Literatura académica sobre el tema "Tradizione botanica e chimica"

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Artículos de revistas sobre el tema "Tradizione botanica e chimica"

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Zamboni, Alberto. "Nuove osservazioni su una glossa botanica mediolatina : citamus 'colchico'". Linguistica 49, n.º 1 (29 de diciembre de 2009): 247–56. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.49.1.247-256.

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Resumen
Il grigion. schiombla, tschiombla ‘colchico’, lombardo alpino or. ciĝám(b)ula, si-, trent.occ. (Giudicarie) čiĝámbọla, segámbola ecc., insieme forse con lo sporadico friul. subalpino siàngala, ven- gono attribuiti nel noto ribelle di V. Bertoldi (1923: §§ 71–3) ad una glossa mediolatina citamus, cito- mus, riportata nel Diefenbach ma piuttosto isolata e possibile cattiva lettura di cart(h)amus (1288, 1304). L’ipotesi passa attraverso un suffissato (e non documentato) *citamŭla, che renderebbe le numerose varianti dialettali attraverso una normale lenizione di -t- > -d- > -ø- (con eventuale refezio- ne tramite -g-) – tratto fonetico estraneo tuttavia al friulano – e si oppone a quella sostenuta in prima istanza da Michael (1905), che pensava ad un *cicamŭla dissimilato da *ciclamŭla, derivato da cyclāmen ‘ciclamino’, i cui fiori hanno somiglianza con quelli del colchico e del croco. Va tuttavia riconosciuta ad Alessio la valorizzazione del meridionale šamo ‘giusquiamo’, solanacea velenosa di lontana tradizione per le sue proprietà farmacologiche (così come per il colchico, una liliacea): una forma, almeno semipopolare, che a mio avviso può esser stata diffusa anche in aree settentrionali, sempre in una variante suffissata *šámula, *siá- che rende facile conto del patrimonio grigionese schiombla (/š/!), lombardo segám(b)ola, meno invece del friulano siángala. Una nuova soluzione che offre il vantaggio di recuperare un filone autonomo ed elaborato di hyoscyamus in un areale alpino sostanzialmente omogeneo.
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"INDICE DEI LUOGHI DI PARTENZA DELLE LETTERE *". Nuncius 17, n.º 1 (2002): 160–64. http://dx.doi.org/10.1163/182539102x00658.

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Resumen
Abstract<title> RIASSUNTO </title>Ottaviano Targioni Tozzetti (1755-1829), figlio del celebre naturalista Giovanni, fu un personaggio di rilievo nel panorama scientifico toscano nel periodo fra la fine del '700 e i primi decenni del secolo XIX. Attivo come medico a Santa Maria Nuova e membro dell'Accademia dei Georgofili, Ottaviano Targioni Tozzetti, si occupò di chimica, agricoltura e botanica assumendo, per quasi trent'anni, la direzioine del giardino botanico di Firenze. L'inventario della sua corrispondenza, conservata presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, testimonia la vastità e qualità dei suoi rapporti con il mondo scientifico - non solo toscano ma italiano ed europeo - e contribuisce alla riscoperta di un profilo di questo personaggio a cavallo fra tradizione settecentesca e il moderno pensiero scientifico.
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Tesis sobre el tema "Tradizione botanica e chimica"

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Cobelli, Giulia <1991&gt. "Il Museo della Carta di Toscolano Maderno: la rinascita di un luogo tra tradizione e innovazione". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10494.

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Resumen
Il Museo della Carta presso la Valle delle Cartiere di Toscolano Maderno sarà l’argomento centrale della tesi, la quale affronterà gli aspetti caratterizzanti il museo e che dovrebbe articolarsi in cinque capitoli attraverso cui si renderà evidente un quadro generale dell’istituzione, anche in rapporto al territorio circostante. Un caso di studio affiancato da una valutazione del Museo della Carta attraverso le opinioni e le considerazioni da parte di visitatori effettivi e potenziali. Dapprima verrà descritta la storia della Valle delle Cartiere con un breve excursus storico relativo ad una zona che ha contribuito al benessere economico e culturale a livello locale e nazionale. Successivamente l’intenzione sarebbe quella di raccontare il museo in tutte le sue parti: la valorizzazione del bene, le caratteristiche strutturali, il percorso di visita e gli aspetti di gestione ed amministrazione. Si prevede la realizzazione di un’indagine di customer visiting e satisfaction attraverso tre questionari con l’obiettivo di testare la conoscenza e l’efficacia comunicativa degli eventi e delle attività proposte, individuando i limiti dell’offerta e incrementandone i punti di forza. La realtà della Fondazione Valle delle Cartiere ha come scopo quello di promuovere e tutelare le attività legate alla produzione di carta come avveniva in passato nella Valle; la tutela e la necessità di far rinascere questo luogo ha portato alla realizzazione di un progetto che permettesse di ricreare un’attività produttiva, riscoprendo valori ormai scomparsi attraverso l’assunzione di giovani cartai e uno sviluppo economico-sociale ed imprenditoriale. Per questo motivo un capitolo sarà dedicato ad una panoramica generale del progetto "Toscolano 1381" nato per far rivivere un luogo e un mestiere da tempo abbandonato, rimodernando l’antica arte della fabbricazione della carta in base alle necessità del mercato odierno e sviluppando un commercio dell’artigianato. La riscoperta vuole valorizzare le tradizioni e le peculiarità su cui si fonda il Made in Italy; la scelta dei prodotti si rivolge ad un pubblico interessato alla loro storia e alla nuova realtà imprenditoriale. Si ha inoltre la volontà di raccontare la Valle delle Cartiere come luogo in cui, nel corso dei secoli a partire dal 1500, si sono trasferiti numerosi stampatori italiani ed europei, tra cui la famiglia Paganini, tipografi veneziani, in particolare della figura di Alessandro Paganini giunto a Toscolano nel 1517. L’intenzione è quella di dedicare una parte della tesi all'analisi dei libri a stampa realizzati, nella maggior parte dei casi, da Alessandro Paganini e conservati nel museo, tutto questo attraverso un processo di valutazione dello stato conservativo dei beni e di archiviazione, secondo gli standard attuali ISAD(G), ISAAR e del software archivistico Archimista; questo lavoro sarà poi associato ad un'indagine legata alla possibilità di miglioramenti dei metodi conservativi e all'eventuale necessità di lavori di restauro di tali opere.
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ROSSI, DARIO. "MUTAGENESI IN RICINO (Ricinus communis L.)PER LA SELEZIONE DI LINEE PIU' ADATTE ALLA VALORIZZAZIONE AGRONOMICA". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1315.

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Resumen
Il ricino (Ricinus communis L.) è una tra le dieci principali colture oleaginose a livello mondiale. La ricina, eliminata nei processi industriali per la produzione di olio di ricino, costituisce un rischio sia per lo sfruttamento della pianta come biomassa per la generazione di biocarburanti vegetali di seconda generazione, sia per la possibilità di ottenere scorie tossiche dalla lavorazione del materiale. L’utilizzo di tecniche di mutagenesi chimica, associata ad AFLP e metodiche di sequenziamento bersaglio specifiche (TILLING) hanno dimostrato la possibilità di ottenere e riconoscere, in tempi relativamente brevi e in modo specifico, mutazioni nel genoma d’interesse. A partire da una popolazione monovarietale di ricino, sono stati messi a punto diversi trattamenti (basati su EMS ed MNU), al fine di ottenere una popolazione mutagenizzata chimicamente al cui interno ricercare piante prive, o con un contenuto ridotto, di ricina nel seme e di conseguenza caratterizzate da un maggior valore agronomico ed economico. In seguito all’autoimpollinazione delle piante sopravvissute, analisi AFLP e di sequenziamento sulle generazioni successive hanno mostrato come le piante tendano ad accumulare variazioni nel loro genoma rispetto alla generazione precedente. Dall’analisi di sequenza di circa 1 Mb del gene per la ricina nella popolazione mutagenizzata non è emerso nessun cambiamento nella sequenza nucleotidica, in accordo con i risultati di altri studi in cui si è visto come la frequenza di mutagenesi possa variare con la specie considerata.
Castor (Ricinus communis L.) is one of the ten major oil crops worldwide. Ricin, eliminated in industrial processes for the production of castor oil, constitutes a risk to both the exploitation of the plant as a biomass to generate second-generation biofuels, both for getting toxic waste from the processing of the material. The use of chemical mutagenesis techniques, AFLP and methods associated with specific target sequences (TILLING) have demonstrated the ability to obtain and recognize, in a relatively short time, and specifically, mutations in the genome of interest. Starting from a population of castor-variety, have been developed different treatments (based on EMS and MNU), in order to obtain a chemically mutagenized population of plants with a reduced content of ricin in the seed and therefore characterized by a greater agronomic and economic value. After self-pollination of the survived plants, AFLP analysis and sequencing showed how plants tend to accumulate changes in their genome than the previous generation. A sequence analysis of about 1 Mb of the gene for ricin in mutagenized populations has revealed no change in the nucleotide sequence, in agreement with results of other studies in which we have seen that the frequency of mutation may vary with the species under consideration.
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ROSSI, DARIO. "MUTAGENESI IN RICINO (Ricinus communis L.)PER LA SELEZIONE DI LINEE PIU' ADATTE ALLA VALORIZZAZIONE AGRONOMICA". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1315.

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Resumen
Il ricino (Ricinus communis L.) è una tra le dieci principali colture oleaginose a livello mondiale. La ricina, eliminata nei processi industriali per la produzione di olio di ricino, costituisce un rischio sia per lo sfruttamento della pianta come biomassa per la generazione di biocarburanti vegetali di seconda generazione, sia per la possibilità di ottenere scorie tossiche dalla lavorazione del materiale. L’utilizzo di tecniche di mutagenesi chimica, associata ad AFLP e metodiche di sequenziamento bersaglio specifiche (TILLING) hanno dimostrato la possibilità di ottenere e riconoscere, in tempi relativamente brevi e in modo specifico, mutazioni nel genoma d’interesse. A partire da una popolazione monovarietale di ricino, sono stati messi a punto diversi trattamenti (basati su EMS ed MNU), al fine di ottenere una popolazione mutagenizzata chimicamente al cui interno ricercare piante prive, o con un contenuto ridotto, di ricina nel seme e di conseguenza caratterizzate da un maggior valore agronomico ed economico. In seguito all’autoimpollinazione delle piante sopravvissute, analisi AFLP e di sequenziamento sulle generazioni successive hanno mostrato come le piante tendano ad accumulare variazioni nel loro genoma rispetto alla generazione precedente. Dall’analisi di sequenza di circa 1 Mb del gene per la ricina nella popolazione mutagenizzata non è emerso nessun cambiamento nella sequenza nucleotidica, in accordo con i risultati di altri studi in cui si è visto come la frequenza di mutagenesi possa variare con la specie considerata.
Castor (Ricinus communis L.) is one of the ten major oil crops worldwide. Ricin, eliminated in industrial processes for the production of castor oil, constitutes a risk to both the exploitation of the plant as a biomass to generate second-generation biofuels, both for getting toxic waste from the processing of the material. The use of chemical mutagenesis techniques, AFLP and methods associated with specific target sequences (TILLING) have demonstrated the ability to obtain and recognize, in a relatively short time, and specifically, mutations in the genome of interest. Starting from a population of castor-variety, have been developed different treatments (based on EMS and MNU), in order to obtain a chemically mutagenized population of plants with a reduced content of ricin in the seed and therefore characterized by a greater agronomic and economic value. After self-pollination of the survived plants, AFLP analysis and sequencing showed how plants tend to accumulate changes in their genome than the previous generation. A sequence analysis of about 1 Mb of the gene for ricin in mutagenized populations has revealed no change in the nucleotide sequence, in agreement with results of other studies in which we have seen that the frequency of mutation may vary with the species under consideration.
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Bertolotti, Giulia. "Micro-analytical methodologies for the characterization of airborne inorganic pollutants collected on unconventional substrates". Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2014. https://hdl.handle.net/11572/367598.

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Resumen
The present work regards the development of a methodology for the study of atmospheric particulate matter (PM) which is alternative to instrumental measurements. The methodology developed exploits the surfaces already present in the field as samplers of PM. In particular, conifer needles and building facades are employed to investigate different temporal ranges: conifer needles potentially retain particles circulating in the atmosphere from the recent past up to now, while building facades could retain particles from an older period up to know. The field of application of the approach developed are the situations in which a wide territory must be monitored, eventually including remote locations, or information on past pollution scenario must be reconstructed in the absence of monitoring stations. For instance, the evaluation of the improved efficiency of off-gas abatement systems of industrial plants is a typical case of application. These pollution sources affect large areas and might have been active before regulation on air quality required constant monitoring of their emissions. Typically in such a case the methodology could assist in evaluating how large was in the past and it is nowadays the area of impact of the plant. In general, such an approach could be valuable whenever relying on instrumental measurements is cost and time consuming in terms of installing a large network of monitoring stations to study the dispersion of pollutants from a single or few sources. To have a detailed description of the spatial distribution of pollutant particles, they are studied individually with subsequent higher magnification. Where no traces of a source are detected by scanning electron microscopy coupled with energy dispersive x-ray spectroscopy (SEM-EDXS), the samples are analyzed with the higher resolution of transmission electron microscopy coupled with energy dispersive x-ray spectroscopy (TEM-EDXS) and selected area electron diffraction (SAED) in order to make sure that no smaller particles, able to travel farther from their source, are present at a certain site. All data provided by electron microscopy analysis of particles collected by conifer needles are placed in the context of elemental concentrations measured by inductively coupled plasma atomic emission spectroscopy (ICP-AES), which is a bulk analytical technique. The same is not possible for the data on single particles present on building facades given the inorganic matrix of the substrate, especially in the case of metal oxide paints, which does not allow the bulk measurement. Both the preparation of the samples for bulk analytical techniques and single particle analysis by electron microscopy were optimized. For method development and evaluation, the analytical protocol was applied to estimate spatial and temporal trends of accumulation of inorganic pollutants that can be related with changes in the emissions of atmospheric pollutants by an electric arc furnace (EAF) steelmaking plant located in a test site. The benefits of combining the single particle and bulk analytical techniques emerged especially for the discrimination of the emissions from different sources.
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Giussani, A. "INTEGRATED TERRITORIAL APPROACH FOR SUSTAINABLE AGRICULTURE: NITROGEN MANAGEMENT AND SOIL CARBON SEQUESTRATION IN LOMBARDY REGION". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2014. http://hdl.handle.net/2434/233255.

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Resumen
In the last years, intensive agriculture and high concentration of livestock activities have become two important environmental concerns, being partially responsible of nitrogen pollution and CO2 emissions caused by carbon loss from soil. That’s particularly true in Lombardy region, due to the presence of more than 27% of cattle and 51% of pigs of the national livestock and due to the extent of area devoted to cereal cropping (about 63% of the utilized agricultural area - UAA). It is also to be remarked that cereals in Lombardy are commonly grown in continuous cropping systems. In this context, the aim to encourage sustainable agriculture led European Union to introduce regulations (e.g. Nitrates Directive 91/676/EEC), to define mandatory standards, and measures (Common Agricultural Policy), to promote the implementation of best management practices. Consequently, assessing the potential effects of different policies, prior to their introduction, has become very important. Several methods (direct measurements, simulation models, simple and composite indicators) have been developed and applied by traditional agronomic research, however there is still a need of up-scaling experimental results from the farm to the landscape scale. Moreover, it has to be taken into account that the impact of these measures also depends on the interaction between type of action, pedo-climatic factors and farm characteristics. An effective tool for territorial management and planning is then particularly needed in Lombardy, since the territorial approaches, supported by robust methodologies (e.g., extensive databases, models and geographical information systems (GIS)), have become more and more central in European policies. The aim of this work is to assess and investigate the important outcomes of a more territorially based approach, analysing the most important environmental issues, related to agriculture in Lombardy: manure management, nitrogen leaching and carbon sequestration by soils. Three examples of tools and applications are presented: i) Decision Support System (DSS) ValorE, to analyse and to evaluate manure management and technological alternatives, available for the entire supply chain from animal feed to the distribution in the field; ii) application of the ARMOSA cropping system simulation model to assess the potential risk of nitrate leaching towards groundwater in 3 Nitrate Vulnerable Zones (NVZs); iii) application of ARMOSA to evaluate carbon sequestration capacity of regional soils, under current and alternative scenarios, focusing the attention on the impact of different spread levels of conservation agriculture. The territorial approach proposed in this thesis, was based on robust methodologies, extensive databases, stand-alone models (e.g. ARMOSA), more complex structures (ValorE DSS) and GIS techniques. All these components led this approach to be an effective solution for investigating and supporting the regional agricultural management, as well as for assessing the potential impact of the regional policies, always keeping in mind that agricultural sector plays a key role in the climate change mitigation and in the environmental protection from biodiversity loss and from N pollution.
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MINUZZI, Sabrina. "Sul filo dei segreti medicinali: praticanti e professionisti del mercato della cura a Venezia (secoli XVI-XVIII)". Doctoral thesis, 2012. http://hdl.handle.net/11562/397742.

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Resumen
La ricerca ha per oggetto le autorizzazioni a manipolare e vendere medicamenti rilasciate fra XVI e XVIII secolo dai provveditori alla Sanità di Venezia a 375 fra medici, speziali, droghieri, etc. ma anche figure non appartenenti alla professione medica (eccetto ciarlatani, già ben indagati dalla letteratura come dalla recente produzione accademica). Nella prima parte si esamina l’evoluzione normativa fra gli anni 1549-1798, estremi della prima ed ultima autorizzazione rilasciata per segreti medicinali. Evoluzione che evidenzia come i soggetti produttori di segreti non siano solo ciarlatani, opinione invalsa negli studi, ma appartengano a varie categorie professionali, che negli anni si definiscono sempre più dettagliatamente. La manipolazione dei segreti si innesta quindi nel circuito del mercato della cura condividendo un tratto peculiare della farmacopea veneta: l’assenza di un codice farmaceutico di riferimento, che determina una grande libertà di invenzione e soprattutto una grande inclinazione chimica, spesso bandita dalle prime farmacopee ufficiali. La parte centrale della tesi si cerca di ricostruire, nei limiti concessi dalle fonti, le basi culturali che muovono i manipolatori di segreti ad interessarsi agli studi naturalistici e chimici, passando in rassegna una serie di casi-studio. Sulla base della variazione in percentuale delle professioni lungo i secoli XVI-XVIII, i manipolatori di segreti vengono così inseriti nella tradizione locale di studi chimici, botanici e di farmacopea. Nella terza parte si prende in esame l’ultima stagione dei segreti medicinali, la produzione tardo settecentesca, in cui vengono a maturazione una serie di caratteristiche di fondo: esigenza di rinnovamento e originalità, ricerca di un impatto terapeutico dolce e non invasivo, tendenza a costruire reti commerciali sovranazionali. Tra i manipolatori di segreti, gli speziali sono i professionisti che più sono aumentati dal XVI secolo, assecondati in ciò anche dalle autorità che vogliono ricondurre la produzione e vendita di segreti nelle botteghe medicinali. Il crepuscolo dei segreti è alle porte: la creatività di professionisti e praticanti è ricondotta nell’alveo di un sempre più capillare programma di disciplinamento socio-culturale.
The purpose of the research are the medicines and remedies (“secrets”) patented by Venetian Health authorities to 375 among physicians, apothecaries, grocers, practitioners etc. (except “charlatans”, already well explored) in sixteenth- to eighteenth-century Venice. In the first part we analyse the development of the regulatory framework from 1549 to 1798, dates of first and last licence for secrets. Development that highlights how the secrets manipulators are not exclusively charlatans, as most of the academic studies support, but they belong to various professional groups, defining them more and more minutely over the years. The manipulation of remedies and medicines is part of the care market, sharing a peculiar feature with the Venetian pharmacopoea: the lack of a binding pharmaceutical code, exciting a great deal of inventivness and above all a good tendency to chemical studies, usually avoided from the official pharmacopoeias. The central part of the research tries to reconstruct, to the extent permitted by sources, the socio-cultural background inducing the secrets manipulators to engage in naturalistic and chemical studies. We browse then a series of case studies along the XVI-XVIII centuries, concernig professionals and non professionals, inserting them in the local tradition of chemical, botanical and pharmaceutical tradition. The third part of the research is devoted to the last flowering of secrets, the late seventeenth-century one, when many features mature: the pursuit of therapeutical sweetness, together with a noninvasive therapeutical impact and the tendency to build large commercial networks. From the sixteenth century, among the manipulators of secrets, apothecaries are the most increasing group of professionals, facilitated by Health authorities that want to bring the care market back into the medicine shops. This is the twilight of the medicinal secrets: creativity of professionals and practitioners is shrinking day by day, while authorities are creating an increasingly widespread system of socio-cultural disciplining.
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MASSIMI, LORENZO. "New Insights for Health and Environmental Impact Assessment of PM Released by Specific Emission Sources". Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/11573/1358604.

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Resumen
This study is aimed to improve the knowledge about the association between health and environmental effects of particulate matter (PM) and its chemical composition and sources and it is focused on the integration of different observation systems and monitoring techniques. PM samples originated from different sources were collected and analyzed by traditional and innovative analytical methods, thus reaching a very detailed knowledge of their inorganic and organic chemical composition. (A) Acellular assays: 1,4-dithiothreitol (DTT), ascorbic acid (AA) and 2',7'dichlorodihydrofluorescein (DCFH), able to give information about PM capacity to generate oxidative stress, were applied to PM-selected components to estimate the oxidative potential (OP) of PM released by different emission sources (A1). Plant and animal model organisms were exposed in vivo under controlled conditions to the PM-selected components. Oxidative stress and other biological responses were evaluated and correlated to the OP and chemical composition of PM and the reliability of the OP methods as proxies of the production of reactive oxygen (ROS) and nitrogen (RNS) species was assessed (A2, A3). Furthermore, the potential of NO to restore the cellular balance between the ROS and the RNS in the root system of a plant species exposed to As and Cd was evaluated (A4). (B) To obtain valuable information for PM source apportionment and thus for the assessment of health and climate impact, a chemical/size fractionation method was applied to sampling campaigns carried out for seven consecutive years in the Po Valley (Northern Italy) (B1). PM10 and size-segregated PM samples collected in workplaces (B2) and in indoor environments of private dwellings (B3) were analyzed to investigate the health impact of particles emitted in different size fractions by specific indoor sources. (C) Innovative and very-low volume samplers were used for high spatial resolution analyses of PM chemical components in the Terni basin (Central Italy), which can be considered as an open air laboratory for studying the spatial distribution of PM, since it is characterized by atmospheric stability and by the presence of several anthropic PM sources (C1, C2, C3). The impact of local emission sources was assessed and the spatial variability of PM element concentrations was mapped (C3) and compared with the results achieved by biomonitoring through lichen transplants (C4) and leaf deposition on riparian species (C5), to verify the reliability of biomonitoring techniques for the assessment of atmospheric element concentrations. The experimental approach, based on the mapping of spatially-resolved PM chemical data, is a powerful tool for a reliable assessment of population exposure to PM air pollutants and also promises to be effective for optimization and validation of dispersion models. This approach, combined with on-site human biomonitoring will allow further investigations on the relationships between health effects and PM chemical composition and sources. (D) To investigate relationships between health effects and PM chemical composition and sources, the suitability of different biological matrixes for on-site human biomonitoring exposure to environmental pollution was evaluated. Rapid analytical methods for routine elemental analysis of a significant number of human hair samples were developed and validated (D1, D2). Moreover, Hg As, Pb and Cd levels in breast milk were assessed to provide valuable information on the maternal toxic load and to be used as an indicator for prenatal and post-natal exposure of infants to these chemicals. In addition, we assessed the capacity of a multi-strain probiotic to protect the infants from their exposure (D3). (E) Finally, during the PhD research, environmental remediation techniques for inorganic and organic pollutants were investigated. The potential of food waste materials as low-cost adsorbents for the removal of toxic elements, heavy metals (E1) and volatile organic compounds (E2, E3) from wastewater was evaluated. The adsorption capacity of food waste materials was assessed by comparing the removal efficiency of elements and VOCs from complex solutions, maintaining homogeneous experimental conditions, which allowed us comparing the adsorption capacity of the individual sorbents.
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Libros sobre el tema "Tradizione botanica e chimica"

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service), SpringerLink (Online, ed. Farmacognosia: Botanica, chimica e farmacologia delle piante medicinali. 2a ed. Milano: Springer-Verlag Milan, 2011.

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