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Tesis sobre el tema "Valutazione del progetto"

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Trotta, Angelo. "Progetto e valutazione di un protocollo MAC per reti wireless ad-hoc". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/1934/.

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Per dare supporto al traffico multimediale in una rete totalmente distribuita come le reti ad-hoc, il protocollo MAC deve fornire garanzie di QoS. L'IEEE ha sviluppato un standard per supportare le QoS chiamato 802.11e, facente parte della famiglia 802.11. Per dare supporto al QoS viene proposto un nuovo protocollo chiamato PAB che consiste in un accesso al canale preceduto da una serie di invii di burst, inviati alla stessa frequenza dei dati, che inibiscono la trasmissione di stazioni avente minore priorità. Lo scopo di questo protocollo è fornire servizi QoS, evitare starvation e fornire un accesso equo tra le stazioni.
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Spagnolo, Camilla. "Valutazione formativa in matematica. Strumenti di rilevazione delle abilità in matematica nei video del progetto FAMT&L". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10899/.

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Resumen
Questa tesi espone il mio lavoro all'interno del progetto di ricerca del FAMT&L, progetto sviluppato dal dipartimento di Matematica e dal dipartimento di Scienze dell'Educazione sulla valutazione formativa in matematica, finanziato dall'Unione Europea e svolto in collaborazione con Francia, Svizzera, Olanda e Cipro. Questo progetto di ricerca è centrato sulla formazione degli insegnanti alla valutazione formativa. L'obiettivo è quello di formare gli insegnanti a fare valutazione formativa in matematica. Lo strumento scelto è quello di lavorare su video di situazioni in classe. Il mio lavoro di tesi è consistito nell'analizzare le situazioni dei video per trovare delle categorie relative ai contenuti, alle competenze matematiche e alle caratteristiche dell'apprendimento della matematica. Questi materiali saranno utilizzati come materiale nella formazione insegnanti.
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Petrin, Diana <1989&gt. "Una valutazione del Progetto Rotatorie Sociali nell’A.ULSS n.15 “Alta Padovana”. Dalla teoria alla pratica". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5044.

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Resumen
Valutazione del Progetto Rotatorie Sociali attivato in alcuni territori dell’A.ULSS 15 “Alta Padovana”. Verrà affrontata, in primo luogo, un’esposizione introduttiva sulla tematica della valutazione e i suoi significati; successivamente, si proseguirà verso una descrizione approfondita del progetto Rotatorie Sociali precisando, in base alla risposta territoriale, le differenti applicazioni avvenute nei quattro paesi prescelti. Infine, sarà sviluppato il progetto di ricerca e analisi approfondita per indagare, attraverso l’opinione degli attori partecipanti al progetto, quali aspetti e dinamiche hanno determinato la scelta di proseguire verso una strada, piuttosto di un’altra.
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Zhou, Giulio. "Machine Learning come supporto per la valutazione dei requisiti agili". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13763/.

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L'approccio delle metodologie agili ai requisiti è meno rigoroso rispetto al processo tradizionale dell'Ingegneria dei Requisiti (RE). Tuttavia, ha la pretesa di riuscire ad adattarsi con più facilità in un ambiente in continuo mutamento. Questa capacità di adattamento è data dalla pianificazione e dall'analisi dei requisiti durante tutto il processo di sviluppo del software. Nei metodi agili come Extreme Programming (XP) e Scrum, la valutazione e stima dei requisiti viene effettuata dai programmatori a ogni iterazione durante il Planning Game. In questa tesi si valuteranno gli algoritmi del Machine Learning (ML) come supporto a questa fase. Gli esperimenti verranno effettuati su un dataset di requisiti Scrum per un progetto fittizio appositamente ideato e si articoleranno principalmente in due fasi: l'analisi dei dati, con algoritmi di Elaborazione del Linguaggio naturale (NLP) e di ML non supervisionati, e la stima dei requisiti, attraverso algoritmi di ML supervisionati. Si scopre quindi che il pattern preponderante delle informazioni del dataset è quello lineare. La precisione delle predizioni con un input formato da una combinazione di stime (es. predire lo sforzo a partire da stime quali le linee di codice scritte) può arrivare allo 0.9985, mentre utilizzando il modello predittivo generato a partire dai campi testuali, la precisione arriva nel migliore dei casi allo 0.3360. Questo valore può essere migliorato abbassando la complessità della stima da ottenere, infatti, valutare il livello di difficoltà del requisito permetterà una precisione anche pari a 0.68.
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Giorgi, Matteo. "Valutazione della stabilità ossidativa del Parmigiano Reggiano: confronto tra materia prima e prodotto liofilizzato". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Resumen
L’ossidazione lipidica è una delle principali cause di scadimento qualitativo del Parmigiano-Reggiano, un tipico formaggio DOP italiano. Il lavoro di tesi è inquadrato all’interno del progetto PARENT, un progetto di ricerca industriale strategica con l’obiettivo di innovare e creare nuovi prodotti a partire dal Parmigiano-Reggiano come alimento di base. In questo lavoro è stata valutata la stabilità ossidativa di campioni di Parmigiano-Reggiano tal quale e liofilizzato (sia forma intera che solo pasta) a diverse epoche di stagionatura (12, 24 e 36 mesi) tramite lo strumento OXITEST® che permette di effettuare un test di ossidazione accelerata. I campioni di Parmigiano liofilizzato hanno dimostrato una maggiore resistenza all’ossidazione dei corrispettivi non liofilizzatiper i campioni costituiti solo dalla pasta.In particolare l’andamento risulta evidente per le analisi a 80°C da cui sono stati ottenuti valori di IP pari a 23,39, 26,01 e 22,30 ore per i campioni liofilizzati stagionati 12, 24 e 36 mesi, rispettivamente; mentre per i corrispettivi non liofilizzati sono stati ottenuti valori di 20,39, 19,15 e 18,20 ore.
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MAZZELLA, ALESSANDRO. "Studio preliminare per la valutazione della fattibilità di un progetto di CO2-ECBM nel bacino carbonifero del Sulcis". Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2012. http://hdl.handle.net/11584/266168.

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Resumen
Nowadays CO2 geological storage represents a valuable alternative to reduce greenhouse gases release into atmosphere. Correct identification of the location for a suitable reservoir is a complex decisional process because it must consider a great number of criteria mainly concerning environmental, geological and economical aspects. The variety and variability of these parameters make each evaluation unique and, for this reason, it is not advisable for the decision maker (DM) using only his own experience rather it would be advisable the use of a decision support system (DSS). In the carbon sequestration research field, the combination of DSS and GIS technologies allows the realization of powerful tools able to identify and solve technical problems and to evaluate both technically and economically different alternatives in order to assure the right balance between the success of the project and its environmental sustainability. The main objective of this research work was to propose a novel approach for the assessment of the pre-feasibility of a CO2 geological storage within Sulcis Coal Basin coal seams (Italy, SW Sardinia) with enhanced coalbed methane recovery (ECBM). All the techniques developed to assess suitable reservoirs, to perform the in-situ characterization and to evaluate “Sulcis” coal required a complex of studies and laboratory tests. All methods and results are introduced and discussed within this PhD thesis.
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Leoncini, Carlotta. "Modellazione numerica per la valutazione di un progetto di bonifica di un acquifero contaminato da Cromo esavalente (parte del Sito di Interesse Nazionale "Brescia-Caffaro")". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15790/.

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Resumen
Il presente elaborato illustra la costruzione di un modello numerico volto alla descrizione del trasporto avvettivo di Cromo esavalente in un acquifero contaminato. La contaminazione è stata prodotta da una galvanotecnica che sta attualmente eseguendo la bonifica delle matrici ambientali inquinate. La Messa In Sicurezza d’Emergenza consta di una barriera idraulica composta da 5 pozzi posti a valle della Ditta. Lo scopo della modellazione svolta è la valutazione dell’efficacia di tale barriera per il contenimento della contaminazione all’interno del sito. La simulazione è stata eseguita tramite il codice MODFLOW e MODPATH, calibrata con il programma PEST. È stato necessario interpolare i rilievi piezometrici e di concentrazione del contaminante con metodi geostatistici, in modo da escludere eventuali errori nei dataset utilizzati. In seguito, tramite l’utilizzo dei pilot point e di tecniche di regolarizzazione, è stata effettuata un’interpolazione dei valori di conducibilità idraulica nel dominio di modellazione, ottenendo una distribuzione del parametro omogenea e all’interno di limiti preimpostati. La stima della conducibilità dell’acquifero è eseguita con l’approccio del problema inverso, vincolando la variazione dei valori in base ai risultati ottenuti da prove in situ pregresse e dalla realizzazione di alcuni slug test. La modellazione mostra come la MISE sia efficace nel contenimento della contaminazione ma, nella pratica, si rende necessaria una diminuzione delle portate dei pozzi. Tale diminuzione comporterebbe, secondo la simulazione, una perdita di efficacia del barrieramento della contaminazione. Si evidenzia quindi la necessità di modificare la configurazione della barriera idraulica. A tale fine, vengono suggerite, al termine di questo elaborato, due proposte di variante al Progetto Operativo di Bonifica. La Ditta ha fatto proprie le indicazioni emerse dal presente studio, inserendole in una proposta di variante, attualmente in redazione.
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Bonazzon, Carlotta <1989&gt. "IL PROGETTO GIOVANI TREVISO: la valutazione del nuovo servizio “giovani nella comunità e promozione della qualità della vita”, un cambio di prospettiva nel Comune di Treviso". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12024.

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In quest’epoca storica di profonde trasformazioni sociali, culturali, economiche e politiche, i giovani sono stati la categoria maggiormente colpita dalla crisi economica. Nella società “liquida” postmoderna, la categoria stessa di gioventù è divenuta labile ed indefinibile e ai così detti “giovani” vengono affissi sempre più spesso pregiudizi e stereotipi che li descrivono in negativo. A partire da queste considerazioni, l’analisi delle politiche giovanili, ovvero delle azioni pubbliche istituite e realizzate a favore di questa categoria, dovrebbe partire proprio dalle problematicità di quest’epoca e dall’assunto che i giovani sono in uno stato di transizione dall’infanzia all’età adulta. La ricerca affronta le trasformazioni delle politiche giovanili in Italia attraverso l’analisi e la valutazione di un caso specifico: il Progetto Giovani Treviso, un servizio comunale rivolto ai giovani del territorio che dal 2016, con il nuovo bando di gara, viene rivoluzionato attraverso un cambio di approccio e metodologie, diventando un servizio di comunità attraverso l’utilizzo di strumenti partecipativi.La prima parte della ricerca definisce cosa sono le politiche giovanili, i problemi stessi di definizione rispetto all’ambito delle politiche pubbliche e ne individua i destinatari specifici di queste azioni. Prosegue con la comparazione tra politiche pubbliche nazionali e quelle europee per arrivare infine nella terza parte, a definire e analizzare le politiche giovanili del Veneto e del Comune di Treviso. Infine la ricerca affronta la valutazione del Progetto Giovani Treviso, il servizio comunale rivolto ai giovani. Questo servizio è stato modificato nel 2016 con la stesura di un bando di gara, redatto da un gruppo di figure multidisciplinari (tecniche, amministrative e politiche, comunali e del privato sociale) che prevedeva un approccio diverso alle questioni giovanili: un approccio di comunità.La quarta ed ultima parte della ricerca prevede la valutazione del servizio ed in particolare dei nuovi approcci “comunitari” innescati dal nuovo bando. Prima della valutazione vera e proprio, vi sarà un’analisi degli approcci valutativi e l’individuazione di quello ritenuto migliore rispetto agli obiettivi della valutazione stessa: la valutazione partecipata (New Participation Pratice Evaluation e Empowerment Evaluation) e la valutazione realista. Verrà utilizzato l’approccio della valutazione partecipata e di quello realista, coinvolgendo gli stakeholders, il committente e l’ente gestore. Dopo l’individuazione e la presentazione degli strumenti utilizzati verranno ripostati i risultati della valutazione e, nell'ultima e quinta parte, verrà realizzata una restituzione alla cittadinanza attraverso un incontro pubblico.
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DI, FRANCESCO NICCOLÒ ETTORE. "Valutazione con MMPI 2 Di. Un campione di pazienti borderline della comunità terapeutica "Villa Ratti" e relazione con le percentuali di interventi del progetto terapeutico-riabilitativo". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/43714.

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ABSTRACT: PERSONALITÀ E RIABILITAZIONE PSICHIATRICA INTRODUZIONE: i percorsi riabilitativi delle comunità terapeutiche sono mirati a riacquisire un’adeguata funzionalità personale, relazionale e lavorativa, consentendo il reinserimento sociale dei pazienti. Tuttavia in letteratura non sono presenti dati sulla predisposizione alla partecipazione alle attività previste dai piani di cura individualizzati. Pertanto si indaga la relazione tra i tratti di personalità dei pazienti della Comunità Terapeutica per borderline “Villa Ratti”, valutati tramite MMPI 2, e le percentuali degli interventi realizzati nella struttura. METODI: Si considerano per 62 pazienti (27 M, 35 F, età media=28, DS=6,6) 14540 attività svolte nel biennio 2009-2010, suddivise in 24 categorie. Per 50 di questi pazienti (20 M, 30 F) sono disponibili titolo di studio e punteggi alle scale MMPI-2. 4 donne risultano chiaramente outlier per i punteggi estremamente bassi su tutte le scale. Per i rimanenti 46 (20 M, 26 F) si analizzano le correlazioni e le regressioni multiple per valutare la predittività dei punteggi mmpi-2 sulle percentuali di interventi. RISULTATI: alcune scale mmpi-2 correlano significativamente con 8 dei 24 interventi (espressi in percentuale). Inoltre, i valori di R2 delle regressioni multiple vanno da 0,1 a 0,4. Tuttavia non tutte le scale risultano predittive: Menzogna (L), Ipocondria (Hs) e Deviazione Psicopatica (Pd) non mostrano effetti significativi sulla partecipazione agli interventi. CONCLUSIONI: Sono state trovate relazioni significative tra i punteggi mmpi 2 e le percentuali di interventi effettuati. Questi risultati fanno luce sulle caratteristiche di personalità che possono influenzare la tendenza dei pazienti a partecipare o meno alle attività, indipendentemente da ciò che è concordato nel Progetto Terapeutico Riabilitativo individualizzato per ogni ospite della Comunità Villa Ratti. I limiti e le prospettive future sono discussi.
ABSTRACT: PERSONALITY AND PSYCHIATRIC REHABILITATION INTRODUCTION: psychiatric rehabilitation in Therapeutic Communities is aimed to let in care patients regain an adequate relational and occupational functionality, allowing their social reintegration. However, there are no reports in the literature concerning the predisposition to participate to the activities that have been previously agreed upon, according to patients’ individual care plans. Therefore, the relationship between personality traits of borderline inpatients of the Therapeutic Community “Villa Ratti”, assessed using MMPI-2, and percent of interventions performed, is investigated. METHODS: 62 patients (27 Men, 35 Women, mean age=28, sd=6,6) have performed a total of 14540 interventions, comprising 24 categories, between January 2009 and December 2010. MMPI-2 scores and school degree were available only for 50 patients (20 M, 30 W). 4 women of them were clearly outliers because of their extremely low scores in all scales. For the remaining 46 patients (20 M, 26 W), correlations and multiple regressions were analyzed, in order to evaluate predictive values of mmpi 2 scores on the percentiles of interventions. RESULTS: some mmpi-2 scales were significantly correlated with 8 out of 24 percent interventions. Moreover, some scales were significantly predictive, with R2 values spanning the range 0,1 - 0,4. However, not all scales resulted to be predictive: Lie (L), Hypochondria (Hs) and Psychopathic Deviate (Pd) do not exert significant effects onto the attendance to activities. CONCLUSIONS: In this study, significant relationships between some of the mmpi-2 scores and percentiles of interventions performed, were found. These results give an indication of which aspects of personality can affect the tendency of patients to partecipate in specific activities, independently of what had been previously decided in the Therapeuthic-Rehabilitative Project. The limits of this approach and the future potential developments are discussed.
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Rosati, Francesco. "Valutazione ex-post di un progetto di cooperazione internazionale allo sviluppo per l'approvvigionamento idrico e la sicurezza alimentare delle comunità indigene Sutiaba del Municipio di Leon, Nicaragua". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2209/.

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Paini, Karen. "Verifica di vulnerabilità sismica di un edificio del complesso Drudi nel comune di Meldola". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Viene illustrata la metodologia che ha portato a trovare la vulnerabilità sismica di un edifico esistente sito nel comune di Meldola nelle colline Forlivesi. La vulnerabilità sismica è un requisito per la stima della valutazione di sicurezza per un edificio esistente. Verrà inoltre illustrata una proposta di miglioramento sismico per aumentare l’indice di vulnerabilità attuale del fabbricato per portalo a livelli maggiori. Propedeutici a questi risultati saranno le indagini diagnostiche sul fabbricato stesso e le modellazioni numeriche, mediante codice di calcolo PROSAP, sia sul fabbricato in essere che sul fabbricato soggetto a sistema di miglioramento.
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Caroli, Simone. "Il sistema di formazione duale in Italia: il progetto "Integrazione scuola-lavoro in alternanza potenziata, apprendistato di primo livello, e apprendistato professionalizzante" della Fondazione A. Badoni". Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2017. http://hdl.handle.net/10446/77238.

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Esiste, in Italia, la possibilità di sviluppare un sistema di formazione duale come quello tedesco? Sarebbe una possibilità economicamente sostenibile? Sarebbe accolto con favore dalle scuole e dagli enti formativi italiani? Su quali basi pedagogiche? E su quali, invece, giuridiche? Raccolto e revisionato un considerevole quantitativo di contributi letterari, il presente lavoro cerca di rispondere alle domande di cui sopra, guardando in particolare al sistema produttivo e formativo italiano, caratterizzati da piccole e medie imprese, e, dal lato della formazione, da una tendenza ad evitare contatti tra scuole e imprese. La literature review si concentra su tre aspetti. Primo, i vantaggi economici dell’attuazione di sistemi di formazione duale, in particolare nella forma legale dell’apprendistato e svolti in piccole e medie imprese. Secondo, i punti di vista delle ricerche giuridiche e pedagogiche su: formazione integrata scuola-lavoro, sistemi di formazione duale, apprendistato, e alternanza scuola-lavoro in genere, presentati insieme a studi statistici che rivelano la diffusione, in Italia, di questi schemi. Terzo, il processo di valutazione e validazione di competenze maturare nei contesti sopra menzionati. Nel corpo della tesi, quindi, sono presentati tre risultati principali. Primo, non esiste prova del fatto che sia impossibile attuare in Italia un sistema duale di successo; al contrario, tale attuazione sarebbe un’opportunità favorevole per aziende, giovani, istituzioni formative, e per il tessuto sociale in genere. Secondo, l’ordinamento italiano permette l’attivazione di un sistema di formazione duale pienamente e opportunamente strutturato. Considerando inoltre gli studi pedagogici esaminati, la letteratura ed il dibattito in materia sembrano giunti ad una maturazione tale da poter orientare la stesura di programmi e piani formativi, tenendo conto in particolare delle – non sempre ingiustificate – voci critiche e delle risposte date alle più rilevanti problematiche. Terzo, vi è la forte possibilità che a far da pietra d’angolo per il sistema italiano di formazione duale sia una procedura di valutazione ed attestazione di competenze funzionante a dovere, quale sintetizzazione di conoscenze ed abilità da poter spendere sia nel sistema formativo che sul mercato del lavoro. Un ultimo capitolo, infine, è dedicato alla presentazione di un case study: il sistema di formazione duale sperimentato dalla Fondazione A. Badoni di Lecco, che, sfruttando anche il dispositivo legale del recentemente riformato apprendistato per gli studenti delle scuole superiori, permette ai suoi partecipanti di ottenere un diploma di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) lavorando due o tre giorni alla settimane in aziende manifatturiere e frequentando un centro accreditato per l’erogazione di IeFP nei restanti giorni della settimana.
Is there an actual possibility, for Italy, to develop an educational dual system like the German one? Would this possibility be economically affordable? Could it be positively welcomed by Italian schools and VET institutions? What pedagogical basis on? And what about the legal ones? Collected and reviewed a valuable amount of literary contributions, this essay tries to answer the above questions, with particular regard about the Italian productive and educational systems, characterized by small and medium enterprises and, on the educational side, by a quite deep tendency to avoid contacts between schools and companies. The literature review focuses on three aspects. First, the economic advantages in implementing systems of dual education, particularly in the legal framework of the apprenticeship and in small and medium businesses. Second, the points of view of legal and pedagogical researches on the issues of: school-and-work integrated education, dual systems, apprenticeship, and school-and-work alternating training, presented together with statistical studies about the diffusion of such working-educational schemes in Italy. Third, the process of assessing and validating skills developed in the mentioned contexts. Within the body of the essay, then, the three main results of the examined studies are presented. First, there is no evidence against a successful implementation of a dual educational system in Italy; contrariwise, it would be a favorable opportunity for companies, youth, educational institutions, and the social texture in general. Second, the Italian regulation allows a fully and properly structured activation of dual educational system routes. Furthermore, considering the reviewed pedagogical studies, the literature and the debate seems mature enough to be able to advise how to orientate formative plans and programs, taking into particular account the – not always unjustified – critical voices and the replies about the most relevant issues. Third, there is the strong possibility that a properly functioning process of skills assessment and validation can be the corner stone of such dual educational system courses, synthesizing the acquisition of knowledge and abilities to be spent both in the education system and in the labor market. One last chapter, finally, is devoted to the presentation of a case study: the dual educational system experimented by the Fondazione A. Badoni of Lecco (Lombardy, Italy), which, exploiting also the legal framework of the newly reformed apprenticeship for school students, allows its participants to obtain a VET diploma working two or three days a week in manufacturing companies and attending a VET school for the rest of the week.
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CUSIMANO, Alessandro. "La valutazione ex-post dei progetti integrati territoriali: un’analisi econometrica". Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/90784.

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Questo lavoro tratta della valutazione di un programma di incentivi per lo sviluppo locale attuato nel sud dell’Italia durante l’ultimo decennio. Nel panorama degli strumenti di policy aventi l’obiettivo di ridurre le disparità territoriali e di promuovere lo sviluppo locale, i Progetti Integrati Territoriali (PIT) hanno rappresentato una peculiare modalità operativa di attuazione dei Programmi Operativi Regionali. Le risorse stanziate per ogni PIT potevano essere destinate a tre tipologie di intervento quali le infrastrutture, i regimi di aiuto e le azioni pubbliche. Di conseguenza sono possibili diversi approcci valutativi, a seconda degli obiettivi perseguiti da parte del valutatore. Attraverso un’analisi empirica sulle risorse destinate ai regimi di aiuto, con riferimento alla Sicilia, questo lavoro analizza, a livello di impresa, l’eventuale differente performance dei beneficiari dei regimi di aiuto previsti dai PIT, rispetto ai non beneficiari. L’analisi empirica è divisa in due parti: nella prima parte viene preso in considerazione un sottoinsieme di imprese destinatario degli aiuti durante il periodo 2003-2007, e viene effettuata un’analisi empirica che utilizza in modo congiunto le metodologie basate sul propensity score matching ed un approccio difference-in-differences. I risultati mostrano, in generale, un impatto positivo del programma, almeno con riferimento all’occupazione ed ai ricavi delle vendite. Nella seconda parte dell’analisi viene preso in considerazione un sottoinsieme di imprese che in un primo tempo erano state selezionate quali beneficiarie dei regimi di aiuto, ma che successivamente non sono state finanziate. Mediante l’inclusione di tali imprese nell’analisi empirica, viene osservato come, almeno parzialmente, i risultati positivi ottenuti potrebbero non dipendere da un effettivo successo della politica in esame, ma potrebbero, almeno in parte, essere una conseguenza degli effetti distorsivi del processo di selezione dei beneficiari. I risultati devono in ogni caso essere inseriti in un contesto più generale che guardi in maniera integrata agli effetti dei diversi interventi previsti nell’ambito della progettazione integrata territoriale.
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Accogli, Adele. "Gli strumenti di simulazione nella valutazione dei progetti di cambiamento organizzativo". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/843/.

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BARZANTI, MARCO. "Progetti di riforma delle garanzie finanziarie del settore assicurativo: valutazione del rischio finanziario in una compagnia ramo vita". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/129.

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Resumen
Il sistema delle garanzie finanziarie del mercato assicurativo è, allo stato attuale, oggetto di processi di riforma comunitari (c.d. progetto Solvency II). Le ipotesi fino ad ora elaborate, nonostante siano lontane dal potersi definire conclusive, prevedono l'apprezzamento del margine di solvibilità relativo al rischio di tasso d'interesse (IRR) assumendo che la struttura per scadenza sia oggetto di shift paralleli della curva. Noti i limiti dell'approccio deterministico ed in forza dei principi fino ad ora consolidati, il presente elaborato si propone l'obiettivo di quantificare il requisito di capitale di una compagnia operante nel ramo vita, a fronte dell'IRR, ipotizzando che la dinamica dei tassi sia governata da un processo stocastico nella forma del modello Cox Ingersoll e Ross (CIR). Le simulazioni sono state sviluppate sugli equilibri patrimoniali di una teorica compagnia, al fine di apprezzare in maniera asettica il contributo dell'impostazione promossa.
Nowadays, the financial guarantees system of insurance market is being interested by a Community reform process (Solvency II project). Even if the current hypothesis are far to be definitive, the present guidelines state that the Solvency Capital Requirement (SCR) related to Interest Rate Risk (IRR) has to be quantified assuming deterministic shocks to the yield curve. The aim of the thesis is to improve the assessment of SCR connected to IRR, calculating interest rates according to Cox, Ingersoll and Ross (cir) stochastic model. Simulations are developed on the asset liability equilibria of a theoretical life insurance company, in order to better appreciate the SCR algebra sensitivity to changes in CIR model parameters.
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BARZANTI, MARCO. "Progetti di riforma delle garanzie finanziarie del settore assicurativo: valutazione del rischio finanziario in una compagnia ramo vita". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/129.

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Il sistema delle garanzie finanziarie del mercato assicurativo è, allo stato attuale, oggetto di processi di riforma comunitari (c.d. progetto Solvency II). Le ipotesi fino ad ora elaborate, nonostante siano lontane dal potersi definire conclusive, prevedono l'apprezzamento del margine di solvibilità relativo al rischio di tasso d'interesse (IRR) assumendo che la struttura per scadenza sia oggetto di shift paralleli della curva. Noti i limiti dell'approccio deterministico ed in forza dei principi fino ad ora consolidati, il presente elaborato si propone l'obiettivo di quantificare il requisito di capitale di una compagnia operante nel ramo vita, a fronte dell'IRR, ipotizzando che la dinamica dei tassi sia governata da un processo stocastico nella forma del modello Cox Ingersoll e Ross (CIR). Le simulazioni sono state sviluppate sugli equilibri patrimoniali di una teorica compagnia, al fine di apprezzare in maniera asettica il contributo dell'impostazione promossa.
Nowadays, the financial guarantees system of insurance market is being interested by a Community reform process (Solvency II project). Even if the current hypothesis are far to be definitive, the present guidelines state that the Solvency Capital Requirement (SCR) related to Interest Rate Risk (IRR) has to be quantified assuming deterministic shocks to the yield curve. The aim of the thesis is to improve the assessment of SCR connected to IRR, calculating interest rates according to Cox, Ingersoll and Ross (cir) stochastic model. Simulations are developed on the asset liability equilibria of a theoretical life insurance company, in order to better appreciate the SCR algebra sensitivity to changes in CIR model parameters.
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Montanaro, Elsa. "Modelli e applicazioni per la valutazione della complessità dei progetti. Il caso Crif spa". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/12970/.

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L'elaborato ha lo scopo di approfondire un tema sul quale si sta dibattendo molto negli ultimi anni: la complessità dei progetti. Ad oggi, sono stati effettuati molti studi il cui obiettivo è quello di ricercare e definire le cause di complessità dei progetti. Vista la varietà del tema, è risultato e risulta difficoltoso trovare una definizione univoca di complessità, che valga per ogni tipologia di settore industriale e per ogni tipologia di progetto. Nonostante questo, però, i progressi effettuati da parte degli studiosi sono stati notevoli e, pertanto, vengono riportati nella prima parte dell'elaborato. Oltre a queste considerazioni di stampo teorico, la difficoltà nel trattare la complessità dei progetti si esplica anche negli aspetti pratici della gestione di un'organizzazione, a livello proprio di valutazione della complessità. Questo aspetto si rivela essere molto critico per le aziende, soprattutto considerando i benefici che esse potrebbero trarre da una sua corretta valorizzazione, in termini di gestione delle risorse, applicazione di strumenti di project management adeguati, etc. Essendo questo aspetto pratico di notevole importanza, si è scelto di riportare nell'elaborato alcuni strumenti e modelli che, se correttamente implementati, possano essere di aiuto alle organizzazioni nella gestione del loro portfolio di progetti. La forza di questi modelli risiede nella loro estrema versatilità, la quale permette loro un'applicazione su larga scala. In particolar modo, nell'ultima parte della trattazione viene descritto un esempio reale che mostra proprio l'adattamento di un modello di valutazione, nato e sviluppato per un'azienda della grande distribuzione, ad una realtà aziendale differente, quella della Crif S.p.A. Nelle conclusioni sono riportati alcuni commenti dai quali si evince come l'applicazione del modello sia risultata adeguata al caso in questione.
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Boccalini, Debora. "Valutazione di vulnerabilità sismica di un edificio in c.a. e progetto di adeguamento sismico con isolamento alla base". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Resumen
Il primo capitolo della tesi ripercorre l’evoluzione storico-normativa in ambito strutturale, definisce il concetto di sisma e le modalità di interpretazione dello stesso. Il secondo capitolo spiega la teoria dell’isolamento sismico e la sua evoluzione storico-normativa mettendo in luce le differenze sostanziali con la progettazione tradizionale. Vengono illustrate diverse tipologie di isolatoti definendone le caratteristiche e citando esempi di interventi già realizzati. Nel terzo capitolo viene definito il concetto di vulnerabilità sismica, i parametri che lo influenzano e le modalità previste da normativa per definirlo. Si analizza l’edificio oggetto di studio, le caratteristiche, la localizzazione, l’evoluzione e si esegue l’analisi di vulnerabilità sismica e le opportune verifiche di resistenza arrivando a definire la classe di rischio sismico. Il quarto capitolo si concentra sul sistema di isolamento e sulla corretta progettazione dello stesso. Si sono scelti i dispositivi; studiata la loro localizzazione e progettato quanto necessario per svolgere l’analisi della struttura isolata nonché le verifiche richieste da normativa. Nel quinto capitolo si sono progettati i rinforzi locali sugli elementi strutturali aventi sezioni di scarsa rigidezza. Si è scelto di realizzare rinforzi in tessuto in fibre di carbonio e di progettare e verificare a taglio e a flessione ogni tipologia di sezione geometrica analizzando la situazione con rapporto Capacità/Domanda più svantaggioso. Il sesto capitolo spiega la realizzazione di quanto progettato. Si analizzano le modalità pratiche di intervento in cantiere e grazie ai disegni di FIP industriale è si sono potuti realizzare dettagli grafici. Successivamente si è svolta una stima globale dei costi per macro-categorie. In seguito a tale analisi è stato possibile riflettere sul rapporto costi-benefici del progetto di adeguamento sismico mediante isolamento alla base.
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MELONI, ALESSIA. "Progetto e costruzione eco-responsabile. Processi, Strategie e Strumenti verso la Valutazione Ambientale in Architettura". Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2014. http://hdl.handle.net/11584/266533.

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Resumen
How the building sector, one of the main culprits of environmental damaging impacts, can actively contribute on a local scale to reach the european purpose of energy efficiency in an eco-responsible way? This research: - analyses instruments, indicators and procedures for the environmental sustainability evaluation available in literature; - according to Agenda 21’s local goals in terms of sustainability and recovery of the existing material and immaterial heritage, identifies the implementing subjects and the operating instruments to promote ecoresponsible actions of intervention on building heritage there where there is still no local legislation to which to make reference, like in Sardinia; - tests and verifies environmental sustainability evaluation systems at urban and building scale by applying specific rating systems and procedures based on the Life Cycle Assessment approach using real case-studies, of which it presents methods and results. In light of the topical issues discussed, the research’s solutions intend to propose an hypothetical path towards the environmental assessment in architecture that could grow from a local to a wider scale.
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Zanchetta, Simone <1989&gt. "La valutazione dei progetti d’investimento ICT in sanità. Metodi e modelli applicati all’analisi d’impatto dell’e-Health". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6640.

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Il sistema sanitario e le singole strutture erogatrici hanno realizzato, e stanno operando tuttora, dei processi di cambiamento atti a fornire servizi sanitari migliori e più efficienti, anche attraverso l’impiego delle tecnologie dell’informazione; allo scopo di supportare una corretta implementazione dei progetti e-Health ed un’efficace utilizzo di tali soluzioni, nonché di valutare i servizi innovativi offerti al cittadino, è necessario adottare un adeguato e nuovo approccio valutativo. Il presente lavoro di tesi si colloca all’interno di tale contesto ed è rivolto ad un duplice obbiettivo. Da una parte si cerca di fornire un quadro di riferimento più completo possibile circa le modalità ed elementi chiave che dovrebbero essere osservati nella predisposizione di una corretta valutazione dell’investimento in e-Health; dall’altra parte si vuole analizzare e meglio comprendere alcuni modelli valutativi, ideati appositamente per tali progetti, in maniera tale da realizzare un loro confronto e pervenire all’identificazione di quelli che più di altri soddisfano le caratteristiche e i requisiti richiesti per sviluppare una valutazione corretta, di tipo multidimensionale, e adeguata ad apprezzare il valore globale dell’e-Health. Si è deciso di conseguire tali obiettivi seguendo un percorso graduale in cui, passo dopo passo, si espongono gli elementi che entrano in gioco nell’analisi dell’ICT impiegata nel contesto sanitario.
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Circo, Chiara. "Architettura storica e terremoto. Il percorso della conoscenza dell edificio per la valutazione della sicurezza e per il progetto di restauro conservativo". Doctoral thesis, Università di Catania, 2017. http://hdl.handle.net/10761/3809.

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La ricerca si inquadra nel filone di studi inerenti la prevenzione del rischio sismico degli edifici murari storici e, in particolare, indaga il ruolo della conoscenza del fabbricato nel progetto di restauro con miglioramento sismico. La normativa vigente (Norme Tecniche per le Costruzioni 2008 e Linee guida per la valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale) sancisce l importanza preminente della fase conoscitiva e in particolare le Linee Guida sistematizzano le attività di indagine in una metodologia strutturata, detta percorso di conoscenza. Per la norma la conoscenza si può acquisire a vari livelli di approfondimento, detti livelli di conoscenza (LC), cui sono legati coefficienti di sicurezza, detti fattori di confidenza (FC), che rendono cautelativa la verifica (nello stato di fatto e nello stato di progetto) penalizzando i livelli di conoscenza più bassi. Per la definizione di LC e FC le Linee Guida propongono una procedura diversa rispetto a quella contenuta nelle NTC08 in cui il livello di conoscenza non è necessariamente legato alla esecuzione di indagini di caratterizzazione meccanica dei materiali. A partire dall analisi dell approccio normativo, la ricerca intende dimostrare le seguenti tesi: (i) il Fattore di Confidenza così come definito nelle Linee Guida non riesce a cogliere le differenze anche sostanziali che possono sussistere da percorsi di conoscenza diversi per tipologia di indagine e qualità delle informazioni raccolte (ii) che non sempre alla esecuzione di un numero maggiore di indagini corrisponde una conoscenza più approfondita, bensì l approfondimento della fase di conoscenza è legato piuttosto alla tipologia di indagini svolte e alla qualità dei risultati ottenuti. L obiettivo del lavoro è di chiarire quali sono le tipologie di indagini più utili per conseguire un livello di conoscenza adeguato sia per una valutazione della sicurezza attendibile sia per la definizione dei criteri di intervento volti alla sicurezza e alla conservazione dell edificio. La metodologia di lavoro ha previsto la preliminare analisi delle indicazioni della normativa per l espletamento della fase conoscitiva, con particolare riguardo al percorso della conoscenza delineato dalle Linee Guida. Una analisi comparativa di diversi percorsi di conoscenza è stata svolta su un campione di 34 esempi di verifiche sismiche eseguite su edifici storici reali secondo l approccio delle Linee Guida con il duplice obiettivo di verificare la congruenza tra esiti conoscitivi e fattore di confidenza, e individuare una gerarchia di indagini che contraddistinguono un percorso di conoscenza ottimale. Quest ultimo è infine illustrato attraverso la sua applicazione a un caso studio. Una nota conclusiva mette in evidenza come una conoscenza adeguata dell edificio è legata non alla quantità delle indagini svolte, bensì alla tipologia delle indagini e alla qualità delle informazioni raccolte. In particolare lo studio evidenzia come un livello di conoscenza ottimale sia raggiungibile attraverso l'indagine storica e il rilievo diretto.
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Stocco, Alice <1986&gt. "Valutazione ecologica ante operam e mappatura della vegetazione emersa nel sito interessato dal progetto LIFE - Lagoon ReFresh nella Laguna Nord di Venezia, Italia". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/14054.

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Nell’ambito del progetto LIFE Lagoon ReFresh (LIFE16 NAT/IT/000663) è prevista la realizzazione di opere per il taglio dell’Argine tra Sile e Laguna Nord in località Le Trezze, Portegrandi (VE) e per la posa di buzzoni biodegradabili come substrato per il canneto a Phragmites australis. L’immissione regimentata di acque dolci in laguna e il ripristino degli ecosistemi a canneto si propone di ripristinare il gradiente ecotonale tipico delle lagune. Lo scopo del presente lavoro di tesi è stato effettuare un inquadramento ecologico ante operam dell’area: l’obiettivo viene perseguito, in primo luogo, riportando e commentando i risultati delle analisi dei parametri fisico-chimici condotte sulle acque lagunari prelevate mensilmente da novembre 2017 ad aprile 2018 nelle stazioni designate per i campionamenti; a questi risultati analitici si è aggiunta la mappatura della vegetazione emersa presente sulle barene, con particolare attenzione agli habitat alofili. La produzione di mappe digitali in ambiente GIS ha permesso di ottenere un quadro della distribuzione della vegetazione alofila su ognuna delle trentuno barene e di mappare con precisione l’attuale estensione del canneto. Si aggiunge inoltre una stima preliminare del servizio ecosistemico di Carbon stock fornito dal canneto a P. australis attualmente presente nell'area di studio.
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Bellettato, Cecilia <1984&gt. "Dallo spreco alimentare alla creazione di capitale sociale. Definizione di strumenti metodologici per la valutazione dell'impatto sociale dei progetti di recupero alimentare". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7155/1/Bellettato_Cecilia_tesi.pdf.

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Ogni anno in Europa milioni di tonnellate di cibo vengono gettate via. Una stima pubblicata dalla Commissione europea afferma che, nei 27 Stati membri, 89 milioni di tonnellate di cibo, o di 179 kg pro capite, vengono scartati. Lo spreco si verifica lungo tutta la catena di agro alimentare; la riduzione dei rifiuti alimentari è diventata una delle priorità dell'agenda europea. La ricerca si concentra su un caso studio, Last Minute Market, un progetto di recupero di sprechi alimentari. L'impatto di questo progetto dal punto di vista economico e ambientale è già stato calcolato. Quello che verrà analizzato è l'impatto di questa iniziativa sulla comunità e in particolare sul capitale sociale, definito come "l'insieme di norme e reti che consentono l'azione collettiva". Obiettivo del presente lavoro è, quindi, quello di eseguire, attraverso la somministrazione di un questionario a diversi stakeholder del progetto, un’analisi confrontabile con quella del 2009 e di verificare a distanza di cinque anni, se l'iniziativa Last Minute Market abbia prodotto una crescita di capitale sociale nella comunità interessata da questa iniziativa. Per riassumere l’influenza del progetto sul capitale sociale in un indice sintetico, viene calcolato quello che verrà chiamato indice di "affidabilità del progetto" (definito in statistica, la "capacità di un prodotto, un sistema o un servizio di fornire le prestazioni richieste, per un certo periodo di tempo in condizioni predeterminate").
Every year in Europe million tons of food are thrown away. An estimation published by the European Commission states that, in the 27 Member States, 89 million tons of food, or 179 kg per capita, are discarded. Waste occurs all along food supply chain; reducing food waste has thus become one of the priorities on the European agenda. The research focuses on a case study, Last Minute Market, a project of recovery of food waste. The impact of this project from an economical and environmental point of view has already been calculated. What is going to be analyzed is the impact of this initiative on the community and specifically on social capital, defined as "the set of norms and networks that enable collective action". The objective of the work is to carry out an analysis on social capital dimensions through interviews to the different stakeholders involved in Last Minute Market project. The results of the analysis will be compared to the results of an analysis made in 2009 on the same project in order to check if it has produced a growth on social capital dimensions. Than, in order to summarize the influence of the project on social capital in a synthetic index, is calculated what we can called the index of “reliability of the project” (defined in statistics, the “ability of a product, a system or a service to provide the performance required, for a certain period of time under predetermined conditions”).
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Bellettato, Cecilia <1984&gt. "Dallo spreco alimentare alla creazione di capitale sociale. Definizione di strumenti metodologici per la valutazione dell'impatto sociale dei progetti di recupero alimentare". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7155/.

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Ogni anno in Europa milioni di tonnellate di cibo vengono gettate via. Una stima pubblicata dalla Commissione europea afferma che, nei 27 Stati membri, 89 milioni di tonnellate di cibo, o di 179 kg pro capite, vengono scartati. Lo spreco si verifica lungo tutta la catena di agro alimentare; la riduzione dei rifiuti alimentari è diventata una delle priorità dell'agenda europea. La ricerca si concentra su un caso studio, Last Minute Market, un progetto di recupero di sprechi alimentari. L'impatto di questo progetto dal punto di vista economico e ambientale è già stato calcolato. Quello che verrà analizzato è l'impatto di questa iniziativa sulla comunità e in particolare sul capitale sociale, definito come "l'insieme di norme e reti che consentono l'azione collettiva". Obiettivo del presente lavoro è, quindi, quello di eseguire, attraverso la somministrazione di un questionario a diversi stakeholder del progetto, un’analisi confrontabile con quella del 2009 e di verificare a distanza di cinque anni, se l'iniziativa Last Minute Market abbia prodotto una crescita di capitale sociale nella comunità interessata da questa iniziativa. Per riassumere l’influenza del progetto sul capitale sociale in un indice sintetico, viene calcolato quello che verrà chiamato indice di "affidabilità del progetto" (definito in statistica, la "capacità di un prodotto, un sistema o un servizio di fornire le prestazioni richieste, per un certo periodo di tempo in condizioni predeterminate").
Every year in Europe million tons of food are thrown away. An estimation published by the European Commission states that, in the 27 Member States, 89 million tons of food, or 179 kg per capita, are discarded. Waste occurs all along food supply chain; reducing food waste has thus become one of the priorities on the European agenda. The research focuses on a case study, Last Minute Market, a project of recovery of food waste. The impact of this project from an economical and environmental point of view has already been calculated. What is going to be analyzed is the impact of this initiative on the community and specifically on social capital, defined as "the set of norms and networks that enable collective action". The objective of the work is to carry out an analysis on social capital dimensions through interviews to the different stakeholders involved in Last Minute Market project. The results of the analysis will be compared to the results of an analysis made in 2009 on the same project in order to check if it has produced a growth on social capital dimensions. Than, in order to summarize the influence of the project on social capital in a synthetic index, is calculated what we can called the index of “reliability of the project” (defined in statistics, the “ability of a product, a system or a service to provide the performance required, for a certain period of time under predetermined conditions”).
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Garfì, Marianna <1981&gt. "Tecnologie appropriate per la gestione delle georisorse nei paesi in via di sviluppo e nei paesi dell'America Latina. Creazione di una metodologia multi criteria per la valutazione dei progetti di sviluppo umano". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2105/1/Garfi_Marianna_tesi.pdf.

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Benessere delle popolazioni, gestione sostenibile delle risorse, povertà e degrado ambientale sono dei concetti fortemente connessi in un mondo in cui il 20% della popolazione mondiale consuma più del 75% delle risorse naturali. Sin dal 1992 al Summit della Terra a Rio de Janeiro si è affermato il forte legame tra tutela dell’ambiente e riduzione della povertà, ed è anche stata riconosciuta l’importanza di un ecosistema sano per condurre una vita dignitosa, specialmente nelle zone rurali povere dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina. La natura infatti, soprattutto per le popolazioni rurali, rappresenta un bene quotidiano e prezioso, una forma essenziale per la sussistenza ed una fonte primaria di reddito. Accanto a questa constatazione vi è anche la consapevolezza che negli ultimi decenni gli ecosistemi naturali si stanno degradando ad un ritmo impressionate, senza precedenti nella storia della specie umana: consumiamo le risorse più velocemente di quanto la Terra sia capace di rigenerarle e di “metabolizzare” i nostri scarti. Allo stesso modo aumenta la povertà: attualmente ci sono 1,2 miliardi di persone che vivono con meno di un dollaro al giorno, mentre circa metà della popolazione mondiale sopravvive con meno di due dollari al giorno (UN). La connessione tra povertà ed ambiente non dipende solamente dalla scarsità di risorse che rende più difficili le condizioni di vita, ma anche dalla gestione delle stesse risorse naturali. Infatti in molti paesi o luoghi dove le risorse non sono carenti la popolazione più povera non vi ha accesso per motivi politici, economici e sociali. Inoltre se si paragona l’impronta ecologica con una misura riconosciuta dello “sviluppo umano”, l’Indice dello Sviluppo Umano (HDI) delle Nazioni Unite (Cfr. Cap 2), il rapporto dimostra chiaramente che ciò che noi accettiamo generalmente come “alto sviluppo” è molto lontano dal concetto di sviluppo sostenibile accettato universalmente, in quanto i paesi cosiddetti “sviluppati” sono quelli con una maggior impronta ecologica. Se allora lo “sviluppo” mette sotto pressione gli ecosistemi, dal cui benessere dipende direttamente il benessere dell’uomo, allora vuol dire che il concetto di “sviluppo” deve essere rivisitato, perché ha come conseguenza non il benessere del pianeta e delle popolazioni, ma il degrado ambientale e l’accrescimento delle disuguaglianze sociali. Quindi da una parte vi è la “società occidentale”, che promuove l’avanzamento della tecnologia e dell’industrializzazione per la crescita economica, spremendo un ecosistema sempre più stanco ed esausto al fine di ottenere dei benefici solo per una ristretta fetta della popolazione mondiale che segue un modello di vita consumistico degradando l’ambiente e sommergendolo di rifiuti; dall’altra parte ci sono le famiglie di contadini rurali, i “moradores” delle favelas o delle periferie delle grandi metropoli del Sud del Mondo, i senza terra, gli immigrati delle baraccopoli, i “waste pickers” delle periferie di Bombay che sopravvivono raccattando rifiuti, i profughi di guerre fatte per il controllo delle risorse, gli sfollati ambientali, gli eco-rifugiati, che vivono sotto la soglia di povertà, senza accesso alle risorse primarie per la sopravvivenza. La gestione sostenibile dell’ambiente, il produrre reddito dalla valorizzazione diretta dell’ecosistema e l’accesso alle risorse naturali sono tra gli strumenti più efficaci per migliorare le condizioni di vita degli individui, strumenti che possono anche garantire la distribuzione della ricchezza costruendo una società più equa, in quanto le merci ed i servizi dell’ecosistema fungono da beni per le comunità. La corretta gestione dell’ambiente e delle risorse quindi è di estrema importanza per la lotta alla povertà ed in questo caso il ruolo e la responsabilità dei tecnici ambientali è cruciale. Il lavoro di ricerca qui presentato, partendo dall’analisi del problema della gestione delle risorse naturali e dal suo stretto legame con la povertà, rivisitando il concetto tradizionale di “sviluppo” secondo i nuovi filoni di pensiero, vuole suggerire soluzioni e tecnologie per la gestione sostenibile delle risorse naturali che abbiano come obiettivo il benessere delle popolazioni più povere e degli ecosistemi, proponendo inoltre un metodo valutativo per la scelta delle alternative, soluzioni o tecnologie più adeguate al contesto di intervento. Dopo l’analisi dello “stato del Pianeta” (Capitolo 1) e delle risorse, sia a livello globale che a livello regionale, il secondo Capitolo prende in esame il concetto di povertà, di Paese in Via di Sviluppo (PVS), il concetto di “sviluppo sostenibile” e i nuovi filoni di pensiero: dalla teoria della Decrescita, al concetto di Sviluppo Umano. Dalla presa di coscienza dei reali fabbisogni umani, dall’analisi dello stato dell’ambiente, della povertà e delle sue diverse facce nei vari paesi, e dalla presa di coscienza del fallimento dell’economia della crescita (oggi visibile più che mai) si può comprendere che la soluzione per sconfiggere la povertà, il degrado dell’ambiente, e raggiungere lo sviluppo umano, non è il consumismo, la produzione, e nemmeno il trasferimento della tecnologia e l’industrializzazione; ma il “piccolo e bello” (F. Schumacher, 1982), ovvero gli stili di vita semplici, la tutela degli ecosistemi, e a livello tecnologico le “tecnologie appropriate”. Ed è proprio alle Tecnologie Appropriate a cui sono dedicati i Capitoli successivi (Capitolo 4 e Capitolo 5). Queste sono tecnologie semplici, a basso impatto ambientale, a basso costo, facilmente gestibili dalle comunità, tecnologie che permettono alle popolazioni più povere di avere accesso alle risorse naturali. Sono le tecnologie che meglio permettono, grazie alle loro caratteristiche, la tutela dei beni comuni naturali, quindi delle risorse e dell’ambiente, favorendo ed incentivando la partecipazione delle comunità locali e valorizzando i saperi tradizionali, grazie al coinvolgimento di tutti gli attori, al basso costo, alla sostenibilità ambientale, contribuendo all’affermazione dei diritti umani e alla salvaguardia dell’ambiente. Le Tecnologie Appropriate prese in esame sono quelle relative all’approvvigionamento idrico e alla depurazione dell’acqua tra cui: - la raccolta della nebbia, - metodi semplici per la perforazione di pozzi, - pompe a pedali e pompe manuali per l’approvvigionamento idrico, - la raccolta dell’acqua piovana, - il recupero delle sorgenti, - semplici metodi per la depurazione dell’acqua al punto d’uso (filtro in ceramica, filtro a sabbia, filtro in tessuto, disinfezione e distillazione solare). Il quinto Capitolo espone invece le Tecnolocie Appropriate per la gestione dei rifiuti nei PVS, in cui sono descritte: - soluzioni per la raccolta dei rifiuti nei PVS, - soluzioni per lo smaltimento dei rifiuti nei PVS, - semplici tecnologie per il riciclaggio dei rifiuti solidi. Il sesto Capitolo tratta tematiche riguardanti la Cooperazione Internazionale, la Cooperazione Decentrata e i progetti di Sviluppo Umano. Per progetti di sviluppo si intende, nell’ambito della Cooperazione, quei progetti che hanno come obiettivi la lotta alla povertà e il miglioramento delle condizioni di vita delle comunità beneficiarie dei PVS coinvolte nel progetto. All’interno dei progetti di cooperazione e di sviluppo umano gli interventi di tipo ambientale giocano un ruolo importante, visto che, come già detto, la povertà e il benessere delle popolazioni dipende dal benessere degli ecosistemi in cui vivono: favorire la tutela dell’ambiente, garantire l’accesso all’acqua potabile, la corretta gestione dei rifiuti e dei reflui nonché l’approvvigionamento energetico pulito sono aspetti necessari per permettere ad ogni individuo, soprattutto se vive in condizioni di “sviluppo”, di condurre una vita sana e produttiva. È importante quindi, negli interventi di sviluppo umano di carattere tecnico ed ambientale, scegliere soluzioni decentrate che prevedano l’adozione di Tecnologie Appropriate per contribuire a valorizzare l’ambiente e a tutelare la salute della comunità. I Capitoli 7 ed 8 prendono in esame i metodi per la valutazione degli interventi di sviluppo umano. Un altro aspetto fondamentale che rientra nel ruolo dei tecnici infatti è l’utilizzo di un corretto metodo valutativo per la scelta dei progetti possibili che tenga presente tutti gli aspetti, ovvero gli impatti sociali, ambientali, economici e che si cali bene alle realtà svantaggiate come quelle prese in considerazione in questo lavoro; un metodo cioè che consenta una valutazione specifica per i progetti di sviluppo umano e che possa permettere l’individuazione del progetto/intervento tecnologico e ambientale più appropriato ad ogni contesto specifico. Dall’analisi dei vari strumenti valutativi si è scelto di sviluppare un modello per la valutazione degli interventi di carattere ambientale nei progetti di Cooperazione Decentrata basato sull’Analisi Multi Criteria e sulla Analisi Gerarchica. L’oggetto di questa ricerca è stato quindi lo sviluppo di una metodologia, che tramite il supporto matematico e metodologico dell’Analisi Multi Criteria, permetta di valutare l’appropriatezza, la sostenibilità degli interventi di Sviluppo Umano di carattere ambientale, sviluppati all’interno di progetti di Cooperazione Internazionale e di Cooperazione Decentrata attraverso l’utilizzo di Tecnologie Appropriate. Nel Capitolo 9 viene proposta la metodologia, il modello di calcolo e i criteri su cui si basa la valutazione. I successivi capitoli (Capitolo 10 e Capitolo 11) sono invece dedicati alla sperimentazione della metodologia ai diversi casi studio: - “Progetto ambientale sulla gestione dei rifiuti presso i campi Profughi Saharawi”, Algeria, - “Programa 1 milhão de Cisternas, P1MC” e - “Programa Uma Terra e Duas Águas, P1+2”, Semi Arido brasiliano.
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Garfì, Marianna <1981&gt. "Tecnologie appropriate per la gestione delle georisorse nei paesi in via di sviluppo e nei paesi dell'America Latina. Creazione di una metodologia multi criteria per la valutazione dei progetti di sviluppo umano". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2105/.

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Benessere delle popolazioni, gestione sostenibile delle risorse, povertà e degrado ambientale sono dei concetti fortemente connessi in un mondo in cui il 20% della popolazione mondiale consuma più del 75% delle risorse naturali. Sin dal 1992 al Summit della Terra a Rio de Janeiro si è affermato il forte legame tra tutela dell’ambiente e riduzione della povertà, ed è anche stata riconosciuta l’importanza di un ecosistema sano per condurre una vita dignitosa, specialmente nelle zone rurali povere dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina. La natura infatti, soprattutto per le popolazioni rurali, rappresenta un bene quotidiano e prezioso, una forma essenziale per la sussistenza ed una fonte primaria di reddito. Accanto a questa constatazione vi è anche la consapevolezza che negli ultimi decenni gli ecosistemi naturali si stanno degradando ad un ritmo impressionate, senza precedenti nella storia della specie umana: consumiamo le risorse più velocemente di quanto la Terra sia capace di rigenerarle e di “metabolizzare” i nostri scarti. Allo stesso modo aumenta la povertà: attualmente ci sono 1,2 miliardi di persone che vivono con meno di un dollaro al giorno, mentre circa metà della popolazione mondiale sopravvive con meno di due dollari al giorno (UN). La connessione tra povertà ed ambiente non dipende solamente dalla scarsità di risorse che rende più difficili le condizioni di vita, ma anche dalla gestione delle stesse risorse naturali. Infatti in molti paesi o luoghi dove le risorse non sono carenti la popolazione più povera non vi ha accesso per motivi politici, economici e sociali. Inoltre se si paragona l’impronta ecologica con una misura riconosciuta dello “sviluppo umano”, l’Indice dello Sviluppo Umano (HDI) delle Nazioni Unite (Cfr. Cap 2), il rapporto dimostra chiaramente che ciò che noi accettiamo generalmente come “alto sviluppo” è molto lontano dal concetto di sviluppo sostenibile accettato universalmente, in quanto i paesi cosiddetti “sviluppati” sono quelli con una maggior impronta ecologica. Se allora lo “sviluppo” mette sotto pressione gli ecosistemi, dal cui benessere dipende direttamente il benessere dell’uomo, allora vuol dire che il concetto di “sviluppo” deve essere rivisitato, perché ha come conseguenza non il benessere del pianeta e delle popolazioni, ma il degrado ambientale e l’accrescimento delle disuguaglianze sociali. Quindi da una parte vi è la “società occidentale”, che promuove l’avanzamento della tecnologia e dell’industrializzazione per la crescita economica, spremendo un ecosistema sempre più stanco ed esausto al fine di ottenere dei benefici solo per una ristretta fetta della popolazione mondiale che segue un modello di vita consumistico degradando l’ambiente e sommergendolo di rifiuti; dall’altra parte ci sono le famiglie di contadini rurali, i “moradores” delle favelas o delle periferie delle grandi metropoli del Sud del Mondo, i senza terra, gli immigrati delle baraccopoli, i “waste pickers” delle periferie di Bombay che sopravvivono raccattando rifiuti, i profughi di guerre fatte per il controllo delle risorse, gli sfollati ambientali, gli eco-rifugiati, che vivono sotto la soglia di povertà, senza accesso alle risorse primarie per la sopravvivenza. La gestione sostenibile dell’ambiente, il produrre reddito dalla valorizzazione diretta dell’ecosistema e l’accesso alle risorse naturali sono tra gli strumenti più efficaci per migliorare le condizioni di vita degli individui, strumenti che possono anche garantire la distribuzione della ricchezza costruendo una società più equa, in quanto le merci ed i servizi dell’ecosistema fungono da beni per le comunità. La corretta gestione dell’ambiente e delle risorse quindi è di estrema importanza per la lotta alla povertà ed in questo caso il ruolo e la responsabilità dei tecnici ambientali è cruciale. Il lavoro di ricerca qui presentato, partendo dall’analisi del problema della gestione delle risorse naturali e dal suo stretto legame con la povertà, rivisitando il concetto tradizionale di “sviluppo” secondo i nuovi filoni di pensiero, vuole suggerire soluzioni e tecnologie per la gestione sostenibile delle risorse naturali che abbiano come obiettivo il benessere delle popolazioni più povere e degli ecosistemi, proponendo inoltre un metodo valutativo per la scelta delle alternative, soluzioni o tecnologie più adeguate al contesto di intervento. Dopo l’analisi dello “stato del Pianeta” (Capitolo 1) e delle risorse, sia a livello globale che a livello regionale, il secondo Capitolo prende in esame il concetto di povertà, di Paese in Via di Sviluppo (PVS), il concetto di “sviluppo sostenibile” e i nuovi filoni di pensiero: dalla teoria della Decrescita, al concetto di Sviluppo Umano. Dalla presa di coscienza dei reali fabbisogni umani, dall’analisi dello stato dell’ambiente, della povertà e delle sue diverse facce nei vari paesi, e dalla presa di coscienza del fallimento dell’economia della crescita (oggi visibile più che mai) si può comprendere che la soluzione per sconfiggere la povertà, il degrado dell’ambiente, e raggiungere lo sviluppo umano, non è il consumismo, la produzione, e nemmeno il trasferimento della tecnologia e l’industrializzazione; ma il “piccolo e bello” (F. Schumacher, 1982), ovvero gli stili di vita semplici, la tutela degli ecosistemi, e a livello tecnologico le “tecnologie appropriate”. Ed è proprio alle Tecnologie Appropriate a cui sono dedicati i Capitoli successivi (Capitolo 4 e Capitolo 5). Queste sono tecnologie semplici, a basso impatto ambientale, a basso costo, facilmente gestibili dalle comunità, tecnologie che permettono alle popolazioni più povere di avere accesso alle risorse naturali. Sono le tecnologie che meglio permettono, grazie alle loro caratteristiche, la tutela dei beni comuni naturali, quindi delle risorse e dell’ambiente, favorendo ed incentivando la partecipazione delle comunità locali e valorizzando i saperi tradizionali, grazie al coinvolgimento di tutti gli attori, al basso costo, alla sostenibilità ambientale, contribuendo all’affermazione dei diritti umani e alla salvaguardia dell’ambiente. Le Tecnologie Appropriate prese in esame sono quelle relative all’approvvigionamento idrico e alla depurazione dell’acqua tra cui: - la raccolta della nebbia, - metodi semplici per la perforazione di pozzi, - pompe a pedali e pompe manuali per l’approvvigionamento idrico, - la raccolta dell’acqua piovana, - il recupero delle sorgenti, - semplici metodi per la depurazione dell’acqua al punto d’uso (filtro in ceramica, filtro a sabbia, filtro in tessuto, disinfezione e distillazione solare). Il quinto Capitolo espone invece le Tecnolocie Appropriate per la gestione dei rifiuti nei PVS, in cui sono descritte: - soluzioni per la raccolta dei rifiuti nei PVS, - soluzioni per lo smaltimento dei rifiuti nei PVS, - semplici tecnologie per il riciclaggio dei rifiuti solidi. Il sesto Capitolo tratta tematiche riguardanti la Cooperazione Internazionale, la Cooperazione Decentrata e i progetti di Sviluppo Umano. Per progetti di sviluppo si intende, nell’ambito della Cooperazione, quei progetti che hanno come obiettivi la lotta alla povertà e il miglioramento delle condizioni di vita delle comunità beneficiarie dei PVS coinvolte nel progetto. All’interno dei progetti di cooperazione e di sviluppo umano gli interventi di tipo ambientale giocano un ruolo importante, visto che, come già detto, la povertà e il benessere delle popolazioni dipende dal benessere degli ecosistemi in cui vivono: favorire la tutela dell’ambiente, garantire l’accesso all’acqua potabile, la corretta gestione dei rifiuti e dei reflui nonché l’approvvigionamento energetico pulito sono aspetti necessari per permettere ad ogni individuo, soprattutto se vive in condizioni di “sviluppo”, di condurre una vita sana e produttiva. È importante quindi, negli interventi di sviluppo umano di carattere tecnico ed ambientale, scegliere soluzioni decentrate che prevedano l’adozione di Tecnologie Appropriate per contribuire a valorizzare l’ambiente e a tutelare la salute della comunità. I Capitoli 7 ed 8 prendono in esame i metodi per la valutazione degli interventi di sviluppo umano. Un altro aspetto fondamentale che rientra nel ruolo dei tecnici infatti è l’utilizzo di un corretto metodo valutativo per la scelta dei progetti possibili che tenga presente tutti gli aspetti, ovvero gli impatti sociali, ambientali, economici e che si cali bene alle realtà svantaggiate come quelle prese in considerazione in questo lavoro; un metodo cioè che consenta una valutazione specifica per i progetti di sviluppo umano e che possa permettere l’individuazione del progetto/intervento tecnologico e ambientale più appropriato ad ogni contesto specifico. Dall’analisi dei vari strumenti valutativi si è scelto di sviluppare un modello per la valutazione degli interventi di carattere ambientale nei progetti di Cooperazione Decentrata basato sull’Analisi Multi Criteria e sulla Analisi Gerarchica. L’oggetto di questa ricerca è stato quindi lo sviluppo di una metodologia, che tramite il supporto matematico e metodologico dell’Analisi Multi Criteria, permetta di valutare l’appropriatezza, la sostenibilità degli interventi di Sviluppo Umano di carattere ambientale, sviluppati all’interno di progetti di Cooperazione Internazionale e di Cooperazione Decentrata attraverso l’utilizzo di Tecnologie Appropriate. Nel Capitolo 9 viene proposta la metodologia, il modello di calcolo e i criteri su cui si basa la valutazione. I successivi capitoli (Capitolo 10 e Capitolo 11) sono invece dedicati alla sperimentazione della metodologia ai diversi casi studio: - “Progetto ambientale sulla gestione dei rifiuti presso i campi Profughi Saharawi”, Algeria, - “Programa 1 milhão de Cisternas, P1MC” e - “Programa Uma Terra e Duas Águas, P1+2”, Semi Arido brasiliano.
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Giambi, Andrea. "Studio e verifica dei requisiti acustici nel Teatro Amintore Galli di Rimini". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Oggetto del presente studio riguarda la verifica della conformità acustica per il progetto inerente alla ricostruzione del Teatro Amintore Galli a Rimini, di alcune zone e componenti edilizie, nonché la qualità del campo sonoro nella cavea e nel palcoscenico, con obiettivo prefissato quale il raggiungimento del benessere acustico, intendendo con questa espressione l’esigenza di evitare la presenza di rumori causati da sorgenti interne all'edificio stesso o prodotto da attività in aree circostanti.
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PANTINI, SARA. "Analysis and modelling of leachate and gas generation at landfill sites focused on mechanically-biologically treated waste". Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2013. http://hdl.handle.net/2108/203393.

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Despite significant efforts have been directed toward reducing waste generation and encouraging alternative waste management strategies, landfills still remain the main option for Municipal Solid Waste (MSW) disposal in many countries. Hence, landfills and related impacts on the surroundings are still current issues throughout the world. Actually, the major concerns are related to the potential emissions of leachate and landfill gas into the environment, that pose a threat to public health, surface and groundwater pollution, soil contamination and global warming effects. To ensure environmental protection and enhance landfill sustainability, modern sanitary landfills are equipped with several engineered systems with different functions. For instance, the installation of containment systems, such as bottom liner and multi-layers capping systems, is aimed at reducing leachate seepage and water infiltration into the landfill body as well as gas migration, while eventually mitigating methane emissions through the placement of active oxidation layers (biocovers). Leachate collection and removal systems are designed to minimize water head forming on the bottom section of the landfill and consequent seepages through the liner system. Finally, gas extraction and utilization systems, allow to recover energy from landfill gas while reducing explosion and fire risks associated with methane accumulation, even though much depends on gas collection efficiency achieved in the field (range: 60-90% Spokas et al., 2006; Huitric and Kong, 2006). Hence, impacts on the surrounding environment caused by the polluting substances released from the deposited waste through liquid and gas emissions can be potentially mitigated by a proper design of technical barriers and collection/extraction systems at the landfill site. Nevertheless, the long-term performance of containment systems to limit the landfill emissions is highly uncertain and is strongly dependent on site-specific conditions such as climate, vegetative covers, containment systems, leachate quality and applied stress. Furthermore, the design and operation of leachate collection and treatment systems, of landfill gas extraction and utilization projects, as well as the assessment of appropriate methane reduction strategies (biocovers), require reliable emission forecasts for the assessment of system feasibility and to ensure environmental compliance. To this end, landfill simulation models can represent an useful supporting tool for a better design of leachate/gas collection and treatment systems and can provide valuable information for the evaluation of best options for containment systems depending on their performances under the site-specific conditions. The capability in predicting future emissions levels at a landfill site can also be improved by combining simulation models with field observations at full-scale landfills and/or with experimental studies resembling landfill conditions. Indeed, this kind of data may allow to identify the main parameters and processes governing leachate and gas generation and can provide useful information for model refinement. In view of such need, the present research study was initially addressed to develop a new landfill screening model that, based on simplified mathematical and empirical equations, provides quantitative estimation of leachate and gas production over time, taking into account for site-specific conditions, waste properties and main landfill characteristics and processes. In order to evaluate the applicability of the developed model and the accuracy of emissions forecast, several simulations on four full-scale landfills, currently in operative management stage, were carried out. The results of these case studies showed a good correspondence of leachate estimations with monthly trend observed in the field and revealed that the reliability of model predictions is strongly influenced by the quality of input data. In particular, the initial waste moisture content and the waste compression index, which are usually data not available from a standard characterisation, were identified as the key unknown parameters affecting leachate production. Furthermore, the applicability of the model to closed landfills was evaluated by simulating different alternative capping systems and by comparing the results with those returned by the Hydrological Evaluation of Landfill Performance (HELP), which is the most worldwide used model for comparative analysis of composite liner systems. Despite the simplified approach of the developed model, simulated values of infiltration and leakage rates through the analysed cover systems were in line with those of HELP. However, it should be highlighted that the developed model provides an assessment of leachate and biogas production only from a quantitative point of view. The leachate and biogas composition was indeed not included in the forecast model, as strongly linked to the type of waste that makes the prediction in a screening phase poorly representative of what could be expected in the field. Hence, for a qualitative analysis of leachate and gas emissions over time, a laboratory methodology including different type of lab-scale tests was applied to a particular waste material. Specifically, the research was focused on mechanically biologically treated (MBT) wastes which, after the introduction of the European Landfill Directive 1999/31/EC (European Commission, 1999) that imposes member states to dispose of in landfills only wastes that have been preliminary subjected to treatment, are becoming the main flow waste landfilled in new Italian facilities. However, due to the relatively recent introduction of the MBT plants within the waste management system, very few data on leachate and gas emissions from MBT waste in landfills are available and, hence, the current knowledge mainly results from laboratory studies. Nevertheless, the assessment of the leaching characteristics of MBT materials and the evaluation of how the environmental conditions may affect the heavy metals mobility are still poorly investigated in literature. To gain deeper insight on the fundamental mechanisms governing the constituents release from MBT wastes, several leaching experiments were performed on MBT samples collected from an Italian MBT plant and the experimental results were modelled to obtain information on the long-term leachate emissions. Namely, a combination of experimental leaching tests were performed on fully-characterized MBT waste samples and the effect of different parameters, mainly pH and liquid to solid ratio (L/S,) on the compounds release was investigated by combining pH static-batch test, pH dependent tests and dynamic up-flow column percolation experiments. The obtained results showed that, even though MBT wastes were characterized by relatively high heavy metals content, only a limited amount was actually soluble and thus bioavailable. Furthermore, the information provided by the different tests highlighted the existence of a strong linear correlation between the release pattern of dissolved organic carbon (DOC) and several metals (Co, Cr, Cu, Ni, V, Zn), suggesting that complexation to DOC is the leaching controlling mechanism of these elements. Thus, combining the results of batch and up-flow column percolation tests, partition coefficients between DOC and metals concentration were derived. These data, coupled with a simplified screening model for DOC release, allowed to get a very good prediction of metal release during the experiments and may provide useful indications for the evaluation of long-term emissions from this type of waste in a landfill disposal scenario. In order to complete the study on the MBT waste environmental behaviour, gas emissions from MBT waste were examined by performing different anaerobic tests. The main purpose of this study was to evaluate the potential gas generation capacity of wastes and to assess possible implications on gas generation resulting from the different environmental conditions expected in the field. To this end, anaerobic batch tests were performed at a wide range of water contents (26-43 %w/w up to 75 %w/w on wet weight) and temperatures (from 20-25 °C up to 55 °C) in order to simulate different landfill management options (dry tomb or bioreactor landfills). In nearly all test conditions, a quite long lag-phase was observed (several months) due to the inhibition effects resulting from high concentrations of volatile fatty acids (VFAs) and ammonia that highlighted a poor stability degree of the analysed material. Furthermore, experimental results showed that the initial waste water content is the key factor limiting the anaerobic biological process. Indeed, when the waste moisture was lower than 32 %w/w the methanogenic microbial activity was completely inhibited. Overall, the obtained results indicated that the operative conditions drastically affect the gas generation from MBT waste, in terms of both gas yield and generation rate. This suggests that particular caution should be paid when using the results of lab-scale tests for the evaluation of long-term behaviour expected in the field, where the boundary conditions change continuously and vary significantly depending on the climate, the landfill operative management strategies in place (e.g. leachate recirculation, waste disposal methods), the hydraulic characteristics of buried waste, the presence and type of temporary and final cover systems.
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VENUTA, MARIA LUISA. "La città da energivora a nodo attivo delle reti di produzione e di scambio energetico". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/85.

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Resumen
Il concetto di rete dell'informazione può diventare uno schema logico con cui descrivere l'evoluzione delle politiche sulle energie rinnovabili e sulla sostenibilità? La ricerca è stata svolta analizzando l'architettura delle due reti (internet e reti energetiche) e l'evoluzione del bene prodotto e distribuito nella rete energetica, l'energia, esplicitando l'accessibilità da parte della distribuzione mondiale delle risorse petrolifere tradizionali e delle risorse rinnovabili. La struttura metodologica del progetto di ricerca si basa due tipi di analisi teorica: 1) l'analisi della nascita delle società in rete attraverso le teorie di Manuel Castells (concetto di spazio di flussi) e di Saskia Sassen e l'evoluzione delle città (cap.2 e cap.5) 2) le analisi dei flussi dei materiali e delle energie avendo come riferimento metodologico l'approccio ecologico ideato dai ricercatori dell'istituto per il Clima, l'Ambiente e l'Energia di Wuppertal, Germania (cap.3 e cap.4) La contraddizione tra città innovative e città che sono ai livelli di enormi discariche o di baraccopoli è esposta nel cap.6 attraverso casi studio e progetto dei Programmi Europei. Nell'ultimo capitolo (cap.7) si riassumono le ipotesi di partenza e i risultati della ricerca e si espongono le questioni aperte.
Can internet logic scheme be used as a basis to describe public policies evolution on renewable energies production and sharing in urban areas all over the world? The research project analyses the two networks (internet and energetic grids) architectures in actual and future urban areas. This analysis is connected with present and future forecasts energy productions from traditional fuels and from renewable sources. Theoretical analysis is conducted following a double conceptual pathway: - societal networks (Manuel Castells theory) and urban areas evolution (Saskia Sassen and Mike Davis) in order to picture the evolution of cities and towns in modern economies and in developing countries (Chapters 2 and 5); - Material and Energy Flow Analysis (approach by Wuppertal Institute for Climate, Environment and Energy) applied to renewable energy (Chapters 3 and 4) In Chapter 6 case studies are exposed on the deep cleavage between two different worlds: innovative, rich towns on a side and the landfills cities, slums on the other side. In the last part hypothesis and thesis are put together and open questions are explained (Chapter 7).
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VENUTA, MARIA LUISA. "La città da energivora a nodo attivo delle reti di produzione e di scambio energetico". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/85.

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Il concetto di rete dell'informazione può diventare uno schema logico con cui descrivere l'evoluzione delle politiche sulle energie rinnovabili e sulla sostenibilità? La ricerca è stata svolta analizzando l'architettura delle due reti (internet e reti energetiche) e l'evoluzione del bene prodotto e distribuito nella rete energetica, l'energia, esplicitando l'accessibilità da parte della distribuzione mondiale delle risorse petrolifere tradizionali e delle risorse rinnovabili. La struttura metodologica del progetto di ricerca si basa due tipi di analisi teorica: 1) l'analisi della nascita delle società in rete attraverso le teorie di Manuel Castells (concetto di spazio di flussi) e di Saskia Sassen e l'evoluzione delle città (cap.2 e cap.5) 2) le analisi dei flussi dei materiali e delle energie avendo come riferimento metodologico l'approccio ecologico ideato dai ricercatori dell'istituto per il Clima, l'Ambiente e l'Energia di Wuppertal, Germania (cap.3 e cap.4) La contraddizione tra città innovative e città che sono ai livelli di enormi discariche o di baraccopoli è esposta nel cap.6 attraverso casi studio e progetto dei Programmi Europei. Nell'ultimo capitolo (cap.7) si riassumono le ipotesi di partenza e i risultati della ricerca e si espongono le questioni aperte.
Can internet logic scheme be used as a basis to describe public policies evolution on renewable energies production and sharing in urban areas all over the world? The research project analyses the two networks (internet and energetic grids) architectures in actual and future urban areas. This analysis is connected with present and future forecasts energy productions from traditional fuels and from renewable sources. Theoretical analysis is conducted following a double conceptual pathway: - societal networks (Manuel Castells theory) and urban areas evolution (Saskia Sassen and Mike Davis) in order to picture the evolution of cities and towns in modern economies and in developing countries (Chapters 2 and 5); - Material and Energy Flow Analysis (approach by Wuppertal Institute for Climate, Environment and Energy) applied to renewable energy (Chapters 3 and 4) In Chapter 6 case studies are exposed on the deep cleavage between two different worlds: innovative, rich towns on a side and the landfills cities, slums on the other side. In the last part hypothesis and thesis are put together and open questions are explained (Chapter 7).
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BIAGINI, CARLO. "Dalla lettura tipologica e manualistica al progetto di recupero. Metodi e strumenti per la valutazione della trasformabilità dell'edilizia ospedaliera storica". Doctoral thesis, 1996. http://hdl.handle.net/2158/1008128.

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La ricerca ha individuato quale ambito di indagine il tema della trasformabilità degli edifici esistenti, affrontato negli aspetti sia metodologici che più generali di valorizzazione delle risorse storico-culturali delle preesistenze. Il problema generale è quello di valutare la compatibilità di due categorie di fattori: da un lato le prestazioni offerte dall’edificio correlate ad uno specifico assetto tipo-morfologico; dall’altro i requisiti richiesti dalle nuove destinazioni d’uso ipotizzabili in ordine agli aspetti di sicurezza, fruibilità e benessere del sistema ambientale. Nel quadro delle dismissioni del capitale sociale ottocentesco avvenuto a partire dagli anni ’70, l’edilizia ospedaliera rappresenta un caso emblematico in cui il problema della trasformabilità si pone in maniera evidente nelle sue molteplici valenze, sia per l’entità del patrimonio disponibile, che per la difficoltà di prefigurare nuovi usi in rapporto alle istanze emergenti dal corpo sociale. La prima fase di ricerca è quindi afferita al tema della lettura tipologica della preesistenza, nella quale oltre ad aver assunto i tradizionali metodi di indagine, si è ritenuto necessario approfondire i rapporti che l’oggetto dell’analisi era venuto istaurando al momento della sua edificazione con il contesto tecnico-culturale del proprio tempo, al fine di dare corpo ad un’idea di realtà costruita in accordo con le prospettive della “cultura materiale”. La fase successiva ha previsto l’individuazione di casi studio, che sono stati indagati attraverso un percorso di conoscenza, guidato dal rilievo architettonico, esperito attraverso metodologie di rilevamento diretto e strumentale. In tale ambito è stata affrontata la “storia della costruzione” di questi edifici, analizzata in tutte le fasi del processo realizzativo (dalla programmazione alla esecuzione attraverso il progetto), in quanto considerata non solo un momento di approfondimento culturale, ma strumento prezioso per l’acquisizione di elementi di giudizio, sui quali fondare l’esperienza progettuale per il recupero della preesistenza. A tal fine ha avuto una grande rilevanza nella ricerca lo studio della letteratura tecnica (manuali, riviste, periodici, ecc.) e di altre fonti documentarie dirette (capitolati, contratti, elenco dei prezzi di lavorazioni, ecc.), in quanto hanno permesso di riscoprire non solo le “regole dell’arte”, ma soprattutto il “ragionamenti” che sottendevano il processo progettuale. Nell’800 per l’edilizia ospedaliera si definiscono per la prima volta nuovi approcci progettuali di tipo multidisciplinare, in cui il campo operativo dell’”Architettura Pratica” si estende anche alle aree di ricerca delle scienze mediche, dell’igiene e dell’ingegneria sanitaria con rilevanti implicazioni a livello tipologico. La fase conclusiva della ricerca ha previsto l’applicazione delle metodologie di valutazione della trasformabilità delle preesistenze storiche al caso dell’ex-ospedale psichiatrico “V. Chiarugi” in San Salvi a Firenze.
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Martínez-Maireles, David. "La Evaluación durante el Proceso de Innovación y Mejora de las Prácticas Educativas La Valutazione durante il Processo di Innovazione e Miglioramento delle Pratiche Educative". Doctoral thesis, 2022. http://hdl.handle.net/2158/1264613.

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Questa tesi fa parte di un processo di innovazione e miglioramento delle pratiche educative. Ha tre obiettivi: identificare e analizzare i miglioramenti e le difficoltà percepite/valutate dai diversi agenti educativi coinvolti in questo processo; contrastare le pratiche valutative degli insegnanti nelle regioni di Catalogna (Spagna) e Toscana (Italia); identificare e comprendere le pratiche valutative implementate dagli insegnanti attraverso l'innovazione. Viene proposta una ricerca descrittiva qualitativa e quantitativa, utilizzando la metodologia dello studio di caso e dell'indagine con questionario. Come conclusioni generali, si identificano diverse necessità: una migliore pianificazione del processo di innovazione e valutazione per allineare i diversi elementi coinvolti; una maggiore cooperazione, collaborazione e comunicazione tra gli insegnanti nei due processi; una maggiore partecipazione di tutti gli agenti educativi nei due processi; e una maggiore comunicazione e pubblicità del processo di innovazione educativa e valutativa per legittimarlo e collegarlo alla realtà sociale. Resumen Esta tesis se enmarca dentro de un programa de innovación y mejora de las prácticas educativas. Plantea tres objetivos: identificar y analizar las mejoras y dificultades percibidas/valorados por los diferentes agentes educativos involucrados en este proceso; contrastar las prácticas evaluativas de los docentes en las regiones de Cataluña (España) y Toscana (Italia); identificar y comprender las prácticas evaluativas implementadas por los docentes por la innovación. Se plantea una investigación descriptiva cualitativa y cuantitativa, utilizando la metodología de estudio de caso y de encuesta a través de cuestionario. Como conclusiones generales se identifican diversas necesidades: mejor planificación del proceso de innovación y de evaluación para alinear los diferentes elementos involucrados; mayor cooperación, colaboración y comunicación entre docentes en los dos procesos; mayor participación de todos los agentes educativos en los dos procesos; y mayor comunicación y publicidad del proceso de innovación educativa y evaluativa para legitimarlo y vincularlo a la realidad social. Abstract This thesis is part of a process of innovation and improvement of educational practices. It has three objectives: to identify and analyse the improvements and difficulties perceived/valued by the different educational agents involved in this process; to contrast the teacher’s assessment practices in the regions of Catalonia (Spain) and Tuscany (Italy); to identify and understand the assessment practices implemented by teachers through innovation. A descriptive qualitative and quantitative research is proposed, using the methodology of case study and questionnaire survey. As general conclusions, several needs are identified: better planning of the innovation and assessment process to align the different elements involved; greater cooperation, collaboration and communication between teachers in the two processes; greater participation of all educational agents in the two processes; and greater communication and publicity of the educational and assessment innovation process to legitimise it and link it to the social reality.
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CARRER, STEFANO. "Efficacia ed efficienza dei criteri economico-finanziari di valutazione degli investimenti nei progetti di valorizzazione turistica del territorio". Doctoral thesis, 1993. http://hdl.handle.net/2158/593966.

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FORCIONE, ANNARITA. "Progetto finalizzato alla valutazione dei pazienti sottoposti a trattamento chirurgico dopo terapia neoadiuvante per neoplasia polmonare NSCLC in fase localmente avanzata N2 (stadio IIIA sec. VII classificazione OMS): analisi di protocolli e studi internazionali; realizzazione di un database; elaborazione di protocollo terapeutico multidisciplinare (chemioterapia + chirurgia - chemioradioterapia concomitante + chirurgia) integrato". Doctoral thesis, 2014. http://hdl.handle.net/11573/917480.

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FORMICONI, Cristina. "LÈD: Il Lavoro È un Diritto. Nuove soluzioni all’auto-orientamento al lavoro e per il recruiting online delle persone con disabilità". Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251119.

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INTRODUZIONE: Il presente progetto di ricerca nasce all’interno di un Dottorato Eureka, sviluppato grazie al contributo della Regione Marche, dell’Università di Macerata e dell’azienda Jobmetoo by Jobdisabili srl, agenzia per il lavoro esclusivamente focalizzata sui lavoratori con disabilità o appartenenti alle categorie protette. Se trovare lavoro è già difficile per molti, per chi ha una disabilità diventa un percorso pieno di ostacoli. Nonostante, infatti, la legge 68/99 abbia una visione tra le più avanzate in Europa, l’Italia è stata ripresa dalla Corte Europea per non rispettare i propri doveri relativamente al collocamento mirato delle persone con disabilità. Tra chi ha una disabilità, la disoccupazione è fra il 50% e il 70% in Europa, con punte dell’80% in Italia. L’attuale strategia europea sulla disabilità 2010-2020 pone come obiettivi fondamentali la lotta alla discriminazione, le pari opportunità e l’inclusione attiva. Per la realizzazione di tali obiettivi assume un’importanza centrale l’orientamento permanente: esso si esercita in forme e modalità diverse a seconda dei bisogni, dei contesti e delle situazioni. La centralità di tutti gli interventi orientativi è il riconoscimento della capacità di autodeterminazione dell’essere umano, che va supportato nel trovare la massima possibilità di manifestarsi e realizzarsi. Ciò vale ancora di più per le persone con disabilità, in quanto risultano fondamentali tutte quelle azioni che consentono loro di raggiungere una consapevolezza delle proprie capacità/abilità accanto al riconoscimento delle caratteristiche della propria disabilità. L’orientamento assume così un valore permanente nella vita di ogni persona, garantendone lo sviluppo e il sostegno nei processi di scelta e di decisione con l’obiettivo di promuovere l’occupazione attiva, la crescita economica e l’inclusione sociale. Oggi giorno il frame work di riferimento concettuale nel campo della disabilità è l’International Classification of Functioning, Disability and Health (ICF), il quale ha portato a un vero e proprio rovesciamento del termine disabilità dal negativo al positivo: non si parla più di impedimenti, disabilità, handicap, ma di funzioni, strutture e attività. In quest’ottica, la disabilità non appare più come mera conseguenza delle condizioni fisiche dell’individuo, ma scaturisce dalla relazione fra l’individuo e le condizioni del mondo esterno. In termini di progetto di vita la sfida della persona con disabilità è quella di poter essere messa nelle condizioni di sperimentarsi come attore della propria esistenza, con il diritto di poter decidere e, quindi, di agire di conseguenza in funzione del proprio benessere e della qualità della propria vita, un una logica di autodeterminazione. OBIETTIVO: Sulla base del background e delle teorie di riferimento analizzate e delle necessità aziendali è stata elaborata la seguente domanda di ricerca: è possibile aumentare la consapevolezza negli/nelle studenti/esse e laureati/e con disabilità che si approcciano al mondo del lavoro, rispetto alle proprie abilità, competenze, risorse, oltre che alle limitazioni imposte dalla propria disabilità? L’obiettivo è quello di sostenere i processi di auto-riflessione sulla propria identità e di valorizzare il ruolo attivo della persona stessa nella sua autodeterminazione, con la finalità ultima di aumentare e migliorare il match tra le persone con disabilità e le imprese. L’auto-riflessione permetterà di facilitare il successivo contatto dialogico con esperti di orientamento e costituirà una competenza che il soggetto porterà comunque come valore aggiunto nel mondo del lavoro. METODI E ATTIVITÀ: Il paradigma teorico-metodologico adottato è un approccio costruttivista: peculiarità di questo metodo è che ciascuna componente della ricerca può essere riconsiderata o modificata nel corso della sua conduzione o come conseguenza di cambiamenti introdotti in qualche altra componente e pertanto il processo è caratterizzato da circolarità; la metodologia e gli strumenti non sono dunque assoggettati alla ricerca ma sono al servizio degli obiettivi di questa. Il primo passo del progetto di ricerca è stato quello di ricostruzione dello stato dell’arte, raccogliendo dati, attraverso la ricerca bibliografica e sitografica su: l’orientamento, la normativa vigente in tema di disabilità, i dati di occupazione/disoccupazione delle persone con disabilità e gli strumenti di accompagnamento al lavoro. A fronte di dati mancanti sul territorio italiano relativi alla carriera e ai fabbisogni lavorativi degli/delle studenti/esse e laureati/e con disabilità, nella prima fase del progetto di ricerca è stata avviata una raccolta dati su scala nazionale, relativa al monitoraggio di carriera degli studenti/laureati con disabilità e all’individuazione dei bisogni connessi al mondo del lavoro. Per la raccolta dati è stato sviluppato un questionario ed è stata richiesta la collaborazione a tutte le Università italiane. Sulla base dei dati ricavati dal questionario, della letteratura e delle indagini esistenti sulle professioni, nella fase successiva della ricerca si è proceduto alla strutturazione di un percorso di auto-orientamento, volto ad aumentare la consapevolezza nelle persone con disabilità delle proprie abilità e risorse, accanto a quella dei propri limiti. In particolare, il punto di partenza per la costruzione del percorso è stata l’Indagine Istat- Isfol sulle professioni (2012) e la teoria delle Intelligenze Multiple di H. Gardner (1983). Si è arrivati così alla strutturazione del percorso di auto-orientamento, composto da una serie di questionari attraverso i quali il candidato è chiamato ad auto-valutare le proprie conoscenze, le competenze, le condizioni di lavoro che gli richiedono più o meno sforzo e le intelligenze che lo caratterizzano, aggiungendo a questi anche una parte più narrativa dove il soggetto è invitato a raccontare i propri punti di forza, debolezza e le proprie aspirazioni in ambito professionale. Per sperimentare il percorso di auto-orientamento creato, nell’ultima fase della ricerca è stato predisposto uno studio pilota per la raccolta di alcuni primi dati qualitativi con target differenti, studenti/esse universitari/e e insegnanti di scuola superiore impegnati nel tema del sostegno e dell’orientamento, e utilizzando diversi strumenti (autopresentazioni, test multidimensionale autostima, focus group). CONCLUSIONI: I dati ottenuti dallo studio pilota, seppur non generalizzabili, in quanto provenienti da un campione esiguo, hanno evidenziato come il percorso di auto-orientamento attivi una riflessione sulla visione di sé nei diversi contesti e un cambiamento, in positivo o in negativo, nell’autostima e nella valutazione di sé in diverse aree, ad esempio nell’area delle relazioni interpersonali, del vissuto corporeo, dell’emotività ecc. Tali dati ci hanno permesso soprattutto di evidenziare punti di forza e debolezza del percorso creato e di apportare modifiche per una maggiore comprensione e adattabilità del prodotto stesso. Il valore del percorso orientativo è connesso al ruolo attivo di auto-valutatore giocato dal candidato con disabilità, affiancando a questa prima fase di autovalutazione un successivo confronto dialogico con un esperto, tale da permettere un ancoraggio alla realtà esterna, al contesto in cui il soggetto si trova a vivere. In questo senso, l’orientamento assume il valore di un processo continuo e articolato, che ha come scopo principale quello di sostenere la consapevolezza di sé e delle proprie potenzialità, agendo all’interno dell’area dello sviluppo prossimale della persona verso la realizzazione della propria identità personale, sociale e professionale.
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BESTETTI, Fiorella. "Le metodologie di stima dell’età in ambito forense: il contributo dell’AgEstimation Project". Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251079.

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Resumen
La stima dell’età è un elemento importante in ambito medico-legale, connesso sia a questioni legali che sociali. L’età è un fattore determinante per l’identificazione di un corpo: costituisce un elemento per la ricostruzione del profilo biologico, che verrà poi confrontato con i dati disponibili per le persone scomparse. Nella nostra società alcuni diritti e alcune tutele sono direttamente correlate con l’età anagrafica della persona; serve una specifica età per votare, per sposarsi, per lavorare, per ottenere la patente di guida, e soprattutto per essere considerati legalmente degli adulti. Nei soggetti in vita, l’età è determinante anche nei casi di imputabilità o responsabilità criminale, di pedopornografia e di adozione, ma è anche relazionata al fenomeno dell’immigrazione. Negli ultimi anni infatti, c’è stato un incremento proprio delle richieste di accertamento dell’età sulle persone in vita, dovuto all’aumento degli immigrati giunti nei nostri paesi privi di documenti. L’accertamento dell’età può essere richiesto dalle autorità proprio in riferimento alle domande di asilo. La legislazione europea assicura protezione ai “minori non accompagnati”, cioè a quei minori che arrivano sul suolo europeo soli, senza la figura di riferimento di un adulto. La corretta determinazione dell’età è quindi un elemento centrale per la protezione: solo se identificati, i minori possono essere protetti. In questo specifico ambito d’applicazione, l’accertamento dell’età può avere ripercussioni notevoli sulla vita di un migrante: se riconosciuto come minore il soggetto ha il diritto di restare, diversamente, la procedura prevede il respingimento alla frontiera ed il rimpatrio. In Italia, così come in Europa, la soglia d’età che separa i minorenni dagli adulti è quella dei diciotto anni; ma oltre a questa possono esistere altre soglie d’età, come ad esempio la Minimal Age of Criminal Responsability (MACR). Questa particolare soglia d’età riconosce ai soggetti minorenni, anche se ritenuti responsabili di un crimine, il diritto di essere giudicati da una corte per i minori. Una delle sfide della pratica forense dell’accertamento riguarda la necessità di assicurare nuovi e validi standard di riferimento, basati sullo studio di popolazioni attuali. Infatti gli studi che vengono utilizzati come riferimento sono basati sull’analisi di popolazioni europee o nord americane e i dati raccolti sono riferiti a studi di più di cinquant’anni fa. Per questo motivo attualmente le metodologie sviluppate in passato vengono applicate allo studio di popolazioni attuali, proprio al fine di ottenere dati aggiornati utili al confronto: una metodologia si applica ad una determinata popolazione per valutare quanto precisi ed accurati possano essere i risultati. Nell’ambito dell’AgEstimation Project, supportato dall’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Macerata, a partire dal 204, l’equipe coordinata dal Dott. Roberto Cameriere ha presentato nuove metodologie per la stima dell’età, sviluppando formule specifiche e testando queste formule in diverse popolazioni. Le metodologie sviluppate prevedono l’analisi e la misurazione delle ossa carpali e dell’area del carpo nelle radiografie della mano di soggetti infantili e la misurazione dello sviluppo del terzo molare per la valutazione dell’età dei soggetti giovanili. Questa seconda tecnica prevede il calcolo dell’indice del terzo molare: se tale indice risulta minore del valore 0.08, preso come valore di riferimento, il soggetto viene considerato un adulto. L’ultima tecnica analizzata in questa ricerca permette di stimare l’età nei soggetti adulti, sfruttando il fenomeno dell’apposizione della dentina secondaria. Si tratta di un fenomeno continuo, che determina la riduzione della cavità pulpare dei denti, dove questa dentina si deposita. In pratica i giovani adulti hanno una camera pulpare larga, mentre i soggetti senili presentano una cavità pulpare molto più stretta. La tecnica prevede la rilevazione di misure specifiche del dente utilizzando una radiografia panoramica, utilizzate anche per la tecnica che valuta lo sviluppo del terzo molare. In questo progetto di ricerca, queste tre metodologie sono state applicate a tre diversi campioni.
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