Literatura académica sobre el tema "Variabili clinico-sociali"

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Artículos de revistas sobre el tema "Variabili clinico-sociali"

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Magliano, Lorenza, Andrea Fiorillo, Claudio Malangone, Manuela Guarneri, Cecilia Marasco, Mario Maja y Gruppo Di Lavoro. "Causes and psychosocial consequences of schizophrenia: the opinions of patients' relatives". Epidemiologia e Psichiatria Sociale 9, n.º 2 (junio de 2000): 113–25. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00008307.

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Resumen
RIASSUNTOScopo – Descrizione delle opinioni sulla schizofrenia e le sue conseguenze psicosociali in un campione di familiari di pazienti con questa patologia reclutati in 30 Centri di Salute Mentale (CSM) stratificati per area geografica e densità di popolazione. Disegno – Studio trasversale di familiari-chiave di pazienti con diagnosi DSM-IV di schizofrenia, in fase di compenso clinico. Valutazione delle opinioni dei familiari sulla malattia mentale e gli svantaggi sociali ad essa conseguenti in relazione a: a) variabili cliniche del paziente e sociodemografiche del nucleo familiare; b) zona geografica e densità di popolazione. Setting – Lo studio è stato condotto in 30 CSM randomizzati e stratificati per area geografica (Nord, Centro, Sud) e densità di popolazione (> 100000 abitanti; tra 100000 e 25000 abitanti; < 25000 abitanti) sull'intero territorio nazionale. Principali misure utilizzate – a) stato clinico e funzionamento sociale del paziente: Brief Psychiatric Rating Scale (BPRS) e intervista per l'Accertamento della Disabilità (AD); b) interventi ricevuti: Scheda di Rilevazione degli Interventi (SRI); c) opinioni dei familiari sulla schizofrenia e le sue conseguenze psicosociali: questionario sulle Opinioni dei Familiari (QOF). Risultati – So-no stati raccolti i dati relativi a 709 pazienti e altrettanti familiari-chiave. Opinioni pessimistiche da parte dei familiari rispetto alia competenza sociale dei pazienti con schizofrenia sono risultate associate a: alti livelli di disabilità, sintomi negativi e ostilita nel congiunto malato, conoscenza della diagnosi di schizofrenia da parte del familiare, residenza in zone a bassa o media densita di popolazione, bassi livelli di scolarità del familiare. Opinioni pessimistiche da parte dei familiari rispetto alle limitazioni sociali imposte dalla malattia sono risultate associate a: alti livelli di disabilità ed elevato numero di ricoveri del congiunto malato, maggiore età del familiare. Conclusioni – I risultati di questo studio sottolineano la necessità di: a) fornire interventi informativi alle famiglie i quali prendano in esame non solo gli aspetti clinici della schizofrenia, ma anche quelli relativi alia disabilità e agli svantaggi sociali conseguenti a tale patologia; b) pianificare campagne di sensibilizzazione sulle malattie mentali che tengano conto del contesto socio-culturale delle fasce di popolazione a cui sono dirette.
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Madonna, Raffaella, Marco Valenti, Giovanna Borrelli, Renato Cerbo, Manlio De Lellis, Giorgia Sprovera, Marisa Massaro et al. "Epidemiological monitoring of psychological, neurological and sensorial handicaps in the 0-24 years population of the Abruzzo region (Italy). Preliminary results". Epidemiologia e Psichiatria Sociale 7, n.º 3 (diciembre de 1998): 188–96. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00007387.

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RIASSUNTOScopo - Descrivere Pimplementazione epidemiologica nella Regione Abruzzo di un servizio di prevenzione degli handicap psiconeurosensoriali dell'eta evolutiva; presentare i dati di prevalenza delle patologie osservate e i modelli di regressione esplicativi deU'occorrenza, discutere i dati di accesso ai servizi in termini di risposta alle necessità sociosanitarie. Setting e disegno - Sono stati utilizzati i dati forniti da un sistema informativo regionale, costituito da fonti informative primarie operanti presso le aziende USL (Servizio di Medicina scolastica, Medicina di base, Pediatria di base, Consultori familiari, Servizio di Riabilitazione) e da strutture specializzate di individuazione diagnostica (Équipe Multidisciplinari, Divisione Clinicizzata di Neuropsichiatna Infantile, Servizi Territoriali di NPI). Il modello di gestione dei dati è il registro epidemiologico di popolazione. La popolazione target e la popolazione abruzzese di eta inferiore ai 25 anni. Principali misure utilizzate - Vengono utilizzate in questo studio misure epidemiologiche di prevalenza, standardizzate per età, assumendo come standard la popolazione regionale (0-24 anni). La definizione delle patologie è stata effettuata sulla base delle nosografie standard 1CD-9 e ICD-10; la definizione di handicap sulla base della classificazione OMS (1981). Sono state esaminate le associazioni tra le variabili esplicative di tipo sociodemografico e anamnestico e le diverse tipologie di esito clinico attraverso modelli di regressione logistica. Risultati - Le stime di prevalenza per le principali patologie neuropsichiatriche infantili e per le patologie organiche e/o congenite generatrici di handicap nella popolazione dell'Abruzzo sono paragonabili a quelli riscontrati in letteratura in setting analoghi, ad eccezione dei disturbi ipercinetici che sembrerebbero indicare per I'Abruzzo un'alta occorrenza in entrambi i sessi. La riabilitazione risulta essere la necessita sanitaria maggiormente richiesta per tutti gli assi diagnostici; neH'ambito delle necessita sociali risulta relativamente poco rilevante il ricorso all'assistenza scolastica e, soprattutto, domiciliare. L'analisi di regressione logistica indica lo stato socioeconomico e la presenza di handicap in famiglia come fattori associati, rispettivamente, in modo negativo all'occorrenza di disturbi ipercinetici, e in modo positivo alFoccorrenza di ritardo mentale. Inoltre, lo stato di convivenza in famiglia naturale e associato negativamente aU'occorrenza di disturbi evolutivi. Conclusioni - Lo studio riporta i risultati preliminari dell'attivita di un registro specializzato per l'handicap psiconeurosensoriale in eta evolutiva. Tra le prime indicazioni operative emerge con chiarezza l'utilita della standardizzazione delle procedure diagnosu'che, della definizione di linee guida gestionali comuni nelle diverse aree territoriali, e, comunque, l'importanza della conoscenza epidemiologica del fenomeno handicap per una corretta impostazione di strategie di prevenzione e programmazione.
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Tesis sobre el tema "Variabili clinico-sociali"

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DE, MICHELI MICHELA LUNELLA. "MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI: STORIE DI VITA, VARIABILI CLINICO-SOCIALI E CONTESTO ISTITUZIONALE. UN'INDAGINE MULTI-METODO". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/692.

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Resumen
Nella presente ricerca, che unisce metodologie di tipo sia qualitativo che quantitativo, vengono approfonditi alcuni fattori di rischio potenziale per i “minori stranieri non accompagnati”, in riferimento alle variabili di accentuato svantaggio che caratterizzano il percorso migratorio e i processi di integrazione di questi adolescenti.
In Italy the number of foreign adolescents who experienced the event of unaccompanied migration is constantly and continuously increasing.The research goal was to assess how the early unaccompanied experience of migration, characterized by difficult conditions such as the absence of parents and/or family mandate, influenced the Self representations in autobiographical narrations, depression levels, coping strategies and ethnic identity. And the broad normative-institutional context in which several social-justice workers play a role in the process of protection and custody as well.
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DE, MICHELI MICHELA LUNELLA. "MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI: STORIE DI VITA, VARIABILI CLINICO-SOCIALI E CONTESTO ISTITUZIONALE. UN'INDAGINE MULTI-METODO". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/692.

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Nella presente ricerca, che unisce metodologie di tipo sia qualitativo che quantitativo, vengono approfonditi alcuni fattori di rischio potenziale per i “minori stranieri non accompagnati”, in riferimento alle variabili di accentuato svantaggio che caratterizzano il percorso migratorio e i processi di integrazione di questi adolescenti.
In Italy the number of foreign adolescents who experienced the event of unaccompanied migration is constantly and continuously increasing.The research goal was to assess how the early unaccompanied experience of migration, characterized by difficult conditions such as the absence of parents and/or family mandate, influenced the Self representations in autobiographical narrations, depression levels, coping strategies and ethnic identity. And the broad normative-institutional context in which several social-justice workers play a role in the process of protection and custody as well.
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MARRELLA, Giovanna. "Il ruolo dell'insight nelle psicosi: caratteristiche, fattori predittivi e variabili clinico-sociali associati". Doctoral thesis, 2007. http://hdl.handle.net/11562/337995.

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Resumen
Molti pazienti affetti da psicosi non hanno consapevolezza o insight della natura del loro disturbo, dei sintomi che lo accompagnano, delle conseguenze della malattia e della necessità del trattamento. La mancanza di insight nel paziente affetto da psicosi comporta notevoli difficoltà nella gestione del paziente stesso sia da parte dei clinici sia da parte dei familiari (Amador & Kronengold, 2004). Per molti anni in letteratura l’insight è stata presentata in una prospettiva psicoanalitica e sono state offerte scarse linee-guida sulla fenomenologia o sul metodo di misurazione del processo psicologico che si ipotizzava alla base dell’insight (Amador et al., 1991). Negli ultimi 20 anni, l’insight nei pazienti affetti da psicosi ha suscitato l’interesse dei ricercatori che hanno esaminato questo fenomeno empiricamente. Da questi studi sono emersi alcuni importanti quesiti sulla fenomenologia, sui metodi di valutazione e sull’eziologia dell’insight. Negli anni ’90 sono stati messi a punto metodi validi e attendibili per la valutazione e misurazione dell’insight e ciò ha portato allo sviluppo di nuovi studi volti a chiarire il ruolo che la carenza di insight gioca nella prognosi, nel decorso e nel trattamento dei disturbi psicotici. Dallo studio dell'insight sono emersi dati interessanti per le implicazioni nella pratica clinica anche se spesso contrastanti. Evidenze cliniche suggeriscono che deficit nell’insight sono manifestazioni della malattia al pari degli altri sintomi (es. allucinazioni, deliri) e sono dovuti ad anomalie cerebrali. Queste ultime evidenze sono in contrasto con l’ipotesi che la carenza di insight sia una strategia di coping messa in atto dall’individuo per affrontare una situazione stressante (DSM IVTR, APA press, 2000). Inoltre è stato trovato che uno scarso insight è tra i predittori di non aderenza o di parziale aderenza al trattamento farmacologico (McEvoy, 2004). Quest’ultima evidenza ha accresciuto l’interesse verso lo studio dell’insight nelle psicosi per le sue importanti implicazioni nella pratica clinica. Una prima possibile spiegazione della controversia su quello che si può dire dell'insight sulla base dei risultati dei diversi studi è che l'insight è un costrutto complesso che esprime tale complessità anche nei tentativi di misurarlo. La consapevolezza della propria malattia e di ciò che ad essa è legato non è stabile e costante, ma presenta una certa variabilità intrasoggettiva e intersoggettiva. Alcuni pazienti possono riconoscere i propri sintomi ma non accettare la loro esistenza come parte di una malattia mentale, oppure possono attribuirli a cause diverse. L’eterogeneità dell’eziologia dell’insight fa aumentare l’interesse verso la conoscenza dei fattori che la determinano e di conseguenza verso gli strumenti per valutare tutte le sue caratteristiche. Nell’ultimo ventennio l’attenzione dei ricercatori, che hanno indagato l’insight nelle psicosi, si è rivolta in particolare alla schizofrenia.
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