Artículos de revistas sobre el tema "Studio di funzione"

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Basso, G., M. L. Gorno-Tempini, G. Calandra-Buonaura, M. Serafini, G. Pagnoni, L. Mavilla, C. A. Porro, P. Baraldi y P. F. Nichelli. "Localizzazione cerebrale funzionale delle aree del linguaggio per mezzo di un compito di decisione lessicale". Rivista di Neuroradiologia 13, n.º 1 (febrero de 2000): 139–47. http://dx.doi.org/10.1177/197140090001300125.

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La metodica di risonanza magnetica funzionale (fMRI) permette di esplorare le funzioni cognitive in vivo sull'uomo in modo non invasivo. In questo studio presentiamo i primi risultati di un progetto volto alla localizzazione delle aree cerebrali del linguaggio a scopo clinico per la valutazione prechirurgica e per il controllo riabilitativo di pazienti cerebrolesi. Sono stati studiati 10 soggetti sani destrimani e un paziente cerebroleso sinistro. È stata valutata la differenza di segnale di risonanza registrato con sequenza ecoplanare gradient-echo sensibile al segnale T2* comparando volumi cerebrali acquisiti in blocchi di 30 secondi. I soggetti eseguivano alternativamente un compito di decisione lessicale o un compito di decisione grafemica. I risultati dei dati ottenuti dai pazienti di controllo indicano una elevata sensibilità del test mettendo in evidenza tutte le aree note coinvolte nelle funzione linguistiche. L'analisi dei dati ottenuti dal paziente cerebroleso suggeriscono che il protocollo di studio descritto può essere applicato con successo allo studio delle funzioni linguistiche anche in presenza di danno cerebrale.
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Ganucci Cancellieri, Uberta, Maria Muscolo, Maurizio Cafari, Giovanna Castaldo, Gabriella Calabrň, Stefano De Dominicis, Manuela Gallo et al. "Metacognizione e stili di attaccamento: uno studio correlazionale". QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, n.º 31 (diciembre de 2012): 41–46. http://dx.doi.org/10.3280/qpc2012-031004.

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Il presente lavoro ha come obiettivo di fornire un ulteriore contributo all'approfondimento dei temi relativi a metacognizione ed attaccamento, verificando l'ipotesi che determinati aspetti sintomatici siano correlabili a specifiche funzioni metacognitive e particolari stili d'attaccamento, analizzando inoltre la correlazione tra queste ultime due variabili. Il campione della ricerca e costituito da 30 soggetti italiani di entrambi i sessi, di eta compresa tra i 25 e i 60 anni. Ad ogni soggetto sono stati somministrati i seguenti strumenti di indagine: SCL-90R; ASQ, un questionario utilizzato per valutare le differenze individuali nell'attaccamento adulto; SVaM (V 4.0), una scala di valutazione della metacognizione e l'AAI, un'intervista utilizzata nello specifico della nostra ricerca esclusivamente come trascritto su cui valutare le funzioni metacognitive. In generale i risultati evidenziano una tendenza ad una maggiore insicurezza nelle relazioni di attaccamento nei soggetti che ottengono punteggi elevati nelle singole dimensioni sintomatologiche considerate. Non risultano invece correlazioni significative tra funzioni metacognitive e sintomatologia, ad eccezione dei soggetti con sintomi di tipo ansioso e depressivo nei quali la funzione "autoriflessivita-monitoraggio" risulta maggiormente utilizzata.
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Esposito, Giorgia. "Il Modello di Basilea per l’analisi di también: uno studio contrastivo con l’italiano". Cuadernos de Filología Italiana 27 (7 de julio de 2020): 77–107. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.63494.

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L’obiettivo di questo studio consiste in un’analisi contrastiva della particella additiva dello spagnolo también e dei suoi possibili traducenti in italiano, con lo scopo di individuare i livelli di analisi più rilevanti in un’ottica contrastiva fra le due lingue. Lo studio è realizzato adottando una prospettiva funzionale e un approccio semasiologico. Inoltre, l’analisi si avvale di un modello di segmentazione pragmatica del testo: il Modello di Basilea (Ferrari et al. 2008), del quale studi precedenti (p. es., Borreguero 2014 e De Cesare / Borreguero 2014) hanno dimostrato la produttività in quanto strumento euristico capace di spiegare il comportamento testuale delle particelle polifunzionali, anche in un’ottica interlinguistica. Ad esempio, la saturazione del Quadro Informativo da parte di también attiva la funzione di connettivo testuale (vs. avverbio focalizzante) che, in un’ottica contrastiva con l’italiano, si traduce nella selezione di equivalenti diversi da anche. Infine, si focalizzerà l’attenzione su alcuni casi in cui l’ambiguità referenziale innescata dall’ampia mobilità distribuzionale di también deve essere necessariamente risolta per veicolare, nella traduzione, il medesimo insieme di elementi in gioco.
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Triuzi, F. "Anatomia funzionale RM dell'encefalo neonatale". Rivista di Neuroradiologia 5, n.º 1_suppl (abril de 1992): 9–18. http://dx.doi.org/10.1177/19714009920050s103.

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Diversi autori hanno già ampiamente dimostrato i vantaggi della RM nella valutazione morfologica dell'encefalo neonatale, tuttavia non è tanto nello studio della morfologia, ma in quello della struttura che la RM evidenzia le caratteristiche di maggior interesse. Essa è difatti l'unica tecnica in grado di seguire in vivo il processo di mielinizzazione. Le fibre mielinizzate presentano un segnale diverso da quelle non mielinizzate e possono di conseguenza essere riconosciute, separando fra loro sistemi funzionali diversi. Si realizza di conseguenza una anatomia che non è più semplice forma, ma che definisce nel contempo il percorso di una funzione. Tecnica di esecuzione dell'Esame RM Lo studio dell'encefalo neonatale con RM presenta alcune problematiche tecniche peculiari riguardanti la sedazione, le bobine, le sequenze. Da un punto di vista biochimico l'assenza di mielina comporta due fattori principali: un aumento del contenuto in acqua e una diminuzione del contenuto in grasso della sostanza bianca. In particolare il contenuto in acqua della sostanza bianca è maggiore di quello della sostanza grigia e quello in grasso è minore. In linea generale il processo di mielinizzazione va di pari passo con lo sviluppo di una funzione; lo sviluppo delle funzioni del sistema nervoso centrale nel feto e nel neonato segue un criterio filogenetico e un cristerio di priorità nei confronti degli «pacchetto» sensitivi. In conclusione utilizzando tecniche di studio idonee la valutazione dell'anatomia normale dell'encefalo mediante RM si arricchisce nel neonato di informazioni funzionali non ottenibili nei soggetti adulti.
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Tarantino, Ciro. "La funzione spettro della disabilità. Studio di catottrica politica". SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, n.º 2 (febrero de 2022): 80–97. http://dx.doi.org/10.3280/sd2021-002004.

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Margola, Davide, Michela De Micheli y Christian Orlandelli. "Minori stranieri non accompagnati: una ricerca sugli operatori di giustizia e di comunitŕ". PSICOLOGIA DI COMUNITA', n.º 1 (mayo de 2011): 37–55. http://dx.doi.org/10.3280/psc2011-001005.

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La presa in carico dei minori stranieri non accompagnati vede coinvolte diverse figure professionali con funzioni sia di tutela, sia di controllo. Lo studio presenta l'analisi delle interviste a 18 professionisti (operatori di giustizia, educatori di pronto intervento, educatori di comunitŕ alloggio) considerati "testimoni chiave" nelle diverse fasi del sistema di accoglienza dei minori migranti. In particolare, le modalitŕ con le quali i diversi operatori descrivono il fenomeno dei minori stranieri non accompagnati, insieme agli scopi e agli strumenti del lavoro sul campo, costituiscono gli obiettivi conoscitivi della ricerca. Le procedure di analisi testuale, implementate attraverso il software T-LAB, hanno evidenziato cinque nuclei tematici relativi ai legami familiari, al tema della tutela e della devianza, nonché alla questione formativa e culturale. Differenze significative sono emerse in funzione di variabili specifiche sulla base dell'area professionale di appartenenza e del genere degli operatori. In chiusura, i risultati dell'indagine vengono discussi nell'ottica dei processi d'integrazione e dei servizi di presa in carico.
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Vitali, P., N. Mavilio, D. Capello, M. Rosa, A. Ferrari, F. Levrero, A. Pilot, F. Nobili y G. Rodriguez. "Studio RMf della dominanza emisferica in destrimani e non destrimani". Rivista di Neuroradiologia 13, n.º 1 (febrero de 2000): 131–38. http://dx.doi.org/10.1177/197140090001300124.

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La valutazione non invasiva della dominanza emisferica per il linguaggio è una delle più promettenti applicazioni cliniche della risonanza magnetica funzionale, specie nei pazienti destinati alla neurochirurgia. In questo studio sono state eseguite due prove linguistiche in un gruppo di giovani volontari sani (8 destrimani, 12 non destrimani): una di fluenza fonemica ed una di associazione semantica. Tra i voxels statisticamente attivati nei due emisferi sono stati calcolati tre indici di asimmetria (emisferico, frontale e temporoparietale) in ogni soggetto e per ogni prova. Nel complesso, la prova di fluenza fonemica attivava fortemente il lobo frontale, mentre la prova di associazione semantica determinava un pattern di attivazione piu distribuito, che comprendeva anche il giro temporale medio ed il giro angolare. Per quanto riguarda gli indici di asimmetria, nei destrimani quello emisferico e quello frontale indicavano sempre l'attivazione prevalente dell'emisfero sinistro. Un solo soggetto ambidestro ha presentato nella prova di fluenza fonemica indici di asimmetria emisferico e frontale espressivi di lateralizzazione destra. D'altra parte, l'indice di asimmetria temporoparietale deponeva per una lieve revalenza dell'emisfero destro in un destrimane ed per una chiara lateralizzazione destra in un non destrimane. La risonanza magnetica funzionale appare dunque metodica sensibile ed appropriata nella valutazione della dominanza emisferica per il linguaggio. L'impiego di indici di asimmetria lobari può meglio evidenziare il differente contributo alla dominanza emisferica delle aree frontali rispetto a quelle temporoparietali. Infine, l'individuazione delle aree corticali correlate con la funzione linguistica è uno strumento potenzialmente utile per il neurochirurgo nel programmare resezioni di aree limitrofe.
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Borek, Dariusz. "Wykonywanie władzy karania w instytutach zakonnych w świetle aktualnego Kodeksu Prawa Kanonicznego". Prawo Kanoniczne 48, n.º 3-4 (10 de diciembre de 2005): 175–200. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2005.48.3-4.09.

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Nell’articolo è stata presentata la normativa riguardante l’esistenza e l’applicazione del potere coercitivo nella Chiesa con particolare riferimento agli Istituti Religiosi. Il primo punto del lavoro è stato dedicato alla presentazione degli argomenti che spiegano l’esistenza del potere coercitivo nella Chiesa. Nel secondo punto dello studio è stato analizzato il potere che esiste negli Istituti Religiosi. Nel terzo punto si analizza il potere coercitivo che viene esercitato negli Istituti Religiosi secondo attuale Codice di Diritto Canonico nella triplice funzione della potestà di governo. Lesercizio del potere coercitivo nella funzione legislativa consiste nella possibilità di emanare le leggi penali. La potestà coercitiva nella funzione amministrativa comprende sia la possibilità di emanare i precetti penali sia la possibilità di fare la dichiarazione oppure la inflizione delle pene tramite la procedura penale stragiudiziale. La scelta tra la via amministrativa e giudiziale spetta all’Ordinario. Il potere coercitivo esercitato nella funzione giudiziale significa la possibilità di fare la dichiarazione o l’inflizione delle pene tramite il processo penale giudiziale. L’ultima parte dello studio è stata dedicata alla problematica della dimissione dall’Istituto Religioso. Avendo in considerazione il carattere forzoso della dimissione si potrebbe pensare che la dimissione è una delle sanzioni penali, non mancano pero gli argomenti che fanno pensare che la dimissione non puo essere inserita tra le sanzioni penali in senso stretto. Nel caso della dimissione dal Istituto si tratta piuttosto della procedura sui generis amministrativa, avente come scopo la protezione sia L’Istituto intero che i singoli religiosi incluso anche quello che viene dimesso.
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Langella, Cecilia, Ilaria Elisa Vannini, Milena Marciacano y Niccolò Persiani. "L'Internal Auditing nel Servizio Sanitario Nazionale: l'esperienza della Regione Veneto e della Regione Emilia-Romagna". MECOSAN, n.º 123 (mayo de 2023): 7–27. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2022-123oa15580.

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Negli ultimi anni, in particolare a seguito del percorso attuativo della certificabilità, gli enti e le aziende del Servizio Sanitario Nazionale hanno prestato crescente attenzione al disegno, all'implementazione e all'affinamento del proprio Sistema di Controllo Interno. La diffusione di una cultura del controllo sia esterno sia interno ha portato in diversi casi all'istituzione di un servizio di Internal Auditing (di seguito IA) come garante di tale sistema di controlli. Il presente contributo approfondisce le modalità attuative della funzione di IA negli enti e nelle aziende del Servizio Sanitario Nazionale attraverso un'analisi di casi studio delle esperienze regionali che per prime si sono mosse in questa direzione e che risultano più significative, Regione Veneto e Regione Emilia-Romagna.Di ciascuna sono esaminate e poi raffrontate le principali variabili della funzione di IA approfondite dalla dottrina e precisamente: i ruoli, le tipologie e i processi di audit, le variabili organizzative e le caratteristiche delle risorse umane impiegate nella funzione. Ne emergono due modalità attuative tra loro distinte che, seppur condizionate dai rispettivi contesti di riferimento, contengono anche interessanti punti di contatto e significativi spunti di riflessione per le altre Regioni che si stanno avviando nel percorso di implementazione della funzione di IA.
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Gaspari, Francesco. "Terzo Settore ed Amministrazione condivisa: profili sostanziali e processuali". Società e diritti 8, n.º 15 (11 de enero de 2023): 71–104. http://dx.doi.org/10.54103/2531-6710/19679.

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Il lavoro esamina la nozione di amministrazione condivisa, intesa come coesercizio della funzione amministrativa tra Pubblica amministrazione e privato. In particolare, lo scritto analizza la disciplina contenuta nell’articolo 55 del Codice del Terzo settore del 2017, dedicato ai rapporti tra le Pubbliche amministrazioni e il Terzo settore. Tale rapporto ha costituito oggetto di notevoli studi in letteratura e di importanti pronunce (anche della Corte costituzionale), ma gli argomenti posti a fondamento delle tesi sostenute non sempre appaiono convincenti. Lo studio analizza, infine, le conseguenze dell’amministrazione condivisa sul piano processuale.
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Evangelista, Daria y Giulia Tonani. "Una figura bifronte? Per un ripensamento degli usi della litote in diversi generi testuali". Lingue e culture dei media 7, n.º 1-2 (30 de enero de 2024): 21–37. http://dx.doi.org/10.54103/2532-1803/22389.

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Il presente contributo si propone di studiare la figura retorica della litote, cioè la negazione del contrario di ciò che si intende affermare, e di analizzare come si manifestano le funzioni della figura all’interno di tipi testuali molto diversi tra loro, ossia all’interno di testi prescrittivi (quali leggi, ordinanze e sentenze) e di testi informativi (quali comunicati stampa, conferenze stampa e articoli di giornale). Le funzioni della figura sono tradizionalmente ricondotte solo ai due sensi della modulazione della forza illocutiva, ossia a mitigazione e rafforzamento; tuttavia, la litote può avere anche una funzione ironica, finora poco studiata, attraverso la quale viene comunicato un contenuto con l’intenzione di far emergere con maggiore forza il punto di vista contrario. Lo studio su diversi generi testuali ha quindi permesso di far emergere una gamma di funzioni più ampia rispetto a quella associata solitamente alla figura, e di rilevare il ruolo decisivo che giocano cotesto e contesto nel determinare la funzione della litote. The present paper aims to study the litotes, a figure of speech that is the negation of the opposite of what one wants to express, and to analyse what functions displays the litotes according to the textual type: the analysis was therefore carried out on very different textual types, that is, on prescriptive texts (such as laws, ordinances and sentences) and informative texts (such as press releases, press conferences and newspaper articles). The functions of this figure of speech, in fact, are traditionally associated only to the modulation of the illocutionary force, namely hedging and boosting; however, the litotes can also have an ironic function – little studied so far –, through which a content is communicated with the intention of making the opposite point of view emerge more strongly. The study of different textual genres has therefore allowed us to show a wider range of functions than the ones usually associated with the litotes, and to highlight the decisive role that cotext and context play in determining the function of the figure of speech.
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Parnetti, L., F. Corea, V. Gallai, R. Tarducci, O. Presciutti, G. Gobbi, E. Leone, P. Floridi y G. P. Pelliccioli. "Ruolo della spettroscopia protonica nella malattia di Alzheimer". Rivista di Neuroradiologia 13, n.º 1 (febrero de 2000): 57–60. http://dx.doi.org/10.1177/197140090001300110.

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La spettroscopia protonica è un metodo di studio neuroradiologico non invasivo che ottiene informazioni sulla funzione cerebrale identificando diversi metaboliti, sulla base del loro contenuto protonico. Questo articolo paragona i profili dei rilievi su sostanza bianca a grigia in pazienti affetti da malattia di Alzheimer (AD), a diverso livello di gravità. Si ritrova una significativa riduzione dell'N-Acetil-Aspartato (NAA) nel cervello dei pazienti AD a confronto con i casi controllo con un orientamento opposto per il mio-inositolo (ml). La spettroscopia protonica si è dimostrata mezzo diagnostico utile addizionale nello studio della fisiopatologia dell'Alzheimer e del risultato terapeutico.
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Ermini, Barbara y Samuele Salvucci. "La funzione di polizia municipale e l'efficienza dell'Unione di Comuni. Una analisi mediante DEA". SCIENZE REGIONALI, n.º 1 (marzo de 2011): 35–62. http://dx.doi.org/10.3280/scre2011-001002.

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Oggetto di studio č l'efficienza dell'Unione di Comuni nella gestione della funzione di polizia municipale. Con tecniche DEA, emerge che i Comuni in Unione conseguono una efficienza di scala piů elevata rispetto ai Comuni non associati mentre l'efficienza tecnica complessiva e inferiore. Una simulazione dell'ipotesi di produzione congiunta suggerisce che le Unioni potrebbero avere incontrato difficoltŕ sul piano della armonizzazione delle tecnologie produttive di ciascun Comune. Le Unioni potrebbero aver organizzato non efficientemente le risorse complessive derivanti dall'associazionismo.
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Candela, Andrea. "Il contributo della riflessione ecologica negli studi di storia della cultura materiale. Considerazioni di sintesi". SOCIETÀ E STORIA, n.º 137 (septiembre de 2012): 627–39. http://dx.doi.org/10.3280/ss2012-137005.

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La storia della cultura materiale ha ormai assunto la funzione di utile strumento di ricerca mediante il quale accrescere l'insieme delle conoscenze riguardanti una specifica area geografica, consentendo la valorizzazione del suo complesso patrimonio di risorse naturali ed antropiche. Gli studi di cultura materiale hanno infatti acquisito, nel contesto delle indagini storiche e paesaggistiche italiane, sulla scia della lezione europea ed internazionale, un ruolo preliminare nelle differenti iniziative di riqualificazione economica e culturale del territorio. Si veda, ad esempio, l'esperienza, ormai diffusa, che ha incoraggiato la nascita di diverse realtÀ ecomuseali. L'articolo cerca dunque di chiarire l'importanza di tale settore di ricerche nello studio interdisciplinare della storia e della conservazione del territorio, ripercorrendone gli andamenti storico-epistemologici e illustrandone alcune linee di sviluppo relativamente recenti, che hanno coinvolto ambiti quali le scienze naturali e biologiche.
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Doimo, Sara y Daniela Pavan. "Minimal data set ecocardiografico nella valutazione del paziente oncologico". Cardiologia Ambulatoriale, n.º 3 (30 de noviembre de 2020): 183–86. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2020-3-7.

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I moderni trattamenti oncologici hanno aumentato notevolmente la sopravvivenza dei pazienti con neoplasia. Tutta-via, i farmaci chemioterapici e la terapia radiante possono indurre cardiotossicità, ovvero disfunzione ventricolare e scompenso cardiaco, la quale concorre ad essere una delle maggiori cause di morbidità e mortalità in questa tipologia di pazienti. L’ecocardiografia è la metodica di prima scelta nella valutazione anatomica e funzionale delle strutture cardiache nel paziente oncologico. Permette di identificare precocemente eventuali segni di compromissione della funzionalità cardiaca mediante immagini 2D e strumenti di analisi avanzata quali il 3D e lo studio degli indici di de-formazione miocardica. Fornisce informazioni preziose in merito alla funzione diastolica, agli apparati valvolari e del pericardio oltre a identificare possibili masse cardiache o pseudo masse. Il riscontro dei segni cardiotossicità permette di intervenire nella rimodulazione del trattamento chemioterapico riconsiderando la tipologia di farmaco utilizzata e la distribuzione delle dosi da somministrare, nonché l’introduzione della terapia cardioprotettiva.
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Distefano, Ivana, Caterina Puglisi, Domenica Belmondo y Rosa Balistrocchi. "La consulenza tecnica d'ufficio in chiave sistemica: studio di un caso". RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, n.º 33 (junio de 2011): 27–44. http://dx.doi.org/10.3280/pr2011-033003.

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Gli autori presentano le modalitŕ di svolgimento della CTU (consulenza tecnica d'ufficio) ad impianto familiare nei casi di separazione e le sue fasi, soffermandosi, attraverso la presentazione di un caso, sugli effetti traumatici della conflittualitŕ genitoriale sulla prole. Sul fronte genitoriale gli ex coniugi dovrebbero collaborare per garantire l'esercizio della funzione genitoriale ad entrambi e salvaguardare lo scambio generazionale al fine di assicurare ai figli la continuitŕ della loro storia e dei legami affettivi. Nei contesti di separazione la qualitŕ del legame genitore/figlio non viene sempre salvaguardata ed alto č il rischio che i bambini sviluppino un conflitto di lealtŕ che impedisce loro di vivere il ruolo di figli.
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Brunel, Philippe. "Influence de l’âge sur la différenciation des conceptions d’effort et de compétence chez le sportif en fonction des buts induits". STAPS 17, n.º 40 (1996): 67–75. http://dx.doi.org/10.3406/staps.1996.1061.

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Influenza dell’età sulla differenziazione delle concezioni di sforzo e di competenza nello sportivo in funzione dei fini indotti. Nella prospettiva dello studio delle condotte di realizzazione, Nicholls (1984, 1989) si è interessato alia costruzione del concetto di competenza e mostra che la concezione di quest’ ultima si differenzia progressivamente da quella di sforzo in funzione 1) dell’età dei soggetti e 2) dei fini che essi perseguono (ego vs. compito). Attraverso un approccio sperimentale in contesto sportivo abbiamo tentato di verificare queste ipotesi. Abbiamo quindi realizzato uno studio basato su un campione di popolazione di età distinto nel corso del quale ciascun individuo riceveva un tipo di fine specifico da raggiungere (ego vs. compito) cosi come del feedback standardizzato (positivo vs. negativo). I risultati mostrano che i giovani di meno di 10 anni si riferiscono ad una concezione non differenziata dello sforzo e della competenza qualunque siano i fini indotti. Invece la concezione utilizzata dagli adolescenti e dagli adulti dipende dai fini indotti. Cosi, quelli che devono focalizzarsi sull’apprendimento dell’attività (fine d’implicazione nel compito) si riferiscono ad una concezione non differenziata, mentre coloro che sono implicati in una situazione competitiva (fine d’implicazione dell’ego) si riferescono ad una concezione differenziata dello sforzo e della competenza. Questi risultati, che abbiamo ottenuto in situazione sportiva e naturale, sostengono le asserzioni di Nicholss (1984, 1989).
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Viviana Casano, Lilli. "Il ruolo delle relazioni industriali e della contrattazione collettiva nella costruzione di un mercato del lavoro di cura". ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE 40, n.º 3 (diciembre de 2022): 79–100. http://dx.doi.org/10.3280/es2022-003008.

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Il contributo indaga alcuni nodi problematici che oggi si frappongono alla emersione e alla costruzione di un mercato del lavoro di cura dignitoso, con specifico riferimento al ruolo dei sistemi di relazioni industriali e della contrattazione collettiva. L'analisi ha riguardato 54 Con-tratti Collettivi Nazionali concentrandosi su norme e istituti centrali per lo studio della contrat-tazione collettiva nella sua funzione istituzionale (e preliminare) di costruzione, appunto, dei mercati di riferimento (sistemi di classificazione e inquadramento del personale, retribuzione, formazione e sviluppo professionale).
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Stirati, G., A. Pierucci, E. Boccia, C. Mazzoni, R. Colonnelli, A. R. Rocca, A. Pachì y A. G. Spagnolo. "Nefropatie croniche e gravidanza: rischio renale materno". Medicina e Morale 44, n.º 3 (30 de junio de 1995): 501–17. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1995.982.

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In questo studio, prendendo spunto da un caso clinico di gravidanza in una paziente affetta da nefropatia da IgA (m. di Berger), si discutono due problemi: il rischio renale materno nelle nefropatie croniche e le "indicazioni" per il cosiddetto "aborto terapeutico". Vengono sottolineate le modificazioni fisiologiche della funzione renale e della pressione arteriosa in gravidanza, la cui conoscenza è indispensabile per una corretta valutazione clinica del singolo caso. Vengono inoltre presentate la casistica personale ed una rassegna della più recente letteratura circa gli effetti della gravidanza sulla funzione renate delle pazienti nefropatiche croniche. Si conclude che la gravidanza non esercita di per sé effetti dannosi sul decorso di tali nefropatie, almeno nelle pazienti la cui funzione renale risulta vicina alla norma al momento del concepimento. La prognosi appare più riservata in caso di insufficienza renale ( creatinemia > 1.4 mg/dl). Infine vengono esposte alcune considerazioni etiche sul cosiddetto "aborto terapeutico" sottolinenado che, già a causa degli attuali progressi in campo ostetrico, nefrologico e neonatologico, l'aborto non trova più posto logico nei moderni criteri assistenziali. Viene comunque richiamata l'attenzione degli operatori sanitari nel costante magistero della Chiesa Cattolica volto a ribadire il valore e l'inviolabilità della vita umana.
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Zenti, Maria Grazia. "La LDL-aferesi nella PAD". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, n.º 4_suppl (23 de julio de 2013): S37—S40. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1089.

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La vasculopatia periferica (PAD) rappresenta una delle manifestazioni cliniche della malattia arteriosclerotica sistemica. I fattori di rischio per la PAD sono gli stessi della malattia coronarica (CAD): età, sesso maschile, fumo di sigaretta, dislipidemia e ipertensione arteriosa. Le comuni tecniche di rivascolarizzazione risultano inefficaci in una larga porzione di pazienti diabetici e in pazienti in trattamento emodialitico cronico. Inoltre, l'associazione di macro e microangiopatia con la neuropatia del paziente diabetico favorisce lo sviluppo di ulcere (piede diabetico). La LDL-aferesi (LA) oltre alla riduzione del colesterolo determina anche una serie di effetti pleiotropici (riduzione di sostanze protrombotiche e pro-inflammatorie, modificazioni Teologiche, miglioramento della funzione endoteliale), che promuovono la funzione del microcircolo con un aumento della perfusione dei tessuti periferici oltre che del microcircolo coronarico. In alcuni studi osservazionali e case-report la LA è stata utilizzata come opzione terapeutica nei pazienti con PAD. Tuttavia, le attuali evidenze non ci permettono di arrivare a conclusioni definitive sul ruolo della LA nella PAD, essendo necessari studi clinici con una maggiore casistica, con precisi criteri di inclusione e con un adeguato follow -up. Lo Studio Italiano, Randomizzato, Controllato, Multicentrico e Prospettico: “La LDL-aferesi nel trattamento del Piede Diabetico Ischemico Error! Hyperlink reference not valid. Identifier: NCT01518205; HELP-Apheresis in Diabetic Ischemic Foot Treatment, HADIF) si propone di definire se la LA possa essere una valida opzione terapeutica in questi pazienti a elevato rischio di amputazione.
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Tani, Franca, Stella Cutini y Alice Bonechi. "La violenza all'interno della coppia: uno studio narrativo". MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, n.º 3 (febrero de 2013): 73–89. http://dx.doi.org/10.3280/mal2012-003005.

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La violenza di genere all'interno della famiglia, che costituisce un serio problema a livello mondiale, puň assumere diverse forme: fisica, psicologica, economica e sessuale. L'obiettivo principale di questo studio č rilevare le specifiche modalitŕ lessicali attraverso cui donne vittime di violenza ricostruiscono l'esperienza della loro relazione di coppia e degli abusi subiti. L'indagine si č svolta su un campione di 51 donne, reclutate in tre Centri Antiviolenza della Toscana, secondo un metodo narrativo. Alle partecipanti č stato chiesto di scrivere due resoconti: il primo sulla loro relazione sentimentale e il secondo sull'episodio di maltrattamento ritenuto piů significativo. L'analisi delle narrazioni ottenute ha evidenziato come queste varino significativamente in funzione del loro status attuale e della durata dei maltrattamenti subiti. Le differenze riguardano soprattutto le dimensioni linguistiche relative alle esperienze percettive e sensoriali, ai processi psicologici e alla coerenza temporo-spaziale. L'analisi di contenuto ha, inoltre, permesso di evidenziare i fattori di rischio scatenanti e le caratteristiche specifiche dell'episodio di maltrattamento ritenuto piů grave.
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Montanaro, D. y R. Canapicchi. "La patologia orbitaria non traumatica: Correlazioni clinico-neuroradiologiche". Rivista di Neuroradiologia 13, n.º 3 (junio de 2000): 435–48. http://dx.doi.org/10.1177/197140090001300313.

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Sono stati riesaminati i casi di patologia orbitaria non traumatica giunti alla nostra osservazione negli ultimi 10 anni di attività. Al fine di ottimizzare il percorso diagnostico per ciascun tipo di patologia sono stati confrontati i dati neuroradiologici con quelli clinici dei singoli pazienti. Sono stati cosi selezionati differenti gruppi di patologie in funzione dei principali sintomi di esordio. Per ogni gruppo di patologie vengono discussi le possibilità e i limiti dello studio neuroradiologico e viene identificata l'indagine eventualmente più informativa.
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Ivaldi, Silvia, Samuele Poy y Giuseppe Scaratti. "Setting e competenze di accompagnamento nell'esperienza del sistema duale: evidenze da un programma pilota". RICERCHE DI PSICOLOGIA, n.º 1 (enero de 2024): 7–40. http://dx.doi.org/10.3280/rip2023oa16122.

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Per favorire l'occupabilità dei giovani si fa spesso riferimento all'importanza di offrire durante il percorso scolastico l'alternanza tra periodi di studio e di lavoro (sistema duale). In questo contesto, una funzione fondamentale di raccordo tra l'istituzione formativa (dove è incardinata) e l'azienda ospitante è svolto dal setting e dalle competenze dell'operatore del sistema duale, figura professionale dedicata all'accompagnamento del percorso. Nell'articolo si presentano le caratteristiche e i risultati di una valutazione di impatto del programma "Shape Work". Realizzato da Fondazione Luigi Clerici in Regione Lombardia nel 2019, il programma agisce in chiave innovativa sui processi formativi e sul potenziamento delle competenze dell'operatore al fine di sostenere percorsi di accompagnamento degli alunni più fragili. Dal caso studio emergono buone pratiche di interesse generale.
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De Bari, Mariapia y Rossana Terni. "Dalla struttura alla funzione familiare: i ruoli materno e paterno nelle famiglie «moderne»". PNEI REVIEW, n.º 2 (octubre de 2023): 21–34. http://dx.doi.org/10.3280/pnei2023-002003.

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La pluralizzazione delle famiglie e il formarsi di nuove identità familiari ha spo- stato il focus della ricerca e della valutazione clinica della famiglia allo studio della cogenitorialità e delle funzioni paterne e materne che oltrepassano le de?- nizioni di genere. Numerosi sono gli studi che confermano l'in?uenza della qualità delle relazioni familiari e dell'ambiente sociale sullo sviluppo psicologico dei bambini rispet- to al numero dei genitori, il loro genere, l'orientamento sessuale o il metodo di concepimento. Tuttavia, persistono ancora fenomeni di stigmatizzazione, pre- giudizio e discriminazione verso quelle famiglie che si discostano dalla famiglia tradizionale. La ricerca ha più volte dimostrato che i bambini che non hanno un legame biologico con i loro genitori non differiscono da coloro che condividono una relazione biologica e che non c'è una relazione tra l'orientamento sessuale dei genitori e qualsiasi tipo di misura dell'adattamento emotivo, psicosociale e comportamentale del bambino. Trasversalmente alle diverse forme familiari, sono gli alti livelli di stress geni- toriale, i con?itti di coppia e un disequilibrio nelle funzioni affettiva ed etico- normativa genitoriale a generare disadattamento a lungo termine nella prole.
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Jáuregui-Renaud, K., C. Aranda-Moreno y A. Herrera-Rangel. "Utricular hypofunction in patients with type 2 diabetes mellitus". Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, n.º 05 (octubre de 2017): 430–35. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1243.

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L’obiettivo di questo studio è stato quello di valutare la funzione utricolare e la funzione dei canali semicircolari laterali in pazienti con diabete mellito di tipo 2, con o senza cadute, afferenti all’assistenza sanitaria di base. Sono stati arruolati 101 pazienti con diabete mellito di tipo 2 (26 con storia di cadute, 75 senza), di età compresa tra 34 e 84 anni, e 51 volontari sani di età compresa tra 40 e 83 anni, i quali hanno negato vertigini, capogiri, instabilità, ipoacusia o disordini neurologici. Nessuno di loro era in cerca di cure per deficit sensoriali o dell’equilibrio. Dopo aver effettuato una valutazione clinica e dopo aver indagato i sintomi relativi alla sfera dell’equilibrio con l’ausilio di un questionario standardizzato, la funzione dei canali semicircolari laterali è stata studiata con il test sinusoidale alle velocità di 0,16 Hz e 1,28 Hz (il picco della velocità è stato fissato a 60°/s); la funzione otolitica, invece, è stata studiata con la verticale visiva soggettiva, determinata sia tramite test statico sia tramite test dinamico, durante centrifugazione unilaterale (300°/s a 3.5 cm); è stata eseguita inoltre la posturografia statica, su pedana soffice e dura, ad occhi aperti e chiusi. Confrontando i risultati ottenuti nei pazienti diabetici e in quelli sani, i pazienti diabetici hanno mostrato risposte inferiori alla centrifugazione unilaterale, ma risposte simili alla stimolazione dei canali semicircolari laterali, indipendentemente da età, neuropatie periferiche o storia di cadute (ANCoVA p < 0.05). I pazienti con storia di cadute, rispetto a quelli senza storia di cadute, erano per lo più donne e hanno raggiunto più facilmente un punteggio maggiore o pari a 4 al questionario sui sintomi relativi al senso dell’equilibrio; tuttavia i due gruppi hanno mostrato simili età, indice di massa corporea e neuropatia periferica. Nei pazienti con diabete di tipo 2, afferenti all’assistenza sanitaria di base e non in cerca di cure per deficit sensoriali o dell’equilibrio, la funzione utricolare potrebbe essere alterata, anche in assenza di disfunzione dei canali semicircolari laterali o di storia di cadute.
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Beard, Mary. "Writing and Ritual: A Study of Diversity and Expansion in the Arval Acta". Papers of the British School at Rome 53 (noviembre de 1985): 114–62. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200011521.

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LA SCRITTURA E IL RITUALE: UNO STUDIO DELLE DIFFERENZE E DELL'ESPANSIONE NEGLI ACTA DEGLI ARVALII documenti iscritti (‘Acta’) della Confraternità degli Arvali a Roma sono tradizionalmente trattati come documenti rigidamente standardizzati. Questo studio offre una nuova analisi di questo materiale religioso e dimostra sia la differenza dei documenti scritti sia la loro (a volte strana) tendenza all'espansione nel periodo compreso tra il I secolo a.C. e il III secolo d.C. Queste due caratteristiche sono poi messe in relazione con la funzione dei documenti degli Arvali—che non sono, come in genere si pensa, una pratica fonte di riferimento per i preti, ma una convalida simbolica della loro attività rituale.
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Coppola, Alessandro. "Miraggi dello sviluppo nel deserto urbano. Community development e weak market cities: due casi studio a Detroit e Pittsburgh". ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, n.º 96 (septiembre de 2010): 224–44. http://dx.doi.org/10.3280/asur2009-096010.

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Oggetto di questo lavoro č l'esame e l'analisi di due casi di community development in altrettante weak market cities: Detroit e Pittsburgh. A essere restituiti sono la funzione, la cultura e le iniziative di attori della cosiddetta Community development industry (Cdi) negli Usa - di cui, in precedenza, si presentano sinteticamente nascita ed evoluzione - nelle due cittŕ. Nelle conclusioni, l'autore critica limiti e incongruenze di una strategia di mercato nel trattamento dei "quartieri deprivati" nelle weak market cities.
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Pieri, Bruna. "Lucrezio, l’amore, e la funzione poetica: note a margine di uno studio recente". Rivista di Filologia e di Istruzione Classica 143, n.º 2 (julio de 2015): 394–403. http://dx.doi.org/10.1484/j.rfic.5.123349.

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Toss, Michele. "La canzone sociale a parigi 1830-1848. Un'ipotesi di ricerca". SOCIETÀ E STORIA, n.º 127 (julio de 2010): 29–62. http://dx.doi.org/10.3280/ss2010-127002.

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Il saggio proposto intende analizzare l'importanza della canzone sociale come strumento d'espressione popolare nella Parigi degli anni quaranta del XIX secolo. L'autore offre una panoramica storiografica internazionale degli studi sulla canzone popolare, soffermandosi soprattutto sul contesto italiano e francese. La prospettiva adottata permette all'autore di considerare il canto nella sua globalitÀ, sia come "testo" che come "pratica sociale". Attraverso il concetto di sociabilitÀ, l'attenzione si focalizza sui modi di circolazione della produzione canora. Il lavoro archivistico sulle carte di polizia permette di mettere in luce i luoghi di diffusione del canto, come la strada, i cabaret e le associazioni musicali popolari, come le goguettes. L'autore svolge uno studio approfondito dei testi musicali per presentare alcuni importanti aspetti della politica e del pensiero dell'artigiano-operaio. Si evince chiaramente la funzione della canzone come un luogo d'emancipazione, come spazio di riflessione e di rivendicazione del lavoratore.
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Ballabio, Simona y Flavio Verrecchia. "Poveri nonostante il lavoro: nativi e migranti nel contesto milanese". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 161 (diciembre de 2021): 122–47. http://dx.doi.org/10.3280/sl2021-161007.

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La povertà lavorativa è un fenomeno che solo marginalmente rientra nell'agenda dei policy-maker. Gli studi sui working poor, che di norma sono basati su dati campionari, non riescono a porre l'oeil-de-boeuf sui più vulnerabili. L'obiettivo è osservare i caratteri dei working poor ambrosiani con un focus sulla comparazione tra nativi e migranti mediante l'uso di dati amministrativi sperimentali Istat per identificare specifici ambiti di rischio di povertà. A tal fine sono state specificate regressioni logistiche e modelli ad albero della povertà nonostante il lavoro in funzione di variabili socio-demografiche. È stata considerata sia la dimensione individuale del lavoratore sia quella familiare. I risultati, in linea con la letteratura di riferimento, garantiscono inoltre approfondimenti territoriali e per sub-popolazioni risultanti dalla combinazione delle dimensioni di studio per le quali ci sono elevati rischi di povertà lavorativa, come ad esempio per la cittadinanza e l'intensità lavorativa del nucleo familiare.
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Ferro, Filippo Maria y Giuseppe Riefolo. "Considerazioni sull'articolo di Giuseppe Civitarese "Sul concetto di intersoggettività in psicoanalisi"". PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, n.º 3 (agosto de 2023): 399–412. http://dx.doi.org/10.3280/pu2023-003003.

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In dialogo con il testo proposto da Civitarese (2023), si colgono alcuni punti di riflessione. L'intersoggettività sposta il vertice dell'interesse psicoanalitico dal soggetto all'"intersoggetto". L'interesse psicoanalitico, quindi, da studio dei fenomeni si orienta verso un processo continuamente instabile e fluido. Tale processo individua campi e non più tòpoi in cui organiz- zarsi. La riflessione proposta vuole rilanciare le aperture proposte da Civitarese, e si orienta so- prattutto a sottolineare i tre livelli di intersoggettività proposti dalla infant research, preliminari alle posizioni più radicali del gruppo di Stolorow, e poi di Jessica Benjamin fino a quelle di Ogden. L'intersoggettività individua necessariamente un terzo tipo di inconscio, non solo dina- mico e preriflessivo, ma soprattutto non validato. Infine, gli enactment, emancipando l'azione dagli acting-out, assumono una funzione di evoluzione creativa del processo terapeutico.
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SCHERER, Katia Ragnini. "LA FUNZIONE DEL DIRITTO IN RELAZIONE AI RISCHI CLIMATICI". Revista Juridica 1, n.º 58 (7 de abril de 2020): 116. http://dx.doi.org/10.21902/revistajur.2316-753x.v1i58.3826.

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RIASSUNTO Obbiettivo: Questo articolo consiste nell’analizzare in modo riflessivo le possibilità di studio del diritto in relazione ad una gestione dinamica della legge, il cui orizzonte è la costruzione di un futuro resiliente.Tenendo conto del contesto giuridico brasiliano, sono pertanto oggetto di riflessione tre argomenti: il primo si riferisce alla forma di giudizio, da parte del Diritto ,dei disastri climatici; il secondo riguarda il trattamento dato ai disastri climatici nel quadro giuridico brasiliano e l’ultimo tratta, invece, le possibilità di sviluppare resilienza in relazione ai primi due temi. Metodologia: Il metodo di approccio scelto come supporto alla ricerca è quello dell’analisi funzionale, inteso come metodo comparativo, in cui la sua introduzione nella realtà ha la funzione di analizzare qualcosa che già esiste attraverso altre possibili considerazioni. Quindi, in questa maniera, si può fare riferimento all’oggetto come punto di vista del problema al fine di poter osservare altre soluzioni. Pertanto, la spiegazione funzionale non è altro che l’espansione del tutto a una limitazione specifica degli equivalenti funzionali. Risultati: Considerando l’oggetto dell’analisi, i risultati puntano verso una necessaria assimilazione della denominazione ‘rischio climatico’ da parte della gestione legale delle catastrofi , oltre ad indicare la possibilità di introduzione di servizi ecositemici come strumenti legali nel Diritto i quali concretizzeranno la matrice strutturante, inaugurata dall’attuale politica pubblica brasiliana di protezione e difesa civile, che è la prevenzione. Contributi: Il principale apporto di questo studio si riferisce alla differenziazione funzionale degli strumenti giuridici già esistenti nella legislazione brasiliana al fine di garantire l'efficacia delle politiche pubbliche per la produzione e il recupero dei servizi ecosistemici, come uno dei pilastri della resilienza legale per la gestione giuridica dei rischi di catastrofi dovute a cambiamenti climatici, che sono sempre più numerosi, intensi e gravi. Parole-chiave: Rischi climatici; Gestione del diritto; Servizi ecosistemici; Resilienza; Teoria dei sistemi. RESUMO Objetivo:Este artigo consiste em analisar reflexivamente as possibilidades de observação do Direito em relação a uma gestão dinâmica pelo Direito, cujo horizonte é a construção de um futuro resiliente. Assim são objeto de reflexão três argumentos levando em conta o contexto jurídico brasileiro: o primeiro se refere à forma de observação dos desastres climáticos pelo Direito; o segundo refere-se ao tratamento dado aos desastres no marco legal brasileiro e o último investiga as possibilidades de construção de resiliência em relação aos mesmos. Metodologia: O método de abordagem escolhido para a sustentação da investigação é o da análise funcional, compreendido como um método comparativo, em que sua introdução na realidade possui a função de olhar algo que já existe com outras possibilidades de observação. Assim, por tal método, se remete o objeto a um ponto de vista do problema para observar outras soluções. Portanto, a explicação funcional não é outra coisa senão a expansão do todo para uma limitação em concreto das equivalentes funcionais. Resultados: Considerando o objeto de análise, os resultados apontam para a necessária assimilação da nova denominação “ risco climático” à gestão jurídica de desastres, assim como aponta os serviços ecossistêmicos como possibilidade de introdução no Direito de instrumentos legais que irão concretizar a matriz estruturante inaugurada pela atual política pública brasileira de proteção e defesa civil que é a prevenção. Contribuições: A principal contribuição deste estudo se refere à diferenciação funcional de instrumentos jurídicos já existentes na legislação brasileira com a finalidade de garantia da efetivação de políticas públicas de produção e recuperação de serviços ecossistêmicos, como um dos pilares de resiliência jurídica para a gestão jurídica de riscos de desastres advindos das mudanças climáticas, cada vez mais numerosos, intensos e severos. Palavras-chave: Riscos climáticos; Gestão pelo Direito; Serviços ecossistêmicos; Resiliência; Teoria dos Sistemas.
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Giannelli, Annapaola. "Enea: un mito contemporaneo. La capacità di essere se stessi nella continuità del trauma". PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, n.º 2 (noviembre de 2021): 164–74. http://dx.doi.org/10.3280/psp2021-002011.

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Resumen
L'autrice in questo articolo utilizza il Mito di Enea per descrivere la continuità dell'Essere nella discontinuità dell'Esistenza. Ella utilizza il Mito come suggerisce Bion quale struttura psicologica narrativa che consente di accedere all'Inconscio similmente al sogno. I traumi che Enea vive interrompono la linearità del tempo vissuto ma egli ha la ca-pacità di resistere e di rialzarsi. Tale capacità si fonda sull'interiorizzazione di un oggetto materno che abbia svolto la funzio-ne di segnalare i vissuti di odio e di aver dato indicazioni per la tra-sformazione dei sentimenti d'ira e di rabbia, non nell'agito ma nella capacità di superare l'odio stesso. Enea rappresenta colui che è in gra-do di ‘soffrire' il dolore e di trasformarlo in quanto la sua vita è im-prontata nella dimensione della fiducia e del lutto, elementi intrinseci che l'autrice ritiene si possano rintracciare nello studio psicoanalitico che i Miti suggeriscono come espresso nella teoresi bioniana. L'autrice utilizza la funzione del ‘tempo' per descrivere questi passaggi e la per-cezione di sé come unitario nei tempi del passato, presente e futuro senza che i suoi pensieri sfocino nella follia.
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Vivo, Eleonora, Davide Mazzoni, Pamela Monteverdi y Elvira Cicognani. "Stili di assunzione e motivazioni all'uso di alcol in un gruppo di studenti universitari italiani. Uno studio qualitativo". PSICOLOGIA DELLA SALUTE, n.º 1 (marzo de 2012): 133–55. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-001008.

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L'abuso di alcol espone i giovani a numerosi rischi di natura sociale e psicofisica. L'obiettivo della presente ricerca era approfondire le motivazioni alla base dell'assunzione di alcol e i profili di consumo in un gruppo di studenti universitari italiani. Sono state condotte trentaquattro interviste con studenti di sesso maschile e femminile, di etŕ compresa tra i 19 e i 25 anni. Sul materiale testuale č stata effettuata l'analisi qualitativa ispirata alla grounded theory. I risultati evidenziano la presenza di molteplici motivazioni (gestire emozioni negative, ricercare sensazioni, motivazioni sociali, ricerca del gusto, richiamo culturale/ identitario, rimedio rispetto ad altre sostanze) e di diversi pattern di consumo che variano in funzione della condizione residenziale (fuorisede, residente, pendolare), dell'anno di corso, del genere, della rappresentazione del divertimento (convivialitŕ, sregolatezza) costruita all'interno del gruppo di amici e del significato che l'alcol assume nel contesto specifico. Alla luce della letteratura psicosociale, questi risultati sottolineano il ruolo giocato dal contesto universitario nel modulare il consumo di alcolici fra gli studenti.
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Esposito, Giovanna, Paola Cangiano, Angela Di Maro y Raffaella Passeggia. "Promuovere benessere e riflessività all'università attraverso il counselling di gruppo: uno studio esplorativo sull'outcome e sul processo". PSICOLOGIA DELLA SALUTE, n.º 1 (febrero de 2024): 90–113. http://dx.doi.org/10.3280/pds2024-001005.

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Negli ultimi anni i bisogni di salute mentale degli studenti universitari appaiono sem-pre più improntati al supporto psicologico, come evidenziato dalla crescente domanda verso i servizi di counselling universitario. Pertanto, è necessario che essi si basino su una rigorosa attività di ricerca. In una prospettiva di Psicologia Clinica della Salute, il presente studio ha analizzato, in termini di clima e impatto delle sessioni, il processo di tre gruppi di counselling condotti con studenti che si sono rivolti al centro SInAPSi dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, al fine di esplorare se un miglior anda-mento delle variabili processuali si rilevi nei gruppi che riportano una migliore efficacia in termini di benessere psicologico, funzione riflessiva, engagement accademico e per-formance accademica. I risultati hanno evidenziato che il gruppo caratterizzato da out-come migliori, soprattutto in relazione a engagement e benessere, presenta anche un pro-cesso più armonico. È possibile dunque ipotizzare che, al fine di promuovere il benesse-re psicologico degli studenti, sia necessario prestare attenzione tanto all'esito quanto al processo, poiché essi sembrano essere strettamente interconnessi.
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Michowiz, Przemysław. "Intorno al concetto di illiceità nell’ordinamento canonico". Bogoslovska smotra 91, n.º 5 (2022): 1103–19. http://dx.doi.org/10.53745/bs.91.5.4.

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Lo scopo principale del presente elaborato è quello di determinare con precisione la natura e la funzione del concetto di illiceità all’interno della scienza del diritto canonico. Per giungere a tali obiettivi, è necessario evincere la caratteristica del termine dai testi normativi dei due codici di diritto canonico. Inoltre, l’Autore ha messo in evidenza che l’atto illecito non deve essere per forza nullo. L’indagine ha pure dimostrato l’impiego alternativo del termine in altri contesti giuridici. Secondo l’opinione dell’Autore, il corretto intendimento della nozione può essere raggiunto grazie al suo accostamento all’efficacia dell’agire. Lungi dall’essere esaustivi, lo studio documenta l’ambiguità dell’impiego del termine in diversi ambiti del vissuto ecclesiale puntando che il suo corretto luogo interpretativo si attiene all’ambito sacramentale.
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Francato, Leopoldo. "L'originarsi della metafora in Autopsicografia di Fernando Pessoa". STUDI JUNGHIANI, n.º 51 (julio de 2020): 97–111. http://dx.doi.org/10.3280/jun51-2020oa8670.

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Resumen
In questo lavoro l'autore, dal vertice di studio di un'opera d'arte colta nei suoi aspetti stilistici e formali, approfondisce la conoscenza della poesia&nbsp;Autopsicografia&nbsp;di Fernando Pessoa. Il poeta portoghese &egrave; in grado di trascinare il lettore nei territori della psiche al limite del formularsi del pensiero, muovendosi attraverso il discorso eteronimico e la necessit&agrave; della finzione. Si tratta di seguire il corso dei movimenti di pensiero interni alla poesia stessa, nell'articolazione dell'esperienza del poeta nell'incontro con il divenire del suo stesso componimento. Tale movimento porter&agrave; alla nascita di un'immagine metaforica, esito dell'attivazione della funzione trascendente secondo le teorizzazioni di Jung.&nbsp;&nbsp;&nbsp;
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Francato, Leopoldo. "L'originarsi della metafora in Autopsicografia di Fernando Pessoa". STUDI JUNGHIANI, n.º 51 (julio de 2020): 97–111. http://dx.doi.org/10.3280/jun1-2020oa8670.

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In questo lavoro l'autore, dal vertice di studio di un'opera d'arte colta nei suoi aspetti stilistici e formali, approfondisce la conoscenza della poesia&nbsp;Autopsicografia&nbsp;di Fernando Pessoa. Il poeta portoghese &egrave; in grado di trascinare il lettore nei territori della psiche al limite del formularsi del pensiero, muovendosi attraverso il discorso eteronimico e la necessit&agrave; della finzione. Si tratta di seguire il corso dei movimenti di pensiero interni alla poesia stessa, nell'articolazione dell'esperienza del poeta nell'incontro con il divenire del suo stesso componimento. Tale movimento porter&agrave; alla nascita di un'immagine metaforica, esito dell'attivazione della funzione trascendente secondo le teorizzazioni di Jung.&nbsp;&nbsp;&nbsp;
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Andreoli, A., L. Simonetti, C. Sturiale, R. Agati y M. Leonardi. "Malformazioni artero-venose del sistema nervoso centrale". Rivista di Neuroradiologia 15, n.º 1 (febrero de 2002): 55–67. http://dx.doi.org/10.1177/197140090201500106.

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Il trattamento delle malformazioni artero-venose (MAV) cerebrali dispone oggi di 3 opzioni terapeutiche: la microchirurgia, l'embolizzazione, la radiochirurgia. Esiste inoltre la possibilità di combinare fra di loro questi vari trattamenti. La scelta della strategia di trattamento preferibile non è sempre semplice, deve essere personalizzata caso per caso e si basa sull'integrazione di dati clinici, epidemiologici e neuroradiologici. Gli esami diagnostici, neuroradiologici e non, che possono entrare in gioco nello studio delle MAV sono numerosi: TC e/o angio-TC, RM, angio-RMN ed RM “funzionale” (RM-f) di attivazione, studio angiografico, ed altri eventuali esami funzionali quali la PET, i potenziali evocati (pazienti pediatrici in anestesia generale o MAV rolandiche); il transcranial doppler. La scelta delle tecniche varia in funzione delle informazioni che si desidera ottenere. Se l'impostazione terapeutica è essenzialmente chirurgica tradizionale e si basa sull'identificazione del “grading” di una MAV secondo la classificazione di Spetzler e Martin, sono sufficienti i dati deducibili da TC/angioTC o da RM/angio-RM. Sono noti, tuttavia i limiti di questo approccio, che tra l'altro è scarsamente utile per la valutazione del rischio del trattamento endovascolare o radiochirurgico Per tali motivi è più opportuno approfondire lo studio angioarchitettonico e fisiopatologico della MAV con l'esame angiografico selettivo e superselettivo. Nel valutare lo studio angiografico è importante sempre analizzare tutte le sue componenti: afferenti arteriosi, nidus, drenaggi venosi. Al termine di tale iter diagnostico avremo tutti gli elementi fisiopatologici che ci consentono di decidere il trattamento più adeguato: chirurgia; radiochirurgia, trattamenti endovascolari; varie associazioni, trattamento conservativo. In conclusione, esistono pazienti in cui ciascuna delle tre metodiche sarebbe di per sé efficace: in questi casi è da preferire la chirurgia in quanto anatomicamente risolutiva. Esistono pazienti in cui le caratteristiche cliniche e le indagini strumentali orientano verso l'utilizzazione di una sola metodica, chirurgia o radiochirurgia oppure embolizzazione. In altri pazienti il trattamento combinato di due o più metodiche in successione appare il più razionale per ottenere il miglior risultato possibile. Esistono infine alcuni pazienti in cui il rischio di qualsiasi tipo di trattamento è maggiore rispetto al rischio legato alla storia naturale, in cui ancora oggi il trattamento conservativo appare la scelta più ragionevole.
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Raviola, Blythe Alice. "Giovanni Botero e gli itinerari del sapere fra Umanesimo e prime inquietudini barocche". Revista de História da Sociedade e da Cultura 22, n.º 1 (28 de junio de 2022): 111–24. http://dx.doi.org/10.14195/1645-2259_22-1_4.

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Questo studio mira a mettere in luce l’opinione di Giovanni Botero, l’autore delDella ragion di Stato (1589) e della grande opera Le relazioni universali (1591), riguardole università e la loro funzione culturale in Europa. Si introduce un ipotetico parallelofra Erasmo da Rotterdam e la sua carriera europea, e l’intellettuale della ControriformaBotero, gesuita fino al 1580, per vedere come le università abbiamo influito sulla loro formazione.Entrambi furono intellettuali instancabili, entrambi furono soliti viaggiare edentrare in contatto con diversi contesti accademici. Un focus sulle idee di Botero circa gliStudia del suo tempo offre qualche spunto di riflessione sul sistema culturale e sul legamecruciale fra centri d’istruzione e prosperità economica.
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Malina, Artur. "Pedagogia i tajemnica głosu Boga (Mk 1,11; 9,7)". Verbum Vitae 7 (14 de enero de 2005): 93–118. http://dx.doi.org/10.31743/vv.1379.

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Nel Vangelo di Marco si trovano due dichiarazioni sulla relazione filiale di Gesu con Dio. Queste parole sono introdotte nella narrazione dalle locuzioni: »una voce divenne dai cieli« e »divenne una voce dalla nube«. Il contenuto stesso delle dichiarazioni viene studiato ampiamente e profondamente dagli esegeti. Le introduzioni narrative alle dichiarazioni meritano peró un'attenzione particolare. Lo studio mette in risalto la funzione pedagogica e mistagogica della presenza e dell'attivita della voce divina, sia quella pronunciata da Dio stesso su Gesu, che quella rivolta a Lui da Gesu morente, di rivelare l'identita di Gesu come figlio di Dio e di condurre i discepoli nella sua sequella a partecipare alla comunione divina, indisturbata da tutte le altre voci.
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Imbert-Vier, Simon. "Il "barrage" di Gibuti: frontiera inutile o fucina sociale?" STORIA URBANA, n.º 128 (febrero de 2011): 109–27. http://dx.doi.org/10.3280/su2010-128006.

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Questo articolo descrive una frontiera particolare: ilmantenuto in funzione tra il 1966 e l'inizio degli anni ottanta attorno alla cittŕ di Gibuti. Mentre il suo scopo ufficiale era il contenimento dell'immigrazione, durante il periodo in esame le popolazione della cittŕ č aumentata di tre volte. Dopo aver collocato questo episodio nel contesto piů generale della storia della colonizzazione francese nel Corno d'Africa, l'articolo descrive le condizioni della realizzazione di questa infrastruttura. In seguito č presentato il dispositivo di controllo militare, politico e ideologico all'interno del quale iloperava, attraverso uno studio di fonti amministrative e militari francesi inedite. Infine l'articolo si interroga sul ruolo delnella produzione di identitŕ nell'epoca coloniale e post-coloniale.
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Fioravanti, Irene y Francesca Malagnini. "IL VERBO TRA LESSICO E TESTO: ANALISI DI PRODUZIONI SCRITTE DI APPRENDENTI DI ITALIANO L2". Italiano LinguaDue 15, n.º 2 (15 de diciembre de 2023): 210–38. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/21946.

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Lo studio presenta un’analisi linguistica e testuale di produzioni scritte di italiano L2, con particolare attenzione alle forme verbali usate dagli apprendenti. L’analisi linguistica ha riguardato il verbo da un punto di vista sia grammaticale sia lessicale. Inoltre, il verbo è stato osservato in una precisa struttura argomentale (Verbo + Oggetto diretto), per indagare se fossero rispettate le restrizioni semantiche imposte dal verbo nella selezione degli argomenti. Parallelamente, l’analisi si è concentrata anche sulla scelta e sull’uso dell’avverbio, con lo scopo di osservare come gli apprendenti impieghino l’avverbio con funzione di modificatore del verbo. L’analisi testuale, invece, si è concentrata sull’architettura del testo e sull’area semantica e funzione linguistica dei verbi in relazione alla traccia e alla tipologia del testo. Infine, si affrontano interessanti riflessioni sullo sviluppo della competenza lessicale e testuale in italiano L2. The verb between lexicon and text: analysis of written productions by Italian l2 learners This study presents a linguistic and textual analysis of written productions of L2 Italian, with a focus on the verb forms used by learners. The linguistic analysis focused on the verb from both grammatical and lexical perspectives. In addition, the verb was observed in a precise argument structure (Verb + Direct Object), to investigate whether the semantic restrictions imposed by the verb in argument selection were respected. In parallel, the analysis also focused on the choice and use of the adverb, with the aim of observing how learners employed the adverb as a modifier of the verb. Textual analysis, on the other hand, focused on the architecture of the text and the semantic area and linguistic function of verbs in relation to the outline and text type. Finally, interesting reflections on the development of lexical and textual competence in Italian L2 are addressed.
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Giannichedda, Enrico. "Costruire storie e raccontare produzioni". Ex Novo: Journal of Archaeology 5 (24 de mayo de 2021): 119–43. http://dx.doi.org/10.32028/exnovo.v5i.416.

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Prendendo le mosse dalle recenti acquisizioni dell’archeologia cognitiva, Michele Cometa, uno specialista di storia e teoria della letteratura, affronta in un corposo volume una questione fondamentale: la relazione fra produzione di utensili (i cicli produttivi), evoluzione del linguaggio, sviluppo di capacità narrative finalizzate a raccontare ‘storie’ utili. Una questione che, a mio avviso, non può riguardare soltanto gli specialisti della preistoria antica e dei processi di ominazione, perché ha molto a che vedere, in qualsiasi contesto preindustriale e prescientifico, con la trasmissione dei saperi tecnici (e, difatti, Cometa rinvia alle opere di A. Leroi-Gourhan), l’archeologia della produzione, la capacità di leggere in un manufatto la commistione di ‘funzione’ e ‘bellezza’ (o stile). Scopo del presente lavoro, oltre ad invitare a riflettere sulle tesi di Cometa a partire ovviamente dal libro, vi è ribadire, indipendentemente dai termini utilizzati e dalle partizioni disciplinari, l’utilità di studi archeologici in cui si fa storia della cultura materiale tenendo insieme la ricostruzione dei comportamenti (tecnici) e quella dei significati (sociali) anche grazie allo studio delle scelte ‘narrative’ adottate dagli antichi.
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Vallerossa, Francesco y Zuzana Toth. "TEMPO E ASPETTO NELLE INTERLINGUE DI APPRENDENTI DI ITALIANO: CONSIDERAZIONI METODOLOGICHE IN PROSPETTIVA PLURILINGUE". Italiano LinguaDue 15, n.º 2 (15 de diciembre de 2023): 21–42. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/21935.

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Lo studio della temporalità in relazione alla selezione dei tempi perfettivi ed imperfettivi in italiano richiede cautela dato che tale scelta è raremente univoca. Se condotto in prospettiva plurilingue, lo studio dell’apprendimento delle categorie tempo-aspettuali presenta ulteriori sfide legate alla complessità dei repertori linguistici degli apprendenti. Tali difficoltà richiedono importanti considerazioni metodologiche. In questo lavoro, si esaminano tre aspetti legati allo studio delle interlingue di apprendenti plurilingui di italiano come lingua straniera nei contesti svedese, austriaco e slovacco. Si presenteranno dapprima alcune difficoltà legate alla classificazione linguistica dei predicati verbali e alle conseguenze di tale classificazione per l’interpretazione dei dati. Seguirà poi lo studio della funzione testuale dei tempi verbali e la distinzione tra contesti di primo piano e sfondo. Infine, si discuterà come riconoscere potenziali fenomeni di transfer, sia positivi che negativi, derivanti da lingue presenti nel repertorio linguistico degli apprendenti. Sulla base di questi aspetti, verranno proposte alcune linee guida da poter seguire per chi voglia condurre studi sull’apprendimento delle categorie di tempo ed aspetto in prospettiva plurilingue. Tense and aspect in the interlanguages of learners of Italian: methodological considerations in a plurilingual perspective Studying temporality in relation to the selection of perfective and imperfective tenses in ​​Italian calls for caution considering that this choice is rarely straightforward. Adding a multilingual lens to the study of how tense-aspect categories are learned brings additional challenges connected to the learners’ complex linguistic repertoires. These difficulties require important methodological considerations. In this study, we will examine three aspects connected to the study of the interlanguage of multilingual learners of Italian as a foreign language in the Swedish, Austrian and Slovak contexts. First, we will present some difficulties connected to the linguistic classification of verb predicates and its consequences for data interpretation. The second issue concerns the examination of the narrative function of tenses and the distinction between foreground and background contexts. Finally, we will discuss how to recognize potential transfer phenomena, both positive and negative, originated in previously known languages. Based on these aspects, we will suggest some guidelines to follow for those who are interested in conducting studies on learning tense and aspect in a multilingual perspective.
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Bottinelli Montandon, Mario. "inglese scorre meglio: parole come immagini nell’estetica delle attitudini". Babylonia Journal of Language Education 3 (23 de diciembre de 2022): 26–33. http://dx.doi.org/10.55393/babylonia.v3i.209.

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Riflettendo sull’evoluzione recente dell’arte contemporanea, su come il codice visivo abbia accolto le parole quali significanti al pari delle immagini, l’articolo s’interroga sul ruolo particolare giocato dalla lingua inglese. A sostegno dell’ipotesi che l’inglese abbia un alto potenziale di significazione simbolica nell’espressione estetica, si riprende il concetto di “attitudine” del critico e curatore Harald Szeemann (When attitudes become form, 1969). Si coinvolge nella riflessione il paradigma pedagogico-didattico delle competenze, che pure rivendica una funzione non subalterna alla dinamica attitudinale dell’allievo nella manifestazione del suo comportamento competente. Sono presentati e discussi casi di studio da mostre d’arte contemporanea e dalla didattica artistica post-digitale.
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Cavalli, Andrea y Giuseppe Pontoriero. "Emodiafiltrazione e sopravvivenza: cosa abbiamo imparato dai più recenti studi clinici controllati?" Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, n.º 1 (3 de agosto de 2013): 72–76. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1009.

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Oggigiorno, è opinione comune che, rispetto all'emodialisi standard (HD), l'emodiafiltrazione on-line (HDF) possa consentire migliori risultati in termini di tolleranza intradialitica, stato nutrizionale, mantenimento della funzione renale residua, responsività all'eritropoietina e controllo della fosforemia. Tuttavia, finora, gli studi controllati non sono stati in grado di dimostrare la superiorità dell'HDF nel ridurre la morbilità e la mortalità. Due recenti studi prospettici, randomizzati e controllati, il “Convective Transport Study” (CONTRAST) e il “Comparison of Post-dilution Online Haemodiafiltration and Haemodialysis” (TURKISH OL-HDF STUDY), hanno confrontato la sopravvivenza e gli eventi cardiovascolari in HDF e in HD. Benché fossero studi ampi e appositamente disegnati per valutare questo importante outcome, non è stato possibile trovare differenze significative tra i due trattamenti (HDF vs HD low-flux nel CONTRAST e HDF vs HD high-flux nel TURKISH STUDY). In analisi post-hoc, entrambi gli studi hanno mostrato come alti volumi convettivi fossero associati a una migliore prognosi, anche se questi risultati devono essere considerati solo “generatori di ipotesi” e necessitano di essere testati in adeguati trial. I risultati derivanti dallo studio spagnolo e francese, non ancora pubblicati, ci aiuteranno a comprendere meglio l'importanza dell'HDF nella pratica clinica quotidiana.
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Di Giacomo, Dina, Lucia S. De Federicis y Domenico Passafiume. "Capacitŕ di associazione semantica nei bambini in etŕ prescolare e scolare". RICERCHE DI PSICOLOGIA, n.º 1 (marzo de 2010): 7–19. http://dx.doi.org/10.3280/rip2009-001001.

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Le ricerche sullo sviluppo della rete semantica presenti in letteratura sono numerose e sono state condotte sui processi sottostanti la strutturazione della capacitŕ semantica utilizzando diversi approcci di studio. Nel presente lavoro abbiamo studiato lo sviluppo e l'utilizzo delle categorie di associazione semantica in etŕ pre-scolare e scolare. L'obiettivo č la verifica della presenza e dell'uso di categorie semantiche nel periodo dello sviluppo cognitivo e se dipenda dall'inserimento in un percorso scolastico strutturato, o sia ascrivibile all'esperienza diretta delbambino; le ipotesi che abbiamo voluto verificare sono la progressivitŕ della competenza nell'utilizzazione di categorie associative nel corso della infanzia e che la competenza nell'uso delle categorie di associazione non sia dovuta alla scolarizzazione. Alla presente ricerca hanno partecipato 129 bambini (64 maschi e 65 femmine) di etŕ compresa tra i 50,8 mesi (&plusmn; 3.0) ed i 92,4 mesi (&plusmn; 4,0), divisi in 4 gruppi, dal secondo anno di scuola materna al secondo anno della scuola elementare. I bambini sono stati sottoposti ad un compito di associazione semantica. Le categorie prese in considerazione sono: Funzione, Parte-tutto, Contiguitŕ, Attributo, Superordinata. I risultati hanno evidenziato la presenza di differenze significative nell'uso delle cinque categorie in relazione all'etŕ dei bambini. In particolare, la capacitŕ di utilizzare la Funzione č apparsa significativamente migliore rispetto alla categoria Superordinata; inoltre le differenze tra le categorie variano con il crescere dell'etŕ.
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Zaccaro, Antonella y Maria Francesca Freda. "Domanda di consulenza genetica e progetto riproduttivo". PSICOLOGIA DELLA SALUTE, n.º 3 (diciembre de 2012): 49–74. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-003004.

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La domanda di consulenza genetica prenatale o riproduttiva puo rappresentare, come evidenziato dalla letteratura di riferimento, un passaggio fondamentale nel gestire scelte riproduttive consapevoli in situazioni di rischio genetico. Il presente contributo intende esplorare i processi di significazione che orientano la domanda di consulenza genetica prenatale e riproduttiva, nell'ambito di un piu ampio studio svolto presso il Servizio di Cardiomiologia e Genetica Medica di Napoli e volto ad indagare ed integrare le dinamiche psicologiche entro il processo di consulenza genetica. Il materiale testuale di 17 interviste semi-strutturate, condotte con clienti in fase di pre-consulenza genetica e stato analizzato attraverso la metodologia dell'Interpretative Phenomenological Analysis (IPA) messa a punto da Smith e colleghi. Dalla discussione dei risultati, emerge come i processi di accesso alla consulenza e le vicissitudini della conoscenza siano collegati alle conseguenze che la sola scelta di richiedere una consulenza puo avere sul piano familiare e dei legami inter-/intra-generazionali. Il momento pre-consulenza sembra rappresentare uno spazio in cui i clienti e le loro famiglie iniziano ad esplorare una serie di possibilita di uso della relazione sanitaria in funzione di complicati processi informativi e decisionali condivisi. E nella gestione di tali compiti che assume un ruolo centrale la funzione psicologica collocata in una prospettiva di integrazione a quella medica e che, fin dalla fase pre-consulenza contribuisce al raggiungimento di obiettivi di tutela e di promozione della salute.
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Góralski, Wojciech. "Rola adwokata w kościelnych procesach małżeńskich w świetle KPK z 1983 roku oraz instrukcji "Dignitas connubii"". Prawo Kanoniczne 49, n.º 3-4 (20 de diciembre de 2006): 35–50. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2006.49.3-4.03.

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Nei processi ecclesiastici matrimoniali, soprattutto di nullità del matrimonio, un ruolo importante si deve attribuire all’avvocato. La sua partecipazione al processo matrimoniale canonico è una espressione della realizzazione del diritto di ogni fedele alla difesa in giudizio. Nello suo studio l’autore presenta e commenta i compiti dell’ avvocato nel processo canonico di nullità del matrimonio alla luce del CJC e della Istruzione „Dignitas connubii” del 25 gennaio 2005. Dopo aver riferito la funzione dell’avvocato in genere (l’istituzione, i requisiti, l’eliminazione), si ferma sull’ufficio dell’avvocato stabile e termina con la indicazione degli obblighi e dei diritti dell’avvocato. Fra le proposte finali si sottolinea il bisogno della istituzione dell’ufficio (o persona), di cui nel art. 113 § 1 della suddettta Istruzione.
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