Literatura académica sobre el tema "Trasformazione genetica"

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Artículos de revistas sobre el tema "Trasformazione genetica"

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Gambino, Gabriella. "Il corpo de-formato tra cultura diagnostica e “geneticizzazione” della medicina". Medicina e Morale 50, n.º 3 (30 de junio de 2001): 477–90. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2001.725.

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Resumen
Nei Paesi anglo-americani la tradizionale concezione antropologica ed ontologica della corporeità, proveniente dall’eredità classica del continente europeo, sta gradualmente subendo una profonda e radicale trasformazione, che si sta manifestando nell’approvazione sociale di pratiche bio-mediche di intervento e manipolazione della capacità riproduttiva dell’uomo e della vita prenatale, come la fecondazione artificiale, la clonazione, la diagnosi e la terapia genica. Tali pratiche, lungi dal condurre a risultati efficaci per la cura delle innumerevoli patologie che ancora affliggono l’umanità, contribuiscono piuttosto a modificare il rapporto dell’uomo moderno con la propria corporeità, con i concetti di salute, di malattia, di procreazione e genitorialità. In particolare, tra le svariate possibilità bio-mediche che la genetica offre alle coppie che desiderano un figlio, la diagnosi genetica prenatale di malformazioni congenite nel concepito è diventata negli ultimi decenni una pratica “di routine”, che sta radicalmente modificando il rapporto della donna con la propria maternità e con il figlio desiderato. Le conseguenze di questa trasformazione non sono sempre positive: essa si colloca, infatti, nell’ambito di un contesto socio-culturale dominato dall’immagine antropologica di una corporeità biologicamente e geneticamente perfetta, funzionale e pienamente rispondente ai bisogni indotti dalla società produttivistica del nostro tempo. La letteratura scientifica anglo-americana evidenzia in maniera peculiare questo fenomeno, che in termini epistemologici e culturali incide sui concetti di “normalità”, di malattia, di qualità della vita, aprendo facilmente la strada ad una medicina “eugenetica” e selettiva nei confronti degli individui geneticamente imperfetti. La genetica diviene così, sempre più, la lente attraverso la quale osservare l’uomo, lo strumento potente che riduce l’individuo ai suoi geni e ai suoi tratti genetici difettosi. In questo contesto, diventa allora fondamentale far riemergere la coscienza di una dimensione etica della conoscenza diagnostica, che possa guidare lo scienziato e il medico nel lungo e difficile cammino per scoprire e combattere le malattie genetiche che affliggono l’umanità, nella piena consapevolezza del valore inestimabile di ogni esistenza umana, per quanto colpita dalla sofferenza e dalla malattia.
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Cao, L., E. Y. Choi, X. Liu, A. Martin, C. Wang, X. Xu, M. J. During, Paola Fierabracci, Silvia Martinelli y Gaia Scabia. "“Trasformazione” fenotipica da tessuto adiposo bianco a tessuto adiposo bruno mediante attivazione genetica ed ambientale dell’asse ipotalamo-adipocita". L'Endocrinologo 12, n.º 6 (diciembre de 2011): 312–13. http://dx.doi.org/10.1007/bf03344864.

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Bianca, M. "Biosfera e trasformazioni genetiche". Global Bioethics 2, n.º 5 (enero de 1989): 29–41. http://dx.doi.org/10.1080/11287462.1989.10800523.

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Marchitiello, Marco, Carlo Pisano y Giuseppe De Luca. "Il codice genetico dei Piani Strategici Metropolitani". TERRITORIO, n.º 99 (agosto de 2022): 149–63. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-099020.

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Resumen
Il passaggio dalla dimensione provinciale a quella metropolitana ha segnato una trasformazione potenzialmente decisiva nella modalità di gestione del territorio italiano. Nonostante l'ampia risonanza data alla legge 56/2014, ad oggi solo otto Piani Strategici Metropolitani (psm) risultano approvati e la letteratura presenta un numero molto limitato di studi comparativi sull'argomento. Questo contributo analizza la forma e la struttura dei primi sette psm approvati, attraverso l'utilizzo di un metodo analitico-comparativo che ha consentito la loro restituzione in forma grafica. I risultati dello studio illustrano i psm analizzati attraverso sette figure generate da un processo di destrutturazione e ricomposizione degli argomenti, dei metodi e dei processi applicati nel loro confezionamento, delineandone differenze e facilitando una più efficace comparazione.
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Parente, Ferdinando. "I diritti umani di quarta generazione: il brevetto su materiale biotecnologico e sull’embrione umano". Revista de la Facultad de Derecho de México 70, n.º 276-2 (4 de marzo de 2020): 493. http://dx.doi.org/10.22201/fder.24488933e.2020.276-2.75191.

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Resumen
Nella cultura giuridica contemporanea, l’elaborazione della categoria dei “diritti umani di quarta generazione”, declinata sulla fenomenologia della sperimentazione corporea e sulle nuove scoperte biotecnologiche, ha potenziato i regimi di salvaguardia dell’uomo come valore fondante dell’ordinamento (artt. 2, 3, 13 ss., 32, 36 cost.). Tuttavia, le tecnologie genetiche e le sperimentazioni sul corpo del nato e sull’embrione umano, se, un lato, destano entusiasmi, dall’altro, preoccupano quanti intravedono nelle nuove applicazioni sperimentali il rischio della trasformazione dell’uomo in un assemblaggio di elementi surrogabili. Di qui, l’esigenza di subordinare il giudizio di liceità della ricerca sperimentale sull’uomo e sull’embrione umano e il riconoscimento del brevetto per invenzioni biotecnologiche umane al rispetto della dignità e degli altri diritti esitenziali della persona. Questo giudizio deve essere condotto caso per caso, per ogni singola tecnica utilizzata, in considerazione delle finalità perseguite e dei rischi connessi alla sua applicazione.
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Italia, Paola. "Il romanzo digitale:". Textual Cultures 12, n.º 2 (29 de agosto de 2019): 57–70. http://dx.doi.org/10.14434/textual.v12i2.27688.

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Resumen
L’articolo propone una riflessione sullo stato dell’arte del romanzo italiano nel mondo digi- tale svolta attraverso l’analisi dei testi in prosa della modernità presenti nel portale Biblio- teca Italiana e affronta i casi di studio di Manzoni, Pirandello e Tozzi, per analizzare tre progetti complementari e diversi di edizione cartacea e digitale, e di interazione tra ricerca accademica, istituzioni bibliotecarie ed editoria. I casi mostrano come il romanzo, per la sua polifonia, le sue dinamiche genetiche, la sua contaminazione con le arti visive e drammati- che, richieda una infrastruttura digitale che metta in relazione tutti questi aspetti tra loro, anche in chiave didattica, costituendo un banco di prova della necessaria trasformazione dell’edizione critica digitale in un sito di ricerca e conoscenza dei testi e dei loro autori. This article proposes a reflection on the state of the art of the Italian novel in the digital world carried out through the analysis of modern prose texts in the website BibliotecaItaliana.it, examining the case studies of Manzoni, Pirandello, and Tozzi, and in particular three com- plementary projects and several digital editions as well as interactions among academic rese- arch, institutions, librarians, and publishers. The case studies show how the novel — thanks especially to its polyphony, its genetic dynamics and contamination with the visual and dra- matic arts — requires an infrastructure that also links all these aspects from an educational point of view. The novel may be considered as a testing ground for the necessary transforma- tion of the digital critical edition into a “knowledge site” of texts and their authors.
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Tambone, Vittoradolfo y Giampaolo Ghilardi. "Metafisica dello zigote / Embryo’s metaphysics". Medicina e Morale 67, n.º 6 (25 de enero de 2019): 653–76. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2018.561.

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Resumen
Il lavoro prende in considerazione gli aspetti teologici e filosofici dello statuto metafisico dell’embrione umano. Dapprima si analizzano le fonti magisteriali e teologiche del tema, cercando di dare risposta alla domanda sull’origine morale della questione. Si delinea quindi il profilo epistemologico del problema, analizzando l’aspetto ontologico del tema e volendo dare risposta alla domanda cosa/chi sia l’embrione. Per fare questo si sviluppano due vie investigative parallele: si valutano gli impliciti filosofico-teoretici che hanno determinato la storia del dibattito; si analizzano le caratteristiche biologiche dell’embrione inerenti alla sua trasformazione seguendo tre direttrici. I “Lo zigote si trasforma”; II “segue indicazioni interne (che dà a se stesso); III “l’appartenenza alla specie parentale”. Si studiano dunque i principi metafisici del mutamento di cui lo zigote è protagonista; l’entelechia che viene oggi riscontrata a mezzo delle nuove conoscenze biologiche disponibili in letteratura; il profilo genetico che ci permette di sviluppare nuove considerazioni sull’appartenenza di specie oltre a quelle sull’individualità. ---------- This work takes into account the theological and philosophical perspectives related to the Embryo’s Metaphysics. Therefore, we firstly outline the magisterial sources of the theme, aiming to give an answer to the issue on the moral origin of the question. We outline then the epistemological side of the problem, analyzing the ontology of embryo and therefore trying to answer the question: what/who is the embryo. In order to achieve this goal, we follow two pathways: we look at the theoretical and philosophical roots of the debate on the embryo’s status; we study embryo’s biology inherent her transformation along three main directions. I) Embryo transforms herself; II) Embryo follows internal directions she gives herself; III) Embryo performs this task according to her species. In the end, we study the metaphysical principles of movement according to the kinematic nature of the embryo together with her entelechy and the genetic profile, which allow us to shed new light on embryo’s species and individuality.
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Di Liddo, Felicia, Pierluigi Morano, Francesco Tajani y Carmelo Maria Torre. "An innovative methodological approach for the analysis of the effects of urban interventions on property prices [Un approccio metodologico innovativo per l’analisi degli effetti degli interventi di trasformazione urbana sui valori immobiliari]". Valori e Valutazioni 26 (19 de diciembre de 2020): 25–49. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20202604.

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Resumen
The evaluation of the effects that an urban interventiongenerates on the area in which it is realized, and moregenerally on the city-system, plays a central role in thedefinition of its effectiveness, as it measures the effectsthat may derive from its implementation in terms of im-proving the quality level of the natural and built envi-ronment. The present research intends to propose andtest a methodological and operational approach to eva-luate, with quantitative indicators, the effects that anurban redevelopment initiative can have on propertyprices. In particular, the aim of the work concerns thedevelopment of a procedural protocol articulated intoclear and replicable phases, in order to support the ana-lysis of the urban transformation effects. The protocolis applied to four redevelopment projects currently inprogress, located in four municipal trade areas in thecity of Bari (Southern Italy). For each urban area, a sam-ple of two hundred residential properties sold in the pe-riod 2017-2019 has been collected. The implementationof a genetic algorithm has allowed the definition of theeconometric price function, able of identifying the setof variables - intrinsic and extrinsic – which, in each ofthe four intervention areas, contributes to the formationof property prices in the “ante-project” situation. Theanalysis of the effects of urban redevelopment in termsof variation of the urban quality has been carried out.Through an exogenous approach based on the inter-view of experts and community individuals, the valuesof the factors related to the urban quality following theimplementation of the projects have been determinedagain (“post-project” situation). By inserting the new va-lues into the econometric price functions alreadyfound, the market values of the post-project situationhave been estimated. The comparison between ex anteand ex post market values shows the increase in pro-perty prices following the redevelopment initiative andallows to quantify it, confirming the full consistencywith the expected empirical trends.
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Silva, Agnaldo Plácido da, Eloá Jessica Mendes dos Santos Plácido y Walber Breno de Souza Moraes. "Gli impatti della zanzara transgenica sull’uomo e sull’ambiente". Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 15 de noviembre de 2020, 158–76. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/biologia-it/zanzara-transgenica.

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Resumen
Una delle maggiori sfide attualmente per la salute pubblica in Brasile e nel mondo sono le malattie trasmesse da vettori e le attuali misure di controllo sono inefficienti. Le zanzare sono tra i vettori di varie malattie, perché sono ematofagi, le femmine richiedono sangue nel periodo di ovulazione per la riproduzione e una volta contaminate, la zanzara può contenere batteri, protozoi e virus che vengono assegnati nelle loro ghiandole salivari, infettando così l’individuo direttamente nel flusso sanguigno. Aedes aegypti è responsabile delle malattie: dengue, zika, chikungunya e febbre gialla. Le forme di controllo per le zanzare vettoriali finora sono inefficaci, e con questo diverse tecnologie sono state sviluppate come alternative nel controllo e nel combattimento della zanzara Aedes aegypti. Con le recenti approvazioni per l’emissione di insetti geneticamente modificati, sono necessari studi più dettagliati per valutarne il potenziale ecologico e gli effetti evolutivi. Questi effetti possono verificarsi in due fasi: una fase transitoria quando la popolazione focale cambia in densità e una fase di stato stazionario quando raggiunge una densità nuova e costante. Con le innovazioni nel controllo vettoriale attraverso insetti geneticamente modificati ci danno una nuova prospettiva in relazione alla manipolazione genetica. Questo studio mira a valutare i potenziali effetti di un rapido cambiamento nella densità della zanzara Aedes aegypti correlata al controllo biologico attraverso la zanzara geneticamente modificata. Ci chiediamo quindi se la biotecnologia possa essere una soluzione ai problemi di salute pubblica nel caso della zanzara Aedes aegypti o un problema? Poiché la trasformazione o le modifiche di questi esseri viventi nei laboratori sono nuove tecniche che finora è impossibile sapere quali saranno le conseguenze a lungo termine.
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Sanzone, A. y S. Erra. "Adenocarcinoma acinare prostatico: valutazione dell’espressione di IGFR come possibile bersaglio per terapie molecolari mirate". Working Paper of Public Health 2, n.º 1 (15 de junio de 2013). http://dx.doi.org/10.4081/wpph.2013.6752.

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Il notevole aumento dell’incidenza dell’adenocarcinoma acinare della prostata degli ultimi anni ha reso necessaria la ricerca di una terapia alternativa all’intervento chirurgico. Visto il ruolo fondamentale svolto dall’IGF-1R nel processo di trasformazione e progressione neoplastica, l’inibizione della sua cascata di trasduzione del segnale rappresenta un buon approccio terapeutico per lo sviluppo di terapie bersaglio specifiche. In questo studio è stata, quindi, valutata in immunoistochimica l’espressione di IGF-1R su tessuto neoplastico già diagnosticato su 90 casi selezionati, al fine di correlare la positività di IGF-1R al grading score delle neoplasie ed all’età dei pazienti affetti da adenocarcinoma acinare della prostata. Dai risultati ottenuti, si evince che non può essere individuata una categoria di pazienti che – a priori – può giovarsi della target therapy con anti IGF-1R. È, infatti, indispensabile testare ogni singolo caso attraverso indagini di immunoistochimica o di biologia molecolare per disegnare un profilo genetico del singolo tumore, al fine di individuare con attendibilità il bersaglio molecolare sensibile ad una terapia mirata, come può diventare – nell’immediato futuro – l’Insulin like Growth Factor Receptor.
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Tesis sobre el tema "Trasformazione genetica"

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Bisogno, Stefano. "Agrobacterium-mediated transformation of Jatropha curcas to overexpress a gene involved in the triglyceride biosynthetic pathway". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3426639.

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Resumen
Negative environmental consequences of fossil fuels and concerns about petroleum supplies have spurred the search for renewable transportation biofuels. To be a valuable alternative, a biofuel should provide a net energy gain, have environmental benefits, be economically competitive, and be producible in large quantities without reducing food supplies. Biodiesel is the most used alternative biofuel nowadays, along with bioethanol, in the world. Parent oil used in making biodiesel consists of triglycerides in which three fatty acid molecules are esterified with a molecule of glycerol. The trans-esterification produces methyl esters of fatty acids, which are biodiesel, and glycerol. The increasing demand of plant species producing oil rich seeds (i.e. Brassica napus, Glycine max and Helianthus annuus) is leading to the reduction of agricultural areas assigned to crops grown for human nutrition, and it is causing the increase in food prices. The aim of the proposed project (in collaboration with Geneticlab S.r.l.) is to design reliable protocols to produce biomass and to induce lipid accumulation in cell cultures obtained from a plant species known as high oleic: Jatropha curcas. This species has attracted the interest of various developmental agencies in the tropics and subtropics due to its easy adaptability to semi-arid marginal sites, use of the oil as a diesel fuel substitute and its use in erosion control. J. curcas is monoecious, with male and female flowers on the same plant, and its center of origin are Mexico and Central America. In its natural area of distribution, the species is most abundant in tropical savanna and monsoon climates and in temperate climates without a dry season and with a hot summer. The experimental approach followed two different directions: a) the establishment of protocols able to stimulate cells proliferation from leaf and seed explants; b) the search of easy and fast protocols useful to clonally propagate this species. Cell proliferation was obtained, on solid media and then in liquid media, in many different conditions of salt and phytohormone combinations. A suspension cell culture was characterized, and the biomass grew of seven fold in about three weeks, before entering stationary/death phase. On the other hand, in vivo propagation through cuttings was carried out from plants of different age and origin. The hardwood part of the plants is the most efficient in rooting and outliving. Organogenesis via a callus-mediated step and plant regeneration were achieved in vitro and acclimatization to natural environment was performed. Agrobacterium-mediated transformation was planned in order to overexpress an enzyme involved in the plant triglycerides biosynthesis pathway, because it could be a potential application for the production of plant cell cultures accumulating triglycerides. The Arabidopsis thaliana gene coding for the diacylglycerol acyltransferase enzyme (DGAT) has been cloned into the delivery plasmid pGreen0029 (KanR), under the control of the constitutive CaMV 35S promoter and three plasmids with different constructs have been obtained: pG29Y, harbouring the gene coding for the YFP; pG29HD, harbouring the gene coding for the DGAT with the HA flag at the 5’-terminal; pG29HDY, harbouring the fusion product of the two coding sequences considered before. Cell cultures transformed with pG29Y and pG29HDY allowed us to observe a different localized fluorescent signal, which could be explained with the expected insertion of DGAT in the ER membrane. A quantification of storage lipid content was set up. This colorimetric assay was performed on seeds and the cultured cell lines in order to quantify the intracellular triglycerides content. The lipid test will be performed on transformed Jatropha calli and regenerated plants to evaluate the result on lipid accumulation in tissues other than seeds. Some obtained results from this 3-years project have been applied with good results by Geneticlab company in the scale-up of cell cultures from laboratory to industrial level.
Le conseguenze negative derivate dall’uso dei combustibili fossili e la preoccupazione sulla durata delle riserve petrolifere hanno stimolato la ricerca di fonti di energia rinnovabili. Un biocarburante, per essere considerato una valida alternativa, deve essere poco inquinante, economicamente competitivo e deve poter essere prodotto in grandi quantità senza intaccare le risorse alimentari. Il biodiesel è uno dei biocarburanti più utilizzati al mondo e l’olio da cui deriva è costituito di trigliceridi (TAG), ovvero molecole di glicerolo esterificate con tre acidi grassi. La trans- esterificazione con metanolo di questi trigliceridi produce metil esteri di acidi grassi, che costituiscono il biodiesel vero e proprio, e glicerolo. La crescente domanda di specie in grado di produrre semi oleaginosi (come Brassica napus, Glycine max e Helianthus annuus) sta causando la riduzione delle aree agricole destinate alla coltivazione di colture edibili, causando l’aumento dei prezzi degli alimenti. L’obiettivo del progetto, in collaborazione con Geneticlab S.r.l., è l’ottenimento di protocolli in grado di indurre la produzione di biomassa e l’accumulo di lipidi in colture cellulari derivate da espianti di Jatropha curcas. Questa specie si adatta facilmente a climi semi aridi, è in grado di crescere su suoli poveri e marginali, è molto utile per combattere l’erosione e accumula molti trigliceridi nei semi. J. curcas è monoica, con fiori maschili e femminili sulla stessa infiorescenza; è una pianta originaria del Mexico o comunque del Centro America. Questa specie viene coltivata nelle zone tropicali e sub-tropicali e nei climi temperati caratterizzati da un’estate calda e l’assenza di una stagione secca. L’approccio sperimentale ha seguito due diverse direzioni: a) la messa a punto di protocolli in grado di stimolare la proliferazione cellulare a partire da diversi tipi di espianto; b) la ricerca di protocolli veloci e ripetibili utili alla propagazione della specie. La proliferazione cellulare è stata ottenuta, sia su mezzo solido che liquido con diverse concentrazioni di sali e di fitoregolatori. Le colture cellulari in sospensione sono state caratterizzate dimostrando che la biomassa ottenuta può aumentare fino a più di 7 volte, rispetto all’inoculo iniziale, in 3 settimane . La propagazione per talea è stata eseguita a partire da esemplari di diversa età e origine e la parte legnosa della pianta si è dimostrata essere la più efficiente nella radicazione. L’organogenesi da callo e la rigenerazione dell’intero individuo sono state ottenute in vitro; le piante così rigenerate riescono ad acclimatarsi all’ambiente naturale. La trasformazione mediata da Agrobacterium tumefaciens è stata programmata per sovraesprimere un enzima coinvolto nella via biosintetica dei trigliceridi. Questa strategia potrebbe permettere l’ottenimento di colture cellulari in grado di accumulare trigliceridi in grandi quantità. Il gene codificante la diacilglicerolo aciltransferasi (DGAT) di A. thaliana è stato clonato nel vettore pG0029 sotto il controllo del promotore costitutivo 35S e, in particolare, sono stati preparati tre diversi vettori plasmidici: nel plasmide pG29Y è inserita la sequenza codificante per la proteina fluorescente YFP; nel plasmide pG29HD quella codificante per l’enzima DGAT e nel plasmide pG29HDY quella codificante per il prodotto di fusione DGAT::YFP. Colture cellulari trasformate con i plasmidi pG29Y e pG29HDY hanno permesso di osservare un segnale di fluorescenza con una diversa localizzazione sub-cellulare per i due costrutti; è infatti noto da dati presenti in letteratura che l’enzima DGAT svolge la sua funzione nella membrana del reticolo endoplasmatico. È stato inoltre ottimizzato un saggio utile alla quantificazione dei trigliceridi intracellulari che ha permesso di valutare l’accumulo di TAG nei semi e nelle colture cellulari di J. curcas. Questo saggio verrà eseguito sulle colture cellulari e sui diversi tessuti delle piante trasformati. Alcuni dei risultati ottenuti durante i 3 anni di questo progetto sono stati applicati con buoni risultati dalla ditta Geneticlab S.r.l., permettendo il trasferimento di tecnologia dalla scala di laboratorio a quella industriale.
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PALMA, Daniela. "Trasformazione genetica di Vitis vinifera L. con costrutti che inducono il silenziamento genico post-trascrizionale". Doctoral thesis, 2012. http://hdl.handle.net/11562/393749.

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TRASFORMAZIONE GENETICA DI Vitis vinifera L. CON COSTRUTTI CHE INDUCONO IL SILENZIAMENTO GENICO POST-TRASCRIZIONALE La vite (Vitis vinifera L.) è una tra le più importanti specie coltivate del mondo. Obiettivi prioritari di molti programmi di miglioramento genetico della vite sono l’ottenimento di piante resistenti a vari stress biotici e il miglioramento di caratteri che interessano il controllo dello sviluppo e della qualità del frutto. L’obiettivo generale della mia tesi riguarda la trasformazione genetica di vite con costrutti che inducono il silenziamento genico post-trascrizionale (PTGS) per indurre resistenza multipla a virus o studiare la funzione genica di un gene. Il progetto include l’applicazione del protocollo di trasformazione genetica basata sul metodo dell’oraganogenesi (Mezzetti et al., 2002) sulle varietà Vitroblack, Pinot noir, e Corvina e il portainnesto 1103 Paulsen. Il primo obiettivo è quello di sviluppare un metodo per conferire una resistenza multipla al Grapevine Fan Leaf Virus (GFLV) e Grapevine Leaf Roll associated Viruses (GLRaV) in vite PTGS. Il costrutto genico hpViruses GFLV-GLRaV è stato utilizzato per la trasformazione genetica della pianta modello Nicotiana benthamiana. Parallelamente lo stesso costrutto è stato utilizzato per la trasformazione genetica sempre tramite Agrobacterium tumefaciens di vite. Per questi esperimenti sono state utilizzate due differenti cultivar di vite (Pinot noir e Corvina) ed un portinnesto (1103 Paulsen), seguendo il metodo descritto da Mezzetti et al. (2002). Due linee di corvina sono risultate positive all’analisi PCR. Germogli della cultivar Pinot noir e il portinnesto 1103 Paulsen trasformati con il costrutto hpVirusesGFLV-GLRaV, sono stati ottenuti attraverso selezione su substrati contenenti concentrazioni crescenti di kanamicina (25 mg/l, 35 mg/l e 50 mg/l) e radicazione a 35-50 mg/l. Il secondo obiettivo della mia tesi riguarda lo studio funzionale di geni coinvolti nello sviluppo del frutto, in particolare all’identificazione in vite gli ortologhi dei geni AUCSIA di pomodoro, analizzare la loro espressione durante lo sviluppo del frutto e sviluppare un metodo di trasformazione genetica in vite per studiarne la funzione tramite il silenziamento genico. Lo studio dell’espressione dei geni VvAUCSIA, è stato svolto nella varietà da tavola Silcora comparando piante controllo e piante trasformate con il gene DefH9-iaaM (Silcora clone A) nelle diverse fasi di crescita delle bacche dalle gemme dormienti alle bacche mature (dormienza-raccolta). In relazione alla trasformazione genetica, è stato realizzato un costrutto genico ad hairpin (hpVvAUCSIA1) disegnato per indurre il silenziamento genico post- trascrizionale (PTGS, Post-Transcriptional Gene Silencing) verso il gene AUCSIA1. Il costrutto è stato utilizzato per le prove di trasformazione genetica sulla cultivar da tavola a bacca nera di Vitis vinifera Vitroblack. La selezione dei putativi trasformanti è stata effettuata su substrati contenenti l’agente selezionante kanamicina alla concentrazione di 25 mg/l. Sette linee radicate analizzate per PCR, risultano positive.
GENETIC TRANSFORMATION OF Vitis vinifera L. WITH CONTRUCTS THAT ELICIT THE POST-TRANSCTRIPTIONAL GENE SILENCING Grapevine (Vitis vinifera L.) is one of the most important crop species in the world. Main purposes of grapevine genetic breeding are resistance to biotic stresses and improvement of fruit production and quality. The aim of this doctoral thesis is the genetic transformation of grapevine plants with constructs that elicit post transcriptional gene silencing (PTGS) in order to induce virus resistance or to study the function of a newly-discovered gene family (Aucsia) involved in auxin-mediated regulation of fruit development. To attain the final targets of the PhD project, we applied to wine (Pinot noir and Corvina) and table grape (Vitroblack) varieties and to a grape rootstock (1103 Paulsen) a genetic transformation protocol based on organogenesis (Mezzetti et al., 2002). This method consists in the formation of a meristematic bulk with a high regenerative capacity, starting from adventitious shoots proliferating in vitro. The meristematic bulk is subsequently used for both grape regeneration and genetic transformation. The first objective has been the development of a genetic engineering method for conferring resistance to Grapevine Fan Leaf Virus (GFLV) and Grapevine Leaf Roll associated Viruses (GLRaV) through the induction of PTGS. A chimeric hairpin construct (hpViruses GFLV-GLRaV) aimed to induce resistance against both GFLV and GLRaV-3 was built. The hpViruses GFLV-GLRaV construct was used for genetic transformation of the model plant Nicotiana benthamiana and grapevine. For these experiments we used two different grapevine cultivars (Corvina and Pinot noir) and one rootstock (1103 Paulsen). Two rooted hpVirusesGFLV-GLRaV lines of Corvina resulted positive to PCR analysis. Regenerated shoots of Pinot noir and 1103 Paulsen transformed with the hpViruses GFLV-GLRaV construct, have been obtained by selection at increasing concentrations of kanamycin starting from 25 mg/l and are now in the rooting phase. Experiments on hpViruses GFLV-GLRaV N. benthamiana and control plants challenged with either ArMV or GFLV were performed. The second objective concerns the identification of the grapevine orthologous of the AUCSIA tomato genes, the analysis of their expression during fruit development and the development of tools for investigating their function through PTGS-mediated suppression. The expression of VvAUCSIA genes was studied in Silcora table grape variety comparing wild type plants and plants transformed with the auxin-synthesising DefH9-iaaM gene at different phases of berry growth from dormant buds to mature berries (dormancy-harvest). The genetic transformation of Vitroblack variety with a construct (hpVvAUCSIA1) designed to elicit PTGS against AUCSIA genes has been performed. Selection of the putative transformants has been done using substrates enriched with the selective agent kanamycin at concentrations 25 mg/l. Seven rooted lines analyzed by PCR resulted positive.
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FUSARI, FABIO. "Studio dell'interazione cucumis melo – fusarium oxysporum f. sp. melonis: un approccio per caratterizzare le basi genetiche del dialogo tra ospite e patogeno". Doctoral thesis, 2010. http://hdl.handle.net/11562/342480.

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Il Fusarium oxysporum f. sp. melonis (FOM) è responsabile della principale patologia del melone. Per approfondire le conoscenze sulle basi molecolari di resistenza e suscettibilità in melone e di virulenza nel patogeno è stata applicata la tecnica AFLP-TP (a 2, 4, 8 e 21 giorni dopo l’infezione) su fusti di piante del genotipo Charentais-Fom2 inoculate con un isolato della razza 1 (avirulenta) e due isolati della razza 1,2 (virulenta). Per identificare frammenti caratteristici delle razze 1 e 1,2 di FOM è stato incluso nell’analisi anche RNA da colonie fungine dei tre isolati. Dall’analisi, effettuata utilizzando 128 combinazioni di primer (F. Fusari e K. Szafranska), è emerso che un gran numero di geni è modulato negli stadi tardivi dell’infezione nell’interazione compatibile, anche a causa dell’espressione genica del fungo nelle piante fortemente infette; il numero di geni espressi specificamente nell’interazione incompatibile è risultato invece piuttosto basso. Dai 3 isolati fungini coltivati in vitro sono stati identificati 150 trascritti espressi specificamente o in misura maggiore in una delle due razze. In totale 618 sequenze nucleotidiche (286 da melone e 332 da FOM) hanno mostrato almeno un’omologia significativa (E < 10-5) sulla base dei confronti con le banche dati (A. Ferrarini e F. Fusari). In vista dell’applicazione della tecnica dell’RNA interfering per indurre il silenziamento in geni putativamente associati alla resistenza a FOM, è stato testato il sistema di trasformazione con Agrobacterium tumefaciens in un genotipo di melone resistente (Nad-1) e in uno suscettibile (Charentais T). I risultati ottenuti indicano che il sistema di trasformazione è valido per Charentais T, mentre dai calli originati da cotiledoni e foglie di Nad-1 non è stata osservata rigenerazione di germogli. Si è tentato inoltre di definire un modello di sviluppo dell’infezione attraverso inoculazioni di FOM (IsPaVe Roma) in piante di melone innestate (nesto suscettibile su portainnesto resistente e viceversa). I risultati suggeriscono che il meccanismo di resistenza è localizzato nel sistema radicale e che non c’è un segnale sistemico diretto verso il fusto.
Fusarium oxysporum f. sp. melonis (FOM) is the causal agent of a sever vascular wilt disease of muskmelon (Cucumis melo) worldwide. In order to understand the molecular basis of resistance and susceptibility in melon and of virulence in the pathogen, a transcriptomic approach has been undertaken by AFLP-TP technique on stems of melon plants cv. Charentais-Fom2 infected with one isolate of race 1 (avirulent) and two isolates of race 1,2 (virulent), at 2, 4, 8 and 21 days after inoculation. RNA from fungal colonies of the three isolates has been also included in the analysis, to identify fragments specific of a single FOM race. The results of the analysis, performed running 128 primer combinations (F. Fusari and K. Szafranska), show that the majority of genes is modulated in the late stages of infection in the compatible interaction, due also to FOM gene expression in heavily infected plants; on the contrary few genes are expressed specifically in the incompatible interaction. 150 transcripts from the three FOM isolates grown in vitro are expressed only or mainly in a single FOM race. Totally 618 nucleotidic sequences (286 from melon and 332 from FOM) show at least one significant homology (E < 10-5) after comparison in databases (A. Ferrarini and F. Fusari). In view of the application of RNA interfering technique and the induction of silencing on genes putatively associated to FOM resistance (based on AFLP-TP results), the transformation system through Agrobacterium tumefaciens has been tested both in resistant (Nad-1) and susceptible (Charentais T) genotypes of melon. The results obtained demonstrate that the transformation system is valid on genotype Charentais T but not on Nad-1, which does not regenerate shoots from calluses. Another aim of this work is defining a model of disease development in melon through FOM inoculations (IsPaVe Roma) on grafted plants (susceptible scion on resistant rootstock and resistant scion on susceptible rootstock). The results suggest that the resistance mechanism is localized in the root system and there isn't a systemic signal towards stems.
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PIETRAMELLARA, GIACOMO. "Fenomeni di scambio genetico nel suolo: Interazioni tra DNA batterico extracellulare e minerali argillosi". Doctoral thesis, 1996. http://hdl.handle.net/2158/676453.

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Studio sulle interazioni tra il DNA extracellulare ed i minerali argillosi e loro conseguenze sull'efficienza biologica del DNA nei fenomeni di trasformazione. Lo studio ha preso in considerazione anche problematiche metodologiche legate alla determinazione dei valori di adsorbimento del DNA sui minerali argillosi
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Libros sobre el tema "Trasformazione genetica"

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Spiga, Federico. Il corpo tra infanzia e adolescenza. Bononia University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.30682/alph01.

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"Durante l’infanzia e l’adolescenza il nostro corpo è soggetto a grandi trasformazioni che, in particolare durante la pubertà, possono essere improvvise e repentine. I fattori che determinano la crescita somatica, le variazioni della composizione corporea e i ritmi della maturazione fisica sono sia genetici, dunque associati ai caratteri ereditari, sia ambientali, legati alla qualità dell’alimentazione, all’inquinamento e agli stili di vita. Questo studio si focalizza sulla relazione tra crescita dei ragazzi in età scolare, abitudini alimentari, propensione alla pratica motoria e sportiva e fattori socio-economici. Ne emerge un quadro interpretativo estremamente utile, anche alla luce dell’esiguità di ricerche di questo genere nel panorama italiano. Federico Spiga è Dottore di ricerca in Scienze dello sviluppo e del movimento umano presso la Scuola di Farmacia, Biotecnologie e Scienze Motorie dell’Università di Bologna. Docente di Antropometria ed Ergonomia presso l’Università di Bologna, è autore di pubblicazioni relative allo studio della composizione corporea e alla percezione dell’immagine corporea in relazione all’età, al genere, al gruppo etnico di appartenenza, all’attività fisica e allo stile di vita."
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