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Pidone, Valerio y Emanuele Mazzone. "Il prezioso contributo dei proverbi nella pratica clinica ericksoniana". IPNOSI, n.º 2 (enero de 2022): 41–68. http://dx.doi.org/10.3280/ipn2021-002003.

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Erickson utilizzava i proverbi nella pratica clinica per trasmettere messaggi terapeutici attraverso un linguaggio condiviso, basato sull'esperienza. Il presente contributo, di carattere paremiologico, offre una descrizione delle origini storiche, delle fonti e della gnomica del proverbio, della sua diffusione geografica e analizza la struttura linguistica che ne è matrice: la metafora. L'articolo indaga il significato simbolico del proverbio con riferimento alle teorie cognitive, alle conoscenze neu-roscientifiche, alla teoria della mente e agli archetipi di Jung e si sofferma sul suo utilizzo nella pratica clinica ericksoniana.
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Viglietti, Cristiano. "Aestimatio. Il ruolo della moneta in una società censitaria (quasi) senza contanti: Roma tra il VI e gli inizi del IV secolo a.C." CHEIRON, n.º 1 (abril de 2021): 46–71. http://dx.doi.org/10.3280/che2019-001003.

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Muovendo dagli elementi di "teoria nativa" sulle origini della moneta presenti in alcune testimonianze antiche, questo contributo intende ri-flettere sul modo in cui le forme e funzioni della moneta dovevano operare nella Roma arcaica. La centralità che la aestimatio giocava nel census a partire dal VI secolo a.C. dovette contribuire a un maggiore intervento dello Stato nell'emissione di lingotti bronzei destinati a ricoprire funzioni monetali e a una diffusione delle attività estimatorie in numerosi aspetti della vita sociale. A tali attività, nella fase in questio-ne, doveva corrispondere tuttavia solo marginalmente una reale circolazione della moneta bronzea a peso, che poteva essere convertita in equivalenti di altro tipo.
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3

Iacobone, Damiano y Ruben Baiocco. "Green and Sustainable Communities of Yester-day". TERRITORIO, n.º 95 (mayo de 2021): 17–18. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-095002.

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In occasione del centenario dalla fondazione di Welwyn Garden City (1920-2020), questo servizio è dedicato alla citta` giardino, da considerare forse la più radicale e rilevante eredita` del ‘town planning and design' britannico e della tradizione utopistica. I saggi che costituiscono la sezione partono tutti da una riconsiderazione dei principi iniziali di Ebenezer Howard, mettendone in luce aspetti differenti, per analizzare la diffusione coeva del modello in ambito europeo e statunitense, o aspetti non scontati come la relazione tra pianificazione urbana e questione alimentare. L'obiettivo e` una valutazione sul lascito delle citta` giardino, come una vicenda, fra teoria e prassi, della pianificazione e del disegno della citta` all'origine di molte questioni della citta` contemporanea.
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Shedler, Jonathan. "L'efficacia della terapia psicodinamica". PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, n.º 1 (marzo de 2010): 9–34. http://dx.doi.org/10.3280/pu2010-001002.

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Le evidenze empiriche disponibili dimostrano che la terapia psicodinamica (PDT) o psicoanalitica č efficace. La "dimensione del risultato" (effect size) della terapia psicodinamica č grande almeno quanto quella di altre psicoterapie che sono state attivamente propagandate come "supportate empiricamente" o evidence based. Non solo, i pazienti che trattati con una terapia psicodinamica mantengono i risultati e continuano a migliorare nel tempo dopo la fine della terapia. Č stato anche dimostrato empiricamente che le terapie non psicodinamiche possono essere efficaci in parte perché i clinici piů esperti utilizzano tecniche che da sempre sono al centro della teoria e della pratica psicodinamiche. La diffusa opinione secondo cui gli approcci psicodinamici non sono efficaci non č in accordo con le ricerche scientifiche disponibili, e puň dipendere da una diffusione selettiva dei risultati delle ricerche.
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Schafer, Roy. "Principio di realtŕ, nodi tragici e processo analitico". PSICOANALISI, n.º 1 (septiembre de 2010): 51–68. http://dx.doi.org/10.3280/psi2010-001003.

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Il disagio della civiltŕ occupa un posto speciale nello sviluppo della teoria e della tecnica psicoanalitica freudiana. In particolare alcune sue implicazioni permettono una compren- sione piů ampia del principio di realtŕ. Il concetto dei nodi tragici viene definito ed usato per evidenziare la capacitŕ di Freud di includere gli aspetti tragici della vita in questo principio. Un'ampia sezione č dedicata ad illustrare la diffusione dei nodi tragici in svariati aspetti della vita umana: vittimizzazione, intimitŕ e tutela della privacy. Da ultimo, vengono illustrate le implicazioni per la valutazione clinica dell'elaborazione dei conflitti inconsci.
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Martino, Paolo. "Splendori e miserie della brevitas". Microtextualidades. Revista Internacional de microrrelato y minificción, n.º 3 (25 de mayo de 2018): 146–55. http://dx.doi.org/10.31921/microtextualidades.n3a11.

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Considerazioni sulle cause che hanno favorito la diffusione del microracconto. La brevità alle origini della narrazione e sua connessione con l’oralità. Opinioni di autori classici e prescrizioni della Retorica. Principio funzionale dell’economia. Forme espressive che richiedono la brevità. Ruolo della comunicazione digitale e fascino dell’incompiuto. Teoria della cooperazione del lettore; le presupposizioni e le implicature in pragmalinguistica. Il fenomeno della brevitas nella letteratura scientifica: l’abstract. Ruolo dei social networks: cinguettii e fandonie o bufale come microracconti efficaci Consideraciones sobre las causas que han favorecido la difusión de la microcuenta. La brevedad en los orígenes de la narración y su conexión con la oralidad. Opiniones de autores clásicos y prescripciones de Retórica. Principio funcional de la economía. Formas expresivas que requieren brevedad. Papel de la comunicación digital y fascinación de lo incompleto. Teoría de la cooperación del lector; las presuposiciones y las implicaciones en la pragmalingüística. El fenómeno de brevitas en la literatura científica: el resumen. Papel de las redes sociales: gorjeos y modas o búfalos como micro cuentas efectivas.
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Catto, Michela. "L’egemonia globale del monoteismo: comprendere le Indie Occidentali attraverso l’Oriente". Librosdelacorte.es, n.º 24 (28 de junio de 2022): 167–84. http://dx.doi.org/10.15366/ldc2022.14.24.007.

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L’obiettivo di questo lavoro è di attirare l’attenzione su alcuni testi della tradizione missionaria iberica in cui le Indie orientali e quelle occidentali sono messe in relazione e rese partecipi di un’unica grande storia dell’umanità. Lo stretto legame tra le due Indie, nella loro simbolica posizione a destra e a sinistra dell’Europa, è finalizzato certamente alla risoluzione degli enigmi relativi all’origine degli “indiani”, ma ha anche lo scopo di elaborare una teoria sulla diffusione del cristianesimo nel mondo. L’universalità della diffusione del messaggio evangelico sin dalle sue origini era provata attraverso le somiglianze e conformità che si riscontravano tra le Indie orientali e quelle occidentali. Esse facevano supporre migrazioni e contatti e suggerivano gradi di civiltà che appartenevano a fasi diverse di una medesima storia che i missionari erano chiamati a proseguire.
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Savasta, Angela y Salvatore Savasta. "COMPRENDERE LA FISICA QUANTISTICA: BREVE INTRODUZIONE PER PRINCIPIANTI". International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 2, n.º 1 (2 de julio de 2016): 397. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2016.n1.v2.305.

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La fisica quantistica, rappresenta una delle maggiori scientifiche e culturali nella storia umana. Gran parte della moderna tecnologia e della nostra comprensione della realtà fisica si basano su di essa. La fisica quantistica rappresentò una reale rivoluzione culturale in quanto prevede un comportamento delle particelle che contraddice radicalmente il nostro modo di comprendere la realtà quotidiana e i presupposti su cui è stata fondata tutta la fisica precedente. Eppure, a distanza di un secolo dalla sua fondazione, a causa principalmente del formalismo matematico astratto e complesso su cui si basa, rimane per i non addetti ai lavori e per gli studenti di liceo qualcosa di misterioso e bizzarro. In questo lavoro illustriamo un approccio didattico, che prende spunto da recenti tentativi di riformulare questa teoria sulla base di principi fisici elementari. Tale approccio ha il vantaggio di non utilizzare il formalismo matematico degli spazi di Hibert e degli operatori Hermitiani, e di ricavare in modo intuitivo e ragionevole i concetti fondamentali di indeterminazione ed entanglement. Ci auguriamo che questo approccio possa contribuire ad una maggiore diffusione e comprensione di questo patrimonio scientifico e culturale.
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Rago, Emilio. "Dal mercato del lavoro al mercato della conoscenza. Proposte operative". QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, n.º 99 (mayo de 2013): 119–48. http://dx.doi.org/10.3280/qua2013-099007.

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Per avvicinare gli studenti al mondo del lavoro l'universitŕ ha sviluppato nel tempo approcci e strategie diversi: progetti sul campo, testimonianze aziendali, incarichi a professionisti esterni per insegnamenti specialistici o di frontiera, stage, uffici di placement, formazione extra-curriculare, eventi di presentazione delle aziende. L'attuale riforma dell'alto apprendistato facilita ulteriormente tale relazione, semplificando l'incontro tra studenti in alta formazione o ricerca e datori di lavoro. Il sentore č che questi interventi possano comunque non bastare, poiché non affrontano le questioni di fondo che condizionano le relazioni tra il mondo dell'universitŕ e quello del lavoro. Le considerazioni qui presentate problematizzano la situazione da un punto di vista differente. Universitŕ e azienda sono concepiti come due interlocutori fondamentali dell'offerta e della domanda di conoscenza. Nel mercato della conoscenza bisogna affrontare le questioni epistemologiche, pedagogiche e politiche che influenzano i processi di produzione e diffusione di conoscenza dal lato dell'offerta, e dal lato della domanda occorre intervenire sulle problematiche piů diffuse che impediscono una reale formazione integrale per lo sviluppo personale e professionale del lavoratore, formazione quanto mai necessaria per affrontare la complessitŕ, l'instabilitŕ e l'incertezza del mercato del lavoro contemporaneo. La proposta di riflessione vuole interessarsi sia delle dinamiche interne all'offerta di conoscenza e alla domanda di competenza, sia sui vari meccanismi di interazione che potrebbero facilitare questa transazione cognitiva. Permane, lungo tutto il ragionamento, la forte attenzione al valore dei metodi cooperativi nell'apprendimento universitario, organizzativo e tra i diffe renti operatori della conoscenza, per la creazione di quella saggezza pratica, la phronesis aristotelica, che vuole superare la tradizionale divisione tra teoria e pratica nel mondo della conoscenza. Le considerazioni nascono nell'ambito delle scienze manageriali, ma taluni ragionamenti, mutatis mutandis, possono essere applicati anche ad altri ambiti scientificodisciplinari
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Beretta, Sergio, Saverio Bozzolan y Giovanna Michelon. "La disclosure sul sistema di controllo interno come meccanismo di monitoraggio: evidenze empiriche da differenti contesti istituzionali". MANAGEMENT CONTROL, n.º 1 (abril de 2011): 125–49. http://dx.doi.org/10.3280/maco2011-001006.

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I sistemi di controllo interno (SCI) orientano l'azione del management e contribuiscono alla protezione degli interessi degli investitori (e degli altri stakeholder). La natura di meccanismi di governo interni all'organizzazione, tuttavia, impedisce la diretta osservazione dei SCI da parte degli investitori, i quali possono maturare un proprio giudizio sulla qualitŕ della loro struttura e l'efficacia del loro funzionamento solo attraverso la diffusione di informazioni fornite dal management. La teoria dell'agenzia offre un'utile prospettiva di indagine, suggerendo che il management avrŕ maggiori incentivi alla disclosure sui SCI quanto piů deboli sono i meccanismi di governo aziendale. In particolare questo lavoro indaga in merito alla esistenza di un rapporto di sostituzione fra disclosure sui SCI ed altri meccanismi di monitoring riconducibili in essenza alla struttura proprietaria dell'impresa ed alla composizione dei massimi organi di governo aziendale. L'ipotesi di sostituzione viene esaminata in differenti contesti istituzionali attraverso l'analisi della disclosure sui SCI di 160 societŕ europee quotate su quattro differenti mercati finanziari (Londra, Parigi, Francoforte, Milano) per il triennio 2003- 2005. Le evidenze raccolte e le analisi condotte testimoniano l'esistenza di tale rapporto di sostituzione, contribuendo a chiarire le logiche di utilizzo discrezionale della disclosure da parte del management.
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D’Onofrio, F. y U. De Fanis. "Ma esiste il terzo sesso?" Medicina e Morale 48, n.º 4 (31 de agosto de 1999): 709–19. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1999.796.

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La diffusione dell’omosessualità, specie in questi ultimi decenni, ha richiamato l’attenzione di molti ricercatori che hanno formulato varie ipotesi per spiegare la sua genesi. La teoria psicoanalitica sostiene che l’omosessualità sarebbe un disturbo acquisito della pulsione sessuale. Invece, secondo la teoria biologica, vi sarebbero meccanismi organici e genetici alla base dell’omosessualità. Infatti alcuni studi avrebbero evidenziato differenze anatomiche tra il cervello degli eterosessuali e quello degli omosessuali ed inoltre sarebbe stata evidenziata una ricorrenza familiare dell’omosessualità. Tuttavia, l’ipotesi biologica è stata contestata da diversi studi che non solo non hanno riscontrato differenze sostanziali tra il cervello di omosessuali e quello degli eterosessuali, ma hanno anche sottolineato il fatto che i pochi soggetti esaminati erano affetti da AIDS e sottoposti a lunghi periodi di terapie ormonali. Inoltre, il mancato riscontro di sequenze geniche alterate nonché i metodi utilizzati per la ricerca di coppie di fratelli omosessuali, sono le principali contestazioni mosse all’origine genetica dell’omosessualità. Il problema dell’omosessualità, in attesa di altre ricerche, deve ancora essere considerato come una scelta individuale di orientamento sessuale condizionato da esperienze maturate per lo più nell’ambito familiare e relazionale favorita da una cultura permissivistica e non come una scelta obbligata condizionata da variazioni anatomiche e genetiche.
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Arbia, Monica, Annalisa Anzani y Antonio Prunas. "L'utilizzo di app per incontri nella popolazione genderqueer: esperienze, vissuti e motivazioni". PSICOLOGIA DELLA SALUTE, n.º 1 (enero de 2021): 32–52. http://dx.doi.org/10.3280/pds2021-001004.

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Background. Le persone genderqueer affrontano numerose sfide nel corso della loro vita e sono esposte ad un rischio aumentato di violenza e molestie dovute alla diffusione della cultura eterossessista e cisgenderista. Per ciò che concerne le relazioni sessuali e romantiche, negli ultimi anni, le app per incontri sono diventate sempre più popolari, cambiando il modo in cui le persone vengono in contatto con nuovi e potenziali partner. Scopo. Lo scopo di questo studio è quello di indagare le esperienze, le emozioni e le moti-vazioni delle persone genderqueer nell'ambito delle app per incontri. Attingendo alla cornice teorica delle microaggressioni gli autori hanno condotto tre interviste qualitative individuali con individui genderqueer adulti. Analisi dei dati. Per analizzare i dati emersi dalle interviste gli autori si sono serviti dell'analisi tematica. Risultati. Le esperienze dei partecipanti riflettono diverse forme di discriminazione, vitti-mizzazione e oggettivazione ma anche forme più positive di interazione, sottolineando così il potenziale positivo delle applicazioni per incontri. I risultati hanno rivelato tre tematiche principali: 1) utenza, motivazioni e benefici relativi all'utilizzo di app per incontri, 2) self-disclosure, 3) esperienze nel contesto delle app per incontri. L'ultimo tema comprende, a sua volta, tre sotto-temi: a) omologazione e morbosità, b) feticizzazione e oggettivazione, c) delegittimazione e discriminazione. Nonostante i suoi limiti, questo studio potrebbe aiutarci a fare luce sull'impatto psicologico che le diverse esperienze vissute nell'ambito delle app per incontri hanno, sul benessere della minoranza genderqueer.
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Kernberg, Otto F. "Divergenze nella psicoanalisi contemporanea". PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, n.º 1 (febrero de 2012): 7–34. http://dx.doi.org/10.3280/pu2012-001001.

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Viene fatto un panorama delle teorie psicoanalitiche contemporanee, esaminandone le principali divergenze. In Nord America, gli scambi avvenuti negli ultimi vent'anni tra l'American Psychoanalytic Association e altri gruppi hanno favorito la diffusione della psicoanalisi relazionale (Mitchell, Aron, ecc.), cui ora aderisce circa il 50% degli analisti nordamericani. Grazie a scambi con psicoanalisti europei, si è diffuso anche l'approccio neobioniano (Ogden, Ferro, ecc.). Dopo una sommaria descrizione dei principali aspetti che caratterizzano l'approccio neobioniano e la psicoanalisi relazionale, viene mossa una critica a entrambi questi approcci. Mentre la psicoanalisi freudiana cercava di includere il maggior numero di variabili, questi due approcci trascurano alcuni aspetti: la psicoanalisi relazionale tralascia l'esplorazione degli aspetti inconsci più profondi, ed entrambi trascurano una approfondita esplorazione della realtà esterna e del carattere.
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Rullo, Marika, Loretta Fabbri, Claudio Melacarne y Alessandra Romano. "Teorie del complotto, radicalizzazione e ricerca del significato". RICERCHE DI PSICOLOGIA, n.º 2 (septiembre de 2022): 1–24. http://dx.doi.org/10.3280/rip2022oa14613.

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La pandemia di Covid-19 ha rappresentato e continua a rappresentare un momento di crisi per molte società nel mondo. In tempi di difficoltà come questo, le teorie del complotto si diffondono molto rapidamente in quanto forniscono spiegazioni semplici a eventi complessi dando l'illusione di avere il controllo di una realtà sconosciuta e spesso spaventosa. Negli ultimi tempi si è registrato un aumento della diffusione, soprattutto online, di teorie del complotto legate sia alla pandemia di Covid-19 che ad altri eventi sociali. Tuttavia, la diffusione delle teorie del complotto può avere conseguenze sociali molto gravi come favorire il fiorire di forme di radicalizzazione. Nella presente ricerca cross-sectional condotta in Italia (N = 197) abbiamo utilizzato la Significance Quest Theory (SQT; Kruglanski et al., 2017) per descrivere come la radicalizzazione sia collegata alla ricerca di significato che può portare le persone ad adottare una mentalità complottista che a sua volta può supportare cognizioni e comportamenti radicalizzati. I risultati di questo studio rivelano che le relazioni tra ricerca di significato e tendenza alla radicalizzazione e forme di pregiudizio nei confronti degli immigrati, sono in parte spiegate dal pensiero complottista. Le implicazioni teorico-pratiche di questa ricerca prendono in considerazione gli sviluppi di SQT applicato alla comprensione del pensiero complottista e alla prefigurazione di azioni educative da progettare in una prospettiva trasformativa.
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Martelli, Barbara. "TWO HALVES OF THE SAME KIWI: ITALIAN LANGUAGE AND CULTURE AMONG NEW ZEALANDERS OF ITALIAN ORIGIN". Italiano LinguaDue 14, n.º 1 (26 de julio de 2022): 338–59. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18183.

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This essay documents the diffusion of the Italian language and culture in Aotearoa-New Zealand, an officially bilingual (English and Māori), as revealed by the double name, and multicultural society. By adopting an eclectic approach that combines sociolinguistics, language teaching methodology, and cultural anthropology, my paper is a micro-ethnography performed on a group of five women of Italian origin with different levels of competency in Italian as their second language. This group of Kiwis – as New Zealanders frequently refer to themselves – ranged age from 16 to 68 and reside in greater Auckland, New Zealand’s most populous city. Their testimonies were collected through a series of face-to-face semi-structured qualitative interviews and based on several sessions of participant observation involving immersion and interaction in the socio-cultural environment of the informants. Notwithstanding their small number, the stories collected in this research disclose a significant ethnographic relevance as they testify to key aspects of Italianness in the social and historical context of New Zealand. In line with the sociolinguistic theories on the circulation of Italian in the world, on the motivations underpinning its learning and on the typology of speakers, I specifically addressed the following topics: Italian as a language of migration, Italian as a language of culture, Italian taught at university, Italian as part of a fluid and transnational multi-identity, and Italian in the global market. Due metà dello stesso Kiwi: lingua e cultura italiana tra i neozelandesi di origine italiana Il seguente saggio documenta la diffusione della lingua e della cultura italiana in Aotearoa - Nuova Zelanda, paese ufficialmente bilingue (inglese e Māori), come rivela il doppio nome, e multiculturale. Attraverso un approccio eclettico che combina sociolinguistica, glottodidattica e antropologia culturale, l’articolo si propone come micro-etnografia condotta su un gruppo di cinque donne di origine italiana con diversi livelli di competenza in italiano come lingua seconda. Questo gruppo di informatrici Kiwi – questo è il nome con il quale i/le neozelandesi si riferiscono comunemente a sé stessi/e – ha un’età compresa tra i sedici e i sessantotto anni e risiede nell’area metropolitana di Auckland, la città più popolosa della Nuova Zelanda. Le loro testimonianze sono state raccolte tramite una serie di interviste qualitative semi-strutturate, condotte di persona, e diverse sessioni di osservazione partecipante che hanno comportato l’immersione e l’interazione nell’ambiente socio-culturale delle informatrici. Nonostante il loro numero limitato, le storie raccolte in questa ricerca dimostrano una significativa rilevanza etnografica poiché testimoniano aspetti chiave dell’italianità nel contesto storico-sociale neozelandese. In linea con le teorie sociolinguistiche sulla circolazione dell'italiano nel mondo, sui motivi dell’apprendimento e sulla tipologia dei parlanti, ho esaminato nello specifico i seguenti argomenti: l’italiano lingua di migrazione, l’italiano lingua di cultura, l’italiano insegnato all’università, l’italiano come parte di una pluri-identità fluida e transnazionale e, infine, l’italiano nel mercato globale.
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Achilli, Riccardo y Gioacchino de Candia. "La stima delle determinanti strutturali del tasso di irregolaritŕ del lavoro in Italia: un'analisi settoriale". RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, n.º 2 (junio de 2010): 70–102. http://dx.doi.org/10.3280/rest2010-002004.

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L'articolo presenta un'analisi sulle motivazioni del ricorso al lavoro irregolare nei vari comparti produttivi, nei quali č stata suddivisa l'economia del sistema Italia dal 1981 al 2004. Dopo una rapida rassegna delle principali teorie esplicative del fenomeno del sommerso, la prima parte illustra i risultati della stima di un modello econometrico cross-section, relativo ad alcune cause strutturali dei differenziali nel tasso di irregolaritŕ del lavoro riscontrabili nei vari settori produttivi dell'economia italiana nel periodo 1981-2004. Nella seconda parte l'analisi viene sviscerata per i comparti economici considerati (agricoltura, manifatturiero, costruzioni, commercio e servizi) ponderando le variabili inserite nel modello, al fine di comprendere al meglio le determinanti del lavoro irregolare nei suddetti settori. L'analisi mostra chiaramente come il fenomeno del lavoro irregolare non sia tanto da ricercare in un'eccessiva esositŕ fiscale e previdenziale, quanto nella difficoltŕ da parte delle imprese a essere pienamente concorrenziali sul mercato, con particolar riferimento alla difficoltŕ, nei settori dove il sommerso č piů diffuso, a implementare modelli competitivi basati su qualitŕ e innovazione (che richiedono un capitale umano specializzato e qualificato, difficilmente reclutabile in forme irregolari o informali). Nei settori ad alta intensitŕ di sommerso, le imprese eccedono nella ricerca di soluzioni competitive povere, basate sul contenimento dei costi (e in primis del costo del lavoro rispetto alla sua produttivitŕ). La presenza di mercati del lavoro settoriali basati su ampie fasce di precarietŕ, specie nelle fasce meno qualificate della forza lavoro, č coerente con tale impostazione minimalista alla competitivitŕ, ma un'ampia diffusione del precariato sembra associarsi fortemente a una diffusa presenza di lavoro nero. Inoltre, dall'analisi prospettata emerge una forte differenziazione del fenomeno del lavoro irregolare nei comparti principali del sistema economico nazionale. Tuttavia, si evidenzia anche il fil rouge del lavoro irregolare valido per tutti i settori economici: la despecializzazione. La questione del contrasto all'economia irregolare č quindi eminentemente di tipo sistemico, va affrontata con leve che non possono essere meramente di tipo agevolativo (come invece hanno cercato di fare i principali strumenti di contrasto al nero in Italia, vedi i contratti di riallineamento, con risultati molto modesti in termini di riemersione) ma che impattano su aspetti strutturali della competitivitŕ dei nostri poli produttivi, del funzionamento del mercato del lavoro e del sistema dell'istruzione e della formazione del capitale umano.
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Cesa, Marcq. "LE VECCHIE NOVITÀ DELLA GLOBALIZZAZIONE". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 32, n.º 3 (diciembre de 2002): 389–423. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200030367.

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IntroduzioneQuando la diffusione di un termine si fa tanto ampia da permetterne un uso indiscriminato, sia nel linguaggio comune che, e soprattutto, in quello scientifico, è lecito sospettare che essa rifletta una vera e propria moda intellettuale, o poco più. Questo è certamente il caso della «globalizzazione». Nell'ultimo decennio, economisti, storici, sociologi e politologi hanno fatto a gara, a più riprese, e con grande dovizia di argomenti, a offrire una lettura «globalizzata» dei fenomeni di loro rispettiva competenza, spesso sottolineando un insieme di elementi di drastica rottura con un passato relativamente recente e insistendo, di conseguenza, su tutta una serie di novità epocali che la globalizzazione comporterebbe. Secondo molti, infatti, la globalizzazione ha stravolto i tradizionali punti di riferimento e reso obsoleti gli strumenti analitici in nostro possesso; è necessario dunque elaborarne di nuovi, pena l'impossibilità di rendere conto delle più importanti dinamiche politiche, economiche e sociali odierne. A queste opinioni si contrappongono quelle di coloro che, pur riconoscendo l'importanza di molte tendenze «globalizzanti» in atto, ne limitano più o meno decisamente la portata, sia da una prospettiva storica (abbiamo già assistito a processi simili) che da una analitica (concetti e teorie di cui già disponiamo possono essere di grande utilità anche nell'esame dei fenomeni detti «globali»).
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Viana, Valderi Nascimento, Amanda Alves Fecury, Euzébio de Oliveira, Carla Viana Dendasck y Claudio Alberto Gellis de Mattos Dias. "Produzione accademica ed educativa di uno studente magistrale in EPT Of IFAP Macapá, Amapá, Amazônia, Brasile". Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 16 de junio de 2021, 186–200. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/formazione-it/studente-magistrale.

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La produzione scientifica all’interno di corsi di laurea e laurea ha la sua importanza per la costruzione di un nuovo modo di pensare dello studente. Il Master Professionale in Formazione Professionale in Rete Nazionale (ProfEPT) unisce contenuti disciplinari, conoscenze pedagogiche e produzione accademica finale e li collega a situazioni reali di pratica educativa, e il lavoro finale può essere presentato in vari modi (articoli, libri, prodotti educativi). La produzione accademica, sia del consulente che della guida, oltre all’importanza legata alla divulgazione scientifica, ha peso nella valutazione del programma e anche nella sua manutenzione. L’obiettivo di questo lavoro è quello di mostrare quantitativamente la produzione accademica ed educativa di uno studente di master in Educazione Professionale e Tecnologica (EPT) dell’Istituto di Istruzione, Scienza e Tecnologia (IFAP) di Macapá, Amapá, Amazônia, Brasile. Durante il master, la produzione scientifica in varie forme si è rivelata necessaria durante il processo di formazione. Unire la teoria alla pratica della scrittura, ha facilitato la produzione della tesi che dovrebbe essere presentata alla fine del corso. Attraverso il processo di organizzazione, la pianificazione delle idee ha portato a un nuovo pensiero strutturato secondo gli standard dell’accademia, ma che non si limita a questo spazio e alle sue norme. La produzione durante il master cerca di contribuire sia quantitativamente che qualitativamente alla produzione scientifica della regione settentrionale, imprevolandosi positivamente e con il programma del master. Oltre all’importanza nel contributo della creazione e diffusione scientifica, le produzioni tendono ad avere un impatto positivo sulla valutazione e sul mantenimento del programma PROFEPT-IFAP, svolto da CAPES.
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Cubeddu, Raimondo y Raimondo Cubeddu. "Tempo, incertezza e istituzioni. Conseguenze dell’innovazione e ruolo della politica". REVISTA PROCESOS DE MERCADO, 19 de marzo de 2021, 185–203. http://dx.doi.org/10.52195/pm.v4i2.328.

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1. La mia relazione muove dalla riflessione che se per secoli, e per lo meno negli ultimi della vita dello stato moderno, abbiamo considerato la politica prevalentemente come una modalità di accelerazione di alcuni, o della generalità, dei processi sociali verso un fine che, in qualche o vario modo, era ritenuto possibile ed auspicabile, ora dobbiamo iniziare a riflettere sull’opportunità di continuare a farlo. Dobbiamo infatti chiederci se: a) il fatto che il lasso di tempo che intercorre tra una qualsiasi scoperta scientifica e la sua diffusione sociale tende da decenni a restringersi sempre di più; b) la circostanza che il tempo impiegato dalla politica a compiere delle scelte collettive è in costante e generale crescita; c) la tendenza delle aspettative individuali a formarsi in contesti socio-culturali che finiscono per avere sempre minori relazioni con quelli in cui si esprimono politicamente; e, d) il fatto che la grandi innovazioni e modificazioni riguardanti la vita individuale e sociale tendono a realizzarsi fuori dalla sfera pubblica, siano fenomeni che hanno trasformato e che muteranno ulteriormente tanto il tradizionale modo di intendere tanto la politica, quanto il modo e le forme istituzionali in cui si esprime. Di conseguenza —sempre che tutte queste assunzioni siano vere— non possiamo evitare di chiederci quale saranno i futuri ruoli della politica e dello stato, e se uno dei due potrà sopravvivere, ed eventualmente in quale forma, alla scomparsa dell’altro. Da secoli, infatti, siamo così avvezzi a identificare la teoria politica con lo stato (negli ultimi decenni, per di più, molti studiosi hanno compiuto anche un altro passo, per così dire, ‘in avanti’, scambiandola con la costituzione, e lasciando aperta soltanto l’opzione se si tratti di quella nazionale o di qualchedun altra) che fatichiamo ad immaginare la possibilità della politica senza lo stato. A mio avviso si tratta di una possibilità con la quale è il caso di misurarci per il fatto che —per lo meno per quella parte della filosofia politica che non dimentica i classici (o che almeno non pensa che tutti i classici siano tedeschi)— mentre lo stato è una forma storica di organizzazione politica, per ora (e mi associo a quanti se ne dispiacciono), la possibilità che si possa fare a meno della politica non è stata dimostrata in maniera convincente.
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Diamare, Sara, Anna Ferrara, Gaetana Polito, Marina Salerno, Marinella Mantice y Giancarlo Pocetta. "Un metodo di Embodied Education in Riabilitazione: approcci di valutazione partecipata e di empowerment psicocorporeo". Journal of Advanced Health Care, 11 de septiembre de 2019. http://dx.doi.org/10.36017/jahc1909-002.

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Nella teoria bio-psico-sociale, la visione salutogenetica (Antonowsky, 1979) è volta a promuovere il benessere. La promozione della salute indica un processo di cambiamento e sviluppo adattivo diretto alla prevenzione primaria, secondaria e terziaria attraverso la diffusione di stili di vita sani. Nel presente lavoro si propone un modello di salutogenesi: “I Salotti del Ben-Essere” (S. Diamare, 2015), sperimentato dall'ASL NA 1 Centro UOC. Qualità e Umanizzazione, che prevede lo gv. sviluppo di tematiche di salutogenesi in laboratori esperienziali di consapevolezza psico-corporea, implementato in Campania attraverso la rete OMS di Promozione della Salute: Health Promoting Hospitals & Health Service (HPH & HS). Quale approccio olistico di Health Advocacy, I Salotti del Ben-Essere© rappresentano uno spazio multicentrico e multiprofessionale di assistenza partecipativa, rivolta a piccoli gruppi ed a comunità, in cui un team specializzato realizza un programma multidisciplinare di educazione sanitaria prevalentemente in un setting di riabilitazione. L’educazione alla salute trova, durante un trattamento riabilitativo, la collocazione più proficua per sostenere la motivazione al cambiamento consapevole di stili di vita perniciosi. Il metodo "Salotti del Ben-Essere" può essere utilizzato, come Peer Education, anche nel sistema universitario. Questa metodologia è stata testata, infatti, con gli studenti di Scienze dell'Educazione presso l’Università Suor Orsola Benincasa. I risultati sono stati soddisfacenti in tutti i contesti.
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GOMEZ, SUSANA. "THE BOLOGNA STONE AND THE NATURE OF LIGHT". Nuncius, 1991, v—32. http://dx.doi.org/10.1163/182539191x00759.

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Abstract<title> RIASSUNTO </title>La pietra di Bologna fu nel XVII e XVIII secolo uno dei più bei regali che uno scienziato potesse ricevere. Il suo potere di emanare luce nell'oscurità era in quell'epoca un fenomeno difficile da spiegare. Come tante altre «curiosità naturali» il fosforo diventò un esempio spirituale delle diverse teorie della luce e della materia. Alchimisti, chimici, cartesiani e newtoniani interpretarono la fosforescenza della pietra di Bologna con i loro diversissimi modelli esplicativi. In particolar modo all'Accademia delle Scienze di Bologna il fosforo costituì nel XVIII secolo un eccellente esempio della diffusione del newtonianesimo e nello stesso tempo del metodo sperimentale a cui si dovevano sottoporre tutte le teorie scientifiche.
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Minacori, Roberta, Dario Sacchini, Marina Cicerone, Nunziata Comoretto y Antonio G. Spagnolo. "L’etica della sperimentazione sull’uomo dal processo di Norimberga ai comitati di etica". Medicina e Morale 59, n.º 6 (30 de diciembre de 2010). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2010.186.

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L’articolo analizza come la rivista “Medicina e Morale” ha affrontato nella sua storia il tema dell’etica nella sperimentazione clinica, che rappresenta una parte molto ampia e complessa della bioetica ma anche della deontologia medica. Gli aspetti che questa tematica comprende sono ormai numerosissimi e la letteratura prodotta ingentissima. L’etica della sperimentazione ha ricevuto particolare vigore e attenzione in seguito a diverse sperimentazioni non etiche che hanno profondamente turbato l’opinione pubblica e reso necessario un forte ripensamento nell’ambito della ricerca clinica. In generale, dagli anni ’60 agli anni ’80 del XX secolo, ha prevalso nella letteratura un intenso impegno e interesse nella elaborazione dei principi di riferimento e nella riflessione teorica relativa a varie questioni (quali il consenso informato, il significato etico della ricerca clinica, la tutela dei soggetti vulnerabili, l’accettabilità del rischio). Dagli anni ’90 in poi si è invece intensificata – probabilmente per le esigenze nate in seno ai Comitati di etica che proprio in quel periodo hanno iniziato a diffondersi massicciamente – la elaborazione di codici, regolamenti, linee-guida che ha orientato lo sviluppo della disciplina più in senso procedurale e con un approccio etico-deontologico. In particolare, Medicina e Morale è stata sempre presente su queste tematiche, fin dagli inizi della sua storia, costituendo una voce originale nel dibattito, oltre che uno strumento di diffusione (in particolare nell’era pre-internet) di documenti nazionali e soprattutto internazionali. La Rivista ha rappresentato, soprattutto nell’ultimo trentennio, un vero punto di riferimento a livello nazionale ed in alcuni casi anche internazionale, proponendo a volte orientamenti originali, che sono stai poi accolti nell’ambito di linee-guida e di normative. ---------- The article deals with how the journal “Medicina e Morale” has faced ethics in clinical trials, which represents a very large and complex bioethical issue, but also deontological one. This area comprises many questions and the literature is huge. It has risen after unethical clinical trials that have shocked the public and have produced a big rethinking about it. In general, from the ’60s to the ’80s of the XXth century, an intense commitment and interest have prevailed on the elaboration of the reference principles and on theoretical reflection on various issues, such as informed consent, the ethical significance of clinical research, the protection of vulnerable people, the risk acceptability). Since the ’90s onwards the development of codes, regulations, guidelines – that have guided the development of the discipline in a procedural and also deontological sense – has increased, probably due to the large diffusion of ethics committees. Particularly, the journal “Medicine and Morale” has always been present on these issues, since the beginning of its history, creating an original voice in the debate, as well as a dissemination tool (especially in the pre-internet era) of national and especially international documentation. The journal has been, especially in the last thirty years, a real national, and sometimes international, benchmark, offering original suggestions which are then accepted in guidelines and regulations.
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