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Tesis sobre el tema "Tratta di esserei umani"

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Tonello, Arianna <1992&gt. "La tratta di esseri umani". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10147.

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Resumen
Il presente lavoro è teso ad analizzare il fenomeno della tratta di esseri umani, diventato una grave piaga dei nostri tempi con sfruttatori senza scrupoli che abusano della vulnerabilità di soggetti deboli. La tratta, che inizialmente aveva come target solamente donne e bambini, sta assumendo dimensioni preoccupanti poiché colpisce ora vittime di qualsiasi età, sesso, etnia, da indirizzare allo sfruttamento sessuale e lavorativo, a matrimoni forzati, traffico di organi. La definizione di trafficking è nata solo in tempi recenti e, in particolare, nel 2000 con il Protocollo per prevenire, reprimere e punire la tratta di persone, in particolare di donne e bambini (c.d. Protocollo di Palermo), alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale. Gli strumenti che si occupano del contrasto alla tratta e della protezione delle vittime sono da allora aumentati a testimonianza della volontà della Comunità internazionale di intervenire in modo decisivo ed efficace contro questo orribile fenomeno. Nel lavoro sono quindi descritti i principali strumenti internazionali, regionali e nazionali sul contrasto alla tratta di esseri umani e la relativa protezione delle vittime, prendendo in esame la definizione del fenomeno, le similitudini e differenze con altre fattispecie penali con cui questo viene talvolta confuso. Sarà prestata particolare attenzione alla situazione in Italia ponendo l’accento sui recenti progetti avviati e realizzati.
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2

Colo', Francesco <1990&gt. "La lotta internazionale alla tratta di esseri umani". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/15003.

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Il lavoro che qui si presenta si svolge seguendo un duplice obiettivo. La prima parte della tesi, infatti, è volta a dimostrare l’esistenza di una definizione consuetudinaria di tratta di esseri umani, analizzando la figura criminis nella sua evoluzione storica e delineando il confine tra il crimine di human trafficking e il reato internazionale di schiavitù. Negli anni, a partire dalle prime convenzioni concernenti la tratta delle bianche, fino ad arrivare al recente Protocollo di Palermo, si è cristallizzata una definizione consuetudinaria di tratta di esseri umani, incentrata sul trasporto spaziale della vittima e ben distinta dal crimine di schiavitù così come delineato dallo Statuto della Corte Penale Internazionale. La seconda parte della tesi, invece, dimostra, attraverso lo studio della giurisprudenza delle principali giurisdizioni penali internazionali, che, nonostante la tratta di esseri umani non sia espressamente tra i crimini di competenza della Corte Penale Internazionale, tale istituzione potrà giudicare di condotte criminali integranti lo human trafficking.
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3

KOLA, REZARTA. "Il divieto di tratta degli esseri umani nel diritto internazionale". Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2014. http://hdl.handle.net/2108/201845.

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4

Cignolini, Eleonora <1997&gt. "Una visione europea al problema della tratta di esseri umani. L’Azione dell'Unione Europea in materia di politiche di contrasto". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21746.

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La tratta di esseri umani all’interno dell’Unione Europea resta un tema molto dibattuto, ricco di sfaccettature e problematiche interconnesse, come criminalità organizzata ed immigrazione clandestina. Inizialmente questo lavoro cercherà di fornire una contestualizzazione del problema a livello europeo, analizzando il ruolo storico rivestito dall’Europa all’interno del caso-studio della tratta schiavistica africana, arrivando al giorno d’oggi e fornendo una visione europea inerente allo sviluppo di questo fenomeno globale. L’obiettivo del mio lavoro sarà quello di analizzare le principali politiche di contrasto al problema della tratta di esseri umani adottate a livello europeo, suddividendole tra politiche di contrasto, prevenzione e politiche di asilo e protezione delle vittime. Codeste politiche, stipulate dall’Unione Europea, rispecchiano una visione globale del problema, non soffermandosi unicamente nel ricercare e processare le principali organizzazioni criminali responsabili, ma cercando di tutelare, fornire aiuto e proteggere le vittime, proporre progetti di sensibilizzazione a livello sociale e stipulare piani strategici che implichino la cooperazione e il coordinamento tra istituzioni governative, stati membri ed agenzie europee. Tuttavia, data l’ancora evidente presenza del fenomeno della tratta a livello europeo, verranno analizzate le principali problematiche aperte legate alle politiche di contrasto frutto dell’impedimento nell’eradicazione totale della tratta di esseri umani. L’elaborato, inoltre, non vuole porsi come soluzione ma fornire informazioni inerenti alle principali strategie politiche volte al contrasto della tratta di esseri umani ed un punto d’avvio per una discussione futura riguardo all’inefficacia verso il contrasto e l’eliminazione di tale fenomeno.
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5

TACCARDI, CRISTIANA. "UN REATO SENZA "CONFINI": LA TRATTA DI ESSERI UMANI DAI MODELI TEORICI ALLA PRASSI APPLICATIVA". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2022. http://hdl.handle.net/10280/122448.

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Resumen
La ricerca ha l’obiettivo di analizzare la disciplina penale della tratta di persone come settore paradigmatico della scienza penale multi-livello, in un’ottica di miglioramento della strategia di prevenzione e repressione di tale fenomeno criminale. A tal fine vengono affrontate alcune delle più urgenti problematiche sottese all'argomento in esame, quali la difficile definizione dei rapporti tra il reato di tratta e il reato di favoreggiamento dell’immigrazione irregolare, nonché la caratteristica della fattispecie de qua di reato di natura transnazionale. A fronte dei numerosi strumenti di contrasto già predisposti dalla disciplina vigente e della persistente ineffettività della tutela, lo studio approfondisce il tema della natura transnazionale del reato di tratta e della necessità di un approccio che vada oltre la mera armonizzazione comunitaria delle legislazioni nazionali e la cooperazione inter-statale. Il mutamento dello “spazio giuridico” entro cui si muovono le questioni messe in gioco dalle forme di criminalità meta-nazionale, tra le quali si inserisce la tratta, mette in crisi il postulato dell’inerenza del diritto penale alle prerogative della sovranità statale. In ragione di ciò, verranno indagate le possibilità di delineare una nuova territorialità europea, come presupposto di una competenza penale diretta delle Istituzioni in materia di reati transnazionali. Si vuole, in breve, approfondire il tema del c.d. diritto penale europeo, consapevoli dei limiti di cui sono attualmente affetti i processi di produzione normativa europea. Di fronte a fenomeni di criminalità transnazionale grave, quale la tratta degli esseri umani, appare ancora più urgente la necessità di trasporre, a livello europeo, quel nucleo condiviso di scienza penale, imprescindibilmente legato alla tutela dei beni giuridici e al rispetto dei diritti umani.
The aim of this research is to analyse the criminal legislation of human trafficking as a paradigmatic area of multi-level criminal science, seeking to improve the strategy of prevention and repression of this criminal phenomenon. Some of the most relevant issues related to this topic are addressed in order to do so, such as the difficult definition of the relationship between human trafficking and smuggling of migrants, as well as the characteristic of trafficking as a transnational crime. In the light of the numerous legislative instruments already in place to combat trafficking and the persistent ineffectiveness of legal protection, the study focuses on the transnational nature of the crime of trafficking and the need for an approach that goes beyond the EU harmonisation of national laws and inter-State cooperation. The changing 'legal space' within which the issues raised by meta-national forms of crime, among which trafficking is included, challenge the postulate of the inherence of criminal law to the prerogatives of State sovereignty. Therefore, the possibilities of delineating a new European territoriality, as a prerequisite for a direct criminal competence of the Institutions in the field of transnational crimes, will be investigated. The topic of European criminal law will be explored in depth, aware of the limits that the processes of European law production currently suffer from. In the face of serious transnational crime phenomena, such as trafficking in human beings, the need to transpose, at a European level, that shared core of criminal science, unavoidably linked to the protection of legal goods and respect for human rights, appears even more urgent.
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6

TAMMONE, Francesca. "Controllo della migrazione nel Mediterraneo e tratta di persone: profili di responsabilità internazionale". Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2022. https://hdl.handle.net/10447/559920.

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7

FANFARILLO, SARA. "La tratta di esseri umani nel diritto internazionale: tra lotta al crimine transnazionale organizzato e tutela dei diritti fondamentali". Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/1088.

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CIRINEO, SACCO ANDREA. "Tratta di esseri umani per lo scopo sessuale e corruzione in Brasile: un'analisi approfondita sul collegamento tra due fenomeni criminali". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/206.

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Resumen
Questa tesi versa sull'interrelazione tra due fenomeni criminali: tratta di esseri umani, particolarmente donne e bambini allo scopo di sfruttamento sessuale, e corruzione in Brasile. Lo studio è basato su quattro fonti diverse di dati empirici: tre fonti secondarie e un questionario (survey). Il capitolo I esplora l'importanza del tema, i problemi affrontati nello studio e gli obbiettivi della tesi. Il capitolo II presenta la letteratura scientifica sulla quale la tesi è basata, l'ipotesi principale, la metodologia applicata e i dati utilizzati. Il capitolo III analizza i risultati empirici provenienti dalle quattro fonti di dati, i quali dimostrano 1) la dipendenza della tratta di esseri umani sulla corruzione; 2) i punti più vulnerabili per la corruzione durante la catena della tratta e la catena della giustizia penale; 3) le differenze regionali e la tendenza della tratta di esseri umani e della corruzione in Brasile. L'analisi multivariata é utilizzata per dimostrare la forza della correlazione tra i due fenomeni. La dipendenza della tratta di esseri umani sulla corruzione è analizzata attraverso l'utilizzo del metodo qualitativo. Il capitolo V discute i risultati e presenta le conclusioni.
This thesis deals with the interrelationship between two criminal phenomena: trafficking in human beings, particularly women and minors for the purpose of sexual exploitation, and official corruption in Brazil. The study is based on empirical data from four different sources: three sets of secondary data and a survey. Chapter I highlights the importance of the study, the problems addressed by the thesis, as well as its objectives. Chapter II explores up-to-date scientific literature, the working hypothesis, applied methodology, and research design. Chapter III presents the empirical findings of each set of data which shows: 1) the dependence of Trafficking in Human Beings on Corruption; 2) the most vulnerable points for corruption during the trafficking and criminal justice chains; 3) and regional differences and trends on THB and Corruption in Brazil. Multivariate analysis is used: 1) to highlight the strength and of the interrelationship between Trafficking in Human Beings and Corruption; 2) and to establish predictability. The dependence of Trafficking on Official Corruption is analysed by means of qualitative method. Chapter V discusses the results and presents conclusions.
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CIRINEO, SACCO ANDREA. "Tratta di esseri umani per lo scopo sessuale e corruzione in Brasile: un'analisi approfondita sul collegamento tra due fenomeni criminali". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/206.

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Resumen
Questa tesi versa sull'interrelazione tra due fenomeni criminali: tratta di esseri umani, particolarmente donne e bambini allo scopo di sfruttamento sessuale, e corruzione in Brasile. Lo studio è basato su quattro fonti diverse di dati empirici: tre fonti secondarie e un questionario (survey). Il capitolo I esplora l'importanza del tema, i problemi affrontati nello studio e gli obbiettivi della tesi. Il capitolo II presenta la letteratura scientifica sulla quale la tesi è basata, l'ipotesi principale, la metodologia applicata e i dati utilizzati. Il capitolo III analizza i risultati empirici provenienti dalle quattro fonti di dati, i quali dimostrano 1) la dipendenza della tratta di esseri umani sulla corruzione; 2) i punti più vulnerabili per la corruzione durante la catena della tratta e la catena della giustizia penale; 3) le differenze regionali e la tendenza della tratta di esseri umani e della corruzione in Brasile. L'analisi multivariata é utilizzata per dimostrare la forza della correlazione tra i due fenomeni. La dipendenza della tratta di esseri umani sulla corruzione è analizzata attraverso l'utilizzo del metodo qualitativo. Il capitolo V discute i risultati e presenta le conclusioni.
This thesis deals with the interrelationship between two criminal phenomena: trafficking in human beings, particularly women and minors for the purpose of sexual exploitation, and official corruption in Brazil. The study is based on empirical data from four different sources: three sets of secondary data and a survey. Chapter I highlights the importance of the study, the problems addressed by the thesis, as well as its objectives. Chapter II explores up-to-date scientific literature, the working hypothesis, applied methodology, and research design. Chapter III presents the empirical findings of each set of data which shows: 1) the dependence of Trafficking in Human Beings on Corruption; 2) the most vulnerable points for corruption during the trafficking and criminal justice chains; 3) and regional differences and trends on THB and Corruption in Brazil. Multivariate analysis is used: 1) to highlight the strength and of the interrelationship between Trafficking in Human Beings and Corruption; 2) and to establish predictability. The dependence of Trafficking on Official Corruption is analysed by means of qualitative method. Chapter V discusses the results and presents conclusions.
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LAZZARINO, RUNA. "Who is the subject of human trafficking? A multi-sited and polyphonic ethnography". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/88443.

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Resumen
Può un discorso globale forgiare soggettività marginali e geograficamente dislocate? Con l’intento di rispondere a tale domanda, questo lavoro si sforza di sbrogliare il discorso globale della tratta di essere umani, così come si è sviluppato a partire dall’entrata in vigore, nel 2003, del “Protocollo di Palermo” dell’UNODC. Se ne esplorano assunti ideologici e conseguenze pratiche a vari livelli: internazionale, governativo, umanitario e soggettivo. Si mostra come, a ciascun livello, emergano aspetti specifici, a volte contraddittori, del profilo della “vittima” di tratta: da schiava del sesso totalmente innocente a pericoloso migrante illegale; da scomoda cittadina da reintegrare a reduce traumatizzata; da ragazza fatalmente povera e priva di educazione a soggetto che aspira a una soluzione di compromesso nella ricerca di condizioni di vita più appaganti. Il testo ha una struttura polifonica nel tentativo di ricostruire il complesso quadro delle diverse istituzioni e organi, strumenti politici e legislativi, prospettive e pratiche che rendono il discorso della tratta di persone operativo ed efficace. Partendo dalle macro voci internazionali, attraverso l’intermediazione degli Stati e l’azione della macchina umanitaria, si prende infine in considerazione la microfisica di alcune giovani donne reduci, prese in cura dai servizi di assistenza (governativi e non), che negoziano la loro posizione di ex-vittime. La tesi si basa su una ricerca di campo multisituata condotta nel Vietnam del Nord, nel Brasile Centro-Occidentale, e nella valle di Katmandu (Nepal), coerentemente con l’obiettivo di focalizzare l’attenzione sull’interrelazione fra ambito internazionale ed esperienze vissute, prescindendo dalla specificità delle appartenenze culturali. Ancorandosi alla letteratura antropologica sulla soggettività, la violenza, le migrazioni e il cambiamento sociale, e facendo riferimento a una diversità di fonti e documenti, questo lavoro ambisce, in ultima analisi, a offrire un caso studio etnografico sperimentale all’interno del dibattito antropologico su potere e agency.
With the aim of answering to how a global discourse craft scattered marginal subjectivities, this work endeavours to unravel the global human trafficking (HT) discourse, which developed since the entrance into force of the UNODC “Palermo Protocol” in 2003. I explore its ideological premises and practical consequences at the international, governmental, humanitarian, and subject-making level. I show how, at each level, specific features of the “victim” profile emerge: from a totally innocent sex slave to a threatening illegal migrant; from an uncomfortable citizen to reintegrate to a traumatized returnee; from a fatally poor and uneducated girl to a subject occupying different positions and looking for a compromise in the quest of more fulfilling life conditions. The text has a polyphonic structure to try reconstructing the complex picture of the various institutions and organs, political and legal instruments, perspectives and practices, which turn the HT discourse operational and effective. Starting from the macro international voices, via the States intermediation and the humanitarian action, I finally consider the microphysics of some female returnees, who negotiate their position of ex-victims of HT taken care by governmental and non-governmental aid services. This thesis is based on a multi-sited fieldwork conducted in Northern Vietnam, Central-West Brazil and Kathmandu Valley (Nepal), coherently with the purpose of focusing on the interplay between the international realm and the lived experiences, piercing the cultural belongings. Grounded in studies around the issues of subjectivity, violence, migration, and social change, and in a variety of sources and documents, this work ultimately aspires to offer an experimental ethnographic case-study to the anthropological debate on power and agency.
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MARCHESI, MARTINA ELENA. "Lo sfruttamento delle vulnerabilità sistemiche da parte delle reti della tratta lavorativa in Europa: il caso del settore agricolo italiano". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/92060.

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Resumen
La tratta degli esseri umani a scopo di sfruttamento lavorativo (tratta lavorativa, labour trafficking) in Europa è un grave crimine contro le persone, che viola i diritti umani. La ricerca esistente si concentra principalmente sulle vittime, mentre lo studio degli autori di reato e sul modo in cui sfruttano le vulnerabilità del sistema è meno sviluppato. Questo è dovuto in parte alla mancanza di dati robusti, ma anche a un approccio della ricerca criminologica tradizionalmente rigido e settoriale. Al contrario, lo studio della tratta lavorativa richiede concetti flessibili, che riconoscano le radici profonde di questo fenomeno nell’intero sistema socioeconomico, più che il semplice prodotto della volontà degli autori dei reati. Partendo dalle indicazioni della letteratura, questa ricerca si concentra sul settore agricolo italiano, non ancora esaminato da un punto di vista criminologico. L’obiettivo è la comprensione dei meccanismi attraverso i quali la tratta lavorativa nasce e si sviluppa. La scelta del contesto dello studio è dovuta alle caratteristiche peculiari dell’Italia, che rendono la tratta lavorativa in agricoltura centrale per il dibattito nazionale. Inoltre, l'Italia condivide alcune caratteristiche con altri paesi europei, e dunque alcune lezioni apprese da questo caso possono essere discusse alla luce del dibattito internazionale. In primo luogo, un’analisi a livello macro esamina come i fattori strutturali associati nella letteratura internazionale alla tratta lavorativa si concretizzano nel contesto italiano. I risultati mostrano che il sistema stesso sembra creare un terreno fertile per lo sviluppo e il mantenimento della tratta lavorativa: la vulnerabilità dei lavoratori migranti è insita nell'attuale quadro normativo dell’immigrazione; la filiera agroalimentare impone ai produttori la riduzione del costo della forza lavoro; e l'attuale sistema legale basato sulla repressione delle condotte criminose inquadrate come eventi eccezionali è insufficiente. In secondo luogo, un’analisi a livello meso descrive le caratteristiche generali delle reti della tratta lavorativa in Italia. Quattro casi studio selezionati con un metodo razionale e sistematico sono poi approfonditi per identificare le principali caratteristiche, modalità e organizzazione relazionale dei reati, e i metodi con cui viene sviluppata e mantenuta la condizione di sfruttamento delle vittime. I risultati mostrano che nei quattro casi studio le reti si sviluppano e si adattano alle opportunità offerte dal sistema legale. I risultati e gli insegnamenti tratti dal caso italiano sono infine discussi alla luce del dibattito internazionale sulla tratta lavorativa.
Labour trafficking in Europe is a serious crime against persons, violating their fundamental human rights. Existing research primarily focuses on the victims, while data on offenders and the manner in which they exploit vulnerabilities is less developed. Recent trends in criminological literature are highlighting how the past lack of research is related to the lack of robust data, but also to traditional rigid approaches with exception to few extreme cases. On the contrary, they call for more flexible concepts recognising that labour trafficking is not only the product of offenders’ will, but has deep roots embedded in the socioeconomic system. Elaborating on these indications, this research focuses on the Italian agriculture sector, which has not yet been examined in literature from a criminological perspective, with the aim to understand the mechanisms through which labour trafficking originates and develops. This choice has been made because the characteristics particular to Italy make labour trafficking in agriculture central to the debate within the country; and because Italy shares some characteristics with other European countries, so some lessons learnt from this case can be discussed in light of the international debate on labour trafficking. First, a macro-analysis examines how the structural factors associated in the international literature with labour trafficking take shape in the Italian context. The results show that the system itself seems to create a fertile ground for labour trafficking to develop and maintain: migrant workers’ vulnerability is inherent in the current migration regulatory framework; the agrifood supply chain makes it necessary for producers to lower the cost of workforce; and the current legal system based on the repression of abusive conducts seen as exceptional events proves ineffective. Second, a meso-analysis at organisation/network level describes the general characteristics of labour trafficking networks in Italy, and then zooms in four case studies selected through a rational systematic method to identify the main features, modalities, and relational organisation of the crime commission, and how the exploitative condition of the victims is developed and maintained. The results show that in the four case studies the trafficking networks develop and adapt to the opportunities offered by the legal system. The results are finally discussed in light of the international debate on labour trafficking, and the lessons learned from the case of Italy.
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MARCHESI, MARTINA ELENA. "Lo sfruttamento delle vulnerabilità sistemiche da parte delle reti della tratta lavorativa in Europa: il caso del settore agricolo italiano". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/92060.

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La tratta degli esseri umani a scopo di sfruttamento lavorativo (tratta lavorativa, labour trafficking) in Europa è un grave crimine contro le persone, che viola i diritti umani. La ricerca esistente si concentra principalmente sulle vittime, mentre lo studio degli autori di reato e sul modo in cui sfruttano le vulnerabilità del sistema è meno sviluppato. Questo è dovuto in parte alla mancanza di dati robusti, ma anche a un approccio della ricerca criminologica tradizionalmente rigido e settoriale. Al contrario, lo studio della tratta lavorativa richiede concetti flessibili, che riconoscano le radici profonde di questo fenomeno nell’intero sistema socioeconomico, più che il semplice prodotto della volontà degli autori dei reati. Partendo dalle indicazioni della letteratura, questa ricerca si concentra sul settore agricolo italiano, non ancora esaminato da un punto di vista criminologico. L’obiettivo è la comprensione dei meccanismi attraverso i quali la tratta lavorativa nasce e si sviluppa. La scelta del contesto dello studio è dovuta alle caratteristiche peculiari dell’Italia, che rendono la tratta lavorativa in agricoltura centrale per il dibattito nazionale. Inoltre, l'Italia condivide alcune caratteristiche con altri paesi europei, e dunque alcune lezioni apprese da questo caso possono essere discusse alla luce del dibattito internazionale. In primo luogo, un’analisi a livello macro esamina come i fattori strutturali associati nella letteratura internazionale alla tratta lavorativa si concretizzano nel contesto italiano. I risultati mostrano che il sistema stesso sembra creare un terreno fertile per lo sviluppo e il mantenimento della tratta lavorativa: la vulnerabilità dei lavoratori migranti è insita nell'attuale quadro normativo dell’immigrazione; la filiera agroalimentare impone ai produttori la riduzione del costo della forza lavoro; e l'attuale sistema legale basato sulla repressione delle condotte criminose inquadrate come eventi eccezionali è insufficiente. In secondo luogo, un’analisi a livello meso descrive le caratteristiche generali delle reti della tratta lavorativa in Italia. Quattro casi studio selezionati con un metodo razionale e sistematico sono poi approfonditi per identificare le principali caratteristiche, modalità e organizzazione relazionale dei reati, e i metodi con cui viene sviluppata e mantenuta la condizione di sfruttamento delle vittime. I risultati mostrano che nei quattro casi studio le reti si sviluppano e si adattano alle opportunità offerte dal sistema legale. I risultati e gli insegnamenti tratti dal caso italiano sono infine discussi alla luce del dibattito internazionale sulla tratta lavorativa.
Labour trafficking in Europe is a serious crime against persons, violating their fundamental human rights. Existing research primarily focuses on the victims, while data on offenders and the manner in which they exploit vulnerabilities is less developed. Recent trends in criminological literature are highlighting how the past lack of research is related to the lack of robust data, but also to traditional rigid approaches with exception to few extreme cases. On the contrary, they call for more flexible concepts recognising that labour trafficking is not only the product of offenders’ will, but has deep roots embedded in the socioeconomic system. Elaborating on these indications, this research focuses on the Italian agriculture sector, which has not yet been examined in literature from a criminological perspective, with the aim to understand the mechanisms through which labour trafficking originates and develops. This choice has been made because the characteristics particular to Italy make labour trafficking in agriculture central to the debate within the country; and because Italy shares some characteristics with other European countries, so some lessons learnt from this case can be discussed in light of the international debate on labour trafficking. First, a macro-analysis examines how the structural factors associated in the international literature with labour trafficking take shape in the Italian context. The results show that the system itself seems to create a fertile ground for labour trafficking to develop and maintain: migrant workers’ vulnerability is inherent in the current migration regulatory framework; the agrifood supply chain makes it necessary for producers to lower the cost of workforce; and the current legal system based on the repression of abusive conducts seen as exceptional events proves ineffective. Second, a meso-analysis at organisation/network level describes the general characteristics of labour trafficking networks in Italy, and then zooms in four case studies selected through a rational systematic method to identify the main features, modalities, and relational organisation of the crime commission, and how the exploitative condition of the victims is developed and maintained. The results show that in the four case studies the trafficking networks develop and adapt to the opportunities offered by the legal system. The results are finally discussed in light of the international debate on labour trafficking, and the lessons learned from the case of Italy.
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ROSSI, CHIARA. "GLI ESSERI UMANI SONO ESSERI MUSICALI? RELAZIONI TRA TRATTI DI PERSONALITÀ, BENESSERE PSICOLOGICO E MUSICA". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2023. http://hdl.handle.net/10280/134701.

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Introduzione: La musica risuona in modo diverso in ogni singola persona e può rivelare alcune informazioni implicite sulle caratteristiche individuali. Inoltre, può essere utilizzata come un valido strumento per migliorare il benessere di diverse popolazioni. Metodi: Questa tesi è composta da tre studi: una revisione sistematica della letteratura scientifica sulla relazione tra l'ascolto della musica, le caratteristiche individuali e il benessere; uno studio esplorativo che indaga le preferenze musicali e i tratti di personalità degli italiani, ma anche il benessere psicologico della popolazione italiana (in relazione all'epidemia COVID-19); uno studio pilota sperimentale su un campione di atleti per esplorare l'effetto dell'ascolto della musica sulla respirazione diaframmatica e sul benessere. Risultati: I primi due studi hanno sottolineato l'influenza dei tratti della personalità sulle scelte musicali. Inoltre, i risultati del secondo studio hanno fortemente sostenuto l'esistenza di una struttura a 5 fattori delle preferenze musicali (etichettata con l'acronimo MUSIC). Nell'ultimo studio, l'intervento di ascolto della musica ha migliorato la frequenza respiratoria media, il controllo e regolazione delle emozioni, la preparazione alla competizione e la fiducia in se stessi nei giovani tennisti. Conclusioni: I risultati finali sono incoraggianti e possono offrono una base per lo sviluppo di interventi basati sulla musica per tutte le categorie di persone al fine di migliorare il benessere.
Background: Music resonates differently in every single person and can reveal some implicit information about personal characteristics. Moreover, music can be used as an appropriate and effective way to improve well-being among different populations. Methods: This thesis is composed of three studies: a systematic review of the scientific literature on the relationship between everyday music listening, individual characteristics, and well-being; an exploratory study that investigates the Italian music preferences and personality traits but also the Italian population's psychological well-being (related to the COVID-19 outbreak); an experimental pilot study on a sample of athletes to explore the effect of music listening on diaphragmatic breathing and well-being. Results: The first two studies underlined the influences that personality traits play on music choices. In addition, findings from the second study strongly supported the existence of a 5-factor structure of music preferences (labeled with the acronym MUSIC). In the last study, the music listening intervention improved the average respiratory rate, self-emotional regulation and control, preparation for competition, and self-confidence of young tennis players. Conclusion: The overall findings are encouraging and can offer a foundation for the development of music-based interventions for all categories of people in order to enhance well-being.
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CORASANITI, VITTORIO. "I trattati contro la criminalità organizzata". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2014. http://hdl.handle.net/10281/53047.

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El tema de la criminalidad organizada es considerado a menudo desde una perspectiva meramente represiva, sin embargo existen otros aspectos importantes que conciernen no sólo a los grupos criminales sino también a la sociedad dentro de la cual dichos grupos se constituyen y operan. Este trabajo propone un acercamiento a la criminalidad organizada desde una doble perspectiva, represiva y preventiva, analizando mediante el derecho internacional las reglas para contrastar a los grupos criminales e intervenir en las conductas mafiógenas que inconscientemente puedan tener los individuos que componen la sociedad, aplicando comportamientos estereotipados que terminan justificando la existencia de la criminalidad organizada. En la lucha contra este fenómeno, la prevención es considerada como aspecto primario no sólo para contrastar los delitos más graves que puedan llegar a lesionar la integridad física de los individuos, sino también para los crímenes que afectan a la sociedad y la completa afirmación del estado de derecho como la corrupción y los delitos de cuello blanco.
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GENOVESE, DIANA. "Tra dignità e libertà: la tratta di esseri umani e lo sfruttamento lavorativo dei migranti". Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/2158/1170343.

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Resumen
La presente trattazione si propone di analizzare gli strumenti normativi di contrasto alle attuali forme di sfruttamento lavorativo in Italia, in una prospettiva che metta al centro del dibattito l’importanza dei valori da tutelare e le vittime da proteggere. L’obiettivo finale è quello di ricostruire, a partire da un’approfondita analisi del panorama giuridico internazionale, come interpretato dalle Corti e dalle organizzazioni internazionali, i rapporti tra la tratta di esseri umani (in particolare, a fini di sfruttamento lavorativo) e lo sfruttamento lavorativo tout court nel quadro normativo interno in cui la distinzione si fa estremamente complessa, in considerazione dell’identità del bene giuridico tutelato da queste fattispecie, ossia la dignità. Il primo capitolo analizza l’evoluzione a livello internazionale del concetto di tratta a partire dall’inizio del XX secolo fino alla sua cristallizzazione nel Protocollo addizionale alla Convenzione sul crimine transnazionale organizzato firmata a Palermo nel 2000, che ha distinto per la prima volta la tratta di esseri umani (Protocollo sul trafficking) dal traffico dei migranti (Procollo sullo smuggling). Tale premessa storica appare essenziale alla comprensione di come il concetto di tratta di esseri umani sia stato per molto tempo, e per certi versi continui ad essere – almeno nel discorso pubblico e nelle aule giudiziarie – un concetto fortemente legato alla schiavitù (tratta degli schiavi) e alla prostituzione (tratta delle bianche). La tesi proposta è che la definizione adottata nel Protocollo sul trafficking di Palermo abbia svincolato la condotta sia dall’una che dall’altra, offrendo all’interprete una fattispecie potenzialmente capace di raggiungere tutte le più attuali e gravi forme di sfruttamento, in particolare, quello lavorativo. Il secondo capitolo affronta, conseguentemente, il dibattito accademico e giurisprudenziale scaturito a livello internazionale dall’adozione del Protocollo sul trafficking. La definizione di tratta di esseri umani ivi accolta è stata, infatti, lodata per le sue innumerevoli potenzialità applicative e allo stesso tempo osteggiata per la sua limitatezza rispetto alla capacità di raggiungere le «moderne forme di schiavitù». Proprio il rapporto tra tratta di esseri umani e schiavitù si pone al centro delle riflessioni delle Corti internazionali, come vedremo analizzando, in particolare, le decisioni del Tribunale penale internazionale per la Ex-Iugoslavia e della Corte europea dei diritti dell’Uomo. Nel ripercorrere i temi essenziali di questo dibattito, si è reso necessario effettuare, parallelamente, una ricognizione delle innovazioni normative in ambito UE e a livello del Consiglio d’Europa, anche al fine di apprezzarne gli effetti sull’ordinamento giuridico italiano. Dal punto di vista sociologico, i mutamenti che nel tempo hanno interessato le rotte e i metodi della tratta di esseri umani a livello internazionale sono, invece, analizzati mediante gli studi dell’UNODC (United Nations Office on Drugs and Crime). Proprio partendo dall’interpretazione evolutiva della definizione di trafficking da quest’ultimo proposta, si tenterà di restituire l’attuale complessità di un quadro giuridico internazionale in cui la tratta di esseri umani finisce per identificarsi con lo sfruttamento, a prescindere dallo spostamento nello spazio della vittima che lo subisce. A tal fine, si è reso necessario scandagliare gli innumerevoli problemi sottesi alla fattispecie di tratta di esseri umani a fini di sfruttamento lavorativo: dalla nozione di sfruttamento lavorativo a quella di abuso di una posizione di vulnerabilità, quale mezzo della condotta più frequente nelle attuali modalità di reclutamento delle vittime. In conclusione al secondo capitolo, si è ritenuto opportuno concentrarsi sulle ripercussioni di questo dibattito sulla, ormai sempre più labile, distinzione tra trafficking e smuggling. L’obiettivo è quello di problematizzare la netta separazione dei due concetti, che non trova spesso riscontro nei gli attuali contesti dei cosiddetti mixed flows, ove i trafficanti presentano sorprendenti capacità di adattarsi alle legislazioni esistenti, sfruttando nuovi fattori di vulnerabilità, fino ad intrecciarsi con i percorsi della protezione internazionale. Il terzo e il quarto capitolo sono dedicati alla ricognizione del panorama legislativo italiano in tema di tratta di esseri umani e, in particolare, agli effetti dell’evoluzione giuridica internazionale sul piano ordinamentale interno. Il terzo capitolo analizza come l’Italia abbia recepito i concetti di trafficking e smuggling, non senza confusioni o sovrapposizioni. Da una parte, il notevole ritardo nell’attuazione della definizione internazionale di tratta di esseri umani, ha comportato, per molti anni, una sostanziale inapplicazione dell’art. 601 c.p. (reato di tratta), rimasto ancorato alle incertezze applicative dell’art. 600 c.p. (reato di schiavitù). Dall’altra parte, il reato di smuggling è stato inserito all’interno della normativa penale sull’immigrazione, con modalità per certi versi inedite rispetto al panorama normativo internazionale e comunitario. Si è, infatti, sganciata la punibilità del traffico di esseri umani dalla necessità dello scopo del profitto e, parallelamente, sono state configurate fattispecie aggravate, mediante l’innesto dell’elemento dello sfruttamento (della prostituzione e, più tardi, anche di quello lavorativo) su condotte di smuggling. Le ipotesi di sfruttamento lavorativo degli stranieri irregolari sono state, a loro volta, ricondotte ad un’ulteriore fattispecie del Testo Unico Immigrazione, volta a punire il favoreggiamento della permanenza irregolare degli stranieri sul territorio italiano. Viene presentato come emblematico di questa impostazione il caso di Prato e delle indagini svolte dalla Procura in seguito all’incendio di un’azienda di confezioni cinese. Sul fronte del trafficking, il nostro ordinamento si è allineato alla definizione internazionale del Protocollo di Palermo solo nel 2014, con la recezione della Direttiva 2011/36/UE. Questa modifica ha consentito un definitivo allontamento del reato di cui all’art. 601 c.p. da quello di cui all’art. 600 c.p., determinando una profonda trasformazione dei rapporti tra le due fattispecie, anche dal punto qualitativo. Come si cercherà di dimostrare prendendo in esame l’evoluzione della giurisprudenza di legittimità e il dibattito internazionale analizzato nel secondo capitolo, le due fattispecie devono distinguersi, in primo luogo, per una diversa oggettività giuridica, essendo la schiavitù volta a tutelare lo status liberatis, e la tratta di esseri umani la dignità umana. Al fine di evidenziare le potenzialità applicative del nuovo reato di tratta di esseri umani (art. 601 c.p.), anche con riferimento all’introduzione, tra i mezzi della condotta, dell’abuso della posizione di vulnerabilità, si è deciso di soffermarci sul caso delle donne rumene sfruttate nella fascia trasformata di Ragusa. Un caso che appare paradigmatico della vulnerabilità connessa alla tratta di esseri umani. L’ultima parte del terzo capitolo si concentra sulle forme di protezione per le vittime di tratta e di grave sfruttamento nel nostro ordinamento, dedicando particolare attenzione all’art. 18 T.U.I. e all’interpretazione che di questa norma si è data nella prassi amministrativa e giudiziaria. La tesi sostenuta, anche alla luce delle norme internazionali rilevanti, è che se si muove da una concezione di dignità umana, declinata in termini tali da non porsi in conflitto con la libertà di ciascuno, è necessario un utilizzo dell’art. 18 orientato ad individuare i più adeguati meccanismi di protezione delle vittime di sfruttamento lavorativo, a prescindere dalla qualificazione giuridica e dalla rilevanza penale dello sfruttamento cui è sottoposta la vittima bisognosa di protezione. Il tema della protezione è, infine, collegato a quello dell’identificazione delle vittime di tratta e di sfruttamento, in particolare, nell’ambito dei percorsi della protezione internazionale, dove le Commissioni Terrioriali per il riconoscimento della protezione internazionale e i Giudici della Sezione specializzata in materia di protezione internazionale sono chiamati ad implementare delle corrette procedure di referral. Il quarto e ultimo capitolo prende in considerazione le innovazioni alla normativa in materia di contrasto allo sfruttamento lavorativo, su un piano prettamente interno, apportate dal decreto legge n. 138/2011 e dalla legge n. 199/2016. Quest’ultima modifica, in particolare, ha introdotto il reato di sfruttamento lavorativo in Italia (art. 603-bis c.p.), imponendo una necessaria ridefinizione dei rapporti con le altre norme penali esistenti, in particolare con l’art. 601 c.p. Le potenzialità offerte dal nuovo reato di sfruttamento lavorativo, che verranno evidenziate mediante l’analisi di alcune sentenze di merito e di legittimità e delle inchieste avviate prima e dopo la legge n. 199/2016, saranno messe a confronto con l’attuale realtà fenomenologica del caporalato e dello sfruttamento lavorativo in alcune Province del Sud Italia, prima fra tutte, quella di Foggia.
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FILIPPI, SILVIA. "LA VULNERABILITÀ NELLA TRATTA DI ESSERI UMANI PER SFRUTTAMENTO SESSUALE IN ITALIA". Doctoral thesis, 2022. http://hdl.handle.net/2158/1280964.

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La ricerca si inserisce all’interno dei dibattiti scientifici sulla vulnerabilità sviluppatisi nel panorama internazionale ed ancora poco esplorati nel contesto italiano, rifacendosi in particolare alle teorie della filosofa giuridica Martha Alberson Fineman. L’obiettivo del progetto era quello di applicare la teoria della vulnerabilità di Fineman al fenomeno della tratta di esseri umani per sfruttamento sessuale in Italia. A tal fine, sono state raccolte le letture della vulnerabilità di quei soggetti che rappresentano l’anello di congiunzione più vicino con il fenomeno oggetto di studio e che promuovono un sindacato sulla medesima. Ciò ha permesso di evidenziare e descrivere le conseguenze legate alle diverse interpretazioni della vulnerabilità, sia rispetto all’applicazione del dato normativo, che alla quotidianità degli interventi (come sul riconoscimento e sull’emersione del fenomeno, sull’identificazione delle vittime).
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SCOLARI, BALDASSARE. "State Martyr Representation and Performativity of Political Violence". Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251176.

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L’indagine prende in esame l’uso e la funzione politica della figura del martire nello spazio pubblico contemporaneo. La ricerca, pur nel riferimento consapevole alla consolidata letteratura ormai classica sull'argomento, ha tra i propri riferimenti filosofici specificatamente la teoria del discorso di Michel Foucault, con la sua metodologia dell’analisi discorsiva, e segue un approccio transdiscipli¬nare fra scienze culturali e filosofia. Essa ha come punto di partenza, come caso di studio, la rappresentazione mediale del politico e statista democristiano Aldo Moro quale martire di stato durante e dopo il suo assassinio per opera delle Brigate Rosse nel 1978. La ricerca si sviluppa sulla scorta dell’ipotesi di una connessione fra procedure di legittimazione dell’autorità politica e delle strutture di potere e l’emergere della figura del martire di Stato. Le rappresentazioni martirologiche sono considerate pratiche discorsive performanti, attraverso le quali la morte di Moro viene ad assumere il significato di un martirio per lo Stato, la Repubblica Italiana e i valori democratici. L’ipotesi di lavoro è che, attraverso l’allocazione dello statuto di martire, la morte di Moro acquisisca il significato di un atto (volontario) di testimonianza della verità assoluta e trascendentale dei diritti umani, garantiti dalla costituzione (in particolare articolo 2 della Costituzione Italiana), così come della necessità dello Stato come garante di tali diritti. Attraverso questa significazione, la figura di Moro assurge inoltre a corpo simbolico dello Stato-nazione, legittimando lo stesso e fungendo da simbolo d’identificazione collettiva con la nazione. Si tratta qui di mettere in luce il rapporto intrinseco fra la figura del martire e una narrazione mitologica dello Stato, dove mito sta a indicare un «assolutismo del reale» (Absolutismus der Wirklichkeit). La ricerca vuole altresì mettere in luce la dimensione strumentale delle rappresentazioni martirologiche di Aldo Moro, le quali hanno mantenuto e tuttora mantengono un’efficacia performativa nonostante il chiaro ed evidente rifiuto, espresso da Moro stesso, di essere sacrificato «in nome di un astratto principio di legalità.» La ricerca si propone di dimostrare la valenza di tale ipotesi di lavoro attraverso l’analisi dell’apparizione e diffusione delle rappresentazioni martirologiche di Aldo Moro in forme mediali differenti nell’intervallo temporale di quattro decenni. Il corpus delle fonti preso in esame include: articoli di giornali e riviste, i documenti prodotti da Moro e della Brigate Rosse durante i 55 giorni di sequestro, trasmissioni televisive (documentari e reportage), opere letterarie e cinematografiche. La teoria discorsiva e l’analisi archeologico-genealogica sviluppate da Michel Foucault fungono da base teorico-metodologica del lavoro. Il taglio transdisciplinare dell’indagine rende necessaria la distinzione di due diversi piani di ricerca. In primo luogo, ci si pone come obiettivo di individuare e analizzare le diverse rappresentazioni come elementi di una formazione discorsiva il cui tema comune è la morte di Aldo Moro. Si tratta di operare una ricognizione, attraverso il lavoro empirico, dei modi di rappresentare l’uccisione di Aldo Moro e di individuare le regole che determinano ciò che può essere detto e mostrato a tale riguardo. In secondo luogo, a partire da qui, ci si propone di fare un’analisi critica dell’uso e della funzione del linguaggio e della simbologia di matrice religiosa all’interno della forma¬zione discorsiva presa in esame. L'obiettivo è di mettere così in luce non solo il dispositivo di legittimazione politica che presiede alla costruzione della figura del martire, ma anche la sua polivalenza.
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