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Nuessel, Frank y Enrico Borello. "Teorie della traduzione. Glottodidattica e scienze della comunicazione". Italica 77, n.º 4 (2000): 563. http://dx.doi.org/10.2307/480290.

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Mortara, Ariela. "La pubblicitŕ č ancora l'anima del commercio? Vecchie e nuove strategie per vendere i prodotti". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 116 (abril de 2010): 45–52. http://dx.doi.org/10.3280/sl2009-116005.

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Questo saggio ripercorre le tappe evolutive della comunicazione pubblicitaria soffermandosi sull'evoluzione delle teorie che sono state applicate alla pubblicitŕ per comprenderne il funzionamento. Dopo una breve introduzione sulla storia della pubblicitŕ, vengono tratteggiate le fasi che hanno portato all'attuale scenario in cui la pubblicitŕ, da semplice supporto alle vendite, č diventata un fenomeno complesso e multiforme.
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Mazzoli, Lella. "La mancata comunicazione dell'unitŕ. 1911, 1961, 2011". SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, n.º 41 (mayo de 2012): 117–42. http://dx.doi.org/10.3280/sc2011-041010.

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L'articolo analizza i 150 anni dell'Unitŕ d'Italia attraverso la co-evoluzione della societŕ e dei media. Si parte dalla comunicazione dei primi quotidiani per poi arrivare alla televisione passando attraverso la fotografia, il cinema, la radio. Tutti media trasmissivi nella loro essenza, che paiono avere una riduzione di potere di penetrazione nel pubblico con l'arrivo di Internet, con il Web 2.0 e i siti di social network. L'analisi porta a concludere che le strategie comunicative adottate nelle celebrazioni dei 50, dei 100 e dei 150 anni non sono riuscite a consolidare nella coscienza della gente un sentimento di unitŕ. Lo studio riporta dati analizzati alla luce delle teorie comunicative e fa riferimento al pensiero di McLuhan di cui in questo 2011 si festeggiano i 100 anni dalla nascita.
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Sindoni, Maria Grazia. "TRAIETTORIE DELLA MULTIMODALITÀ: GLI SNODI TEORICI E I MODELLI APPLICATIVI". Italiano LinguaDue 14, n.º 2 (17 de enero de 2023): 19–46. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/19647.

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Questo saggio ripercorre le principali linee di sviluppo degli studi della multimodalità intesa come semiosi della comunicazione nell’ambito di derivazione angloamericana. La multimodalità è definita come una disciplina a sé e discussa nella sua epistemologia attraverso un excursus della sua storia ed evoluzione dalla fine degli anni Novanta ad oggi. Si passano in rassegna alcune scuole di pensiero della multimodalità, a partire dagli sviluppi socio-semiotici di matrice linguistica sistemico-funzionale elaborata da Michael A. K. Halliday in Inghilterra negli anni Settanta. Le principali teorie e prassi di analisi multimodale sono illustrate attraverso alcuni principi cardine per delineare l’ambito di applicazione e le aree privilegiate di indagine. Il saggio inoltre illustra le differenze teoriche e pratiche fra multimodalità e multimedialità, termini spesso utilizzati in modo interscambiabile e dunque improprio. Successivamente, si presenta un’analisi multimodale del video TikTok più popolare di un creator italiano, Khaby Lame, che ha raggiunto livelli di viralità tali da guadagnargli fama e successo a livello globale. L’analisi, di natura qualitativa classica, consiste in una trascrizione e annotazione integrale del breve video più visualizzato al momento della scrittura del saggio, per inquadrare i fenomeni della semiosi della comunicazione digitale in un ambito disciplinare più vasto rispetto alla linguistica pura. Questa apertura ad aspetti non verbali include nell’analisi delle risorse semiotiche elementi quali lo sguardo, il montaggio, la distanza fra partecipanti, la musica, i rumori ambientali, la distribuzione degli elementi nel tempo e nello spazio, e così via. Coerentemente con questo presupposto di base, le conclusioni invitano a un ripensamento della definizione stessa di “lingua della rete”, indicando nella multimodalità, sia come teoria sia come metodo, una prospettiva utile alla lettura consapevole, etica e inclusiva della complessa testualità digitale contemporanea. Trajectories of multimodality: theoretical foundations and application model This paper discusses the main theories that map out the development of multimodality as semiosis of communication within the Anglo-American tradition. An overview of the history and evolution of multimodality starting in the late Nineties will motivate the claim that this is a discipline in its own, with its specific epistemology. Some major theories within sociosemiotics approaches are outlined, as resulting from the developments of systemic-functional linguistics as theorized by Michael A. K. Halliday in the Seventies in the UK. Theories and methods will be presented by means of an illustration of some key concepts and principles, with a view to explore some potential applications and preferential objects of studies. The paper also sets out to explain the differences between the concepts of multimodality and multimediality, which are often used interchangeably, thus bringing about theoretical and empirical issues. As a case study, I have selected the most viewed TikTok video produced by an Italian creator, Khaby Lame, who has gained global recognition and immense popularity, to the point of allowing him to obtain Italian citizenship after almost twenty years of Italian residency. The qualitative analysis makes use the typical heuristic tools used by multimodal analysts, namely an integral transcription and annotation of the video, with the aim of showing the full range of the involved digital communicative phenomena that cannot be accounted for only on linguistic grounds. Broadening the domain of analysis beyond the tools provided by linguistics includes the analysis and description of non-verbal semiotic resources, such as gaze, editing, distance between participants, music, ambient sound, compositional strategies in time and space, among others. Consistent with this approach, the concluding remarks encourage further reflections of the very definition of the “language of the net”. It follows that theoretical and empirical research lines mapped out by multimodal studies may ultimately help promote awareness, ethics, and inclusion when engaging with contemporary digital textualities.
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Tekavčić, Pavao. "Alcune riflessioni a proposito di una recentissima grammatica della lingua italiana". Linguistica 29, n.º 1 (1 de diciembre de 1989): 149–60. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.29.1.149-160.

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L'Italia, che neppure nel passato mancava di grammatiche di indirizzo normativo e descrittivo, si è arricchita negli ultimi anni di una serie di opere glottodidattiche dedicate all'italiano. Una delle ultime è il poderoso volume La lingua e i testi, Grammatica de/la lingua italiana di P. Agazzi, A. Fallica e A. Menegoi, edito da Minerva Italica, Bergamo, 1988. II libro non è soltanto una grammatica in senso usuale: infatti, vi si trattano le nozioni fondamentali della teoria linguistica attuale (comunicazione, segno linguistico, codice, funzioni della lingua, metafora e metonomia, denotazione e connotazione, fattori della comunicazione), della teoria del testo (con alcuni campioni di testi di vario genere), in seguito l'origine e lo sviluppo della lingua italiana (dall'Indovinello veronese ai nostri giorni), i dialetti e le comunita alloglotte, e nell'ultima delle quattro appendici si danno gli elementi della composizione scritta. Il volume include dunque in notevole misura la sociolinguistica, la pragmatica, la comunicazione e la teoria dell'informazione (invece di parlante o locutore e collocutore si usano conseguentemente i termini emittente e destinatario ), la storia della lingua, la cultura del parlato e dello scritto. Si cerca insomma di avvicinare il Linguaggio all'alunno e di sviluppare in lui non solo la competenza grammaticale ma anche quella comunicativa, attiva e passiva.
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Marinelli, Alberto. "Socievolezza 2.0. I legami sociali nella network society". SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, n.º 41 (mayo de 2012): 30–50. http://dx.doi.org/10.3280/sc2011-041004.

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L'oggetto di questo lavoro č la virtualizzazione dei legami sociali che si sperimenta nei siti di social network. Sia nella teoria sociologica sia nella teoria della comunicazione non possiamo piů distinguere l'analisi della comunicazione mediata dal computer dall'osservazione delle nuove forme di socialitŕ che sono incorporate nella societŕ della rete. Queste nuove forme di relazioni, specificamente attivate dai social media, sono caratterizzate dalla "privatizzazione della sociabilitŕ" e dalla possibilitŕ di passare facilmente tra le diverse reti sociali. Da questo punto di vista teorico, la costruzione di legami sociali č la realizzazione attuale di connessioni.
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Lorenzini, Alberto. "I livelli della coscienza in forma di panino: la teoria dell'azione terapeutica di Alexandra Harrison". RICERCA PSICOANALITICA, n.º 3 (septiembre de 2012): 49–58. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2012-003006.

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La microanalisi prospetta all'analista un decisivo cambiamento di prospettiva, dal primato delle parole a quello della comunicazione non verbale. Si tratta di una novitŕ sconcertante, ma anche potenzialmente creativa, che apre nuovi scenari per quanto riguarda la natura della psiche. Osservando il flusso dello scambio procedurale nel quale siamo costantemente immersi, possiamo tranquillamente dire che in esso la mente e il corpo si confondono e diventano una cosa sola. L'azione terapeutica, inquadrata in questo contesto, si gioca fra affidamento e scelta consapevole, ma l'oggetto verso il quale s'indirizza non č piů concepibile nella forma di una mente separata e si rivela come sistema diadico (o poliadico) che tende ad una progressiva complessificazione. L'autore collega alcune esperienze personali di rapporto con una gazza ladra con quelle raccontate da Roger Fouts a proposito dei suoi scimpanzé parlanti e con la tecnica terapeutica che ci č stata presentata da Alexandra Harrison.
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Bellan, Alessandro. "La Scuola di Francoforte e il problema della reificazione". COSTRUZIONI PSICOANALITICHE, n.º 23 (mayo de 2012): 87–103. http://dx.doi.org/10.3280/cost2012-023007.

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Obiettivo del saggio č chiarire il significato delle trasformazioni che la Scuola di Francoforte ha impresso al concetto di reificazione (Verdinglichung), originariamente elaborato da G. Lukács. A partire dalla Dialettica dell'illuminismo la reificazione viene intesa infatti non solo come "alienazione" e "feticismo delle merci", ma come un "oblio", cioč come una rimozione delle radici piů profonde della razionalitŕ, della comunicazione e del riconoscimento. Tale fenomeno diventa cosě il punto di partenza per una critica immanente delle patologie sociali dell'intersoggettivitŕ. Il saggio esamina inoltre il nesso istituito da Horkheimer e Adorno fra genesi della razionalitŕ e la sua reificazione, e la svolta critico epistemologica che ha condotto a ripensare la reificazione in chiave linguisticocomunicativa (Habermas) e di teoria del riconoscimento (Honneth), valutando anche le conseguenze di tali assunzioni.
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Cassullo, Gabriele. "Interventi sull'articolo di Howard Levine. Il trauma originario: commento all'articolo di Howard Levine". PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, n.º 4 (diciembre de 2021): 581–93. http://dx.doi.org/10.3280/pu2021-004002.

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Che cosa ha condotto gli psicoanalisti a quella che Howard Levine (2021) definisce "una sconcertante opposizione binaria" fra le teorie del conflitto e le teorie del trauma evolutivo? Viene tratteggiata l'ipotesi che alla radice della divaricazione fra queste diverse mentalità cliniche vi sia un "trauma originario", un trauma che non può mai pervenire a una piena e definiva figurazione: un trauma irrappresentabile. Tale trauma ha costituito la cesura che da un lato ha prodotto un progresso sul piano intellettuale (nella storia della psicoanalisi, la nascita della teoria psicoanalitica della fantasia inconscia), ma al prezzo del prodursi di una mancanza su un altro piano concernente lo sviluppo di una capacità affettiva, prima che intellettiva, di ascolto della traumaticità insita nelle comunicazioni del paziente.
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Piccolo, Michele S. "Il fraseggio del corpo in psicoterapia. Alcune riflessioni a partire dalla teoria delle emozioni di William James". PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, n.º 4 (diciembre de 2011): 499–522. http://dx.doi.org/10.3280/pu2011-004009.

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Resumen
L'Autore prende in esame la teoria delle emozioni di James-Lange per riscoprirne elementi di modernitŕ estensibili alle scienze psicologico-cliniche. L'emergere dell'emozione dal (1) contatto diretto tra corpo e mondo reale e (2) dalle reminiscenze dei contatti precedenti evidenzia la permeabilitŕ della persona nei confronti dell'ambiente circostante. Il realismo di James induce a riflettere sull'importanza dell'ascolto degli "eventi reali" riferiti dal paziente e sull'impatto reale della figura del terapeuta ("qualitŕ personali") nella situazione psicoterapeutica. L'Autore si focalizza quindi sulla relazione tra la narrativa e il corpo del paziente durante il trattamento e sottolinea come il terapeuta possa cogliere nelle comunicazioni per "immagini" del paziente riferimenti alla sfera somatica. L'Autore traccia dei collegamenti tra la concezione jamesiana delle emozioni, il "feeling di quel che accade" concettualizzato da Antonio Damasio e le riflessioni sulla dimensione subsimbolica avanzate da Wilma Bucci.
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Monti, Fiorella, Alessandra Farneti y Alessandra Sansavini. "Dalla psicologia dell'età evolutiva alla psicologia dello sviluppo". RICERCHE DI PSICOLOGIA, n.º 2 (octubre de 2021): 227–42. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12609.

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Il presente lavoro ripercorre alcune tra le principali ricerche nell'ambito della psicologia dell'età evolutiva, avviate dai primi allievi di Renzo Canestrari a partire dagli anni '50 del secolo scorso. In particolare, rilegge il percorso accademico degli allievi Marco Walter Battacchi e Giuliana Giovanelli, che hanno ricoperto la I e la II Cattedra di Psicologia dell'Età Evolutiva, poi Psicologia dello Sviluppo, nell'Ateneo di Bologna, ricordandone i principali contributi scientifici e didattici.Tra questi, i contributi, su numerosi temi, di Battacchi (il ritardo mentale, le difficoltà dei figli degli immigrati italiani in Germania, il pregiudizio etnico, la delinquenza minorile, lo sviluppo del pensiero e delle emozioni e i rapporti con il linguaggio e la teoria della mente) e di Giovanelli (modalità di valutazione e comunicazione tese a valorizzare le potenzialità di ogni bambino/a, psicologia della percezione, del tempo, del neonato a termine e pretermine e dei primi processi percettivi, cognitivi e linguistici) hanno dato un apporto innovativo e ampiamente riconosciuto a questa disciplina e ai primi 50 anni di storia dell'Istituto, poi Dipartimento, di Psicologia. Le loro idee e i loro lavori pioneristici hanno costituito un fondamentale riferimento per i nuovi gruppi di ricerca in ambito evolutivo sia nell'Ateneo di Bologna che a livello nazionale e internazionale.
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Maestri, Gianluca. "Oggettività e conoscenza. Prospettive tra teoria dell'azione e teoria della comunicazione". SOCIOLOGIA E POLITICHE SOCIALI, n.º 3 (marzo de 2020): 135–59. http://dx.doi.org/10.3280/sp2019-003007.

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Vittadini, Nicoletta. "Adolescenti o migranti? Pratiche di comunicazione digitale". IKON, n.º 58 (marzo de 2011): 33–55. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058003.

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Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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Fivaz-Depeursinge, Elisabeth, Chloč Lavanchy-Scaiola y Nicolas Favez. "La comunicazione triangolare del bambino piccolo in famiglia: un accesso all'intersoggettivitŕ triadica? Considerazioni teoriche e casi clinici". RICERCA PSICOANALITICA, n.º 3 (septiembre de 2012): 65–88. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2012-003008.

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Nel corso di questi ultimi decenni, il concetto d'intersoggettivitŕ primaria ha raccolto consensi tra gli studiosi dello sviluppo e i clinici. Ma una nuova sfida viene lanciata ai nostri modelli dalle recenti scoperte sulle competenze triangolari del bambino molto piccolo e sulla sua capacitŕ di comunicare simultaneamente con i due genitori. Queste scoperte fanno emergere la questione di una forma collettiva d'intersoggettivitŕ. Le scoperte sulla competenza triangolare di bambini di 3-4 mesi in interazione con padre e madre in differenti contesti della Lausanne trilogue play situation sono passate in rassegna e illustrate con uno sguardo che esamina se essa sia basata su un programma diadico o triangolare e se le condizioni per una forma gruppale di intersoggettivitŕ primaria siano soddisfatte. La discussione si focalizza sulle revisioni che tali scoperte richiedono alla teoria dell'intersoggettivitŕ, alla teoria dello sviluppo e alla pratica clinica, portandoci verso una psicologia tri-personale.
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Mareschi, Tea y Alessandro Talia. "L'attaccamento e la relazione terapeutica". QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, n.º 45 (enero de 2020): 25–40. http://dx.doi.org/10.3280/qpc45-2019oa8986.

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Secondo diversi autori clinici che si ispirano alla teoria dell'attaccamento, il concetto di attaccamento sicuro può essere considerato come in parte sovrapponibile a quello di alleanza terapeutica. In questo articolo, illustriamo le ragioni per cui è possibile considerare i pattern di attaccamento e l'alleanza terapeutica come due concetti distinti ma in un rapporto di influenza reciproca. Presentiamo inoltre il Patient Attachment Coding System (PACS), uno strumento di analisi della comunicazione tra paziente e terapeuta, che consente di valutare il pattern di attaccamento del paziente attraverso l'analisi del trascritto di una singola seduta psicoterapeutica. La ricerca con il PACS evidenzia come l'attaccamento sicuro consenta una maggiore vicinanza emotiva all'altro e una migliore capacità di esplorazione e riflessione circa i propri stati interni, mentre i pattern di attaccamento insicuro sono associati a considerevoli difficoltà in queste aree. In questa prospettiva, le differenze individuali riscontrabili nei diversi pattern di attaccamento, sicuri e insicuri, corrispondono a distinte modalità cooperative, che complessivamente rappresentano gli sforzi del parlante di trasmettere i propri vissuti in modo collaborativo nel dialogo con il terapeuta. L'utilizzo del PACS per monitorare le comunicazioni tra paziente e terapeuta può contribuire alla comprensione della negoziazione dell'alleanza terapeutica, offrendo una nuova prospettiva ai clinici interessati a migliorare la propria capacità di co-costruire il rapporto pazienteterapeuta.
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NETO CUNHA, Joaquim Ferreira da. "O smartphone na aprendizagem à luz da Teoria Histórico Crítica". INTERRITÓRIOS 6, n.º 11 (6 de agosto de 2020): 182. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i11.247755.

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Este trabalho tem por objetivo principal refletir a utilização das tecnologias móveis na aprendizagem à luz da Teoria Histórico Critica. A metodologia a ser utilizada é a revisão literária em textos consagrados da literatura da área pesquisada. O smartphone, enquanto tecnologia digital móvel alterou a forma de comunicação e informação, convergindo diversas funcionalidades com o fato de se fazer onipresente, e apresentando inúmeras possibilidades que podem ser utilizadas a favor do ensino-aprendizagem. Nesse sentido, a Teoria Histórico Critica vem contribuir com o processo ensino e aprendizagem, pois propicia ao educando uma aprendizagem significativa, promovendo suas capacidades psíquicas, a socialização do saber sistematizado, promovendo a promoção humana, alterando seus comportamentos para se colocarem conscientemente no âmbito social. Destarte, percebemos que a tecnologia móvel smartphone é uma auxiliar muito importante no processo de ensino, onde os educando buscam constantemente novos conhecimentos. Smartphone. Tecnologias da Informação e Comunicação (TIC). Teoria Histórico Crítica.ABSTRACT This work has as main objective to reflect the use of mobile technologies in learning in the light of the Critical Historical Theory. The methodology to be used is the literary revision of consecrated texts of the literature of the researched area. The smartphone, as a mobile digital technology, changed the form of communication and information, converging several functionalities with the fact of being ubiquitous, and presenting numerous possibilities that can be used in favor of teaching-learning. In this sense, the Critical Historical Theory contributes to the teaching and learning process, as it provides the student with meaningful learning, promoting their psychic abilities, the socialization of systematized knowledge, promoting human promotion, changing their behaviors to place themselves consciously in the social sphere. Thus, we realize that mobile smartphone technology is a very important aid in the teaching process, where the students constantly seek new knowledge.Smartphone. Information and Communication Technologies (TIC). Critical Historical Theory. RESUMEN Este trabajo tiene como objetivo principal reflejar acerca del uso de tecnologías móviles en el aprendizaje a la luz de la Teoría Histórica Crítica. La metodología a utilizar es la revisión literaria de textos consagrados de la literatura del área investigada. El smartphone, como tecnología digital móvil, ha cambiado la forma de comunicación e información, convergiendo varias características con el hecho de que es omnipresente y presenta numerosas posibilidades que pueden utilizarse a favor de la enseñanza-aprendizaje. En este sentido, la Teoría Histórica Crítica viene a contribuir al proceso de enseñanza y aprendizaje, ya que proporciona al estudiante un aprendizaje significativo, promueve sus habilidades psíquicas, socializa el conocimiento sistematizado, promueve la promoción humana, cambia sus comportamientos para ubicarse conscientemente en la esfera social. Por lo tanto, nos damos cuenta de que la tecnología móvil smartphone es una ayuda muy importante en el proceso de enseñanza, donde los estudiantes buscan constantemente nuevos conocimientos. Smartphone. Tecnologías de la Información y la Comunicación (TIC). Teoría Histórica Crítica.RIASSUNTO Questo lavoro ha come obiettivo principale quello di riflettere l'uso delle tecnologie mobili nell'apprendimento alla luce della teoria storica critica. La metodologia da utilizzare è la revisione letteraria in rinomati testi della letteratura dell'area ricercata. Lo smartphone, in quanto tecnologia digitale mobile, ha cambiato la forma di comunicazione e informazione, facendo convergere diverse funzionalità con il fatto che è onnipresente e presenta numerose possibilità che possono essere utilizzate a favore dell'insegnamento-apprendimento. In questo senso, la Teoria storica critica arriva a contribuire al processo di insegnamento e apprendimento, poiché fornisce allo studente un apprendimento significativo, promuovendo le sue capacità psichiche, la socializzazione della conoscenza sistematizzata, promuovendo la promozione umana, cambiando i loro comportamenti per posizionarsi consapevolmente nella sfera sociale . Pertanto, ci rendiamo conto che la tecnologia dello smartphone mobile è un aiuto molto importante nel processo di insegnamento, in cui gli studenti cercano costantemente nuove conoscenze.Smartphone. Tecnologie dell'informazione e della Comunicazione (TIC). Teoria Storica Critica.
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Mazzone, Marco. "Pragmatica, Razionalitŕ, Psicologia". PARADIGMI, n.º 3 (diciembre de 2010): 143–61. http://dx.doi.org/10.3280/para2010-003011.

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Negli ultimi decenni, gli studi pragmatici hanno avuto un notevole sviluppo in direzione cognitiva. Questo ha posto la questione del rapporto con le tradizionali indagini di tipo filosofico, specialmente con il genere di "ricostruzione razionale" proposto da Paul Grice. Una posizione che ha ottenuto un certo consenso consiste nel tracciare una divisione del lavoro tra il livello razionale-normativo dell'indagine filosofica e quello empirico dell'indagine cognitiva. Tale posizione contiene qualche ambiguitŕ. Vi č un'importante continuitŕ tra le due imprese, come dopotutto la lettura di Grice suggerisce. Proprio in ragione di questa continuitŕ, č possibile avanzare una critica della piů affermata teoria cognitiva, la Teoria della Pertinenza, in base alla considerazione che essa trascura la dimensione razionale della comunicazione.
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Bucci, Wilma. "I molteplici livelli dell'interazione nella comunicazione terapeutica: applicazioni cliniche della teoria". RICERCA PSICOANALITICA, n.º 3 (septiembre de 2015): 25–36. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2015-003003.

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Riva, Eleonora y Federica de Cordova. "Nuove pratiche di comunicazione e processi psico-sociali di costruzione dell'identità negli adolescenti transculturali". IKON, n.º 58 (marzo de 2011): 77–101. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058005.

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Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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Caselli, Marco, Federica de Cordova, Eleonora Riva y Nicoletta Vittadini. "Nuove pratiche comunicative e adolescenti figli di immigrati: premesse e strumenti di ricerca". IKON, n.º 58 (marzo de 2011): 11–31. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058002.

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Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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Caselli, Marco, Federica de Cordova, Eleonora Riva y Nicoletta Vittadini. "Tecnologie digitali e pratiche identitarie tra gli adolescenti figli di genitori immigrati. Introduzione". IKON, n.º 58 (marzo de 2011): 5–9. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058001.

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Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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Caselli, Marco. "Tra due mondi e tra due culture: l'esperienza degli adolescenti figli di immigrati a Milano". IKON, n.º 58 (marzo de 2011): 57–75. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058004.

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Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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de Cordova, Federica y Eleonora Riva. "Adolescenti digital natives: l'esperienza soggettiva tra pratiche e appartenenze". IKON, n.º 58 (marzo de 2011): 103–29. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058006.

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Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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Gorla, Gioia. "Prima e dopo la legge 180: una psicologa in manicomio". SETTING, n.º 28 (mayo de 2010): 41–58. http://dx.doi.org/10.3280/set2009-028006.

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L'Associazione di Studi Psicoanalitici (A.S.P.) ha ricordato il 24 ottobre 2009 Teresa Piacentini Corsi, psicoanalista e pediatra, scomparsa nel 2008, fondatrice dell'Associazione e psicoanalista che ha influenzato con la sua opera molti allievi e colleghi. Per il suo tempo Teresa Piacentini Corsi č stata un'innovatrice, una voce diversa in sede clinico-teorica, che ha saputo affrontare temi che sarebbero emersi nella psicoanalisi molti anni dopo, quali le tecniche dell'approccio relazionale e l'attenzione alla differenza di genere nel setting clinico. I due articoli qui pubblicati costituiscono gli interventi presentati da Eugenia Omodei Zorini e Claudia Zanardi il 24 ottobre 2009 in suo ricordo, lasciati nella loro forma spontanea ed emozionale in cui sono stati pronunciati, essi descrivono, attraverso i suoi scritti e le esperienze dirette di lei da parte delle Autrici, il vasto appassionato lavoro di Teresa nei campi della psicoanalisi individuale, di gruppo e nelle Istituzioni. Gli articoli mostrano anche il caldo e profondo legame delle Autrici con un'analista intuitiva, brillante, aperta; una straordinaria maestra, ed una libera pensatrice. Viene anche riproposto in questa sede un articolo del 1994 di Teresa Piacentini Corsi e Claudia Zanardi, scelto tra molti altri perché incentrato sullo sviluppo psichico femminile e sulla comunicazione pre-verbale nella relazione analitica, uno dei principali temi di interesse di Teresa. Esso prende in considerazione i sintomi del corpo delle donne come voci del conflitto tra l'attaccamento inconscio a vecchie identificazioni trasmesse per via intergenerazionale e i nuovi modelli di identitŕ femminile della societŕ in trasformazione. I disturbi alimentari delle donne sono ascoltati come linguaggio del corpo in una cornice psicologica/ sociale che legge gli esempi clinici attraverso la teoria psicoanalitica e quella del femminismo. Č grande l'affetto con cui tutti noi ricordiamo Teresa Piacentini Corsi.
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Pacciolla, Aureliano. "EMPATHY IN TODAYS CLINICAL PSYCHOLOGY AND IN EDITH STEIN". Studia Philosophica et Theologica 18, n.º 2 (7 de diciembre de 2019): 138–60. http://dx.doi.org/10.35312/spet.v18i2.29.

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By Stein Edith: Zum problem der Einfühlung, Niemeyer, Halle 1917, Reprint der OriginalausgabeKaffke, München 1980, trad. it. Il problema dell’empatia, trad. di E. Costantini e E. Schulze Costantini, Studium, Roma 1985. Beiträge zur philosophischen Begründ der Psychologie und Geisteswissen schaften: a) Psychische Kausalität; b)Individuum und Gemeinschaft, «Jahrbuch für Philosophie und phänomenologische Forschung», vol. 5, Halle 1922, pp. 1-283, riedito da Max Niemeyer, Tübingen 1970, trad. it. Psicologia e scienze dello spirito. Contributi per una fondazione filosofica, trad. di A. M. Pezzella, pref. di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1996. Was ist Phänomenologie?, in Wissenschaft/Volksbildung, supplemento scientifico al «Neuen Pfälzischen Landes Zeitung», n. 5, 15 maggio 1924; è stato pubblicato nella rivista «Teologie und Philosophie», 66 (1991), pp. 570-573; trad. it. Che cosa è la fenomenologia? in La ricerca della verità – dalla fenomenologia alla filosofia cristiana, a cura di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1993, pp. 55-60. Endliches und ewiges Sein. VersucheinesAufstiegszum Sinn des Sein (ESW II), hrsg. von L. Gelber und R. Leuven, Nauwelaerts-Herder, Louvain-Freiburg 1950, trad. it. Essere finito e essere eterno. Per una elevazione al senso dell’essere, trad. it. di L. Vigone, rev. di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1988. Welt und Person. BeträgezumchristlichenWahrheitstreben (ESW VI), hrsg. von L. Gelber und R. Leuven, Newelaerts – Herder, Louvain – Freiburg 1962, trad. it. Natura, persona, mistica. Per una ricerca cristiana della verità, trad. it. di T. Franzoni, M. D’Ambra e A. M. Pezzella, a cura di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1999. AusdemLebeneinerjüdischenFamilie (ESW VII), Herder, Freiburg i. Br. 1987, trad. it. Storia di una famiglia ebrea. Lineamenti autobiografici: l’infanzia e gli anni giovanili, Città Nuova, Roma 1992. Einführung in die Philosophie (ESW XIII), hrsg. von L. Gelber und M. Linssen, Herder, Freiburg i. Br. 1991, trad. it. Introduzione alla filosofia di A. M. Pezzela, pref. di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1998. Briefean Roman Ingarden 1917-1938 (ESW XIV), Einleitung von H. B. Gerl-Falkovitz, Anmerkungen von M. A. Neyer, hrsg. von L. Gelber und M. Linssen, Herder, Freiburg i. Br. 1991, trad. it. Lettere a Roman Ingarden, trad. it. di E. Costantini e E. Schulze Costantini, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2001. Potenz und Akt. StudienzueinerPhilosophie des Seins (ESW XVIII), bearbeitet und miteinerEinfürungversehen von H. R. Sepp, hrsg. von L. Gelber und M. Linssen, Herder, Freiburg i. Br. 1998, trad. it. Potenza e atto. Studi per una filosofia dell’essere, trad. di A. Caputo, pref. di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 2003. By others on Edith Stein and Empathy: Albiero, Paolo and Matricardi Giada, Che cos’è l’empatia, Carocci, Roma, 2006. 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Lima, Fernando Rister de Sousa y Matteo Finco. "DIRITTI FONDAMENTALI E DIRITTI UMANI: IL CONTRIBUTO DELLA TEORIA DEI SISTEMI SOCIALI. PROSPETTIVE DI INDAGINE". Revista Opinião Jurídica (Fortaleza) 17, n.º 26 (20 de agosto de 2019): 109. http://dx.doi.org/10.12662/2447-6641oj.v17i26.p109-137.2019.

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Il presente articolo analizza la natura e la funzione dei diritti fondamentali e umani dalla prospettiva della teoria dei sistemi sociali, sviluppata dal sociologo Niklas Luhmann alla fi ne del XX secolo. A partire dal contributo dell’autore tedesco e di altri studiosi, verrà messo in evidenza il potenziale che la teoria detiene riguardo al tema in oggetto, avanzando proposte su prospettive di ricerca future. L’ipotesi è che una teoria secondo cui la società è fatta di comunicazione, e non di esseri umani, può aprire spazi di riflessione inediti e mettere il luce la funzione latente dei diritti fondamentali e umani: oltre che valori di ispirazione umanistica, essi rappresenterebbero lo strumento attraverso cui la società stessa costituisce gli esseri umani nella triplice veste di individui, soggetti, persone.
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RGI, Redazione. "Informazione bibliografica". RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, n.º 1 (marzo de 2022): 125–67. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa1-2022oa13371.

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L'Informazione bibliografica del numero 1/2022 della «Rivista Geografica Italiana» presenta le recensioni dei seguenti testi: Giada Peterle, Comics as a Research Practice. Drawing Narrative Geographies Beyond the Frame (Alberto Vanolo) Andrea Pase, Geografly: la mosca e la mappa. Attorno ad una foto di Alberto Schön (Egidio Dansero) Deirdre Mask, Le vie che orientano. Storia, identità e potere dietro ai nomi delle strade (Giuseppe Muti)  Laura Lo Presti, Cartografie (in)esauste. Rappresentazioni, visualità, estetiche nella teoria critica delle cartografie contemporanee (Alessandra Bonazzi) Angelo Turco, Geografie pubbliche. Le ragioni del territorio in dieci itinerari social (Filippo Celata) Angelo Turco, Epimedia. Informazione e comunicazione nello spazio pandemico (Tania Rossetto)  John Mc-Neill, Qualcosa di nuovo sotto il sole. Storia dell'ambiente nel XX secolo (Cecilia Pasini) Emanuele Bompan, Federica Fragapane, Marirosa Iannelli e Riccardo Pravettoni, Atlante geopolitico dell'Acqua. Water grabbing, diritti, sicurezza alimentare ed energia (Margherita Ciervo)  Carlos Alberto Franco da Silva, A modernização distópica do território brasileiro (Teresa Isenburg) Flavio Lucchesi, Australia, gli antipodi vicini. Tasselli geografici (Luisa Carbone) Alberto Di Monte, Sentieri migranti. Tracce che calpestano il confine (Silvia Aru)  Michela Lazzeroni, Geografie dell'università. Esplorazioni teoriche e pratiche generative (Samantha Cenere) Associazione Mecenate 90, L'Italia Policentrica. Il fermento delle città intermedie (Michela Lazzeroni)  
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Martino, Paolo. "Splendori e miserie della brevitas". Microtextualidades. Revista Internacional de microrrelato y minificción, n.º 3 (25 de mayo de 2018): 146–55. http://dx.doi.org/10.31921/microtextualidades.n3a11.

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Considerazioni sulle cause che hanno favorito la diffusione del microracconto. La brevità alle origini della narrazione e sua connessione con l’oralità. Opinioni di autori classici e prescrizioni della Retorica. Principio funzionale dell’economia. Forme espressive che richiedono la brevità. Ruolo della comunicazione digitale e fascino dell’incompiuto. Teoria della cooperazione del lettore; le presupposizioni e le implicature in pragmalinguistica. Il fenomeno della brevitas nella letteratura scientifica: l’abstract. Ruolo dei social networks: cinguettii e fandonie o bufale come microracconti efficaci Consideraciones sobre las causas que han favorecido la difusión de la microcuenta. La brevedad en los orígenes de la narración y su conexión con la oralidad. Opiniones de autores clásicos y prescripciones de Retórica. Principio funcional de la economía. Formas expresivas que requieren brevedad. Papel de la comunicación digital y fascinación de lo incompleto. Teoría de la cooperación del lector; las presuposiciones y las implicaciones en la pragmalingüística. El fenómeno de brevitas en la literatura científica: el resumen. Papel de las redes sociales: gorjeos y modas o búfalos como micro cuentas efectivas.
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Bruni, Francesco. "I cani dentro e fuori la stanza di psicoterapia". PSICOBIETTIVO, n.º 3 (febrero de 2013): 71–92. http://dx.doi.org/10.3280/psob2012-003006.

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La relazione con i cani nella quotidianitŕ e durante la psicoterapia č esaminata a partire dalla considerazione che essi sono nostri compagni di vita. Questo discorso tiene conto delle ricerche psicologiche sul mondo non umano, sulla teoria dell'attaccamento e dei processi di comunicazione e relazione. Per analizzare la partecipazione del cane alla psicoterapia vengono discussi i metodi analogici, l'integrazione fra processi primari e secondari e la funzione "come se" che ci riporta al gioco. In tal senso vengono illustrati diversi casi clinici che evidenziano la funzione svolta dal cane come "oggetto terapeutico" o "oggetto flottante". In quanto l'incontro con il cane, fa vibrare le nostre emozioni, ci riporta al linguaggio analogico, ci introduce al "gioco" e a procedure che sono metafore delle relazioni e contribuiscono al cambiamento in psicoterapia.
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Cignetti, Luca, Silvia Demartini, Simone Fornara y Vincenzo Todisco. "Editoriale". DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, n.º 1 (9 de noviembre de 2021): VII—VIII. http://dx.doi.org/10.33683/didit.21.01.00.

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Prende l’avvio, con questo fascicolo, DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, una nuova rivista scientifica nata dalla collaborazione tra il Centro competenze didattica dell’italiano lingua di scolarizzazione del Dipartimento formazione e apprendimento della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana e l’Alta scuola pedagogica dei Grigioni. Alla rivista partecipano quindi due istituzioni universitarie che si occupano della formazione degli insegnanti del Ticino e dei Grigioni, i due cantoni svizzeri in cui l’italiano è lingua ufficiale (nei Grigioni accanto al tedesco e al romancio): un contesto del tutto particolare, che vede l’italiano insieme lingua di scolarizzazione e lingua prima (in Ticino e nel Grigioni italiano), lingua seconda (in Ticino) e lingua straniera nella scuola dell’obbligo (nella parte tedesca del Canton Grigioni). In una realtà così peculiare dal punto di vista linguistico e culturale, DIDIT intende offrire uno strumento di ricerca e aggiornamento rivolto a chi opera, per ragioni di studio o di lavoro, nell’ambito della didattica dell’italiano come lingua prima, come lingua seconda o come lingua straniera. Vista la particolare situazione linguistica del Canton Grigioni, del limitrofo Alto Adige e tenuto conto delle diverse altre lingue presenti sul territorio grigionese e ticinese accanto alle lingue ufficiali, la nuova rivista prende in considerazione anche la ricerca sulla didattica del plurilinguismo. In questo senso la rivista si presenta come luogo di scambio scientifico privilegiato e unico nel panorama delle pubblicazioni scientifiche presenti sul territorio nazionale svizzero e come uno dei pochi strumenti a livello internazionale che prendono in esame l’italiano nei diversi contesti di insegnamento; l’obiettivo sul medio-lungo termine è di configurarsi come un punto di riferimento nel campo degli studi sulla didattica dell’italiano e del plurilinguismo, caratterizzati dal costante connubio tra dimensione teorica e dimensione applicativa. DIDIT è divisa in tre sezioni: Studi e ricerche, Esperienze didattiche e Recensioni e segnalazioni. La prima, affidata alla penna di studiose e studiosi di chiara fama nel settore della didattica della lingua e della letteratura italiana (in questo primo numero Maria G. Lo Duca e Giuliana Fiorentino e, per la tematica del plurilinguismo, Ruth Videsott), accoglie approfondimenti teorici su temi afferenti agli ambiti didattici sopra ricordati. La seconda è dedicata a esempi di applicazioni e percorsi didattici, affidati a studiose e studiosi, ricercatrici e ricercatori, docenti attive e attivi nella scuola di ogni ordine e grado (in questo numero Livia Radici Tavernese, Daniele Dell’Agnola, Stefania Crameri e Daniela Kappler). La terza presenta, infine, recensioni di libri e studi che possono contribuire all’innovazione didattica nelle discipline di riferimento e a segnalazioni di opere – come albi illustrati, poesie, raccolte di racconti e romanzi – rivolte a lettori di diverse fasce di età. Tenuto conto dei contesti minoritari con cui si vede confrontato l’italiano in Svizzera, la rivista ambisce a diventare anche uno strumento per il sostegno e la promozione della lingua italiana in questo contesto nazionale, e non solo. In tal senso, si propone di estendere il proprio orizzonte agli studi sulla didattica dell’italiano in un’accezione ampia, che accolga prospettive plurali e sguardi capaci di spaziare dalla teoria all’applicazione pratica, avendo sempre come obiettivo di fondo un aggiornamento costante sulle strategie, sui metodi, sulle ricerche volte a migliorare e a innovare l’insegnamento dell’italiano. In tal modo la rivista garantisce lo scambio e la comunicazione tra il mondo della ricerca e quello della scuola, a livello nazionale e internazionale: attraverso la scelta dei temi, degli ambiti di ricerca e di riflessione, DIDIT vuole così rispondere alle sfide didattiche e teoriche poste alla disciplina e stimolare il dibattito scientifico e pubblico.
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ARCANGELI, MASSIMO. "Schegge di sintassi della comunicazione. Prove di ricognizione su tema/rema, dato/nuovo, noto/non noto nella teoria dell’enunciato". Zeitschrift für romanische Philologie (ZrP) 119, n.º 1 (2003): 1–50. http://dx.doi.org/10.1515/zrph.2003.119.1.1.

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Costa, Josécley Dos Santos. "Definizione del concetto di bene immobile nella dottrina e nell’ordinamento giuridico costituzionale – Responsabilità civile brasiliana e internazionale: articolo 1.225, punto I, della legge 10,406 del 10 gennaio 2002, che istituisce il codice civile brasiliano". Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 14 de diciembre de 2020, 24–42. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/legge/bene-immobile.

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L’offerta di questo mestiere mira a definire il concetto di immobiliare. Tracciare un panorama evolutivo storico generale, dalla preistoria ai giorni contemporanei, riferendosi al Diritto Reale, su scala globale, riferendo le ragioni storiche, i sistemi sociali ed economici al rapporto della proprietà immobiliare, che ne ha portato l’aspetto e lo sviluppo ai conglomerati che hanno fondato le città. Compresa la creazione del suo concetto a carattere nazionale e internazionale, ordinato da sistemi di governi nei loro regimi governativi, con un focus interdisciplinare, fornendo non solo basi, più comprendendo anche i fattori dell’industria edile, motivo del vettore economico dei carri delle piccole economie, proprietà pubbliche e private attraverso la vita quotidiana, visualizzando la traiettoria dell’osservazione di un ricercatore al risultato di questo lavoro , da cui è stato condotto in una sequenza logica. La metodologia si basava sulla ricerca bibliografica, un approccio al problema, utilizzando i metodi: procedura induttiva, storica, con quella dell’osservazione della vita reale, corrispondente alla delimitazione del tema, portando ad un percorso specifico, cioè a definire il concetto di proprietà immobiliare. Che vanno dai risultati più particolari, alle leggi e alle teorie dottrinali, in una comunicazione ascendente. La domanda e il problema di questo lavoro risiedono nella domanda: cos’è il settore immobiliare? Vale la pena chiarire, il diritto del proprietario e della sua facoltà, presente nel codice civile brasiliano in vigore. L’origine degli immobili nella storia nasce nel Medioevo, nel Medioevo sorge la facoltà del proprietario, tra le altre apparizioni, quali: condominio, dicotomia: terre pubbliche e private, possesso, nomenclatura: Diritto Reale, ecc. In diverse costituzioni, codici e legislazione internazionale, la definizione di questo concetto non è stata trovata.
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"La comunicazione culturalmente e cross-culturalmente customizzata: nuovi sviluppi teorici e analisi empirica su target di extracomunitari presenti in Italia". MERCATI & COMPETITIVITÀ, n.º 3 (octubre de 2012): 107–29. http://dx.doi.org/10.3280/mc2012-003006.

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Il lavoro prende in esame la teoria della comunicazione culturalmente e cross-culturalmente customizzata allo scopo di sottoporla a verifica empirica, dopo averla attualizzata alla luce dei piů recenti contributi della letteratura focalizzandosi sulla sola dimensione domestica. Dal punto di vista metodologico sono stati realizzati tre focus group con persone appartenenti a tre diverse etnie presenti nel nostro paese (italiani, albanesi e cinesi) al fine di mettere a confronto le loro percezioni di alcune pubblicitÀ televisive trasmesse in Italia. L'analisi, che ha assunto come riferimento il modello delle manifestazioni della cultura di Hofstede, ha messo in evidenza convergenze e divergenze, dalle quali č possibile trarre alcune rilevanti implicazioni manageriali.
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Pezzini, Rosinei Aparecido. "Il fenomeno della parola e del gesto in Merleau-Ponty. Per un “ritorno” al “soggetto parlante” nella Phénoménologie de la perception". Revista Opinião Filosófica 11 (17 de julio de 2020). http://dx.doi.org/10.36592/opiniaofilosofica.v11.949.

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Stiamo celebrando il 75mo anniversario della pubblicazione della Phénoménologie de la perception e in questa occasione vale la pena scavare ancor di più in profondità il fenomeno della parola e del gesto in Merleau-Ponty. Il suo movimento di pensiero è un incessante richiamo al “ritorno”. Potremo osservare, però, che tale “ritorno” indica un pensiero sempre incarnato e, pertanto, sempre situato. In questo articolo, ci proponiamo di gettare luce su due punti cruciali che riguardano il capitolo Le corps comme expression et la parole dell’opera di Merleau-Ponty. In un primo momento sottolineeremo il ruolo del soggetto parlante engagé nel linguaggio. Si cercherà inoltre di mostrare che, senza l’intreccio del fenomeno corpo/parola e parola/pensiero non può esistere una comunicazione vitale con il mondo. In secondo luogo verranno analizzati il fenomeno della parola in quanto vero gesto e il gesto come fenomeno d’“indicazione” nel mondo sensibile. Sulla scia di tali considerazioni, la nozione di chair del tardo Merleau-Ponty potrà essere un’éclatement di una futura teoria della chair del linguaggio.
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