Literatura académica sobre el tema "Tecniche di mitigazione"

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Artículos de revistas sobre el tema "Tecniche di mitigazione"

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Monacciani, Fabiana. "Dall'analisi dell'incertezza alla valutazione del rischio di investimento". RIV Rassegna Italiana di Valutazione, n.º 46 (abril de 2011): 69–84. http://dx.doi.org/10.3280/riv2010-046006.

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Resumen
Valutare correttamente l'incertezza associata alle variabili "critiche" da cui dipende l'esito finale di un investimento pubblico č un problema cruciale in tutti quei casi in cui l'operatore pubblico non sia in grado di controllare, attraverso i consueti strumenti di governo dell'economia, le dinamiche di dette variabili, dinamiche che, invece, dipendono fortemente da comportamenti e scelte di altri operatori. Tale circostanza si presenta comunemente nel caso di valutazione degli investimenti "di sviluppo", per i quali si ha un livello di incertezza molto elevato e con impatti determinanti sull'esito della valutazione, ma una scarsa disponibilitŕ di informazioni relative al comportamento delle variabili aleatorie da cui dipende l'esito finale dell'investimento. In una situazione di questo tipo, il ricorso diretto al metodo di Monte Carlo a supporto dell'analisi di rischio potrebbe portare, a nostro avviso, a conclusioni errate. Piuttosto che rinunciare completamente a tale valutazione, a nostro avviso č necessario svolgere una preventiva analisi dell'incertezza, grazie alla quale sia possibile generare tutte le informazioni necessarie alla successiva analisi del rischio. A tal scopo, il lavoro presenta un possibile percorso valutativo da utilizzare con particolare riferimento per gli investimenti pubblici di sviluppo che, attraverso una serie di passaggi, consenta dapprima di comprendere i margini di incertezza entro cui deve essere presa la decisione di investimento e, successivamente, permetta di pervenire ad una stima del grado di rischio associato, nel suo complesso, alla realizzazione dell'opera, generando inoltre indicazioni utili per definire ulteriori interventi di mitigazione del rischio stesso. Il percorso valutativo si articola in quattro passi disposti a cascata, basati sul ricorso a tecniche differenziate ed articolate in modo tale che, a ciascun passo, si generino nuove informazioni utili per lo svolgimento di quello successivo. Un percorso cosě delineato, consente di ampliare le informazioni generate dal processo valutativo e garantire maggiore trasparenza nel processo decisionale.
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de Vincenzo, Domenico. "La transizione energetica nell'attuale contesto globale". RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, n.º 1 (marzo de 2022): 81–104. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa1-2022oa13368.

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La transizione energetica è un processo di trasformazione del mix di fonti primarie di energia, ma è anche un processo di cambiamento che implica una profonda trasformazione, che porti a una modificazione degli stili di vita e a una trasformazione dei processi economici, affinché si arrivi anche alla riduzione della domanda di energia. Messo da parte (almeno per il momento) il problema dell'esaurimento dei combustibili fossili, che per decenni ha occupato il dibattito sull'energia, vista la rinnovata vitalità nella produzione di petrolio, la transizione energetica è ora esclusivamente dedicata alla riduzione delle emissioni di gas serra e alla mitigazione delle cause del cambiamento climatico. Il processo di sostituzione dei combustibili fossili con energia pulita e rinnovabile, però, non può non tener conto degli aspetti economici (prezzo, domanda e offerta) e tecnici (capacità ecostanza produttiva) che condizionano l'utilizzo delle diverse fonti di energia. Gli scenari della transizione, dunque, dovrebbero tenere conto degli aspetti economici, ma spesso sono completamente avulsi da essi. Il contesto economico globale pone una sfida alla transizione energetica perlomeno sotto due aspetti: 1) la riduzione del prezzo del petrolio e 2) l'abbondante offerta di petrolio. Il prezzo del petrolio, in calo dal 2014 (anche se in ripresa nel 2021) è stato profondamente colpito dal crollo della domanda di energia causata dalla pandemia Covid-19. Questo crollo del prezzo può rendere problematica la transizione energetica, in quanto le fonti rinnovabili potrebbero diventare meno convenienti dei combustibili fossili. La pandemia, peraltro, ha reso improvvisamente obsoleti tutti gli scenari elaborati in precedenza producendo incertezza sugli sviluppi futuri della transizione energetica. L'abbondante offerta di petrolio (causa essa stessa della crisi del suo prezzo), a sua volta, accresce tale incertezza. Infatti, se fino al primo decennio degli anni 2000 era l'esauribilità del petrolio a aprire la strada alla transizione energetica, ora è la sua ampia disponibilità a ostacolarla: è necessario affrontare la transizione non a causa dell'esauribilità del petrolio, ma nonostante l'abbondanza di esso, per contrastare l'effetto serra.
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Dematteis, Antonio, Marco Barla, Alessandro Boscaro, Alessandro Gargini, Maria Governa, Fabrizio Grosso, Alessandra Insana et al. "Linee guida per la gestione sostenibile delle venute d’acqua e del calore geotermico nelle gallerie". Acque Sotterranee - Italian Journal of Groundwater 9, n.º 4 (22 de diciembre de 2020). http://dx.doi.org/10.7343/as-2020-486.

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Resumen
Questo documento presenta le Linee Guida per la gestione sostenibile delle venute d’acqua e del calore geotermico nelle gallerie, elaborate dal Gruppo di Lavoro GESTAG (GEstione SosTenibile delle Acque nelle Gallerie), istituito il 20/06/2012 dal Comitato Italiano dell’Associazione Internazionale degli Idrogeologi. Il documento affronta e descrive obiettivi, metodi e casi di studio, ciascuno dei quali richiede di adottare misure tecniche di vario tipo, illustrate nei capitoli seguenti, come studi idrogeologici, modelli predittivi degli impatti, soluzioni tecnologiche di contenimento del drenaggio e di captazione, recupero e valorizzazione delle risorse intercettate, monitoraggi. Sono affrontati anche i così detti temi non tecnici, come la comunicazione, poiché è ormai noto che l’accettabilità sociale di una galleria influenza direttamente la sua sostenibilità economica e finanziaria, per gli effetti che può avere sui tempi di realizzazione e sui costi delle compensazioni. Sulla base delle diverse esperienze dei componenti del Gruppo di Lavoro GESTAG, si è optato per una suddivisione in 11 temi principali, in particolare, in ciascuno dei capitoli successivi a quello introduttivo vengono trattati rispettivamente: Capitolo 2: l’importanza del ritorno di esperienza proveniente da gallerie già scavate, le banche dati disponibili e i criteri di analisi dei dati pregressi; Capitolo 3: come realizzare lo studio idrogeologico di una galleria, la relazione con il modello geologico, le metodiche da adottare nelle differenti fasi del progetto, che sono state distinte in ante-operam, in corso d’opera e post-operam; Capitolo 4: il tema degli impatti che il drenaggio in galleria può avere sull’ambiente circostante, le analisi che devono essere svolte e gli strumenti da adottare per la gestione del rischio, infine gli interventi per la mitigazione degli impatti; Capitoli 5 e 6: le metodiche di progettazione per la valorizzazione rispettivamente delle acque drenate in galleria e del calore; Capitolo 7: i prodotti chimici che vengono utilizzati in fase di scavo per il sostegno e il miglioramento del terreno, e la loro compatibilità con l’utilizzo delle acque drenate; Capitolo 8: i criteri di monitoraggio delle acque in un progetto di galleria; Capitolo 9: la comunicazione, il rapporto con i territori e l’analisi di casi pregressi, nonché una guida sulle buone pratiche da adottare; Capitolo 10: una panoramica sulla normativa europea ed italiana in tema di valutazione di impatto ambientale, monitoraggio e scarichi delle acque drenate; Capitolo 11: la bibliografia ragionata inerente l’argomento trattato, che include pubblicazioni tecnico scientifiche, normative di riferimento e risorse web.
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Tesis sobre el tema "Tecniche di mitigazione"

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Massari, Francesco. "Ransomware: analisi delle tecniche di propagazione e mitigazione del contagio". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14858/.

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Resumen
L'obiettivo di questa tesi è di analizzare tutti gli aspetti che riguardano il malware più diffuso dell'era odierna, noto come Ransomware, al fine di conoscere e capire come il virus si comporta, non solo per prevenire eventuali infezioni, ma anche per contrastarle nel momento in cui si presentano. Nel primo capitolo viene descritto cos'è il ransomware. Ci concentreremo sulle differenze dei vari ransomware, dalla loro comparsa avvenuta quasi un ventennio fa, fino alle minacce dei giorni nostri, descrivendo quella che è stata una vera e propria evoluzione di questo virus. Nel secondo capitolo viene analizzato nel dettaglio Wannacry, il ransomware che ha mietuto più vittime nel corso del 2017, descrivendone tutti i suoi processi dall'infezione fino alla richiesta di riscatto. Nel terzo capitolo, vengono analizzate le tecniche di propagazione del malware, descrivendo le vie scelte da chi compie gli attacchi e i metodi da questi utilizzati, come il phishing e l'ingegneria sociale. Inoltre, faremo luce su quali sono le tecniche di crittografia utilizzate e le modalità di richiesta di riscatto. Nel quarto capitolo saranno descritti i diversi tipi di sistemi vulnerabili a questa minaccia, analizzando i motivi che portano i cybercriminali a puntare su determinati target. Nel quinto capitolo vengono analizzati i metodi di pagamento e i prezzi imposti per riscattare i file o i dispositivi. All'interno del capitolo, una piccola appendice espone come avvengono le transazioni in Bitcoin e inoltre viene descritto come avviene il guadagno da parte di chi compie l'attacco. Nel sesto ed ultimo capitolo, l'analisi si concentra sulle possibili strategie di mitigazione al problema dei ransomware sia in ambito domestico che in ambito aziendale. La ricerca si conclude determinando come i ransomware potranno evolvere in un futuro prossimo e cosa a mio parere dovrebbe essere migliorato al fine di evitare la diffusione della minaccia.
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Santuz, Carla <1993&gt. "Gestione del rischio di liquidità: analisi del processo, indicatori di misurazione e tecniche di mitigazione". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8665.

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Resumen
La crisi finanziaria del 2007 ha avuto acute e severe ripercussioni per molti Paesi, che hanno sollecitato la pronta risposta delle autorità di settore per porre rimedio alle lacune regolamentari. Tra gli aspetti più gravi sottovalutati emerge la gestione del rischio di liquidità, ovvero l’incapacità di un intermediario di adempiere per tempo alle proprie obbligazioni. La crisi ha dimostrato che una banca ben capitalizzata necessita di mantenere adeguate riserve di liquidità per fronteggiare i bisogni di cassa e le tensioni inattese, incorrendo altrimenti nel rischio di default. Da questo contesto prende avvio il progetto della mia tesi, che intende in prima istanza analizzare le ragioni che hanno portato gli intermediari a vivere momenti di tensione sotto questo profilo. Si prosegue evidenziando i principali apporti regolamentari delle autorità europee in materia, le quali impongono alle banche il rispetto di due requisiti quantitativi posti come presidio regolamentare al rischio di liquidità: l’uno indica la capacità della banca di fronteggiare i propri bisogni di contante, l’altro misura l’equilibrio strutturale tra attività e passività oltre l’anno. Ai fini operativi e gestionali, invece, gli istituti sviluppano altre tecniche e strumenti per conoscere in modo più preciso e aggiornato il proprio fabbisogno di liquidità. La seconda parte del lavoro analizza tale processo di gestione, operativa e strutturale, i presidi di protezione e gli strumenti di mitigazione in capo alle banche per il governo del rischio. L’ultima parte della trattazione è dedicata all’analisi del processo di gestione del rischio di liquidità presso Banca della Marca, banca di credito cooperativo veneta presso la quale ho sostenuto anche un’esperienza lavorativa.
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CASTI, MARTA. "Cristallizzazione del solfato di sodio in calcari biomicritici: l'uso di inibitori per la mitigazione del degrado". Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2016. http://hdl.handle.net/11584/266702.

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Resumen
Salt crystallisation is one of the most harmful decay problems in porous materials. Especially ancient building and archaeological sites can show very intense damage (e.g. detachment and pulverization of the materials) that produce a strong loss of matter and so cultural identity. Mainly hypogea show salt crystallisation due to capillary rising. However also anthropic sources like pollution or cement can be found in these sites producing decay. Sodium sulphate is very common where there is the combination between cement and pollution. This salt is very harmful for porous materials due to his high crystallization pressure and the possibility to change to anhydrous phase to hydrated one. When microclimatic variations occur due to semi-confined environment, phase transitions of sodium sulphate take place with consequence on porous material decay. This research studied sodium sulphate crystallisation on a Mediterranean biomicritic limestone and the action of crystallisation inhibitors to mitigate it. The early Christian burial of Munazio Ireneo was studied to understand sodium sulphate crystallisation in biomicritic limestone. Diagnostic investigation and microclimatic monitoring were carried out to understand decay phenomena. The hypogeum is a semi-confined environment and high damage can be found due to phase transition of sodium sulphate. Crystallisation of a Mediterranean biomicric limestone was also studied in laboratory by XRD, OM, SEM, MIP and NMR analysis. Crystallisation inhibitors were tested on the limestone in sodium sulphate solution capillary rising. Two different inhibitors were applied with two distinct system (immersion and poultice). XRD, MIP and SEM analysis were carried out to understand the modification of the inhibitor on the stone microstructure. The loss of material was evaluated to understand the effect of the inhibitors comparing the loss of material in the blank sample. A greater loss of material than the blank sample was found when the first inhibitor was applied through both of the system; the second inhibitor had a minor loss of material but chromatic variations could be found on the stone.
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CIANI, LORENZO. "Studi di affidabilità e diagnostica di apparati elettronici per applicazioni aeronautiche: tecniche di mitigazione di single event upset (seu)". Doctoral thesis, 2009. http://hdl.handle.net/2158/600424.

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Resumen
Questo lavoro di ricerca parte dall’analisi della radiazione cosmica, degli effetti di tale radiazione sui dispositivi elettronici e di come stimare la loro sensibilità alla radiazione attraverso vari modelli di calcolo del tasso di upset (Single Event Rate, SER), capitoli 1 e 2. Se i raggi cosmici possono generare direttamente questi fenomeni in ambienti extraterrestri, in applicazioni avioniche o anche a livello del mare le particelle che possono provocare dei SEU sono principalmente i neutroni atmosferici, la cui densità cresce con la quota e derivanti dall'interazione dei raggi cosmici con gli strati esterni dell'atmosfera. Ovviamente avendo carica elettrica nulla i neutroni non agiscono direttamente nella generazione di SEU, ma attraverso reazioni nucleari con atomi del chip. I prodotti di tali reazioni possono essere ioni, derivanti per esempio da processi di spallazione, con energia sufficiente (dell'ordine del MeV) da attraversare qualche micrometro nel chip. Se la cascata di coppie elettrone-lacuna generata lungo la traccia da uno di questi ioni viene raccolta da un nodo sensibile, allora si può originare un SEU nella cella di memoria. Corruzioni di bit nella memoria di configurazione possono modificare la funzionalità implementata nella FPGA, con gravi conseguenze a livello di sistema e in particolare nelle applicazioni critiche (non solo per il settore aeronautico ma anche spaziale, automobilistico, biomedicale, per esempio). Non vi è modo di schermare con opportune barriere la memoria di configurazione nei confronti dei neutroni atmosferici, che sono altamente penetranti. Per questo motivo, molte aziende produttrici di componenti a semiconduttore perseguono una campagna di monitoraggio costante – anche se spesso non pubblicizzata - della sensibilità dei componenti da loro prodotti nei confronti dei fenomeni indotti dai neutroni atmosferici. Per mezzo dell’analisi delle tecniche di diagnostica e mitigazione di tali disturbi (capitolo 3) come il bit di parità, la codifica SEC-DED (Single Error Correction Double Error Detection), la tecnica CRC (Cyclic Redundancy Check) ed il TMR (Triple Modular Redundancy), questo progetto di ricerca si propone di sviluppare un metodo che permetta di utilizzare dispositivi FPGA in applicazioni critiche mediante soluzioni progettuali che le rendano meno sensibili ai fenomeni SEU, in modo da soppiantare altre FPGA (come le antifuse o quelle basate su Flash) oppure evitando l’uso eccessivo di ridondanze che comportano spesso uno spreco di risorse, permettendo un notevole abbattimento dei costi e un significativo aumento delle potenzialità offerte ai progettisti. Nel capitolo 4 viene descritto il sistema sviluppato e realizzato in questa ricerca, un pannello di controllo integrato (Integrated Control Panel – ICP) da installare nel cockpit di un aereo da trasporto militare, individuandone i componenti che ne fanno parte, sia per quanto riguarda la parte hardware che per la parte software, e approfondendo l’analisi degli effetti delle radiazioni sulle FPGA. Nel capitolo 5, attraverso una dettagliata analisi e valutazione del rischio e lo studio affidabilistico delle possibili soluzioni progettuali, viene descritto il progetto e lo sviluppo delle tecniche di diagnostica e mitigazione del disturbo implementate nel sistema ICP. È stata anche verificata l’effettiva efficienza dei sistemi di protezione da radiazione mediante l'iniezione di guasti attraverso software specifico, in accordo con il tipo di SEU che si intende iniettare. Infine, nel capitolo 6, vengono trattati gli aspetti dell’affidabilità del software. Per applicazione safety critical come quella studiata, diventa di fondamentale importanza verificare e validare la parte software del sistema, attraverso un’apposita metodologia e pianificazione di test automatici, al fine di garantire i requisiti di affidabilità e sicurezza in accordo con gli standard e linee guida specifici per il settore aeronautico.
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