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Skalle, Camilla. "Il futuro cannibale: Riflessioni intempestive su Free Karma Food di Wu Ming 5 e Sirene di Laura Pugno". Quaderni d'italianistica 39, n.º 1 (9 de mayo de 2019): 95–110. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v39i1.32635.

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I due romanzi analizzati nel presente articolo, Free Karma Food (Wu Ming 5 2006) e Sirene (Pugno 2007), sono ambedue ambientati in un futuro distopico molto vicino al tempo contemporaneo. Nel romanzo di Laura Pugno sono state scoperte delle sirene nell’oceano, e le mitologiche cantatrici sono catturate, allevate e mangiate come sushi dalla classe dirigente della società, la mafia yakuza. Il romanzo di Wu Ming 5, ambientato nel 2025, offre una visione distopica simile a quella del futuro rappresentato in Sirene. In Free Karma Food, dopo la cosiddetta grande Morìa, con l’estinzione delle vacche, dei maiali e animali simili, la gente si nutre di carne di gatto, di cane e di carne umana. Come nel romanzo di Pugno, la carne uman(oide) è ammessa soltanto agli uomini ricchi e potenti. Perché l’antropofagia diventa un tema nella letteratura e nella cultura contemporanee? È possibile leggere le interpretazioni dell’avvenire dei due romanzi come una critica alla società odierna e una riflessione sulla nostra crisi ecologica? Quali legami (simbolici) tra carne, genere e potere sono rappresentati nei romanzi? Attraverso studi sul cannibalismo nella letteratura, teoria della carne e la filosofia ecofemminista di Val Plumwood, il presente articolo propone delle risposte a queste domande, mostrando alla fine in che modo l’antropocentrismo cannibalistico dei due universi letterari, attraverso il cannibalismo propriamente detto e quello del nostro simile, diventa critica dell’antropocentrismo stesso.
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Sbragia, Albert. "Review: Intrecci italiani. Una Teoria e una storia del romanzo (1750–1900)". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 30, n.º 1 (marzo de 1996): 203–6. http://dx.doi.org/10.1177/001458589603000118.

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Del Mauro, Miria Martina. "«IL ROMANZO D’UN MAESTRO» DI EDMONDO DE AMICIS: PRIME INDAGINI SULLA LINGUA E LA SUA EVOLUZIONE". Italiano LinguaDue 13, n.º 2 (26 de enero de 2022): 503–58. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17147.

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L’articolo propone un’indagine linguistica sulla prima metà dell’opera de Il romanzo d’un maestro di Edmondo De Amicis. Dal punto di vista grafico, fonetico, morfologico, lessicale e infine sintattico, si opera un confronto tra l’edizione a stampa del 1900 (ultima vivente l’autore), con la prima edizione del 1890 e una versione autografa del testo, quest’ultima conservata presso la Biblioteca Civica L. Lagorio di Imperia. Nell’articolo si inquadrano i mutamenti intercorsi all’interno della teoria e della prassi linguistica del Nostro oltreché del panorama linguistico e della riflessione grammaticografica e lessicografica a lui coevi. Le scelte linguistiche di De Amicis sono state quasi sempre confrontate anche con quelle della Quarantana del Manzoni: il Nostro è sì manzoniano, ma non pedissequo, e con una autonomia di vedute nella formulazione di proposte linguistico-didattiche caratterizzate dall’uso del fiorentino coevo che si stempera nel toscano, nei classici e, sia pure limitatamente, nell’uso del dialetto. Nel Romanzo d’un maestro è dunque presente un eclettismo linguistico conciliativo, ravvisabile anche nelle pagine dell’Idioma gentile: nonostante il modello manzoniano risulti essere il preferito, tuttavia la sua apertura verso modelli alternativi smorza le più radicali implicazioni del pensiero del Maestro, dando ragione a chi ha riconosciuto il carattere moderato delle scelte linguistiche del Nostro. Il romanzo d’un maestro by Edmondo De Amicis: preliminary investigations of language and its evolution The paper proposes a linguistic investigation of the first half of Il romanzo d’un maestro by Edmondo De Amicis. From the graphic, phonetic, morphological, lexical and syntactic point of view, a comparison is made between the printed edition from 1900 (the last published during the author’s lifetime), with the first edition from 1890 and an autographed version of the text, conserved at the L. Lagorio Civic Library in Imperia. The article frames the changes that took place within De Amicis’s theory and linguistic practise as well as in the linguistic landscape and in the grammatical and lexicographic reflection of his contemporaries. The linguistic choices of De Amicis have almost always been compared with those of Manzoni’s Quarantana: De Amicis is Manzonian, but not slavish, and with an autonomy of views in the formulation of linguistic-didactic proposals characterized by the use of contemporary Florentine which dissolves into classic Tuscan and, to a limited extent, in the use of the dialect. In Romanzo d’un maestro there is therefore a conciliatory linguistic eclecticism, also recognizable in the pages of Idioma gentile: although the Manzonian model is the preferred one, its openness towards alternative models dampens the most radical implications of the Master’s thought, in agreement with those who recognized the moderate character of De Amicis’s linguistic choices.
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Puglisi, Melania. "Eros e linguaggio in Se una notte d'inverno un viaggiatore". Cuadernos de Filología Italiana 28 (15 de julio de 2021): 379–403. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.72734.

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Quanto e in che modo l’eros informa la scrittura calviniana? L'articolo propone un approfondimento nuovo e originale sul tema, toccato finora in modo complessivo solo in Gabriele 1994, e lo fa in modo interdisciplinare, secondo due prospettive: quella letteraria e quella linguistica. L’analisi si concentra su Se una notte d’inverno un viaggiatore, in particolare sulla scena erotica del romanzo, caratterizzata dalla descrizione del sesso come lettura del corpo. L’articolo mostra come, sia sul piano letterario sia su quello linguistico, il romanzo sia pervaso dall’erotismo in modo più profondo di quanto si creda. Ciò si rileva, per fare qualche esempio, in diversi passi che comunicano tra loro a distanza, in domande a cui si dà risposta dopo qualche pagina, nelle ripetizioni di parole chiave. La struttura stessa dei capitoli, così come la successione degli eventi, segue uno schema che sembra trovare una ragion d’essere nella tematica erotica. L’autore veicola il proprio pensiero sull’erotismo anche attraverso le peculiari strategie linguistiche che adotta e che sembrano essere la conseguenza naturale della sua teoria sulla difficile rappresentabilità dell’eros in letteratura.
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Silvestri, Chiara. "Liminalità e confini dell’io ne Le stelle fredde: l’intermedio difficile di Guido Piovene". Quaderni d'italianistica 41, n.º 2 (11 de junio de 2021): 93–113. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v41i2.36773.

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Dopo la fine di una relazione e le dimissioni dal lavoro “io” de Le stelle fredde sceglie di ritornare nella villa d’infanzia, dove le sue visioni e peregrinazioni straniate s’intrecceranno alla presenza inquisitiva di un poliziotto-filosofo e al racconto dell’aldilà di un Dostoevskij resuscitato. Il sostrato psicoanalitico del romanzo non porta tanto a una decostruzione formale quanto a una rielaborazione della soggettività secondo la teoria della percezione di Merleau-Ponty e altre suggestioni della cultura novecentesca. Rinnegati idealismo e intellettualismo “io” trova infine sollievo nella schedatura di oggetti in un difficile spazio liminale e purgatoriale che scambia e confonde coscienza e mondo, vita e morte.
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Aloisio, Miriam. "Architettura e scrittura in Fantasmi romani di Luigi Malerba". Quaderni d'italianistica 36, n.º 2 (27 de julio de 2016): 127–54. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v36i2.26902.

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Questo studio è un’analisi testuale di Fantasmi romani (2006) che mira ad illustrare come sia avvenuto un mutamento ideologico nella poetica di Luigi Malerba, che da autore di romanzi divertente e divertito, si presenta ora come un commentatore amareggiato dell’epoca contemporanea. Avvalendomi delle teorie di Remo Cesarani e di Fredric Jameson, secondo cui in conseguenza del tramonto delle “grandi metanarrazioni”, sono apparse nuove forme dello spazio cittadino e nuove tendenze architettoniche, analizzo come i protagonisti di Fantasmi romani vivano in uno stato di disagio e “smarrimento esistenziale” all’interno della metropoli romana. Laddove il personaggio di Clarissa cercherà di orientarsi leggendo i segni magici che la città le offre, l’architetto Giano prima porterà avanti il suo progetto architettonico di distruggere e ricostruire una nuova Roma; poi, attraverso il suo romanzo, cercherà invano di riordinare e dunque, cambiare, la società in cui vive. La consapevolezza del fallimento del progetto utopistico (l’architettura) e della creazione di un romanzo (la scrittura), è il segno di una preoccupazione radicata da parte dell’autore per lo stato attuale delle cose. Se inizialmente la cognizione della crisi ecologica, culturale, relazionale che percorre le pagine degli scritti malerbiani era mitigata da divertissement filologico, gioco linguistico e coinvolgente comicità in romanzi come ad esempio Il serpente, Salto mortale, il Protagonista, essa affiora invece nel testo dell’ultimo romanzo attraverso un sentimento di sfiducia e rassegnazione.
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Lewis, Michael. "Vitruvius and Greek aqueducts". Papers of the British School at Rome 67 (noviembre de 1999): 145–72. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200004530.

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VITRUVIO E GLI ACQUEDOTTI GRECILa sezione di Vitruvio (VIII 5-6.9) sugli acquedotti ha causato molte difficoltà agli studiosi della materia che non riescono a riconciliarlo né con le pratiche conosciute nell'occidente romano, né con le teorie dell'idraulica moderna. In questo articolo si sostiene che, con l'eccezione dei passaggi sulle dimensioni dei tubi e sulla distribuzione urbana, le fonti di Vitruvio siano interamente greche. La sua descrizione dei chorobates deriva da Carpo di Antiochia, i suoi dati sul gradiente da Filone di Bisanzio, mentre le sue specifiche riguardanti le condutture dell'acqua, complete con un sifone invertito, corrispondono esattamente all'acquedotto Karapinar a Smirne. Tre grandi sifoni del secondo secolo a.C. (Smirne, il Madra Dag a Pergamo e l'esempio di stile ellenistico ad Alatri) tutti includono una caratteristica ingegneristica che spiega l'enigmatico colluviaria di Vitruvio. Le ‘pietre rosse’ che Vitruvio consiglia come ancore di sifoni possono essere ritrovate solo negli acquedotti dell'Asia Minore occidentale. La sua teoria idraulica è comprensibile più in termini di disciplina stoica che di fisica moderna. Se ne conclude che Vitruvio fosse ampiamente influenzato da fonti pergameniche del secondo secolo a.C, e che forse perfmo il suo resoconto del tipico acquedotto romano con tubazioni, che sembra descrivere l'Anio Vetus, possa derivare di seconda mano dalle stesse fonti.
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Bobbio, Norberto. "L’interpretazione delle leggi e la ragion di Stato". DESC - Direito, Economia e Sociedade Contemporânea 2, n.º 1 (4 de octubre de 2019): 144–53. http://dx.doi.org/10.33389/desc.v2n1.2019.p144-153.

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Bobbio, Norberto. "A interpretação das leis e a razão de Estado". DESC - Direito Economia e Sociedade Contemporânea 2, n.º 1 (4 de octubre de 2019): 154–63. http://dx.doi.org/10.33389/desc.v2n1.2019.p154-163.

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Benedetti, Laura. "Il linguaggio dell’amicizia e della città: L’amica geniale di Elena Ferrante tra continuità e cambiamento". Quaderni d'italianistica 33, n.º 2 (9 de febrero de 2013): 171–87. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v33i2.19423.

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L’ultimo romanzo di Elena Ferrante, L’amica geniale. Infanzia, adolescenza, continua una ricerca linguistica incentrata sulla dicotomia lingua/dialetto già evidente nella produzione precedente della scrittrice, mentre sposta l’attenzione dal rapporto madre-figlia a quello tra amiche, sentimento spesso trascurato nella letteratura, non solo italiana. Il saggio analizza gli elementi di continuità e cambiamento nella narrativa di Ferrante alla luce delle riflessioni elaborate del Gender Criticism (Virginia Woolf, Adrienne Rich, Marianne Hirsch, Janice Raymond e altri) e delle teorie sullo sviluppo della personalità (Diamond).
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Rossi Doria, Marta. "“Ubi proceditur ex praesumptionibus minuitur poena”. Qualità della prova e quantità della pena secondo la Doctrina Innocentii". Italian Review of Legal History, n.º 7 (22 de diciembre de 2021): 1–29. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/16880.

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Nel processo inquisitorio romano-canonico, una rigida applicazione delle regole del sistema di prova legale non avrebbe reso possibile la condanna di un imputato gravato da soli indizi e presunzioni, ponendo non pochi ostacoli all’amministrazione della giustizia criminale, orientata al principio dell’interesse pubblico alla persecuzione dei reati. Un’affermazione di Innocenzo IV contenuta nel commento al c. Quia verisimile (X 2.23.10) aprì la via alla condanna presuntiva: il giudice avrebbe potuto condannare l’imputato in assenza di piena prova, a patto di infliggere una pena ridotta. Nella sua formulazione originale la massima innocenziana non rappresentava più che una raccomandazione di prudenza. Fu l’elaborazione dottrinale a trasformarla, oltre le intenzioni del suo autore, in uno strumento capace di incidere sulla teorica rigidità del sistema di prova legale, ammettendo discrezionalità nel modulare la pena e nell’applicarla anche in situazioni di carenza di prova. In questo dibattito, che il presente studio intende analizzare nelle sue tappe fondamentali, il contributo dei decretalisti ha avuto un peso di primo piano: anche per tale via si manifesta il ruolo centrale assunto dalla scienza canonistica nella riflessione dottrinale sulla teoria della prova legale.
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Kupiszewski, Henryk. "Nowy Testament a historia prawa : (wykład z okazji pięćdziesięciolecia pracy naukowej ks. prof. Dr Mariana Myrchy)". Prawo Kanoniczne 29, n.º 3-4 (10 de diciembre de 1986): 13–26. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1986.29.3-4.02.

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L’a. cerca di stabilire in quale misura la conoscenza del diritto ebraico, greco, ellenistico e romano favarisce una correcta comprensione del Vangelo. Vengono in partioolare analizzati il significato del principio della personalità nelle regioni che, come l’Egitto e la Palestina, constituivano un punto d’incontro di varie culture e di vari diritti; il problema della forma scritta nel „traffico giuridico” del mondo ellenistico; i termini giuridici ricorrenti nel Vangelo nonché le situazioni difficilmente comprensibili senza la conoscenza del diritto. A modo d’esempio si analizzano in guest’ambito, dal punto di visita giuridico, Giov. 19.26-27, la lettera di S. Paolo ai Corinzii 1.7.22-23 Gal. 51.6.1.3 ed il significato dell’insegnamento contenuto nella lettera medesima (3.6) per la teoria dell’interpretazione (rhetos kai dianoia, verba — voluntas, gramma kai pneuma). La conferenza si chiude con alcune osservazioni sul processo di Gesù.
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Cendejas Bueno, José Luis. "Raíces escolásticas de la teoría de la propiedad de John Locke". Anales del Seminario de Historia de la Filosofía 39, n.º 2 (26 de julio de 2022): 499–512. http://dx.doi.org/10.5209/ashf.79748.

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En este trabajo se aborda la larga trayectoria que va del pensamiento jurídico romano hasta la explicación que da Locke del origen de la propiedad, del dinero y, en última instancia, del poder político (civil government). Tanto Vitoria y Suárez como Locke parten de considerar un estado prepolítico primigenio (de inocencia en Vitoria y Suárez, de naturaleza en Locke) de igual libertad para todos (omnium una libertas) y propiedad común (communis omnium possessio), en el que se habría encontrado la humanidad antes del establecimiento de las instituciones características del estado civil. A pesar de la presencia de elementos de continuidad con respecto a Vitoria y a Suárez, mediante la sustitución del estado de inocencia prelapsario por un status naturae que no precisa de lectura teológica alguna, y que Locke sitúa en un tiempo histórico realmente existente, el autor inglés formula una teoría estrictamente secular, basada en la larga tradición del ius naturale, sobre los orígenes del gobierno civil y de la propiedad privada.
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Petrović, Ljiljana. "BARICCO E JAPRISOT TRA STORIA E MEMORIA-TRAUMA TRANSGENERAZIONALE". Nasledje Kragujevac 18, n.º 49 (2021): 277–88. http://dx.doi.org/10.46793/naskg2149.277p.

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Sebastien Japrisot nel romanzo Una lunga domenica di passioni (Une longue dimanche de fiançailles) e Alessandro Baricco in Questa storia trattano lo stesso tema – la Prima guerra mondiale. I due romanzi sono caratterizzati da una specifica carica emotiva e da un realismo nelle descrizioni. Dato che entrambi gli scrittori non sono stati contemporanei degli eventi descritti, rimane poco chiaro quali siano state le fonti su cui è basata la loro narrazione. Infatti, il lettore non comprende se le due storie siano state costruite soltanto sui resti materiali, volontariamente cercati, di un’epoca passata, o se gli autori siano stati in contatto diretto e spontaneo con un “portatore vivente della memoria”. A questo proposito si esaminano le attuali teorie sulla memoria e le situazioni familiari degli autori. Si scopre che ognuno di questi due scrittori è cresciuto accanto a un nonno che aveva partecipato alla Prima guerra mondiale e ne era uscito con traumi specifici. Un’ulteriore analisi mette in luce, da un lato, la somiglianza tra i personaggi dei romanzi, i loro destini, i caratteri e gli atteggiamenti, e dall’altro i destini, i caratteri e gli atteggiamenti dei nonni di Japrisot e Baricco. Seguendo questa traccia, si esplora la possibilità della trasmissione transgenerazionale dei traumi di guerra subita da questi scrittori, concentrandosi soprattutto sul concetto di postmemoria di Marianne Hirsh. Viene esaminato anche il ruolo della narrazione nella liberazione dal trauma.
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Villalba, Jorge Fabián. "Objeto del usus fructus". Revista de Derecho, n.º 17 (26 de abril de 2018): 113. http://dx.doi.org/10.22235/rd.v0i17.1518.

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En este trabajo realizaré un especial estudio del objeto del usufructo con direccionamiento al usufructo de derecho, y con mayor epistemología, al usufructo de crédito (si tiene o no, consonancia con la teoría general del usufructo de derecho). Motiva este abordaje la necesidad de un especial tratamiento del usufructo de derecho de crédito dada la ausencia, carencia, o poco interés, que reviste para la doctrina (de algunos países). Creo -y me voy convenciendo- que algo evidentemente escapa a la ciencia del derecho, y a la doctrina, al ignorar un tópico que presenta cierta autonomía y cualidades propias como es el usufructo de derechos y más específicamente el usufructo de derecho de crédito si cabe esta precisión o “cambio de función”. Asumo como camino para despejar los interrogantes iniciar un desarrollo que comprenda el estudio de las fuentes del derecho romano, como así también la civilística actual argentina y comparada pretendiendo llegar a premisas mayores que permitan un juicio de valor acerca de las instituciones objeto de la presente tesis, buscando las variables de conflicto susceptibles de esbozar una teoría general y una serie de axiomas claves para el tratamiento de una nueva dogmática impuesta por la civilística gestada por el nuevo ordenamiento civil y comercial de la República Argentina.
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Monje Mayorca, Diego Fernando. "La búsqueda del espíritu traslativo de la compraventa consensual: un antiguo instrumento en la cultura jurídica latinoamericana para el fomento del comercio común". Revista de Derecho Privado, n.º 28 (18 de junio de 2015): 153. http://dx.doi.org/10.18601/01234366.n28.06.

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<p>Este trabajo pretende develar históricamente la característica consensual del contrato de compraventa y su influjo en la forma de concebir teóricamente el fenómeno de la transferencia de la propiedad en el ámbito de la cultura jurídica occidental, con el fin práctico de promocionar la unificación de la técnica del ‘solo consensu’ y la teoría romanista del título y el modo, situación factible que a la postre contribuirá ostensiblemente al mejoramiento de las relaciones comerciales de aquellos países que hoy comparten un ancestral parentesco derivado del derecho romano.</p>
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Mazzoli, Giansecondo. "Interventi: Alfred Adler e la Psicologia Individuale tra semplificazioni e complessità". PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, n.º 1 (febrero de 2022): 57–61. http://dx.doi.org/10.3280/pu2022-001008.

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Questo commento sull'articolo di Cesare Romano (2022) costituisce una integrazione a questo testo che presenta in modo corretto, ma parziale, la relazione tra le vicende biografiche della vita di Alfred Adler e l'ideazione di costrutti psicologici che hanno concorso a dare struttura all'impianto teorico della Psicologia Individuale. Pur nella sua sinteticità, il commento integra quanto non pro-posto nell'articolo; ma è anche occasione per lasciar intravvedere la più significativa articolazione della teoria di Alfred Adler. Viene ripercorso, in poche righe, il topos che ha spesso accompagna-to l'interpretazione della Psicologia Individuale: di essere una teoria semplice, facilmente descrivi-bile con il ricorso ad alcuni concetti cardine. In realtà è una teoria che apre numerose prospettive per la comprensione della complessità del funzionamento mentale che, nel presente commento, è in parte descritta e in parte lasciata solo intendere.
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Negrete Doria, Eduar Felipe. "Derecho y Medicina". Derecho & Sociedad 1, n.º 4 (15 de mayo de 2019): 49–58. http://dx.doi.org/10.21897/ds.v1i4.1690.

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El tema hace referencia a la responsabilidad médica y se desarrolla desde la perspectiva histórica hermenéutica del derecho clásico romano con base en la teoría jurídica de la argumentación de Alexis. Plantea la necesidad de estudios comparativos en derecho, como una forma de abordar fundamentos y criterios jurídicos transversales para confrontar su naturaleza. En él, se hace uso de principios jurídicos como el de la proporcionalidad, autorresponsabilidad, conducta humana, riesgo objetivo, ruptura del derecho y posición de garante entre otros para su desarrollo conceptual, especialmente en lo que corresponde a la evolución de la responsabilidad patrimonial partiendo del principio de la carga de la prueba enfocado desde las obligaciones de medio y de resultado y considerando la tensión jurídica en las decisiones judiciales. Los diferentes criterios jurídicos se desarrollan con base en casos clásicos celebres del derecho romano que tratan diferentes eventos.
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Cignetti, Luca, Silvia Demartini, Simone Fornara y Vincenzo Todisco. "Editoriale". DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, n.º 1 (9 de noviembre de 2021): VII—VIII. http://dx.doi.org/10.33683/didit.21.01.00.

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Prende l’avvio, con questo fascicolo, DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, una nuova rivista scientifica nata dalla collaborazione tra il Centro competenze didattica dell’italiano lingua di scolarizzazione del Dipartimento formazione e apprendimento della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana e l’Alta scuola pedagogica dei Grigioni. Alla rivista partecipano quindi due istituzioni universitarie che si occupano della formazione degli insegnanti del Ticino e dei Grigioni, i due cantoni svizzeri in cui l’italiano è lingua ufficiale (nei Grigioni accanto al tedesco e al romancio): un contesto del tutto particolare, che vede l’italiano insieme lingua di scolarizzazione e lingua prima (in Ticino e nel Grigioni italiano), lingua seconda (in Ticino) e lingua straniera nella scuola dell’obbligo (nella parte tedesca del Canton Grigioni). In una realtà così peculiare dal punto di vista linguistico e culturale, DIDIT intende offrire uno strumento di ricerca e aggiornamento rivolto a chi opera, per ragioni di studio o di lavoro, nell’ambito della didattica dell’italiano come lingua prima, come lingua seconda o come lingua straniera. Vista la particolare situazione linguistica del Canton Grigioni, del limitrofo Alto Adige e tenuto conto delle diverse altre lingue presenti sul territorio grigionese e ticinese accanto alle lingue ufficiali, la nuova rivista prende in considerazione anche la ricerca sulla didattica del plurilinguismo. In questo senso la rivista si presenta come luogo di scambio scientifico privilegiato e unico nel panorama delle pubblicazioni scientifiche presenti sul territorio nazionale svizzero e come uno dei pochi strumenti a livello internazionale che prendono in esame l’italiano nei diversi contesti di insegnamento; l’obiettivo sul medio-lungo termine è di configurarsi come un punto di riferimento nel campo degli studi sulla didattica dell’italiano e del plurilinguismo, caratterizzati dal costante connubio tra dimensione teorica e dimensione applicativa. DIDIT è divisa in tre sezioni: Studi e ricerche, Esperienze didattiche e Recensioni e segnalazioni. La prima, affidata alla penna di studiose e studiosi di chiara fama nel settore della didattica della lingua e della letteratura italiana (in questo primo numero Maria G. Lo Duca e Giuliana Fiorentino e, per la tematica del plurilinguismo, Ruth Videsott), accoglie approfondimenti teorici su temi afferenti agli ambiti didattici sopra ricordati. La seconda è dedicata a esempi di applicazioni e percorsi didattici, affidati a studiose e studiosi, ricercatrici e ricercatori, docenti attive e attivi nella scuola di ogni ordine e grado (in questo numero Livia Radici Tavernese, Daniele Dell’Agnola, Stefania Crameri e Daniela Kappler). La terza presenta, infine, recensioni di libri e studi che possono contribuire all’innovazione didattica nelle discipline di riferimento e a segnalazioni di opere – come albi illustrati, poesie, raccolte di racconti e romanzi – rivolte a lettori di diverse fasce di età. Tenuto conto dei contesti minoritari con cui si vede confrontato l’italiano in Svizzera, la rivista ambisce a diventare anche uno strumento per il sostegno e la promozione della lingua italiana in questo contesto nazionale, e non solo. In tal senso, si propone di estendere il proprio orizzonte agli studi sulla didattica dell’italiano in un’accezione ampia, che accolga prospettive plurali e sguardi capaci di spaziare dalla teoria all’applicazione pratica, avendo sempre come obiettivo di fondo un aggiornamento costante sulle strategie, sui metodi, sulle ricerche volte a migliorare e a innovare l’insegnamento dell’italiano. In tal modo la rivista garantisce lo scambio e la comunicazione tra il mondo della ricerca e quello della scuola, a livello nazionale e internazionale: attraverso la scelta dei temi, degli ambiti di ricerca e di riflessione, DIDIT vuole così rispondere alle sfide didattiche e teoriche poste alla disciplina e stimolare il dibattito scientifico e pubblico.
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Kohut, Karl. "Teoría de la épica en el Renacimiento y el Barroco hispanos y la épica indiana". Nueva Revista de Filología Hispánica (NRFH) 62, n.º 1 (1 de enero de 2014): 33–66. http://dx.doi.org/10.24201/nrfh.v62i1.1170.

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Fecha de recepción: 9 de noviembre de 2012.Fecha de aceptación: 28 de febrero de 2014. La teoría de la épica de los siglos XVI y XVII estaba dominada por la Poética de Aristóteles y sus comentaristas italianos y por el modelo de Virgilio. Sin embargo, como intentamos demostrar en este artículo,los poemas épicos indianos se alejan notablemente de estas normas. Los puntos centrales de la teoría de la épica, como es sabido, eran la exigencia de la distancia temporal de los hechos narrados y la del héroe perfecto; la épica indiana, por el contrario, narraba hechos recientes, y los protagonistas (reales) eran menos que perfectos. Los autores españoles buscaban una solución en dos direcciones distintas: 1) la equiparación de la épica con la historia y 2) la adopción del modelo italiano del romanzo (Boiardo, Ariosto). Con esto se establecieron dos modelos modernos que se apartaron de los modelos heredados de la Antigüedad. Sin embargo, ya hacia fines del siglo XVI, surgieron dudas en cuanto a la autenticidad de estos nuevos modelos quese manifestaron, sobre todo, en la poética del Pinciano, quien intuye que la novela podría ser una forma superior al poema épico. Partiendo de esta intuición, el presente artículo cierra −inspirado por la teoría de la novela de Lukácz− con una reflexión sobre la antinomia épica novela como expresiones auténticas de la modernidad.
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Añaños Meza, María Cecilia. "La doctrina de los bienes comunes de Francisco de Vitoria como fundamentación del dominio en el Nuevo Mundo". Persona y Derecho, n.º 68 (20 de julio de 2015): 103–37. http://dx.doi.org/10.15581/011.2707.

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Resumen
En los últimos años se ha producido un renacimiento de la antigua idea de los bienes comunes como opción alternativa a las formas actuales de propiedad privada y pública, cuyos propulsores hacen referencia a su fuente más cierta, el derecho romano. Aunque es poco o nada conocido, esta idea fue empleada en el siglo XVI por el dominico español Francisco de Vitoria como una parte fundamental de su teoría del dominio que no sólo le va a servir para elaborar su análisis sobre la licitud de la conquista del Nuevo Mundo, sino también va a jugar el papel de fundamentación o justificación moral y jurídica del dominio español en éste. Una reconstrucción de su trabajo a la luz de la teoría de dominio se hace necesaria para hacer visible esta doctrina.
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Pavan, Luca. "PREPOSIZIONI ITALIANE E ARTICOLI: DIFFICOLTÀ E STRATEGIE NELL’APPRENDIMENTO AI LIVELLI PIÙ BASSI DEL QCER". Verbum 7, n.º 7 (22 de diciembre de 2016): 252. http://dx.doi.org/10.15388/verb.2016.7.10300.

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Resumen
In questo studio si affronta uno dei temi che procura maggiori ostacoli nell’apprendimento della lingua italiana da parte di studenti stranieri: le preposizioni, qui intese come preposizioni proprie. L’uso delle preposizioni italiane nella lingua è complicato da una casistica piuttosto vasta di varia­bili, a partire dalla presenza o meno degli articoli determinativi, che danno luogo alle preposizioni articolate. Per gli studenti L2 nel livello A1 del QCER risulta spesso problematico usare le preposizioni con o senza l’articolo, dal momento che gli aspetti grammaticali che interessano questo tema sono molti e non facilmente gestibili. La difficoltà aumenta se si tratta di studenti la cui lingua madre non proviene dall’area delle lingue romanze, come nel caso del lituano, che è una lingua che non fa alcun uso di articoli.Si propone, in questa sede, un excursus attraverso l’evoluzione di alcune preposizioni, comparando la teoria esposta in varie grammatiche storiche. Poi si espongono alcune strategie di apprendimento dell’uso degli articoli con le preposizioni dell’italiano odierno, per fornire al docente L2 qualche spunto nel momento in cui deve introdurre questo tema nelle lezioni.
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Zanardi, Claudia. "Colpa, tormento dell'anima - Vergogna ferita del corpo. La lettera scarlatta". SETTING, n.º 30 (junio de 2012): 61–77. http://dx.doi.org/10.3280/set2010-030003.

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L'articolo prende in considerazione il senso di colpa e quello di vergogna in una cornice relazionale, individuando la loro differenza e talvolta il loro intreccio. L'origine del senso di colpa viene rintracciata nell'angoscia primaria percepita nel trauma della nascita, la separazione/morte dalla madre. L'angoscia dell'infante puň trovare successivamente, in una mancanza o fragilitŕ di contenimento materno, una rappresentazione nel senso di colpa. Questa sensazione puň permettere la strutturazione di un Sé soggetto capace di mantenere la relazione oggettuale, anche se l'oggetto č assente/distrutto, evitando la disintegrazione del Sé. Il senso di vergogna viene analizzato, nella cornice di diverse teorie, come legato ad un trauma precoce, un atto, uno sguardo umiliante, che ha interrotto lo sviluppo di un Sé ancora indifferenziato, lasciando una parte dissociata del Sé che rimane sconosciuta. Questa dissociazione del Sé rende la persona isolata emotivamente impedendole ogni relazione con l'altro. Vengono riportati alcuni esempi clinici insieme ad una rilettura del romanzo di Hawthorne "La lettera scarlatta", in cui la vergogna e la colpa trovano una rappresentazione letteraria.
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Rodríguez Caso, Juan Manuel. "El “darwinismo puro” de Alfred Russel Wallace: aportaciones a la teoría evolutiva moderna". Asclepio 72, n.º 2 (17 de noviembre de 2020): p324. http://dx.doi.org/10.3989/asclepio.2020.25.

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La historia suele ser insistente en recordar el caso de Alfred Russel Wallace como quien, de manera secundaria, apoyó la propuesta de Darwin. Para efectos de este trabajo se presenta lo que Wallace denominó en su obra Darwinism (1889) los elementos básicos del darwinismo puro, que servirían de base para lo que George John Romanes llamaría neodarwinismo, a partir tanto del trabajo de Wallace como del de August Weismann. Esos elementos abarcan ideas que comúnmente se asocian de manera exclusiva con el trabajo de Charles Darwin, como el concepto biológico de especie, los diferentes tipos de variación y su origen, la importancia de la selección natural como el mecanismo preponderante para entender la evolución, el rechazo a los mecanismos lamarckianos, entre otros puntos. A partir de lo anterior, los objetivos de este trabajo son dos: por un lado, rescatar esos conceptos básicos del darwinismo puro de Wallace; y por el otro, establecer algunas posibles explicaciones sobre por qué persiste la idea de que el trabajo de Wallace no parece haber sido de importancia para el desarrollo de la Síntesis Moderna.
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DI COSMO, Antonio Pio. "L’evento morte e la teoria del potere: incunaboli ovidiani per lo sviluppo di un’ideologia coerente circa la vita ultraterrena dell’imperatore romano". Studia Historica: Historia Antigua 38 (7 de octubre de 2020): 151. http://dx.doi.org/10.14201/shha202038151189.

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Martínez, Rafael A. "«Negotiating Darwin. The Vatican confronts evolution (1877-1902)». Autocrítica." Anuario de Historia de la Iglesia 18 (18 de abril de 2018): 85–97. http://dx.doi.org/10.15581/007.18.9818.

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A finales del siglo xix la teoría de la evolución encontró una actitud crítica por parte de la Iglesia Católica pero, quizás sorprendentemente, no hubo ninguna condena oficial por parte de las autoridades de la Santa Sede. La documentación de los Archivos del Santo Oficio y del Índice han permitido reconstruir la actuación de las Congregaciones Romanas. En este estudio se examina el resultado de esta investigación, pero también sus límites y las perspectivas que puede abrir para una mayor comprensión de las relaciones entre ciencia y fe.
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Baca, Francisco Lima y Claudio Cledson Novaes. "O sertão e a guerra de canudos em diálogo: percepções ficcionais em José de Alencar, Euclides da Cunha e Vargas Llosa". Revista Légua & Meia 9, n.º 1 (1 de julio de 2019): 124. http://dx.doi.org/10.13102/lm.v9i1.4582.

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Neste artigo estabelecemos um diálogo sobre a categoria narrativa de sertão, problematizando algumas teorias críticas da formação de identidades literárias; analisamos aspectos do romance de José de Alencar, O sertanejo, como transfiguração da natureza da região e uma idealização do espaço físico e geográfico do sertão no século XIX; em contraponto com a descrição desta mesma realidade na crônica positivista do jornalista Euclides da Cunha, Os sertões, como transição para o século XX; por fim, cotejando estas transfigurações narrativas com o romance histórico de Mario Vargas Llosa, La guerra del fin del mundo, escrito final do século XX, a partir de perspectivas literárias que enfocam a complexidade cultural contemporânea em movimentos sociais que reverberam uma política identitária latino americana a partir da literatura.
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Dueñas Roque, Diana Milagros. "SENTENCIAS EMITIDAS EN EL PROCESO DE AMPARO Y LA TEORÍA DE LA ARGUMENTACIÓN JURÍDICA EN EL NEOCONSTITUCIONALISMO". REVISTA DE DERECHO 4, n.º 2 (30 de diciembre de 2019): 08–24. http://dx.doi.org/10.47712/rd.2019.v4i2.42.

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En el contexto actual del Derecho existe una realidad desbordante denominada el nuevo Constitucionalismo, fenómeno complejo que irradia a todos los ordenamientos jurídicos que forman parte de los sistemas jurídicos anglosajón, romano germánico, islámico, etc. La referida realidad jurídica obliga a los órganos públicos a dar razones válidas para que puedan decidir los conflictos intersubjetivos, incertidumbres jurídicas, protección de derechos constitucionales, los ilícitos penales y demás que requieran solución, por tanto, existe una elevada demanda de argumentación jurídica por parte de los justiciables. La argumentación jurídica es importante, pues constituye un requisito más para que se pueda presenciar el referido fenómeno, debido que cuida la construcción del silogismo, otorga validez a los fundamentos esgrimidos y finalmente persuade a un público determinado bajo ciertas reglas previas, es decir, se pasa del plano individual al plano social, para la legitimidad de la argumentación jurídica. La presente investigación se dará en los Juzgados Mixtos de la Corte Superior de Justicia de Puno – sede Puno, centrándonos en las sentencias expedidas en los procesos de amparo, cuyos objetivos se encuentran direccionados a la verificación de si las sentencias se encuentran adecuadamente argumentadas conforme a la teoría estándar de la argumentación jurídica dentro del neoconstitucionalismo. Los métodos que se utilizarán son el argumentativo, deductivo, analítico y sintético.
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Calvo González, José. "El compás y la plomada: poética espacial y metáfora literaria en derecho y arquitectura". ANAMORPHOSIS - Revista Internacional de Direito e Literatura 1, n.º 1 (20 de mayo de 2015): 37. http://dx.doi.org/10.21119/anamps.11.37-68.

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El texto organiza las relaciones entre Derecho y Arquitectura en dos vertientes: indagando sobre lo jurídico en lo arquitectónico, y analizando lo arquitectónico en lo jurídico. Para la primera de ellas recupera antecedentes históricos de la evolución que conducirá a la actual configuración de los edificios judiciales, subrayando un proceso de transformación que va desde la existencia de construcciones multiuso (Basilicae romanas, Taverns inglesas, Townhouses estadounidenses y suecas) a una funcionalidad específica y exclusiva (Courthouses. Palais de Justice). El punto de inflexión se localiza en el aumento de la importancia económica de los procesos, la solemnidad del rito procesal y el creciente auge del prestigio profesional del abogado. El texto subraya también la innovación arquitectónica de los Tribunales apoyada, como soporte, en una arquitectura del castigo. Los nuevos edificios judiciales se cimientan sobre antiguas prisiones. Se ofrecen sugestivas referencias literarias y de historia del arte. Se examinan asimismo la disposición del ornato y la decoración de los interiores en relación a garantías procesales, derecho de defensa y publicidad. La segunda trayectoria presenta las metáforas arquitectónicas utilizadas en la filosofía jurídica estatal, la teoría del derecho, el derecho constitucional y la teoría de la argumentación.
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Calvo González, José. "El compás y la plomada: poética espacial y metáfora literaria en derecho y arquitectura". ANAMORPHOSIS - Revista Internacional de Direito e Literatura 1, n.º 1 (20 de mayo de 2015): 37. http://dx.doi.org/10.21119/anamps.11.37-68/original_language.

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Resumen
El texto organiza las relaciones entre Derecho y Arquitectura en dos vertientes: indagando sobre lo jurídico en lo arquitectónico, y analizando lo arquitectónico en lo jurídico. Para la primera de ellas recupera antecedentes históricos de la evolución que conducirá a la actual configuración de los edificios judiciales, subrayando un proceso de transformación que va desde la existencia de construcciones multiuso (Basilicae romanas, Taverns inglesas, Townhouses estadounidenses y suecas) a una funcionalidad específica y exclusiva (Courthouses. Palais de Justice). El punto de inflexión se localiza en el aumento de la importancia económica de los procesos, la solemnidad del rito procesal y el creciente auge del prestigio profesional del abogado. El texto subraya también la innovación arquitectónica de los Tribunales apoyada, como soporte, en una arquitectura del castigo. Los nuevos edificios judiciales se cimientan sobre antiguas prisiones. Se ofrecen sugestivas referencias literarias y de historia del arte. Se examinan asimismo la disposición del ornato y la decoración de los interiores en relación a garantías procesales, derecho de defensa y publicidad. La segunda trayectoria presenta las metáforas arquitectónicas utilizadas en la filosofía jurídica estatal, la teoría del derecho, el derecho constitucional y la teoría de la argumentación.
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Costa, Cindy Conceição Oliveira y Sebastião Alves Teixeira Lopes. "METAFICÇÃO HISTORIOGRÁFICA E GÊNERO: UMA LEITURA DE CARTA À RAINHA LOUCA, DE MARIA VALÉRIA REZENDE". Revista de Literatura, História e Memória 17, n.º 30 (1 de febrero de 2022): 50–68. http://dx.doi.org/10.48075/rlhm.v17i30.28112.

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Resumen
Este artigo objetiva analisar aspectos ligados aos estudos de metaficção historiográfica e gênero no romance Carta à rainha louca (2019), de forma a examinar, através da protagonista-escritora, uma visão feminina do Brasil do século XVIII. Apoiamo-nos nas teorias de Hutcheon (1991; 1984), Kause (2010), Scott (1995), Santos (2020), Del Priore (1994), entre outras. Como se sabe, a História foi por muito tempo narrada fundamentalmente sob uma perspectiva europeia, branca e masculina, portanto, a metaficção historiográfica, ao se voltar para a História, encara-a de modo diferente, através de perspectivas ex-cêntricas, como a de uma mulher enclausurada e tida como louca, conforme apresentado no romance em apreço.
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Gutiérrez Aguilar, Ricardo. "Obligación contractual = Contractual obligation". EUNOMÍA. Revista en Cultura de la Legalidad, n.º 18 (1 de abril de 2020): 164. http://dx.doi.org/10.20318/eunomia.2020.5271.

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Resumen
Resumen: El presente trabajo se plantea los interrogantes tanto legales como morales a que una teoría del contrato –y de su equivalente deóntico, la promesa– aboca. Encontramos esta doble naturaleza de las obligaciones legales ya desde los tiempos del derecho romano clásico, pero no es sino desde los años 80 que el tema ha experimentado una segunda vida académica. Con el advenimiento de la llamada muerte del contrato, los teóricos de la materia han discutido si el derecho civil no debería reabsorber la teoría general sobre el contrato como disciplina independiente, y reducir su componente moral. Las obras de Charles Fried y de Patrick Atiyah, reivindicando un compromiso moral fuerte en el ejercicio de la teoría y práctica jurídica de la promesa han abierto el camino a la actualidad del debate y presentado una alternativa a la exitosa teoría económica del contrato. Palabras clave:Obligación, contrato, promesa, teorías económicas del contrato, teorías deónticas del contrato Abstract: The aim of present article is to lay out the usual legal and moral enquiries to which a theory of contract –and its deontic equivalent, promise– leads. We can assess this dual nature of legal obligations even in classic Roman Law times, but it is not until the 80s that the issue has experienced a second academic life. With the sudden rise of scholarship around the so-called death of contract, theorists on the subject have discussed if would not be more convenient to reabsorb the general theory of contract as an independent discipline within tort law, reducing in this exercise its moral component. Charles Fried’s and Patrick Atiyah’s work vindicating a strong moral commitment in legal theory and practice through the underlying idea of promise has left opened the trail to contemporary debate and offered an alternative to the otherwise successful economic theory of contract. Keywords: Obligation, contract, promise, economic theories of contract, deontic theories of contract
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Passos, Mateus Yuri. "De personagens, partículas e destino: o ensaísmo de Giacomo Debenedetti". Remate de Males 31, n.º 1-2 (20 de agosto de 2012): 227–40. http://dx.doi.org/10.20396/remate.v31i1-2.8636231.

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Resumen
Abordamos neste artigo a ensaística de Giacomo Debenedetti (1901-1967), buscando identificar seus principais temas e preocupações e caracterizar seu estilo. As diversas referências aí presentes não se restringem à literatura e à arte, atingindo os domínios da psicanálise, sociologia da ciência, teoria da seleção natural e física quântica e pressupondo um leitor não especializado mas erudito. Em seus últimos ensaios, Personaggi e destino (1947) e Commemorazione provvisoria del personaggio-uomo (1967) podemos identificar o principal tema de suas obras: o romance e os personagens modernos, que já não podem ser apreendidos como seus correspondentes românticos e naturalistas. O primeiro ensaio lida com o novo tipo de personagem e narrativa apresentados por Joyce, Proust, Pirandello e Kafka e a perda de modelos da literatura do oitocentista, enquanto o segundo se centra na análise das novas formas de romance e de personagens.
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Moreno, Luis Ferney. "Precedente judicial y administrativo en la regulación económica colombiana". Revista Derecho del Estado, n.º 37 (15 de diciembre de 2016): 165. http://dx.doi.org/10.18601/01229893.n37.05.

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Resumen
Sin desconocer la vigencia e importancia de la doctrina probable, desde la promulgación de la Constitución de 1991 el ordenamiento jurídico colombiano, de marcada tradición romano-francesa, empezó a experimentar una aproximación hacia los sistemas de derecho anglosajón, gracias a la labor interpretativa de la Corte Constitucional. Así, a partir de la rígida aplicación de la ley por parte del juez se empezó a abrir camino la aplicación de la teoría del precedente, primero en materia judicial y luego en materia administrativa. Paralelo a esto, en la década de 1990 Colombia emprendió un programa de apertura económica que consagró el modelo de Estado mixto, dentro del cual coexiste la libertad económica con la regulación. De esta manera, la evolución de las fuentes del derecho nacional, aunada a la consagración de un Estado regulador que interviene en la economía, puso de presente el sometimiento de las autoridades administrativas de regulación al precedente judicial y administrativo.
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Masci, Belén. "Evolución de la responsabilidad civil en el derecho argentino y español". Anales de la Facultad de Ciencias Juridicas y Sociales de la Universidad Nacional de La Plata, n.º 49 (9 de diciembre de 2019): 005. http://dx.doi.org/10.24215/25916386e005.

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La Responsabilidad Civil es un tópico que acompaña al hombre en su evolución, a la par de sus necesidades, de su vida y de su concepto de justicia. Dicha metamorfosis, será estudiada navegando de manera comparativa por las aguas del derecho argentino y las del derecho español, viendo cómo ambos avanzan en igual sentido hasta cierto punto de disparidad. Tanto el código civil argentino como el español siguen el sistema romano-germánico teniendo como fuente el modelo francés, en este sentido se visualizará que ambos han dividido a la Responsabilidad en Contractual y Extracontractual. La aclamación de una Teoría General de la Obligación aplicable a ambas órbitas se ha producido en ambos países, sin embargo en Argentina ese pedido fue recepcionado por el Código Civil y Comercial que entró en vigor en Agosto 2015; ello es sin dudas la asignatura pendiente del derecho español.
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Mendez, Hugo Eliecer Dorado y Gilmei Francisco Fleck. "PROJETOS DECOLONIAS NA AMÉRICA LATINA: O ROMANCE HISTÓRICO LATINO-AMERICANO E A DUPLA DESCOLONIZAÇÃO EPISTEMOLÓGICA". Nova Revista Amazônica 10, n.º 1 (8 de junio de 2022): 125. http://dx.doi.org/10.18542/nra.v10i1.12763.

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No presente artigo, temos por objetivo estabelecer bases epistemológicas a partir das quais se viabilize a realização de um estudo de literatura comparada focado no gênero romance histórico em correlação com os estudos decoloniais no contexto latino-americano. Dessa maneira, em primeira instância, desenvolvemos uma pesquisa bibliográfica a respeito do pensamento decolonial e seu desdobramento teórico no contexto da América Latina. Examinamos e determinamos conceitos essenciais para a pesquisa, tais como: o giro decolonial, o pensamento fronteiriço, a matriz colonial e opção decolonial; e estabelecemos algumas pautas para a diferenciação dos conceitos colonialismo/colonialidade, e seus derivados. No segundo momento, abordamos aspectos essenciais da crítica e da teoria contemporânea a respeito do gênero romance histórico, apontando para as peculiaridades das fases e das modalidades em que alguns teóricos classificam as produções do gênero. Vinculamos ambas as discussões para chegar à compreensão das vias pelas quais o romance histórico latino-americano pode ser contemplado e examinado como uma prática da opção decolonial: um exercício do pensamento fronteiriço. Baseamo-nos nos postulados sobre o romance histórico nas obras de Menton (1993), Del Pozo González (2017) e Fleck (2017) e nos estudos decoloniais de Quijano (1988, 2000), Dusell (1994) e Mignolo (2000; 2007), entre outros.
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Chiafele, Anna. "Antonio Scurati e Il bambino che sognava la fine del mondo: uno scrittore ai confini tra realtà, finzione e autofinzione". Quaderni d'italianistica 35, n.º 2 (22 de julio de 2015): 215–40. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v35i2.23622.

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Il seguente saggio intende analizzare un romanzo di Antonio Scurati: <i>Il bambino che sognava la fine del mondo</i> (2009). Quest’opera, ai confini tra realtà, finzione e autofinzione, si inserisce perfettamente all’interno del dibattito sul <i>New Realism</i>. Scurati non ci offre solamente la rielaborazione romanzesca di due storie di presunta pedofilia, ma ci propone una spiegazione di come una macchinazione possa essere montata, a livello nazionale, grazie ai giornali, alla televisione ed a altri mezzi di comunicazione. Partendo da alcune teorie di Jean Baudrillard sul simulacro e sulla iperrealtà, vengono qui messi in risalto alcuni dei meccanismi che generano una realtà simulata, la quale risulta essere più reale del reale e trasporta l’essere umano all’interno di un costante <i>reality show</i>. In una realtà trasformatasi in <i>reality show</i> svaniscono i labili confini tra attori e spettatori, tra vittime e carnefici, tra accusatori e accusati, e tra realtà e finzione e questo crea smarrimento in una società postindustriale quale la nostra, in cui si vive attanagliati da una paura le cui origini sono difficili da identificare.
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Rabbi-Baldi Cabanillas, Renato. "Derecho y ley (relecturas desde el pensamiento de Alvaro D’Ors)". Persona y Derecho, n.º 75 (16 de enero de 2018): 381–92. http://dx.doi.org/10.15581/011.8377.

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El propósito de este trabajo es examinar la distinción entre derecho y ley en el pensamiento de Alvaro D'Ors y su repercusión en el marco de la teoría de las fuentes del derecho. A tal fin, se parte de la distinción, de origen romano, entre auctoritas y potestas y se examina la cuestión desde la clasificación orsiana de las ciencias. La tesis que se sustenta es que si bien ambas nociones, en la lógica del autor, difieren (el derecho es producto de la autoridad de la doctrina; la ley de la potestad de quienes gobiernan), sin embargo, en línea con la tradición iusnaturalista, existe entre ambos términos una unidad conceptual de base. Es así en la medida en que en el pensamiento de D’Ors la ley, en última instancia y pese a algunos reparos históricos que formula el autor y que son críticamente estudiados en este trabajo, se nutre del contenido de autoridad que proporciona el derecho.
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Uriel Rodríguez, Pablo. "La persona ante Dios". Revista de Filosofía Universidad Iberoamericana 53, n.º 150 (11 de diciembre de 2020): 74–112. http://dx.doi.org/10.48102/rdf.v53i150.74.

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La reflexión antropológica de Kierkegaard constituyó una de las más impor- tantes bases del pensamiento personalista de Romano Guardini. El teólogo católico le prestó particular atención a la teoría de la subjetividad expuesta en La enfermedad mortal, a la que criticó en varios de sus ensayos y libros. El teó- logo católico alemán sostiene que Anti-Climacus desarrolla una antropología dinámica que conduce a una comprensión catastrófica de la libertad humana. Comienzo señalando el modo en que el pensamiento maduro de Guardini se apropia de la noción del yo expuesta en La enfermedad mortal. A continuación, reconstruyo el análisis que realiza Guardini del libro de Anti-Climacus en dos artículos redactados durante la década de 1920. Luego, explico por qué motivo Anti-Climacus se ve obligado a defender esa antropología dinámica rechazada por el teólogo católico. Por último, indico la inspiración kierkegaardeana en la respuesta de Guardini al problema de la relación entre la libertad humana y la omnipotencia divina.
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Brown, A. G. y C. Ellis. "People, climate and alluviation: theory, research design and new sedimentological and stratigraphic data from Etruria". Papers of the British School at Rome 63 (noviembre de 1995): 45–73. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200010199.

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POPOLI, CLIMA ED ALLUVIONI: TEORIA, PROGETTO DI RICERCA E NUOVI DATI SEDIMENTOLOGICI E STRATIGRAFICI DALL'ETRURIAQuesto lavoro presenta il progetto di ricerca, i dati stratigrafici e la datazione preliminare (ceramica e paleomagnetica) di un nuovo studio sull'alluvione regionale in Etruria. Le mutevoli relazioni tra popolazione, uso della terra ed erosione nel Mediterraneo vengono discusse allo scopo di mettere in discussione alcune tradizionali ipotesi eco-demografiche. I risultati preliminari indicano un cambiamento da fiumi lateralmente mobili che erodevano e depositavano sabbia e ghiaia durante il periodo Romano, ad una rapida alluvione formata da silt sabbioso tra il tardo medioevo ed il periodo rinascimentale. Il silt sabbioso superficiale tende ad ispessirsi andando da nord a sud e si pensa che ciò sia più probabilmente dovuto all'intensificazione dello sfruttamento del suolo piuttosto che a variazioni climatiche fra diverse aree dell'Etruria.
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Sobański, Remigiusz. "Prawo kanoniczne a kultura prawna". Prawo Kanoniczne 35, n.º 1-2 (5 de junio de 1992): 15–33. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1992.35.1-2.02.

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Si presenta la versione polacca di una relazione tenuta nell’ambito dei seminari sul tema „Scienza giuridica e diritto canonico” al’Università di Torino 2. 5. 1990. Il testo originale viene pubblicato nel volume sullo stesso tema curato da Rinaldo Bertolino, Torino 1991. Ci presentiamo le osservazioni finali. 1. Il diritto canonico non può non giovarsi dello sviluppo della cultura giuridica (allo stesso modo che l'intero magistero della Chiesa non può non giovarsi del patrimonio culturale dell’umanità). Immutato è il quesito di fondo: in che misura queste vicende possono riuscire utili ad esprimere la „verità” ecclesiale. L’utilità dipende dallo sviluppo delle scienze giuridiche, come di quelle ecclesiali: il che significa che il diritto canonico ha, di fronte alla cultura giuridica, un atteggiamento aperto ed assorbente, pur se differenziato e non privo di critica. 2. Per sua vocazione universale la Chiesa ha un atteggiamento aperto di fronte alla cultura giuridica d’ogni ambiente in cui esse è presente ed agisce. Il riferimento alla cultura giuridica locale e i rapporti con le vicende delle culture regionali sono omogenei con i principi fondamentali della relazione Chiesa universale-Chiese locali. L’influsso del diritto romano e di quello germanico sul diritto canonico, da un lato; la romanizzazione del diritto dei barbari attraverso la Chiesa o, anche, l’influsso del diritto canonico p. es. sul diritto polacco dall’altro, dimostrano quanto il contatto della Chiesa con la cultura giuridica dell’ambiente possa ruiscire fecondo. 3. Negli ultimi secoli la presenza del diritto canonico nella cultura giuridica è, al massimo, passiva. Cerca d’assicurarsela una presenza mediante l’adattamento. Se anche sia vero che qualunque presenza debba accompagnarsi con la disponibilità ad imparare, occorre riconoscere che questa posizione unicamente difensiva non consente al diritto canonico di incidere e di ispirare la cultura giuridica. Inoltre, l’esito di questa presenza (passiva) è parziale, non solo perché le premesse filosofiche che fondano il pensiero giuridico sono (o sembrano essere) per la Chiesa inaccettabili, ma perché, in seguito all‘atteggiamento esclusivamente recettizio, si corre il rischio di trasferire nell’ambito metagiuridico tutto cio che non si ritrovi nell’ottica delle attuali dottrine giuridiche. 4. Non c’è dubbio che la Chiesa non sia l’ambiente topico di sviluppo delle scienze giuridiche e che la scienza giuridica goda di una sua piena autonomia. Ma la comunione ecclesiale, non di raro definita Ecclesia iuris, non lo è in seguito alla recezione del diritto ab extrinseco, ma in forza della propria immanente dimensione giuridica. (Senza di essa non avrebbe ragion d’essere un autonomo diritto canonico, ed i problemi organizzativi della Chiesa potrebbero essere risolti alla stregua del solo diritto ecclesiastico dello Stato). Si deve quindi riconoscere che la Chiesa, iscritta nella storia umana del diritto, ha qualche cosa da dire nella sfera del diritto, sia nella sua dimensione ideologica che in quella della sua realizzazione pratica. L’assenza di un ruolo ispiratore del diritto canonico sulla scienza giuridica contemporanea dovrebbe dar a pensare per la più che i fondamentali problemi giuridici vengono continuamente discussi dai cultori di diritto: viviamo tuttavia in un mondo di nazioni sempre più unite nel quale le interferenze di differenti teorie e sistemi giuridici tendono ad aumentare e le dottrine giuridiche si rivelano particolarmente suscettibili agli influssi di molteplici filosofie. 5. Su un contatto non unidirezionale ma bilaterale del diritto canonico con la cultura giuridica si potrà contare soltanto allora, quando la canonistica abbia fatto proprio il metodo del Concilio Vaticano II, durante il quale la Chiesa ha rinunciato a presentarsi ratione status, ed ha invece cercato di esporre la sua natura secondo la propria convinzione di fede. Anche nel diritto canonico bisogna finalmente decidersi ad una riflessione profondo sulla Chiesa alla luce della fede, sulle proprie radici e finalità, per poter realizzare il diritto ecclesiale nel modo più coerente e per potere, per cio stesso, dialogare con le altre culture giuridiche. Il dialogo non nascerà da una passiva traslitterazione, quasi a ricalco, del diritto civile nell’ambiente ecclesiale, ma attraverso una franca ed aperta meditazione sulle proprie premesse ontologiche, le proprie peculiarità, le proprie esigenze: anche quelle di una „nuova giustizia”. Soltanto allora la presenza del diritto canonico nella cultura giuridica potrà essere non solo riproduttiva, ma anche produttiva. 6. Anche sotto questo punto di vista appare urgente la necessità di una robusta elaborazione di una teoria generale del diritto canonico. Si tratta di una teoria del diritto della Chiesa secondo il suo proprio „credo Ecclesiam”, non già elaborata all’interno di rigide teorie aprioristiche. Troppo generiche e scarsamente feconde le prese di posizione a favore di una deteologizzazione del diritto ecclesiale e, al contrario, le obiezioni stesse contro una presunta sua teologizzazione. Non si tratta invero di una „teologizzazione”, ma di prendere in seria considerazione i principi teologici, grazie ai quali il dialogo con la cultura giuridica diventa possibile e razionale.
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Wylecioł, Ryszard. "ANALISI COMPARATA DEI COSTRUTTI CONCETTUALI [AND + A] E [AND + IN] IN BASE AD ESEMPI SCELTI DELLA LINGUA ITALIANA, SPAGNOLA E FRANCESE: UNO STUDIO COGNITIVO". Italiano LinguaDue 13, n.º 2 (26 de enero de 2022): 397–419. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17145.

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Resumen
Lo scopo dell’articolo è una breve analisi cognitiva degli eventi di parola italiani realizzanti un costrutto concettuale [TR + AND + PREP + LM], che a livello superficiale consiste nell’infinito italiano andare seguito da un complemento introdotto da una delle preposizioni italiane a oppure in. Durante la ricerca, diversi modi in cui la scena menzionata si costruisce vengono comparati con esempi analoghi, la cui fonte risiede in altre due lingue romanze, ossia lo spagnolo ed il francese. Riteniamo che questo tipo d’analisi permetta di tracciare sia similitudini che discrepanze nella concettualizzazione della realtà extralinguistica fra gli utenti dei tre sistemi linguistici, che sono apparentemente considerati molto simili. L’analisi viene compiuta sulla base della grammatica cognitiva di R. Langacker, con un focus particolare sulla relazione traiettore-landmark, e sulla teoria della metafora concettuale di M. Johnson e G. Lakoff. Comparative analysis of conceptual constructs [and + a] and [and + in] based on selected examples from Italian, Spanish and French: a cognitive study The article is a brief cognitive analysis of Italian word events realizing a conceptual construct [TR + AND + PREP + LM], which at the surface level consists of the Italian infinitive andare followed by a complement introduced by one of the Italian prepositions a or in. During the research, different ways in which the mentioned scene is constructed are compared with similar examples whose source is in two other Romance languages, namely Spanish and French. This type of analysis allows to trace both similarities and discrepancies in the conceptualization of extralinguistic reality among users of the three language systems, which are apparently considered very similar. The analysis was performed on the basis of R. Langacker’s cognitive grammar with a particular focus on the trajector-landmark relationship, and M. Johnson and G. Lakoff’s theory of conceptual metaphor.
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Miquel Baldellou, Marta. "Leaving Darwing behind? Transcending body, mind and soul through the occult in Edward Bulwer-Lytton´s a strange story". Estudios Humanísticos. Filología, n.º 31 (1 de diciembre de 2009): 145. http://dx.doi.org/10.18002/ehf.v0i31.2859.

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Resumen
En la novela A Strange Story, concebida como un romance en defensa de lo sobrenatural, Bulwer- Lytton aspira a conducir a su héroe Allen Fenwick hacia la creencia en la existencia del alma. Bulwer- Lytton intenta redimir a Fenwick a través de la reducación espiritual, cuestionando así la teoría de la evolución de Darwin, publicada dos años antes que A Strange Story. Pese a todo, Bulwer-Lytton emplea la ciencia para analizar el alma. En el periodo victoriano, el siempre presente tema de la evolución del cuerpo humano como resultado de la selección natural de Darwin, la prevalencia de la mente como legado del periodo de la Ilustración y la posición problemática del alma como resultado del cuestionamiento de los preceptos cristianos son cuestiones tratadas y evaluadas en la novela de ideas de Bulwer-Lytton. El propósito de este artículo es analizar la forma en que los ideales victorianos respecto a la mente, el cuerpo y el alma son reflejados, a la par que transcendidos, a través de la utilización metafórica de lo oculto y el proceso de envejecimiento de sus personajes arquetípicos
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Fernández Sarasola, Ignacio. "Dos escritos inéditos de Jovellanos sobre la Constitución histórica". Pasado y Memoria. Revista de Historia Contemporánea, n.º 24 (26 de enero de 2022): 356. http://dx.doi.org/10.14198/pasado2022.24.15.

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Resumen
La teoría del Estado de Jovellanos se adscribía al iusracionalismo, principalmente ligado a autores como Christiaan Wolff y Samuel Puffendorf, Jean-Jacques Burlamaqui, Gottlieb Heinnecio, Jean Domat y Hugo Grocio. A su parecer, además de emplear las obras de estos autores en los estudios jurídicos cursados en España, debía adoptarse su metodología, sustituyendo así el enfoque escolástico tradicional aplicado en España. Jovellanos se adscribía a los planes de reforma de los estudios jurídicos diseñados por Gregorio Mayáns y Pablo de Olavide. Él mismo había estudiado leyes y cánones, pero consideraba que su formación académica no había sido adecuada. De hecho, durante el siglo XVIII, la mayoría de los juristas españoles, tras culminar sus estudios universitarios, debían recibir una formación específica para poder conocer las normas legales españolas que no habían aprendido en la Universidad, donde el Derecho Romano seguía siendo la única fuente legal explicada. Si bien la teoría del Estado de Jovellanos seguía esa línea de pensamiento iusracionalista, su idea de Constitución seguía planteamientos historicistas. Rechazaba la idea de una Constitución nacida del ejercicio del poder constituyente, obviando así las doctrinas de Emmanuel Joseph Sieyès. Muy al contrario, consideraba que las constituciones nacen a partir de un proceso histórico. Aun así, en sus primeros escritos Jovellanos no identificaba «Constitución» con Leyes Fundamentales, sino con la estructura socio-política de un país. Ambos textos inéditos que se presentan muestran las teorías jovellanistas sobre ‘Estado’ y ‘Constitución’. El primero de ellos es el borrador de dos cartas dirigidas a un destinatario desconocido. No fue incluido en las Obras Completas de Jovellanos. El segundo parece ser el desarrollo de un borrador destinado a una nueva edición del Fuero Juzgo encargado por la Real Academia Española.
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Meyer, Sabine y Clemens Räthel. ""Ellers havner du på St. Jørgen"". Nordlit, n.º 50 (16 de diciembre de 2022): 67–81. http://dx.doi.org/10.7557/13.6828.

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Resumen
Artikkelen tar for seg den svenske forfatteren Klas Östergrens roman Hilde (2019), som tar opp og utvider historien om Henrik Ibsens karakter Hilde Wangel. Dette bestillingsverket ble til som en del av det skandinaviske litteraturprosjektet Ibsen NOR, som så langt har fått lite oppmerksomhet innen litteraturvitenskap. Målet med denne artikkelen er å se på både fortellinger om sykdom og det flerlagsforhold mellom hovedpersonen og medisinen i romanen. Fokus er på en psykoanalytisk scene som dukker opp tre ganger i Hilde. Innenfor denne betraktningen utforskes romanens forhold til de underliggende dramaene og andre litterære intertekster samt til medisinsk og (litteratur)vitenskapelig teori og praksis.
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Lariguet, Guillermo. "La exigencia retórica in utramque partem y el tema del escepticismo. Algunas reflexiones sobre Razones públicas de Andrés Rosler". Discusiones 23, Especial (30 de abril de 2020): 117–57. http://dx.doi.org/10.52292/j.dsc.2019.2218.

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Considerando el libro de Andrés Rosler, Razones públicas, en este trabajo me centro en la naturaleza del debate político en el modelo republicano romano clásico. Reconstruyo cuáles eran las bases histórico-filosóficas que aquel debate tenía en las reflexiones de Cicerón. Sostengo que el requisito retórico in utramque partem se vinculaba con el escepticismo débil antiguo de los académicos Arcesilao y Carnéades. Posteriormente, dicho escepticismo mutó a uno de tipo fuerte en la obra de Pirrón y Sexto Empírico. A continuación, muestro las conexiones de esta clase de escepticismo con la teoría política y moral contemporánea. Más adelante, expongo lo que denomino un escepticismo en materia política. Cambiando el estilo profesoral del trabajo, presento ejemplos contemporáneos de la política argentina a fin de identificar lo que llamo escenarios escépticos matrix. Una de las tesis que defiendo es que la epoché indefinida es imposible, así como la ataraxia plena, ambas son problemáticas de admitir en un campo, como el político, dirigido a la resolución de problemas.
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Comberiati, Daniele. "La colonia cinese: Le rappresentazioni culturali e letterarie della Concessione italiana di Tientsin nella letteratura e nella cultura italiana del Novecento". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 48, n.º 3 (10 de agosto de 2014): 398–410. http://dx.doi.org/10.1177/0014585814540421.

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Pur essendo stata breve e marginale rispetto alle altre esperienze coloniali, la Concessione italiana di Tientsin (1901–1947), unica esperienza di colonizzazione italiana in Asia, è interessante per le particolari dinamiche di decostruzione e ricostruzione dell’identità nazionale di cui è stata portatrice. Attraverso lo studio delle rappresentazioni letterarie e culturali di cui è stata oggetto (dai romanzi tardo-futuristi del collettivo marinettiano de I Dieci fino al fumetto Shanghai Devil di Gianfranco Manfredi, passando per le autobiografie degli ufficiali e per i testi degli esploratori, senza dimenticare di motivare “l’assenza” della Concessione italiana di Tientsin negli scritti sulla Cina degli scrittori degli anni Sessanta), la concessione cinese può, infatti, rappresentare una sorta di “laboratorio del colonialismo”, dove più evidenti sono le contraddizioni e i conflitti della presunta omogeneità nazionale. Nell’articolo, attraverso un’analisi diacronica e grazie all’apporto delle teorie postcoloniali e degli studi sulla razza, si passano in rassegna non solo i testi letterari su Tientsin, ma anche le dinamiche orientaliste e le rappresentazioni della razza e dell’identità italiana che essi mettono in gioco.
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Santos, Jaqueline Marinho dos. "A questão da raça no século XIX e no romance Palmares (1885), de Joaquim de Paula Souza". Simbiótica 9, n.º 2 (3 de octubre de 2022): 122–39. http://dx.doi.org/10.47456/simbitica.v9i2.39248.

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Resumo Publicado inicialmente no jornal A Constituinte, entre maio e julho de 1880, o romance Palmares, escrito pelo médico, fazendeiro e historiador paulista Joaquim de Paula Souza, ganharia sua primeira e única versão em livro cinco anos depois. Embora tenha como tema a vida dos paulistas do tempo colonial, aos quais se atribuiu a destruição de Palmares, essa obra também dialoga com seu contexto de produção e circulação, marcado pelo movimento abolicionista e pela presença ascendente das teorias cientificistas nos discursos dos intelectuais brasileiros. Dessa forma, sob a luz da historiografia que estuda o final do século XIX e discute essas teorias no Brasil, a proposta do artigo é analisar Palmares e compreender como um membro da elite de São Paulo percebia os diferentes grupos raciais. Palavras-chaves: Romance; Fonte Histórica; Paulista; Teorias Cientificistas. Abstract Initially published in the newspaper A Constituinte, between May and July 1880, the novel Palmares, written by the Paulista physician, farmer and historian Joaquim de Paula Souza, would soon have its first and only book version five years later. Although it has as theme the life of the Paulistas of the colonial period, to whom the destruction of Quilombo dos Palmares was attributed, this work also dialogues with its context of production and circulation – distinguishable by abolitionist movement and by rising presence of scientific theories among the debates of Brazilian intellectuals. Thus, under the historiography light that studies the end of the 19th century and these theories in Brazil, the aim of the article is to analyze Palmares and comprehend how a member of the São Paulo elite observed different racial groups. Keywords: Novel; Historical Resources; Paulistas; Scientific Theories. Resumen Publicada inicialmente en el diario A Constituinte, entre mayo y julio de 1880, la novela Palmares, escrita por el médico, hacendado e historiador paulista Joaquim de Paula Souza, luego tendría su primera y única versión en libro cinco años después. Si bien su tema es la vida de los paulistas de la época colonial, a quienes se atribuye la destrucción de Palmares, esta obra también dialoga con su contexto de producción y circulación, marcado por el movimiento abolicionista y la creciente presencia de teorías científicas en los discursos de intelectuales brasileños. Así, a la luz de la historiografía que estudia el final del siglo XIX y discute estas teorías en Brasil, el objetivo del artículo es analizar Palmares y comprender cómo un miembro de la élite paulista observaba los diferentes grupos raciales. Palabras-claves: Novela; Fuente Histórica; Paulista; Teorías Científicas.
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Roberto González, Javier. "A formação da ficção cavaleiresca: do heroísmo épico ao cortesão (Séculos XII-XIV)". SIGNUM - Revista da ABREM 14, n.º 2 (1 de febrero de 2014): 205. http://dx.doi.org/10.21572/2177-7306.2014.v14.n2.10.

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A ficção cavaleiresca medieval, identificada com a matéria artúrica, reconhece, ainda no seu processo de formação, outros componentes e antecedentes que é necessário assinalar e analisar com precisão, como a épica dos cantares de gesta, a historiografia latina e o romance, a hagiografia, entre outros. Se o século XIII vê nascer as primeiras traduções da matéria artúrica francesa na Península Ibérica, o século XIV produzirá as duas primeiras “novelas” vernáculas essencialmente cavaleirescas: o Libro del caballero Zifar e o Amadis de Gaula. Este estudo analisará a configuração ficcional do heroísmo cavaleiresco manifestada nestes romances artúricos e nas obras castelhanas fundamentais, à luz da teoria das três matrizes narrativas (cosmogônica, heroica, novelesca), em cujo marco o heroísmo épico dos cantares de gesta se define como acabadamente inscrito na matriz heroica, enquanto o heroísmo cavaleiresco-cortês apresenta uma natureza mista que o situa na transição da matriz heroica à novelesca.
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Montaño Oliveros, Jessica. "Por una geopolítica de las lenguas romances". Ciencias Sociales y Educación 10, n.º 20 (14 de diciembre de 2021): 285–97. http://dx.doi.org/10.22395/csye.v10n20a13.

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(Traducción del francés al español de Jessica Montaño Oliveros) Este artículo de reflexión nos propone un breve recorrido histórico de la política contemporánea de las lenguas romances y su relación con los demás grupos lingüísticos (xfonías). A través de una analogía con la teoría de juegos, establecida alrededor de los diferentes organismos e instituciones propias de cada región, se evidencia la influencia de los intereses de la globalización a nivel cultural y, sobre todo, económico; el discurso de lo políticamente correcto limita las iniciativas para una intercomprensión entre la hispanofonía, la francofonía y la lusofonía. Sin embargo, existe una solución viable desde el punto de vista educativo con el fin de mejorar el futuro de la geopolítica lingüística romance.
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