con le videochiamate, in caso di urgenza con veloci sugge-rimenti attraverso messaggi istantanei e app di socializzazione, in mo-do più esteso con e-mail. Ognuna di queste nuove risorse implica vantaggi e rischi e dovreb-be essere scelta dal supervisore secondo le necessità reali del terapeu-ta e dei suoi pazienti. È possibile comprendere le reazioni personali del terapeuta ai pazienti dalle parole che impiega nel parlarne, dallo stile con cui scrive, dalla punteggiatura che adotta, tanto quanto dall'aspetto del suo volto e dai movimenti dei suoi occhi. La distanza modifica gli elementi da prendere in considerazione per ricavarne un feedback analogico che dia accesso al controtransfert e alle emozioni del terapeuta, ma non li cancella, semplicemente li trasforma in forme compatibili con come viene condotta la supervisione online. Verranno presentati e discussi esempi di supervisione in video-chiamata, attraverso e-mail, messaggi whatsapp ed SMS, allo scopo di definire alcuni punti tecnici adeguati a ogni diverso contesto online. Infine, si esamineranno i rischi di fare supervisione online o esclusi-vamente online e saranno suggerite misure correttive.
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Caviglia, Alessia y Matteo Viale. "L’APPROPRIATEZZA SOCIOLINGUISTICA NEI MATERIALI DI ITALIANO L2 PER MIGRANTI E RIFUGIATI: SPUNTI DA UNA RICERCA IN CORSO NELL’AMBITO DEL PROGETTO EUROPEO INCLUDEED". Italiano LinguaDue 14, n.º 2 (18 de enero de 2023): 94–112. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/19572.

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La lingua dei segni italiana (LIS) è oggetto di ricerca scientifica da oltre quaranta anni ed è insegnata a pieno titolo nell’Università italiana da più di venti anni. In particolare, all’Università Ca’ Foscari Venezia e all’Università di Catania, la LIS può essere scelta come lingua di specializzazione al pari delle altre lingue offerte. L’insegnamento della LIS si può ora giovare della recente pubblicazione del QCER - Volume Complementare (Consiglio d’Europa, 2020), un manuale innovativo e inclusivo perché, rispetto alla versione del 2001, include le competenze linguistiche nelle lingue dei segni. Tre sono le principali novità: i) l’inserimento di espressioni neutrali rispetto alla modalità comunicativa (es. “il parlante/segnante”), ii) l’equiparazione funzionale delle videoregistrazioni ai testi scritti, e iii) un intero capitolo dedicato ai descrittori specifici per le lingue dei segni (suddivisi in competenze linguistiche, sociolinguistiche e pragmatiche). Questo contributo propone alcune riflessioni sull’applicazione di questi descrittori al caso specifico dell’insegnamento della LIS tracciando precise linee di progettazione didattica ed esempi di interventi formativi. L’impatto del Volume Complementare sui corsi di LIS nelle Università italiane comporterà ricadute positive non soltanto sul fronte dell’insegnamento ma anche, più in generale, sulla formazione dei professionisti sordi e udenti che lavorano con la LIS e con le persone sorde. Sign languages in the Companion volume and the teaching of LIS in Italian universities Italian Sign Language (LIS) has been studied by researchers for over forty years and has been taught in its own right in Italian universities for more than twenty years. In particular, at Ca’ Foscari University of Venice and at the University of Catania, LIS can be chosen as a language of specialization on a par with the other languages ​​on offer. LIS teaching can now benefit from the recent publication of the CEFR - Companion Volume (Council of Europe, 2020), an innovative and inclusive handbook as, compared to the 2001 version, it includes the linguistic competence in sign languages. In this regard, there are three main innovations: i) the inclusion of neutral expressions in terms of communication modality (e.g. “the speaker/signer”), ii) the recognition of the functional equivalence between video recordings and written texts, and iii) an entire chapter dedicated to language-specific descriptors of sign languages (organized into linguistic, sociolinguistic, and pragmatic skills). This paper discusses the application of these descriptors to the specific case of LIS teaching by tracing paths in didactic planning and providing examples of training interventions. The impact of the Companion Volumeon LIS courses in Italian universities will have positive effects not only on the teaching itself but also, more generally, on the training of deaf and hearing professionals who work with LIS and deaf people.
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Astorino, Claudia Maria. "Turismo na Serenissima entre ficção e realidade: de Morte em Veneza, de Luchino Visconti, à pós-pandemia". Revista Italiano UERJ 12, n.º 1 (5 de septiembre de 2021): 20. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2021.62064.

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RESUMO: Ao longo de sua história, Veneza vem atraindo um número considerável de turistas. Incrustrados em tão singular cenário geográfico, seus canais, gôndolas, pontes, campi, tesouros arquitetônicos e artísticos constituem um legado singular e, consequentemente, uma oferta turística inigualável, que tem seduzido o imaginário de turistas potencias das mais distintas procedências. O presente estudo objetivou analisar como a atividade turística em Veneza tem evoluído e de que modo vem sendo ilustrada nas artes, sobretudo, no cinema, na música e nas artes visuais. Nesse sentido, formou-se um corpus de estudo composto por filmes e videoclipes italianos e estrangeiros, além de obras de artes visuais, com a finalidade de confrontá-los com as etapas do turismo no percurso do tempo. Trata-se, portanto, de um estudo qualitativo, descritivo e comparativo. A metodologia constou de pesquisa bibliográfica em fontes secundárias, de forma a traçar a evolução do turismo em Veneza, seguida pela composição do referido corpus de estudo, análise das obras selecionadas para este corpus e, por fim, comparação entre ficção e realidade.Palavras-chave: Veneza. Turismo. Ficção x realidade. Filmes e videoclipes. Artes visuais. ABSTRACT: Nel corso della sua storia, Venezia ha atratto un numero considerevole di turisti. Incastonati in uno scenario unico, i suoi canalli, gondole, ponti, campi, tesori architettonici e artistici costituiscono un patrimonio singolare e di consegenza un’offerta turistica impareggiabile che da sempre ha popolato l’immaginario di potenziali turisti delle più svariate origini. Il presente studio si è proposto ad analizzare come si è evoluta l’attività turistica a Venezia e come à stata illustrata nel campo delle arti, in particolare nel cinema, nella musica e nelle arti visive. Si è dunque formato un corpus di studio, composto da film e da videoclip italiani e stranieri, oltre ad opere di arti visive, per confrontarli con le tappe dello svilupo del turismo nel tempo. Si tratta quindi di uno atudio qualitativo, descrittivo e comparativo. La metodologia è costituita da una ricerca bibliografica su fonti secondarie, al fine di tracciare l’evoluzione del turismo a Venezia, seguita dalla composizione di un corpus di studio, dall’analisi delle opere selezionate per questo corpus ed infine dal confronto tra finzione e realtà.Parole-chiave: Venezia. Turismo. Finzione x realtà. Film e videoclipe. Arti visive. ABSTRACT: Throughout its history, Venice has attracted a considerable number of tourists. Embedded in such a singular geographic setting, its canals, gondolas, campi, architectural and artistic treasures constitute a unique legacy and, consequently, an unparalleled tourist offer that has seduced the imagination of potential tourists from the most diverse origins. The present study aimed to analyze how the tourist activity in Venice has evolved and how it has been illustrated in the arts, especially in cinema, music and visual arts. In this sense, a corpus was formed, composed of Italian and foreign films and video clips, in addition to visual arts works, in order to confront them with the stages of tourism in the course of time. It is, therefore, a qualitative, descriptive and comparative study. The methodology consisted of bibliographic research in secondary sources, in order to trace the evolution of tourism in Venice, followed by the composition of a study corpus, analysis of the works selected for this corpus and, finally, comparison between fiction and reality.Keywords: Venice. Tourism. Fiction x reality. Films and video clips. Visual arts.
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Cardinaletti, Anna y Lara Mantovan. "LE LINGUE DEI SEGNI NEL “VOLUME COMPLEMENTARE” E L’INSEGNAMENTO DELLA LIS NELLE UNIVERSITÀ ITALIANE". Italiano LinguaDue 14, n.º 2 (18 de enero de 2023): 113–28. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/19575.

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La lingua dei segni italiana (LIS) è oggetto di ricerca scientifica da oltre quaranta anni ed è insegnata a pieno titolo nell’Università italiana da più di venti anni. In particolare, all’Università Ca’ Foscari Venezia e all’Università di Catania, la LIS può essere scelta come lingua di specializzazione al pari delle altre lingue offerte. L’insegnamento della LIS si può ora giovare della recente pubblicazione del QCER - Volume Complementare (Consiglio d’Europa, 2020), un manuale innovativo e inclusivo perché, rispetto alla versione del 2001, include le competenze linguistiche nelle lingue dei segni. Tre sono le principali novità: i) l’inserimento di espressioni neutrali rispetto alla modalità comunicativa (es. “il parlante/segnante”), ii) l’equiparazione funzionale delle videoregistrazioni ai testi scritti, e iii) un intero capitolo dedicato ai descrittori specifici per le lingue dei segni (suddivisi in competenze linguistiche, sociolinguistiche e pragmatiche). Questo contributo propone alcune riflessioni sull’applicazione di questi descrittori al caso specifico dell’insegnamento della LIS tracciando precise linee di progettazione didattica ed esempi di interventi formativi. L’impatto del Volume Complementare sui corsi di LIS nelle Università italiane comporterà ricadute positive non soltanto sul fronte dell’insegnamento ma anche, più in generale, sulla formazione dei professionisti sordi e udenti che lavorano con la LIS e con le persone sorde. Sign languages in the Companion volume and the teaching of LIS in Italian universities Italian Sign Language (LIS) has been studied by researchers for over forty years and has been taught in its own right in Italian universities for more than twenty years. In particular, at Ca’ Foscari University of Venice and at the University of Catania, LIS can be chosen as a language of specialization on a par with the other languages ​​on offer. LIS teaching can now benefit from the recent publication of the CEFR - Companion Volume (Council of Europe, 2020), an innovative and inclusive handbook as, compared to the 2001 version, it includes the linguistic competence in sign languages. In this regard, there are three main innovations: i) the inclusion of neutral expressions in terms of communication modality (e.g. “the speaker/signer”), ii) the recognition of the functional equivalence between video recordings and written texts, and iii) an entire chapter dedicated to language-specific descriptors of sign languages (organized into linguistic, sociolinguistic, and pragmatic skills). This paper discusses the application of these descriptors to the specific case of LIS teaching by tracing paths in didactic planning and providing examples of training interventions. The impact of the Companion Volume on LIS courses in Italian universities will have positive effects not only on the teaching itself but also, more generally, on the training of deaf and hearing professionals who work with LIS and deaf people.
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Pacetti, Elena y Alessandro Soriani. "Pratiche mediali, social media e influencers nella formazione e nell’espressione identitaria dei bambini: una ricerca esplorativa". Media Education 12, n.º 2 (29 de noviembre de 2021): 35–46. http://dx.doi.org/10.36253/me-11406.

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With the spread of social media, we witnessed the multiplication of web’s figures such as influencers and content creators. The pupils in the last years of primary schools (9-11 years old), engaged in a complex task of defining their own identity, are strongly exposed to entertainment contents conveyed by social networks and online video platforms. The present exploratory study, which involved 173 students from a primary school in Emilia-Romagna Region (Italy), aims to investigate the role of social media and influencers in the formation and expression of the identities of children, highlighting a universe little known and only superficially explored by teachers and adults with educational roles. The contribution has the twofold objective of: investigating children’s practices related to social networks (in particular those based on video content such as YouTube, Twitch, TikTok, Instagram and Snapchat) to offer an overview of the situation in an age group increasingly targeted by these social networks; making a reflection on how much the figures of content creators and influencers play a role in the identity formation of children in 4th and 5th year of primary school. The results lead to new research questions and educational path to make teachers and parents more aware of this issue.
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Campello, Mônica Conte. "Risposta alla sfida di Silas Malafaia ai suoi critici: perché la teologia della prosperità non è accettata dalla Bibbia?" Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 9 de junio de 2022, 72–165. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/teologia-it/teologia-della-prosperita.

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Il presente lavoro è una risposta ad una sfida lanciata dal Pastore Silas Malafaia ai critici della Teologia della Prosperità che difende come biblica. Sono stati ascoltati, studiati e analizzati brani tratti dal video “Pastor Silas Malafaia – Uma vida de prosperidade” da testi biblici. Ma perché la Teologia della Prosperità non è accettata biblicamente? L’obiettivo di questo studio è dimostrare che la Teologia della Prosperità non ha fondamento biblico, e quindi non è biblica. Si intende, quindi, presentare risposte alle argomentazioni da lui sostenute come prova che la suddetta teologia non ha fondamento biblico. Per procedere con l’analisi e la risposta a questi argomenti, sono stati utilizzati testi biblici corrispondenti selezionati dal sito web YouVersion, che contiene diverse versioni bibliche, tra le altre come Bibbia in linea, Bibbia greca, Bibbia ebraica, per il confronto e l’analisi. A tal fine verrà condotta una ricerca qualitativa esplorativa e descrittiva in cui verranno osservati in modo deduttivo i brani del video analizzato al fine di rispondere alla domanda problematica attraverso un caso di studio. Infine, ogni risposta presentata ad ogni estratto del video evidenziato nella rispettiva cornice evidenziata in questo studio ha dimostrato il risultato atteso rispetto alla domanda esplorata sia sulla base dei testi biblici che delle interpretazioni di altri autori sull’argomento, potendo procedere a nuove analisi poiché l’argomento non è esaurito in questo studio.
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Bronzini, Benedetta. "Atlanti multimediali: lo studio-archivio di Roberto Paci Dalò". Connessioni remote. Artivismo_Teatro_Tecnologia, n.º 4 (31 de diciembre de 2022). http://dx.doi.org/10.54103/connessioni/18719.

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Il presente lavoro indaga sulle molteplici funzione del materiale d’archivio nelle opere intermediali del regista, musicista e artista visivo Roberto Paci Dalò (1962), basandosi su un’intervista inedita condotta recentemente. Materiale reperito in archivi internazionali, disegni, immagini e video catturati in viaggio, ritratti, campionamenti sono il perno attorno al quale Paci Dalò costruisce le proprie topografie sonore: dall’album Napoli (1993), che offre un ritratto sonoro della città partenopea a Ye Shanghai (2013), realizzato grazie ad un’intensa ricerca di archivio riguardante il cosiddetto “Settore ristretto per i rifugiati apolidi” della metropoli orientale nel periodo dell’occupazione giapponese, e alle installazioni site-specific De bello Gallico (2011) e Greuelmärchen. La conversazione, dedicata all’archivio sia come luogo fisico, che come modus operandi, mette in risalto i molteplici piani di realtà da cui attinge l’“archivio d’artista”, dal documento storico all’opera d’arte intermediale, che fa del proprio autore oggetto e fruitore allo stesso tempo.
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