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Cellauro, Louis. "Daniele Barbaro and Vitruvius: the architectural theory of a Renaissance humanist and patron". Papers of the British School at Rome 72 (noviembre de 2004): 293–329. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200002749.

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Resumen
DANIELE BARBARO E VITRUVIO: LA TEORIA ARCHITETTONICA DI UN UMANISTA E PATRONO DEL RINASCIMENTOL'aristocratico veneziano Daniele Barbaro (1514–70), collezionista d'arte, di libri e di strumenti matematici, fu un importante patrono delle artie delle scienze della Venezia del XVI secolo. La sua pubblicazione più imponente e significativa fu la traduzione commentata del De Architectura Libri Decem di Vitruvio. Lo scopo di questo articolo è quello di fornire un'analisi della teoria architettonica di Daniele Barbaro, cosi come emerge dai suoi commentari e di stabilire il suo rapporto con Vitruvio nel contesto del Rinascimento. Mi focalizzo sui principi teoretici rilevanti per la pratica architettonica, inclusi l'atteggiamento di Barbaro verso Vitruvio, la sua teoria del progresso dell'architettura classica, i rapporti nella sua teoria tra le retorica e l'architettura, le sue opinioni sul ruolo delle proporzioni armoniche nel disegno architettonico e sui sei concetti vitruviani del disegno architettonico. Ilprincipale contributo di Barbaro alla comprensione di Vitruvio nel Rinascimento consiste nell'enfasi posta sulla flessibilità con cui egli credeva che le regole di Vitruvio dovessero essere comprese e sull'importanza delle correzioni ottiche per il disegno architettonico nella teoria dell'autore antico.
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Dugo, Sandra. "Storia della traslatio del corpus Pirandelliano in Brasile". Revista de Italianística, n.º 34 (7 de noviembre de 2017): 77. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i34p77-89.

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Propongo un breve viaggio nella storia delle traduzioni delle opere pirandelliane dal lontano 1924 fino ai nostri giorni. Potremmo ipotizzare che i traduttori brasiliani hanno accettato sin dall’inizio una grande sfida: tornare all’originale? Oppure creare ex novo un’opera diversa? Attraverso gli articoli dei giornali suggerisco di riflettere sul contesto sociale in cui lavoravano, impegnati con la complessità delle trame pirandelliane. I loro contributi hanno creato la storia delle traduzioni, un ricco patrimonio ereditato dal lavoro di numerosi intellettuali brasiliani.
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Berlingieri, Fabrizia. "Tempo di traduzioni: 1963/1983". TERRITORIO, n.º 100 (noviembre de 2022): 19–28. http://dx.doi.org/10.3280/tr2022-100003.

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Prima donna architetto in Pakistan, Yasmeen Lari completa gli studi di Architettura a Oxford in Inghilterra per poi ritornare quasi immediatamente nel suo paese di origine. È il 1964, e da quel momento in poi Lari inizia una graduale ma profonda revisione della cultura architettonica del Moderno attraverso una sperimentazione progettuale condotta durante gli anni della professione. Nelle diverse commesse pubbliche e private Lari interseca forme e linguaggi del Moderno con la cultura costruttiva dei luoghi, intercettando i bisogni reali delle comunità. Il lungo percorso di traduzione, tra adattamenti e innovazioni, è alla base dei futuri sviluppi della sua carriera nel campo del restauro del patrimonio storico e in quello umanitario di emancipazione sociale.
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PONZIO, Julia. "L’INTRECCIO DEL GESCHLECHT: TRADUZIONI E ATTRAVERSAMENTI DELL’IDENTITÀ". Signa: Revista de la Asociación Española de Semiótica 30 (6 de enero de 2021): 243. http://dx.doi.org/10.5944/signa.vol30.2021.29308.

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Riassunto: Tra il 1983 e il 1989 J. Derrida dedica quattro saggi alla parola tedesca Geschlecht e alla sua difficoltà di traduzione. L’intraducibilità di questa parola dipende dalla sua polisemia. Per tradurla, infatti, è necessaria una lunga serie di significanti tra i quali: sesso, razza, specie, genia, genere, famiglia, generazione, genealogia, parentela, stirpe, comunità. L’idiomaticità di questa parolaè un inestricabile intreccio che non consiste nella sua capacità di “stare per” cose diverse a seconda dei contesti in cui la si usa ma nella capacità di innescare la questione del rapporto tra identità e alterità.Abstract: Between 1983 and 1989 J. Derrida dedicates four essays to the German word Geschlecht focusing on its difficult translation. The untranslatability of this word depends on its polysemy. To translate it, in fact, a long series of signifiers is necessary, including: sex, race, species, genìa, genus, family, generation, genealogy, kinship, lineage, community. The idiomaticity of this word is an inextricable intertwining that does not consist in its ability to “stay for” different things depending on the contexts in which it is used, but in the ability to trigger the question of the relationship between identity and otherness.
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Donatiello, Federico. "I primi contatti con il Teatro Occidentale in Romania: le traduzioni dei melodrammi di Pietro Metastasio nei Principati Danubiani alla fine del XVIII secolo/First contacts with western theatre in Romania: The translations of Pietro Metastasio's Melodrammi in Romanian Principates at the end of eighteenth century". Hiperboreea 1, n.º 2 (1 de diciembre de 2014): 111–24. http://dx.doi.org/10.5325/hiperboreea.1.2.0111.

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Abstract Uno dei fenomeni più importanti che hanno favorito l'occidentalizzazione romanza della lingua letteraria romena è stato il largo affluire di traduzioni di letteratura francese e italiana. Nel Settecento predomina la figura del poeta italiano Pietro Metastasio con ben nove testi tradotti: il melodramma italiano arriva nei Principati con modalità peculiari in quanto le traduzioni non sono destinate tanto alla rappresentazione scenica quanto alla sola lettura; esse si basano inoltre non sul testo italiano originale ma su alcune traduzioni intermediarie in lingua neogreca. La penetrazione delle opere di Metastasio nei Principati, come pure di molta cultura occidentale, è perciò legata indissolubilmente alla cultura neogreca e ai gusti della nobiltà fanariota. per modesti compilatori come Slǎtineanu o Beldiman; la scomparsa del neogreco come lingua di cultura favorirà ulteriormente il processo di rinnovamento linguistico e letterario.
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Freixas, Margarita. "Una aportación a un diccionario histórico de lenguajes de especialidad: el léxico metafórico de tres tratados arquitectónicos del Renacimiento español (1526-1582)". Revista de Lexicografía 15 (7 de diciembre de 2018): 31. http://dx.doi.org/10.17979/rlex.2009.15.0.3817.

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Resumen
Esta investigación es un estudio del léxico metafórico de tres tratados arquitectónicos del Renacimiento español: Las medidas del Romano (1526) de Diego de Sagredo, el romanceamiento del De architectura (s. I a. C.) de Vitruvio realizado por Miguel de Urrea (1582) y la traducción de Francisco de Lozano (1582) de Los diez libros de architectura de Leon Battista Alberti. Por un lado, se demuestra la influencia de la tradición grecolatina y humanística en la tratadística española del Renacimiento y el desarrollo de la terminología arquitectónica mediante procedimientos analógicos en las obras de Sagredo, Lozano y Urrea. Por otro, se analizan los términos metafóricos empleados por Sagredo, Lozano y Urrea según una tipología establecida a partir de las realidades evocadas: las partes del cuerpo humano y sus acciones, la naturaleza, los objetos y sus cualidades, y las formas geométricas.
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Ricotta, Veronica y Giulio Vaccaro. "Rivolgarizzare e ritradurre. Parole, idee, traduzioni". Annales Universitatis Paedagogicae Cracoviensis | Studia de Cultura 9, n.º 3 (4 de julio de 2018): 133–43. http://dx.doi.org/10.24917/20837275.9.3.13.

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Resumen
Partendo dai risultati del progetto DiVo – Dizionario dei Volgarizzamenti, si analizza e discute uno tra gli aspetti emersi con maggiore forza negli studi di questi ultimi anni, quello delle “traduzioni molteplici”. Si propone in particolare una dettagliata, circostanziata e precisa valutazione del dato linguistico, con particolare riguardo alla tradizione e alle traduzioni dell’Eneide, anche in rapporto con il testo della Commedia dantesca.“Rivolgarizzare” i “ritradurre”. Słowa, idee, tłumaczeniaWychodząc od rezultatów projektu DiVo – Dizionario dei Volgarizzamenti, autorki omawiają zagadnienie wielokrotnych tłumaczeń. W artykule zostaje przedstawiona szczegółowa i dokładna ocena danych leksykalnych, ze szczególnym uwzględnieniem tłumaczeń Eneidy i ich odniesień do Boskiej Komedii Dantego.
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Piva, Franco. "Tobia Zanon, Traduzioni settecentesche del teatro tragico francese". Studi Francesi, n.º 154 (LII | I) (1 de junio de 2008): 185. http://dx.doi.org/10.4000/studifrancesi.9209.

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Djuric, Zeljko. "Traduzioni dall’italiano di Joakim Vujic (I parte)". Prilozi za knjizevnost, jezik, istoriju i folklor, n.º 83 (2017): 31–52. http://dx.doi.org/10.2298/pkjif1783031d.

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Nel lontano 1802, a Trieste, dove ha raggiunto la comunit? serba che guidata dall?illustre scrittore Dositej Obradovic cercava di assorbire la cultura razionalistica europe per trapiantarla poi, almeno in parte, nell? tesssuto della cultura serba, Joakim Vujic studia le lingue straniere (italiano, francese, inghlese) e appena compiuto con successo i primi passi si mette a tradurre un romanzo italiano che gli ? venuto sotto mano: per esercitarsi nella lingua e per offrire al pubblico serbo un testo divertente e utile. Si tratta del romanzo di Antonio Piazza intitolato Il vero amore o sia la storia amorosa d?Irene ? Filandro, un testo linguisticamente complicato, non lontano, per stile, dalla tradizione del romanzo barocco italiano. Nella situazione culturale quando la lingua serba stava vivendo il periodo della sua lenta ed incerta maturazione, Joakim Vujic, nel tradurre, ha continuamente dovuto fare le scelte tra le soluzioni del serbo slavo, la lingua del ceto intellettuale, e del serbo volgare che in quel periodo si faceva strada per entrare nella letteratura. Il nostro lavoro cerca di descrivere e di analizzare il suo coraggioso tentativo.
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Sikora, Adam R. "Kaszubskie przekłady Pisma Świętego". Ruch Biblijny i Liturgiczny 57, n.º 4 (31 de diciembre de 2004): 301. http://dx.doi.org/10.21906/rbl.526.

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Il casciubo è una lingua slava che si è formata in Pomerania quale lingua comune nel XVI sec. e dal XIX sec. si sviluppa anche quale lingua letteraria. Le traduzioni bibliche in casciubo sono state effettuate nei due periodi. Le prime, fatte dai pastori evangelici sulla base del testo tedesco, vengono dai sec. XVI e XVII. Esse contengono singole pericopi dell’Antico e del Nuovo Testamento, soprattutto i salmi e i cantici. Dalla metà del sec. XX invece i cattolici hanno cominciato il lavoro traslatorio. Nel 1992 sono apparsi I quattro Vangeli di d. Franciszek Grucza e nel 1993 Il Nuovo Testamento di Eugeniusz Gołąbek che prima, nel 1990, ha tradotto anche Il libro dei salmi. La base di queste traduzioni era la Biblia Tysiąclecia. Nel 2001 abbiamo ricevuto Il Vangelo secondo san Marco di p. Adam R. Sikora OFM, tradotto dal testo greco. Tutte queste traduzioni sono state approvate dalla Chiesa cattolica in Polonia. Adesso si prepara la traduzione casciuba di tutto l’Antico Testamento.Questa intensa attività traslatoria testimonia la vitalità della cultura e della fede dei Casciubi.
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Nardoni, Valerio. ""El libro, tras la duna" en el ritmo del italiano". Tropelías: Revista de Teoría de la Literatura y Literatura Comparada, n.º 29 (31 de enero de 2018): 222–28. http://dx.doi.org/10.26754/ojs_tropelias/tropelias.2018292561.

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En este ensayo comento dos distintas traducciones mías de un mismo poema sacado de El libro, tras la duna de Andrés Sánchez Robayna, la primera publicada en 2004 en la revista florentina Città di vita y la segunda en la traducción integral del libro que salió en 2008. Utilizo como texto intermedio una traducción literal, texto neutro del que siempre me sirvo como punto de partida y del que me alejo según las necesidades semánticas y rítmicas que se presentan. Las diferencias entre las dos traducciones permiten formular algunas consideraciones sobre la traducción poética que he ido elaborando en varios años, precisamente a partir de esas primeras traducciones sacadas de El libro, tras la duna que se colocan al origen de mi carrera de traductor. Nel presente saggio rileggo due mie diverse traduzioni di una stessa poesia tratta da El libro, tras la duna di Andrés Sánchez Robayna, la prima uscita nel 2004 sulla rivista fiorentina Città di vita e la seconda pubblicata nel 2008 nella traduzione integrale del volume. Ho utilizzato come pietra di paragone dei due testi la traduzione letterale della poesia, testo neutro di cui io sempre mi servo come punto di partenza e dai cui mi discosto a seconda della situazione semantica e ritmica che di volta in volta si presenta. Le varianti fra le due diverse traduzioni permettono di formulare alcune considerazioni in merito alla traduzione poetica che sono andato elaborando nel tempo proprio a partire da quelle prime traduzioni tratte de El libro, tras la duna che sono agli albori della mia carriera di traduttore.
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Langiano, Anna. "Sulla ricezione cinquecentesca del Furioso nelle arti: traduzioni possibili?" Cahiers d’études italiennes, n.º 17 (1 de noviembre de 2013): 71–91. http://dx.doi.org/10.4000/cei.1363.

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Milivojević, Anđela. "Traduzioni de “Il Principe” del Machiavelli in serbo(croato)". Italica Belgradensia 2016, n.º 2 (2016): 81–103. http://dx.doi.org/10.18485/italbg.2016.2.5.

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Costadura, Edoardo. "»Inderseelefolgen«: wie August Kopisch die Commedia übersetzt". Deutsches Dante-Jahrbuch 97, n.º 1 (24 de octubre de 2022): 3–19. http://dx.doi.org/10.1515/dante-2022-0003.

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Riassunto L’articolo esamina una traduzione tedesca della Commedia sinora trascurata dalla critica: quella del poeta e pittore August Kopisch (1799–1853), comparsa nel 1842. Rifacendosi alla critique des traductions di A. Berman, l’autore delinea il ›progetto‹ di traduzione di Kopisch nel contesto del rinnovo della traduzione letteraria in atto in Germania a cavallo fra Sette- e Ottocento. Come A. W. Schlegel e Philalethes (Giovanni di Sassonia), Kopisch si prefigge di aderire al dettato, ovvero al »ritmo dei pensieri« di Dante, mirando a »seguire nell’anima« il testo della Commedia. Attraverso l’analisi comparata di alcuni luoghi dell’Inferno (III) e del Purgatorio (XXX) nelle traduzioni coeve di A. W. Schlegel, di Philalethes et di Kopisch, l’articolo intende mettere la traduzione di quest’ultimo alla prova dei suoi assunti ›letteralisti‹ o ›sourcistes‹, e rivalutarne la rilevanza nella storia delle traduzioni tedesche della Commedia.
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Fara, Giovanni Maria. "Una nota su Albrecht Dürer e Vitruvio = A Note on Albrecht Dürer and Vitruvius". Espacio Tiempo y Forma. Serie VII, Historia del Arte, n.º 7 (13 de diciembre de 2019): 65. http://dx.doi.org/10.5944/etfvii.7.2019.26177.

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In questo saggio l’autore propone una riconsiderazione globale del rapporto di Albrecht Dürer con il De Architectura di Vitruvio, prestando costante attenzione alle fonti rimaste. Inoltre, l’autore indaga anche un aspetto trascurato di questo rapporto, che riguarda la significativa accoglienza dei trattati di Dürer tra i traduttori e i commentatori di Vitruvio tra il XVI e il XVII secolo.AbstractIn this essay the author proposes an overall reconsideration of Albrecht Dürer’s relationship with Vitruvius’ De Architectura, paying constant attention to the surviving sources. Furthermore, the author also investigates an overlooked aspect of this relationship that concerns the significant reception of Dürer’s treatises among Vitruvius’ translators and commentators between the XVIth and the XVIIth centuries.
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Sárközy, Péter. "Fortuna e traduzione delle opere letterarie italiane in Ungheria". Italianistica Debreceniensis 25 (29 de marzo de 2020): 20–35. http://dx.doi.org/10.34102/itde/2019/5552.

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La critica letteraria, sia in Ungheria che in Italia, ha prestato grande attenzione alla fortuna e all'irradiazione della letteratura italiana in Ungheria, basti pensare ai tredici volumi, frutto della collaborazione scientifica della Fondazione Giorgi Cini di Venezia e dell'Accademia ungherese delle scienze. L'articolo mira a offrire un'ampia panoramica del successo della letteratura italiana in Ungheria, soprattutto attraverso le traduzioni. L'articolo esamina i vari periodi storici e i movimenti letterari che hanno caratterizzato i contatti letterari tra i due paesi. Fino alla seconda metà del XVIII secolo, l'irradiazione della letteratura italiana si manifestava innanzitutto nell'adozione dei suoi modelli letterari e delle sue formule poetiche nelle opere dei maggiori autori della letteratura ungherese. Il diciannovesimo secolo vide invece la stagione della traduzione dei grandi classici della prima letteratura italiana (Dante, Petrarca e Boccaccio) tradotti di nuovo nel ventesimo secolo, grazie anche all'impegno degli italiani magiari. Infine, l'articolo si concentra sulla situazione attuale, descrivendo le traduzioni di autori contemporanei.
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Ferrando, Anna. "Donne oltre i confini. La traduzione come percorso di emancipazione durante il fascismo". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 294 (diciembre de 2020): 205–34. http://dx.doi.org/10.3280/ic294-oa1.

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Č nota a tutti la definizione che Cesare Pavese, cogliendo lo spirito dell'epoca, diede degli anni Trenta come il "decennio delle traduzioni". Meno noti i protagonisti di questa massiccia operazione di mediazione culturale. O, forse, sarebbe meglio dire, le protagoniste. Molte furono infatti le donne che scelsero l'attivitŕ traduttoria: si trattava di un lavoro flessibile, ‘nascosto', che si poteva svolgere a casa, e per di piů ancillare al lavoro dell'autore, un lavoro ‘adatto' alle donne, ma che molte donne, perň, usarono per ritagliarsi uno spazio di vita pubblica, di indipendenza e di libertŕ, esercitato anche nel selezionare i testi da tradurre e nel proporli agli editori. Quando nel 1938 Ada Gobetti tradusse uno dei libri di riferimento dell'american black feminism, Their eyes were watching God della Hurston, non si trattava certo di un'operazione unicamente letteraria. Chi furono dunque le intellettuali protagoniste del "decennio delle traduzioni"? E questo processo di mediazione culturale influenzň le pratiche, gli stili di vita, le mentalitŕ delle traduttrici stesse? L'archivio privato della traduttrice Alessandra Scalero permette di circoscrivere un caso di studio emblematico delle ‘mutazioni di genere' che investirono l'industria delle traduzioni fra le due guerre.
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Salanitro, Maria. "Marziale: dalle prime prove alla conquista dell’ars". Cuadernos de Filología Clásica. Estudios Latinos 42, n.º 1 (15 de julio de 2022): 65–75. http://dx.doi.org/10.5209/cfcl.83153.

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Quando si leggono le traduzioni dell’opera di Marziale si trovano errori di vario tipo, causati dalla sinteticità di molte espressione del poeta, dalle incomprensioni della struttura degli epigrammi o di una particolare accezione dei termini. Ci sono casi in cui l’inusitata collocazione dei termini provoca anche errori a livello sintattico. E tutto ciò oscura interamente o in parte il pensiero del poeta come ho cercato di dimostrare nelle pagine che seguono.
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Novo Sánchez, Francisco Javier. "tratado de fray Lorenzo de San Nicolás como modelo en la arquitectura barroca gallega: la capilla de Santa Liberata de Baiona". BSAA arte, n.º 88 (1 de diciembre de 2022): 205–20. http://dx.doi.org/10.24197/bsaaa.88.2022.205-220.

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En el presente trabajo se estudian los rasgos arquitectónicos de la capilla de Santa Liberata de Baiona, una construcción barroca promovida por la corporación municipal con el beneplácito del obispo Anselmo Gómez de la Torre y la participación económica de la sociedad civil y eclesiástica de la diócesis de Tui y del resto de Galicia. Dicho análisis sirve de pretexto para verificar la influencia que ha tenido en su alzado el Arte y uso de architectura de fray Lorenzo de San Nicolás, teniendo en cuenta que su tracista, José Domínguez Bugarín, poseía un ejemplar del libro del tratadista agustino.
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Boloban, Mirela. "Ironia e interventi del narratore nelle traduzioni del primo canto dell’Orlando furioso in serbo(croato)". Italica Belgradensia 2021, n.º 1 (2021): 55–75. http://dx.doi.org/10.18485/italbg.2021.1.3.

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Ivancic, Barbara. "Tra le (non) virgole di Alla cieca. Osservazioni sulla traduzione di Alla cieca e sul rapporto tra Claudio Magris e i suoi traduttori". Quaderni d'italianistica 32, n.º 1 (6 de diciembre de 2011): 83–109. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v32i1.15936.

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Le opere di Claudio Magris sono state tradotte in molte lingue; il primato spetta a Danubio (1986), che segnò il successo internazionale dello scrittore e germanista triestino, con ventidue traduzioni, seguono Un altro mare (1991), tradotto in quattordici lingue, e Microcosmi (1997), a quota diciassette, mentre l’ultimo romanzo Alla cieca (2005) è stato finora tradotto in sedici lingue. Oltre ad essere un autore pluritradotto, Magris nutre anche un profondo interesse per l’argomento della traduzione e in particolare per la traduzione dei suoi stessi testi, come testimonia un intenso dialogo che instaura con molti dei suoi traduttori. A questo rapporto per molti versi singolare tra l’autore e i suoi traduttori1 è dedicata la prima parte del presente contributo. Nella seconda parte ci si concentra su Alla cieca e in particolare su un tratto stilistico del romanzo, quello dei segnali interpuntivi, il cui uso viene dapprima descritto nel testo fonte e che poi si analizza nelle traduzioni inglese, tedesca e croata.1Per un’analisi più approfondita di questo rapporto rimando al mio studio Il dialogo tra autori e traduttori. L’esempio di Claudio Magris (cfr. Ivancic 2010).
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Berlose, Ilaria. "Scheda tesi". Altre Modernità, n.º 27 (30 de mayo de 2022): 378–80. http://dx.doi.org/10.54103/2035-7680/17954.

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Il genere in traduzione: strategie e sfide nelle traduzioni femministe di Elle serait la première phrase de mon prochain roman di Nicole Brossard di Ilaria Berlose RELATORE: prof. Giuseppe Sofo CORRELATORE: prof.ssa Stefania Cubeddu-Proux CORSO DI LAUREA: laurea magistrale in Scienze del linguaggio UNIVERSITÀ: Università Ca’ Foscari Venezia ANNO ACCADEMICO: 2019-2020
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Biernacka-Licznar, Katarzyna. "Le traduzioni polacche della letteratura italiana all’ombra del mensile „Literatura na Świecie”". Italica Wratislaviensia 11, n.º 1 (30 de junio de 2020): 2–0. http://dx.doi.org/10.15804/iw.2020.1.11.10.

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Biernacka-Licznar, Katarzyna. "Le traduzioni polacche della letteratura italiana all’ombra del mensile „Literatura na Świecie”". Italica Wratislaviensia 11, n.º 1 (30 de junio de 2020): 2–0. http://dx.doi.org/10.15804/iw.2020.11.1.10.

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Giuseppe, Civitarese. "L'intermedietŕ come paradigma epistemologico in psicoanalisi". EDUCAZIONE SENTIMENTALE, n.º 17 (diciembre de 2011): 40–55. http://dx.doi.org/10.3280/eds2012-017004.

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La psicoanalisi si occupa specificamente di processi intermedi. Freud chiama quest'area "das Zwischenreich", il regno di mezzo, il "qualcosa tra": l'in-between o l'halfway region delle traduzioni inglesi. Si puň dire che ciň che potremmo definire come "il paradigma dell'intermedietŕ" č assolutamente centrale in psicoanalisi. In questo lavoro viene illustrato il "paradigma dell'intermedietŕ" a partire dalla prospettiva della teoria del campo analitico, la sua declinazione, nell'opinione dell'autore, piů recente, coerente e radicale. Si affrontano inoltre i temi correlati del soggetto dell'analisi e del parametro simmetria/ asimmetria nella relazione terapeutica.
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Chávez, Fernando Ibarra. "Riflessioni sulla traduzione nell'ottocento messicano". Revista de Italianística, n.º 34 (7 de noviembre de 2017): 103. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i34p103-111.

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Per tutto il secolo XIX, la traduzione di letteratura italiana nel Messico fu un’attività praticata soprattutto dai poeti. Come mestiere artistico e professionale, alcuni membri dell’élite intellettuale del paese videro la traduzione come un problema letterario e il traduttore fu valutato come un professionista specializzato. Le prime riflessioni sul tema le troviamo nella rivista Miscelánea di José María Heredia e, col passare del tempo, vedremo che i ragionamenti intorno alla traduzione cambiarono, al punto che alla fine del secolo Francisco Sosa pubblicò un commento analitico a proposito di tre traduzioni (spagnole e messicane) della Gerusalemme Liberata del Tasso.
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Salanitro, Maria. "La difficile "ars" epigrammatica di Marziale". Cuadernos de Filología Clásica. Estudios Latinos 39, n.º 1 (26 de junio de 2019): 29–41. http://dx.doi.org/10.5209/cfcl.64890.

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Marziale è un epigrammista molto acuto e la sua raffinata arguzia, unita alla sinteticità dello stile, può trarre in inganno i moderni interpreti. Così le traduzioni che rivelano, senza possibilità di dubbio, le interpretazioni, si trasformano in un tradimento nei confronti del poeta. Questo accade nel gruppo di epigrammi del decimo libro in cui il poeta annuncia ai suoi lettori l’intenzione di ritornare a Bilbilis, la città spagnola in cui era nato. Particolarmente sorprendenti sono gli errori di interpretazione di 10.37 e 10.104.
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Ožbot, Martina. "Che cosa (non) è rimasto della francesità?: addomesticamento e straniamento nelle traduzioni italiana e slovena di Les fleurs bleues di Raymond Queneau". Linguistica 53, n.º 1 (1 de diciembre de 2013): 161–75. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.53.1.161-175.

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Nel presente contributo vengono offerte alcune riflessioni sulla traduzione di aspetti culturalmente specifici nel testo letterario, e in particolare sulle versioni italiana e slovena del romanzo Les Fleurs bleues di Raymond Queneau, che sono opera rispettivamente di Italo Calvino e di Ana Barič Moder. Al centro dellʼattenzione è soprattutto la dicotomia traduttiva tra lʼapproccio straniante e quello domesticante. Un esame del testo originale e delle due traduzioni ha dimostrato che ambedue i traduttori si sono sforzati di preservare i caratteri della cultura di partenza iscritti nel romanzo queneauiano. Allo stesso tempo, però, hanno cercato di integrare le proprie versioni negli ambienti dʼarrivo quando ciò pareva necessario per rendere possibile il pieno funzionamento delle due traduzioni come opere letterarie che, nei specifici contesti italiano e sloveno, sono destinate ad avere la funzione di entità letterarie a sé stanti, cioè indipendenti dal loro primario legame con il testo di partenza francese. Fatte queste premesse, lʼapproccio generale dei due traduttori può essere caratterizzato come relativamente addomesticante, anche se in entrambe le versioni, e in particolare in quella italiana, viene concesso ampio spazio anche allo straniamento, purché esso non incrini la funzionalità della traduzione.
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Ožbot, Martina. "La coerenza testuale dal punto di vista traduttivo". Linguistica 41, n.º 1 (1 de diciembre de 2001): 21–35. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.41.1.21-35.

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Lo studio della coerenza testuale in testi tradotti 1 è stato motivato dalla seguente osservazione: rispetto ai loro originali le traduzioni risultano spesso caratterizzate da una specie particolare di modificazioni che, tipicamente, si rivelano come aggiunte di vari elementi linguistici o di gruppi di tali elementi. Si tratta non di addizioni causate da costrizioni grammaticali, del resto operanti a vari livelli linguistici, da quello sintagmatico a quello testuale, 2 bensì di inserzioni puramente funzionali, dettate quindi dal ruolo che il testo tradotto presumibilmente svolgerà nella cultura d'arrivo. Le modificazioni in questione non sono quindi motivate dal sistema della lingua d'arrivo e non rappresentano casi di espansioni morfosintattiche dovute alla complessità dell'originale. D'altra parte, non si tratta neppure di modifiche simili a quelle che si possono riscontrare in traduzioni eseguite da traduttori semiprofessionali o dagli studenti, che com'è noto tendono a usare delle soluzioni parafrastiche, spesso infondate e soggettive, che possono essere dovute sia a difficoltà linguistiche sia a negligenza (v. Ožbot 1997).3
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Marangon, Giorgia. "Pentolaccia di Giovanni Verga: analisi variantistica e risultati traduttivi. Le traduzioni in spagnolo di Cipriano Rivas Cherif e José Abad Baena a confronto". Hermēneus. Revista de traducción e interpretación, n.º 20 (13 de diciembre de 2018): 295–315. http://dx.doi.org/10.24197/her.20.2018.295-315.

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Questo studio si divide in due parti, nella prima ci prefiggiamo di analizzare, dal punto di vista delle varianti del testo, la novella Pentolaccia dello scrittore siciliano Giovanni Verga e, nella seconda, confronteremo la prima e l’ultima traduzione spagnola della stessa: Pucherete di Cipriano Rivas Cherif (1920) e Historia de Ollaza di José Abad Baena (2011). Il nostro obiettivo è evidenziare le differenze non solo linguistiche ma anche strutturali delle due traduzioni e, per fare questo, occorre affrontare l’analisi delle varianti del testo. Questo studio sarà propedeutico al raggiungimento di esaustivi risultati traduttivi e alla comprensione del modus operandi dei traduttori.
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Maffia, Gesualdo. ""Procurar sangue até num nabo": sulle traduzioni brasiliane delle Lettere dal Carcere di Antonio Gramsci". Revista de Italianística, n.º 34 (7 de noviembre de 2017): 54. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i34p54-63.

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L’articolo ricostruisce i contesti e le scelte editoriali delle due edizioni brasiliane delle Lettere dal carcere di Antonio Gramsci, rispettivamente del 1966 e del 2005. I due traduttori, svolgendo il proprio lavoro in situazioni storico-sociali molto differenti (Noênio Spínola durante la dittatura, Luiz Sérgio Henriques nel Brasile democratico), offrono al lettore traduzioni che si distanziano tra loro più che nelle scelte teoriche, nella resa empirica dell’epistolario gramsciano in lingua portoghese. Il testo si conclude analizzando alcune scelte di traduzione di modi di dire e proverbi italiani presenti in entrambe le edizioni brasiliane.
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Lepri, Nicoletta. "Per una traduzione italiana delle Medidas del romano di Diego de Sagredo (1526)". Translationes 6, n.º 1 (1 de enero de 2014): 65–77. http://dx.doi.org/10.1515/tran-2015-0005.

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Abstract Le Medidas del romano, ‗Misure dell'edificio romano‘, sono un manuale per riprodurre proporzioni, ordini, modanature degli edifici antichi: il primo trattato architettonico scritto e pubblicato fuori d'Italia, nel 1526, da Diego de Sagredo (Burgos, 1490-Toledo, 1528 ca.). Basate sul Vitruvio latino di Giocondo da Verona, sulla volgarizzazione del Ciseriano, sul De re aedificatoria di Alberti, propongono il classicismo rinascimentale italiano come risorsa decorativa, non concettuale. Fra tante traduzioni, nessuna comparve in Italia, dove si rifuggí tale atteggiamento culturale, presto generalizzato in Europa, reintrodotto di fatto in Italia dagli artisti stranieri e valutabile oggi come effettivo fenomeno storico di ―globalizzazione.
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Tribe, Keith. "Le avventure delle Aventures. Traduzioni del Télémaque di Fénelon tra Sette e Ottocento". European Journal of the History of Economic Thought 26, n.º 4 (4 de julio de 2019): 810–12. http://dx.doi.org/10.1080/09672567.2019.1647965.

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Merida, Raphael. "Il commento linguistico come tradizione discorsiva nella stampa periodica di metà Settecento". Circula, n.º 11 (2020): 47–62. http://dx.doi.org/10.17118/11143/17840.

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La pratica del commento linguistico all’interno della stampa periodica comincia a diffondersi prevalentemente nell’Ottocento. Gli articoli di cronaca, le recensioni bibliografiche o le semplici novità, però, offrono uno spunto di riflessione linguistica già all’interno di molti periodici della metà del Settecento. In particolare, polemiche o apologie rivolte al conservatorismo dell’Accademia della Crusca, l’innovazione del lessico specialistico tramite nuove traduzioni di opere straniere e gli influssi dei francesismi nel lessico italiano, permettono ai compilatori delle varie riviste letterarie e delle gazzette di discutere, talvolta ampiamente, dei problemi linguistici dell’epoca. La ricerca quindi si propone di individuare una prima forma di commento linguistico all’interno di alcuni periodici a stampa di metà Settecento.
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MAZZOLINI, RENATO G. "COMMISSION ON BIBLIOGRAPHY OF THE INTERNATIONAL UNION OF THE HISTORY AND PHILOSOPHY OF SCIENCE". Nuncius 3, n.º 2 (1988): 209–25. http://dx.doi.org/10.1163/182539178x00394.

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Abstract<title> RIASSUNTO </title>Il testo riproduce un rapporto della Commissione di bibliografia della International Union of the History and Philosophy of Science. Tale rapporto riguarda progetti di ricerca in corso durante il 1988 in Svizzera. Esso concerne esclusivamente progetti aventi per oggetto edizioni critiche, traduzioni, edizioni di epistolari, bibliografie e cataloghi di manoscritti o di letteratura scientifica del passato, tutti di interesse per la storia della scienza e della medicina.
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MAZZOLINI, RENATO G. "COMMISSION ON BIBLIOGRAPHY OF THE INTERNATIONAL UNION OF THE HISTORY AND PHILOSOPHY OF SCIENCE". Nuncius 3, n.º 1 (1988): 177–88. http://dx.doi.org/10.1163/182539188x00096.

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Abstract<title> RIASSUNTO </title>Il testo riproduce un rapporto della Commissione di bibliografia della International Union of the History and Philosophy of Science. Tale rapporto riguarda progetti di ricerca in corso durante il 1987 in Inghilterra. Esso concerne esclusivamente progetti aventi per oggetto edizioni critiche, traduzioni, edizioni di epistolari, bibliografie e cataloghi di manoscritti o di letteratura scientifica del passato, tutti di interesse per la storia della scienza e della medicina.
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Ripa, Valentina. "Omaggio a Joan Vinyoli". SCRIPTA. Revista Internacional de Literatura i Cultura Medieval i Moderna 5, n.º 5 (12 de junio de 2015): 305. http://dx.doi.org/10.7203/scripta.5.6377.

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Riassunto: In continuità con l’omaggio a Joan Vinyoli organizzato a Roma nel 2014, si propongono le traduzioni in italiano di alcuni suoi componimenti, con testo a fronte. Parole chiave: Joan Vinyoli, traduzione dal catalano all’italiano, poesia catalana del Novecento. Abstract: In continuity with the Joan Vinyoli Tribute organized in Rome in December 2014, I propose the translation from Catalan to Italian of some of his poems. Keywords: Joan Vinyoli, translation from Catalan to Italian, twentieth-century Catalan poetry.
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MAZZOLINI, RENATO G. "COMMISSION ON BIBLIOGRAPHY OF THE INTERNATIONAL UNION OF THE HISTORY AND PHILOSOPHY OF SCIENCE". Nuncius 1, n.º 2 (1986): 111–37. http://dx.doi.org/10.1163/182539186x00557.

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Abstract<title> RIASSUNTO </title>Il testo riproduce un rapporto della Commissione di bibliografia della International Union of the History and Philosophy of Science. Tale rapporto riguarda progetti di ricerca in corso durante il 1986 nella Germania Federale. Esso concerne esclusivamente progetti aventi per oggetto edizioni critiche, traduzioni, edizioni di epistolari, bibliografie e cataloghi di manoscritti o di letteratura scientifica del passato, tutti di interesse per la storia della scienza e della medicina.
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Cicali, Gianni. "Destouches e Goldoni tra nobildonne, arcadi e liberi muratori. Percorsi della riforma del teatro comico italiano del Settecento". Quaderni d'italianistica 40, n.º 2 (4 de octubre de 2020): 49–81. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v40i2.34878.

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La riforma del teatro italiano promossa da Carlo Goldoni a metà del Settecento ha avuto dei momenti preparatori. Tra le fasi importanti di questa preparazione si devono includere le traduzioni di testi teatrali francesi di Destouches, drammaturgo aristocratico e accademico di Francia. Inoltre, questi segnali di una pre-riforma si notano particolarmente in ambienti legati all’illuminismo, all’aristocrazia e alla Massoneria in Toscana, regione in cui il giovane avvocato Goldoni soggiornò per alcuni anni. Un altro elemento sono le donne della nobiltà italiana che in alcuni casi non solo recitano da dilettanti i testi del francese durante eleganti villeggiature ma a volte li traducono o li fanno circolare tra compagnie significative di attori e attrici. In questo saggio vedremo questi antecedenti formativi della riforma di Goldoni e in particolare una traduzione di un testo di Destouches che si rivela importante per le persone coinvolte e che era sfuggita agli studi sui rapporti tra Goldoni e Destouches e la riforma del teatro italiano del Settecento.
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Ineichen, Gustav. "Lʹitaliano nel paragone contrastivo". Linguistica 31, n.º 1 (1 de diciembre de 1991): 171–76. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.31.1.171-176.

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Quando si consideri l'italiano messo a raffronto con altre lingue europee, si può pensare dapprima al tedesco. Data del 1942 una caratterizzazione globale letterariamente dotta del dottor Santoli, allora professore nell'Università di Firenze. Un esame contrastivo della frase nominale e delle relazioni di causalità è dovuto a Gislimberti (1989) che si rivolge essenzialmente a studenti e a traduttori d'italiano. A questo s'aggiunga Gislimberti (1988) per un esame contrastivo in sede di testualità. Con Holtus-Pfister (1985) l'attenzione è richiamata a problemi particolari esaminati in base a un corpus di traduzioni di prose tedesche e italiane. Tali problemi, che passano per essere significativi, sono le proposizioni relative, l'espressione del passivo, le formazioni del diminutivo, la composizione nominale, gli avverbi di gradazione e la traduzione di certe parole chiave del tedesco.
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Spangenberg Yanes, Elena. "Traduzioni letterali dal greco in latino negli Atticismi di Prisciano: la sintassi del participio". Pallas, n.º 103 (6 de abril de 2017): 301–8. http://dx.doi.org/10.4000/pallas.4525.

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Fassina, Filippo. "Michele Mastroianni, Slittamenti semantici nelle traduzioni di tragedie classiche del Cinquecento francese: la cristianizzazione". Studi Francesi, n.º 167 (LVI | II) (1 de julio de 2012): 308–9. http://dx.doi.org/10.4000/studifrancesi.4026.

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Loreto, Paola. "«Inglesizzare» Dante: tre traduzioni recenti dell'Inferno da parte dei poeti americani". ACME 74, n.º 2 (14 de septiembre de 2022): 181–95. http://dx.doi.org/10.54103/2282-0035/18667.

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Il saggio mette a confronto tre fra le traduzioni più importanti della Commedia curate da poeti americani negli anni 2000, prendendo in analisi le loro strategie e tecniche traduttive e i conseguenti risultati estetici. La base del confronto sono le intenzioni traduttive dichiarate dai poeti-traduttori, il modo in cui hanno cercato di porle in pratica, e l’interpretazione dei loro risultati alla luce della teoria dei translation studies recente. Le idee di Lawrence Venuti sulle «versioni dei poeti» e su come leggere una traduzione, specialmente in un contesto di world literature, sono risultate particolarmente utili nel caso dei tentativi di questi poeti-traduttori di riscrivere un testo poetico autonomo, e di trasportare la complessità della poesia di Dante, potentemente padroneggiata, attraverso due tradizioni letterarie diverse.
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Bertoloni, Luca. "Le canzoni del Rinascimento Disney e i ridoppiaggi dei live-action: un'analisi comparata di tre casi-studio". Lingue e culture dei media 6, n.º 2 (28 de febrero de 2023): 6–27. http://dx.doi.org/10.54103/2532-1803/19892.

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Nel saggio si analizzano i ridoppiaggi in italiano delle canzoni dei classici del Rinascimento Disney trasportati in live-action negli anni Duemila: considerando la loro natura visiva e cinematografica, è stata messa in evidenza la loro evoluzione linguistica in sincronia e in diacronia, focalizzandone i tratti arcaizzanti, conservativi e modernizzanti. Dall’analisi emerge la scelta di una soluzione linguistica intermedia, che cerca di equilibrare tra loro una tendenza standardizzante e normativa, ed un’altra che ricorre agli stilemi del parlato-recitato, integrandole con alcuni tratti del canzonettese di classifica degli anni Duemila. I traduttori italiani proseguono così sulla strada del rinnovamento linguistico avviata nel canzonettese disneyano impiegato nelle traduzioni dei brani della major a partire dagli anni Novanta, senza tuttavia mai spingersi fino in fondo, con coraggio, verso l’italiano contemporaneo.
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Pellegrini, Rienzo. "Mezzogiorno alpino di Giosuè Carducci". Linguistica 50, n.º 1 (29 de diciembre de 2010): 143–56. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.50.1.143-156.

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Il 2007, a cento anni dalla morte del poeta, ha visto un ritorno di interesse per Giosuè Carducci, personalità di grande rilievo nel secondo Ottocento per il suo impegno accademico, per la sua attività di ricerca, per il ruolo pubblico assunto come poeta, per la sua scrittura larga. Significative sono le traduzioni dal tedesco (da Heine a von Platen), ma per l'occasione si propone una rilettura di Mezzogiorno alpino, una poesia tarda: due quartine rimate che consentono rilievi non generici sulla metrica, sulle figure retoriche, sul lessico e su una sensibilità che si apre a modi nuovi, che nel paesaggio sa trasferire una sottile capacità di autoanalisi, dando voce a una percezione acuta dello scorrere del tempo e del ripiegarsi della vita.
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Kowalski, Piotr. ""Ragazzi di vita" di Pier Paolo Pasolini nelle traduzioni inglesi e francesi – rivisitazioni moderne". Translatorica & Translata 2 (30 de diciembre de 2021): 29–42. http://dx.doi.org/10.18778/2544-9796.02.02.

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L’articolo contiene un’analisi comparativa tra originali traduzioni in francese e in inglese di Ragazzi di vita di Pier Paolo Pasolini pubblicate rispettivamente nel 1958 e 1968 e le nuove versioni pubblicate nel 2016. L’analisi e basata su diversi aspetti come le scelte tra l’esotizzazione e l’addomesticamento; il modo in cui i traduttori hanno affrontato il problema del plurilinguismo nel testo di partenza che collega l’italiano standard, il dialetto romano e il gergo della malavita romana; strategie che riguardano per esempio gli antroponimi caricati semanticamente.
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MAZZOLINI, RENATO G. "ISTITUZIONI E FONTI". Nuncius 4, n.º 1 (1989): 165–76. http://dx.doi.org/10.1163/182539189x00095.

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Abstract<title> RIASSUNTO </title>Il testo riproduce un rapporto della Commissione di bibliografia della International Union of the History and Philosophy of Science presentato dal dott. F. W. P. Dougherty e relativo a progetti canadesi di ricerca in corso durante il 1987-1988. Esso concerne esclusivamente progetti aventi per oggetto edizioni critiche, traduzioni, edizioni di epistolari, bibliografie e cataloghi di manoscritti o di letteratura scientifica del passato, tutti di interesse per la storia della scienza, della tecnologia e della medicina.
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Ruta, Maria Caterina. "Quel Don Chisciotte per un «desocupado lector»". Quaderns d’Italià 27 (22 de diciembre de 2022): 31–40. http://dx.doi.org/10.5565/rev/qdi.544.

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Il romanzo di Cervantes era rivolto dall'autore stesso al "lector desocupado": è un'espressione che non ha trovato una traduzione semanticamente esaustiva in italiano. Sciascia è solito riferirsi alle traduzioni di Carlesi e Bodini, autori di quella che è tuttora riconosciuta come la traduzione più accreditata, sottolineando che l'uso di lunghe perifrasi fa perdere il significato dell'aggettivo usato dallo scrittore spagnolo. Per quanto riguarda la traduzione di "desocupado lector", Sciascia ha suggerito la frase: "ozieggiante lettore", perché Cervantes intendeva certamente un ozio particolare, nel senso latino del termine.
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Pescia, Lorenza. "La femminilizzazione degli agentivi nell’era digitale: la rappresentazione linguistica delle donne e google translate". Babylonia Journal of Language Education 3 (20 de diciembre de 2021): 102–9. http://dx.doi.org/10.55393/babylonia.v3i.133.

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Italiano, tedesco e inglese sono lingue che si comportano diversamente per quanto riguarda l’uso di forme femminilizzate. Se per il tedesco esiste un modello grammaticale affermato, per l’italiano l’uso di forme marcate non è “automatico” ed è spesso oggetto di discussione. Date queste premesse, ci siamo chiesti come si comporti google translate rispetto alla traduzione in italiano di agentivi riferiti a donne. Grazie a tre corpora basati sui profili wikipedia di 200 donne (il primo corpus con testi in italiano, gli altri due con le traduzioni in italiano dal tedesco e dall’inglese) abbiamo osservato quali sono gli elementi che facilitano o ostacolano il riconoscimento del genere, alla luce del nuovo sistema con reti neurali.
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Avirović, Ljiljana. "La traduzione dei petrarchisti". Acta Neophilologica 33, n.º 1-2 (1 de diciembre de 2000): 107–18. http://dx.doi.org/10.4312/an.33.1-2.107-118.

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In occasione del convegno internazionale dal titolo Tasso e i croati, svoltosi a Dubrovnik nel dicembre 1995, Tomasovié ha presentato il suo: Torquato Tasso: ljuvene rane/Le piaghe d'amore , un'antologia, con testo originale a fronte, delle migliori traduzioni in croato del vasto opus tassiano dal1580 ai giorni nostri in cui figurano traduttori (che sono a loro volta poeti, scrittori e teorici della letteratura) come Dominko Zlatarié, Ivan Gundulié, August Senoa, Ivan Mazuranié, Vladimir Nazor, Frano Cale, Ivan Slaming, Nikola Milicevié, Luko Paljetak e lo stesso Tomasovié. Si tratta di un volume in cui l'autore ha inteso raccogliere il fior fiore della traduzione croata, il cui fervore, a detta di Tomasovié, non conosce equivalenti in Europa.
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