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1

Tarani, Tommaso. "Tre viaggiatori". Italies, n.º 17/18 (1 de octubre de 2014): 873–77. http://dx.doi.org/10.4000/italies.4998.

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2

Cerreti, Claudio. "L'istruzione geografica dei viaggiatori". La Ricerca Folklorica, n.º 32 (octubre de 1995): 71. http://dx.doi.org/10.2307/1479997.

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3

Morandi, Francesco. "Patrimonio culturale e turismo trasformativo: nuovi modelli di sviluppo e opportunità per territori autentici". SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, n.º 126 (enero de 2022): 118–32. http://dx.doi.org/10.3280/sur2021-126007.

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In un momento in cui il turismo sta assumendo nuovi significati, i viaggiatori sono alla ricerca di forme alternative di vacanza che soltanto il patrimonio culturale di territori autentici è in grado di offrire. Le innovazioni dirompenti portate dall'avvento dell'era digitale convivono con l'esigenza di lentezza e con la necessità di approfondire la scoperta di nuovi significati del vivere lo spazio e il tempo della relazione interpersonale. Per soddisfare questo crescente segmento di domanda, il turismo si sta muovendo dall'economia dell'esperienza all'economia della trasformazione. Lo spirito di condivisione e il senso di accoglienza consentono al viaggiatore di restituire il beneficio ricevuto, in una prospettiva di continua rigenerazione. In questo senso, la forte identità delle aree interne e la naturale autenticità delle zone (solo in apparenza) marginali costituiscono una concreta opportunità per lo sviluppo sostenibile.
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Trivellini, Gabriella Fabbricino. "Review: L'Italia dei grandi viaggiatori". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 22, n.º 2 (septiembre de 1988): 283–87. http://dx.doi.org/10.1177/001458588802200219.

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D’Alessandri, Antonio. "Viaggiatori romeni in Italia durante il Risorgimento". IL RISORGIMENTO, n.º 1 (mayo de 2021): 96–116. http://dx.doi.org/10.3280/riso2021-001005.

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Resumen
Il saggio affronta l'immagine dell'Italia durante la prima metà del XIX secolo negli scritti di viaggio di alcuni fra i più importanti autori romeni che, a vario titolo, visitarono la penisola. L'obiettivo è di mettere a fuoco in che modo la cultura italiana sia stata recepita e, soprattutto, come abbia influenzato l'elaborazione dell'identità nazionale romena contemporanea nella sua fase di formazione. L'analisi tiene in considerazione i maggiori eventi della storia romena dell'epoca, per collocare quelle opere nel loro contesto originario. Per i romeni del XIX secolo, l'Italia, con la sua storia, la lingua, la cultura, significò soprattutto la riscoperta delle antiche radici culturali della nazione. Accanto a ciò, la percezione romena dell'Italia, così come si può leggere nei testi dei viaggiatori selezionati, racchiudeva in sé anche gli stimoli a trovare, nei luoghi visitati, esempi concreti che potessero contribuire all'incipiente sviluppo delle terre romene e, infine, l'ammirazione per l'azione politica del Piemonte sabaudo nel processo di formazione statale italiana.
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Wrześniak, Małgorzata. "Verona dei viaggiatori polacchi (XVII–XIX secolo)". Italica Wratislaviensia 12, n.º 1 (30 de junio de 2021): 141–59. http://dx.doi.org/10.15804/iw.2021.12.1.08.

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Monga, Luigi, Marina Bailo, Carlo Carmassi, Mario Curreli y Antonella Magliocchi. "Viaggiatori stranieri a Pisa dal Cinquecento al Novecento". Italica 81, n.º 1 (1 de abril de 2004): 100. http://dx.doi.org/10.2307/27668882.

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8

Polese Remaggi, Luca. "Pechino 1955. Intellettuali e politici europei alla scoperta della Cina di Mao". MONDO CONTEMPORANEO, n.º 3 (abril de 2011): 55–89. http://dx.doi.org/10.3280/mon2010-003003.

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Resumen
Questo saggio studia i viaggi che gruppi di intellettuali e politici europei (soprattutto italiani e francesi) intrapresero alla volta di Pechino nel 1955. L'attrazione intellettuale verso il regime di Mao si concretizzň in seguito all'invito che il primo ministro Zhou Enlai rivolse all'opinione pubblica mondiale nel corso della conferenza di Bandung. Il suo messaggio («venite a vedere») fu raccolto entusiasticamente da quegli intellettuali che faticavano a trovare una collocazione nel contesto della politica della guerra fredda in Europa. L'autore mostra che la formazione del nuovo regime comunista stimolň nel discorso politico l'immagine di una terza via rivoluzionaria e democratica. Nel corso delle visite degli intellettuali occidentali, le autoritŕ cinesi impiegarono i metodi che Mao aveva collaudato giŕ durante la Lunga Marcia: «sicurezza, segretezza, cordialitŕ e guide rosse». La volontŕ di credere dei visitatori rese il lavoro delle autoritŕ piů semplice. I viaggiatori infatti riportarono a casa l'immagine positiva di uno Stato-partito impegnato nello sforzo di sradicare la miseria e l'arretratezza. L'autore discute infine le ragioni per cui soltanto una parte dei viaggiatori si preoccupň della violazione dei diritti civili e delle libertŕ.
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9

Cappellari, Veronica. "Marie-Claire Blais, L’esiliato seguito da I viaggiatori sacri". Studi Francesi, n.º 155 (LII | II) (1 de octubre de 2008): 502–3. http://dx.doi.org/10.4000/studifrancesi.9071.

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Mea, Giuseppe. "Viaggiatori portoghesi in Italia nella prima metà del Novecento". Estudos Italianos em Portugal, n.º 10 (2015): 37–58. http://dx.doi.org/10.14195/0870-8584_10_3.

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Piccoli, Lorenzo. "La trasformazione del regime globale di mobilità durante la pandemia di COVID-19". MONDI MIGRANTI, n.º 1 (marzo de 2021): 45–60. http://dx.doi.org/10.3280/mm2021-001003.

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Questo articolo propone un'analisi preliminare di tre importanti cambiamenti in-dotti dalla pandemia di COVID-19 su quello che è stato definito "il regime globale di mobilità" (Schiller e Salazar, 2013), o l'insieme delle regole e dei meccanismi in-ternazionali di governance che normalizzano gli spostamenti di alcuni viaggiatori e criminalizzano quelli di altri. L'articolo si focalizza sui cambiamenti occorsi in ma-teria di cittadinanza (il livellamento della funzione dei passaporti nazionali), mobi-lità internazionale (l'accesso differenziato agli spostamenti per diverse categorie di persone) e gestione dei confini (l'inasprimento della sorveglianza dei viaggiato-ri). L'articolo mostra che le restrizioni adottate durante la pandemia di COVID-19 hanno sospeso alcuni dei privilegi che caratterizzavano il regime globale di mobili-tà (per esempio, temporaneamente indebolendo la funzione del passaporto degli Stati Uniti d'America come lasciapassare per viaggiare nel resto del mondo), ma hanno anche creato nuovi effetti discriminatori (per esempio, la chiusura dei corri-doi umanitari, la separazione di famiglie e coppie in movimento e il blocco di molti migranti in Paesi dove non avevano pianificato di rimanere). Al momento attuale, è difficile immaginare un rapido ritorno alle regole che disciplinavano la mobilità internazionale prima della pandemia di COVID-19. Questo è il motivo per cui è importante studiare le restrizioni adottate durante la pandemia e comprendere il loro possibile impatto a lungo termine su gruppi differenti della popolazione.
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Mauriello, Raffaele. "CONOSCERE E CARTOGRAFARE L’IRAN, SPIE E CARTE DI IERI E DI OGGI. PIETRO DELLA VALLE E I VIAGGIATORI EUROPEI NELLA PERSIA DEL PRIMO ‘600 ALLA LUCE DEL PRESENTE". ISIMU 23 (23 de diciembre de 2020): 125–35. http://dx.doi.org/10.15366/isimu2020.23.007.

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Una delle caratteristiche della prima età moderna è lo sviluppo della cartografia. Fra il 1450 e il 1650 le carte passarono da rappresentare il mondo in modo medievale, in termini di orbis terrae, a una divisione del globo terrestre in segmenti formati da reticolati e coordinate. Questo cambio fu dovuto in particolare ai numerosi viaggi di esplorazione o avventura e di natura diplomatica intrapresi in quegli anni dagli europei. Anche l’Italia vanta nomi importanti di viaggiatori che contribuirono a questo sviluppo. Nel caso dell’Iran, che all’epoca gli europei chiamavano Persia, il “nostro uomo” è Pietro della Valle (1586-1652). Lui c’era, e con lui lo sguardo e gli interessi dell’Italia, rappresentata all’epoca dallo Stato della Chiesa e dalla Repubblica di Venezia. Ma della Valle non era solo. Con lui c’erano anche l’inglese Sir Robert Sherley, il tedesco Heinrich von Poser und Groß Naedlitz e lo spagnolo don García de Silva y Figueroa. Essi, ed altri che li seguirono, cercarono di informarsi ed influire sugli affari dell’Iran e della più ampia geopolitica del Vicino Oriente, contribuendo al contempo attraverso i loro resoconti di viaggio ed altri scritti a cartografare il paese. Mutatis mutandis e in alcuni casi letteralmente sulle tracce dei loro predecessori, oggi come ieri i viaggiatori europei continuano ad interessarsi del paese, e del suo rapporto con l’Europa.
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Natali, Anna. "Cercando Pisanello. I nuovi viaggiatori e le vocazioni ai luoghi". TERRITORIO, n.º 74 (septiembre de 2015): 122–27. http://dx.doi.org/10.3280/tr2015-074021.

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Monga, Luigi. "Odeporica e medicina: i viaggiatori del Cinquecento e la rinoplastica". Italica 69, n.º 3 (1992): 378. http://dx.doi.org/10.2307/479391.

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Liguori, Mario. "IL GRAND TOUR NEL PARADISO ABITATO DA DIAVOLI". ZBORNIK ZA JEZIKE I KNJIŽEVNOSTI FILOZOFSKOG FAKULTETA U NOVOM SADU 2, n.º 2 (17 de diciembre de 2012): 319. http://dx.doi.org/10.19090/zjik.2012.2.319-327.

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Nel corso del Settecento e dell'Ottocento l'Italia diventò meta del viaggio di formazione noto come Grand Tour. In quel periodo si rafforzò il mito dell'Italia, che si era formato nei secoli precedenti grazie al clima mite, al retaggio culturale del mondo antico e alla straordinaria esperienza del Rinascimento. Ciononostante, presso i viaggiatori stranieri che amavano l'Italia gli italiani non godevano della medesima considerazione. Essi erano considerati indegni di vivere in quel Paese straordinario. In tal senso i napoletani erano visti come esseri caratterizzati da tutti i difetti degli italiani e la stessa Napoli veniva considerata come un paradiso abitato da diavoli.
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Lepschy, Laura, Giovanni Dotoli y Fulvia Fiorino. "Viaggiatori francesi in Puglia nell'Ottocento. Volume IV: Il viaggio di F. Lenormant". Modern Language Review 86, n.º 4 (octubre de 1991): 1034. http://dx.doi.org/10.2307/3732619.

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Buffa, Federica. "Domanda e offerta di sostenibilitÀ nelle destinazioni turistiche. Il profilo del "Turista 4L" emerso da una ricerca sui viaggiatori del CTS". MERCATI & COMPETITIVITÀ, n.º 2 (junio de 2010): 57–77. http://dx.doi.org/10.3280/mc2010-002004.

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Il paper affronta il tema della differenziazione come strumento di competitivitÀ delle destinazioni turistiche, perseguita attraverso la differenziazione dell'offerta basata su strategie per la sostenibilitÀ. Il paper presenta i risultati di una ricerca volta ad analizzare motivazioni e comportamenti di un segmento emergente di turisti (definiti "Turisti 4L"), particolarmente attenti alle dimensioni della sostenibilitÀ. La ricerca condotta in Italia su una popolazione di oltre 20.000 viaggiatori del Centro Turistico Studentesco e Giovanile analizza a) il profilo di tali turisti, b) verifica alcune ipotesi legate alla sua composizione e specificitÀ, c) individua alcune implicazioni per il destination management, d) indica gli step futuri di analisi per affinare il framework e approfondire la consistenza del mercato.
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Di Vittorio, Arianna. "Turismo 2.0: le community on line dei viaggiatori e la condivisione dell'esperienza turistica". MERCATI & COMPETITIVITÀ, n.º 4 (diciembre de 2011): 147–67. http://dx.doi.org/10.3280/mc2011-004010.

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Il paper affronta il tema della condivisione dell'esperienza turistica tramite lo strumento del web. Dallo studio di questo fenomeno emerge come aspetto chiave il significato e il ruolo che hanno le comunitÀ on line di viaggiatori nell'ottica di un nuovo scenario: il turismo 2.0. Il paper, costruito su un'ampia rassegna della letteratura č di tipo positivo-descrittivo, ma offre implicazioni prescrittive di management e policy per le imprese che operano nel settore turistico. Esso intende dimostrare il crescente valore delle attivitÀ di viral marketing in un contesto, quale quello turistico, dove il consumo del viaggio č diventato esperienza di vita che genera "valore". Tale "valore", se trasferito ad altri consumatori tramite il web, diventa fonte di informazione ed arricchimento per le altrui scelte di acquisto. Nella sua strutturazione il paper parte dal presupposto secondo cui il viaggio č esperienza e il consumatore cerca esperienze positive, per poi sostenere la tesi secondo cui le esperienze degli altri possono notevolmente influenzare le nostre scelte decisionali. Alla luce di questa rivoluzione globale dei nuovi consumatori, anche le organizzazioni turistiche colgono i nuovi risvolti di un nuovo processo d'acquisto, formulando nuove modalitÀ di promozione e vendita dei propri prodotti turistici.
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Arrous, Michel. "Pietro Dettamanti, Viaggio al lago di Como. Letterati e viaggiatori dell’ottocento sul Lario". Studi Francesi, n.º 159 (LIII | III) (1 de diciembre de 2009): 644. http://dx.doi.org/10.4000/studifrancesi.7615.

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Vannoni, Antonella. "Verso la scienza dell'uomo. Le istruzioni per i viaggiatori da Boyle a Degerando". La Ricerca Folklorica, n.º 32 (octubre de 1995): 13. http://dx.doi.org/10.2307/1479991.

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Jansen, Monica. "« Tante idee dell’India »Un dialogo tra Antonio Franchini e Antonio Tabucchi,due viaggiatori « inconsapevoli »". Italies, n.º 17/18 (1 de octubre de 2014): 731–47. http://dx.doi.org/10.4000/italies.4971.

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Silvestrini, Elisabetta. "Cercando la vertigine. Materiali della collezione Menarini, "viaggiatori" e "fermi", giochi del luna park". La Ricerca Folklorica, n.º 19 (abril de 1989): 49. http://dx.doi.org/10.2307/1479132.

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Poli, Annarosa. "Stefano Ragni, I viaggiatori musicali del Settecento Italiano: vol. IV; “Consuelo” di George Sand". Studi Francesi, n.º 143 (XLVIII | II) (1 de diciembre de 2004): 395–97. http://dx.doi.org/10.4000/studifrancesi.39656.

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Șipoş, Sorin. "Viaggiatori stranieri nello spazio romeno: Dalle capitali degli imperi alle corti dei Principati (1710-1810)". Transylvanian Review 19, Supliment 1, 2020 (15 de julio de 2020): 107–28. http://dx.doi.org/10.33993/tr.2020.suppl.1.07.

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Campetella, Paolo. "Viaggiatori e visitatori. Studio preliminare sulla fruizione della stazione San Giovanni della metropolitana di Roma". CADMO, n.º 2 (enero de 2019): 47–64. http://dx.doi.org/10.3280/cad2018-002004.

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Quatrini, Francesco. "Biagioni, Mario. Viaggiatori dell’utopia. La riforma radicale del Cinquecento e le origini del mondo moderno." Renaissance and Reformation 43, n.º 4 (16 de abril de 2021): 287–89. http://dx.doi.org/10.33137/rr.v43i4.36409.

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Guida, Patrizia. "A bordo dell’Iris lungo le coste dalmate con Giuseppe Modrich". SPONDE 1, n.º 1 (27 de julio de 2022): 137–54. http://dx.doi.org/10.15291/sponde.3896.

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Nel presente saggio il volume La Dalmazia romana-veneta-moderna. Note e ricordi di viaggio (1892) dello scrittore di origine zaratina Giuseppe Modrich è analizzato nel suo rapporto con la letteratura pregressa, cogliendo gli eventuali nessi con gli scritti di Fortis relativi agli aspetti antropologici e storico-culturali. La Dalmazia è descritta da Modrich con dovizia di particolari relativi alle abitudini di vita degli abitanti delle varie province ma anche al patrimonio artistico-architettonico, proposto dall’autore quale testimonianza delle diverse dominazioni che nei secoli si sono succedute. Un capitolo è dedicato ai Morlacchi e alla loro cultura e, più in generale, all’entroterra dalmata, poco frequentato dai viaggiatori e, dunque, poco noto ai più. Un secondo ambito di analisi riguarda le strutture e le strategie narrative utilizzate dall’autore, che vanno dall’uso spinto del dialogismo, che si alterna a lunghe e dettagliatissime descrizioni, che rendono quasi tangibile al lettore gli scenari, siano essi paesaggi, monumenti o abitudini di vita, con cui lo scrittore intende promuovere la sua patria.
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Visintin, Denis. "Descrizione di Momiano e suo territorio". Vjesnik Istarskog arhiva 25 (2018): 103–34. http://dx.doi.org/10.31726/via.25.5.

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Nel testo viene esaminato il documento “Descrizione di Momiano e suo territorio”, rinvenuto a suo tempo da Jakov Jelinčić e Ljiljana Radaljac, e pubblicato successivamente dal Jelinčić. In quest’occasione si offre un commento dettagliato in materia sotto l’aspetto storico, etnografico, sociale ed ambientale. Una fonte importante per la descrizione e la conoscenza storica di un dato territorio è fornita dagli scritti di viaggio e dalle descrizioni lasciatici dagli ecclesiastici ed altri viaggiatori. Lo hanno fatto in epoca moderna Ermanno Olmo, Niccolo Manzuoli, Giacomo Filippo Tommasini, Prospero Petronio. Argomento del testo che segue è l’esame di un manoscritto dedicato a Momiano ed al suo territorio, descritto in passato anche da altri studiosi. Il testo è stato scritto probabilmente negli anni Quaranta del XVII secolo, forse tra il 1641 – 47, e stando al Jelinčić, è da atrribuirlo al vescovo Giacomo Filippo Tommasini, data l’estrema somiglianza tra esso quanto scritto nei Commentari storici-geografici della Provincia dell’Istria.
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Bottacin, Annalisa. "Pier Massimo Prosio, Stendhal e altri viaggiatori a Torino. Il viaggio letterario da Tasso a Nietzsche". Studi Francesi, n.º 154 (LII | I) (1 de junio de 2008): 202–3. http://dx.doi.org/10.4000/studifrancesi.9266.

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Brunelli, Michele. "Con gli occhi di chi viaggia. Viaggiatori, mercanti, pellegrini ed avventurieri alla scoperta degli spazi asiatici". STORIA URBANA, n.º 146 (julio de 2015): 5–13. http://dx.doi.org/10.3280/su2015-146001.

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Sadoch, Elżbieta. "Tesori di arte sacra a Venezia e Padova nelle descrizioni dei viaggiatori polacchi del XVIII secolo". Kwartalnik Naukowy Fides et Ratio 48, n.º 4 (30 de diciembre de 2021): 278–97. http://dx.doi.org/10.34766/fetr.v48i4.950.

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In the 18th century, Italian sanctuaries played an important religious and cultural role, especially in Venice and Padua. They were visited by Polish wanderers during their trips around Europe, for example: diplomatic missions, pilgrimages, educational or tourist trips. They recorded their impressions from visiting these places in the form of descriptions in diaries, journals and itineraries. Reading the reports from the expeditions provides valuable insights on the mentality, customs of upbringing, as well as the religious and aesthetic experiences of eighteenth-century adventurers. The article aims to present the ways in which the collections of sacred art were perceived by Polish travelers from the 18th century. The analysis of their accounts, especially the fragments concerning the sanctuaries in Venice and Padua, will serve to present the literary covenants used by Polish wanderers. It should also answer the questions which tendencies dominated in the travel literature of that time, what phrases and formulations were used, and what items were paid special attention to.
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Orefice, Carlo. "Etnografia di un treno regionale: pratiche discorsive e posizionamenti identitari tra professionisti delle FS e viaggiatori immigrati". EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, n.º 1 (agosto de 2020): 74–91. http://dx.doi.org/10.3280/erp2020-001004.

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LIPPI, DONATELLA. "AA.VV., Firenze dei grandi viaggiatori, a cura di Franco Paloscia, Casale Monferrato, Ed. Abete, 1994, 191 pp." Nuncius 9, n.º 2 (1994): 937–38. http://dx.doi.org/10.1163/182539184x01710.

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Rouchon, Olivier. "Cesare De Seta, Vedutisti e viaggiatori in Italia tra Settecento e Ottocento, Turin, Bollati Boringhieri, 1999, 172 p." Annales. Histoire, Sciences Sociales 56, n.º 3 (junio de 2001): 712–14. http://dx.doi.org/10.1017/s0395264900000767.

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Ferber, Magnus Ulrich. "Zwischen München und Rom". Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, n.º 1 (20 de diciembre de 2017): 394–410. http://dx.doi.org/10.1515/qfiab-2017-0022.

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Resumen
Riassunto Il carteggio del gesuita Matthaus Rader, nato nella Germania meridionale, rappresenta non solo una fonte importante per lo studio della storia culturale bavarese, ma offre anche un’importante testimonianza per il transfer culturale tra l’Italia e la Germania all’inizio del XVII secolo. I suoi progetti editoriali sia filologici che storici spesso necessitavano, nel contesto delle procedure di censura interne all’ordine, dell’approvazione da parte della curia generalizia. Da cio derivava un regolare scambio epistolare con la Citta eterna che apriva a Rader l’accesso a manoscritti rari, conservati a Roma, e lo metteva in contatto con i bibliotecari locali. Tali rapporti facevano di lui un importante interlocutore per viaggiatori diretti da Roma verso la Baviera, ad esempio Leone Allacci, il quale nel 1623 avrebbe dovuto trasferire i fondi della Palatina in Italia. La posizione di Rader come storiografo ufficiale della corte bavarese comportava che egli propagasse a Roma la visione storica del suo committente, il duca Massimiliano I. Il contrasto provocato da Abraham Bzowski con Massimiliano per la rappresentazione dell’imperatore Ludovico IV nei suoi Annales ecclesiastici porto Rader sull’orlo di un conflitto con il preposito generale dei gesuiti, Vitelleschi; in tale cornice si concepi piuttosto come attore sullo sfondo della politica culturale bavarese.
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Ferber, Magnus Ulrich. "Zwischen München und Rom". Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, n.º 1 (1 de diciembre de 2017): 394–410. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2017-0022.

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Riassunto Il carteggio del gesuita Matthäus Rader, nato nella Germania meridionale, rappresenta non solo una fonte importante per lo studio della storia culturale bavarese, ma offre anche un’importante testimonianza per il transfer culturale tra l’Italia e la Germania all’inizio del XVII secolo. I suoi progetti editoriali sia filologici che storici spesso necessitavano, nel contesto delle procedure di censura interne all’ordine, dell’approvazione da parte della curia generalizia. Da ciò derivava un regolare scambio epistolare con la Città eterna che apriva a Rader l’accesso a manoscritti rari, conservati a Roma, e lo metteva in contatto con i bibliotecari locali. Tali rapporti facevano di lui un importante interlocutore per viaggiatori diretti da Roma verso la Baviera, ad esempio Leone Allacci, il quale nel 1623 avrebbe dovuto trasferire i fondi della Palatina in Italia. La posizione di Rader come storiografo ufficiale della corte bavarese comportava che egli propagasse a Roma la visione storica del suo committente, il duca Massimiliano I. Il contrasto provocato da Abraham Bzowski con Massimiliano per la rappresentazione dell’imperatore Ludovico IV nei suoi Annales ecclesiastici portò Rader sull’orlo di un conflitto con il preposito generale dei gesuiti, Vitelleschi; in tale cornice si concepì piuttosto come attore sullo sfondo della politica culturale bavarese.
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Thein, A. G. "The Via Latina, the Via Labicana and the location of Ad Pictas". Papers of the British School at Rome 73 (noviembre de 2005): 131–55. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003007.

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LA VIA LATINA, LA VIA LABICANA E LA LOCALIZZAZIONE DIAD PICTASLa localizzazione del toponimoad Pictasè stata oggetto di una controversia tra topografi della Campagna Romana negli ultimi tre secoli. In genere viene collocata alcune miglia ad ovest di Artena, a Fontanile delle Macere. Questo articolo collocaad Pictasa Colle Tre Are di Valmontone, vicino Labico, e propone una soluzione ad un problema ad esso strettamente connesso — l'incrocio tra la Via Latina e la Via Labicana, che le fonti collocano alternativamente pressoad Pictas, ad Biviume presso ilCompitum Anagninum. Originariamente le strade si incontravano aad Pictas, come ricorda Strabone e come è confermato dall'Itinerario Antonino, a dispetto dell'esplicita asserzione che le strade si incontravano presso ilCompitum. La Via Latina fu in un secondo momenta deviata verso sud, via Fontanile delle Macere, e emergevaad Biviumcome nuovo incrocio, secondo quanto mostrato dalla Tabula Peutingeriana. Il tracciato meridionale della Via Latina emerse nel III secolo d.C. e seguiva una serie di strade realizzate nella media Repubblica nell'area centuriata situata a nord della Civita di Artena. Il cambio è meglio attribuibile alla preferenza di coloro che usavano le strade — la nuova strada fu favorita dai viaggiatori che usufruivano dei punti di sosta concentrati intornoad Biviume il vicino Colle Maiorana.
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COLLINI, SILVIA y ANTONELLA VANNONI. "LA SOCIÉTÉ D'HISTOIRE NATURELLE E IL VIAGGIO DI D'ENTRECASTEAUX ALLA RICERCA DI LA PÉROUSE: LE ISTRUZIONI SCIENTIFICHE PER I VIAGGIATORI". Nuncius 10, n.º 1 (1 de enero de 1995): 257–74. http://dx.doi.org/10.1163/221058785x00129.

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ARRIGONI, TIZIANO. "TERESA ISENBURG, Viaggiatori naturalisti italiani in Brasile nell'Ottocento, Milano, Franco Angeli 1989, 119 pp. (« Geografia umana. Collana diretta da Lucio Gambi »)." Nuncius 5, n.º 1 (1990): 357–59. http://dx.doi.org/10.1163/182539190x01290.

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Lenart, Mirosław. "Contrasto tra città e campagna nella Polonia rinascimentale sullo sfondo delle aspirazioni culturali degli ex‑studenti e dei viaggiatori polacchi a Padova". Annales Universitatis Paedagogicae Cracoviensis | Studia Historicolitteraria 20 (20 de diciembre de 2020): 43–58. http://dx.doi.org/10.24917/20811853.20.3.

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Resumen
Głębokie rozumienie istoty opozycji pomiędzy światem kultury, reprezentowanym przez miasto, oraz natury, związanej z życiem na wsi, uchwycone zostało na fresku Tycjana z 1511 roku, przedstawiającym cud Świętego Antoniego, a rozgrywającym się na styku tych dwóch przestrzeni. Tak wyrafinowane postrzeganie tego kontrastu, charakterystyczne dla renesansu włoskiego, nie miało swojego odzwierciedlenia w Polsce, gdzie miasta oraz związane z nimi funkcjonowanie kultury dworskiej nie miały równie bogatej reprezentacji. Masowy kontakt studentów polskich, przybywających w okresie renesansu zwłaszcza do Padwy, z kulturą willi weneckich miał jednak ogromny wpływ zwłaszcza na ideowe próby odzwierciedlenia humanistycznych modeli obecnych w literaturze, sztuce oraz stylu życia, rozwijających się na terenie Italii. Artykuł przedstawia liczne przykłady takich inspiracji oraz wskazuje na ich wyjątkowość polegającą na dostosowaniu włoskich wzorców do realiów odmiennego świata wyobraźni i wrażliwości.
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COLLINI, SILVIA y ANTONELLA VANNONI. "ISTITUZIONI E FONTI LA SOCIÉTÉ D'HISTOIRE NATURELLE E IL VIAGGIO DI D'ENTRECASTEAUX ALLA RICERCA DI LA PÉROUSE: LE ISTRUZIONI SCIENTIFICHE PER I VIAGGIATORI". Nuncius 11, n.º 1 (1 de enero de 1996): 227–50. http://dx.doi.org/10.1163/221058796x00875.

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Luni, M. "Il Forum–Caesareum di Cirene e la moderna riscoperta". Libyan Studies 25 (enero de 1994): 191–210. http://dx.doi.org/10.1017/s0263718900006348.

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Resumen
Agli inizi dell'Ottocento si assiste al sorgere e al diffondersi di particolare interesse da parte di esponenti della cultura e della diplomazia internazionale verso gli imponenti resti archeologici di Cirene e di altre città della Tripolitania e della Cirenaica, che diventano meta di visita. Nella circostanza vengono in genere compilati diari di viaggio e relazioni, spesso illustrati da disegni di monumenti antichi e talvolta anche da preziose carte topografiche in cui sono evidenziate ampie aree di affioramento di ruderi e tracce superstiti di viabilità cittadina ed extraurbana.Si tratta generalmente di documentazione poco omogenea, talvolta occasionale e frutto di osservazioni del tutto personali. Di estrema rilevanza sono comunque i dati che è possibile desumere da questo tipo di ‘fonte’, spesso dovuti allo spirito di osservazione di personaggi dai vasti interessi e anche a casualità, ma sempre assai utili a comprendere il clima di indagine pionieristica della prima metà dell'Ottocento e le tappe decisive della riscoperta di Cirene.La città, per altro, era nota alla cultura storico-archeologica dell'epoca attraverso la documentazione costituita dalle fonti letterarie classiche (una delle prime sintesi è in Thrige, 1819). Esse costituiscono un valido supporto di base che accompagna vari viaggiatori nella ricerca del sito su cui sorgeva Cirene e della sua antica conformazione. Gli appunti di viaggio in seguito vengono ulteriormente elaborati e prendono corpo in opere che hanno avuto in qualche caso ampia fortuna in Europa e che hanno costituito il primo fondamento della moderna conoscenza e del rifiorire degli studi e delle ricerche sulla ‘Atene d'Africa’.
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Ugniewska, Joanna. "Viaggiatori polacchi in Italia oggi: tra pellegrinaggio e decostruzione del mito / Today's Polish journeys to Italy – between a pilgrimage and deconstruction of a myth". Italica Wratislaviensia 1, n.º 5 (26 de abril de 2015): 339. http://dx.doi.org/10.15804/iw.2014.05.16.

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Sciarra, Silvana. "Gino Giugni viaggiatore". SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, n.º 3 (marzo de 2010): 199–205. http://dx.doi.org/10.3280/sd2009-003011.

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Martinez, V. y É. Caumes. "Febbre del viaggiatore". EMC - AKOS - Trattato di Medicina 9, n.º 1 (enero de 2007): 1–9. http://dx.doi.org/10.1016/s1634-7358(07)70399-6.

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Olivieri, Mario. "Colombo: il viaggiatore "metafisico"". Italica 69, n.º 3 (1992): 313. http://dx.doi.org/10.2307/479387.

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Obert, Judith. "Luigi Malerba, il viaggiatore sedentario". Italies, n.º 1 (1 de enero de 1997): 183–96. http://dx.doi.org/10.4000/italies.3432.

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Mainiero, Teresa y Marzia Rocchini. "Se una notte d'inverno un viaggiatore". IPNOSI, n.º 1 (julio de 2013): 85–91. http://dx.doi.org/10.3280/ipn2013-001006.

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di Biase, Antonio. "I contratti di assicurazione turistica". RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, n.º 30 (septiembre de 2020): 497–513. http://dx.doi.org/10.3280/dt2020-030029.

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Resumen
Il contributo esamina le varie tipologie di polizze turistiche maggiormente diffuse nella prassi commerciale e, succesivamente, si interroga circa la loro utilizzabilità a tutela del viaggiatore colpito, direttamente o indirettamente, da eventi legali alla nuova pendemia di COVID-19.
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Butcher, John. "Book Review: Sandro Penna, Il Viaggiatore Insonne". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 37, n.º 1 (marzo de 2003): 275–78. http://dx.doi.org/10.1177/001458580303700124.

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