Tesis sobre el tema "Verbrechen der Wehrmacht 1941"

Während des deutsch-sowjetischen Krieges war ab Herbst 1941 das Gebiet um die russische Stadt Brjansk von der Wehrmacht besetzt. Die 2. Panzerarmee verwaltete dieses Territorium über den Kommandanten des rückwärtigen Armeegebietes 532. Wie überall im besetzten Gebiet verübten die Einsatzgruppen des SD zahlreiche Morde und es kam zum Massensterben der Kriegsgefangenen in den Durchgangslagern. Starke, in den ausgedehnten Waldmassiven versteckte sowjetische Partisanenverbände erschwerten die Beherrschung des ausgedehnten Raumes. Aufgrund des Mangels an deutschen Soldaten wurden zahlreiche Bewachungseinheiten aus Einheimischen und Kriegsgefangenen gebildet. Der Kommandeur der Armee Generaloberst Rudolf Schmidt ging sogar so weit, einen von der russischen Bevölkerung vollständig selbst verwalteten Bezirk zuzulassen. Kollaboration mit den deutschen Besatzern war ein weit verbreitetes Phänomen, während gleichzeitig in den Wäldern die Partisanen herrschten. Die Sicherungsverbände führten zahlreiche Antipartisanenunternehmen durch, die meist ohne anhaltende Erfolge blieben, aber in deren Verlauf zahlreiche Zivilisten als vermeintliche Partisanen getötet wurden. Obwohl die Besatzungsherrschaft der Wehrmacht in diesem Gebiet von der in Berlin beschlossenen Generallinie der Ausbeutung, Unterdrückung und Vernichtung in vielem abwich, wurde nicht für eine ausreichende Ernährung der Bevölkerung gesorgt. Dem Hunger und dem Partisanenkrieg fielen bis zum Rückzug der Wehrmacht im Herbst 1943 tausende Zivilisten zum Opfer.<br>During the German-Soviet war by autumn 1941 the area around the Russian city Bryansk was occupied by the Wehrmacht. The Second Tank Army administrated this territory through the commander of the backward area of the army 532. Like everywhere in the occupied territories the Einsatzgruppen of the SD committed numerous murders and it came to the widespread deaths of the prisoners of war in the transit camps. Strong Soviet partisan groups hidden in the vast forest massifs complicated the control of the vast area. On account of the lack of German soldiers numerous guarding units from locals and prisoners of war were formed. The commander of the army senior general Rudolf Schmidt went even so far of admitting a district completely administered by Russians themselves. Collaboration with the occupying forces was a widespread phenomenon, while at the same time in the woods the partisans ruled. The guarding troops carried out numerous anti-partisan operations which mostly remained without during success but killed numerous civilians as putative partisans in the course. Although the occupation of the Wehrmacht in this area in many aspects deviated from the in Berlin concluded general line of exploitation, suppression and destruction, it was not provided for a sufficient supply of food for the population. Until the retreat of the Wehrmacht in autumn 1943 thousand of civilians fell victim to hunger and partisan warfare.

La storiografia sul ghetto di Litzmannstadt si è particolarmente ampliata negli ultimi anni, grazie ad opere come quelle di Löw (Juden im Getto Litzmannstadt), Klein (Die Gettoverwaltung Litzmannstadt) e Horowitz (Ghettostadt), solo per citarne alcune. Questo ha permesso una maggiore comprensione delle vicende relative a quello che fu il ghetto più longevo tra quelli creati dai nazisti durante il secondo conflitto mondiale: istituito già nel dicembre del 1939 (per ordine del Regierungspräsidant Friedrich Übelhör), venne infatti liquidato definitivamente solo nell’estate del 1944. Nonostante l’immagine del ghetto di Litzmannstadt sia ad oggi costituita da una molteplicità di facce, molti sono i lati ancora oscuri, tra i quali spicca sicuramente quello relativo alla figura del suo Amtsleiter: Hans Biebow. Costui nacque a Brema nel 1902, da una famiglia piccolo borghese ridotta in miseria a causa della Grande Depressione; si iscrisse tardivamente al NSDAP (nel 1937) e tale adesione fu motivata probabilmente da soli interessi opportunistici. A partire dal 1941, quando cioè il ghetto di Litzmannstadt divenne un “arcipelago di Ressorts” dedito alla produzione tessile, la figura di Biebow smise di essere quella di un semplice arrampicatore sociale e assunse complessità all’interno di un contesto, quello relativo allo sfruttamento della manodopera ebraica, in piena espansione. Con l’arrivo dei primi trasporti provenienti dal Vecchio Reich (autunno 1941), l’Amtsleiter vide prima ampliarsi le sue competenze, da locali a regionali e, successivamente, con l’inizio dell’Endlösung, venne posto da Arthur Greiser (Gauleiter del Warthegau) all’apice della piramide relativa al sistema di distruzione fisica istituito nella regione. Proprio per quanto riguarda il Wartheland (facente parte dei territori occupati direttamente annessi al Terzo Reich) si può vedere come, analizzando gli eventi tra 1941 e 1944, l’amministrazione nazista avesse una gestione corale, all’interno della quale la figura di Biebow ebbe certamente un ruolo primario. La cooperazione fra enti, in questo caso, mutò in competizione solo verso la metà del 1943, quando l’interessamento delle SS verso la produzione del ghetto di Litzmannstadt divenne più esplicito. La storia del ghetto di Litzmannstadt, vista dalla prospettiva del suo amministratore, è una storia di miti, come quelli alimentati dalla propaganda del Reichsstatthalter; ma soprattutto è una storia di potere, che viene ottenuto sul campo, attraverso la partecipazione nelle Aktionen e non sempre è espresso a livello gerarchico.

La storiografia sul ghetto di Litzmannstadt si è particolarmente ampliata negli ultimi anni, grazie ad opere come quelle di Löw (Juden im Getto Litzmannstadt), Klein (Die Gettoverwaltung Litzmannstadt) e Horowitz (Ghettostadt), solo per citarne alcune. Questo ha permesso una maggiore comprensione delle vicende relative a quello che fu il ghetto più longevo tra quelli creati dai nazisti durante il secondo conflitto mondiale: istituito già nel dicembre del 1939 (per ordine del Regierungspräsidant Friedrich Übelhör), venne infatti liquidato definitivamente solo nell’estate del 1944. Nonostante l’immagine del ghetto di Litzmannstadt sia ad oggi costituita da una molteplicità di facce, molti sono i lati ancora oscuri, tra i quali spicca sicuramente quello relativo alla figura del suo Amtsleiter: Hans Biebow. Costui nacque a Brema nel 1902, da una famiglia piccolo borghese ridotta in miseria a causa della Grande Depressione; si iscrisse tardivamente al NSDAP (nel 1937) e tale adesione fu motivata probabilmente da soli interessi opportunistici. A partire dal 1941, quando cioè il ghetto di Litzmannstadt divenne un “arcipelago di Ressorts” dedito alla produzione tessile, la figura di Biebow smise di essere quella di un semplice arrampicatore sociale e assunse complessità all’interno di un contesto, quello relativo allo sfruttamento della manodopera ebraica, in piena espansione. Con l’arrivo dei primi trasporti provenienti dal Vecchio Reich (autunno 1941), l’Amtsleiter vide prima ampliarsi le sue competenze, da locali a regionali e, successivamente, con l’inizio dell’Endlösung, venne posto da Arthur Greiser (Gauleiter del Warthegau) all’apice della piramide relativa al sistema di distruzione fisica istituito nella regione. Proprio per quanto riguarda il Wartheland (facente parte dei territori occupati direttamente annessi al Terzo Reich) si può vedere come, analizzando gli eventi tra 1941 e 1944, l’amministrazione nazista avesse una gestione corale, all’interno della quale la figura di Biebow ebbe certamente un ruolo primario. La cooperazione fra enti, in questo caso, mutò in competizione solo verso la metà del 1943, quando l’interessamento delle SS verso la produzione del ghetto di Litzmannstadt divenne più esplicito. La storia del ghetto di Litzmannstadt, vista dalla prospettiva del suo amministratore, è una storia di miti, come quelli alimentati dalla propaganda del Reichsstatthalter; ma soprattutto è una storia di potere, che viene ottenuto sul campo, attraverso la partecipazione nelle Aktionen e non sempre è espresso a livello gerarchico.

The aim of this work is to analyse the development of relationships of German elite generals towards Adolf Hitler during Soviet Union Campaign in 1941-1945. It's necessary to follow these relationships from 1933, because they changed dramatically. In brief, Führer's behaviour to generals and his interventions to army issues will be describe. The main field of this work is the analysis of war operations during fights with Soviet Union from the point of view of Nazi generals and Führer. The basics of the work come from the ideas of generals and other important personalities close to Hitler written in their memoirs that are confronted with the historical literature.