Literatura académica sobre el tema "Sviluppo aggregativo"

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Artículos de revistas sobre el tema "Sviluppo aggregativo"

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de Salvo, Paola. "Le reti di governance e il turismo. I Sistemi Turistici Locali: il caso dell'Umbria". SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, n.º 92 (febrero de 2011): 145–66. http://dx.doi.org/10.3280/sur2010-092010.

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Il tema centrale del presente contributo č costituito da un'analisi sullo sviluppo dei Sistemi turistici locali, che ha interessato generalmente le regioni italiane, dove, a far data dalle relative leggi attuative della legge di riforma nazionale del turismo n. 135/2001, si sviluppa un'interessante ed innovativa esperienza, tesa a definire un nuovo modello aggregativo per lo sviluppo turistico integrato. Un nuovo modello di governance del sistema turistico locale, basato su una partnership pubblico/privato, dove le istituzioni pubbliche e le organizzazioni private si accordano per la formulazione di progetti di sviluppo locale e per l'integrazione di altre realtŕ produttive al turismo.
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Colombo, Sabrina. "Universitŕ e contesto socio-economico nel Regno Unito. Il contributo della ricerca universitaria allo sviluppo". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 118 (julio de 2010): 67–79. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-118005.

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Resumen
A partire dagli anni settanta del secolo scorso nelle teorie dello sviluppo economico inizia a legittimarsi un nuovo framework concettuale. In precedenza, lo sviluppo era visto come accumulazione di fattori legati al lavoro e al capitale. A seguito tuttavia dei mutamenti nei modelli produttivi indotti dalla crescente competizione internazionale, accumulazione di conoscenza (capitale umano) e innovazione si impongono come elementi fondamentali per lo sviluppo delle economie piů avanzate. Nelle scienze sociali e nelle agende politiche nazionali e sovra nazionali trova crescente legittimazione quindi il concetto di knowledge economy, in cui alle universitŕ spetta un ruolo fondamentale, sia per l'attivitŕ di formazione di capitale umano, sia per l'attivitŕ di ricerca. Le universitŕ dovrebbero pertanto integrarsi sempre piů nella societŕ, per rispondere alle esigenze dei principali stakeholders (studenti e attori economici) e produrre innovazione in collaborazione con (e per) l'ambiente esterno. In Europa il sistema di formazione terziaria del Regno Unito č considerato tra i piů aperti alle esigenze del mondo economico, anche a seguito degli interventi di policy iniziati dai governi conservatori degli anni ottanta. La ricerca presentata in questo articolo mette in evidenza la non linearitŕ di tale visione e soprattutto le contraddizioni e le retoriche intrinseche alle teorie e alle policies legate alla knowledge economy. Lo studio, che discute il rapporto tra universitŕ e attori socio-economici esterni nel Regno Unito, si basa sull'analisi di dati aggregati e interviste qualitative a testimoni privilegiati sia a livello nazionale sia in quattro studi di caso svolti a Manchester e Liverpool.
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Possanzini, Davide. "Elezioni e partiti nella Serbia post-comunista (1990-2004)". Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 56, n.º 2 (31 de diciembre de 2006): 69–124. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-12705.

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Resumen
La scarsa attenzione prestata dalla letteratura politologica alla complessa ricostruzione democratica della Repubblica Serba fornisce valide motivazioni al presente saggio che intende affrontare le problematiche insite ad un processo di transizione ancora in atto. Gli stravolgimenti politici occorsi negli ultimi anni non hanno agevolato il consolidamento di questa giovane democrazia, comunque meritevole di una prima lettura interpretativa, per quanto prematura essa possa apparire. La mutevole natura del sistema politico serbo ha compromesso la trasformazione democratica guidata dalla vecchia elite comunista consentendo, però, l’instaurazione di un’effettiva democrazia elettorale da parte dell’opposizione politica, oggi meno esposta ai richiami autoritari. Nello specifico, questo studio prende in esame lo sviluppo del sistema elettorale e partitico serbo dal crollo del regime comunista ai giorni nostri, soffermandosi sul processo d’involuzione subito dal regime pseudo-democratico serbo alla fine degli anni novanta. A tal proposito, sono stati presi in considerazione tutti i provvedimenti costituzionali e gli strumenti di ingegneria elettorale adottati ed escogitati dal Partito Socialista per garantirsi una prolungata supremazia politica. L’utilizzo di grafici e di indici statistici ha consentito la ricostruzione dello schema evolutivo dei partiti e la simulazione di un suo diverso sviluppo a differenti condizioni aggregative. La proiezione cartografica dei risultati elettorali registrati nei singoli comuni (qui ridimensionata per ovvi limiti di spazio) è servita a semplificare la lettura del panorama politico scaturito da ogni consultazione. Sebbene recenti studi abbiano contribuito ad individuare nuove fratture partitiche nel corso delle transizioni democratiche avviate in Europa orientale, la sistematizzazione dei dati empirici serbi ha messo in risalto alcuni degli storici cleavages partitici utilizzati da Rokkan per spiegare la formazione degli Stati-nazione occidentali. Per quanto la frattura nazionalistica risulti esplicativa dello sviluppo partitico serbo, essa sembra rivestire un ruolo secondario ed apparente, di causa accidentale adottando le parole di Weber, in quanto determinato dalla strategia diversiva del Partito Socialista. Dal raffronto dei dati elettorali con il loro contesto geografico è emerso, infatti, un perenne conflitto tra centro/periferia e città/campagna come causazione adeguata all’evoluzione partitica in senso nazionalistico.
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Aiello, Gaetano y Simone Guercini. "Relazioni tra brand e punto vendita per lo sviluppo di nuovi mercati per le imprese italiane della moda". MERCATI & COMPETITIVITÀ, n.º 2 (junio de 2010): 15–49. http://dx.doi.org/10.3280/mc2010-002002.

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Resumen
Questo articolo ha per scopo verificare la consistenza e le caratteristiche del processo di sviluppo internazionale delle marche italiane del sistema moda attraverso operazioni compiute su punti vendita nei mercati esteri ed in particolare in quelli emergenti. Sono presi in esame i principali fattori di specificitÀ delle imprese italiane della moda e l'evoluzione della situazione competitiva attraverso l'analisi di dati aggregati e l'andamento dei prezzi dei prodotti e della posizione competitiva delle imprese nazionali. I risultati di ricerca presentati mettono in evidenza il mutamento della posizione competitiva del sistema moda italiano e la risposta delle imprese attraverso un potenziamento del ruolo del canale diretto a sostegno della marca e per una gestione diretta della sua presenza sui mercati internazionali. Viene offerta evidenza di come i paesi emergenti risultino oggetto di attenzione come mercato di sbocco e non solo come luogo di produzione. La diffusione delle politiche di investimento nei punti vendita diretti interessa un ampio numero di marche e risulta essere una modalitÀ di crescita internazionale che integra le forme piů tradizionali di esportazione.
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Bozzato, Gianni. "Quando inizia ad esistere l’individuo umano?" Medicina e Morale 48, n.º 1 (28 de febrero de 1999): 77–93. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1999.811.

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Resumen
Nel saggio sono posti in rilievo i seguenti principali aspetti di ordine biologico che contrastano con le argomentazioni sostenute da N. M. Ford nel suo libro When did I begin? 1) Nel cosiddetto pre-embrione, le cellule non sono totipotenti. (Ossia, non sono in grado di esprimere la totipotenza residua nucleare e cioè produrre altrettanti pre-embrioni. Nel presente articolo l’analisi della questione riguardante la totipotenza del pre-embrione, delle sue cellule o del loro nucleo viene soltanto appena accennata). La possibilità che il pre-embrione (individuo originario) dia origine a più gemelli monozigoti c. d. “identici” non è la conseguenza della totipotenza delle cellule, ma del loro distacco fisico dal pre-embrione, oppure della loro semplice “separazione/isolamento” dal suo schema di organizzazione dell’espressione genica del DNA (schema di OEG-DNA). 2) Le cellule del pre-embrione, inoltre, sono “identiche e indiscernibili” soltanto dal punto di vista genetico (genotipico), ma non da quello biologico (fenotipico). Anche dal punto di vista biologico (v. schema di OEG-DNA) il pre-embrione non è un semplice aggregato di cellule individuali, ma è una unità integrata e cioè un sistema individuale di cellule che possiede già una sua identità biologica, dunque ontologica. 3) Durante lo sviluppo, le cosiddette fasi (o stadi) e le forme anatomiche dell’embrione sono sempre precedute e prodotte da forme temporali (schemi di processi biochimici). Pertanto, sempre dal punto di vista dell’identità biologica (e ontologica), lo zigote (o il pre-embrione), anche nel caso di successiva gemellazione, è già un individuo umano in sviluppo (in atto) molto tempo prima che “appaia” - all’osservatore - un indizio “visibile” della sua forma anatomica individuale; dunque, ancor prima della “comparsa” della stria primitiva. 4) Proprio per il fatto che l’identità biologica dell’individuo umano non corrisponde alla sua identità genetica (ovvero il genotipo non è il fenotipo), i gemelli c. d. “identici” non sono mai veramente identici tra loro; essi sono sempre diversi fin dall’inizio del loro sviluppo, il quale avviene per biforcazione (una rottura di simmetria) dello schema di OEG-DNA dell’individuo pre-embrione originario. Lo studio della conformazione delle loro membrane fetali ci consente, infatti, di dedurre e di affermare che essi sono già in formazione (in atto) molto tempo prima della comparsa della stria primitiva e, in quanto biologicamente diversi, che sono già distinti; dunque, potenzialmente discernibili.
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Micelli, Ezio y Eleonora Righetto. "How do metropolitan cities evolve after the 2008/2012 crisis and the Covid-19 pandemic? An analysis from real estate market values". Valori e Valutazioni 31 (febrero de 2023): 49–67. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20223105.

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Resumen
Italian cities have been touched by two major events, the 2008 and 2012 crises and the Covid-19 pandemic in 2020 and 2021. The research aimed to verify whether, and in what way, Italian cities have embarked on a path of transformation, outlining their possible trajectories of change in the intervening decade. The cities considered were the metropolitan cities to which the legislature has assigned the role of territorial reference for areas of a regional nature. The research examined real estate market values for their ability to represent a city’s degree of attractiveness in synthetic form. The other variables used made it possible to detect trends in the determinants of the real estate market: economic growth, demographic development and changes in the territorial capital endowment. Concerning the research objectives, cluster analysis appeared to be the most suitable tool to represent changes by aggregating cities according to common patterns. The survey considered the reactions of the different cities in the two five-year periods related to each exogenous shock and, overall, in the decade under review for a long-term reading of the trends. The conclusions reached by the survey show how, between 2012 and 2017, there was a concentration of wealth and population in the major centers and in particular in the city of Milan, characterized by rising property values against a generalized decline in the Italian market. In the second five-year period from 2017 to 2022, the pattern is reproduced with similar intensity, despite a vast debate on the crisis of large cities and their sustainability in the face of the pandemic. An overall ten-year view from 2012 to 2022 of metropolitan cities shows trends with a sufficiently solid and stable character. In the case of Milan, the expression of a clear-cut process of concentration on which the pandemic has had no effect, is counterbalanced by a second cluster of peripheral metropolitan cities that are suffering from processes that penalize their development prospects, while the third cluster of cities is distinguished by a profile that combines opportunities for growth and critical aspects in demographic and economic terms. Le città italiane sono state toccate da due importanti eventi, la crisi del 2008 e del 2012 e la pandemia Covid- 19 nel corso del 2020 e 2021. La ricerca ha l’obiettivo di verificare se, e in quale modo, le città italiane hanno intrapreso un percorso di trasformazione, delineando le loro possibili traiettorie di cambiamento nel decennio intercorso. Le città considerate sono state le città metropolitane cui il legislatore ha attribuito il ruolo di riferimento territoriale per ambiti di carattere regionale. La ricerca ha esaminato i valori del mercato immobiliare per la loro capacità di rappresentare in forma sintetica il grado di attrattività di una città. Le altre variabili impiegate hanno permesso di rilevare l’andamento dei determinanti del mercato immobiliare: crescita economica, sviluppo demografico e variazione nella dotazione di capitale territoriale. Rispetto agli obiettivi della ricerca, la cluster analysis è apparsa lo strumento maggiormente idoneo a rappresentare i cambiamenti aggregando le città secondo pattern comuni. L’indagine ha considerato le reazioni delle diverse città nei due quinquenni legati a ciascun shock esogeno e, complessivamente, nel decennio in esame per una lettura di lungo periodo delle tendenze in atto. Le conclusioni cui perviene l’indagine evidenziano come tra il 2012 e il 2017, vi sia un percorso di concentrazione della ricchezza e della popolazione nei centri maggiori e in particolare nella città di Milano, contraddistinta da valori immobiliari in crescita a fronte di un declino generalizzato del mercato italiano. Nel secondo quinquennio dal 2017 al 2022, lo schema si riproduce con analoga intensità, a dispetto di un vasto dibattito sulla crisi delle grandi città e sulla loro sostenibilità alla prova della pande- mia. Una visione complessiva decennale dal 2012 al 2022 delle città metropolitane evidenzia tendenze do- tate di un carattere sufficientemente solido e stabile. Al caso di Milano, espressione di un processo di concentrazione chiaro e netto su cui la pandemia non ha avuto effetti, fa riscontro un secondo cluster di città metropolitane periferiche che scontano processi che ne penalizzano le prospettive di sviluppo, mentre un terzo cluster di città si distingue per un profilo che unisce opportunità di crescita e aspetti critici sotto il profilo demografico ed economico.
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Scodeller, Dario. "Victor Gruen e lo shopping mall come modello di social design". Storia e Futuro Giugno 2022, n.º 55 (20 de septiembre de 2022). http://dx.doi.org/10.30682/sef5522d.

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Resumen
Il saggio ricostruisce la genesi dello shopping mall come modello spaziale per il commercio contemporaneo, illustrandone la sua concezione nel contesto dello sviluppo della città americana del secondo dopoguerra ed esaminando alcuni dei motivi che hanno reso tale modello uno dei luoghi privilegiati della socialità contemporanea. Formulato sul piano teorico e operativo dallo Studio Gruen, il concetto spaziale e sociale del mall si è progressivamente insinuato in molte altre tipologie architettoniche, commerciali e non commerciali, promuovendone principalmente la dimensione ludico-commerciale rispetto all’originale formulazione, che prevedeva una equilibrata integrazione tra retail e servizi in una fruizione pedonalizzata. Il saggio si interroga, infine, sul fenomeno del deadmalling (lo smantellamento e la chiusura dei centri commerciali), che porrà nei prossimi decenni problemi di riconversione di questi luoghi, rendendo forse di nuovo attuale una delle originali vocazioni del mall come centro civico di aggregazione sociale. This essay reconstructs the genesis of the shopping mall as a spatial model for contemporary retail trade, outlining its conception in the context of urban development in the United States after World War II. It also explores some of the reasons that have made this model one of the privileged spaces of contemporary socialization. Studio Gruen is credited with developing the spatial and social concept of the mall from a theoretical and practical point of view; the mall has progressively made its way into many other architectural typologies, both commercial and non-commercial, mainly promoting its recreational-commercial dimension as opposed to the original design, which envisaged a balanced integration of retail and facilities in a pedestrian-oriented context. Finally, the essay examines the phenomenon of “deadmalling” (the dismantling and closure of shopping centres), which will create the issue of having to decide how to reconvert these places in the coming decades, perhaps giving new relevance to one of the original functions of the mall as a social space for aggregation.
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Tesis sobre el tema "Sviluppo aggregativo"

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Pettinari, Federico. "Un Framework per Simulazione e Sviluppo di Sistemi Aggregati di Smart-Camera". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19092/.

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Resumen
Le smartcam sono telecamere capaci di rilevare entità di interesse, e sono generalmente impiegate nella sorveglianza. Con l'avanzamento della tecnologia si è creata la possibilità di renderle mobili e dotarle di mezzi trasmissivi. Questo ha aperto grandi opportunità per la coordinazione di reti di smartcam con lo scopo di aumentarne l'efficienza. Lo sviluppo di tali sistemi può beneficiare dall'impiego di specifici strumenti per la simulazione e programmazione in modo da facilitarne l'implementazione e la valutazione. Nell'ambito di questa tesi viene adottato Alchemist, uno degli ambienti che consentono simulazioni di Collective Adaptive System. Vengono quindi illustrate e discusse la fasi di sviluppo di un nuovo modulo software volto ad estendere Alchemist con il supporto alle smartcam. Inoltre vengono riprodotti alcuni algoritmi presenti in letteratura ed implementati di nuovi con l'ausilio dell'Aggregate Programming, un paradigma per la programmazione di sistemi distribuiti. Questi algoritmi hanno lo scopo di creare un sistema adattativo di smartcam che comunicano fra di esse per coordinarsi nei movimenti, e nella decisione degli obiettivi da raggiungere. L'obiettivo è l'incremento del livello di copertura della zona alla quale sono preassegnate, ed il raggiungimento di un certo livello di ridondanza nell'osservazione di eventuali entità di interesse. Infine viene effettuata una validazione empirica degli algoritmi attraverso la simulazione di alcuni scenari.
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Tushaj, Ersilio. "Il calcestruzzo con aggregati di riciclo: sviluppi ed applicazioni nel panorama nazionale ed internazionale". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/4339/.

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Resumen
Il calcestruzzo è uno dei materiali più utilizzati nell’edilizia, ma il meno sostenibile. Per la sua produzione vengono sfruttate elevate quantità di risorse naturali non rinnovabili con un impatto ambientale non trascurabile, sia per le sostanze emesse in atmosfera, sia per le macerie derivate post utilizzo. L’ingresso nel XXI secolo ha segnato definitivamente l’affermazione del concetto di sviluppo sostenibile nei riguardi di tutti i processi produttivi dei beni, che devono essere necessariamente strutturati secondo una logica di risparmio energetico e di controllo della produzione di scorie e rifiuti, prevedendone un loro riutilizzo in altri settori, o un loro smaltimento senza provocare danni all’ambiente. Anche l’industria del cemento e del calcestruzzo è chiamata a svolgere il proprio ruolo per contribuire ad un miglior bilancio ecologico globale, indirizzando la ricerca verso possibilità d’impiego di materiali “innovativi”, che siano in grado di sostituire parzialmente o totalmente l’uso di materie prime non rinnovabili, tenendo conto dell’enorme richiesta futura di infrastrutture, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Negli ultimi anni si sta sempre più affermando il potenziale del riciclo dei materiali ottenuti dalla demolizione di edifici (C&DW – Construction and Demolition Waste), questo dovuto anche a politiche di gestione dei rifiuti che incentivano il risparmio, il riutilizzo, il riciclo e la valorizzazione dei beni. I calcestruzzi con aggregati di riciclo sono generalmente suddivisi in due macrogruppi: quelli ottenuti da aggregati di riciclo di solo calcestruzzo (RCA – Recycled Coarse Aggregate) e quelli da aggregati da demolizione totale (MRA – Mixed Recycled Aggregate) che però contengono molte impurità. Come anche uno può subito pensare gli aggregati riciclati hanno delle proprietà diverse da quelli naturali, questi contengono oltre l’aggregato naturale anche il legante coeso, polveri di laterizio, vetro, ceramica, plastica eccet., i quali offrono una miscela ricca di cloruri, solfati, silice amorfa ed altri componenti dannosi per la nuova miscela di calcestruzzo. In presenza di questi prodotti, gli aggregati non solo non soddisfano i requisiti chimici, ma influiscono negativamente anche sulle proprietà fisico-meccaniche del calcestruzzo. Per questo vedremmo in questa tesi tramite un accurata analisi degli aggregati, e del loro “contributo” per il corretto comportamento del calcestruzzo, leggendo criticamente come le normative regolano i requisiti che gli aggregati debbono soddisfare, vedendo le varie possibilità di riutilizzo dei materiali di riciclo da demolizione. La tesi mira all'incentivo dei materiali da riciclo, come scelta sostenibile per il futuro dell'edilizia. E' stato calcolato che la produzione totale di macerie da demolizione nel mondo, non supera il 20% in massa degli aggregati che vengono utilizzati per la produzione del calcestruzzo nei paesi sviluppati. Dai vari studi è stato valutato in media che col solo 20% di riciclato sostituito, le caratteristiche del calcestruzzo indurito cambiano di poco dal normale miscelato con aggregati naturali; ovviamente se gli aggregati da riciclo sono stati selezionati e sottoposti ai vari test delle norme europee standardizzate. Quindi uno può subito pensare in linea teorica, tralasciando i costi di gestione, trasporto eccet. , che basta utilizzare per ogni metro cubo di calcestruzzo 20% di riciclato, per rispondere allo smaltimento dei rifiuti da C&D; abbassando cosi i costi degli inerti naturali, sempre parlando di economie di scala. Questo è in linea teorica, ma riflette un dato rilevante. Nel presente lavoro si partirà da una veloce lettura sul comportamento del calcestruzzo, su i suoi principali costituenti, concentrandoci sugli aggregati, analizzandone le sue proprietà fisico-meccaniche, quali la granulometria, la resistenza meccanica e la rigidezza, valutando l’importanza dei legami coesivi tra aggregato alla pasta cementizia. Verranno inoltre analizzate le azioni deleterie che possono instaurarsi tra aggregato di riciclo e pasta cementizia. Dopo aver visto le varie politiche sulla gestione dei rifiuti, la legislazione passata e presente sull’uso dei materiali riciclati, si analizzeranno vari studi sulle proprietà fisico-meccaniche dei calcestruzzi con aggregati di riciclo seguiti da università e poli di ricerca internazionali. Se gli aggregati di riciclo sono selezionati con metodo, in presenza di piani di gestione regionale e/o nazionale, è possibile soddisfare le prestazioni richieste del calcestruzzo, nel rispetto delle politiche di sostenibilità economico-ambientali. Può essere il calcestruzzo riciclato una scelta non solo sostenibile, ma anche economica per il settore edile? Si può avere un calcestruzzo riciclato ad alte prestazioni? Quali sono le politiche da mettere in atto per un mercato di produzione sostenibile del riciclato? Questo e molto altro verrà approfondito nelle pagine seguenti di questa tesi.
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VALSECCHI, CLAUDIO. "SOSTENIBILITA' NUTRIZIONALE ED ECONOMICA: SVILUPPO DI INDICI AGGREGATI PER MIGLIORARE LA COMPETITIVITA' IN ALLEVAMENTI DI VACCHE DA LATTE". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/95712.

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Resumen
Gli allevamenti di vacche da latte puntano alla massimizzazione della produzione di latte credendo di migliorare così il profitto attraverso l’effetto di diluizione dei costi di mantenimento. Diventa però importante avere sotto controllo i costi di produzione, ma soprattutto la reale efficienza aziendale. Il principale obiettivo di questo lavoro di ricerca è quello di trovare un sistema di monitoraggio dell’efficienza aziendale, sia economica che nutrizionale, utile per i tecnici che visitano le aziende zootecniche di vacche da latte per poter supportare le scelte imprenditoriali dell’allevatore. Sono stati misurati indici tecnici ed economici in 90 allevamenti di vacche da latte per valutare l'efficienza nutrizionale ed economica degli allevamenti. Un approccio multivariato è stato utilizzato per aggregare gli indicatori parziali in nuove strutture latenti. Un secondo obiettivo è stato quello di predire, attraverso le caratteristiche aziendali ed altre informazioni relative alla gestione dell’azienda, gli indici aggregati di efficienza aziendale ricavati, ovvero: efficienza economica, efficienza energetica e punto di pareggio. Ottantanove aziende di vacche da latte sono state visitate e intervistate per raccogliere informazioni sulla consistenza della mandria, la produzione e la qualità del latte, le prestazioni riproduttive, il benessere delle vacche allevate, la formulazione della dieta e i costi di alimentazione. Infine sono state caratterizzare le diverse strategie alimentari adottate nelle aziende visitate. Sono state raccolte informazioni sulle performances della mandria, sui costi di alimentazione e sulle differenti razioni formulate. Sono state caratterizzate la composizione chimica delle diete, il profilo fermentativo delle diete e la produzione di metano, l'efficienza alimentare della mandria, la produzione e la qualità del latte e il profilo fermentativo fecale.
Dairy cow farms aim to maximize milk production believing that this will improve profit through the dilution effect of maintenance costs. However, it becomes important to have under control the feed production costs, but above all the effective business efficiency of whole herd. The main objective of this research work is to find a monitoring system of farm efficiency, both economic and nutritional, useful for technicians who visit dairy farms in order to support the entrepreneurial choices of the farmer. Technical and economic indices were measured on 90 dairy cow farms to assess the nutritional and economic efficiency of the farms. A multivariate approach was used to aggregate partial indicators into new latent structures. A second objective was to predict, through farm characteristics and other farm management information, the aggregate farm efficiency indices derived: economic efficiency, energy efficiency, and break-even point. Eighty-nine dairy cow farms were visited and interviewed to collect information on herd size, milk production and quality, reproductive performance, cow welfare, diet formulation and feeding costs. Finally, the different feeding strategies adopted on visited farms were characterized. Information was collected on herd performance, feeding costs and different formulated rations. The chemical composition of the diets, the fermentative profile of the diets and methane production, feeding efficiency of the herd, milk production and quality and fecal fermentative profile were characterized.
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VALSECCHI, CLAUDIO. "SOSTENIBILITA' NUTRIZIONALE ED ECONOMICA: SVILUPPO DI INDICI AGGREGATI PER MIGLIORARE LA COMPETITIVITA' IN ALLEVAMENTI DI VACCHE DA LATTE". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/95712.

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Gli allevamenti di vacche da latte puntano alla massimizzazione della produzione di latte credendo di migliorare così il profitto attraverso l’effetto di diluizione dei costi di mantenimento. Diventa però importante avere sotto controllo i costi di produzione, ma soprattutto la reale efficienza aziendale. Il principale obiettivo di questo lavoro di ricerca è quello di trovare un sistema di monitoraggio dell’efficienza aziendale, sia economica che nutrizionale, utile per i tecnici che visitano le aziende zootecniche di vacche da latte per poter supportare le scelte imprenditoriali dell’allevatore. Sono stati misurati indici tecnici ed economici in 90 allevamenti di vacche da latte per valutare l'efficienza nutrizionale ed economica degli allevamenti. Un approccio multivariato è stato utilizzato per aggregare gli indicatori parziali in nuove strutture latenti. Un secondo obiettivo è stato quello di predire, attraverso le caratteristiche aziendali ed altre informazioni relative alla gestione dell’azienda, gli indici aggregati di efficienza aziendale ricavati, ovvero: efficienza economica, efficienza energetica e punto di pareggio. Ottantanove aziende di vacche da latte sono state visitate e intervistate per raccogliere informazioni sulla consistenza della mandria, la produzione e la qualità del latte, le prestazioni riproduttive, il benessere delle vacche allevate, la formulazione della dieta e i costi di alimentazione. Infine sono state caratterizzare le diverse strategie alimentari adottate nelle aziende visitate. Sono state raccolte informazioni sulle performances della mandria, sui costi di alimentazione e sulle differenti razioni formulate. Sono state caratterizzate la composizione chimica delle diete, il profilo fermentativo delle diete e la produzione di metano, l'efficienza alimentare della mandria, la produzione e la qualità del latte e il profilo fermentativo fecale.
Dairy cow farms aim to maximize milk production believing that this will improve profit through the dilution effect of maintenance costs. However, it becomes important to have under control the feed production costs, but above all the effective business efficiency of whole herd. The main objective of this research work is to find a monitoring system of farm efficiency, both economic and nutritional, useful for technicians who visit dairy farms in order to support the entrepreneurial choices of the farmer. Technical and economic indices were measured on 90 dairy cow farms to assess the nutritional and economic efficiency of the farms. A multivariate approach was used to aggregate partial indicators into new latent structures. A second objective was to predict, through farm characteristics and other farm management information, the aggregate farm efficiency indices derived: economic efficiency, energy efficiency, and break-even point. Eighty-nine dairy cow farms were visited and interviewed to collect information on herd size, milk production and quality, reproductive performance, cow welfare, diet formulation and feeding costs. Finally, the different feeding strategies adopted on visited farms were characterized. Information was collected on herd performance, feeding costs and different formulated rations. The chemical composition of the diets, the fermentative profile of the diets and methane production, feeding efficiency of the herd, milk production and quality and fecal fermentative profile were characterized.
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Munari, Marco. "Sviluppo di procedure per valutazioni sistematiche di vulnerabilità sismica di edifici esistenti in muratura". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3426960.

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An important element for the development of strategies for the prevention and the reduction of the seismic risk is the evaluation of the structural behaviour under seismic actions with destructive intensity: for existing buildings, the problem arises mainly in the assessment of their current susceptibility to damage, namely of their vulnerability. The procedures used for these assessments can have different levels of detail, depending on the quality and quantity of information that are acquired for each individual building. Considering the mitigation of seismic risk, these analysis should be performed on whole territories or municipalities, or on a significant number of buildings: this leads to the research of procedures for the vulnerability assessment that, starting from a rapid acquisition of information, allow to realize a reliable estimate of the level of seismic damage, without resorting to overly refined models. In addition, the architectural heritage and, in particular, the historical urban tissue of Italy and of many other countries with relevant seismic risk, are mostly made of stone masonry load-bearing buildings, mostly built in ancient times without any seismic standard. The traditional buildings can be considered as assemblages of statically determined elements mono-laterally constrained and essentially based on the indications of the so called "rule of the art": such arrangements are actually present only in important buildings, while are quite rare in ordinary buildings, with a consequent increase of their static and seismic weakness. These conditions imply a preference, for the purposes of a structural analysis for the evaluation of the seismic vulnerability, detailed verifications of elementary collapse mechanisms of individual elements, seeking possible weak points of the building, rather than studies that address the entire building considering the ideal behaviour of the elastic or elastoplastic multi-connected box. Finally, a territorial analysis, that moves its investigation scale from the single structural unit to the entire town centre and beyond, cannot ignore the fact that the masonry buildings are often organized into nuclei of buildings that interact in complex ways: this makes even more difficult the approach, the development of analysis and the interpretation of results. In recent years, different studies have been carried out (the most recent in the ReLUIS - Laboratories University Network of Seismic Engineering - projects), which led to propose a methodology that can be considered innovative towards the complexity of historical buildings and versatile both for predictive analysis and post-earthquake monitoring, both for the planning of mitigation actions. The method, already applied in several city centres, where significant specimens of buildings (structural units), belonging to different structural types, were found, considers an essential and preliminary knowledge phase, carried out with a strong interdisciplinary approach and based on the on-site data collection, by the use of special survey forms and implementation of minimum campaigns of experimental investigations. Starting from the available information historical, typological and structural analysis and studies of damage mechanisms and past interventions were developed and assessments of the seismic vulnerability of aggregated building systems through the application of automatic procedures, based on an estimate of the in-plane resistance and on the study of out-of-plane local mechanisms of structural macro-elements, were carried out: these procedures of limit analysis depends on few geometric and mechanical parameters, and therefore do not require an extremely accurate survey and a heavy computational burden. In this thesis, the latest versions of these procedures, updated to the codes developments, are outlined: by the application to three historical towns located in the central part of Italy, chosen as case studies (Campi Alto di Norcia, Castelluccio di Norcia and Sulmona), they showed their completeness and reliability, by the comparison of the results with the actual behaviour of the classes of existing masonry buildings towards recent seismic events, with the statistical forecasts given by the macroseismic scales and with mechanical-capacitive detailed models of the in-plane and out-of-plane behaviour. These models have allowed the calibration of the procedures and the development of computational and structural verification methods: in this sense, the capacitive approach developed for the study of in-plan behaviour was particularly innovative and, for this reason, particularized on the single case study of Sulmona. The general methodology systematize the vulnerability assessments for masonry buildings aggregates within city centres and lends itself to interesting applications in codes indications, related to the management and protection of the architectural heritage; the results obtained will also have noticeable exploitations in research activities and in concrete applications that are developing in Abruzzo as a result of the events related to the earthquake of April 6th 2009.
Un elemento fondamentale nello sviluppo di strategie di prevenzione e di riduzione del rischio sismico è la valutazione del comportamento strutturale sotto azioni sismiche di intensità distruttiva: per gli edifici esistenti il problema si pone essenzialmente nella valutazione della loro attuale predisposizione al danneggiamento, ossia della loro vulnerabilità. Le procedure utilizzabili per condurre tali operazioni possono avere vari livelli di dettaglio in funzione della qualità e quantità di informazioni che si acquisiscono per ogni singolo edificio. In un'ottica di mitigazione del rischio sismico, queste analisi vanno condotte su interi ambiti territoriali o urbani e quindi su una pluralità di edifici: ciò porta conseguentemente a ricercare procedure di valutazione della vulnerabilità che, partendo da un'acquisizione il più possibile speditiva di informazioni, permetta di formulare una stima sufficientemente attendibile della danneggiabilità sismica, senza ricorrere a modelli eccessivamente raffinati. Inoltre, il patrimonio edilizio e, in particolare, il tessuto urbano storico in Italia, così come in molti altri Paesi a rilevante rischio sismico, sono prevalentemente costituiti da edifici in muratura portante, generalmente costruiti in epoche passate in assenza di normative antisismiche. La fabbriche tradizionali si possono considerare come assemblaggi di elementi determinati staticamente, vincolati in modo monolatero ed essenzialmente basati sugli accor-gimenti dettati dalla cosiddetta “regola dell’arte”: tali accorgimenti si trovano effettivamente solo in edifici di una certa importanza, mentre nell’edilizia ordinaria sono piuttosto rari, con conseguente incremento della debolezza statica e sismica. Tali condizioni portano a preferire, ai fini dell’analisi strutturale per la valutazione della vulnerabilità sismica, verifiche di dettaglio di meccanismi elementari di collasso su singoli elementi, ricercando l’eventuale punto debole della costruzione, piuttosto che studi dell’intero edificio che considerino il comportamento ideale di scatola pluriconnessa elastica o elastoplastica. Infine, un’analisi del territorio che muove la propria scala di indagine dalla singola unità strutturale all’intero centro storico e oltre, non può prescindere dal fatto che il costruito in muratura si trova spesso organizzato in aggregati di edifici interagenti in modo complesso: questo rende ancora più difficoltosi l’approccio, lo sviluppo delle analisi e l’interpretazione dei risultati. Negli scorsi anni, sono state svolte numerose ricerche (le più recenti nell’ambito dei pro-getti ReLUIS - Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica) che hanno permesso di proporre una metodologia innovativa in rapporto alla complessità dell’edificato storico e versatile sia per analisi predittive e di verifica post-sisma, sia per il progetto di piani di mitigazione. La metodologia, già applicata in diversi centri storici, nei quali sono stati individuati campioni significativi di edifici (unità strutturali) appartenenti a diverse tipologie costruttive, prevede una imprescindibile fase di conoscenza preliminare di impostazione fortemente interdisciplinare, basata sulla raccolta di dati in sito mediante l’utilizzo di apposite schede e sulla realizzazione di campagne minime di indagini sperimentali. A partire dalle informazioni disponibili sono effettuate analisi storico - tipologiche, strutturali, dei meccanismi di danno e degli interventi pregressi e sono successivamente svolte valutazioni della vulnerabilità sismica dei sistemi edilizi aggregati, mediante l’applicazione di procedure automatiche di calcolo, basate sulla stima della resistenza nel piano e sullo studio di meccanismi locali di collasso fuori piano di macroelementi strutturali: tali procedure di calcolo limite dipendono da pochi parametri geometrici e meccanici, e quindi non richiedono un rilievo estremamente accurato e pesanti oneri computazionali. In questa sede sono illustrate le versioni più recenti di queste procedure, aggiornate agli ultimi sviluppi normativi: esse, mediante l’applicazione a tre centri storici dell’Italia centrale scelti come casi di studio (Campi Alto di Norcia, Castelluccio di Norcia e Sulmona), hanno dimostrato la loro completezza e affidabilità, attraverso il confronto dei risultati sia con l’effettivo comportamento della classe del costruito esistente in muratura in occasione di recenti eventi sismici, sia con le previsioni statistiche fornite dalle scale macrosismiche, sia con modellazioni meccanico-capacitive di dettaglio del comportamento nel piano e fuori del piano. Queste ultime hanno consentito, oltre che una calibrazione delle procedure, la messa a punto di metodi di calcolo e verifica strutturale: in questo senso è risultato particolarmente innovativo e per questo particolarizzato sul solo caso studio di Sulmona l’approccio capacitivo sviluppato per lo studio del comportamento nel piano. La metodologia di studio, sistematizzando le valutazioni di vulnerabilità per edifici in muratura aggregati all’interno di centri storici, si presta a interessanti applicazioni in ambito normativo, specialmente per quel che riguarda la gestione e la tutela del patrimonio architettonico; i risultati ottenuti avranno inoltre particolari riscontri nelle attività di ricerca e in quelle più applicative che si stanno sviluppando in Abruzzo a seguito degli eventi relativi al sisma del 6 Aprile scorso.
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Borghi, Jacopo. "Sviluppo di calcestruzzi innovativi ecosostenibili ottenuti mediante la sostituzione parziale di aggregati naturali con rifiuti derivati da attività industriali". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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L’oggetto di questo studio sperimentale consiste nello studiare la fattibilità ed il comportamento in riferimento alla resistenza a compressione di miscele di calcestruzzo realizzate attraverso la parziale sostituzione dell’inerte naturale fine sabbia con rifiuti quali: - Terre, sabbie ed anime di fonderia; - Fanghi acquosi contenenti materiali ceramici; - Miscela di filtri provenienti dall’industria della produzione di tabacco. In particolare le miscele contenenti i rifiuti sono state confrontate con una miscela “standard” sviluppata appositamente per la realizzazione di un determinato calcestruzzo ordinario. A partire quindi da un prefissato mix-design si è proceduto sottraendo una determinata quantità di sabbia naturale in sostituzione del materiale da valorizzare e mantenendo inoltre invariato il contenuto degli altri inerti, del cemento, acqua ed additivo. Attraverso la valutazione della lavorabilità e della resistenza a compressione, confrontate con il calcestruzzo ordinario realizzato mediante la miscela “standard”, si vuole dunque studiare e stabilire non solo la fattibilità o meno delle miscele ma anche il possibile campo di applicazione. L’obiettivo ultimo di questa sperimentazione è infine capire se questo studio possa consentire di produrre un calcestruzzo eco-compatibile, a basso impatto ambientale, che consenta quindi di contribuire allo sviluppo di nuovi prodotti sostenibili ed innovativi e di valorizzare tali rifiuti trasformandoli in una materia prima seconda, che permetta quindi di ridurre non solo lo smaltimento dei rifiuti in discarica, ma anche l’estrazione di materiale inerte naturale, in linea con gli obiettivi Europei per lo sviluppo sostenibile.
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Cantamaglia, Carlo. "Progettazione e sviluppo di un sistema di aggregazione dati per applicazioni WoT in uno scenario di monitoraggio strutturale". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/22866/.

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Il monitoraggio della salute strutturale (SHM) sta diventando un argomento di ricerca cruciale per migliorare la sicurezza umana e ridurre i costi di manutenzione. Nonostante la forte crescita delle applicazioni Web of Things in quest'ambito restano ancora irrisolti problemi come il pre-processamento di dati e la migrazione di servizi tra Cloud ed Edge. Il seguente lavoro offre una soluzione ai suddetti problemi, progettando e sviluppando un sistema di aggregazione WoT che sia in grado di calcolare metriche e attuare politiche di migrazioni diverse in base al caso specifico. Infine, il sistema è stato inserito all'interno di un progetto più ampio (Mac4Pro) nel quale sono stati valutati il funzionamento e i risultati ottenuti.
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Raho, Marco. "Sviluppo e caratterizzazione meccanica di un calcestruzzo fibrorinforzato e realizzato con materiali da riciclo, idoneo al confezionamento di lastre predalles". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/17994/.

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Le novità introdotte dalle Norme Tecniche per le Costruzioni 2018 che introducono il calcestruzzo fibrorinforzato come elemento strutturale e il Codice degli Appalti pubblici, che tramite i Criteri Ambientali Minimi introduce l'obbligo di percentuali minime di utilizzo di materiale di riciclo anche nei calcestruzzi e negli elementi prefabbricati, hanno spinto un'azienda leccese (ITO S.r.l.) ad effettuare un'attività di studio al fine di progettare un calcestruzzo di tipo ecosostenibile in quanto ottenuto con l'utilizzo di aggregati da riciclo di un'azienda di recupero e smaltimento rifiuti (Eurostrade S.r.l.) e di fibre sintetiche, da utilizzarsi per migliorare la risposta degli elementi strutturali nelle fasi di movimentazione, stoccaggio e messa in carico. in questo modo è stato possibile produrre manufatti altamente sostenibili che rispondano alle ultime evoluzioni normative. Per ciascuna delle tematiche di interesse per lo studio è stata svolta una valutazione preliminare dello scenario volto ad individuare gli aspetti normativi ed a identificare potenziali problemi e possibili evoluzioni del conglomerato mantenendo sempre gli stessi standard prestazionali dei mix design
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FRACCHETTI, Fabio. "La biodiversità come risorsa: studio della variabilità intraspecifica nella specie Oenococcus oeni, per la valorizzazione di tratti fenotipici peculiari". Doctoral thesis, 2009. http://hdl.handle.net/11562/337351.

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I ceppi della specie Oenococcus oeni sono i principali agenti microbici responsabili della fermentazione malolattica (FML) e sono perfettamente adattati a sopravvivere in un ambiente ostile come il vino. Oenococcus oeni, infatti, è in grado di crescere in carenza di nutrienti, a pH molto bassi e tollera concentrazioni di etanolo molto elevate. In funzione del ceppo è anche in grado di garantire al vino note aromatiche tipiche. Grazie a queste caratteristiche risulta il microrganismo più idoneo ad essere utilizzato come starter per indurre la FML. L’enorme interesse per questa specie non deriva solamente da motivi economici, ma anche da studi di base che hanno portato alcuni autori a proporre O. oeni come specie modello sia per lo studio del comportamento acidofilo nei batteri lattici, sia per l’analisi dei meccanismi evolutivi che plasmano il genoma. Infatti, la specie O. oeni è prona ad accumulare mutazioni in quanto non possiede due componenti fondamentali del sistema di riparazione MMR (MisMatch Repairing) utilizzato per correggere gli errori di replicazione nel DNA. Questo la rende suscettibile sia all’accumulo di mutazioni puntiformi disperse nel genoma, sia all’acquisizione di DNA esogeno, aumentandone la variabilità intraspecifica. Tuttavia, data l’importanza tecnologica ed economica di O. oeni, l’analisi della biodiversità interna alla specie si è spesso concentrata solamente su aspetti con ricadute immediate nel settore enologico. Per tutti questi motivi risulta evidente che il quadro delle potenzialità metaboliche e fisiologiche della specie O. oeni non è ancora completo. Questo lavoro di tesi è stato preceduto da diversi studi ecologici che hanno avuto come obiettivo l’analisi della diffusione e della variabilità della specie O. oeni in vini di pregio della Provincia di Verona, in particolar modo nel vino Amarone. Nel corso di tali studi sono stati isolati molti ceppi con proprietà enologiche differenti. Alcuni ceppi hanno mostrato potenzialità tecnologiche interessanti, mentre altri si sono rivelati inadatti all’applicazione nel settore enologico. Preso atto della variabilità interna alla specie O. oeni e delle diverse potenzialità enologiche dei ceppi presenti nella collezione del Dipartimento di Biotecnologie, in questa Tesi di Dottorato il lavoro si è concentrato su un numero ridotto di ceppi che presentavano caratteristiche singolari, con l’obiettivo di approfondire le conoscenze riguardanti ciascun ceppo; di mettere a punto procedure atte a differenziarli in modo efficace; di valorizzare gli aspetti peculiari di alcuni ceppi per rivalutarne il potenziale tecnologico in vista di possibili applicazioni enologiche. Il lavoro di tesi è diviso in due parti. Nella prima parte della tesi è stata caratterizzata dal punto di vista fenotipico e genotipico una collezione modello di dieci ceppi di O. oeni, rappresentativi della variabilità riscontrata nei lavori precedenti. Successivamente è stata dimostrata a livello fisiologico l’esistenza di una correlazione tra risposta ad elevate concentrazioni di etanolo e origine di isolamento, tramite analisi dei cambiamenti nella fluidità di membrana in risposta a diverse concentrazioni di alcol. Infine, è stata considerata la possibilità di differenziare i ceppi in base all’espressione genica di marcatori ubiquitari coinvolti nella risposta agli stress e grazie alla presenza di specifici loci correlati con una maggiore resistenza. Nella seconda parte, il lavoro si è concentrato sulla caratterizzazione del ceppo Br10, che mostra la capacità di sviluppare in aggregati (pellicole), mai descritta prima nella specie O. oeni ed è caratterizzato da una buona resistenza a diversi stress ambientali. In particolare, è stata determinata tramite saggi enzimatici e colorimetrici la natura polisaccaridica della matrice extracellulare ed è stata analizzata l’influenza del mezzo di coltura sulla capacità fermentativa in vino e sulla formazione di aggregati. Infine, è stata valutata con successo la possibilità di sfruttare questa sua peculiarità in applicazioni del settore enologico come la fermentazione di vini difficili (dopo opportuno preadattamento) e la pratica del co-inoculo di lieviti e batteri in mosto. In conclusione, lo studio della biodiversità ha dimostrato che essa è un’importante risorsa, non solo dal punto di vista puramente scientifico, ma anche da quello tecnologico e applicativo. Il continuo isolamento di nuovi ceppi e lo studio approfondito delle loro caratteristiche fenotipiche e genotipiche rappresenta, infatti, il prerequisito fondamentale per continuare ad innovare i processi fermentativi e migliorare la qualità del prodotto finale.
The strains belonging to the species Oenococcus oeni are the main microbial agents responsible for malolactic fermentation (MLF), as they are perfectly adapted to survive in a harsh environment such as wine. Oenococcus oeni is indeed able to grow in starving conditions, at low pH values, and it tolerates very high concentrations of ethanol. Depending on the strain, O. oeni gives to wine also typical aromatic notes. Thanks to these characteristics, strains of O. oeni are the most suitable microorganisms to be used as MLF starter. This species is very interesting not only for economic and technological reasons, but also for basic studies. Oenococcus oeni has indeed been suggested by some authors as a model species both to study the behaviour of lactic acid bacteria in acidic environments, and to analyse the evolutionary mechanisms of microbial genome. In fact, O. oeni is prone to accumulate mutations as it lacks two components of the MMR (MisMatch Repairing) system, necessary to correct DNA replication errors. This leads O. oeni to increase variability by accumulating both point mutations in the genome, and the acquisition of exogenous DNA by horizontal gene transfer. Nonetheless, the analysis of the microbial biodiversity has often focused on few topics with the purpose to ensure certain outcomes for starter producing companies and winemakers. Therefore the framework of metabolic and physiological potential of the O. oeni species is not yet complete. The present research was preceded by numerous ecological studies to analyse the diffusion and the biodiversity of O. oeni strains in Verona wines, especially the Amarone wine. During those researches several strains with different features has been isolated: some strains showed interesting technological properties, while many of them were unsuitable in winemaking trials. Considering the variability showed by the species O. oeni and the different aptitudes of the strains present in the collection of the Department of Biotechnology to carry out MLF in winemaking processes, in this PhD thesis the attention was focused on a small number of strains with unique characteristics. The final aims were to deepen the knowledge about the strains; to develop procedures for their effective differentiation and to exploit the distinctive features of some strains re-evaluating their potential in view of possible applications in winemaking processes. The study was divided into two parts. In the first part, a model collection of ten O. oeni strains, representing the variability observed in previous research was phenotypically and genotypically characterized. Then a correlation between the response to high concentrations of ethanol and the isolation source was demonstrated, through the analysis of membrane fluidity changes in response to different concentrations of alcohol. Finally, the possibility to differentiate strains by the expression patterns of ubiquitous marker genes involved in stress response was evaluated. Moreover, the correlation between the presence in the genome of specific loci associated with an increased resistance and the real properties of the strains was assessed. In the second part, the research focused on the characterization of the strain Br10, which develops in aggregates (pellicles or biofilms), a property never described before for the O. oeni species, and also characterized by a good resistance to various environmental stresses. More in detail, the presence of polysaccharides in the extracellular matrix was determined by colorimetric and enzymatic assays. Moreover, the influence of the culture medium on the capacity to form the aggregates and to carry out MLF in wine was analysed. The possibility to exploit the phenotypic peculiarity showed by the strain Br10 was successfully evaluated, first inoculating the pellicles in difficult wine (after appropriate preadaptation), then performing co-inoculation of yeasts and aggregative bacteria in grape juice. In conclusion, biodiversity represents an important resource, not only from a purely scientific point of view, but also for technological aspects. The constant isolation of new strains and the analysis of their phenotypic and genotypic characteristics are, indeed, the prerequisites to innovate the fermentation processes and to improve the quality of the final products.
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