Literatura académica sobre el tema "Traduzioni del "De architectura""

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Artículos de revistas sobre el tema "Traduzioni del "De architectura""

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Cellauro, Louis. "Daniele Barbaro and Vitruvius: the architectural theory of a Renaissance humanist and patron". Papers of the British School at Rome 72 (noviembre de 2004): 293–329. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200002749.

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Resumen
DANIELE BARBARO E VITRUVIO: LA TEORIA ARCHITETTONICA DI UN UMANISTA E PATRONO DEL RINASCIMENTOL'aristocratico veneziano Daniele Barbaro (1514–70), collezionista d'arte, di libri e di strumenti matematici, fu un importante patrono delle artie delle scienze della Venezia del XVI secolo. La sua pubblicazione più imponente e significativa fu la traduzione commentata del De Architectura Libri Decem di Vitruvio. Lo scopo di questo articolo è quello di fornire un'analisi della teoria architettonica di Daniele Barbaro, cosi come emerge dai suoi commentari e di stabilire il suo rapporto con Vitruvio nel contesto del Rinascimento. Mi focalizzo sui principi teoretici rilevanti per la pratica architettonica, inclusi l'atteggiamento di Barbaro verso Vitruvio, la sua teoria del progresso dell'architettura classica, i rapporti nella sua teoria tra le retorica e l'architettura, le sue opinioni sul ruolo delle proporzioni armoniche nel disegno architettonico e sui sei concetti vitruviani del disegno architettonico. Ilprincipale contributo di Barbaro alla comprensione di Vitruvio nel Rinascimento consiste nell'enfasi posta sulla flessibilità con cui egli credeva che le regole di Vitruvio dovessero essere comprese e sull'importanza delle correzioni ottiche per il disegno architettonico nella teoria dell'autore antico.
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Dugo, Sandra. "Storia della traslatio del corpus Pirandelliano in Brasile". Revista de Italianística, n.º 34 (7 de noviembre de 2017): 77. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i34p77-89.

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Propongo un breve viaggio nella storia delle traduzioni delle opere pirandelliane dal lontano 1924 fino ai nostri giorni. Potremmo ipotizzare che i traduttori brasiliani hanno accettato sin dall’inizio una grande sfida: tornare all’originale? Oppure creare ex novo un’opera diversa? Attraverso gli articoli dei giornali suggerisco di riflettere sul contesto sociale in cui lavoravano, impegnati con la complessità delle trame pirandelliane. I loro contributi hanno creato la storia delle traduzioni, un ricco patrimonio ereditato dal lavoro di numerosi intellettuali brasiliani.
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Berlingieri, Fabrizia. "Tempo di traduzioni: 1963/1983". TERRITORIO, n.º 100 (noviembre de 2022): 19–28. http://dx.doi.org/10.3280/tr2022-100003.

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Prima donna architetto in Pakistan, Yasmeen Lari completa gli studi di Architettura a Oxford in Inghilterra per poi ritornare quasi immediatamente nel suo paese di origine. È il 1964, e da quel momento in poi Lari inizia una graduale ma profonda revisione della cultura architettonica del Moderno attraverso una sperimentazione progettuale condotta durante gli anni della professione. Nelle diverse commesse pubbliche e private Lari interseca forme e linguaggi del Moderno con la cultura costruttiva dei luoghi, intercettando i bisogni reali delle comunità. Il lungo percorso di traduzione, tra adattamenti e innovazioni, è alla base dei futuri sviluppi della sua carriera nel campo del restauro del patrimonio storico e in quello umanitario di emancipazione sociale.
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PONZIO, Julia. "L’INTRECCIO DEL GESCHLECHT: TRADUZIONI E ATTRAVERSAMENTI DELL’IDENTITÀ". Signa: Revista de la Asociación Española de Semiótica 30 (6 de enero de 2021): 243. http://dx.doi.org/10.5944/signa.vol30.2021.29308.

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Riassunto: Tra il 1983 e il 1989 J. Derrida dedica quattro saggi alla parola tedesca Geschlecht e alla sua difficoltà di traduzione. L’intraducibilità di questa parola dipende dalla sua polisemia. Per tradurla, infatti, è necessaria una lunga serie di significanti tra i quali: sesso, razza, specie, genia, genere, famiglia, generazione, genealogia, parentela, stirpe, comunità. L’idiomaticità di questa parolaè un inestricabile intreccio che non consiste nella sua capacità di “stare per” cose diverse a seconda dei contesti in cui la si usa ma nella capacità di innescare la questione del rapporto tra identità e alterità.Abstract: Between 1983 and 1989 J. Derrida dedicates four essays to the German word Geschlecht focusing on its difficult translation. The untranslatability of this word depends on its polysemy. To translate it, in fact, a long series of signifiers is necessary, including: sex, race, species, genìa, genus, family, generation, genealogy, kinship, lineage, community. The idiomaticity of this word is an inextricable intertwining that does not consist in its ability to “stay for” different things depending on the contexts in which it is used, but in the ability to trigger the question of the relationship between identity and otherness.
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Donatiello, Federico. "I primi contatti con il Teatro Occidentale in Romania: le traduzioni dei melodrammi di Pietro Metastasio nei Principati Danubiani alla fine del XVIII secolo/First contacts with western theatre in Romania: The translations of Pietro Metastasio's Melodrammi in Romanian Principates at the end of eighteenth century". Hiperboreea 1, n.º 2 (1 de diciembre de 2014): 111–24. http://dx.doi.org/10.5325/hiperboreea.1.2.0111.

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Resumen
Abstract Uno dei fenomeni più importanti che hanno favorito l'occidentalizzazione romanza della lingua letteraria romena è stato il largo affluire di traduzioni di letteratura francese e italiana. Nel Settecento predomina la figura del poeta italiano Pietro Metastasio con ben nove testi tradotti: il melodramma italiano arriva nei Principati con modalità peculiari in quanto le traduzioni non sono destinate tanto alla rappresentazione scenica quanto alla sola lettura; esse si basano inoltre non sul testo italiano originale ma su alcune traduzioni intermediarie in lingua neogreca. La penetrazione delle opere di Metastasio nei Principati, come pure di molta cultura occidentale, è perciò legata indissolubilmente alla cultura neogreca e ai gusti della nobiltà fanariota. per modesti compilatori come Slǎtineanu o Beldiman; la scomparsa del neogreco come lingua di cultura favorirà ulteriormente il processo di rinnovamento linguistico e letterario.
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Freixas, Margarita. "Una aportación a un diccionario histórico de lenguajes de especialidad: el léxico metafórico de tres tratados arquitectónicos del Renacimiento español (1526-1582)". Revista de Lexicografía 15 (7 de diciembre de 2018): 31. http://dx.doi.org/10.17979/rlex.2009.15.0.3817.

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Resumen
Esta investigación es un estudio del léxico metafórico de tres tratados arquitectónicos del Renacimiento español: Las medidas del Romano (1526) de Diego de Sagredo, el romanceamiento del De architectura (s. I a. C.) de Vitruvio realizado por Miguel de Urrea (1582) y la traducción de Francisco de Lozano (1582) de Los diez libros de architectura de Leon Battista Alberti. Por un lado, se demuestra la influencia de la tradición grecolatina y humanística en la tratadística española del Renacimiento y el desarrollo de la terminología arquitectónica mediante procedimientos analógicos en las obras de Sagredo, Lozano y Urrea. Por otro, se analizan los términos metafóricos empleados por Sagredo, Lozano y Urrea según una tipología establecida a partir de las realidades evocadas: las partes del cuerpo humano y sus acciones, la naturaleza, los objetos y sus cualidades, y las formas geométricas.
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Ricotta, Veronica y Giulio Vaccaro. "Rivolgarizzare e ritradurre. Parole, idee, traduzioni". Annales Universitatis Paedagogicae Cracoviensis | Studia de Cultura 9, n.º 3 (4 de julio de 2018): 133–43. http://dx.doi.org/10.24917/20837275.9.3.13.

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Resumen
Partendo dai risultati del progetto DiVo – Dizionario dei Volgarizzamenti, si analizza e discute uno tra gli aspetti emersi con maggiore forza negli studi di questi ultimi anni, quello delle “traduzioni molteplici”. Si propone in particolare una dettagliata, circostanziata e precisa valutazione del dato linguistico, con particolare riguardo alla tradizione e alle traduzioni dell’Eneide, anche in rapporto con il testo della Commedia dantesca.“Rivolgarizzare” i “ritradurre”. Słowa, idee, tłumaczeniaWychodząc od rezultatów projektu DiVo – Dizionario dei Volgarizzamenti, autorki omawiają zagadnienie wielokrotnych tłumaczeń. W artykule zostaje przedstawiona szczegółowa i dokładna ocena danych leksykalnych, ze szczególnym uwzględnieniem tłumaczeń Eneidy i ich odniesień do Boskiej Komedii Dantego.
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Piva, Franco. "Tobia Zanon, Traduzioni settecentesche del teatro tragico francese". Studi Francesi, n.º 154 (LII | I) (1 de junio de 2008): 185. http://dx.doi.org/10.4000/studifrancesi.9209.

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Djuric, Zeljko. "Traduzioni dall’italiano di Joakim Vujic (I parte)". Prilozi za knjizevnost, jezik, istoriju i folklor, n.º 83 (2017): 31–52. http://dx.doi.org/10.2298/pkjif1783031d.

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Nel lontano 1802, a Trieste, dove ha raggiunto la comunit? serba che guidata dall?illustre scrittore Dositej Obradovic cercava di assorbire la cultura razionalistica europe per trapiantarla poi, almeno in parte, nell? tesssuto della cultura serba, Joakim Vujic studia le lingue straniere (italiano, francese, inghlese) e appena compiuto con successo i primi passi si mette a tradurre un romanzo italiano che gli ? venuto sotto mano: per esercitarsi nella lingua e per offrire al pubblico serbo un testo divertente e utile. Si tratta del romanzo di Antonio Piazza intitolato Il vero amore o sia la storia amorosa d?Irene ? Filandro, un testo linguisticamente complicato, non lontano, per stile, dalla tradizione del romanzo barocco italiano. Nella situazione culturale quando la lingua serba stava vivendo il periodo della sua lenta ed incerta maturazione, Joakim Vujic, nel tradurre, ha continuamente dovuto fare le scelte tra le soluzioni del serbo slavo, la lingua del ceto intellettuale, e del serbo volgare che in quel periodo si faceva strada per entrare nella letteratura. Il nostro lavoro cerca di descrivere e di analizzare il suo coraggioso tentativo.
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Sikora, Adam R. "Kaszubskie przekłady Pisma Świętego". Ruch Biblijny i Liturgiczny 57, n.º 4 (31 de diciembre de 2004): 301. http://dx.doi.org/10.21906/rbl.526.

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Il casciubo è una lingua slava che si è formata in Pomerania quale lingua comune nel XVI sec. e dal XIX sec. si sviluppa anche quale lingua letteraria. Le traduzioni bibliche in casciubo sono state effettuate nei due periodi. Le prime, fatte dai pastori evangelici sulla base del testo tedesco, vengono dai sec. XVI e XVII. Esse contengono singole pericopi dell’Antico e del Nuovo Testamento, soprattutto i salmi e i cantici. Dalla metà del sec. XX invece i cattolici hanno cominciato il lavoro traslatorio. Nel 1992 sono apparsi I quattro Vangeli di d. Franciszek Grucza e nel 1993 Il Nuovo Testamento di Eugeniusz Gołąbek che prima, nel 1990, ha tradotto anche Il libro dei salmi. La base di queste traduzioni era la Biblia Tysiąclecia. Nel 2001 abbiamo ricevuto Il Vangelo secondo san Marco di p. Adam R. Sikora OFM, tradotto dal testo greco. Tutte queste traduzioni sono state approvate dalla Chiesa cattolica in Polonia. Adesso si prepara la traduzione casciuba di tutto l’Antico Testamento.Questa intensa attività traslatoria testimonia la vitalità della cultura e della fede dei Casciubi.
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Tesis sobre el tema "Traduzioni del "De architectura""

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Tessari, Micol. "Le Traduzioni del Corano in Occidente". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7498/.

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Ho deciso di documentarmi e di scrivere riguardo la traduzione del Corano e la sua storia in Occidente, in particolare in Italia, per poter comprendere meglio la cultura e il punto di vista di un popolo tanto simile quanto diverso dal mio. In seguito alla mia esperienza personale in Giordania e agli studi svolti fin’ora, mi sono resa conto di come la conoscenza di questo testo, anche se parziale, sia indispensabile per chiunque desideri entrare in contatto col mondo arabo. Riconoscendo le mie lacune in materia e intenzionata a proseguire con lo studio della lingua araba, ho deciso di rimediare scrivendo una tesi che potesse essere uno strumento utile per me, ma anche per tutti gli studenti futuri che, come me, desidereranno approfondire lo studio della cultura araba, oltre a quello della lingua. Dopo una breve introduzione sulla struttura e sulle origini storico-religiose del testo maomettano, proseguirò dunque la mia tesi sulla traduzione del Corano, concentrandomi sulle primissime versioni tradotte in Occidente e, in particolare, sulla prima traduzione italiana del testo sacro all’Islam. Fondamentale per lo studio del Corano e della sua traduzione è stato lo studio della storia, specialmente l’analisi del XVI secolo. Il passaggio dalla fine del Medioevo all’inizio dell’Età moderna porta infatti una serie di cambiamenti, rivoluzioni tecnologiche e filosofiche uniche nella storia europea e mondiale. Oltre ad aver ricercato la storia e tutte le informazioni utili sulle prime traduzioni del Corano in Europa, mi sono anche documentata sulle versioni più moderne, citando sia quelle di traduttori europei in generale, che quelle di autori italiani. Infine ho confrontato le due versioni de ‘Il Corano’ tradotte in lingua italiana da Bausani e Riccardo Hamza Piccardo: il primo studioso attento e traduttore esperto, il secondo religioso che rifiuta la traduzione classica per la traduzione interpretativa.
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Murer, Bianca. "Emergenza e pandemia: Traduzioni dal sito web del Robert Koch Institut". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Ci troviamo in un singolare momento storico dovuto alla pandemia. In tutto il mondo si sono prodotti enormi cambiamenti della vita quotidiana, sono stati, e continuano ad essere, presi provvedimenti restrittivi al riguardo. Quest’emergenza sanitaria internazionale è qualcosa di nuovo, e nonostante gli studi sul SARS-CoV-2 siano moltissimi, le domande rimangono tante e altrettanti sono i dettagli che ancora non si sanno. In Germania il Robert Koch Institut è l’ente di riferimento per la situazione sanitaria, e attraverso il Covid è diventato ancora più importante. La voglia di rendere accessibile la pagina web anche al pubblico italiano mi ha spinto a scegliere il sito web del Robert Koch Institut come oggetto della mia tesina. In seguito, propongo degli approfondimenti sui compiti del RKI e il suo ruolo in Germania, facendone un confronto con l’Italia. Successivamente entro nello specifico del lavoro di traduzione con un’analisi dei tipi di testi, esponendo poi le varie proposte di traduzione per la Home della pagina web, per parti di altre sezioni di approfondimento sul SARS-CoV-19 e per le strategie da adottare per limitarne il contagio. Infine, il focus verte sulle difficoltà riscontrate nel tradurre. Per ultimo la bibliografia e in allegato la grafica originale delle schermate del sito web che sono state tradotte.
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Saggioro, Martina. "La traduzione giornalistica: il problema della manipolazione nelle traduzioni del sito russo Inosmi". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15314/.

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Oggetto di studio della presente ricerca è il portale di informazione online Inosmi.ru, che si occupa di tradurre in russo articoli selezionati dalla stampa estera. Fine ultimo di questo lavoro è quello di decretare se le scelte traduttive della redazione contribuiscono a restituire un’immagine veritiera e rappresentativa del giornalismo occidentale. A questo scopo, quaranta traduzioni russe di articoli inglesi sono state analizzate e confrontate con i rispettivi testi di partenza, che trattano tutti lo stesso argomento di politica internazionale, quello delle sanzioni introdotte da Europa e Stati Uniti contro la Russia. L’analisi linguistica costituisce il momento finale di una ricerca più ampia. Il primo capitolo è infatti dedicato ad approfondire le principali caratteristiche del linguaggio giornalistico. In quest’ambito viene inoltre introdotto il concetto di manipolazione, che interessa sia la prima fase di selezione delle notizie da mandare in stampa, sia il momento successivo di stesura dell’articolo. Segue la presentazione di alcuni degli studi più significativi condotti nell’ambito del Journalistic Translation Research (JTR). Il secondo capitolo è indirizzato all’approfondimento della scrittura giornalistica inglese e russa, al fine di evidenziarne eventuali caratteristiche comuni e soprattutto le maggiori differenze sul piano del lessico, della sintassi e della strutturazione dell’articolo. Per comprendere al meglio le scelte di Inosmi, è necessario contestualizzarle facendo riferimento all’ambiente lavorativo in cui operano i suoi traduttori. Per questo il terzo capitolo è dedicato alla questione della libertà di stampa e al clima mediatico della Russia di oggi. Infine, l’indagine intrapresa nel quarto capitolo si articola in due momenti principali. Il primo vuole indagare la manipolazione del materiale durante la fase di selezione dei testi, mentre il secondo si concentra sullo studio del fenomeno manipolativo a livello testuale.
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Rigattieri, Romy <1974&gt. "Traduzione del volume di Fiske Kimball "Domestic Architecture of the American Colonies and of the Early Republic"". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/9374.

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La traduzione del testo è preceduta da un'ampia introduzione sull'autore. sulla sua bibliografia e sull'ampia fortuna critica del testo in questione. La traduzione di questo volume dello storico dell'arte americano, nonché celebre Direttore di museo, Fiske Kimball è relativa solamente ai secoli XVII e XVIII , esclude quindi la trattazione dell'architettura abitativa della prima Repubblica degli Stati Uniti d'America.
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Meneghetti, Martina. "LE TRADUZIONI DI LIANG QICHAO E YAN FU E LA NASCITA DEL CINESE MODERNO". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2017. http://hdl.handle.net/11577/3422280.

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During the second half of the nineteenth century until the first decade of the twentieth century, Chinese fiction developed at a pace never seen before. This happened especially thanks to the introduction of plenty of western books, which, thanks to the work of a few translators were translated into Chinese and greatly helped both in shaping a Chinese national awareness and in creating of a new modern Chinese language. These works included literary and science fiction novels, political and scientific essays on Western sciences and ideas, which should have allowed to save the Chinese nation by disintegration from Western powers. This project analyses the translations of two famous translators of that period, Liang Qichao and Yan Fu, in view of the historical context and of how their achievement helped to create a modern Chinese language and lexicon.
Dalla metà del diciannovesimo secolo fino al primo decennio del ventesimo secolo la narrativa cinese si è sviluppata ad una velocità senza paragoni nei periodi precedenti. Questo è avvenuto in particolar modo grazie all’introduzione di numerose opere straniere, che grazie al lavoro di alcuni traduttori furono tradotte in cinese e aiutarono enormemente sia nello sviluppare una coscienza cinese nazionale, che alla creazione di una nuova lingua cinese moderna. Queste traduzioni comprendono sia opere di narrativa, fantascienza, saggi e trattati sulle scienze e conoscenze occidentali, che agli occhi di questi letterati avrebbero dovuto salvare la Cina dalla disintegrazione come nazione. Questo lavoro esamina le traduzioni di due famosi traduttori dell’epoca, Liang Qichao e Yan Fu, alla luce del contesto storico e di come il loro apporto abbia contribuito alla formazione di una nuova lingua e lessico cinese.
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Funaro, Federica <1991&gt. "Le Etiopiche di Eliodoro di Emesa: manoscritti, edizioni, traduzioni latine e italiane del XVI secolo". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19546.

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Il lavoro si propone di studiare la diffusione, manoscritta e a stampa, e le traduzioni latine e italiane del romanzo greco di Eliodoro di Emesa: le Etiopiche (III sec. d.C.). Nella prima parte si delinea la problematica relativa al profilo dell’autore, non ancora universalmente riconosciuto, e si analizzano l’opera, intesa come romanzo “erotico”, e le sue struttura e trama. Nella seconda sezione si ricostruisce e si aggiorna lo studio della tradizione manoscritta e dei trentasei testimoni che hanno conservato l’opera, da un frammento pergamenaceo (VII sec. d.C.), a mss. del XVIII secolo, copie di edizioni a stampa. Questo è il tema scelto per la terza parte, in cui si ripercorrono, attraverso note prefatorie ed epistole dedicatorie, le tappe degli studi di editori, stampatori e traduttori coinvolti nella pubblicazione delle Etiopiche: dall’editio princeps in greco (1534), alle numerose edizioni parziali e traduzioni latine, qui confrontate e valutate a partire dall’originale greco; dal volgarizzamento italiano (1556), mai editato criticamente, fino alle pubblicazioni di Martin Crusius (1584) e Commelinus (1596), autori, rispettivamente, di una monumentale epitome in latino e della prima edizione “moderna” con testo latino affrontato al greco, frutto di collazioni tra manoscritti ed edizioni. L’ultima parte segue le orme di Eliodoro nel Settecento e nell’Ottocento e le vede ripercorse da quelle di numerosi e celebri poeti. Constatata l’importanza delle Etiopiche, questa tesi si propone come aggiornamento e sintesi degli studi finora condotti, e come punto di partenza per quelli futuri, poiché il romanzo necessita di ulteriore ricerca, filologica e linguistica, volta soprattutto all’esegesi del volgarizzamento italiano.
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Selmi, Maher. "Traduzioni in lingua araba di testi della letteratura italiana del Novecento. Problemi linguistici e culturali". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3421602.

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The research presented collects a first set of results identified an issue that is easy to grasp the significance, as well as a history of fortune abroad in our literature of the last century, an area of interest identified by the growing importance of cultural relations between Italy and the Arab world in recent decades are characterized by the phenomenon of migration had accelerated and enriched stimuli and urgent reasons for an overall comparison of horizons of civilization. If mediation in the Italian language of the Arabic literary heritage has a proven history of academic knowledge of the world's Arabic for Italian culture which is manifested through the translation of works of our literature is much more fragmented, as well as the other part still is the episodic story that she should testify. Attempts to identify more clearly the context of the Arabic translation of Italian literary texts that you can not remember many. Among the samples surveyed from the view of Dr. Selmi we merely recall the conventions of 1980 and 1993 respectively dedicated to the Italian cultural presence in Arab countries: history and prospects (Naples 28 to 30 May 1980), Translating and interpreting dialogue between Italy and the Maghreb (Carthage February 18, 1993) or more recently the intervention of Ahmed Soma, professor of Italian language and literature at the University of Tunis Manouba, international conference in Italian culture in the world (Pescara 2001). Even in these cases we noted a predominant focus, as understood in part, to the classics, which have a well-established preeminence in traditional representations of the historical story of Italian literature. The twentieth century section carves out a very limited space.
La ricerca di cui la tesi presentata raccoglie una prima serie di risultati individua un tema di cui è agevole cogliere la rilevanza, oltre che per una storia della fortuna all'estero della nostra letteratura dell'ultimo secolo, per un ambito di interessi individuato dalla crescente importanza delle relazioni culturali tra l'Italia e il mondo arabo, caratterizzate negli ultimi decenni anche dal fenomeno della migrazione che ha accelerato e arricchito di stimoli e di urgenze le ragioni di un confronto complessivo di orizzonti di civiltà. Se la mediazione in lingua italiana del patrimonio letterario arabo ha una sua consolidata storia accademica, la conoscenza dell'attenzione del mondo arabo per la cultura italiana che si manifesta attraverso la traduzione di opere della nostra letteratura è assai più frammentata, così come d'altra parte ancora episodica è la vicenda che essa dovrebbe testimoniare. I tentativi di puntualizzare il quadro delle traduzioni in arabo di testi letterari italiani che è possibile ricordare non sono numerosi. Tra gli esempi censiti dalla tesi del dott. Selmi ci si limita a rammentare i convegni del 1980 e del 1993 dedicati rispettivamente a La presenza culturale italiana nei paesi arabi: storia e prospettive (Napoli 28-30 maggio 1980) e Tradurre e interpretare nel dialogo italo-maghrebino (Cartagine 18 febbraio 1993) o più recentemente all'intervento di Ahmed Somai, professore di lingua e letteratura italiana presso l'Università Manouba di Tunisi, nel convegno internazionale La cultura italiana nel mondo (Pescara 2001). Anche in questi casi si prende atto di una attenzione prevalente, come in parte comprensibile, ai classici, che hanno una consolidata preminenza nelle tradizionali rappresentazioni storiche della vicenda della letteratura italiana. Il capitolo novecentesco si ritaglia uno spazio alquanto limitato.
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Marculet, Stefan. "On the road di Jack Kerouac: analisi delle due traduzioni italiane". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Il seguente elaborato presenta l’analisi delle traduzioni italiane del romanzo “On the road” di Jack Kerouac, in particolare dei capitoli 12 e 13 della prima parte del libro. Dopo una breve introduzione all’autore e alla Beat Generation, viene esaminata la ricezione dell’opera negli Stati Uniti e in Italia. Nel capitolo seguente vengono analizzate le scelte traduttive delle due versioni italiane, con particolare attenzione alle strategie source/target-oriented e alle tecniche di revisione. Le due versioni italiane vengono confrontate sia con l’originale, sia tra di loro concentrandosi sulla traduzione dei nomi propri, dei realia, del turpiloquio e sull’uso delle note del traduttore..
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De, Villa Massimiliano <1979&gt. "La Verdeutschung der Schrift di Martin Buber e Franz Rosenzweig: una Bibbia ebraico-tedesca: analisi del testo e ricostruzione del contesto". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2010. http://hdl.handle.net/10579/971.

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La Verdeutschung der Schrift è il culmine della simbiosi ebraico-tedesca. Nata dallo sforzo comune di due personalità tra le più note nella Germania degli anni Venti, Martin Buber e Franz Rosenzweig, la Verdeutschung si realizza nella collaborazione tra i due negli anni dal 1925 al 1929 e, fino al 1961, nel seguito da parte del solo Buber, tra la Germania e la Palestina. Partendo da un’analisi del contributo dei due pensatori alla ridefinizione dell’ebraismo tedesco nella fase post-assimilatoria, lo scritto procede a evidenziarne la confluenza dei percorsi nella traduzione della Scrittura. Traduzione che è punto d’arrivo della “Jüdische Renaissance”, di un ebraismo ripensato secondo criteri nuovi, dalla ricostituzione di una dimensione estetica fino al recupero del concetto di etnicità. Il lavoro evidenza l’affinità, più spesso la totale coincidenza, di queste istanze nuove con il bagaglio concettuale della völkische Bewegung, ripercorrendo le tappe di una polemica sorta all’apparire del primo volume della Verdeutschung tra i traduttori e alcune figure di spicco dell’intellettualità ebraico-tedesca (Siegfried Kracauer, Gershom Scholem, Walter Benjamin). Lettori-recensori che nel testo vedono il prodotto coerente dell’idea neoromantica e völkisch. Dopo aver richiamato i termini di questa controversia, il percorso di analisi confluisce nel testo, evidenziando, su passi specifici dalla Genesi e dall’Esodo, il prevalere del discorso völkisch. Un percorso che vede nella Verdeutschung l’esito naturale del pensiero e dell’azione di entrambi i traduttori. Di Buber come mediatore e divulgatore, in Europa, della mistica chassidica e teorico di un ebraismo nuovo nei discorsi di Praga. Di Rosenzweig come iniziatore e organizzatore di un progetto educativo ampio e articolato, un progetto che, centrato sul “Freies Jüdisches Lehrhaus” di Francoforte, mira a recuperare l’ebraismo tedesco alla consapevolezza di sé.
The Verdeutschung der Schrift is the peak of the German-Jewish symbiosis. The translation of the Bible from Hebrew into German was jointly done by Martin Buber and Franz Rosenzweig and, after the latter’s early death in 1929, brought to conclusion by Buber forty years later in 1961, in Palestine. Starting from an analysis of the translators’ contribution to a redefinition of German Judaism in the post-assimilationist period, this work moves on to underline the convergence of their paths in the translation of the Scripture. A translation which is the pivotal point of the “Jüdische Renaissance”, the idea of a Judaism reconfigured on new criteria, from the recreation of an aesthetic dimension to the rediscovery of ethnicity. This work underlines the similarity, if not the total coincidence, of this ideas with the conceptual framework of the völkische Bewegung, and reconstructs the heated debate aroused by the first reviewers of the translation, some of the most important figures of German-Jewish intellectual life (Siegfried Kracauer, Gershom Scholem, Walter Benjamin). These readers consider the text to be the coherent outcome of a neoromantic and völkisch ideology. After having pointed out the terms of this controversy, the analyis moves towards the text itself and shows, through precise examples from the books of Genesis and Exodus, a prevailing völkisch tone. The Verdeutschung is seen as the natural result of the thought and action of both Buber and Rosenzweig, the former being the mediator of Chassidic mysticism in Europe and the theoretician of a rediscovered and reshaped Judaism in the Prague speeches, whereas the latter stands out as the organizator of a wide and articulated cultural and educational project. A project which, centred on the “Freies Jüdisches Lehrhaus” in Frankfurt, aims at recovering German Jews to the consciousness of their identity.
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Mogavero, Myriam. "Analisi contrastiva delle traduzioni italiane di SCUM Manifesto di Valerie Solanas in una prospettiva diacronica". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/17592/.

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L’analisi contrastiva delle traduzioni italiane di SCUM Manifesto di Valerie Solanas implica necessariamente un’attenta riflessione in merito alla figura dell’autrice in quanto donna e “vittima” del sistema patriarcale ed etero-normativo alla fine degli anni Sessanta, ma anche in quanto scrittrice e commediografa che ha saputo sconvolgere i canoni della letteratura femminile e femminista. Il primo capitolo dell’elaborato è dedicato alla biografia di Valerie Solanas, seguita dalla presentazione di altre due opere chiave della stessa autrice: Up Your Ass e A Young Girl’s Primer on How to Attain to the Leisure Class, al fine di comprendere l’influenza che un vissuto turbolento e abusato l’abbia avuto sulla produzione delle suddette opere, oltre a chiarire l’importanza di conoscere l’autrice. Nel secondo capitolo si presenta la questione relativa a genere e traduzione, dedicando particolare attenzione alle pratiche di traduzione femminista e illustrando in che modo la traduzione si relazioni al genere di chi scrive e di chi traduce e come questa relazione di interdipendenza si rifletta necessariamente sulla cultura di arrivo. Il terzo capitolo riguarda l’analisi del testo di partenza, in cui vengono illustrati gli aspetti stilistici e formali del manifesto di Solanas. Il quarto e ultimo capitolo è dedicato invece all’analisi e al confronto delle traduzioni; la prima parte, relativa all’analisi degli elementi extra-testuali, presenta le quattro traduzioni oggetto di confronto, le relative traduttrici e i contesti editoriali di pubblicazione. Segue poi nella seconda parte del capitolo l’analisi contrastiva delle traduzioni secondo una prospettiva diacronica, analizzando i vari aspetti traduttivi considerati rilevanti dal punto di vista linguistico e di genere. Al termine dell’analisi e del confronto tra traduzioni vengono presentate le conclusioni emerse da tale lavoro.
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Libros sobre el tema "Traduzioni del "De architectura""

1

Francesco di Giorgio e Vitruvio: Le traduzioni del De architectura .. Firenze: L. S. Olschki, 2003.

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2

Martini, Francesco di Giorgio. La traduzione del De architectura di Vitruvio ... Pisa: Scuola normale superiore, 2002.

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3

Mussini, Massimo. Francesco di Giorgio e Vitruvio: Le traduzioni del "De architectura" nei Codici Zichy, Spencer 129 e Magliabechiano II.I.141. [Firenze]: L.S. Olschki, 2003.

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4

Martini, Francesco di Giorgio, 1439-1502. y Biffi Marco, eds. La traduzione del De architectura di Vitruvio: Dal ms. II.I.141 della Biblioteca nazionale centrale di Firenze. Pisa: Scuola normale superiore, 2002.

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5

1946-, Cantarutti Giulia, Ferrari Stefano 1958- y Filippi Paola Maria, eds. Traduzioni e traduttori del neoclassicismo. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2010.

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6

Zambon, Maria Rosa. Traduzioni francesi cinquecentesche del Galateo. Firenze: Dipartimento di lingue e letterature neolatine, Università degli studi di Firenze, 1989.

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7

Zambon, Maria Rosa. Sulle traduzioni francesi del Principe nel Seicento. Firenze: [s.n.], 1985.

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8

Gubert, Carla. Nuovi frammenti d'Europa: Riscritture, traduzioni, riviste del Novecento. Pesaro: Metauro, 2005.

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9

Metamorfosi del Cunto di Basile: Traduzioni, riscritture, adattamenti. Ravenna: Longo Editore, 2012.

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10

Anna, Luigi De. Il mito del Nord: Traduzioni classiche e medievali. Napoli: Liguori, 1994.

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Capítulos de libros sobre el tema "Traduzioni del "De architectura""

1

Funari, Fernando. "I «vocabula puerilia» nelle versioni francesi di «Purg.» XI". En L'illustre volgare, 49–66. Firenze: Società Editrice Fiorentina, 2022. http://dx.doi.org/10.35948/dilef/978-88-6032-685-0.04.

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Nel quadro di una «politique du traduire», invocata da Typhaine Samoyault come forma di regolazione del rapporto tra justesse (esattezza) e justice (equità), il saggio prenderà in esame la traduzione dei «vocabula puerilia» pappo e dindi nelle traduzioni francesi del Purgatorio dantesco. Le differenti strategie traduttive, oggetto di uno studio sistematico delle versioni francesi della Commedia del XIX, XX e XXI secolo, sono in questo senso analizzate come espressioni di una «migration croisée», caratterizzata dal dialogo di ogni traduzione con le traduzioni che la precedono.
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2

Romanelli, Martina. "Costruire libri «secondo il grado di latitudine»: il metodo geografico di Francesco Algarotti". En Studi e ricerche del Dipartimento di Lettere e Filosofia, 331–50. Firenze: Società Editrice Fiorentina, 2023. http://dx.doi.org/10.35948/dilef/978-88-6032-688-1.19.

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Scrivendo di letteratura (traduzioni, metrica, stilistica…), alla scelta di autori e testi appartenenti a latitudini diverse Francesco Algarotti associa un preciso programma ideologico e un altrettanto netto giudizio sullo spirito nazionale dei contemporanei. Un riordino geografico delle fonti, insomma, che si articola e trasfigura tra sodalizi, punte polemiche e, non ultime, ambiguità sfuggenti.
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3

Lucà, Santo. "Traduzioni patristiche autografe dal greco in latino del gesuita Francisco Torres († Roma 1584)". En Instrumenta Patristica et Mediaevalia, 71–118. Turnhout: Brepols Publishers, 2017. http://dx.doi.org/10.1484/m.ipm-eb.5.113031.

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4

Albertin, Chiara. "Le traduzioni italiane cinquecentesche della Crónica del Perú di Pedro de Cieza de León". En Actas del XXVI Congreso Internacional de Lingüística y Filología Románica, editado por Emili Casanova y Cesáreo Calvo, 329–40. Berlin, Boston: DE GRUYTER, 2013. http://dx.doi.org/10.1515/9783110300031.329.

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5

Azzetta, Luca. "Iniziative per un centenario. Dante al Dipartimento di Lettere e Filosofia". En L'illustre volgare, 21–33. Firenze: Società Editrice Fiorentina, 2022. http://dx.doi.org/10.35948/dilef/978-88-6032-685-0.02.

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Il contributo presenta le iniziative maturate all’interno del Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Firenze in occasione del settimo centenario della morte di Dante. In particolare si sofferma su due iniziative: dapprima l’ampio ciclo di conferenze Dante e i poeti italiani del Novecento, dedicato al vario rapporto intrattenuto da venti poetesse e poeti del secolo scorso con la poesia dell’Alighieri; quindi la mostra Onorevole e antico cittadino di Firenze. Il Bargello per Dante, ospitata nelle sale del Museo del Bargello, che ricostruisce le modalità con cui Firenze, pochi anni dopo la morte di Dante, si riappropriò della memoria e della figura del poeta, dando vita a un profondo processo di rielaborazione della memoria: esso culmina con la consacrazione dell’Alighieri dovuta a Giovanni Boccaccio e ha ricadute decisive per la storia della letteratura e della cultura italiana, cioè del modo in cui ancora oggi si guarda a Dante e si legge la Commedia. All’interno di questo percorso di riappropriazione un aspetto rilevante è quello che riguarda le prime traduzioni dai classici latini, che intrattengono con la Commedia un rapporto privilegiato e complesso.
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6

"Edizioni, traduzioni e commenti di riferimento". En La fine del mondo nel ›De rerum natura‹ di Lucrezio, 364–69. De Gruyter, 2019. http://dx.doi.org/10.1515/9783110674668-012.

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"8 Pretiosum opus, sed Italiae soli scriptum. Tradurre il Dialogo sopra i due massimi sistemi". En Galileo in Europa La scelta del volgare e la traduzione latina del Dialogo sopra i due massimi sistemi. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2020. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-450-9/008.

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Allocca, Daniela. "La resa del métissage. Respiro, ritmo e ripetizioni: traducendo Kafka". En Traduttologia e Traduzioni, vol. II. Identità linguistica - identità culturale. Wydawnictwo Uniwersytetu Łódzkiego, 2021. http://dx.doi.org/10.18778/8220-676-0.06.

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Auf der Heyde, Alexander y Barbara Steindl. "Edizioni, traduzioni e censure: Cicognara, i fratelli Giachetti e l’editoria artistica di inizio Ottocento". En La densità meravigliosa del sapere, 57–84. Ledizioni, 2018. http://dx.doi.org/10.4000/books.ledizioni.7364.

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Sgambati, Gabriella. "Poetiche di traduzione nello spazio di l ingua tedesca. I l caso del plurilinguismo". En Traduttologia e Traduzioni, vol. II. Identità linguistica - identità culturale. Wydawnictwo Uniwersytetu Łódzkiego, 2021. http://dx.doi.org/10.18778/8220-676-0.07.

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Actas de conferencias sobre el tema "Traduzioni del "De architectura""

1

Alonso de Armiño Pérez, Luis, Gonzalo Vicente-Almazán Pérez de Petinto y Vicent Cassany i Llopis. "Housing form and city form: Urban morphology and local identity". En 24th ISUF 2017 - City and Territory in the Globalization Age. Valencia: Universitat Politècnica València, 2017. http://dx.doi.org/10.4995/isuf2017.2017.5772.

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Resumen
Housing form and city form: Urban morphology and local identityKeywords (3-5): Building type, urban morphology, Valencia, housing, house floor-plan design This paper aims to analyse the processes of typological evolution of residential buildings in Valencia as a way to outline an 'affiliation' within the city's housing types, capable of endowing a local identity profile beyond European influences that began to generalise from mid-XIX century. The residential fabric of Valencia maintained a certain continuity/ intelligibility in its morphological evolution until the 1970s, in which the development of the 1966 PG marked a turning point, with the progressive incorporation of "modern" forms of housing, vaguely related to the diffusion of CIAM architectural principles. Nevertheless, a most substantial part of the city fabric, amounting to two-thirds of all residential buildings, was built before the 1966 PG, and therefore away from 'modern' housing practices. Most of this fabric, corresponding to neighbourhoods resulting from urban extension projects starting in the second half of the nineteenth century, is made out of serially-aggregated, multi-family buildings or 'houses of flats', forming perimeter blocks, whose profile still characterises visually the city's townscape. To a large extent, these 'houses of flats' are the result of a progressive codification of building prototypes that first appeared in the historic city, originating from the transformation of the traditional city-house. Initially, the transformation began with increasing the number of storeys, successively followed with processes of plot-aggregation, all combined with an horizontal division configuring new housing floor-plans. These processes progressively generated larger buildings, in which the plot shape and dimensions appear as determining instances. References (100 Word) ALONSO DE ARMIÑO, L. y PIÑON, J.L. (1986). La formazione del la Valencia moderna. Sutoria Urbana, (37), 89-114. AZAGRA, J. (1993). Propiedad inmueble y crecimiento urbano. Valencia 1800-1931. Madrid: Síntesis. BRIGUZ Y BRU, G. (1837). Escuela de Arquitectura Civil. Valencia: Joseph de Orga. HERMOSILLA, J. (1750). La architectura civil (manuscrito). DALY, M.C. (1864). L’architecture privée au XIXème siècle, sous Napoléon III MOLEY, C. (1999). Regard sur l’immeuble privé. Architecture d’un habitat 1880-1970. Paris: Le Moniteur. PIÑÓN, J.L. (1988). Los orígenes de la Valencia moderna PONS, A. y SERNA, J. (1992). La ciudad extensa. Valencia: Diputació de València. SANCHO, A. (1855). Mejoras materiales de Valencia. Valencia: Imprenta de José Mateu.
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