Literatura académica sobre el tema "Tradizioni giuridiche"

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Artículos de revistas sobre el tema "Tradizioni giuridiche"

1

Piliu, Salvatore. "Il diritto delle comunità umane intenzionali: nuovi ordinamenti giuridici?" Zeszyty Naukowe KUL 60, n.º 3 (28 de octubre de 2020): 349–56. http://dx.doi.org/10.31743/zn.2017.60.3.349-356.

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Resumen
Il presente intervento si propone di analizzare dal punto di vista giuridico il nuovo fenomeno, oramai globalizzato, delle comunità umane intenzionali, con l’intento di comprendere se queste nuove tipologie di aggregazione di individui possano essere considerate come forme alternative di collettività organizzate produttive di modelli giuridici differenti rispetto a quelli tradizionali, ovvero capaci di dar vita a nuovi ordinamenti giuridici, partendo dall’assunto ubi societas, ibi ius. Partendo dalle definizioni elaborate nel campo della sociologia giuridica di comunità e di comunità intenzionali, si è poi analizzata la problematica inerente la capacità delle comunità intenzionali di produrre regole giuridiche da applicare ai componenti delle comunità. È stata poi esaminata l’organizzazione giuridica della Comunità di Damanhur, situata in Piemonte (Italia), in cui vi sono norme interne di diritto privato e di diritto pubblico che regolano la vita dei consociati, un vero e proprio sistema giuridico interno della Comunità, che pone non pochi problemi nel rapporto con il diritto italiano. Il nuovo progetto di legge presentato nel 2017 al Parlamento italiano, in merito al riconoscimento giuridico delle Comunità intenzionali, potrebbe regolare in maniera definitiva questa materia, ovvero i rapporti tra Comunità e Stato di appartenenza, con il conseguente riconoscimento della esistenza di ‘ordinamenti giuridici autonomi’ facenti capo alle Comunità intenzionali.
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Atighetchi, Dariusch. "Le leggi sull’aborto in alcuni Stati musulmani: tra diritto islamico e diritto positivo". Medicina e Morale 47, n.º 5 (31 de octubre de 1998): 969–88. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1998.821.

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Resumen
Le posizioni elaborate nel corso dei secoli in campo giuridico nel mondo islamico sulla liceità e i limiti dell’interruzione di gravidanza sono molto complesse e hanno come riferimento le fonti canoniche della Sharia (la Legge islamica) e , qualora queste non rispondano in maniera esaustiva su un determinato tema, i riferimenti principali sono i dottori della Legge islamica i quali offrono dei responsi giuridici che non sono strettamente vincolanti per i richiedenti. Storicamente le riflessioni giuridiche sull’interruzione volontaria di gravidanza ruotano attorno a te “pilastri” fondamentali: l’infusione dell’anima che, in base al Corano, viene trasmessa al 120°giorno dalla fecondazione, il fatto che il diritto classico puniva penalmente il procurato aborto, l’approvazione della tradizione giuridica dell’aborto terapeutico in quanto tutelava in primo luogo la vita della madre. In seguito, l’Autore analizza le legislazioni di alcuni stati musulmani (Tunisia, Kuwait, Egitto, Pakistan, Iran, Arabia Saudita, Bahrain, Algeria), sottolineando che la Sharia (la Legge islamica) costituisce la fonte principali delle leggi statali.
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Guarnieri, Carlo y Patrizia Pederzoli. "L'ESPANSIONE DEL POTERE GIUDIZIARIO NELLE DEMOCRAZIE CONTEMPORANEE". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 26, n.º 2 (agosto de 1996): 269–315. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200024242.

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Resumen
In una recente rassegna dei rapporti fra magistratura e politica – dal significativo titolo «L'espansione globale del potere giudiziario» (Tate e Vallinder 1995) – si è giunti parlare di un processo di «giudiziarizzazione della politica» che interessa ormai tutti i regimi democratici, e cioè di un'«espansione del raggio d'azione dei tribunali o dei giudici a spese dei politici e/o degli amministratori: in altre parole lo spostamento dei diritti di decisione dal legislativo, il governo o l'amministrazione verso i tribunali» (Vallinder 1995, 13). Le ragioni di questo fenomeno sono numerose e vanno collegate a tendenze di lungo periodo che si manifestano, ma con maggior o minor forza, in tutti i regimi democratici (Pederzoli 1990). In realtà, non si tratta di un fenomeno del tutto nuovo in paesi come gli Stati Uniti, ma di recente si è manifestato anche nelle democrazie dell'Europa latina: Spagna, Francia e soprattutto Italia. Per comprendere le ragioni alla base di questa nuova rilevanza dell'azione giudiziaria analizzeremo questi tre casi insieme a Stati Uniti – un sistema politico da sempre contraddistinto da un notevole attivismo giudiziario – Inghilterra e Germania, due paesi che, pur appartenendo a due diverse tradizioni giuridiche – rispettivamente dicommonecivil law– sono stati caratterizzati, almeno fino ad oggi, da una minore propensione della magistratura a intervenire nel processo politico1.
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4

Gambino, Silvio. "Metodo comparativo e tradizioni costituzionali comuni". CITTADINANZA EUROPEA (LA), n.º 1 (agosto de 2021): 63–97. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2021-001003.

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Resumen
Muovendo da una recente ricerca sistemologica e dal dibattito sul metodo comparativo, il contributo propone previamente una riflessione sulla validità euristica delle categorie tipolo-giche del diritto comparato privato e pubblico, e sulla loro utilizzabilità nell'indagine dei fenomeni di trans-nazionalizzazione e di globalizzazione. Nella stessa prospettiva, l'analisi si sofferma sui tentativi di "deformalizzazione' della scienza giuridica classica (soprattutto costituzionale), nella prospettiva di un approccio realista maggiormente attento alle tematiche del diritto vivente e dei soggetti concreti dell'ordinamento giuridico. L'analisi affronta quindi le tematiche che hanno caratterizzato la formazione del diritto primario dell'Unione e al suo interno l'apporto della Corte di giustizia al riconoscimento per via giurisprudenziale di diritti fondamentali al livello europeo, avvalendosi a tal fine delle "tradizioni costituzionali comuni agli stati membri dell'Unione". Nelle conclusioni si propone, infine, un interrogativo relativo al diritto di formazione giurisprudenziale della Unione in materia di tutela dei diritti fondamentali. Tale formazione porta infatti a chiedersi, in chiave sistemologica, se si tratti di una peculiarità dell'ordinamento europeo, ovvero di un caso esemplare (case study) destinato a influenzare, se non anche l'origine, gli sviluppi degli ordinamenti giuridici a livello globale in questa materia.
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Magnolo, Stefano y Alessandro Taurino. "Il Diritto, La Scienza e La Tecnologia". Revista Opinião Jurídica (Fortaleza) 16, n.º 23 (1 de julio de 2018): 13. http://dx.doi.org/10.12662/2447-6641oj.v16i23.p13-27.2018.

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Resumen
Le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione giocano un ruolo rilevante per i sistemi sociali coinvolti. Per questo la descrizione teorica della società non può trascurare la dipendenza sempre maggiore della società moderna dalla tecnologia. Il nostro articolo si prefigge l’obiettivo di esaminare il progresso tecnologico dal punto di vista della evoluzione degli strumenti giuridici regolativi delle nuove tecnologie. Si tratta di un punto di vista sociologico-giuridico dove è in gioco la dinamica dell’evoluzione del diritto rispetto alla evoluzione della società. Diversamente da altri settori del diritto, esempio classico il diritto di famiglia, qui non c’è una tradizione consolidata alla quale riferirsi o da rigettare. Ciò significa che le soluzioni devono essere “inventate” alla luce di paradigmi nuovi che, pur facendo appello a figure giuridiche fondamentali, abbiano una capacità visionaria, siano cioè, come dice Luhmann, “gravidi di futuro”. Il nostro discorso partirà dunque da un inquadramento teorico generale delle dinamiche diritto-tecnologia-società per concludere avendo come riferimento il caso specifico della intelligenza artificiale.
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6

Herranz, Julián. "Il rapporto tra Etica e Diritto nella Enciclica Evangelium vitae". Medicina e Morale 48, n.º 3 (30 de junio de 1999): 445–67. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1999.798.

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In questo articolo l’Autore ha voluto sottolineare l’importanza dell’Enciclica Evangelium Vitae nel risvegliare le coscienze contro uno dei più gravi capovolgimenti etici e giuridici della storia umana. L’intento è quello di esaminare tre questioni: 1) risalire alle basi sulle quali si fondava e si fonda il postulato giuridico e morale dell’inalienabilità del diritto alla vita dell’uomo innocente e, soprattutto, del concepito; 2) stabilire le cause che hanno portato ad una legislazione permissiva dell’aborto ed ad altri attentati contro la dignità dell’uomo e della vita umana (eutanasia, manipolazioni di geni ed embrioni…); 3) valutare quali siano i motivi filosofici e biologici la cui presa di coscienza sembri più necessaria per la tutela del diritto alla vita. Intento dell’Autore è, per ciò che riguarda il diritto alla vita, sottolineare l’importanza che il principio di non discriminazione, basato su quello dell’uguaglianza, venga applicato all’“essere umano”, all’“individuo umano” e non soltanto alla “persona giuridicamente riconosciuta”. L’articolo si sofferma, inoltre, ad illustrare la grande tradizione del diritto alla vita, il preoccupante regresso della civiltà giuridica, la necessità di un più stretto rapporto tra Diritto e Morale e Biologia e Morale (come campi di ricerca e di impegno intellettuale a difesa della vita).
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Alcantara, Carlos Humberto Durand de. "La Tradizione Giuridica Indigena". Seqüência: Estudos Jurídicos e Políticos 35, n.º 68 (20 de junio de 2014): 19. http://dx.doi.org/10.5007/2177-7055.2013v35n68p19.

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8

Somma, Alessandro. "Tradizione giuridica occidentale e modernizzazione latinoamericana". Rechtsgeschichte - Legal History 2012, n.º 20 (2012): 190–207. http://dx.doi.org/10.12946/rg20/190-207.

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Tucci, Giuseppe. "La discriminazione contro il disabile: i rimedi giuridici". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 129 (marzo de 2011): 1–28. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-129001.

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Resumen
La discriminazione contro i disabili ha una storia particolare nella nostra esperienza giuridica, in quanto viene fatta oggetto di sanzioni solo molto tempo dopo che erano state eliminate le altre tradizionali forme di discriminazione, come, ad esempio, quella contro le donne. Anche le norme costituzionali, che rendevano certamente illegittime quelle discriminazioni (artt. 2, 3, 4, 32, 35, etc. Cost.), sono state lette in funzione della tutela del disabile solo negli anni '90 del secolo scorso, quando la nostra legislazione ordinaria č stata costretta ad adeguarsi al diritto europeo. Infatti, soltanto l'art. 16 della l. 12 marzo 1999, n. 68, ha abrogato la norma del t.u. sul pubblico impiego che prevedeva la «sana e robusta costituzione» come astratto e generale requisito di accesso al pubblico impiego medesimo, cosě come soltanto nel 2003, in attuazione di precise direttive europee, l'art. 15 st. lav. č stato riformato in modo da qualificare come illegittima la discriminazione contro il disabile nel rapporto di lavoro privato. Oggi la tutela del disabile si realizza a livelli multipli. Infatti, vi č una tutela di diritto interno, una tutela di diritto internazionale, in base alla Convenzione delle Nazioni Unite del 13 dicembre 2006, una tutela di diritto dell'Unione europea in senso stretto ed una tutela basata sulla Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Malgrado tale pluralismo delle fonti delle differenti discipline giuridiche, solo l'intervento delle diverse Corti, come la Corte costituzionale, quella di Lussemburgo e quella di Strasburgo, in costante dialogo tra loro, riesce a tutelare il disabile di fronte alle nuove forme di discriminazioni, come quelle razziali, che spesso hanno ad oggetto, in particolare nella nostra esperienza giuridica, disabili extracomunitari.
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Nagy, József. "Claudia Di Fonzo, Dante e la tradizione giuridica". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 51, n.º 3 (6 de julio de 2017): 814–16. http://dx.doi.org/10.1177/0014585817715410.

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Tesis sobre el tema "Tradizioni giuridiche"

1

Binato, Giulia. "La famiglia in senso giuridico dopo la riforma della filiazione: il modello italiano nell'ambito della tradizione giuridica occidentale". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3426344.

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Resumen
Within Western legal tradition family is evolving. The evolution of family law follows separate paths in each legal system and may bring to different result. This research explores the evolution of family in a legal sense in a selection of western legal systems. Therefore, it exams the laws that recognized new family forms in the past years, by enlightening the role of legal formants in the widening of the legal notion of family. This comparative study aims at understanding the consequences of the Italian Reform on Filiation on the broadening of family in a legal sense.
Nell’ambito della tradizione giuridica occidentale, la nozione di famiglia in senso giuridico sta subendo progressivi mutamenti. Anche a fronte di esiti similari, le modalità di tale evoluzione possono differire notevolmente. La ricerca mette in luce le evoluzioni del diritto di famiglia in alcuni ordinamenti occidentali, analizzando la ratio degli ampliamenti intervenuti ed evidenziando il formante a cui sono riconducibili. Lo studio muove dall’ipotesi che la Riforma della Filiazione italiana abbia un ruolo centrale nell’ampliamento della nozione di famiglia in senso giuridico nel nostro ordinamento. Esso mira dunque all’approfondimento dell’estensione raggiunta dalla nozione di famiglia in senso giuridico nell’ordinamento italiano, attraverso la collocazione del modello familiare italiano nell’ambito dei modelli riconducibili alla tradizione giuridica occidentale.
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GUCCIONE, LIA. "L'ETNOCENTRISMO NELLA TRADIZIONE GIURIDICA OCCIDENTALE: IL CASO DEL MAROCCO". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2012. http://hdl.handle.net/2434/173518.

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Resumen
Starting from the study of the definition and concept of law this work intends to investigate the construction of the '"other" through the use of a stereotyped idea of the rule of law, defined as the principle of legality. Orientalism is the definition of studies and researches upon non-European cultures. The modern Western society is, according to "our" vision, due to the process of secularization of institutions, made now able to offer to their citizens the legal and social model of coexistence based on democratic principles of tolerance and non-discrimination, recognition and protection of civil, political and religious values. It thus becomes difficult to understand an "other" legal and social system such as that of Islam for which the link between religion and politics is inseparable, since Islam is at the same time a religion, a model of legal and political plans, a proposal of civil society. The research is essentially structured in three sections. Firstly, starting from the study of E. Said (Orientalism) that documents and submits to criticism the use of the East that the West has done in reconstructing its legal, cultural and ideological aims. The purpose is the investigation of the construction of the '"other" through the use of thenstereotyped idea of Understanding the law as the principle of legality.The second part of the work takes the form of a legal system "other" away from the Western legal tradition, which is the Islamic law. Regarding the second part of this study, the aim is to analyse the connection between human rights (as explained in "system" of international protection) and the Koran, the light of the Universal Islamic Declaration of Human Rights of 1981, the Declaration Cairo's human Rights in Islam, the Arab Charter of Human Right of 1994. The third section takes the form of a research activity designed to adress the issue of protection of women's rights in the institutional practice of a Muslim country, Morocco, in light of the recent reform of the Moudawana, the Moroccan Family Code. In light of this new code the rights of women will be analyzed both in there specific "regional" Islam and in the global context or in terms of application of the principles enshrined in international conventions.
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Strada, Maria Teresa. "Le prassi della negoziazione e la crisi delle categorie politiche e giuridiche tradizionali". Doctoral thesis, Università di Catania, 2015. http://hdl.handle.net/10761/4060.

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Il presente lavoro, il cui tema è la crisi delle categorie tradizionali e il nuovo modello giuridico che ne consegue, studia la governance quale nuova fenomenologia istituzionale che si sostituisce alla tradizionale democrazia rappresentativa e che sostituisce al diritto legislativo, che di quest'ultima è lo strumento giuridico portante, il soft law, un nuovo diritto. Il soft law e la governance rappresentano il quadro politico- giuridico di riferimento entro cui vanno comprese le ADR, modalità tecnico-giuridiche "post legislative", che della governance riflettono i tratti principali. Le ADR, di cui si riporta la disciplina nazionale ed europea, sono fatte oggetto di uno studio che le vuole ora "opportunità di trasformazione personale", ora "strumento di oppressione sociale".
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4

Parrilli, Anna. "Laicità “non-occidentali”. Tradizioni religiose e costruzione della sfera pubblica in Israele e Turchia". Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/11562/1050905.

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This dissertation explores the issue of State’s secularism in the light of the mutual influence and interplay between different legal traditions in Israel and Turkey: The Western Legal Traditions, introduced in both countries by means of circulation of models, legal transplants and 'cultural borrowings'; and the Jewish and Islamic legal-religious traditions.
Il lavoro di ricerca approfondisce la questione della laicità dello Stato in Israele e Turchia alla luce della dialettica tra le tradizioni giuridiche; quelle di matrice euro-occidentale frutto della circolazione di modelli, di trapianti giuridici e di ‘prestiti culturali’ da parte dei giuristi israeliani, turchi e, prima ancora, ottomani; e le tradizioni giuridico-religiose che animano entrambi gli ordinamenti in esame.
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BASILI, Silvia. "Gli attuali scenari del commercio internazionale dei prodotti agroalimentari, tra vecchie e nuove questioni di sicurezza alimentare: una riflessone comparatistica ta UE, USA e CINA". Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251081.

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Il commercio dei prodotti agroalimentari ha assunto oggi una dimensione globale, che pone una serie di questioni su cui è necessario riflettere. Una di queste riguarda la sicurezza alimentare intesa nell'accezione di food safety, ossia come il diritto di ogni individuo a consumare cibo sano e sicuro. La sicurezza alimentare implica l'assenza di elementi estranei che sono riconducibili ai residui dei trattamenti antiparassitari, veterinari, contaminanti ambientali o ancora l'assenza di adulterazioni nel processo di produzione, che possono comportare un rischio per la salute dei consumatori. La tesi analizza le principali dinamiche internazionali relative all'attuale commercio dei prodotti agroalimentari, focalizzando l'attenzione sulla questione della sicurezza alimentare, che da un lato deve garantire senza compromessi la tutela di tutti i consumatori, e dall'altro però, le misure adottate non devono costituire inutili ostacoli commerciali per le imprese alimentari esportatrici. L'analisi inizia dagli accordi nati nell'ambito della WTO, con la firma del Trattato di Marrakech nel 1994, con lo scopo di favorire gli scambi commerciali internazionali attraverso una maggiore armonizzazione delle differenti normative di riferimento. Per quanto riguarda specificamente la sicurezza alimentare si fa riferimento all'Accordo SPS sulle misure sanitarie e fitosanitarie e al Codex Alimentarius, che hanno lo scopo di creare un sistema di norme internazionali valido all'interno dei paesi membri della WTO per tutelare la salute dei consumatori e garantire pratiche eque nel commercio degli alimenti. Dal contesto multilaterale della WTO si procede ad analizzare il ruolo degli accordi bilaterali o regionali, nati in seguito alla crisi del multilateralismo, iniziata con il round di Doha nel 2001e dovuta principalmente all'eterogeneità delle posizioni dei Paesi membri. In particolare nell'ambito degli accordi bilaterali si fa riferimento al partenariato transatlantico sul commercio e gli investimenti (TTIP) recentemente negoziato tra UE e USA, e fermo per ora a tale fase. Si tratta di un accordo di libero scambio volto ad abbattere molte barriere commerciali esistenti tra le due sponde dell'Atlantico, con particolare riferimento a quelle non tariffarie consistenti in divergenze normative che ostacolano le esportazioni, tra cui vanno sicuramente ricomprese le misure sanitarie e fitosanitarie, che si sono rivelate le questioni maggiormente dibattute nel corso delle trattative del TTIP, offrendo lo spunto per analizzare in chiave comparatistica le due diverse tradizioni giuridiche di food safety, delineate attraverso la tematica degli OGM, dove emerge la distanza dell'approccio giuridico tra le due potenze transatlantiche. L'uso delle moderne tecniche di ingegneria genetica in campo alimentare è stato uno dei temi particolarmente discussi nell'ambito delle negoziazioni; gli OGM erano già stati oggetto di una controversia tra Europa e USA nell'ambito della WTO. In ogni caso il TTIP, nonostante il suo fallimento, segna comunque la volontà delle due potenze di trovare una base normativa comune. L'ultima parte della tesi riguarda invece l'evoluzione della sicurezza alimentare in Cina, che grazie alla rapida crescita economica degli ultimi anni, si attesta ad essere una delle potenze protagoniste degli scambi commerciali mondiali, completando in tal modo il quadro internazionale di riferimento. L'introduzione nel 2009 della prima legge sulla sicurezza alimentare, poi modifica nel 2015, rappresenta un primo avvicinamento ai sistemi normativi occidentali. L'analisi delle diverse normative di food safety nel contesto europeo, statunitense e cinese mostra come la globalizzazione economica abbia determinato anche una globalizzazione giuridica o meglio un progressivo allineamento dei diversi sistemi normativi. La necessità di facilitare gli scambi commerciali per competere a livello mondiale ha favorito l'avvicinamento dei vari ordinamenti giuridici. Pertanto si assiste a una sorta di "contaminazione legislativa" estranea alla politica commerciale comune della WTO, ferma da tempo ad una fase di completa stagnazione. In particolare per quanto riguarda il settore alimentare si auspica che il progressivo avvicinamento dei sistemi normativi sul tema della sicurezza alimentare possa favorire la nascita di una food law unitaria a livello globale, che sappia rispondere alle esigenze economiche - commerciali della libera circolazione dei prodotti, e contemporaneamente garantire la tutela di tutti i consumatori, assicurando un elevato livello di qualità e sicurezza.
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Libros sobre el tema "Tradizioni giuridiche"

1

Varano, Vincenzo. La tradizione giuridica occidentale. 4a ed. Torino: Giappichelli, 2010.

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2

Varano, Vincenzo. La tradizione giuridica occidentale. Torino: G. Giappichelli, 2002.

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3

Varano, Vincenzo. La tradizione giuridica occidentale. 2a ed. Torino: G. Giappichelli, 2004.

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4

Varano, Vincenzo. La tradizione giuridica occidentale. 3a ed. Torino: G. Giappichelli, 2006.

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5

Dante e la tradizione giuridica. Roma: Carocci editore, 2016.

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6

Simoni, Alessandro. La tradizione giuridica dei Paesi nordici. Torino: G. Giappichelli, 2008.

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7

Simoni, Alessandro. La tradizione giuridica dei Paesi nordici. Torino: G. Giappichelli, 2008.

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8

Istituto italiano per gli studi filosofici. y Società italiana avvocati amministrativisti. Sezione Campania., eds. La Tradizione giuridica napoletana tra Stato ed amministrazione. Napoli: La Città del sole, 1994.

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9

Valentina, Colombo y Gozzi Gustavo, eds. Tradizioni culturali, sistemi giuridici e diritti umani nell'area del Mediterraneo. Bologna: Il mulino, 2003.

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10

Agnati, Ulrico. Leges duodecim tabularum: Le tradizioni letteraria e giuridica : tabulae I-VI. Cagliari: Edizioni AV, 2002.

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Capítulos de libros sobre el tema "Tradizioni giuridiche"

1

Quaglioni, Diego. "Dante e la tradizione giuridica romana nel libro II della Monarchia". En Textes et Etudes du Moyen Âge, 253–66. Turnhout: Brepols Publishers, 2011. http://dx.doi.org/10.1484/m.tema-eb.4.000227.

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2

"Parte 2. Catalogo". En Cipro nella Biblioteca Marciana di Venezia Manoscritti, testi e carte. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-621-3/002.

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Resumen
La prima sezione del Catalogo, intitolata «Storiografia e diritto a Cipro», raccoglie manoscritti vergati in varie lingue (dal vernacolo locale, al latino, al francese e all’italiano) di contenuto storico e giuridico. Il valore indiscutibile di tali documenti testimonia l’interesse concreto delle autorità della Serenissima per le vicende e l’organizzazione della sua colonia, tanto da favorire il trasferimento e la conservazione di buona parte di questi pezzi presso i suoi archivi e da lì in Marciana. La seconda sezione, «Cipro crocevia di culture», ritrae la vocazione multiculturale dell’isola, lì dove l’elemento nativo greco, a seguito della dominazione franca prima e veneziana poi, si è intrecciato con le altre tradizioni del Mediterraneo medievale e moderno, generando un laboratorio culturale capace di trasmettere il sapere antico e medievale all’Europa moderna. La terza sezione, «Autori e testi ciprioti in Marciana», valorizza specificatamente il patrimonio della Biblioteca. Essa include manoscritti che trasmettono opere di autori di origine cipriota; in taluni casi si tratta di testimoni unici dei quali la Marciana è custode. Notevole è l’importanza di tali manoscritti per definire nuovi orizzonti della ricerca filologica e storica sulle vicende dell’isola. Conclude il Catalogo la sezione dedicata alle «Carte». Il mare magnum dei materiali disponibili non poteva trovare spazio sufficiente. Qui dunque si è preferito, con dolorose soppressioni, privilegiare le rappresentazioni cartografiche che ritraessero l’isola negli anni della dominazione veneziana.
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3

"Parte 2. Catalogo". En Cipro nella Biblioteca Marciana di Venezia Manoscritti, testi e carte. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-621-3/002.

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La prima sezione del Catalogo, intitolata «Storiografia e diritto a Cipro», raccoglie manoscritti vergati in varie lingue (dal vernacolo locale, al latino, al francese e all’italiano) di contenuto storico e giuridico. Il valore indiscutibile di tali documenti testimonia l’interesse concreto delle autorità della Serenissima per le vicende e l’organizzazione della sua colonia, tanto da favorire il trasferimento e la conservazione di buona parte di questi pezzi presso i suoi archivi e da lì in Marciana. La seconda sezione, «Cipro crocevia di culture», ritrae la vocazione multiculturale dell’isola, lì dove l’elemento nativo greco, a seguito della dominazione franca prima e veneziana poi, si è intrecciato con le altre tradizioni del Mediterraneo medievale e moderno, generando un laboratorio culturale capace di trasmettere il sapere antico e medievale all’Europa moderna. La terza sezione, «Autori e testi ciprioti in Marciana», valorizza specificatamente il patrimonio della Biblioteca. Essa include manoscritti che trasmettono opere di autori di origine cipriota; in taluni casi si tratta di testimoni unici dei quali la Marciana è custode. Notevole è l’importanza di tali manoscritti per definire nuovi orizzonti della ricerca filologica e storica sulle vicende dell’isola. Conclude il Catalogo la sezione dedicata alle «Carte». Il mare magnum dei materiali disponibili non poteva trovare spazio sufficiente. Qui dunque si è preferito, con dolorose soppressioni, privilegiare le rappresentazioni cartografiche che ritraessero l’isola negli anni della dominazione veneziana.
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