Literatura académica sobre el tema "Teoria critica della tecnologia"

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Artículos de revistas sobre el tema "Teoria critica della tecnologia"

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NETO CUNHA, Joaquim Ferreira da. "O smartphone na aprendizagem à luz da Teoria Histórico Crítica". INTERRITÓRIOS 6, n.º 11 (6 de agosto de 2020): 182. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i11.247755.

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Resumen
Este trabalho tem por objetivo principal refletir a utilização das tecnologias móveis na aprendizagem à luz da Teoria Histórico Critica. A metodologia a ser utilizada é a revisão literária em textos consagrados da literatura da área pesquisada. O smartphone, enquanto tecnologia digital móvel alterou a forma de comunicação e informação, convergindo diversas funcionalidades com o fato de se fazer onipresente, e apresentando inúmeras possibilidades que podem ser utilizadas a favor do ensino-aprendizagem. Nesse sentido, a Teoria Histórico Critica vem contribuir com o processo ensino e aprendizagem, pois propicia ao educando uma aprendizagem significativa, promovendo suas capacidades psíquicas, a socialização do saber sistematizado, promovendo a promoção humana, alterando seus comportamentos para se colocarem conscientemente no âmbito social. Destarte, percebemos que a tecnologia móvel smartphone é uma auxiliar muito importante no processo de ensino, onde os educando buscam constantemente novos conhecimentos. Smartphone. Tecnologias da Informação e Comunicação (TIC). Teoria Histórico Crítica.ABSTRACT This work has as main objective to reflect the use of mobile technologies in learning in the light of the Critical Historical Theory. The methodology to be used is the literary revision of consecrated texts of the literature of the researched area. The smartphone, as a mobile digital technology, changed the form of communication and information, converging several functionalities with the fact of being ubiquitous, and presenting numerous possibilities that can be used in favor of teaching-learning. In this sense, the Critical Historical Theory contributes to the teaching and learning process, as it provides the student with meaningful learning, promoting their psychic abilities, the socialization of systematized knowledge, promoting human promotion, changing their behaviors to place themselves consciously in the social sphere. Thus, we realize that mobile smartphone technology is a very important aid in the teaching process, where the students constantly seek new knowledge.Smartphone. Information and Communication Technologies (TIC). Critical Historical Theory. RESUMEN Este trabajo tiene como objetivo principal reflejar acerca del uso de tecnologías móviles en el aprendizaje a la luz de la Teoría Histórica Crítica. La metodología a utilizar es la revisión literaria de textos consagrados de la literatura del área investigada. El smartphone, como tecnología digital móvil, ha cambiado la forma de comunicación e información, convergiendo varias características con el hecho de que es omnipresente y presenta numerosas posibilidades que pueden utilizarse a favor de la enseñanza-aprendizaje. En este sentido, la Teoría Histórica Crítica viene a contribuir al proceso de enseñanza y aprendizaje, ya que proporciona al estudiante un aprendizaje significativo, promueve sus habilidades psíquicas, socializa el conocimiento sistematizado, promueve la promoción humana, cambia sus comportamientos para ubicarse conscientemente en la esfera social. Por lo tanto, nos damos cuenta de que la tecnología móvil smartphone es una ayuda muy importante en el proceso de enseñanza, donde los estudiantes buscan constantemente nuevos conocimientos. Smartphone. Tecnologías de la Información y la Comunicación (TIC). Teoría Histórica Crítica.RIASSUNTO Questo lavoro ha come obiettivo principale quello di riflettere l'uso delle tecnologie mobili nell'apprendimento alla luce della teoria storica critica. La metodologia da utilizzare è la revisione letteraria in rinomati testi della letteratura dell'area ricercata. Lo smartphone, in quanto tecnologia digitale mobile, ha cambiato la forma di comunicazione e informazione, facendo convergere diverse funzionalità con il fatto che è onnipresente e presenta numerose possibilità che possono essere utilizzate a favore dell'insegnamento-apprendimento. In questo senso, la Teoria storica critica arriva a contribuire al processo di insegnamento e apprendimento, poiché fornisce allo studente un apprendimento significativo, promuovendo le sue capacità psichiche, la socializzazione della conoscenza sistematizzata, promuovendo la promozione umana, cambiando i loro comportamenti per posizionarsi consapevolmente nella sfera sociale . Pertanto, ci rendiamo conto che la tecnologia dello smartphone mobile è un aiuto molto importante nel processo di insegnamento, in cui gli studenti cercano costantemente nuove conoscenze.Smartphone. Tecnologie dell'informazione e della Comunicazione (TIC). Teoria Storica Critica.
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Genovese, Rino, Corrado Piroddi y Timothy Tanbassy. "Relativismo e critica della teoria critica". SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), n.º 49 (junio de 2014): 153–61. http://dx.doi.org/10.3280/las2014-049012.

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Brambilla, Rossana. "Critica della pedagogia e teoria critica dell'educazione". COSTRUZIONI PSICOANALITICHE, n.º 23 (mayo de 2012): 105–20. http://dx.doi.org/10.3280/cost2012-023008.

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Resumen
Teoria critica e pedagogia non hanno mai dialogato profondamente. I pedagogisti affermano che il loro oggetto di studio sia l"educazione. Ma il loro punto di vista non gode di una dignitŕ scientifica, riconosciuta anche dalle altre discipline. Le teorie pedagogiche oscillano soprattutto tra definizioni di valori da perseguire nel lavoro educativo e proposte di tecniche per gestire l"educazione, spesso importate dalla psicologia e dalla psichiatria. Questo impedisce ai processi educativi di produrre effetti di emancipazione sociale e culturale. Ma nella Teoria critica, e in particolare nel pensiero di Adorno e Horkheimer, troviamo le coordinate capaci di portare una disciplina, e anche la pedagogia, verso la scoperta dei suoi compiti "critici".
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Gallino, Luciano. "Sociologia e teoria critica della società". Quaderni di Sociologia, n.º 29 (1 de agosto de 2002): 73–90. http://dx.doi.org/10.4000/qds.1278.

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Gallino, Luciano. "Sociologia e teoria critica della società (2002)". Quaderni di Sociologia, n.º 70-71 (1 de noviembre de 2016): 229–46. http://dx.doi.org/10.4000/qds.792.

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Fisette, Denis. "La teoria dei segni locali. Stumpf, critico di Lotze". PARADIGMI, n.º 2 (agosto de 2012): 47–60. http://dx.doi.org/10.3280/para2012-002004.

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Resumen
L'articolo offre un'analisi della teoria dei segni locali sviluppata da H. Lotze e delle critiche avanzate da C. Stumpf. L'autore mostra inoltre come tale critica della nozione di segno locale sia strettamente legata a una messa in discussione da parte di Stumpf degli assunti metafisici di origine kantiana sullo spazio. Infine, l'autore rileva come questa critica del paradigma kantiano allora dominante sia decisiva per il perfezionamento da parte di Stumpf della distinzione brentaniana fra contenuti psichici indipendenti e dipendenti.
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Bottaccioli, Francesco. "La Teoria Polivagale. Una teorizzazione sbagliata su un circuito nervoso di grande rilievo". PNEI REVIEW, n.º 1 (abril de 2022): 7–19. http://dx.doi.org/10.3280/pnei2022-001002.

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Renault, Emmanuel. "L'individualitÀ come categoria critica". SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), n.º 35 (septiembre de 2009): 159–74. http://dx.doi.org/10.3280/las2009-035012.

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Resumen
- L'articolo ricostruisce la tradizione della teoria critica nella quale il concetto di individualitÀ ricopre un ruolo centrale. Questo concetto č cruciale giÀ in Marx, sia per la sua antropologia, sia per la sua teoria sociale e il suo retroterra normativo. La posizione centrale dell'individualitÀ diviene piů esplicita in Adorno, che ne intreccia aspetti critici e utopici. Infine, č indubbia l'appartenenza di Honneth a questa tradizione, che egli si propone di attualizzare in prospettiva socio-psicologica, tenendo nel debito conto le trasformazioni del capitalismo contemporaneo.
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Mazzone, Leonard. "Per una critica interna dei paradossi del capitalismo. Capitalismo e riconoscimento di Axel Honneth". COSTRUZIONI PSICOANALITICHE, n.º 21 (abril de 2011): 163–75. http://dx.doi.org/10.3280/cost2011-021010.

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Resumen
Analizzando alcuni saggi recenti di Axel Honneth - tradotti e raccolti nell'edizione italiana-, l'articolo focalizza l'attenzione sull'influenza reciproca tra le moderne sfere del riconoscimento sociale e gli ultimi sviluppi del capitalismo. Attraverso questo confronto, l'articolo sintetizza il tentativo di Honneth di articolare una teoria della giustizia incentrata sul concetto di riconoscimento. Questa opzione teorica consente di prospettare una diagnosi delle odierne patologie sociali e di affrontare gli effetti paradossali connessi alle tendenze di sviluppo del capitalismo: in effetti, la disamina dei processi sociali, culturali, economici e politici degli ultimi decenni testimonia l'inversione delle intenzioni normative originariamente connesse ai media istituzionali del riconoscimento sociale. Questa prospettiva teorica stimola un approccio critico verso lo stesso concetto di riconoscimento, le cui forme giustificate devono essere distinte da quelle illegittime. In questo modo, una teoria critica della societŕ puň nuovamente giovarsi del tema classico della critica all'ideologia, attraverso cui č possibile sviluppare una critica interna del capitalismo e ricondurre le istanze sociali di un lavoro qualitativamente soddisfacente alle forme della sua organizzazione sociale.
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Eagle, Morris N. "Teoria psicoanalitica contemporanea: un bilancio complessivo". PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, n.º 2 (mayo de 2012): 167–86. http://dx.doi.org/10.3280/pu2012-002001.

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Resumen
Vengono discusse criticamente le principali tendenze nella teoria psicoanalitica contemporanea, facendo riferimento anche al recente libro dell'autore del 2011 Da Freud alla psicoanalisi contemporanea. Critica e integrazione (Milano: Raffaello Cortina, 2012). In particolare, questi sono alcuni dei temi affrontati: passioni profonde versus superficie banale, i temi comuni nelle teorie psicoanalitiche contemporanee, la psicologia mono-personale versus bipersonale, la costruzione sociale della mente, la progressiva "cognitivizzazione" della psicoanalisi, l'origine della psicopatologia nella condizione umana oppure nel fallimento ambientale, il problema dell'esame di realtŕ nella psicoanalisi contemporanea, l'influenza dello Zeitgeist (cioč della cultura del tempo, ad esempio riguardo alle concezioni post-moderne o relativistiche) sulle formulazioni teoriche degli psicoanalisti, e cosě via.
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Tesis sobre el tema "Teoria critica della tecnologia"

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DE, GIOVANNI FLAVIO. "Elementi per una teoria critica della società nell'età dell'informazione". Doctoral thesis, La Sapienza, 2005. http://hdl.handle.net/11573/917486.

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Resumen
Se una prima generazione di studi su Internet si è lasciata sedurre dal carattere di novità che l’emergente tecnologia digitale sembrava incarnare, mancando completamente un approccio critico e etnografico nella ricerca, la generazione che ne è seguita, pur partendo da presupposti differenti, ha comunque liquefatto la cultura digitale all’interno di dinamiche e prospettive obsolete, rifuggiandosi nell’affermazione di metodologie di indagine consolidate su altri ambiti e che si rivelano inadeguate per comprendere e attraversare la complessità scaturita dalle pratiche socio-culturali legate alle nuove tecnologie. La tesi si propone di analizzare criticamente il discorso sulle culture digitali prodotto in questi ambiti, riposizionando lo sguardo delle scienze sociali nella ricerca di una metodologia che nasca dalle situazioni e dalle esperienze che nei panormai digitali vengono costruite e configurate. L’intreccio della ricerca passa, così, per un recupero della dimensione dell’evento come zona di produzione di significato socio-culture attraverso e su le nuove tecnologie, evidenziando le costellazioni critiche che questa dimensione comporta. Un’etnografia critica dell’esperienza digitale che trova nelle dinamiche connesse ai risvolti concettuali e pratici di una serie di mondi virtuali, il proprio campo di ricerca “eventuale” e di sperimentazione.
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Bettineschi, Paolo Guido <1980&gt. "Preliminari alla logica della presenza : contributo alla critica dell'attualismo gentiliano come teoria della prassi assoluta". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2011. http://hdl.handle.net/10579/1109.

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Resumen
L'analisi mostra come la logica della presenza si ponga al termine delle contraddizioni che ancora percorrono l'attualismo gentiliano. Questo, proseguendo l'idealismo hegeliano, si muove a dimostrare l'ampiezza trascendentale del pensiero e, poi, l'illimitata assolutezza del divenire. Ma esso ritiene pure di portare davvero a compimento l'hegelismo soltanto fondando pienamente l'identità di pensiero e divenire - non lasciando, così, pensiero e divenire come due concetti astratti tra di loro e, perciò, come due assoluti solamente figurati. La fondazione di tale assoluta identità finice però per negare proprio la trascendentalità del pensiero che fungeva come prima premessa della riforma. La critica intende far vedere come gnoseologismo e dialettismo debbano essere necessariamente negati insieme affinché la realtà evidente del pensiero sia descritta senza contraddizioni. Con tale negazione la logica della presenza è già effettivamente aperta.
The following work shows how the logic of the presence stands at the end of Giovanni Gentile Actualism's contradictions. This Idealism, as the Hegelian one, works to demonstrate that Thought has a tanscendental extension and that Becoming is absolutely unlimited. Indeed, Actualism aims to complete the Hegelian idealism only demonstrating that Thought and Becoming are exactly the same reality. Thus, Becoming and Thought are not abstract and independent concepts, therefore they are not just imaginary absolutes. However, the demonstration of this absolute identity involves the denial of the Thought's tanscedental extension, that the Actualism places in first position concerning its speech. My critic here, then, establishes that both, gnoseologism and dialectic must be necessarily refused and denied, in order to be able to describe the Thought's clarity without any contradictions. The logic of the presence really begins with this negation.
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Oggionni, E. M. E. "LA TEORIA KANTIANA DELLA MOTIVAZIONE MORALE NELLA 'FONDAZIONE DELLA METAFISICA DEI COSTUMI'. UN'ANALISI STORICO-CRITICA". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2011. http://hdl.handle.net/2434/151785.

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Resumen
The Thesis «La teoria kantiana della motivazione morale nella Fondazione della metafisica dei costumi. Un’analisi storico-critica» aims to reconstruct Kant’s theory of moral motivation as it is formulated in Groundwork of the Metaphysics of Morals. This Ph.D. Thesis is predominantly a commentary on the passages from Kant’s Groundwork that are relevant to understanding his account of moral motivation. At the same time, as a background to the work, it considers the whole Kantian corpus with its differing theories of moral motivation. The Thesis includes four chapters, each devoted to the analysis of one of four conceptual areas of the Groundwork’s theory of moral motivation: (1) practical reason, will and their reciprocal relationship, (2) will and good will, (3) the feeling and Triebfeder of respect, and (4) the Highest Good. The contemporary debate on Kant’s moral motivation focuses on two opposite interpretations of it: viz., the affectivist and the intellectualist one. In order to choose between these interpretations, the letter of the Kantian texts must be thoroughly analyzed and their theoretical plausibility must be assessed. In the Introduction and in the first chapter I study Kant’s theory of what a human action is and I give an interpretation of Kant’s use of the adverb unmittelbar, which leads me to view Kant’s theory of moral motivation as an affective one. In the remainder of the work I give further grounds to this interpretation by means of a detailed analysis of the text supported by a contextual theoretical study. Furthermore, the first chapter includes (a) the definition of practical reason and will as functions of the human mind, (b) the consequent identification of the laws according to which a rational being has the power of acting as the linking element between these functions and the human faculty of reason and (c) the examination of the secondary literature’s positions about which kind of laws are the ones of human actions. I also provide an answer to the latter question, specifically addressing the issue of distinguishing the formal structure of these laws from their normative validity. The second chapter’s first purpose is to understand the extent of philosophical and psychological possible knowledge about will and good will. To achieve this, I study the concept of moral experience as it appears in the Critique of Practical Reason. The second chapter also investigates Lust and Unlust, since I argue that they deeply mark Kantian conception of both sensible perception and moral motivation. Finally, in the chapter’s conclusion I analyze the teleological argument of the Groundwork’s first section, its structure, its role in the entire work, and the relevance it assumes by taking into account the systematic function of the Kantian notion of character. The third chapter presents a study on the different meanings that Kant’s notion of respect assumes throughout the Groundwork, in the second Critique and in the Doctrine of Virtue. This analysis focuses in particular on the Kantian terms Bewegungsgrund and Triebfeder. The conclusion I draw from it is an assessment of Kant’s peculiar form of a priori affectivism. The final chapter’s arguments stem from the conclusions I drew in Chapter two concerning the relevance of teleology with regard to Kantian theory of morality and moral motivation. Besides commenting on the two explicitly numbered propositions about duty in Section one of the Groundwork (GMS, AA 04: 399.35-400.03 and GMS, AA 04: 400.17-19), I identify the first one, which has not been explicitly mentioned by Kant. The first proposition states the inclusion of the concept of good will in that of duty (GMS, AA 04: 397.06-08). This leads to the analysis of the meaning of Kant’s definition of good will as good in itself, and, at the same time, not corresponding to the whole and Highest Good. I finally study the alleged inconsistency and irrelevancy of Kant’s conception of the Highest Good in the framework of his theory of moral motivation, and I refute it: I eventually prove exactly the opposite, i.e. I point out the great importance and the coherent role that the Highest Good plays in Kant’s theory of moral motivation.
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GIOVENCO, Chiara. "Genesi e sviluppo della teoria della Lotta per il riconoscimento nella prospettiva di Axel Honneth. Tra Hegel e la Teoria critica della società". Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/91287.

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Tartarini, Chiara <1969&gt. "Quadri di sintomi. Teoria della immagini, storia dell'arte e scienze umane in medicina". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/6031/1/Tesi_per_PDF_-_preprint.pdf.

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Resumen
Lo studio analizza il modo in cui la storia dell’arte e la visual culture vengono utilizzate all’interno delle medical humanities, e cerca di suggerire un metodo più utile rispetto a quelli fin qui proposti. Lo scritto è organizzato in due parti. Nella prima parte sono analizzate alcune teorie e pratiche delle scienze umane in medicina. In particolare, ci concentriamo sulla medicina narrativa e sugli approcci con cui la storia dell’arte viene inclusa nella maggioranza dei programmi di medical humanities. Dopodiché, proponiamo di riconsiderare questi metodi e di implementare il ruolo di un pensiero storico e visivo all’interno di tali insegnamenti. Nella seconda parte, alla luce di quanto emerso nella prima, ci dedichiamo a uno studio di caso: la rappresentazione della melanconia amorosa, o mal d’amore, in una serie di dipinti olandesi del Secolo d’Oro. Colleghiamo queste opere a trattati medico-filosofici dell’epoca che permettano di inquadrare il mal d’amore in un contesto storico; in seguito, analizziamo alcune interpretazioni fornite da studiosi e storici dell’arte a noi contemporanei. In particolare, esaminiamo lo studio pionieristico di Henry Meige, pubblicato sulla “Nouvelle iconographie de la Salpêtrière” nel 1899, da cui emerge la possibilità di un confronto critico sia con le posizioni iconodiagnostiche di Charcot e Richer sia con quelle della prima psicoanalisi.
The research aims to study the way art history and visual culture are utilised in the medical humanities, and to suggest a more profitable approach compared to the usual ones. The text is organised in two parts. In Part I, we examine the main purposes of medical humanities’ theories and practices. In particular, we focus on narrative medicine and on the techniques by which art history has been included in most of their programmes. Then, we propose to review these methods in order to improve the role of a historical and visual thought inside these teachings. In Part II, we consider a series of paintings of the Dutch Golden Age representing the love melancholy, or lovesickness, in view of what shown up in the first part. We connect these images with medico-philosophical treatises of that time, setting the disease in its historical context; then we examine the interpretations some scholars and art historians suggested about them. Above all, we consider the pioneering study by Henry Meige, appeared in the “Nouvelle Iconographie de la Salpêtrière” (1899), that demonstrates the possibility of a critical comparison with the “icono-diagnosis” approach used by Charcot and Richer, and, obviously, with the first works of psychoanalysis.
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Tartarini, Chiara <1969&gt. "Quadri di sintomi. Teoria della immagini, storia dell'arte e scienze umane in medicina". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/6031/.

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Lo studio analizza il modo in cui la storia dell’arte e la visual culture vengono utilizzate all’interno delle medical humanities, e cerca di suggerire un metodo più utile rispetto a quelli fin qui proposti. Lo scritto è organizzato in due parti. Nella prima parte sono analizzate alcune teorie e pratiche delle scienze umane in medicina. In particolare, ci concentriamo sulla medicina narrativa e sugli approcci con cui la storia dell’arte viene inclusa nella maggioranza dei programmi di medical humanities. Dopodiché, proponiamo di riconsiderare questi metodi e di implementare il ruolo di un pensiero storico e visivo all’interno di tali insegnamenti. Nella seconda parte, alla luce di quanto emerso nella prima, ci dedichiamo a uno studio di caso: la rappresentazione della melanconia amorosa, o mal d’amore, in una serie di dipinti olandesi del Secolo d’Oro. Colleghiamo queste opere a trattati medico-filosofici dell’epoca che permettano di inquadrare il mal d’amore in un contesto storico; in seguito, analizziamo alcune interpretazioni fornite da studiosi e storici dell’arte a noi contemporanei. In particolare, esaminiamo lo studio pionieristico di Henry Meige, pubblicato sulla “Nouvelle iconographie de la Salpêtrière” nel 1899, da cui emerge la possibilità di un confronto critico sia con le posizioni iconodiagnostiche di Charcot e Richer sia con quelle della prima psicoanalisi.
The research aims to study the way art history and visual culture are utilised in the medical humanities, and to suggest a more profitable approach compared to the usual ones. The text is organised in two parts. In Part I, we examine the main purposes of medical humanities’ theories and practices. In particular, we focus on narrative medicine and on the techniques by which art history has been included in most of their programmes. Then, we propose to review these methods in order to improve the role of a historical and visual thought inside these teachings. In Part II, we consider a series of paintings of the Dutch Golden Age representing the love melancholy, or lovesickness, in view of what shown up in the first part. We connect these images with medico-philosophical treatises of that time, setting the disease in its historical context; then we examine the interpretations some scholars and art historians suggested about them. Above all, we consider the pioneering study by Henry Meige, appeared in the “Nouvelle Iconographie de la Salpêtrière” (1899), that demonstrates the possibility of a critical comparison with the “icono-diagnosis” approach used by Charcot and Richer, and, obviously, with the first works of psychoanalysis.
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Ciavatta, Alessandro. "Teoria della superconduttività e soluzione numerica dell’equazione della gap BCS". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23633/.

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Resumen
La superconduttività è uno stato della materia caratterizzato dall'assenza di resistività DC. Durante la transizione di fase il materiale espelle dall'interno il campo magnetico applicato, diventando un perfetto diamagnete; questo è noto come effetto Meissner-Ochsenfeld. La prima teoria presentata in questa tesi è la teoria di London, che spiega l'effetto Meissner all'interno delle due equazioni fenomenologiche di London. In seguito viene presentata la teoria di Ginzburg-Landau, che estende la teoria di Landau sulle transizioni di fase del secondo ordine e ricava una dipendenza della densità dei portatori superconduttivi dai parametri termodinamici. Infine viene descritta la teoria microscopica BCS (Bardeen-Cooper-Schrieffer), che supponendo l'interazione elettrone-elettrone attrattiva riesce a dimostrare l'esistenza di un gap energetico, fornendo una spiegazione microscopica alle teorie fenomenologiche. L'equazione che esplicita la dipendenza dell'energia di gap dalla temperatura è stata risolta numericamente tramite un codice in Python.
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PASTORELLI, Francesco. "Critica alla filosofia formale e teoria del sense in Shaftesbury". Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2005. http://hdl.handle.net/11384/86137.

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Lucioni, Loredana. "Le politiche di membership del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci Museo-Industria: storia e senso di un sodalizio". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1606.

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Resumen
La tesi analizza il sodalizio museo-industria che è alla base delle ragioni storiche di fondazione del più importante museo tecnico scientifico italiano e l’evoluzione di questo rapporto nel tempo. Il museo Leonardo da Vinci è un’istituzione fortemente identitaria per Milano, città che arriva a ricoprire all’inizio del 1900 il ruolo di capitale industriale d’Italia; nasce su iniziativa della società civile e di una élite intellettuale con l’appoggio del regime, a fronte della necessità creare di una cultura tecnico-scientifica nel Paese. Il ruolo dell’industria nella progettazione del museo, guidata da Guido Ucelli di Nemi -promotore anche del recupero archeologico delle navi di Caligola affondate nel lago di Nemi - è fondamentale nella nascita, nello sviluppo e nella contemporaneità del museo a fronte della necessità dell’istituzione di costruire un patrimonio contemporaneo materiale e immateriale e sviluppare una “cittadinanza scientifica” fornendo strumenti culturali per l’interpretazione della realtà e alimentando un interesse per scienza e tecnologia presso i giovani. Le politiche di membership attuali (presupposto fondamentale per la sopravvivenza finanziaria di una fondazione privata come il museo nazionale della scienza e tecnologia) evidenziano un dialogo tra museo e imprenditoria all’insegna di una co-produzione sociale, finalizzato a una offerta culturale al servizio della società e del suo sviluppo. La tesi si propone di analizzare storicamente e criticamente il senso, l’evoluzione, l’impatto sulla struttura del museo (museo o science center?) e sul territorio di questo sodalizio così cruciale oggi, poiché funzionale ancor prima che allo svolgimento, alla definizione del ruolo culturale del museo.
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10

MAZZOLENI, CHIARA. "Tradizione e mutamento nella teoria della pianificazione anglo-americana dopo gli anni '60 : ricostruzione logica e interpretazione critica". Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 1987. http://hdl.handle.net/11578/278087.

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Libros sobre el tema "Teoria critica della tecnologia"

1

Brandi, Cesare. Teoria generale della critica. Roma: Editori riuniti, 1998.

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2

Curi, Fausto. Per una teoria della critica. Napoli: Guida, 2012.

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3

Cambareri, Serafino. Per una teoria critica della pedagogia. Catania: CUECM, 1986.

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4

Merola, Nicola. La critica al tempo della teoria. Vibo Valentia: Monteleone, 1999.

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5

Teoria critica della partecipazione: Un approccio sociologico. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2012.

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6

Modelli freudiani della critica e teoria psicoanalitica. Roma: Bulzoni, 1985.

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7

Il sistema-Leopardi: Teoria e critica della modernità. Milano: Mimesis, 2012.

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8

Olivieri, Ugo M. Le immagini della critica: Conversazioni di teoria letteraria. Torino: Bollati Boringhieri, 2003.

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9

1969-, Adamo Sergia, ed. Culture planetarie?: Prospettive e limiti della teoria e della critica culturale. Roma: Meltemi, 2007.

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10

Lamberti, Enza. Romanticismo europeo: Teoria della tragedia e critica come autobiografia. Salerno: Edisud Salerno, 2021.

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Capítulos de libros sobre el tema "Teoria critica della tecnologia"

1

Fiorentino, Francesco. "La critica lulliana alla teoria averroista della felicità speculativa". En Instrumenta Patristica et Mediaevalia, 89–107. Turnhout: Brepols Publishers, 2015. http://dx.doi.org/10.1484/m.ipm-eb.5.107309.

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2

"La funzione poetica e critica della scrittura (architettonica)". En Progetto, teoria, editoria, editado por Massimo Ferrari y Alessandro Massarente, 105–8. Quodlibet, 2021. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv2gz3xmh.16.

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3

Deggiovanni, Piero. "Capitolo 1. Teoria critica dell’ibridazione audiovisiva". En Antologia critica della videoarte italiana 2010-2020, 11–30. Edizioni Kaplan, 2019. http://dx.doi.org/10.4000/books.edizionikaplan.2230.

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Cunha Neto, Joaquim Ferreira da. "O USO DO SMARTPHONE ENQUANTO TECNOLOGIA MÓVEL NA APRENDIZAGEM À LUZ DA TEORIA HISTÓRICO CRITICA". En A Psicologia em suas Diversas Áreas de Atuação 3, 273–85. Atena Editora, 2020. http://dx.doi.org/10.22533/at.ed.18320170623.

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