Literatura académica sobre el tema "Tendenza attuale"

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Artículos de revistas sobre el tema "Tendenza attuale"

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Strazzeri, Marcello. "La giuridificazione organizzativa dello stato sociale". SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, n.º 3 (febrero de 2012): 105–12. http://dx.doi.org/10.3280/sd2011-003009.

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Resumen
La tendenza alla giuridificazione si colloca all'interno di un processo storico piů generale, della cui dinamica sociale ed istituzionale scandisce snodi essenziali. E tuttavia si puň propriamente parlare di giuridificazione quando tale tendenza assume, nelle societŕ moderne, una rilevanza tale da produrre una vera e propria proliferazione del diritto scritto. Correlativo e conseguente al processo di giuridificazione č l'ampliamento della sfera di attivitŕ, precedentemente regolata in modo informale, che viene assoggettata a normazione giuridica. La codificazione giuridica specialistica di stati di fatto globali interviene in una fase di ulteriore spinta del processo sotto forma di "coagulazione del diritto". Ispirandosi alla teoria dell'agire comunicativo, l'articolo esamina l'ascesa, l'affermarsi e il proliferare del processo di giuridificazione, con l'obiettivo di stabilire se e come tale tendenza abbia favorito l'emergere e il definirsi istituzionale di istanze del mondo vitale; se, inoltre, allo stato attuale del processo, queste istanze possano ancora essere promosse o non sia auspicabile un processo inverso di de-giuridificazione.
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Palazzani, Laura. "Il concetto di persona tra bioetica e biogiuridica". Medicina e Morale 53, n.º 2 (30 de abril de 2004): 301–16. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.645.

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L’Autore riflette a lungo sul concetto di persona, notando la centralità che tale nozione ha nelle questioni di natura bioetica, specie negli ultimi anni. In realtà, i modi in cui è possibile interpretare il concetto sono diversi; nel contesto della discussione attuale, è possibile, in particolare, individuare due tendenze opposte sul modo di concepire la persona: una tendenza “riduzionista” (per la quale l’essere umano non è sempre persona, anzi, a volte persona è anche chi non è essere umano) e una tendenza “personalista” (in cui si sostiene l’identità tra persona ed essere umano). L’Autore si sofferma sull’analisi critica della tendenza riduzionista, a sua volta costituita da diverse teorie bioetiche e biogiuridiche, concludendo che la nozione di persona, elaborata in principio dalla filosofia per caratterizzare l’essere umano, rischia di venire usata contro l’uomo stesso creando pericolose forme di “discriminazione”. L’articolo si conclude con alcune riflessioni che intendono avallare la scelta teoretica del riconoscimento di una dignità intrinseca (etica) e di diritti forti (diritto) ad ogni essere umano che, dunque, possiede uno statuto personale dal suo concepimento fino alla sua morte naturale. In tal senso, una biogiuridica per l’uomo è chiamata a non essere “neutrale”, ma a prendere posizione per proteggere e tutelare l’essere umano che non è ancora (come l’embrione) o non è più (ad es.: il malato in stato vegetativo persistente) in grado di rivendicare i propri diritti.
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Silvestri, Maura. "Il disturbo di conversione ieri e oggi: evoluzioni teoricocliniche di un "simbolo" psicoanalitico". RICERCA PSICOANALITICA, n.º 3 (octubre de 2011): 95–111. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2011-003008.

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Resumen
L'Autrice descrive le evoluzioni teorico-cliniche dei disturbi di conversione, assumendole come "simbolo" di un più ampio discorso che indirettamente permette di illuminare le profonde modificazioni intervenute negli ultimi anni nello sviluppo della nostra disciplina. Partendo dalle prime formulazioni di Freud, che si configurano come primo serio tentativo di spiegare "il misterioso salto dal mentale al fisico", l'autrice affronta poi il problema dell'inquadramento nosografico in ambito psicoanalitico e psichiatrico del processo "conversivo" con le relative aree di confusione terminologica che ancora oggi accompagnano l'uso di termini quali . L'excursus storico si conclude con uno sguardo sul modo di concettualizzare i disturbi di conversione negli attuali orizzonti psicoanalitici, con particolare attenzione per la teoria del codice multiplo e per le profonde implicazioni del modello proposto dalla Bucci. La natura "enigmatica" e "densa" della tematica affrontata offre infine l'opportunità per una riflessione più generale sui cambiamenti avvenuti negli ultimi decenni nel modo stesso di approcciarsi all'antica e controversa problematica mente-corpo, e in particolare sulla tendenza attuale a superare la vecchia dicotomia e a considerarla, partendo da un vertice di osservazione sistemico, in un'ottica unitaria di mutua influenza circolare.
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Fiori, Angelo y Maria Luisa Di Pietro. "Accertamento della morte: normativa vigente e prospettive future". Medicina e Morale 42, n.º 5 (31 de octubre de 1993): 945–60. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1993.1043.

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Tra le cause che hanno ritardato in sede parlamentare l'approvazione del DDL n. 3280/1988 sui trapianti di organi, vi è stata la difficoltà di raggiungere un accordo sulla definizione dei criteri per l'accertamento della morte, difficoltà suffragata anche dall'avvertita esigenza di non subordinare tale atto diagnostico al solo scopo di prelevare organi ex-cadavere. Per questo motivo l'attuale tendenza legislativa è di scindere il problema dell'accertamento di morte da quello dei trapianti di organo, indicando così criteri unici anche a fronte di necessità diverse (quali, ad es., l'uso o meno di tecniche di rianimazione artificiale). A tale scopo sono stati presentati nel corso della X e della XI legislatura alcuni DDL (n. 4613/1990; n. 3280ter/1990; n. 764-A/1993), i cui contenuti vengono presi in esame dagli autori di questo articolo e confrontati con le normative vigenti in altri paesi. Tale analisi è preceduta da un excursus storico sull'evoluzione della normativa italiana in materia di accertamento di morte (dal Ro n. 448/1892 al DM 9/1(1 970) e dall'esposizione dei contenuti della normativa attuale.
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Zgusta, Ladislav y Riccardo Ambrosini. "Tendenze della linguistica teorica attuale". Language 65, n.º 2 (junio de 1989): 418. http://dx.doi.org/10.2307/415347.

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Tramutoli, Laura. "PROFILO SOCIOLINGUISTICO DELL’ITALIANO DELLE ‘VERSIONI’: IL TRADUTTESE CLASSICO È UN SOTTOCODICE?" Italiano LinguaDue 13, n.º 2 (26 de enero de 2022): 336–53. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17142.

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Resumen
Questo articolo tratta della varietà di italiano utilizzata nella traduzione dalle lingue classiche – il cosiddetto ‘traduttese classico’ –, analizzandone le proprietà linguistiche e sociolinguistiche e sostenendone un inquadramento nel diasistema dell’italiano contemporaneo quale sottocodice (Berruto, 1987). Caratterizzato da un alto grado di formalità e formalizzazione, il traduttese segna una tendenza opposta su tutti gli assi di variazione sociolinguistica a quella che motiva il processo attuale di ristandardizzazione dell’italiano, tipicamente orientato ad accogliere tratti substandard. Il lavoro è così articolato: il paragrafo 1 contiene un’introduzione in cui si inquadra la nozione di ‘traduttese classico’; il paragrafo 2 ne rende un profilo socio-funzionale, chiarendo quali circostanze determinano la sua emersione; il paragrafo 3 ne individua i tratti linguistici peculiari; il paragrafo 4 argomenta l’appartenenza del traduttese al numero dei sottocodici del diasistema italiano e il paragrafo 5 ospita delle brevi conclusioni; infine, il paragrafo 6. raffronta le proprietà del traduttese e quelle dell’italiano neostandard. Socio-linguistic profiles of Italian ‘versions’: is classical translanguese a subcode? This article deals with the variety of Italian used in translation from classical languages – the so-called ‘classical translanguese’ –, analyzing its linguistic and sociolinguistic properties and arguing for its inclusion in the diasystem of contemporary Italian as a subcode (Berruto, 1987). Characterized by a high degree of formality and formalization, translanguese marks an opposite trend on all axes of socio-linguistic variation with respect to the current re-standardization process of Italian, typically oriented to accommodate sub-standard traits. The paper is articulated as follows: paragraph 1 contains an introduction in which the notion of ‘classic translanguese’ is framed; paragraph 2 gives a socio-functional profile, clarifying which circumstances determine its emergence; paragraph 3 identifies its peculiar linguistic features; paragraph 4 argues that translanguese should be considered a subcode of the Italian diasystem and paragraph 5 contains brief conclusions; finally, paragraph 6 compares the properties of translanguese and neo-standard Italian.
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Egitto, M. G., C. Uggetti y F. Zappoli. "Chemioterapia intraarteriosa superselettiva con carboplatino ad alte dosi nei tumori avanzati cervico-facciali". Rivista di Neuroradiologia 9, n.º 2_suppl (noviembre de 1996): 153–58. http://dx.doi.org/10.1177/19714009960090s220.

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Resumen
Il trattamento tradizionale, basato sulla chirurgia associata alla radioterapia, dei carcinomi squamocellulari (SCC) cervico-facciali di stadio III e IV dà a tutt'oggi risultati deludenti. La chemioterapia sistemica è stata usata in passato solo come trattamento palliativo. La chemioterapia intraarteriosa presenta vantaggi teorici sostanziali legati soprattutto alla maggior tollerabilità del farmaco usato e sembra essere particolarmente indicata nei SCC per la tendenza alla diffusione unicamente loco-regionale di queste neoplasie, e per la facile attuale aggredibilità angiografica attraverso i rami di suddivisione dell'arteria carotide esterna. Riportiamo la nostra esperienza riguardante il trattamento intraarterioso chemioterapico di 22 pazienti con diagnosi bioptica di SCC all'esordio della malattia. La somministrazione di Carboplatino ad alte dosi (300–350 mg/m2) è stata effettuata in maniera superselettiva con infusione rapida, e ripetuta per tre sedute a distanza di 15 giorni. Il punto di infusione del farmaco è stato ottimizzato caso per caso in base ai reperti ottenuti nella fase diagnostica dell'esame angiografico col duplice obbiettivo di giungere più vicino possibile alla neoplasia primitiva e di infondere il farmaco anche agli eventuali linfonodi metastatici satelliti. I rami della carotide esterna, per il calibro sottile e la tortuosità, tendono a spasmizzarsi con estrema facilità: è stato estremamente utile avvalersi di cateteri idrofilici 5F, con i quali si sono minimizzate le eventuali complicanze tecniche in tutte le procedure angiografiche (64) eseguite. Il trattamento è stato sempre ben tollerato, con tossicità locale modesta (grado 1–3 WHO), prevalentemente a carico delle mucose (stomatite) e della cute (dermatite ed alopecia), e minimi fenomeni di mielosoppressione (grado 1–2 WHO). Risposte positive (remissione completa o remissione parziale) si sono osservate nel 94% dei casi sul tumore primitivo, e nel 50% dei casi sulle metastasi linfonodali cervicali. La riduzione del volume della neoplasia è stato spesso così notevole da evitare al paziente il trattamento chirurgico: ai cicli di chemioterapia è stata fatta seguire soltanto la radioterapia mirata al residuo tumorale.
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Francesco Giupponi, Tommaso. "I rapporti tra sicurezza e difesa. Differenze e profili di convergenza". DIRITTO COSTITUZIONALE, n.º 1 (marzo de 2022): 21–47. http://dx.doi.org/10.3280/dc2022-001002.

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L'articolo ricostruisce i rapporti tra sicurezza e difesa, sottolineandone le differenti origini storiche e gli attuali profili di convergenza. A partire dall'analisi delle principali disposizioni costituzionali ed europee in materia, e delle differenti dimensioni ricollegate a tali concetti giuridici, vengono approfondite le più recenti tendenze evolutive nei rapporti tra sicurezza e difesa, anche alla luce delle attuali sfide sul piano globale (terrorismo internazionale, gestione delle crisi umanitarie, emergenza pandemica ed ambientale). Tale processo di convergenza può trovare nel concetto di "sicurezza nazionale" un primo approdo, anche alla luce della giurisprudenza costituzionale ed europea, oltre che dell'evoluzione che gli stessi servizi di sicurezza hanno avuto con la riforma attuata dalla legge n. 124/2007.
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Di Girolamo, Costanzo. "Tendenze attuali delle teorie della letteratura". Quaderns d’Italià 1 (2 de noviembre de 1996): 53. http://dx.doi.org/10.5565/rev/qdi.462.

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Pasqualin, A. "Epidemiologia e storia naturale delle MAV cerebrali". Rivista di Neuroradiologia 15, n.º 1 (febrero de 2002): 29–40. http://dx.doi.org/10.1177/197140090201500104.

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Resumen
Le malformazioni artero-venose (MAV o angiomi) cerebrali rappresentano una patologia rara: 1.5–2 casi/100.000 / anno. Non vi sono dati certi sulla ereditarietà, sono stati descritti casi di incidenza familiare. Alla diagnosi di angioma cerebrale si giunge precocemente nella vita, dato che la maggioranza dei pazienti con MAV ha età compresa tra 20 e 40 anni. La presentazione clinica più frequente è costituita dall'emorragia intracranica, più spesso intraparenchimale o intraventricolare, e raramente subaracnoidea. Sintomi meno frequenti sono costituiti dall'epilessia, dalla cefalea, da un deficit neurologico progressivo. Tra gli altri sistemi di esordio, lo scompenso cardiaco è una manifestazione comune per angiomi di grosse dimensioni in etè infantile. La presenza di uno o più aneurismi associati ad una MAV intracranica non è infrequente. È stata proposta una classificazione in 4 tipi degli aneurismi associati a MAV: 1) aneurisma displasico (in sede non dipendente dalla MAV); 2) aneurisma prossimale (sul circolo di Willis, prossimale alla MAV); 3) aneurisma peduncolare (su un peduncolo vasale afferente alla MAV); 4) aneurisma intranidale. La scomparsa completa dell'angioma è un evento raro, con un totale di 65 casi documentati nella letteratura di lingua inglese al momento attuale. La teoria meglio documentata (attraverso studi seriati con risonanza) è la progressiva trombosi dell'unico scarico venoso. Ai fini del trattamento, l'aspetto più importante da valutare in un paziente con angioma cerebrale dovrebbe essere la probabilità di sanguinamento dell'angioma stesso; in altre parole, se fosse possibile stabilire un basso rischio di emorragia per un dato angioma, non sarebbe giustificato sottoporre il paziente ad un trattamento che comporti rischi più elevati. I due fattori anatomici più significativi per presentazione emorragica sono lo scarico venoso profondo e la stenosi venosa. Il rischio annuo di emorragia rimane un dato fondamentale per una decisione terapeutica. I dati più attendibili derivano da studi - prospettici o retrospettivi - condotti su larghe serie cliniche e con follow-up prolungato nel tempo. Da questi studi si ricava un rischio annuo di emorragia variabile: a) dal 1.7 al 4% per angiomi intatti al momento della diagnosi, e b) dal 2 al 3.9% per angiomi con pregressa emorragia. In un recente lavoro presentato dal nostro gruppo nel 1995 il rischio annuo di prima emorragia si attesta intorno al 2.8%, il rischio di seconda emorragia intorno al 3.5%, il rischio di terza emorragia intorno al 7.7%, ed il rischio annuo di morte rispettivamente intorno all '1.2%, 1.6% e 3%; si è notata una tendenza ad un maggior rischio di emorragia nelle MAV di volume superiore ai 20 cm3 e nelle MAV con drenaggio venoso estensivo. L'istituzione di uno studio cooperativo internazionale - con una componente retrospettiva e prospettica valutata con criteri omogenei nei differenti centri - porterebbe sicuramente ad una migliore definizione del rischio di emorragia e ad una più adeguata scelta terapeutica nei pazienti con angiomi cerebrali.
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Tesis sobre el tema "Tendenza attuale"

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Tositti, Fosca <1995&gt. "Il Sistema di Performance Management: le tendenze attuali". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13349.

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Mai come al giorno d’oggi, la gestione delle risorse umane rappresenta una delle funzioni a cui le aziende devono riservare particolare attenzione, al fine di assicurarsi un corretto svolgimento delle operazioni aziendali. Al centro di questa tematica si colloca il sistema di Performance Management, un processo volto a creare un’identità aziendale condivisa tra tutti i membri organizzativi, con lo scopo di orientare i loro comportamenti per aumentare le probabilità di ottenere i risultati desiderati. La letteratura riconosce l’importanza di questo sistema e la complessità delle operazioni che ne caratterizzano l’impiego: risulta difficile, infatti, individuare possibili trend comuni, proprio perché la strutturazione del sistema risente molto delle peculiarità dell’azienda a cui esso si riferisce. L’obiettivo di questa tesi è fornire un quadro concettuale che illustri la struttura di un sistema di Performance Management, individuando le pratiche attualmente più utilizzate dalle aziende, definendone i principali vantaggi e rischi associatesi. Il primo capitolo, più teorico, definirà nel dettaglio i sistemi di gestione delle performance, individuandone le principali finalità e dimostrando il collegamento con la Pianificazione Strategica ed il Performance Appraisal. Verrà poi analizzato il processo per la gestione delle performance, enfatizzando l’importanza delle pratiche di feedback e coaching. Nel secondo capitolo, verrà trattata l’evoluzione che ha caratterizzato nel tempo, i sistemi di Performance management, identificando i principali strumenti a supporto di essi. Verranno poi definiti i principali vantaggi e rischi che le organizzazioni riconoscono a tale funzione. Inoltre, nella parte finale del capitolo, si è voluta dare una ampia panoramica riguardo l’utilizzo del sistema, analizzando contesti aziendali di Paesi diversi, in particolare Regno Unito, Germania, Francia, Cina ed Australia. Infine, nel terzo capitolo verrà riportata l’analisi empirica, che consiste in un’indagine qualitativa condotta mediante interviste ai direttori HR di tre importanti aziende, appartenenti a diversi settori. Questa analisi è stata condotta con lo scopo di identificare come vengano implementate nel concreto, le pratiche di gestione delle performance da parte di diverse aziende, al fine di individuare possibili somiglianze o punti di rottura.
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Catizone, Federica <1988&gt. "Didattica Museale e Venezia. Origini,sviluppi e tendenze attuali". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6007.

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Resumen
Questa tesi si pone l'obiettivo di analizzare la didattica museale a Venezia. La prima parte,più teorica,espone l'importanza dell'arte nello sviluppo del bambino;il concetto di didattica museale con relativi cenni storici e l'evoluzione in Italia dal dopoguerra a oggi. La seconda parte,analizza in modo sperimentale i laboratori didattici mettendo a confronto le diverse realtà veneziane attraverso delle interviste realizzate grazie alla preziosa collaborazione di 5 istituzioni locali: la fondazione Francois Pinault con Palazzo Grassi,la fondazione Querini Stampalia,la collezione Peggy Guggenheim,la fondazione Musei Civici di Venezia e C'art Lab:laboratorio permanente di didattica museale presente negli spazi espositivi di Ca Foscaro. Infine verrà inserita un appendice con un questionario più specifico sul l'ideazione,fruizione e controllo da sottoporre agli addetti ai lavori nelle istituzioni già citate.
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ALILI, IMER. "L’insegnamento della lingua, letteratura e cultura italiana all’estero: l’esperienza nella Repubblica di Macedonia". Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2015. http://hdl.handle.net/2108/189882.

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Resumen
Teaching italian language, literature and culture abroad: the experience in the Republic of Macedonia (FYROM) by Imer ALILI. // In this dissertation we wanted to summarize, briefly, an empirical and analytical study on the current state of general education and the teaching tools available to teachers of all levels of teaching, to move us forward in the direction of a possible revision and rebuilding the educational system, like the humanistic values of which the various disciplines should be impregnated to comprehend the current conditions of reality evolved in this digital age, now on a global scale. It would be desirable to look at the past, not as it has been addressed so far, but by taking on a cautious and calm ratio, aimed at an enriching perspective in the public education system, which can be achieved by overcoming the innate and primordial tendency to refute a priori others’ theses without first considering them and examining the possibilities for their concretization. For the future of new generations, we should not avoid to convey those basic concepts on which we have been forged, but, instead, be willing to draw on the past with venerable approval, if nothing else, for the experience accumulated by our predecessors. And, for that past-present-future time-frame, the art of teaching - aligned with a necessary empathic remark - has the ultimate goal of an indispensable mission that pedagogues will have to be able to reproduce, based on the objective of reconsidering - for an appropriate, targeted and attentive training - the human-nature relationship, as an inseparable dualism belonging to all humanity, richness in diversity, to redress a serious and fruitful reflection on our future as well as an attempt to mitigate the anxieties and uncertainties dominating these actual times.
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Cecchi, Marco. "La "motivazione rafforzata" del provvedimento. Un nuovo modello logico-argomentativo di stilus curiae". Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/2158/1237996.

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La tesi prende in esame un istituto sperimentato, nel magma della prassi, dalla giurisprudenza e recentemente richiamato, in sede dottrinale, da alcuni contributi scientifici: la c.d. "motivazione rafforzata" del provvedimento. La tematica che viene affrontata interessa quindi tanto l’operatore pratico quanto lo studioso teorico e attiene a uno dei momenti più delicati di tutto il procedimento: la spiegazione delle ragioni decisorie. Più in particolare, la motivazione rafforzata rappresenta una nuova metodica valutativo-motivativa - cioè, di giudizio e di giustificazione - costruita a step (logico-argomentativi) obbligati, che rende ancora più trasparente l'agire e l'operato decisionale.
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CIERVO, MARGHERITA. "Risorse idriche: controllo e attuali tendenze di gestione. Il caso di Cochabamba (Bolivia)". Doctoral thesis, 2005. http://hdl.handle.net/1234/27173.

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SBRANA, ALESSANDRO. "Faculty Development Centri di Professionalità Accademica (CPA)". Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251175.

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Resumen
mondo universitario ha subito un’ondata di cambiamenti che si possono ricondurre alla ricerca dell’eccellenza, declinata secondo le due dimensioni della valutazione e della rendicontazione. Tre sono quelli più evidenti: il primo, il passaggio da una ricerca curiosity driven a una ricerca funzionale al raggiungimento di risultati valutabili in tempi brevi; dalla ricerca pura a quella applicata, da un approccio problem-making a uno problem-solving, da una conoscenza come processo a una conoscenza come prodotto, da un modello disinteressato a uno utilitaristico (Barnett, 1994); il secondo, riguardante l’offerta formativa: dal momento che si è modificato il modo di concepire l’apprendimento; i curricula tendono a essere definiti in termini di risultati di apprendimento predefiniti (Blackmore, 2016); il terzo, peculiare della struttura amministrativa: dal momento in cui sono divenute essenziali una serie di nuove sovrastrutture (programmazione, valutazione, controlli, comunicazione) rispetto al mandato originario della struttura universitaria si registra un aumento consistente del personale delle strutture amministrative. Questi cambiamenti devono fare i conti con la perdita di prestigio della vita accademica, il cambiamento del ruolo dello studente, che è diventato sempre più importante e l’aumento delle procedure burocratiche che rischiano di ingessare un sistema un tempo caratterizzato da un’elevata autonomia. Per consentire alle strutture universitarie di affrontare le sfide culturali a partire dagli anni Settanta nelle università nord-americane si sono strutturate iniziative finalizzate allo sviluppo e alla promozione di una migliore offerta formativa. Tali iniziative vengono definite con l’espressione Faculty Development (FD), una policy accademica finalizzata a creare le condizioni per un miglioramento delle competenze di tutti coloro che sono coinvolti nelle attività svolte in un ateneo. Nella realtà italiana emerge la mancanza di una vera politica di formazione al teaching per i ricercatori e i docenti universitari, per non parlare dell’esigenza di superare il pregiudizio, di gentiliana memoria, secondo il quale non è necessario apprendere a insegnare, ma sia sufficiente avere successo nella ricerca, cui si aggiunge nell’ultimo decennio una continua e affannata richiesta al personale accademico di azioni organizzative, valutative e documentali, che assorbono tempo e energie senza il supporto di adeguati apparati gestionali e senza predisporre indagini valutative capaci di misurare l’effettivo esito di tutte queste azioni. L’effetto finale è un evidente declino (Capano et al., 2017) dell’istituzione universitaria. Si può ipotizzare che la cultura del organizzazione propria del Faculty Development possa contribuire nel contesto italiano a fornire azioni a supporto del cambiamento: è quanto mai essenziale dotare gli atenei di risorse funzionali a riqualificare la vita accademica, fornendo al personale accademico gli strumenti necessari per performare una buona scholarship, realizzare un’efficace offerta formativa e attuare adeguate forme di terza missione, capaci di incrementare la vita culturale della comunità. Il presente studio si propone come un’analisi sistematica della letteratura sul tema del Faculty Development, che persegue l’obiettivo di sviluppare una disamina estesa dell’oggetto, in modo che l’esplicitazione della datità raccolta fornisca un’analisi del fenomeno che possa essere di supporto a un’avveduta educational policy nel campo della formazione universitaria. Nel contesto italiano ad oggi non esiste una cultura di attenzione ai contesti di apprendimento universitario. L’offerta formativa è concepita come offerta di pacchetti curriculari e la predisposizione delle condizioni di apprendimento per il conseguimento del titolo universitario si risolve nella organizzazione di una serie di lezioni, frontali o laboratoriali, senza che tutto questo sia innervato da una specifica intenzionalità didattica. Questa immagine poco confortante non intende affatto trascurare tutti i casi di buone prassi sviluppati nei vari corsi di studio, ma il buono che emerge è demandato all’impegno del singolo, senza che l’istituzione universitaria si interroghi sul come predisporre le condizioni per il potenziamento della qualità dei processi di apprendimento. A fronte di questa situazione la necessità di migliorare la qualità dell’insegnamento non è mai stata così stringente e sfidante come lo è oggi, in un clima di continuo cambiamento della formazione superiore. Nuove tendenze definiscono la formazione superiore, attraversando confini istituzionali e nazionali. Essi influiscono sul modo in cui un insegnamento efficace viene concettualizzato, condotto e supportato, valutato, valorizzato e riconosciuto. È necessario affrontare temi quali l’inadeguata preparazione per il lavoro accademico nei corsi di studio magistrali, l’incapacità dei docenti a trasferire competenze, la crescente complessità degli ambienti accademici, le attese e le responsabilità istituzionali, la necessità di preparare meglio gli studenti con bisogni diversi, e la necessità di stare al passo con i balzi della conoscenza e i cambiamenti nelle professioni. Migliorare la qualità della didattica è inoltre essenziale perché consente di ridurre il numero degli abbandoni. È venuto il momento di transitare da un’offerta formativa di tipo episodico a una prospettiva di esperienze di apprendimento in continuità nel tempo, per accompagnare la formazione dei docenti in un modo strutturalmente organizzato (Webster-Wright, 2009). Sulla base della rilevazione fenomenica, sono emerse le seguenti domande di ricerca: che cosa è il FD? Cosa consente di fare? Come si mette in pratica? Quali sono le potenzialità? Quali sono i limiti? Il FD ha il compito di incentivare i docenti ad interessarsi ai processi di insegnamento e apprendimento e a procurare un ambiente sicuro e positivo nel quale fare ricerca, sperimentare, valutare e adottare nuovi metodi (Lancaster et al. 2014). È finalizzato a promuovere cambiamento sia a livello individuale sia a livello organizzativo. Occupa un posto centrale il miglioramento delle competenze di teaching (Steinert, 2014). Due importanti obiettivi sono rappresentati dalla promozione delle capacità di leadership e di gestione dei contesti (Steiner et al., 2012). Una volta definite le metodologie del teaching, che possono essere oggetto di apprendimento da parte del personale accademico, è risultato necessario identificare le principali modalità formative che un centro di Faculty Development (FDc) dovrebbe mettere in atto per favorire l’apprendimento delle competenze didattiche. Per comprenderne la funzione reale è stato utile prendere in esame le attività proposte dai più importanti centri del panorama accademico nordamericano, analizzandone la struttura organizzativa, le risorse disponibili ed identificandone le due figure principali: il responsabile dell’organizzazione dei processi formativi e il responsabile della struttura. L’analisi dei casi ha consentito di evidenziare i molteplici servizi che possono essere forniti da un FDc. Questa analisi di realtà è risultata molto utile poiché ha offerto indicazioni pragmatiche ai fini di una politica accademica innovativa anche in ambito italiano. Alla luce degli argomenti sviluppati è stato possibile ipotizzare anche per gli atenei italiani l’istituzione di “Centri per la professionalità accademica”, indicando possibili iniziative da essi realizzabili, che potrebbero trovare spazio nella realtà del nostro paese.
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Libros sobre el tema "Tendenza attuale"

1

Ambrosini, Riccardo. Tendenze della linguistica teorica attuale. Pisa: Giardini, 1987.

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2

Ambrosini, Riccardo. Tendenze della linguistica teoria attuale. Pisa: Giardini Editori e Stampatori, 1987.

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3

Ester, Fano, ed. Una e divisibile: Tendenze attuali della storiografia statunitense. Firenze: Ponte alle Grazie, 1991.

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4

Tendenze attuali della comunicazione bibliografica: La sfida del plurilinguismo. Udine: Forum, 2009.

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5

Antonella, D'Angelis y Toppino Lucia, eds. Tendenze attuali nella lingua e nella linguistica italiana in Europa. Roma: Aracne, 2007.

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6

Balestracci, Duccio. Medioevo italiano e medievistica: Note didattiche sulle attuali tendenze della storiografia. Roma: Il Calamo, 1996.

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7

Convegno Il Gruppo 93 (1993 Siena). Gruppo 93: La tendenze attuali della poesia e della narrativa : antologia di testi teorici e letterari. Lecce: Piero Manni, 1992.

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8

Grazia, D'Oria Anna, Università di Siena. Dipartimento di filologia e critica della letteratura. y Convegno "Il Gruppo 93 e le tendenze attuali della poesia e delle narrativa" (1993 : Siena, Italy), eds. Gruppo 93: Le tendenze attuali della poesia e della narrativa : antologia di testi teorici e letterari. Lecce: P. Manni, 1992.

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9

Esperienze Straniere e Tendenze Attuali in Italia" (1998 Università della Calabria) Convegno "Stati Nazionali e Poteri Locali: la Distribuzione Territoriale delle Competenze. Stati Nazionali e Poteri Locali, la Distribuzione Territoriale delle Competenze, Esperienze Straniere e Tendenze Attuali in Italia. [Rimini]: Maggioli, 1998.

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10

Vannini, Guido, ed. Florentia. Florence: Firenze University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-950-8.

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Resumen
Con questo IV volume della serie espressione della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici del nostro Ateneo, si è potuta ripristinare una continuità, sia pure ad ampia periodicità, che la redazione intende consolidare con una partecipazione dell’intera ‘comunità’ della Scuola (pure mantenendo centrale lo ‘spazio’ riservato agli allievi). I saggi qui presentati, appartenenti a tutti i curricula diacronici presenti nella Scuola (pre-protostorico, orientalistico, classico, medievista), fanno emergere alcune tendenze, fra le quali (in inspiegabile controtendenza, di questi tempi) la crescita d’interesse per l’archeologia islamica, la raggiunta piena trasversalità dell’archeologia pubblica o la conferma dell’articolazione delle tematiche che caratterizzano dalla fondazione il settore classico. Si conferma inoltre la varietà delle provenienze degli allievi, sia come formazione di base sia come matrice accademica, a conferma di una buona rispondenza della Scuola alle esigenze e alle attese attuali.
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Actas de conferencias sobre el tema "Tendenza attuale"

1

Муковоз, Олена. "ПІДГОТОВКА ТЬЮТОРІВ В УКРАЇНІ". En TENDENZE ATTUALI DELLA MODERNA RICERCA SCIENTIFICA. European Scientific Platform, 2020. http://dx.doi.org/10.36074/05.06.2020.v2.34.

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2

Гуменюк-Чаус, Юлія. "ВИКОРИСТАННЯ ТЕСТІВ МНОЖИННОГО ВИБОРУ ЯК ЗАСІБ КОНТРОЛЮ ЗНАНЬ В ФОРМУВАННІ ЛЕКСИЧНИХ КОМПЕТЕНТНОСТЕЙ ЗДОБУВАЧІВ ОСВІТИ ВНЗ". En TENDENZE ATTUALI DELLA MODERNA RICERCA SCIENTIFICA. European Scientific Platform, 2020. http://dx.doi.org/10.36074/05.06.2020.v2.09.

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3

Семигіна, Тетяна y Алла Ярошенко. "ГЕНДЕРНА КОМПЕТЕНТНІСТЬ СОЦІАЛЬНИХ ПРАЦІВНИКІВ: НАУКОВИЙ ДИСКУРС". En TENDENZE ATTUALI DELLA MODERNA RICERCA SCIENTIFICA. European Scientific Platform, 2020. http://dx.doi.org/10.36074/05.06.2020.v2.10.

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4

Федорович, З. y М. Драчук. "РОЗВИТОК ІНФОРМАЦІЙНОЇ КОМПЕТЕНТНОСТІ ВИКЛАДАЧІВ У ЗАКЛАДАХ ВИЩОЇ ОСВІТИ". En TENDENZE ATTUALI DELLA MODERNA RICERCA SCIENTIFICA. European Scientific Platform, 2020. http://dx.doi.org/10.36074/05.06.2020.v2.40.

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5

Мотуз, Костянтин. "СПЕЦИФІКА ПІДГОТОВКИ МАЙБУТНЬОГО ВЧИТЕЛЯ ФІЗИЧНОЇ КУЛЬТУРИ ДО ТРЕНЕРСЬКОЇ ДІЯЛЬНОСТІ ЗІ СПОРТИВНОЇ ГІМНАСТИКИ". En TENDENZE ATTUALI DELLA MODERNA RICERCA SCIENTIFICA. European Scientific Platform, 2020. http://dx.doi.org/10.36074/05.06.2020.v2.41.

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6

Багрій, Тетяна. "ТЬЮТОРСТВО В УНІВЕРСИТЕТАХ АНГЛІЇ: ЗАРУБІЖНИЙ ДОСВІД". En TENDENZE ATTUALI DELLA MODERNA RICERCA SCIENTIFICA. European Scientific Platform, 2020. http://dx.doi.org/10.36074/05.06.2020.v2.42.

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7

Кравченко, Ірина. "ТЬЮТОРСТВО ЯК УНІВЕРСАЛЬНА ПЕДАГОГІЧНА ТЕХНОЛОГІЯ". En TENDENZE ATTUALI DELLA MODERNA RICERCA SCIENTIFICA. European Scientific Platform, 2020. http://dx.doi.org/10.36074/05.06.2020.v2.43.

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8

Дудко, Наталія. "ФОРМИ ТА ЗМІСТ РОЗВИТКУ ДОДАТКОВОЇ ОСВІТИ ДОРОСЛИХ У СВІТІ". En TENDENZE ATTUALI DELLA MODERNA RICERCA SCIENTIFICA. European Scientific Platform, 2020. http://dx.doi.org/10.36074/05.06.2020.v2.44.

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9

Щуцька, Ольга. "ФОРМУВАННЯ НАВИЧОК СОЦІАЛЬНОЇ КОМУНІКАЦІЇ В УЧНІВ З КОМБІНОВАНИМИ ПОРУШЕННЯМИ РОЗВИТКУ". En TENDENZE ATTUALI DELLA MODERNA RICERCA SCIENTIFICA. European Scientific Platform, 2020. http://dx.doi.org/10.36074/05.06.2020.v2.45.

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10

Шапка, Галина. "ФОРМУВАННЯ ІКТ-КОМПЕТЕНТНОСТІ УЧНІВ НА УРОКАХ ФІЗИКИ: МЕТАПРЕДМЕТНІ РЕЗУЛЬТАТИ НАВЧАННЯ". En TENDENZE ATTUALI DELLA MODERNA RICERCA SCIENTIFICA. European Scientific Platform, 2020. http://dx.doi.org/10.36074/05.06.2020.v2.46.

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