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Tessari, Micol. "Le Traduzioni del Corano in Occidente". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7498/.

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Ho deciso di documentarmi e di scrivere riguardo la traduzione del Corano e la sua storia in Occidente, in particolare in Italia, per poter comprendere meglio la cultura e il punto di vista di un popolo tanto simile quanto diverso dal mio. In seguito alla mia esperienza personale in Giordania e agli studi svolti fin’ora, mi sono resa conto di come la conoscenza di questo testo, anche se parziale, sia indispensabile per chiunque desideri entrare in contatto col mondo arabo. Riconoscendo le mie lacune in materia e intenzionata a proseguire con lo studio della lingua araba, ho deciso di rimediare scrivendo una tesi che potesse essere uno strumento utile per me, ma anche per tutti gli studenti futuri che, come me, desidereranno approfondire lo studio della cultura araba, oltre a quello della lingua. Dopo una breve introduzione sulla struttura e sulle origini storico-religiose del testo maomettano, proseguirò dunque la mia tesi sulla traduzione del Corano, concentrandomi sulle primissime versioni tradotte in Occidente e, in particolare, sulla prima traduzione italiana del testo sacro all’Islam. Fondamentale per lo studio del Corano e della sua traduzione è stato lo studio della storia, specialmente l’analisi del XVI secolo. Il passaggio dalla fine del Medioevo all’inizio dell’Età moderna porta infatti una serie di cambiamenti, rivoluzioni tecnologiche e filosofiche uniche nella storia europea e mondiale. Oltre ad aver ricercato la storia e tutte le informazioni utili sulle prime traduzioni del Corano in Europa, mi sono anche documentata sulle versioni più moderne, citando sia quelle di traduttori europei in generale, che quelle di autori italiani. Infine ho confrontato le due versioni de ‘Il Corano’ tradotte in lingua italiana da Bausani e Riccardo Hamza Piccardo: il primo studioso attento e traduttore esperto, il secondo religioso che rifiuta la traduzione classica per la traduzione interpretativa.
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Murer, Bianca. "Emergenza e pandemia: Traduzioni dal sito web del Robert Koch Institut". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Ci troviamo in un singolare momento storico dovuto alla pandemia. In tutto il mondo si sono prodotti enormi cambiamenti della vita quotidiana, sono stati, e continuano ad essere, presi provvedimenti restrittivi al riguardo. Quest’emergenza sanitaria internazionale è qualcosa di nuovo, e nonostante gli studi sul SARS-CoV-2 siano moltissimi, le domande rimangono tante e altrettanti sono i dettagli che ancora non si sanno. In Germania il Robert Koch Institut è l’ente di riferimento per la situazione sanitaria, e attraverso il Covid è diventato ancora più importante. La voglia di rendere accessibile la pagina web anche al pubblico italiano mi ha spinto a scegliere il sito web del Robert Koch Institut come oggetto della mia tesina. In seguito, propongo degli approfondimenti sui compiti del RKI e il suo ruolo in Germania, facendone un confronto con l’Italia. Successivamente entro nello specifico del lavoro di traduzione con un’analisi dei tipi di testi, esponendo poi le varie proposte di traduzione per la Home della pagina web, per parti di altre sezioni di approfondimento sul SARS-CoV-19 e per le strategie da adottare per limitarne il contagio. Infine, il focus verte sulle difficoltà riscontrate nel tradurre. Per ultimo la bibliografia e in allegato la grafica originale delle schermate del sito web che sono state tradotte.
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3

Saggioro, Martina. "La traduzione giornalistica: il problema della manipolazione nelle traduzioni del sito russo Inosmi". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15314/.

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Oggetto di studio della presente ricerca è il portale di informazione online Inosmi.ru, che si occupa di tradurre in russo articoli selezionati dalla stampa estera. Fine ultimo di questo lavoro è quello di decretare se le scelte traduttive della redazione contribuiscono a restituire un’immagine veritiera e rappresentativa del giornalismo occidentale. A questo scopo, quaranta traduzioni russe di articoli inglesi sono state analizzate e confrontate con i rispettivi testi di partenza, che trattano tutti lo stesso argomento di politica internazionale, quello delle sanzioni introdotte da Europa e Stati Uniti contro la Russia. L’analisi linguistica costituisce il momento finale di una ricerca più ampia. Il primo capitolo è infatti dedicato ad approfondire le principali caratteristiche del linguaggio giornalistico. In quest’ambito viene inoltre introdotto il concetto di manipolazione, che interessa sia la prima fase di selezione delle notizie da mandare in stampa, sia il momento successivo di stesura dell’articolo. Segue la presentazione di alcuni degli studi più significativi condotti nell’ambito del Journalistic Translation Research (JTR). Il secondo capitolo è indirizzato all’approfondimento della scrittura giornalistica inglese e russa, al fine di evidenziarne eventuali caratteristiche comuni e soprattutto le maggiori differenze sul piano del lessico, della sintassi e della strutturazione dell’articolo. Per comprendere al meglio le scelte di Inosmi, è necessario contestualizzarle facendo riferimento all’ambiente lavorativo in cui operano i suoi traduttori. Per questo il terzo capitolo è dedicato alla questione della libertà di stampa e al clima mediatico della Russia di oggi. Infine, l’indagine intrapresa nel quarto capitolo si articola in due momenti principali. Il primo vuole indagare la manipolazione del materiale durante la fase di selezione dei testi, mentre il secondo si concentra sullo studio del fenomeno manipolativo a livello testuale.
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4

Rigattieri, Romy <1974&gt. "Traduzione del volume di Fiske Kimball "Domestic Architecture of the American Colonies and of the Early Republic"". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/9374.

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La traduzione del testo è preceduta da un'ampia introduzione sull'autore. sulla sua bibliografia e sull'ampia fortuna critica del testo in questione. La traduzione di questo volume dello storico dell'arte americano, nonché celebre Direttore di museo, Fiske Kimball è relativa solamente ai secoli XVII e XVIII , esclude quindi la trattazione dell'architettura abitativa della prima Repubblica degli Stati Uniti d'America.
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Meneghetti, Martina. "LE TRADUZIONI DI LIANG QICHAO E YAN FU E LA NASCITA DEL CINESE MODERNO". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2017. http://hdl.handle.net/11577/3422280.

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During the second half of the nineteenth century until the first decade of the twentieth century, Chinese fiction developed at a pace never seen before. This happened especially thanks to the introduction of plenty of western books, which, thanks to the work of a few translators were translated into Chinese and greatly helped both in shaping a Chinese national awareness and in creating of a new modern Chinese language. These works included literary and science fiction novels, political and scientific essays on Western sciences and ideas, which should have allowed to save the Chinese nation by disintegration from Western powers. This project analyses the translations of two famous translators of that period, Liang Qichao and Yan Fu, in view of the historical context and of how their achievement helped to create a modern Chinese language and lexicon.
Dalla metà del diciannovesimo secolo fino al primo decennio del ventesimo secolo la narrativa cinese si è sviluppata ad una velocità senza paragoni nei periodi precedenti. Questo è avvenuto in particolar modo grazie all’introduzione di numerose opere straniere, che grazie al lavoro di alcuni traduttori furono tradotte in cinese e aiutarono enormemente sia nello sviluppare una coscienza cinese nazionale, che alla creazione di una nuova lingua cinese moderna. Queste traduzioni comprendono sia opere di narrativa, fantascienza, saggi e trattati sulle scienze e conoscenze occidentali, che agli occhi di questi letterati avrebbero dovuto salvare la Cina dalla disintegrazione come nazione. Questo lavoro esamina le traduzioni di due famosi traduttori dell’epoca, Liang Qichao e Yan Fu, alla luce del contesto storico e di come il loro apporto abbia contribuito alla formazione di una nuova lingua e lessico cinese.
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6

Funaro, Federica <1991&gt. "Le Etiopiche di Eliodoro di Emesa: manoscritti, edizioni, traduzioni latine e italiane del XVI secolo". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19546.

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Il lavoro si propone di studiare la diffusione, manoscritta e a stampa, e le traduzioni latine e italiane del romanzo greco di Eliodoro di Emesa: le Etiopiche (III sec. d.C.). Nella prima parte si delinea la problematica relativa al profilo dell’autore, non ancora universalmente riconosciuto, e si analizzano l’opera, intesa come romanzo “erotico”, e le sue struttura e trama. Nella seconda sezione si ricostruisce e si aggiorna lo studio della tradizione manoscritta e dei trentasei testimoni che hanno conservato l’opera, da un frammento pergamenaceo (VII sec. d.C.), a mss. del XVIII secolo, copie di edizioni a stampa. Questo è il tema scelto per la terza parte, in cui si ripercorrono, attraverso note prefatorie ed epistole dedicatorie, le tappe degli studi di editori, stampatori e traduttori coinvolti nella pubblicazione delle Etiopiche: dall’editio princeps in greco (1534), alle numerose edizioni parziali e traduzioni latine, qui confrontate e valutate a partire dall’originale greco; dal volgarizzamento italiano (1556), mai editato criticamente, fino alle pubblicazioni di Martin Crusius (1584) e Commelinus (1596), autori, rispettivamente, di una monumentale epitome in latino e della prima edizione “moderna” con testo latino affrontato al greco, frutto di collazioni tra manoscritti ed edizioni. L’ultima parte segue le orme di Eliodoro nel Settecento e nell’Ottocento e le vede ripercorse da quelle di numerosi e celebri poeti. Constatata l’importanza delle Etiopiche, questa tesi si propone come aggiornamento e sintesi degli studi finora condotti, e come punto di partenza per quelli futuri, poiché il romanzo necessita di ulteriore ricerca, filologica e linguistica, volta soprattutto all’esegesi del volgarizzamento italiano.
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Selmi, Maher. "Traduzioni in lingua araba di testi della letteratura italiana del Novecento. Problemi linguistici e culturali". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3421602.

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The research presented collects a first set of results identified an issue that is easy to grasp the significance, as well as a history of fortune abroad in our literature of the last century, an area of interest identified by the growing importance of cultural relations between Italy and the Arab world in recent decades are characterized by the phenomenon of migration had accelerated and enriched stimuli and urgent reasons for an overall comparison of horizons of civilization. If mediation in the Italian language of the Arabic literary heritage has a proven history of academic knowledge of the world's Arabic for Italian culture which is manifested through the translation of works of our literature is much more fragmented, as well as the other part still is the episodic story that she should testify. Attempts to identify more clearly the context of the Arabic translation of Italian literary texts that you can not remember many. Among the samples surveyed from the view of Dr. Selmi we merely recall the conventions of 1980 and 1993 respectively dedicated to the Italian cultural presence in Arab countries: history and prospects (Naples 28 to 30 May 1980), Translating and interpreting dialogue between Italy and the Maghreb (Carthage February 18, 1993) or more recently the intervention of Ahmed Soma, professor of Italian language and literature at the University of Tunis Manouba, international conference in Italian culture in the world (Pescara 2001). Even in these cases we noted a predominant focus, as understood in part, to the classics, which have a well-established preeminence in traditional representations of the historical story of Italian literature. The twentieth century section carves out a very limited space.
La ricerca di cui la tesi presentata raccoglie una prima serie di risultati individua un tema di cui è agevole cogliere la rilevanza, oltre che per una storia della fortuna all'estero della nostra letteratura dell'ultimo secolo, per un ambito di interessi individuato dalla crescente importanza delle relazioni culturali tra l'Italia e il mondo arabo, caratterizzate negli ultimi decenni anche dal fenomeno della migrazione che ha accelerato e arricchito di stimoli e di urgenze le ragioni di un confronto complessivo di orizzonti di civiltà. Se la mediazione in lingua italiana del patrimonio letterario arabo ha una sua consolidata storia accademica, la conoscenza dell'attenzione del mondo arabo per la cultura italiana che si manifesta attraverso la traduzione di opere della nostra letteratura è assai più frammentata, così come d'altra parte ancora episodica è la vicenda che essa dovrebbe testimoniare. I tentativi di puntualizzare il quadro delle traduzioni in arabo di testi letterari italiani che è possibile ricordare non sono numerosi. Tra gli esempi censiti dalla tesi del dott. Selmi ci si limita a rammentare i convegni del 1980 e del 1993 dedicati rispettivamente a La presenza culturale italiana nei paesi arabi: storia e prospettive (Napoli 28-30 maggio 1980) e Tradurre e interpretare nel dialogo italo-maghrebino (Cartagine 18 febbraio 1993) o più recentemente all'intervento di Ahmed Somai, professore di lingua e letteratura italiana presso l'Università Manouba di Tunisi, nel convegno internazionale La cultura italiana nel mondo (Pescara 2001). Anche in questi casi si prende atto di una attenzione prevalente, come in parte comprensibile, ai classici, che hanno una consolidata preminenza nelle tradizionali rappresentazioni storiche della vicenda della letteratura italiana. Il capitolo novecentesco si ritaglia uno spazio alquanto limitato.
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8

Marculet, Stefan. "On the road di Jack Kerouac: analisi delle due traduzioni italiane". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Il seguente elaborato presenta l’analisi delle traduzioni italiane del romanzo “On the road” di Jack Kerouac, in particolare dei capitoli 12 e 13 della prima parte del libro. Dopo una breve introduzione all’autore e alla Beat Generation, viene esaminata la ricezione dell’opera negli Stati Uniti e in Italia. Nel capitolo seguente vengono analizzate le scelte traduttive delle due versioni italiane, con particolare attenzione alle strategie source/target-oriented e alle tecniche di revisione. Le due versioni italiane vengono confrontate sia con l’originale, sia tra di loro concentrandosi sulla traduzione dei nomi propri, dei realia, del turpiloquio e sull’uso delle note del traduttore..
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De, Villa Massimiliano <1979&gt. "La Verdeutschung der Schrift di Martin Buber e Franz Rosenzweig: una Bibbia ebraico-tedesca: analisi del testo e ricostruzione del contesto". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2010. http://hdl.handle.net/10579/971.

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La Verdeutschung der Schrift è il culmine della simbiosi ebraico-tedesca. Nata dallo sforzo comune di due personalità tra le più note nella Germania degli anni Venti, Martin Buber e Franz Rosenzweig, la Verdeutschung si realizza nella collaborazione tra i due negli anni dal 1925 al 1929 e, fino al 1961, nel seguito da parte del solo Buber, tra la Germania e la Palestina. Partendo da un’analisi del contributo dei due pensatori alla ridefinizione dell’ebraismo tedesco nella fase post-assimilatoria, lo scritto procede a evidenziarne la confluenza dei percorsi nella traduzione della Scrittura. Traduzione che è punto d’arrivo della “Jüdische Renaissance”, di un ebraismo ripensato secondo criteri nuovi, dalla ricostituzione di una dimensione estetica fino al recupero del concetto di etnicità. Il lavoro evidenza l’affinità, più spesso la totale coincidenza, di queste istanze nuove con il bagaglio concettuale della völkische Bewegung, ripercorrendo le tappe di una polemica sorta all’apparire del primo volume della Verdeutschung tra i traduttori e alcune figure di spicco dell’intellettualità ebraico-tedesca (Siegfried Kracauer, Gershom Scholem, Walter Benjamin). Lettori-recensori che nel testo vedono il prodotto coerente dell’idea neoromantica e völkisch. Dopo aver richiamato i termini di questa controversia, il percorso di analisi confluisce nel testo, evidenziando, su passi specifici dalla Genesi e dall’Esodo, il prevalere del discorso völkisch. Un percorso che vede nella Verdeutschung l’esito naturale del pensiero e dell’azione di entrambi i traduttori. Di Buber come mediatore e divulgatore, in Europa, della mistica chassidica e teorico di un ebraismo nuovo nei discorsi di Praga. Di Rosenzweig come iniziatore e organizzatore di un progetto educativo ampio e articolato, un progetto che, centrato sul “Freies Jüdisches Lehrhaus” di Francoforte, mira a recuperare l’ebraismo tedesco alla consapevolezza di sé.
The Verdeutschung der Schrift is the peak of the German-Jewish symbiosis. The translation of the Bible from Hebrew into German was jointly done by Martin Buber and Franz Rosenzweig and, after the latter’s early death in 1929, brought to conclusion by Buber forty years later in 1961, in Palestine. Starting from an analysis of the translators’ contribution to a redefinition of German Judaism in the post-assimilationist period, this work moves on to underline the convergence of their paths in the translation of the Scripture. A translation which is the pivotal point of the “Jüdische Renaissance”, the idea of a Judaism reconfigured on new criteria, from the recreation of an aesthetic dimension to the rediscovery of ethnicity. This work underlines the similarity, if not the total coincidence, of this ideas with the conceptual framework of the völkische Bewegung, and reconstructs the heated debate aroused by the first reviewers of the translation, some of the most important figures of German-Jewish intellectual life (Siegfried Kracauer, Gershom Scholem, Walter Benjamin). These readers consider the text to be the coherent outcome of a neoromantic and völkisch ideology. After having pointed out the terms of this controversy, the analyis moves towards the text itself and shows, through precise examples from the books of Genesis and Exodus, a prevailing völkisch tone. The Verdeutschung is seen as the natural result of the thought and action of both Buber and Rosenzweig, the former being the mediator of Chassidic mysticism in Europe and the theoretician of a rediscovered and reshaped Judaism in the Prague speeches, whereas the latter stands out as the organizator of a wide and articulated cultural and educational project. A project which, centred on the “Freies Jüdisches Lehrhaus” in Frankfurt, aims at recovering German Jews to the consciousness of their identity.
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Mogavero, Myriam. "Analisi contrastiva delle traduzioni italiane di SCUM Manifesto di Valerie Solanas in una prospettiva diacronica". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/17592/.

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L’analisi contrastiva delle traduzioni italiane di SCUM Manifesto di Valerie Solanas implica necessariamente un’attenta riflessione in merito alla figura dell’autrice in quanto donna e “vittima” del sistema patriarcale ed etero-normativo alla fine degli anni Sessanta, ma anche in quanto scrittrice e commediografa che ha saputo sconvolgere i canoni della letteratura femminile e femminista. Il primo capitolo dell’elaborato è dedicato alla biografia di Valerie Solanas, seguita dalla presentazione di altre due opere chiave della stessa autrice: Up Your Ass e A Young Girl’s Primer on How to Attain to the Leisure Class, al fine di comprendere l’influenza che un vissuto turbolento e abusato l’abbia avuto sulla produzione delle suddette opere, oltre a chiarire l’importanza di conoscere l’autrice. Nel secondo capitolo si presenta la questione relativa a genere e traduzione, dedicando particolare attenzione alle pratiche di traduzione femminista e illustrando in che modo la traduzione si relazioni al genere di chi scrive e di chi traduce e come questa relazione di interdipendenza si rifletta necessariamente sulla cultura di arrivo. Il terzo capitolo riguarda l’analisi del testo di partenza, in cui vengono illustrati gli aspetti stilistici e formali del manifesto di Solanas. Il quarto e ultimo capitolo è dedicato invece all’analisi e al confronto delle traduzioni; la prima parte, relativa all’analisi degli elementi extra-testuali, presenta le quattro traduzioni oggetto di confronto, le relative traduttrici e i contesti editoriali di pubblicazione. Segue poi nella seconda parte del capitolo l’analisi contrastiva delle traduzioni secondo una prospettiva diacronica, analizzando i vari aspetti traduttivi considerati rilevanti dal punto di vista linguistico e di genere. Al termine dell’analisi e del confronto tra traduzioni vengono presentate le conclusioni emerse da tale lavoro.
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Amadei, Daniela. "L'ordine e la geometria nel teatro antico. Diffusione e fortuna del De Architectura di Vitruvio. Caso studio: il teatro romano di Fanum Fortunae". Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2015. http://hdl.handle.net/11566/242950.

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La stretta relazione che intercorre tra numero e bellezza ha origine antichissima ed ha accompagnato gli studi e le riflessioni di numerosi filosofi e dei più svariati artisti. Un’interessante teoria lega la nascita della matematica alle manifestazioni dei primi riti religiosi che per molti non sono che le primissime esperienze teatrali. Queste esperienze uniscono intimamente il concetto di ordine con il concetto di spazio. La tesi ricerca il nesso tra ordine matematico e spazio teatrale, quest’ultimo spesso definito come lo specchio della società. Il lavoro è stato svolto individuando come fonte principale il De Architectura, unico trattato antico di architettura pervenutoci. Per meglio spiegare i concetti di ordinamento, disposizione, euritmia e simmetria Vitruvio descrive le proporzioni del corpo umano “ideali” che, legate con le proporzioni “ideali” degli edifici, riflettono i rapporti numerici perfetti che danno luogo alla bellezza e all’ordine cosmico. Sia nella descrizione dell’uomo che in quella del teatro risalta l’aspetto grafico e le figure geometriche messe in gioco diventano fondamentali e fondanti. Figure che lo stesso Platone, nel Timeo, aveva utilizzato per generare il mondo visibile. Un percorso quindi che parte dalla matematica e si sviluppa nella disciplina del disegno con l’analisi grafica delle prime edizioni del De Architectura. Un confronto che mette in luce le molteplici versioni di un testo che purtroppo lascia molti nodi irrisolti. L’analisi del teatro vitruviano è stato poi calato nel caso del teatro romano di Fanum Fortunae per due motivi: innanzitutto perché è un teatro recentemente scoperto e quindi campo vergine di indagine e poi perché, proprio come esposto da Vitruvio, a Fanum Fortunae si trova l’unico edificio pubblico da lui realizzato: la basilica. È stato quindi fondamentale l’analisi planimetrica del teatro le cui rispondenze e concordanze con i dettami vitruviani aiutano a dare ulteriori testimonianze dell’effettiva presenza di Vitruvio a Fano.
The close relationship that links numbers and beauty has ancient origins and has accompanied the studies and considerations of numerous philosophers and various artists. An interesting theory associates the birth of mathematics to the first religious rites, these are considered by many the very first theatrical experiences that connect intimately the concept of order and the concept of space. The thesis examines the relation between the mathematical patterns and the theatre space, this last one is often defined as the mirror of the society. The entire work has been produced using as the main source the De Architectura, which is the only text on the subject of architecture to survive antiquity. To better explain the concepts of architectural order, disposition, eurythmy and symmetry Vitruvius draws a connection between the "ideal" proportions of the human body and the "ideal" proportions of the building, together they reflect the perfect relationships of numbers that give birth to beauty and to cosmic order. Both in the description of the human body and the theatre, the graphic aspect and the geometric forms become essentials and fundamentals. These patterns were also used by Plato in his work the Timaeus, he used them to generate the visible world. A study that has his basis in mathematics and continues his development in the dicipline of drawing accompanied by the graphic analysis found in the first editions of De Architectura. A discussion that highlights multiple versions of a text that unfortunately leaves many unsolved questions. The Vitruvian theatre analysis has later been identified in the case of the Roman theatre of Fanum Fortunae for two reasons: first of all because the theatre was discovered only recently and it is new to this kind of research and also, because, as Vitruvius said, in Fanum Fortunae is located the only public building realized by him: the basilica. Essential was the planimetric analysis of the theatre, whose correspondeces and compliances with Vitruvius' indications help us to prove the effective presence of the Roman architect in Fano.
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Vagni, Matteo <1989&gt. "La barca perduta: Proposta di traduzione del racconto «Mizhou» di Ge Fei e raffronto con le traduzioni inglese e francese". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4409.

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La presente dissertazione consta di tre parti: nella prima, si propone una traduzione in lingua italiana del racconto «Mizhou» di Ge Fei; opera che, per il suo approccio inedito alla narrazione, si ritiene avere inaugurato la stagione dell'avanguardia nella letteratura cinese contemporanea. La seconda parte è imperniata sull'analisi traduttologica del testo in esame, con particolare attenzione alle questioni emerse in sede di traduzione – tanto da una prospettiva linguistica quanto extra-linguistica – e alle strategie adottate nella risoluzione delle stesse, a fronte delle principali teorie traduttologiche del secolo scorso. Nella terza parte, infine, si istituisce un confronto fra la traduzione proposta e quelle in lingua inglese (C. Mason) e francese (C. Chen), al fine di evidenziarne, da una parte, i tratti fondamentali e, dall'altra, di porre in luce le specifiche scelte dei traduttori. Il fine di tale dissertazione non è tanto di individuare una traduzione che sia preferibile alle altre, quanto di restituire al testo di Ge Fei il posto che merita nel contesto letterario odierno.
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Fatticcioni, Alex. "Proposta di analisi del fumetto 'Le mille e un'ora di Asterix' nelle sue traduzioni in lingua italiana e in lingua araba". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9083/.

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Questo elaborato finale intende proporre un’analisi delle traduzioni in lingua italiana e in lingua araba del fumetto “Le mille e un’ora di Asterix”. La mia analisi include un breve excursus sulla serie di Asterix il Gallico, con particolare attenzione alle edizioni in traduzione, e alla storia del fumetto nei paesi arabi del Medio Oriente nell’ultimo secolo; seguono cenni biografici su Alba Avesini, traduttrice in italiano, e sul traduttore per l’arabo Jamal Chehayed. Infine, il tema centrale della tesi si articola in: analisi del titolo; analisi dei nomi dei protagonisti di questo episodio; rassegna di scelte traduttive commentate in parallelo con il fumetto originale in lingua francese.
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Donatiello, Federico. "Le prime traduzioni romene del teatro tragico italiano e francese e la formazione della lingua romena letteraria moderna (ca. 1830-1865)". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3426778.

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The project focuses on the study of the language of some of Italian and French tragedies between 1831 and 1865, in the middle period of the modernization process of the Romanian literature. The proposal perspective is historical and linguistic, but at the same time, it intends to contextualize the linguistic and literary alterations that occurred in Romania in those years in both an European and romance vision. The script structure offers two introductory chapters on the historical­literary main issues and historical­linguistic's one. The third section of the doctoral thesis concerns the analysis of a very representative corpus of pièces translations (they were made between 1831 and 1865 in the Romanian Principalities): this corpus, composed of seven pièces, is entirely focused on the tragic repertoire and includes neoclassical tragedy, romantic dramasand and Italian opera libretto. Each piece is analyzed in a dedicated monograph that point out the features of lexical borrowing, in particular by identifying any presence of relationships of direct derivation from the original French or Italian words of neologisms. The final part of the work will place the phenomenon of Romanian pièces translations and the “romance Westernization” of the Romanian language in a romance and European context: Romanian thus fits into a process of linguistic interference ­which took place in Europe in that years­ who sees both in French and in Italian languages its two main cultural points of reference. From the point of view of the study of the lexical, this has meant the circulations of "Europeanisms", a supranational and distinctive of acculturated languages lexicon, based on Latin, Greek, French and Italian, which has put in place the ultimately rediscovery of Latin in the modern Romanian language.
Il lavoro è incentrato sullo studio della lingua di alcune traduzioni di teatro tragico italiano e francese realizzate tra il 1831 e il 1865, periodo centrale all’interno del processo di modernizzazione della lingua romena letteraria. La prospettiva proposta è storico­linguistica ma, allo stesso tempo, si intende contestualizzare i cambiamenti linguistici e letterari avvenuti in questo periodo nell’area romena in una visione romanza ed europea. La struttura dell’elaborato propone due capitoli introduttivi dedicati alle principali questioni storico­letterarie e storico­linguistiche. La terza sezione della tesi è dedicata all’analisi di un corpus di traduzioni teatrali rappresentative realizzate tra il 1831 e il 1865 nei Principati Romeni: questo corpus, composto di sette opere teatrali, è interamente centrato sul repertorio tragico e comprende sia tragedie neoclassiche, sia drammi romantici sia un libretto d’opera italiano. Ogni opera viene analizzata in un’apposita monografia evidenziando le caratteristiche dei prestiti lessicali, in particolare individuando l’eventuale presenza di rapporti di derivazione diretta dei neologismi dall’originale francese o italiano. La parte finale del lavoro intende collocare le traduzioni teatrali romene e, più in generale, la modernizzazione del romeno letterario in un contesto romanzo ed europeo: questo si inserisce in un processo di interferenza linguistica europea che vede nel francese e nell’italiano i suoi due principali punti di riferimento. In particolare, dal punto di vista lessicale, questo ha significato la diffusione degli “europeismi”, un lessico sovranazionale e caratteristico delle lingue di cultura, esemplato sul latino, sul greco, sul francese e sull’italiano.
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Brunale, Leonardo. "Traduzioni accessibili. Proposta di traduzione dal tedesco “facile” all’italiano “facile” del libro per bambini Die Bunte Bande – Das gestohlene Fahrrad di Corinna Fuchs". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/18902/.

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L'accessibilità delle informazioni e della comunicazione è un diritto sancito dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. Per garantirlo in Europa sono state sviluppate delle versioni "facili" delle lingue in modo che anche le persone con disabilità intellettiva possano partecipare alla vita democratica. L'interesse per questo argomento è cresciuto negli ultimi anni, in particolare in Germania con gli studi accademici sulla Leichte Sprache (tedesco "facile"). Gli studi hanno coinvolto e coinvolgono università che si occupano di traduzione. Un testo in Leichte Sprache è infatti il risultato di un processo di traduzione intralinguistica. In Leichte Sprache sono stati pubblicati anche dei libri, potenzialmente interessanti per il mercato editoriale italiano. Di uno di questi si propone quindi la traduzione in lingua facile (italiano "facile").
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Daviddi, Francesca <1995&gt. "Tradurre il sequel di un fenomeno letterario: proposta di traduzione del romanzo “Primavera” di Ba Jin alla luce delle traduzioni italiane di “Famiglia”". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16767.

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La tesi presentata consiste di una proposta di traduzione del secondo volume della “Trilogia del torrente” di Ba Jin: “Primavera”. La prima parte della tesi definisce il contesto storico in cui si colloca l’autore, considerato uno degli scrittori cinesi di maggiore rilievo del XX secolo, e in che modo tale contesto abbia influenzato le sue opere. La seconda parte è composta dalla proposta di traduzione di due capitoli del romanzo. Il commento traduttologico che segue mette in evidenza i problemi linguistici e culturali incontrati durante il processo traduttivo, spiegando le scelte fatte alla luce delle teorie traduttologiche del secolo scorso. Appendice e glossario sono un prolungamento del commento traduttologico, il cui scopo è chiarire la prospettiva che ha guidato il lavoro di traduzione, influenzato dalle traduzioni di “Famiglia” del 1980 e del 2018. Il fine di questa tesi è quello di presentare “Primavera” al panorama italiano, romanzo rimasto nell’ombra dell’opera di maggiore successo di Ba Jin, “Famiglia”. Si vuole evidenziare, inoltre, la necessità di un filo conduttore che leghi un’eventuale traduzione italiana di “Primavera” e le traduzioni italiane già esistenti di “Famiglia”.
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Sipione, Marialuigia <1983&gt. "Fonti bibliche ed epifanie del Sacro nell'opera di Beppe Fenoglio". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2010. http://hdl.handle.net/10579/969.

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La tesi si articola in quattro capitoli: il primo è una ricostruzione atta a rinvenire tracce nel Sacro nella biografia fenogliana. Evidenziando l'importanza di luoghi di formazione come il Seminario, il Liceo Govone e casa Masera in piazza Rossetti, si propone una carrellata di figure di assoluto riguardo (Pietro Chiodi, Mons. Piero Rossano, don Natale Bussi, don Angelo Stella etc. etc.)per la cultura italiana del secolo scorso, tutte vicine allo scrittore albese e alle tematiche ontologiche. Il secondo propone una rilettura, sub specie biblica, dei testi e degli autori con cui Fenoglio scelse liberamente di confrontarsi. Bunyan e Donne, Coleridge e Hopkins, Browning e T.S. Eliot, Masters e Zangwill... la loro ricerca di una dimensione "ultraterrena", metafisica, visionaria ben si sposa con le intime convinzioni di Fenoglio, uomo lontano dalla pratica cattolica ma curioso dei precetti del calvinismo, del giansenismo e del protestantesimo in generale. Il terzo capitolo consiste in un glossario del Sacro, ovvero una cernita di passi dell'opera omnia fenogliana al fine di individuarne le fonti bibliche. L'ultimo capitolo della tesi è una lettura ravvicinata, ma di certo non esaustiva, del romanzo "La malora", che propongo di interpretare secondo schemi vetero e neo testamentari.In appendice ho riportato missive inedite in cui si citano letture religiose dello scrittore e stralci della biografia di Cromwell che Fenoglio tradusse, per proprio interesse, dall'edizione inglese di Firth.
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Aboaf, Federico <1984&gt. "Il lessico politico di alcune traduzioni cinquecentesche del 'De principatibus' di Machiavelli e della 'Storia d’Italia' di Guicciardini : analisi comparativa tra italiano, francese e tedesco". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/12870.

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Questa tesi propone uno studio sul lessico politico diffuso in Europa nel sec. XVI, fondato sull’analisi comparativa di testi italiani e di loro traduzioni in latino, francese e tedesco. I testi di riferimento sono due trattati: il De principatibus di Niccolò Machiavelli e la Storia d’Italia di Francesco Guicciardini. Il lavoro prevede: I) l’analisi della lingua dei due autori, quindi, la messa a fuoco degli aspetti lessicali e semantici comuni, delle peculiarità stilistiche dei due autori, e così via; II)il confronto comparativo tra gli originali italiani e le loro traduzioni cinquecentesche in latino, francese e tedesco.
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Calvaresi, Laura <1988&gt. "Tra 'profitto' ed 'Industria': traduzioni di termini economici e percorsi di ricezione sociale del 'De regimine principum' di Egidio Romano nel medioevo (XIII-XV secolo)". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19528.

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La tesi vuole ricostruire la ricezione sociale del De Regimine Principum di Egidio Romano a partire dal lessico economico. Per raggiungere questo scopo si parte da un primo capitolo che serve da necessaria premessa storio-grafica. Il secondo capitolo presenta la struttura, le circostanze di composizione e la diffusione del De Regimine Principum e delle sue versioni nei volgari. Si affronta poi nel terzo capitolo l’analisi del lessico economico della versione latina, per circoscrivere di seguito alcuni concetti che rivestono maggiore importanza, come quello di in-dustria. Nel quarto capitolo si operano dei raffronti sulla base del lessico sopra individuato con le traduzioni francese e senese, e all’interno delle varie versioni italiane esistenti, con lo studio anche di alcuni manoscritti par-ticolarmente significativi. Si conclude quindi evidenziando le acquisizioni ricavate nel corso della trattazione. Se-gue un’appendice con l’analisi dei testamenti di Egidio Romano.
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Perino, Marta <1991&gt. "Xiangzi e la lotta per la sopravvivenza. Proposta di traduzione dei capitoli finali del romanzo «Luotuo Xiangzi» di Lao She e raffronto con le traduzioni inglesi". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/7159.

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La presente tesi consiste nel lavoro di traduzione dei capitoli finali di “Luotuo Xiangzi”, celeberrimo romanzo di Lao She. La presente dissertazione consta di tre capitoli: il primo capitolo si focalizza sul contesto storico-letterario e sulla vita e le opere dell’autore, nel secondo si propone una traduzione in lingua italiana degli ultimi tre capitoli del romanzo mentre il terzo capitolo è incentrato sull’analisi traduttologica del testo con particolare attenzione ai problemi traduttivi emersi in sede di traduzione e le relative strategie adottate nella risoluzione degli stessi. Il presente elaborato consta, infine, di un’appendice dove si istituisce un confronto con la traduzioni inglesi del medesimo romanzo risalenti rispettivamente al 1945 (tradotto da Evan King) e al 1981 (tradotto da Shi Xiaojing).
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Suppa, Francesca. "«Le père trompé». Traduzioni e ricezione del teatro di Lope de Vega in Francia tra Seicento e Settecento. Con un’appendice su Manzoni, lettore di Lope de Vega". Doctoral thesis, Universitat Autònoma de Barcelona, 2015. http://hdl.handle.net/10803/309136.

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Este trabajo se propone delinear la recepción del teatro y de la figura literaria de Lope de Vega en Francia entre el siglo Diecisiete y los primeros años del siglo Dieciocho. Colocándose en el ámbito de la literatura comparada, conjunta distintos enfoques y herramientas teóricas: empezando por un análisis del contexto receptor influido por una perspectiva polisistémica, se enfoca en el estudio descriptivo de las traducciones (Descriptive Translation Studies), concebidas como re-escrituras condicionadas por factores internos al contexto meta y a su vez como factores de influencia sobre este mismo ámbito. En la amplísima mole bibliográfica concerniente a la Comedia en Francia falta un estudio específico sobre Lope de Vega, donde se trate la creación de su fama literaria y el principio de las traducciones reader-oriented de sus comedias, juntando estos dos puntos en un marco histórico y teórico y metodológico. Se han tomado en cuenta, en particular, las traducciones de Du Perron de Castera (1738) y de Linguet (1770). Empezando por una profundización sobre el contesto cultural y sobre la figura del traductor, se ha esbozado un análisis taxonómico de la estrategia traductiva. La taxonomía es un instrumento descriptivo que permite delinear las características estéticas de las traducciones, para observar una hipotética influencia de las adaptaciones stage-oriented sobre las traducciones reader-oriented y la vez los constraints culturales relacionados con la estética clasicista. Se incluye un apartado sobre la hipótesis de una recepción de la Comedia lopesca por parte del escritor italiano Alessandro Manzoni. Una antología final recolecta, comentándolos, los paratextos de los traductores, así como una selección de pasajes concernientes a Lope de Vega en obras literarias y críticas de los siglos XVII y XVIII.
This work intends to describe the reception of Lope de Vega’s theatre and his literary figure in France between the Seventeenth and the early Nineteenth centuries. Placed inside the field of Comparative Literature, it tries to melt different tools and approaches. Moving from the analysis of the target context and adopting a poli-systemic perspective, it focuses on a Descriptive Translation Study, considering translations as rewritings conditioned by the constraints of the target context and also influencing the same target context. In the wide bibliographical amount about the reception of Spanish Comedia in France, there seem to be a lack of a study focused on Lope de Vega, which can combine the interest on the creation of his literary fame and the beginning of the reader-oriented translations of his comedies into a historical, methodological and theoretical frame. The study includes an analysis of Lope’s position in the French cultural context and a description of rewriter’s figures; the knowledge of this cultural background provides some tools useful to create a taxonomy of translators’ strategies. This taxonomy is a descriptive tool aimed to describe the aesthetical features of translations, to observe the influence of stage-oriented adaptations over the reader-oriented translations and also to analyze the constraints derived from classicist poetics. The work ends with a brief annex focused on the hypothesis of Lope’s presence in the literary work of Alessandro Manzoni.
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Tatasciore, Claudia <1984&gt. "La traduzione interculturale nell’Austria-Ungheria della Jahrhundertwende Analisi critica delle traduzioni in tedesco e in italiano del romanzo ungherese I ragazzi della Via Pál di Ferenc Molnár". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6393/1/Tatasciore_Claudia_tesi.pdf.

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Riconoscendo l’importanza delle traduzioni all’interno della cosiddetta repubblica democratica dell’infanzia, il lavoro analizza le prime traduzioni tedesche e italiane del classico della letteratura per l’infanzia I ragazzi della Via Pál di Ferenc Molnár, al fine di metterne in luce i processi non solo prettamente traduttivi, ma anche più ampiamente culturali, che hanno influenzato la prima ricezione del romanzo in due contesti linguistici spesso legati per tradizione storico-letteraria alla letteratura ungherese. Rispettando la descrizione ormai comunemente accettata della letteratura per ragazzi come luogo di interazione tra più sistemi – principalmente quello letterario, quello pedagogico e quello sociale –, il lavoro ricostruisce innanzitutto le dinamiche proprie dei periodi storici di interesse, focalizzando l’attenzione sulla discussione circa l’educazione patriottica e militare del bambino. In relazione a questa tematica si approfondisce l’aspetto della “leggerezza” nell’opera di Molnár, ricostruendo attraverso le recensioni del tempo la prima ricezione del romanzo in Ungheria e presentando i temi del patriottismo e del gioco alla guerra in dialogo con le caratteristiche linguistico-formali del romanzo. I risultati raggiunti – una relativizzazione dell’intento prettamente pedagogico a vantaggio di una visione critica della società e del militarismo a tutti i costi – vengono messi alla prova delle traduzioni. L’analisi critica si basa su un esame degli elementi paratestuali, sull’individuazione di processi di neutralizzazione dell’alterità culturale e infine sull’esame delle isotopie del “gioco alla guerra” e dei “simboli della patria”. Si mostra come, pur senza un intervento censorio o manipolazioni sensibili al testo, molte traduzioni italiane accentuano l’aspetto patriottico e militaresco in chiave pedagogica. Soprattutto in Italia, il romanzo viene uniformato così al contesto letterario ed educativo dell’epoca, mentre in area tedesca la ricezione nell’ambito della letteratura per ragazzi sembra aprire al genere del romanzo delle bande.
Recognizing the importance of translations in the “democratic republic of childhood”, I analyse the first German and Italian translations of the children’s literature classic The Paul Street Boys, by Ferenc Molnár, in order to enlighten the translational and cultural processes which influenced the first reception of the novel into two linguistic contexts that for different reasons have been traditionally tied to the Hungarian literature. Research today agrees in considering children’s literature as a place where several systems interact: the literary, the pedagogical and the social. Thus, the work reconstructs first of all the dynamics of the historical periods in which the translations have been done, focusing on the discussion regarding children’s education, patriotism and war. Referring to these themes, I consider the character of “lightness” in Molnár’s work, reconstructing through contemporary reviews the first reception of the novel in Hungary and proposing an analysis of the novel, through which patriotism and war are presented in dialogue with its linguistic-formal characteristics. The results – a reduction of the mainly pedagogical aim in favour of a critical view of the society and its militarism – are then compared with the translations. In the critical analysis of the translations I consider first of all the paratextual elements, then the processes of neutralisation of foreignness and finally an exam of two main isotopies: “playing the war” and “symbols of the homeland”. The analysis shows how some Italian translations amplify the military and patriotic character of the novel, although they don’t operate with censorship or significant modifications of the source text. In particular in Italy, the novel is integrated in the literary and pedagogical system of the target language, whereas the German area seems to be opened to a new literary genre of children’s literature, the “gang-novel”.
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Tatasciore, Claudia <1984&gt. "La traduzione interculturale nell’Austria-Ungheria della Jahrhundertwende Analisi critica delle traduzioni in tedesco e in italiano del romanzo ungherese I ragazzi della Via Pál di Ferenc Molnár". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6393/.

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Riconoscendo l’importanza delle traduzioni all’interno della cosiddetta repubblica democratica dell’infanzia, il lavoro analizza le prime traduzioni tedesche e italiane del classico della letteratura per l’infanzia I ragazzi della Via Pál di Ferenc Molnár, al fine di metterne in luce i processi non solo prettamente traduttivi, ma anche più ampiamente culturali, che hanno influenzato la prima ricezione del romanzo in due contesti linguistici spesso legati per tradizione storico-letteraria alla letteratura ungherese. Rispettando la descrizione ormai comunemente accettata della letteratura per ragazzi come luogo di interazione tra più sistemi – principalmente quello letterario, quello pedagogico e quello sociale –, il lavoro ricostruisce innanzitutto le dinamiche proprie dei periodi storici di interesse, focalizzando l’attenzione sulla discussione circa l’educazione patriottica e militare del bambino. In relazione a questa tematica si approfondisce l’aspetto della “leggerezza” nell’opera di Molnár, ricostruendo attraverso le recensioni del tempo la prima ricezione del romanzo in Ungheria e presentando i temi del patriottismo e del gioco alla guerra in dialogo con le caratteristiche linguistico-formali del romanzo. I risultati raggiunti – una relativizzazione dell’intento prettamente pedagogico a vantaggio di una visione critica della società e del militarismo a tutti i costi – vengono messi alla prova delle traduzioni. L’analisi critica si basa su un esame degli elementi paratestuali, sull’individuazione di processi di neutralizzazione dell’alterità culturale e infine sull’esame delle isotopie del “gioco alla guerra” e dei “simboli della patria”. Si mostra come, pur senza un intervento censorio o manipolazioni sensibili al testo, molte traduzioni italiane accentuano l’aspetto patriottico e militaresco in chiave pedagogica. Soprattutto in Italia, il romanzo viene uniformato così al contesto letterario ed educativo dell’epoca, mentre in area tedesca la ricezione nell’ambito della letteratura per ragazzi sembra aprire al genere del romanzo delle bande.
Recognizing the importance of translations in the “democratic republic of childhood”, I analyse the first German and Italian translations of the children’s literature classic The Paul Street Boys, by Ferenc Molnár, in order to enlighten the translational and cultural processes which influenced the first reception of the novel into two linguistic contexts that for different reasons have been traditionally tied to the Hungarian literature. Research today agrees in considering children’s literature as a place where several systems interact: the literary, the pedagogical and the social. Thus, the work reconstructs first of all the dynamics of the historical periods in which the translations have been done, focusing on the discussion regarding children’s education, patriotism and war. Referring to these themes, I consider the character of “lightness” in Molnár’s work, reconstructing through contemporary reviews the first reception of the novel in Hungary and proposing an analysis of the novel, through which patriotism and war are presented in dialogue with its linguistic-formal characteristics. The results – a reduction of the mainly pedagogical aim in favour of a critical view of the society and its militarism – are then compared with the translations. In the critical analysis of the translations I consider first of all the paratextual elements, then the processes of neutralisation of foreignness and finally an exam of two main isotopies: “playing the war” and “symbols of the homeland”. The analysis shows how some Italian translations amplify the military and patriotic character of the novel, although they don’t operate with censorship or significant modifications of the source text. In particular in Italy, the novel is integrated in the literary and pedagogical system of the target language, whereas the German area seems to be opened to a new literary genre of children’s literature, the “gang-novel”.
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Suppa, Francesca <1982&gt. "«Le père trompé»: traduzioni e ricezione del teatro di Lope de Vega in Francia tra Seicento e Settecento : con un'appendice su Manzoni, lettore di Lope de Vega". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/8268.

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Questo lavoro si propone di delineare la ricezione del teatro e della figura letteraria di Lope de Vega in Francia tra il Seicento e i primi decenni dell’Ottocento. Collocandosi nel vasto ambito della letteratura comparata, si avvale di diversi approcci e strumenti teorici: muovendo da un’analisi del contesto ricettore influenzata da una prospettiva polisistemica, si soffermerà in particolare sullo studio descrittivo delle traduzioni (Descriptive Translation Studies), intese come riscritture condizionate da fattori interni al contesto d’arrivo e a loro volta come fattori d’influenza su quel medesimo ambito. Nell’immensa mole bibliografica sulla Comedia in Francia manca uno studio specifico riguardante Lope de Vega, che prenda in considerazione la creazione della fama e la nascita delle traduzioni reader-oriented delle sue commedie, unendo i due punti in una cornice storica e teorico-metodologica. Muovendo da un approfondimento sul contesto culturale e sulla figura del traduttore, si è cercato d’impostare un’analisi tassonomica della strategia traduttiva, osservando l’influsso degli adattamenti stage-oriented sulle traduzioni reader-oriented, e al tempo stesso i contraints culturali legati all’estetica classicista. S’include un breve approfondimento sull’ipotesi di una ricezione manzoniana della comedia lopesca.
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Liang, Haoxuan <1997&gt. "Analisi alla traduzione della letteratura per ragazzi dal punto di vista dell'equivalenza funzionale di Eugene Nida——Un'analisi contrastiva di due traduzioni cinesi del giornalino di Gian Burrasca". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19461.

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Children’s Literature is by all means of great importance with the deep motive to enlighten and educate young readers. Looking back to the history of Chinese Children’s Literature, we would find out that since the the Qing dynasty, the development of domestic Children’s Literature is strongly associated to that of foregin Children’s Literature translation history. In recent years, Children’s Literature market has seen a significant global booming, and there has been an active introduction of foreign copyright in China. Compared to the heated publication of foreign Children’s Literature, however, the research to its literariness or translation theory is in the marginalized position, which has caused a serious imbalance between the development of theory and practice of Children’s Literature. The present project will take the classic italian Children’s Literature Il giornalino di Gian Burrasca as a case study and make analysis on its translation process, with the aim to analyze the linguistic and translational features of Children’s Literature and its translation principles under the guidance of Functional Equivalence. The thesis describes the application of certain translation methods and techniques in the translation progress, such as direct translation, addition, and division with a comparative analysis with Wang Ganqing’s translated version. For the purpose of raising the interest of the translators in translating Children’s Literature, and to promote the development of Children’s Literature translation in China.
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Perozzo, Valentina. "Il notomista delle anime: sociologia e geografia del romanzo nell'Italia di fine Ottocento(1870 - 1899)". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3426652.

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Resumen
Between 1870 and 1899 in Italy 1051 writers published 2545 new novels in Italian. This research is focused on a database that collects data about those books and their authors. In this way we delineate a comprehensive overview of the Italian fiction literature of the late nineteenth century, bypassing the canonization of literary history. The aim of this research is to study how a specific kind of intellectual worker (the novelist) takes shape and how he fits into the deep changes that were taking place in Italian literary system of the time. The first part of this thesis focuses on the database: at first it emerges a sort of geography of the Italian novel, providing an accurate quantitative picture of the editorial production. We gathered different kinds of information about novels, in order to cover also aspects normally neglected as price, number of pages, number of reissues. Secondly, we focus on the figure of the novelist and its characteristics. Following data have been collected regarding each novelist: date of birth, country of birth, education, social background (through father's profession), any other work that is combined to the literary practice (teaching, journalism). Moreover, there is an attempt to account for the complete literary production of each author (other genres, the total number of novels). Database has been reworked through charts. In the second part of the research we analyzed the production of Italian novels through two different points of view: interactions with foreign novels and especially French novels (whose importation was very considerable) and the introduction of "Realism" (or "Verismo" or "Naturalism") in Italian literary system. Canonical studies of novel normally neglect both analysis of foreign fiction production (that was the common choice for an average Italian reader) and "non-artistic" topics within the artistic discourse (such as the contradiction between ethics of society and realist novel). The theoretical basis that inspired this work is the concept of "literary field" developed by Pierre Bourdieu, whose purpose is such a construction of an authentic sociology of artistic production. The model proposed by Bourdieu allows us to think the fields of cultural production as a relatively autonomous relational system, though it was designed on the French literary field of the late nineteenth century. In the same period, the conditions of fiction production in Italy were extremely different. Nevertheless Bourdieu's theory (and, in the same way, Franco Moretti's considerations on “distant reading”) allows to reclaim the study of art practices as an entirely legitimate research topic for a historian.
Tra il 1870 e il 1899 in Italia vengono pubblicati 2545 prime edizioni romanzi in lingua italiana , opera di 1051 scrittori. L'elemento centrale di questa ricerca è un database che raccoglie le informazioni sui libri e sui loro autori. In questo modo si è delineato un panorama completo della narrativa italiana di fine ottocento, bypassando la canonizzazione della storia letteraria. Lo scopo iniziale di questa ricerca è studiare come si formi una specifica figura di lavoratore intellettuale - lo scrittore di romanzi -, e come questo si inserisca all'interno delle profonde trasformazioni in atto nel mercato delle lettere di fine Ottocento. La prima parte della tesi si concentra sul database e sulle informazioni che se ne possono ricavare: in primo luogo si delinea così una geografia del romanzo italiano, fornendo un accurato quadro quantitativo della produzione editoriale. Le informazioni che si sono raccolte sui romanzi riguardano infatti anche aspetti normalmente trascurati come il prezzo, il numero di pagine, le riedizioni. In secondo luogo ci si concentra sulla figura del romanziere e sulle sue caratteristiche. Le informazioni raccolte su ogni romanziere riguardano la data di nascita, la regione di nascita, l'educazione, la provenienza sociale (attraverso la professione del padre), le altre attività lavorative che accompagnano la pratica letteraria (insegnamento, giornalismo). Inoltre si è cercato di rendere conto della produzione letteraria completa (altri generi letterari, numero di romanzi complessivo). Le informazioni sono state rielaborate graficamente. Nella seconda parte della tesi si è analizzata la produzione di romanzi italiani attraverso due differenti punti di vista: le interazioni con la narrativa straniera e soprattutto francese (di cui l'Italia era grande importatrice) e l'introduzione della corrente letteraria del realismo (o verismo o naturalismo) nel peculiare sistema letterario italiano. Nella costruzione discorsiva classica sulla letteratura e sul romanzo vengono esclusi normalmente sia la produzione straniera che invece faceva parte dell'orizzonte del lettore italiano dell'epoca, sia la presenza di istanze “non artistiche” all'interno delle questioni artistiche (nel nostro caso il problema tra la morale corrente e il romanzo verista). Il presupposto teorico dal quale prende spunto questo lavoro è il concetto di campo letterario elaborato da Pierre Bourdieu, il cui scopo è la costruzione di un'autentica sociologia delle produzione artistiche. Il modello proposto da Bourdieu, che permette di pensare i campi di produzione culturale come sistemi relazionali relativamente autonomi, è stata improntato sul campo letterario francese della fine dell'Ottocento. Le condizioni della produzione romanzesca italiana delle stesso periodo sono estremamente diverse, il che rende complessa una diretta trasposizione dei concetti del campo letterario, ma l'elaborazione bourdosiana (come d'altra parte le riflessioni sulla distant reading di Franco Moretti) ci permette di pensare alle pratiche artistiche come un oggetto di ricerca del tutto legittimo per uno storico.
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Mazzone, Matteo. "La copia della traduzione vitruviana contenuta nel ms. "Ottoboniano latino 1653": il ms. "Italien 472" della Bibliotèque Nationale de France. Analisi, edizione e studio linguistico. Con l’aggiunta di un "Glossario" di oltre 930 voci tecniche tratte dal ms. "Ottoboniano latino 1653"". Doctoral thesis, 2022. http://hdl.handle.net/2158/1266214.

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Il lavoro contenuto in questa tesi di dottorato (pp. 1695) è nato con l’intenzione di ampliare parte di uno studio già condotto in sede di tesi magistrale, con lo scopo di indagare più dettagliatamente e a fondo, tramite l’ausilio di confronti e riscontri filologico linguistici, il rapporto instauratosi tra due manoscritti cinquecenteschi: il codice "Ottoboniano Latino 1653" (Roma, Biblioteca Apo-stolica Vaticana) databile tra il 1504-1511 e contenente una traduzione del "De architectura" di Vitruvio, e il codice "Italien 472" (Parigi, Bibliothèque Nationale de France). Nel PRIMO VOLUME (pp. 591), oltre a introdurre lo studio del "ms. Italien 472" attraverso una puntuale descrizione codicologica relativa anche al modello grafico (in particolare: alfabeto maiuscolo e minuscolo delle lettere, approfondimento su alcune tipologie di abbreviatura per contrazione, altri segni abbreviativi impiegati), ci siamo concentrati sulla ricostruzione dell’effettivo rapporto che intercorre tra i manoscritti. Dalla collazione tra i due codici emerge che l’impianto testuale dell’Italien è sostanzialmente identico a quello dell’"Ottoboniano", salvo alcune emendazioni e implementazioni che ci restituiscono l’immagine di un copista abbastanza accorto nell’intervenire sul testo dell’originale vaticano, talvolta lacunoso e impreciso. Inoltre, vanno segnalati alcuni importanti casi in cui il copista accoglie nel continuum testuale le corre-zioni sincroniche inserite dall’estensore del codice "Ottoboniano" (si tratta perlopiù di varianti adiafore poste in interlinea), e ancora altri passi per i quali è possibile ricostruire una serie di ag-giunte da lui annotate in margine con segni di richiamo, poco leggibili a causa della cattiva rifila-tura del codice. Infine, un piccolo gruppo di errori monogenetici congiuntivi aiuta a rassicurare la dipendenza del codice parigino da quello vaticano. Chiarita la natura di "codex descriptus" del ms. "Italien", si è passati ad approntare l’edizione del manoscritto, secondo i criteri usati dagli storici della lingua e basati sulle indicazioni di Arrigo Castellani, poi adattati da Marco Biffi per i testi tra Quattro e Cinquecento nell’edizione della "Traduzione" vitruviana di Francesco di Giorgio Martini e successivamente ripresi anche per i "Glossari leonardiani" diretti da Paola Manni e Marco Biffi. Inoltre, sono stati consultati anche quelli redatti per i collaboratori all’impresa dei "Manoscritti datati d’Italia", stilati da Teresa De Robertis et alii. Successivamente all’edizione del testo, è stato effettuata un’ampia analisi linguistica (suddivisa in tre parti: Grafia, Fonetica e Morfologia) che ha cercato di inquadrare e di descrivere le caratteristiche della lingua del codice "Italien". Si è potuto così concludere che sulla lingua a base toscana della copia parigina s’innestano taluni tratti fonomorfologici riconducibili a un’area posizionata a sud della Toscana e già inserita nella geografia dell’Umbria. In particolare, sono ben attestati alcuni fenomeni linguistici tipici sia dell’area umbra settentrionale-occidentale (detta anche area “perugina”, che include, appunto, Perugia e il territorio di contado, oltre alla Valle Al-ta del Tevere, l’Umbertide e l’Eugubino) e sia di quella meridionale-occidentale alla destra del Tevere (che comprende il territorio di Orvieto e perciò detta anche area “orvietana”). Concludono la confezione di questo primo tomo l’Indice dei nomi dell’"Italien 472", la Tavola di concordanza, la Bibliografia e le Tavole contenenti alcune delle più significative ripro-duzioni fotografiche tratte dal manoscritto. Il SECONDO (pp. 516) e il TERZO VOLUME (pp. 488) contengono un "Glossario" di oltre 930 tecnicismi relativi all’arte, all’architettura, alla meccanica e all’idraulica adoperati nella tradu-zione ottoboniana e successivamente copiati nel codice parigino. Come è stato spiegato nel se-condo tomo alla sezione Criteri utilizzati per la redazione del glossario, il lessico tecnico è stato analizzato alla luce dei più aggiornati strumenti oggi disponibili in campo linguistico informatico. La struttura fissa di ogni lemma (e delle sue varianti grafico-fonetiche) è stata improntata tenendo conto di quella utilizzata nella serie dei "Glossari leonardiani", e poi adattata con nuovi accorgimenti che rispecchiassero le peculiarità del nostro lavoro di ricerca. Ogni scheda comprende: il lemma (indicato in neretto, in tondo e al centro della pagina, secondo la grafia moderna, con l’eventuale precisazione in corsivo delle eventuali varianti di natura grafica risultanti dalla ricognizione totale delle occorrenze della voce in tutto il testo, a esclusione delle omissioni o delle cadute meccaniche di lettere o sillabe); la definizione, la trascrizione degli esempi d’uso, la frequenza e l’Index locorum, i lemmi correlati (se presenti), le corrispondenze autoriali in un arco cronologico compreso dalle origini sino alla fine del ’600, con l’indicazione – se necessario – delle formule di prima attestazione/ prima e unica attestazione. Infine, la scheda lessicografica può terminare con una Nota: tale sezione può accogliere eventuali precisazioni filologico-etimologiche e osservazioni storico-linguistiche relative all’aspetto grafico e fonomor-fologico del lemma o delle sue varianti, e più in generale qualsiasi altra informazione che può fornire ulteriori spiegazioni per la comprensione della voce e dei dati forniti. Ma la novità che ar-ricchisce la struttura di base di ciascuna scheda lessicografica è rappresentata dalla presenza del campo "Confronto", nel quale si è proceduto con il sistematico raffronto dei termini dell’"Ottoboniano" con quelli effettivamente rintracciati nell’"Italien". Chiariti anche tutti i riferimenti bibliografici utilizzati nelle Abbreviazioni bibliografiche, il "Glossario" contenuto nel SECONDO VOLUME copre le lettere A-L. Il TERZO VOLUME raccoglie la restante parte dei lemmi trattati (lettere M-Z), oltre a ospitare anche un’interessante "Appendice" costituita da quei 23 lemmi che occorrono nella copia parigina e che non sono attestati nell’"Ottoboniano". Si tratta di tecnicismi, perlopiù riconducibili all’àmbito architettonico, inseriti dal copista nelle annotazioni in interlinea e in quelle marginali, spesso da riferirsi a termini a testo nell’originale vaticano i quali, una volta copiati, sono stati ulteriormente precisati nelle glosse esplicative. Proprio da questi preziosi commenti è possibile recuperare un ulteriore, seppur contenuto, serbatoio di voci tecniche, tipiche della tradizione lin-guistica delle botteghe e dei cantieri artistico-artigiani di area toscano-fiorentina.
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