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Mastrorosa, Ida Gilda. "Gender e potere fra tarda repubblica e alto impero: la lettura di Cassio Dione". Giornale Italiano di Filologia 71 (enero de 2019): 301–33. http://dx.doi.org/10.1484/j.gif.5.118470.

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Rohr Vio, Francesca. "'Femina lectissima': Giulia, madre di Marco Antonio, tra descrizione e rappresentazione". Romanitas - Revista de Estudos Grecolatinos, n.º 11 (4 de noviembre de 2018): 43–63. http://dx.doi.org/10.17648/rom.v0i11.21817.

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Resumen
Il contributo ricostruisce il profilo biografico di Giulia, madre di Marco Antonio, e analizza la rappresentazione della matrona nella tradizione letteraria. Da un lato indaga come le particolari condizioni della tarda repubblica incisero nella promozione da parte di Giulia di iniziative innovative rispetto agli indirizzi del modello matronale e dall’altro lato studia come tali violazioni del mos maiorum furono valutate nella rappresentazione della madre di Marco Antonio da parte delle fonti coeve e posteriori. In questa prospettiva si analizzano le ragioni della legittimazione della matrona anche presso autori ostili a suo figlio e gli argomenti e le modalità della sua valorizzazione.
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Keppie, Lawrence. "The changing face of the Roman legions (49 BC–AD 69)". Papers of the British School at Rome 65 (noviembre de 1997): 89–102. http://dx.doi.org/10.1017/s006824620001059x.

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Resumen
IL MUTEVOLE ASPETTO DELLE LEGIONI ROMANE (49 a.C. - 69 d.C.)I 125 anni tra le guerre civili della tarda Repubblica e la fine del periodo Giulio-Claudio testimoniarono un cambiamento drammatico nel personale delle legioni romane: i posti occupati dagli Italiani vennero gradualmente occupati da uomini provenienti dalle province dell'Impero, che quindi provenivano dalle più diverse culture. La prospettiva di lunghi anni di servizio su distanti frontiere aveva alienato le tradizionali fonti di forza lavoro. Questo articolo suggerisce che il cambiamento era in atto prima di quanto fosse generalmente supposto. Pochi Italiani ritornavano a casa dopo il servizio. In genere i legionari non avevano alcun legame emotivo con la città di Roma, al punto che ben pochi avevano mai la possibilità di visitarla.
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Cifarelli, Francesco Maria. "Il criptoportico periforense di Segni. Attività edilizia ed evergetismo municipale fra tarda repubblica e prima età imperiale". Mélanges de l’École française de Rome. Antiquité 104, n.º 2 (1992): 755–85. http://dx.doi.org/10.3406/mefr.1992.1774.

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Lintott, Andrew. "Acta Antiquissima: A Week in the History of the Roman Republic". Papers of the British School at Rome 54 (noviembre de 1986): 213–28. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200008904.

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Resumen
ACTA ANTIQUISSIMANei suoi Annales Romanorum (1615) Stefano Pighius pubblicò sotto l'anno 168 av.Chr. ciò che credeva di essere un frammento di una tavoletta antica promulgando gli acta urbana di sette giorni di quell' anno — infatti il 28 marzo al 3 aprile, epoca della partenza d' Emilio Paolo in Grecia per combattere il re Perseo. Il Pighius pretese che questo frammento fosse trovato tra i papieri di Lodovico Vivès, dotto spagnuolo chi al inizio del cinquecento esseva stato il protetto del re Enrico VIII d'Inghilterra e della regina Caterina d'Aragon. Gli Acta, accolti prima con dubbi, vengono ripubblicati da Tomasso Reinesius nel 1682 e proprio direttamente loro viene aggiunto dal Dodwell e i suoi amici un supplemento di altri acta, una miscellanea disordinata tratta dalla tarda repubblica. L'autore rintraccia la storia della trasmissione degli Acta e riesamina la plausibilità del materiale del Pighius e l'evidenza per una falsificazione dal Vivès.
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Sherwin-White, A. N. "P. Cugusi, Evoluzione e Forme Dell'epistolografia Latina Nella Tarda Repubblica e nei primi due secoli Dell'impero. Rome: Herder, 1983. Pp. 291." Journal of Roman Studies 75 (noviembre de 1985): 308–9. http://dx.doi.org/10.2307/300710.

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Bartelink, G. J. M. "PAOLO CUGUSI, Evoluzione e forme dell' epistolografia latina nella tarda repubblica e nei primi due secoli dell' Impero con cenni sull' epistolografia preciceroniana. Roma, Herder, 1983. 292 S". Mnemosyne 40, n.º 3-4 (1987): 442–43. http://dx.doi.org/10.1163/156852587x00689.

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Turfa, Jean MacIntosh y Alwin G. Steinmayer. "The comparative structure of Greek and Etruscan monumental buildings". Papers of the British School at Rome 64 (noviembre de 1996): 1–39. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200010333.

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LA STRUTTURA COMPARATIVA DEGLI EDIFICI MONUMENTALI GRECI ED ETRUSCHISe esaminati da un punto di vista ingegneristico, gli edifici monumentali greci presentano sostanziali differenze con quelli di origini etrusco/italica. La tecnica greca comprendeva l'uso di imponend architravi in pietra atti a resistere al carico imposto lateralmente dai pesand tetti in tegole di terracotta. Gli Etruschi risolsero lo stesso problema grazie all'uso di travi su cui veniva scaricata la tensione. L'uso di travi di tensione in Italia rese possible la copertura a tetto di strutture con campate molto ampie (senza colonne interne) e con ampi aggetti, stabilendo così la caratteristica configurazione del tempio toscano. Calcoli basati sulle misure dei tempi greci ed etrusco/italici hanno evidenziato come la trave di tensione toscana fosse più efficiente rispetto alle tecniche greche dell'epoca. Gli architetti greci, in virtù dell'abbondanza di utile materiale da costruzione e di lavoro stagionale, non erano forse stimolati allo sviluppo di nuove tecniche, o forse non riuscirono mai a risolvere il problema delle giunture di tensione.In contrasto con i metodi moderni, che fanno uso intensivo del metallo, gli antichi ingegneri etruschi erano costretti ad usare giunture di collegamento in legno nelle strutture di legno del tetto, al fine di porre una resistenza al carico laterale dei tetti in tegole. Questa pratica potrebbe già essere stata introdotta nell'VII secolo a.C., quando le tegole di terracotta furono introdotte nelle città etrusche. Tale tecnica è attestata dalle campate di grandi edifici quali l'edificio sudest di Murlo (c. 630–600 a.C), il tempio Portonaccio a Veii ed il tempio A di Pyrgi, e viene data per scontata per il Capitolium a Roma (dedicate nel 509 a.C). Le travi di tensione continuarono ad essere usate per vari secoli, rendendo possibile la costruzione delle basiliche romane della media e tarda repubblica, nonché i tipi successivi.
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Rathbone, D. W. "A. Carandini, Schiavi in Italia: gli strumenti pensanti dei Romani fra tarda Repubblica e medio Impero (Studi NIS archeologia vm). Rome: La Nuova Italia Scientifica, 1988. Pp. 387, numerous ills." Journal of Roman Studies 80 (noviembre de 1990): 195–96. http://dx.doi.org/10.2307/300291.

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du Plessis, Paul J. "Federico Procchi, Profili giuridici delle Insulae a Roma antica, I: Contesto urbano, esigenze abitative ed investimenti immobiliari tra tarda repubblica ed alto impero (= Collana del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Pisa, Monografie, Nuove Serie 27)". Zeitschrift der Savigny-Stiftung für Rechtsgeschichte: Romanistische Abteilung 139, n.º 1 (1 de julio de 2022): 632. http://dx.doi.org/10.1515/zrgr-2022-0040.

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Coarelli, Filippo. "Munigua, Praeneste e Tibur i modelli laziali di un municipio della Baetica". Lucentum, n.º 6 (15 de diciembre de 1987): 91. http://dx.doi.org/10.14198/lvcentvm1987.6.06.

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Il santuario a terrazze di Munigua, scavato a partire dal 1957 dall'Istituto Archeologico Germanico, costituisce un'eccezionale ripresa, in età imperiale (tardo-flavia) di modelli architettonici sviluppatisi nel Lazio in età tardo-repubblicana. I motivi di questa ripresa vanno identificati nella volontà di collegarsi idealmente al contesto laziale da parte di una città che aveva ricevuto da poco lo ius Latii. La scelta del santuario di Hercules Victor a Tibur (accanto a quello della Fortuna Primigenia a Praeneste) si spiega con la funzione che questa divinità assunse nel culto imperiale a partire da Augusto; con gli evidenti legami mitistorici con l'Ercole di Cadice; infine, con la presenza a Tivoli di un notevole gruppo di senatori spagnoli.
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Díaz Lucena, Antonio y Victoria Mora de la Torre. "Instagram, la nueva apuesta por el contenido audiovisual de la prensa española". Documentación de las Ciencias de la Información 45, n.º 1 (27 de enero de 2022): 71–81. http://dx.doi.org/10.5209/dcin.78680.

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Esta investigación analiza la presencia de la prensa española en Instagram. Una plataforma eminentemente visual donde los diarios nacionales han empezado a posicionarse más tarde que el resto de sus homólogos internacionales. No obstante, estos últimos años, el crecimiento de la prensa española en Instagram está siendo muy significativo, pero además se ha advertido que su inversión en contenidos audiovisuales empieza a marcar la diferencia con el resto de países occidentales. Se abordará este estudio mediante un enfoque cuantitativo clásico con el uso de análisis descriptivos e inferenciales de los datos recogidos de sus cuentas de Instagram durante doces meses de las siguientes rotativas nacionales (El País, La Vanguardia, El Mundo, 20 Minutos, El Español, elDiario.es y El Huffpost) e internacionales (Le Monde, Le Parisien, Le Figaro, Bild, FAZ, Corriere della Sera, La Repubblica, The Guardian, The Times, The New York Times y The Washington Post).
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Potter, T. W., J. M. Reynolds y Susan Walker. "The Roman road station of Aquaviva, southern Etruria". Papers of the British School at Rome 67 (noviembre de 1999): 199–232. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200004566.

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LA STAZIONE STRADALE ROMANA DI ACQUAVIVA, ETRURIA MERIDIONALEAcquaviva era una piccola stazione stradale romana sulla via Flaminia a nord di Roma. Ricognizione intrapreso nel 1967–8 rivelò che in epoca repubblicana ed alto imperiale l'insediamento si addensava intorno ad un importante nodo stradale; nella parte bassa, a sud, fu identificato un altro complesso, con un notevole mausoleo alto imperiale che conteneva un'iscrizione. Nel periodo tardo-romano quest’area divenne il centro dell'insediamento principale, che può essere associato ad una diocesi di cui è nota l'esistenza nel periodo che va dal 465 al 502 d.C, ma non susseguentemente.
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Spengler, Hans-Dieter. "Maurizio d'Orta, «Moderatio legis» - «temperatio iuris». Antinomie e sistemazione del diritto nella Roma tardo-repubblicana". Zeitschrift der Savigny-Stiftung für Rechtsgeschichte: Romanistische Abteilung 128, n.º 1 (1 de agosto de 2011): 537–40. http://dx.doi.org/10.7767/zrgra.2011.128.1.537.

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Gilliver, C. M. "A mercator bovarius from Veii in a new inscription from the Mola di Monte Gelato". Papers of the British School at Rome 58 (noviembre de 1990): 193–96. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200011648.

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UN MERCATOR BOVARIUS VEIENTE DA UNA NUOVA ISCRIZIONE DALLA MOLA DI MONTE GELATOAmpie parti di un'iscrizione appartenente a un rilievo funerario marmorea dell'inizio del I secolo d.C. sono venute alla luce da una calcara durante gli scavi alla Mola di Monte Gelato, nell'Etruria Meridionale. Il rilievo, tipico fra quelli realizzati da gruppi di liberti durante la tarda fase repubblicana e la prima età imperiale, risente nelle caratteristiche di un'influenza urbana. Uno dei liberti menzionati, C. Valerius Faustus, fu un mercator bovarius, probabilmente legato al commercio di bestiame a Roma, e sacerdote del culto imperiale nel limitrofo municipio di Veio. La sola donna commemorata nel monumento, forse la moglie di Faustus, ha anch'essa un nesso con Veio come si evince dall'evidenza epigrafica. Questo complesso appare utile per illustrare, dunque, i legami presenti fra il sito di Mola di Monte Gelato, in rapporto al municipio veiente e alla non lontana città di Roma.
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Dilaria, Simone. "Costruire ingegnosamente riutilizzando materiali poveri. L’impiego di conchiglie a fini edilizi ad Aquileia tra età repubblicana e tarda antichità." REUDAR. European Journal of Roman Architecture 1 (1 de diciembre de 2017): 25. http://dx.doi.org/10.21071/reudar.v1i0.10162.

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In this paper, we take into exam six different contexts in Roman Aquileia in which considerable amounts of shells, originally collected for different purposes (dietary consumption or purple dye production), were re-used as raw material in building activities, either inserted in mortars or used as floor foundation. Shells as building material have useful properties, which are here analyzed. Themes such as technological transmission among cultures are discussed through the examination of other attestations of these practices in the ancient Mediterranean.
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Wilson, Andrew y Katia Schörle. "A baker's funerary relief from Rome". Papers of the British School at Rome 77 (noviembre de 2009): 101–23. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200000052.

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Resumen
Questo articolo presenta un rilievo di travertino di epoca romana che mostra scene di lavorazione del pane. Il rilievo, finora inedito, è attualmente conservato nel ristorante Romolo in Trastevere a Roma. Presumibilmente esso è appartenuto ad un monumento funerario, forse situato nelle vicinanze, e potrebbe essere datato genericamente, in base al materiale e allo stile, tra la tarda età repubblicana e il periodo flavio. Da sinistra a destra mostra due uomini che consegnano sacchi di grano, un uomo che carica grano in una macina a trazione animale, tre uomini che impastano la pasta per il pane con le mani, altri tre che fanno pagnotte e uno che mette le pagnotte in un forno. L'articolo discute confronti con altri rilievi di panettieri e sottolinea l'importanza di questo per l'evidenza che fornisce circa la misura della divisione del lavoro in un panificio di scala abbastanza ampia, in cui il processo di panificazione è diviso in stadi, ognuno dei quali condotto da gruppi diversi di individui.
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Grasby, R. D. "Latin Inscriptions: Studies in Measurement and Making". Papers of the British School at Rome 70 (noviembre de 2002): 151–76. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200002130.

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ISCRIZIONI LATINE: STUDI SULLA MISURAZIONE E LA REALIZZAZIONEQuesto articolo costituisce una continuazione ed una revisione della ricerca pubblicata in ‘A comparative study of five Latin inscriptions: measurement and making’, Papers of the British School at Rome 64 (1996). I cinque studi lì pubblicati hanno indicato la presenza di molte coincidenze nella composizione e nell'uso dei caratteri tra le iscrizioni formali di tardo primo e secondo secolo d.C., e hanno dimostrato come ogni aspetto della loro costruzione fosse regolato da un sofisticato sistema di misurazione. Lo scopo di questo secondo articolo, basato su iscrizioni di età repubblicana e di prima età imperiale — e che inoltre presenta i risultati di un sesto studio formale — è di determinare se si possano o meno identificare anche per questo periodo precedente simili principi nella composizione e nell'uso dei caratteri. Inoltre costituisce un'opportunità di aggiornare gli aspetti teorici degli studi precedenti e di dimostrare alcuni processi nell'uso dei caratteri nelle iscrizioni.
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Nichols, Marden. "Contemporary perspectives on luxury building in second-century BC Rome". Papers of the British School at Rome 78 (noviembre de 2010): 39–61. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200000805.

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Sommarii:Questo studio letterario contribuisce a sviluppare un aspetto sottovalutato della storia culturale di Roma, raccogliendo l'evidenza testuale contemporanea riguardo le attitudini all'investimento nell'architettura privata nel II secolo a.C. Scarso materiale archeologico soprawive a documentare le case di questo periodo, ma una stretta attenzione ai testi esistenti rivela un alto livello di sofisticazione nelle valutazioni morali ascritte alia costruzione e decorazioni domestiche. La mia analisi inizia con una ricognizione dei frammenti più importanti delle orazioni di Catone il Vecchio, e in seguito si concentra quasi esclusivamente sullaMostellariadi Plauto. Alcuni passaggi di questi lavori contraddicono l'immagine che autori romani più tardi forniscono dei Romani di epoca medio-repubblicana come disinteressati a case costose o elaborate e non corrotti da un desiderio per il lusso. All'inizio del II secolo a.C, le stravaganze architettoniche erano già entrate nel canone del vizio. Per di più, laMostellariadi Plauto fornisce una chiave di lettura delle differenze percepite tra altri lussi ritenuti più probabilmente da disprezzare nel valore o da essere consumati, e i vizi di costruire ciò che poteva essere considerato un investimento.
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di Giuseppe, Helga, Marta Sansoni, John Williams y Robert Witcher. "The Sabinensis Ager revisited: a field survey in the Sabina Tiberina". Papers of the British School at Rome 70 (noviembre de 2002): 99–149. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200002129.

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UNA RILETTURA DEL SABINENESIS AGER: LA RICOGNIZIONE NELLA SABINA TIBERINAQuesto articolo presenta i risultati di una piccola ricognizione nella Sabina Tiberina, a sud-ovest dell'antica citta di Cures Sabini, a nord di Roma. La scelta dell'area di indagine e degli obiettivi risponde a quesiti di ricerca specifici identificati dal ‘Tiber Valley Project’ della British School at Rome — tra questi, una valutazione della differenza di densità di insediamento sulle due sponde del Tevere, apparentemente molto marcata. Allo scopo, è stata selezionata un'area precedentemente analizzata da Muzzioli, nella speranza di poter perfezionare la cronologia dei siti noti e di poter identificare insediamente precedentemente sconosciuti. L'area di ricerca offriva l'opportunità di valutare la divisione del territorio in media età repubblicana proposta da Muzzioli. La nuova ricognizione ha permesso l'identificazione della maggior parte dei siti già noti così come di un numero significativo di altri insediamenti. Ciò sembrerebbe suggeririre che la minore densità di insediamento della Sabina possa essere dovuta a tecniche meno intensive di ricognizione sul campo. È stato inoltre possibile estendere in maniera significativa la cronologia dei siti conosciuti, fino al periodo sabino e tardo antico.
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Keay, Simon, Martin Millett y Kristian Strutt. "An archaeological survey of Capena (La Civitucola, provincia di Roma)". Papers of the British School at Rome 74 (noviembre de 2006): 73–118. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003238.

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UNA RICOGNIZIONE ARCHEOLOGICA A CAPENA (LA CIVITUCOLA, PROVINCIA DI ROMA)Questo articolo presenta i risultati della ricognizione geofisica e topografica condotta a Capena, come parte del ‘Progetto città romane nella media e bassa valle del Tevere’. I risultati si basano su precedenti lavori e forniscono nuove informazioni sull'organizzazione e lo sviluppo del sito all'incirca dall'VIII secolo a.C. fino al periodo tardo-antico. L'indagine geofisica rivela che l'insediamento antico fu strutturato intorno ad una sistema stradale che seguiva la sommità della Civitucola, con strade che si diramavano da essa. Le evidenze emerse, inoltre, indicano che nel periodo arcaico, il sito occupava probabilmente 3 ha, espandendosi fino a circa 8, 7 ha nel periodo repubblicano perpoi contrarsi fino a circa 6 ha in quello imperiale. Strutture antiche appaiono sia verso l'estremità occidentale dell'insediamento, intorno alle strutture emergenti del cosiddetto Castellaccio, dove esse sono verosimilmente collegate al Foro della città, sia ad un più basso livello sull'estremità orientale della città. Complessivamente i risultati raggiunti suggeriscono che, sebbene Capena sia stata una citta relativamcnte piccola rispetto ad altri centri come Falerii Novi, essa doveva probabilmente essere abbastanza densamente occupata e giocava un importante ruolo amministrativo nel territorio.
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Pollard, Nigel. "Art, benefaction and élites in Roman Etruria. Funerary relief fragments from Saturnia". Papers of the British School at Rome 66 (noviembre de 1998): 57–70. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200004232.

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ARTE, BENEFICENZA ED ELITE NELL'ETRURIA ROMANA. FRAMMENTI DI RILIEVI FUNERARI DA SATURNIAQuesto articolo discute due frammenti di scultura, uno di una scena di banchetto e l'altro rappresentante un gladiatore, attualmente localizzati nella moderna città – e precedente colonia romana – di Saturnia. I frammenti provengono da una grande villa tardo repubblicana/alto imperiale situata nei dintorni della città. L'evidenza epigrafica suggerisce che questa villa potrebbe essere appartenuta ad una famiglia locale (probabilmente di decurioni), i Varii. La scultura potrebbe derivare dalla tomba monumentale di un membro di quella famiglia. Sia banchetti che gladiatori sono comunemente rappresentati su monumenti funerari romani, e rappresentano anche una componente comune di opere civiche di beneficenza. Il materiale epigrafico di Saturnia rappresenta un'importante evidenza di euergetismo nel principato, e la scultura funeraria proviene da quel contesto culturale. L'evidenza di euergetismo a Saturnia fa riferimento alia continua stretta relazione fra proprietari terrieri locali e la vita civica, per il tramite del principato. Ciò è in contrasto con quanta avveniva nella bassa valle dell'Albegna, dove, fin dai tempi di Augusto, i proprietari che non risiedono nelle sue terre avevano mostrato scarsa partecipazione alia vita civica.
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Laurence, Ray. "M. Milanese, Genova Romana. Mercato e Città Dalla Tarda età Repubblicana a Diocleziano Dagli Scavi del Colle di Castello (Studia Archeologia LXII). Rome: ‘L'Erma’ di Bretschneider, 1993. Pp. 403, numerous illus. ISBN 88-7062-802-7. L. 300,000." Journal of Roman Studies 86 (noviembre de 1996): 196. http://dx.doi.org/10.2307/300437.

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Ling, Roger. "Roman Genoa - M. Milanese: Genova Romana. Mercato e città dalla tarda età repubblicana a Diocleziano dagli scavi del colle di Castello (Genova, S. Silvestro 2). (Studia Archaeologica, 62.) Pp. 403, 137 figs. Rome: ‘ĽErma’ di Bretschneider, 1993. Cloth." Classical Review 45, n.º 2 (octubre de 1995): 385–86. http://dx.doi.org/10.1017/s0009840x00294377.

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Laurence, Ray. "M. Milanese, Genova Romana. Mercato e Città Dalla Tarda età Repubblicana a Diocleziano Dagli Scavi del Colle di Castello (Studia Archeologia LXII). Rome: ‘L'Erma’ di Bretschneider, 1993. Pp. 403, numerous illus. ISBN 88-7062-802-7. L. 300,000." Journal of Roman Studies 86 (noviembre de 1996): 196. http://dx.doi.org/10.1017/s0075435800057579.

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D'Encarnação, José. "Recensão a BARATTA, Giulia – Benest, malest: Archeologia di un Gioco Tardo-Repubblicano, Edicions de la Universitat de Barcelona, Barcelona, 2019. Nº 67 da Col.lecció Instrumenta. ISBN 978-84-9168-317-9. 290 páginas, ilustradas." Conimbriga 59 (20 de marzo de 2020): 169–72. http://dx.doi.org/10.14195/1647-8657_59_7.

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de Haas, Tymon. "Surveying the territory of Firmum Picenum south of Ancona - SIMONETTA MENCHELLI , PAESAGGI PICENI E ROMANI NELLE MARCHE MERIDIONALI: L'AGER FIRMANUS DALL'ETÀ TARDO-REPUBBLICANA ALLA CONQUISTA LONGOBARDA (Instrumentum 3; Pisa University Press 2012). Pp. 208, figs. 132, tables 5. ISBN 9788867410330. EUR. 24." Journal of Roman Archaeology 27 (2014): 626–29. http://dx.doi.org/10.1017/s1047759414001652.

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Mihaljcic, Rade. "Mljet kao bastina kotorske vlastele". Zbornik radova Vizantoloskog instituta, n.º 41 (2004): 387–97. http://dx.doi.org/10.2298/zrvi0441387m.

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(italijanski) L'isola di Mljet, ehe si trovava all'interno dello stato dei Nemanji?, apparteneva, comunque, al Comune di Dubrovnik durante la seconda meta del XIV secolo. Prima l'isola era considerata corne patrimonio d?lia nobilt? di Kotor. Lo zar Uros il 10 aprile 1357 aveva concesso Mljet alla nobilt? di Kotor ossia a Basilio Barincelo Bivolicic e Trifone Michovic Bucic. Due settimane dopo in base ad una richiesta degli ambasciatori di Dubrovnik, lo zar Uros eman? un altro editto per Mljet. L'editto dello zar Uros alla nobilt? di Kotor ? stato tradotto all'inizio del XVII secolo nella lingua italiana dell'epoca. Questi documenti dello zar Uros sono stati pubblicati in raccolte famose di fonti original!. Ecco perch? ? strano ehe questi documenti non siano stati presi in considerazione da Branimir Gusic, Vinko Foretic e Ivo Dabelic, ehe hanno svolto ricerche dirette sul fatto come Mljet avesse cambiato il proprio signore supremo. I due nobili di Kotor non erano in grado di realizzare i diritti di patrimonio su Mljet. Con la cessione della penisola di Peljesac e di Ston al comune di Dubrovnik nel 1333, Stefan Dusan determine il successivo destino dell'isola. II governo serbo veniva ancora riconosciuto, ma i legami con 1'isola lontana diventavano sempre pi? rari e il controllo debole. L'abate del monastero benedettino di Mljet era sottoposto all'arcivescovo di Dubrovnik, mentre la popolazione dell'isola si sentiva parte integrata all'immediato entroterra ehe, dal 1333, si trovava nell'ambito del comune di Dubrovnik. Questi fattori dimostrano come Mljet appartenesse territorialmente, economicamente e religiosamente al comune di Dubrovnik, mentre politica, mente all? stato serbo. Dal momento dell'annessione di Peljesac e di Ston, gli abitanti di Dubrovnik hanno approfittato di ogni occasione per confermare la propria influenza su Mljet. II Comune, per?, non aveva fretta per estendere il proprio dominio sull'isola. Era solo una questione di tempo. II regno serbo era attraversato da lotte intestine per la successione, mentre attacchi esterai minacciavano le regioni vicine ai confini. D'altra parte, attendendo una conferma dei benefici per lo svolgimento d?lie proprie attivit? economiche in Serbia, il Comune espresse la propria fedelt? a Stefan Uros. Signore, Mljet ? il tuo regno, e non a casa sua abbiamo dei problemi, affermarono gli ambasciatori di Dubrovnik due settimane dopo ehe Mljet era diventata patrimonio della nobilt? di Kotor. Nel frattempo la situazione reale intravedeva una guerra tra il gran nobile serbo Vojislav Vojnovic e Dubrovnik. Attendendo un attacco a Peljesac e Ston, il Comune mobilit? 25 persone di Mljet e nel luglio 1361, la Grande Assemblea decise de accipiendo insulam Melite...et accipere totum ius sclavorum. Comunque nel complesso gioco diplomatico il comune si comport? corne se niente fosse successo. Con la pace di Onogost nel 1362, il Comune si impegno di restituire al signore di Kotor i territori presi. La rendita reale sull'isola Mljet, fu realizzata da Stefan Uros the anni pi? tardi. Nel maggio del 1366 a Mljet si menzion? il soldato del regno Maroje Milosevic. II governo locale a Mljet era organizzato nello stesso modo del governo locale interne. Il monastero benedettino di Santa Maria a Mljet aveva il proprio celnic come il monastero Decani. Pi? di 2 secoli dopo la scomparsa del governo serbo sull'isola, la questione di Mljet era ancora attuale. La stessa Repubblica di San Marco, ehe governava Kotor nel 1420, dimostr? un notevole interesse nei confront! di questi documenti della nobilt? di Kotor riguardanti 1'isola di Mljet.
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Bonanno, Anthony. "Dealing with the legacy of the Italian excavations at the Fanum lunonis on Malta - FRANCESCA BONZANO, FANUM IUNONIS MELITENSE. L’AREA CENTRALE DEL SANTUARIO DI TAS-SILĠ A MALTA IN ETÀ TARDO-REPUBBLICANA (Malta. Scavi e ricerche della Missione Archeologica Italiana 2; Edipuglia, Bari 2017). Pp. 239, figs. 263 including colour. ISBN 978-88-7228-826-9. EUR 70." Journal of Roman Archaeology 32 (2019): 832–38. http://dx.doi.org/10.1017/s1047759419000849.

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Cirimwami, Ezéchiel Amani y Pacifique Muhindo Magadju. "Prosecuting rape as war crime in the Democratic Republic of the Congo: lessons and challenges learned from military tribunals". Military Law and the Law of War Review 59, n.º 1 (1 de junio de 2021): 44–70. http://dx.doi.org/10.4337/mllwr.2021.01.03.

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Resumen
Several armed conflicts have marked the past two decades in the Democratic Republic of the Congo (DRC). As a result, the DRC is facing an unprecedented humanitarian disaster with the death of hundreds of thousands of people, the large-scale displacement of civilians and the rape of thousands of women, girls and men. These armed conflicts have led to the metamorphosis of the concept of ‘crime’ with the emergence of new forms of sexual violence, particularly the widespread sexual violence used by armed groups as a tactic of war. In response to this avalanche of sexual violence, the DRC has taken a series of legislative measures. It began with the ratification of the Statute of the International Criminal Court (Rome Statute) on 11 April 2002. This was followed by the promulgation of the Military Judicial Code and the Military Criminal Code on 18 November 2002 (MJC and MCC, respectively) criminalizing, inter alia, war crimes, crimes against humanity and genocide. In 2006, the Congolese legislator criminalized various forms of sexual crimes as defined by international law in the Military Penal Code. On 31 December 2015, the Congolese authorities promulgated Law No. 15/022, amending and supplementing the Military Penal Code, for the implementation of the Rome Statute. Through this Law, the legislator has included in the Congolese Ordinary Criminal Code rape and other sexual assaults constituting war crimes, and in some circumstances, crimes against humanity. In terms of prosecutions, around 40 cases of rape classified as war crimes and crimes against humanity have been tried by Congolese military courts, and a few other cases are being investigated. This article seeks to assess the progress made by the DRC in prosecuting rape as a war crime and the challenges to such prosecutions. La République démocratique du Congo (RDC) a été marquée par plusieurs conflits armés au cours des deux dernières décennies. Il en résulte que ce pays est confronté à une catastrophe humanitaire sans précédent avec la mort de centaines de milliers de personnes, le déplacement à grande échelle de civils et le viol de milliers de femmes, de filles et d'hommes. Ces conflits armés ont entraîné une métamorphose du concept de ‘crime’ avec l'émergence de nouvelles formes de violence sexuelle, notamment la violence sexuelle généralisée utilisée par les groupes armés comme tactique de guerre. En réponse à cette avalanche de violences sexuelles, la RDC a adopté une série de mesures législatives. La première fut la ratification du Statut de la Cour pénale internationale (Statut de Rome) le 11 avril 2002. Cette ratification fut suivie par la promulgation du Code judiciaire militaire et du Code pénal militaire le 18 novembre 2002 (respectivement le CMJ et le CCM) qui criminalisent, entre autres, les crimes de guerre, les crimes contre l'humanité et le génocide. En 2006, le législateur congolais a incriminé dans le Code pénal militaire diverses formes de crimes sexuels tels que définis par le droit international. Le 31 décembre 2015, les autorités congolaises ont promulgué la loi no 15/022, modifiant et complétant le Code pénal militaire, pour la mise en œuvre du Statut de Rome. A travers cette loi, le législateur a inclus dans le Code pénal ordinaire congolais les viols et autres agressions sexuelles constitutifs de crimes de guerre, et dans certaines circonstances, de crimes contre l'humanité. En termes de poursuites, une quarantaine de cas de viols qualifiés de crimes de guerre et de crimes contre l'humanité ont été jugés par les tribunaux militaires congolais, et quelques autres cas sont en cours d'instruction. Cet article vise à évaluer les progrès réalisés par la RDC en matière de poursuites pénales pour viol en tant que crime de guerre et les défis auxquels ces poursuites sont confrontées. Verschillende gewapende conflicten hebben de afgelopen twee decennia hun stempel gedrukt op de Democratische Republiek Congo (DRC). Als gevolg daarvan wordt de DRC geconfronteerd met een ongekende humanitaire ramp die gepaard gaat met de dood van honderdduizenden mensen, de grootschalige ontheemding van burgers en de verkrachting van duizenden vrouwen, meisjes en mannen. Die gewapende conflicten hebben geleid tot een metamorfose van het begrip ‘misdaad’ met de opkomst van nieuwe vormen van seksueel geweld, in het bijzonder het wijdverspreide seksuele geweld dat door gewapende groepen als oorlogstactiek wordt gebruikt. Als reactie op die lawine van seksueel geweld heeft de DRC een reeks wetgevende maatregelen genomen. Het begon met de ratificatie van het Statuut van het Internationaal Strafhof (Statuut van Rome) op 11 april 2002, gevolgd door de afkondiging van het militair gerechtelijk wetboek en het militair strafwetboek op 18 november 2002. Daarin worden onder meer oorlogsmisdaden, misdaden tegen de mensheid en genocide strafbaar gesteld. In 2006 heeft de Congolese wetgever verschillende vormen van seksuele misdrijven, zoals omschreven in het internationaal recht, strafbaar gesteld in het militair strafwetboek. Op 31 december 2015 hebben de Congolese autoriteiten wet nr. 15/022 tot wijziging en aanvulling van het militair strafwetboek uitgevaardigd, met het oog op de uitvoering van het Statuut van Rome. Met die wet heeft de wetgever verkrachting en andere vormen van seksueel geweld die te beschouwen zijn als oorlogsmisdaden, en in sommige omstandigheden misdaden tegen de mensheid, in het gewone Congolese Wetboek van Strafrecht opgenomen. Wat vervolging betreft, zijn ongeveer 40 gevallen van verkrachting die als oorlogsmisdaden en misdaden tegen de mensheid werden aangemerkt, door de Congolese militaire rechtbanken berecht, en enkele andere gevallen worden momenteel onderzocht. Deze studie heeft tot doel na te gaan welke vooruitgang de DRC heeft geboekt bij de vervolging van verkrachting als oorlogsmisdaad en voor welke uitdagingen dergelijke vervolgingen staan. Varios conflictos armados han dejado huella en las dos décadas pasadas en la República Democrática del Congo (RDC). A resultas de ello, la RDC se está enfrentando a un desastre humanitario sin precedentes con la muerte de cientos de miles de personas, desplazamiento de civiles a gran escala y la violación de miles de mujeres, niñas y hombres. Estos conflictos armados han llevado a la metamorfosis del concepto de ‘crimen’ con la aparición de nuevas formas de violencia sexual, en particular el uso generalizado de la violencia sexual por grupos armados como táctica de guerra. En respuesta a esta avalancha de violencia sexual, la RDC ha adoptado una serie de medidas legislativas. Todo comenzó con la ratificación del Estatuto de la Corte Penal Internacional (Estatuto de Roma) el 11 de abril de 2002. A esto siguió la promulgación del Código Judicial Militar y del Código Penal Militar el 18 de noviembre de 2002 (Código Judicial Militar y Código Penal Militar, respectivamente), penalizando, entre otros, los crímenes contra la humanidad y el genocidio. En 2006, el legislador congoleño introdujo en el Código Penal Militar varias modalidades de crimen sexual tal y como se definen en el Derecho Internacional. El 31 de diciembre de 2015, la autoridades congoleñas promulgaron la Ley Núm. 15/022, reformando y complementando el Código Penal Militar, con objeto de implementar el Estatuto de Roma. A través de esta ley, el legislador ha tipificado en el Código Penal Común la violación y otros ataques sexuales que constituyen crímenes de guerra y, en algunas circunstancias, crímenes contra la humanidad. En términos de procedimientos instruidos, cerca de 40 casos de violación tipificada como crímenes de guerra y crímenes contra la humanidad han sido tramitados por los tribunales militares congoleños, y varios casos más continúan siendo objeto de investigación. Este estudio busca valorar el progreso de la RDC en la persecución de la violación como crimen de guerra y los retos a los que se ha tenido que hacer frente en dicha tarea. Gli ultimi due decenni della Repubblica Democratica del Congo (RDC) sono stati segnati da diversi conflitti armati. Di conseguenza, la RDC sta affrontando un disastro umanitario senza precedenti con la morte di centinaia di migliaia di persone, lo sfollamento di civili su larga scala e lo stupro di migliaia di donne, ragazze e uomini. Questi conflitti armati hanno portato alla metamorfosi del concetto di ‘crimine’ con l'emergere di nuove forme di violenza sessuale, in particolare la diffusa violenza sessuale usata dai gruppi armati come tattica di guerra. In risposta a questa valanga di violenza sessuale, la RDC ha adottato una serie di misure legislative. È iniziato tutto con la ratifica dello Statuto della Corte penale internazionale (Statuto di Roma) l'11 aprile 2002. A ciò è seguita la promulgazione del Military Judicial Code and the Military Criminal Code il 18 novembre 2002 (rispet­tivamente Codice giudiziario militare e Codice penale militare), che hanno criminalizzato, tra l'altro, crimini di guerra, crimini contro l'umanità e genocidio. Nel 2006, il legislatore congolese ha definito come crimini varie forme di reati sessuali così come definito dal diritto internazionale nel Codice Penale Militare. Il 31 dicembre 2015 le autorità congolesi hanno promulgato la Legge n. 15/022, che modifica e integra il Codice Penale Militare, per l'attuazione dello Statuto di Roma. Attraverso questa legge, il legislatore ha incluso nel Codice penale Ordinario congolese lo stupro e altre aggressioni sessuali definiti crimini di guerra e, in alcune circostanze, crimini contro l'umanità. In termini di procedimenti penali, circa 40 casi di stupro classificati come crimini di guerra e crimini contro l'umanità sono stati processati dai tribunali militari congolesi e alcuni altri casi sono oggetto di indagine. Questo studio cerca di valutare i progressi compiuti dalla RDC nel perseguire lo stupro come crimine di guerra e l’impegno in tali procedimenti penali. Mehrere bewaffnete Konflikte haben die vergangenen zwei Jahrzehnte in der Demokratischen Republik Kongo (DRK) geprägt. Als Folge dessen steht die DRK vor einer beispiellosen humanitären Katastrophe mit dem Tod von Hunderttausenden von Menschen, der massiven Vertreibung von Zivilisten und der Vergewaltigung von Tausenden von Frauen, Mädchen und Männern. Diese bewaffneten Konflikte haben zu einer Metamorphose des Begriffs ‘Verbrechen’ mit dem Aufkommen neuer Formen sexueller Gewalt geführt, insbesondere der weit verbreiteten sexuellen Gewalt, die von bewaffneten Gruppen als Kriegstaktik eingesetzt wird. Als Reaktion auf diese Lawine sexueller Gewalt hat die DRK eine Reihe von gesetzlichen Maßnahmen ergriffen. Es begann mit der Ratifizierung des Statuts des Internationalen Strafgerichtshofs (Römisches Statut) am 11 April 2002. Es folgte die Verkündung des Militärgerichtsgesetzbuchs und des Militärstrafgesetzbuchs am 18. November 2002, die unter anderem Kriegsverbrechen, Verbrechen gegen die Menschlichkeit und Völkermord unter Strafe stellen. Im Jahr 2006 hat der kongolesische Gesetzgeber im Militärstrafgesetzbuch verschiedene Formen von Sexualverbrechen im Sinne des Völkerrechts unter Strafe gestellt. Am 31. Dezember 2015 haben die kongolesischen Behörden das Gesetz Nr. 15/022 zur Änderung und Ergänzung des Militärstrafgesetzbuchs im Hinblick auf die Umsetzung des Römischen Statuts verkündet. Mit diesem Gesetz hat der Gesetzgeber Vergewaltigung und andere sexuelle Übergriffe, die Kriegsverbrechen und unter gewissen Umständen auch Verbrechen gegen die Menschlichkeit darstellen, in das kongolesische ordentliche Strafgesetzbuch aufgenommen. Was die Strafverfolgung anbelangt, so wurden etwa 40 Fälle von Vergewaltigung, die als Kriegsverbrechen und Verbrechen gegen die Menschlichkeit eingestuft werden, von kongolesischen Militär­gerichten abgeurteilt, und einige weitere Fälle werden derzeit untersucht. Diese Studie versucht, die Fortschritte der DRK bei der strafrechtlichen Verfolgung von Vergewaltigung als Kriegsverbrechen und die Herausforderungen für solche Verfolgungen zu bewerten.
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Taccola, Emanuele, Jérôme Bonnin, Denis Savoie y Filippo Battistoni. "Un orologio solare miniaturistico in avorio da un contesto residenziale tardo-repubblicano di Pisa". Journal of Roman Archaeology, 16 de junio de 2021, 1–23. http://dx.doi.org/10.1017/s1047759421000301.

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Abstract L'oggetto che si presenta in questo contributo costituisce un'integrazione al corpus relativamente poco cospicuo di orologi solari miniaturistici greco-romani. Si tratta di una meridiana conica in avorio di elefante, rinvenuta in giacitura secondaria all'interno di un contesto residenziale di età augustea nella Piazza del Duomo di Pisa. Al di là dell'unicità dell'esemplare, per il quale si fornisce un accurato studio gnomonico, unitamente a un approfondito apprezzamento dei relativi aspetti culturali, sociali e tipologici, tale scoperta contribuisce a meglio definire il livello sociale di quest'area della città tra il II e il I sec. a.C.
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Mugnai, Niccolò. "Book Review of La decorazione architettonica di Brescia romana: Edifici pubblici e monumenti funerari dall’Età repubblicana alla tarda antichità, by Antonio Dell’Acqua". American Journal of Archaeology 125, n.º 2 (abril de 2021). http://dx.doi.org/10.3764/ajaonline1252.mugnai.

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Benke, Nikolaus. "Quaestioni di giurisprudenza tardo-repubblicana. Atti di un seminario, Firenze 27-28 maggio 1983, a cura di G. G. Archi". Zeitschrift der Savigny-Stiftung für Rechtsgeschichte: Romanistische Abteilung 104, n.º 1 (1 de enero de 1987). http://dx.doi.org/10.7767/zrgra.1987.104.1.729.

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Sisani, Simone. "Le magistrature locali delle comunità municipali di ambito provinciale: uno studio sulla diffusione del quattuorvirato e del duovirato tra l’età tardo-repubblicana e l’età imperiale". Gerión. Revista de Historia Antigua 36, n.º 1 (16 de octubre de 2018). http://dx.doi.org/10.5209/geri.60293.

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Shaw, Edwin. "(A.) Marcone (ed.) Sallustio e la storiografia tardo repubblicana. Contributi del Centro Studi Sallustiani. (Studi sul Mondo Antico 16.) Pp. x + 167. Florence: Le Monnier Università, 2021. Paper, €15. ISBN: 978-88-00-86270-7." Classical Review, 5 de abril de 2022, 1–2. http://dx.doi.org/10.1017/s0009840x22000671.

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