Literatura académica sobre el tema "Strutture residenziali per anziani"

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Artículos de revistas sobre el tema "Strutture residenziali per anziani"

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Moro, Marta, Chiara Salvato, Gianni Terrazzani, Donatella Serraglia, Cristina Saramin, Pietro Giusti y Alessandro Chinellato. "Costi e bisogni sanitari degli anziani non autosufficienti presso le strutture residenziali: strategie e interventi per una popolazione che invecchia". Farmeconomia. Health economics and therapeutic pathways 6, n.º 2 (15 de junio de 2005): 135–40. http://dx.doi.org/10.7175/fe.v6i2.828.

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Resumen
CONTEXT: The number of elderly is constantly increasing in the western world and many of this people spend the last years of their life in a nursing home with physical and/or mental disabilities. OBJECTIVE: To estimate the Health Service resource and direct costs for Community Residential Care (CRC) disabled elderly people. METHODS: A retrospective observational study was conducted between January 2002 and December 2002 among all CRC (23 CRC and 1665 disabled residential elderly population REP) of the Local Health Authority n° 9 of Treviso. For each CRC data regarding patients, hospitalisation, clinical analysis, general practitioner and hospital medical doctor assistance, drug utilisation were collected and analysed. RESULTS: Males were 27% and female 73% with an average age 78 and 86 years old respectively. Frequency of hospitalisation, clinical analysis and drug utilisation vary widely between the CRC and an inverse correlation is observed between cost of hospitalisation and drug plus clinical analysis. The first causes of hospitalisation are pneumonia 7.2% and cardiovascular disease 4.9% both considered preventable cause of hospitalisation. Regarding the drug consumption analysis enalapril, furosemide, omeprazole are the most used molecules with a consumption of 308, 185, 166 DDD/1000 REP/die; systemic antibiotics are the more expensive drugs with a cost of 0.3 euro/REP/die. Unexpected laxatives consumption is lower than data from literature with a 17% of the total REP exposed. Finally average annually cost for a REP in CRC is 16,445 euros and beside the direct sponsor of local health authority to the CRC hospitalisations cost are the most important (899 euros) while drugs, medical assistance and sanitary material cost are similar with an annual cost of 530 euros, 492 euros, 450 euros respectively. Hypnotic and anxiolytic consumption appear to be correct with literature data with about 30% population exposed. CONCLUSION: Females are disabled about 10 years after males, many hospitalisation could be avoided with correct sanitary programs and finally and inverse correlation of drug consumption and hospitalisation is observed.
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De Girolamo, Giovanni, Valentina Candini, Laura Iozzino y Cristina Zarbo. "Ricerca in salute mentale: un decennio di progetti all'IRCSS Fatebenefratelli". RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, n.º 2 (septiembre de 2020): 83–113. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2020-002006.

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Resumen
In Italia il sistema degli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) rappresenta, da decenni, il pilastro fondamentale della ricerca condotta all'interno del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). L'IRCCS Fatebenefratelli di Brescia è l'unico in Italia ad avere come area ufficiale di riconoscimento la psichiatria. L'obiettivo di questo capitolo è di descrivere e discutere le attività di ricerca condotte dall'Unità Operativa di Psichiatria Epidemiologica e Valutativa (UOPEV) dell'IRCCS Fatebenefratelli in oltre un decennio (2009-2020). Tali attività di ricerca si collocano all'interno di tre grandi aree: la ricerca epidemiologica, la ricerca clinica e la health services research. I progetti relativi alla ricerca epidemiologica presentati riguardano lo studio della prevalenza dei disturbi mentali e da uso di sostanze nella popolazione generale (WMHSI), le caratteristiche dei pazienti trattati nelle strutture residenziali (PERDOVE), i fattori prognostici di esito di pazienti anziani ospedalizzati (PERDOVE-anziani), la prevalenza e l'incidenza dei disturbi depressivi in persone affette da diabete di tipo 2 (INTERPRET-DD), le caratteristiche socio-demografiche, cliniche ed assistenziali di pazienti con una storia grave di violenza (VIORMED ed EU-VIORMED), e l'impiego di dispositivi di telemedicina per la gestione dei pazienti con depressione, sclerosi multipla o epilessia (RADAR-CNS). Tra i progetti di ricerca clinica verranno discussi in particolare un trial sull'impiego della ossitocina intranasale per il trattamento di pazienti con diagnosi di schizofrenia (OXIS), la psicoeducazione per pazienti con disturbo bipolare, e il progetto DIAPASON. Infine, nell'ambito del macro-settore di ricerca dei servizi di salute mentale sarà presentato il progetto MILESTONE. Tale excursus consentirà di intrecciare e discutere criticamente lo stato della pratica clinica e della ricerca in psichiatria, e consentirà di formulare delle proposte su aree di ricerca innovative nel prossimo decennio.
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Amaddeo, F., M. Bacigalupi, G. de Girolamo, W. Di Munzio, A. Lora y D. Semisa. "Strutture del Dipartimento di Salute Mentale". Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 7, S2 (agosto de 1998): 31–36. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000721.

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Resumen
Il Dipartimento di Salute Mentale (DSM) comprende tutti i presidi psichiatrici pubblici, ospedalieri ed extraospedalieri per adulti, gestisce tutte le attività concernenti la tutela della salute mentale per adulti esistenti nel territorio di competenza e possiede un organico pluriprofessionale a direzione unica. Può comprendere o meno le attività di neuropsichiatria infantile, anche se é auspicabile che le comprenda.II DSM comprende le seguenti unità organizzative:1.Centra di Salute Mentale (CSM)2.Ambulatorio3.Servizio psichiatrico di diagnosi e cura (SPDC)4.Day Hospital (DH)5.Centra Diurno (CD)6.Strutture Residenziali
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Scalari, Paola. "Curare CorpoMente. Residenze sociosanitarie per anziani". EDUCAZIONE SENTIMENTALE, n.º 34 (enero de 2021): 48–58. http://dx.doi.org/10.3280/eds2020-034005.

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Resumen
Nel periodo del lockdown le residenze socio sanitarie per anziani non autosufficienti hanno evidenziato l'incapacità di tenere insieme la cura del corpo e la cura della mente. Queste isti-tuzioni si sono barricate per tenere lontano il virus non riuscendo a pensare a come salva-guardare emotivamente i loro ospiti. Forse l'importanza di tenere insieme operatori e fami-liari in un'équipe curante non è mai stata presa in seria considerazione. Il periodo di isolamento dovuto a Covid19 ha però evidenziato come senza relazioni familiari e amicali gli an-ziani si lascino andare e muoiano. La depressione, dovuta al mancato contenitore Corpo-Mente, va quindi riconsiderata per evitare nuove stragi. Attivare gruppi coordinati pare la pista di lavoro per ridare dignità alle persone che, malate, vanno a concludere la loro esistenza in queste strutture.
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Battisti, A., C. Di Priamo y L. Martinez. "I minori ospiti delle strutture residenziali socio-assistenziali e socio-sanitarie". MINORIGIUSTIZIA, n.º 1 (septiembre de 2020): 48–55. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-001005.

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Resumen
Il luogo più consono alla crescita dei bambini è senza dubbio la famiglia d'origine. Vi sono situazioni di particolare vulnerabilità che, per garantire al minore una crescita serena, richiedono l'attivazione di percorsi di protezione offerti da una famiglia diversa da quella di origine o da una struttura residenziale. In Italia nel 2017 le strutture socio-assistenziali e socio-sanitarie destinate all'accoglienza dei minori sono oltre 2 mila e contano un'offerta di circa 23 mila posti letto. Gli ospiti minori sono complessivamente poco più di 20 mila, lo 0,2% dell'intera popolazione minorenne. Tra le motivazioni che hanno determinato l'inserimento del minore in comunità svolgono un ruolo preponderante le problematiche afferenti il nucleo familiare: un terzo degli ospiti sono accolti per problemi economici, incapacità educativa o problemi psico-fisici dei genitori. Rilevante anche la quota di ragazzi stranieri non accompagnati. Gli ospiti minori che invece sono stati dimessi ammontano complessivamente a quasi 15mila. Il 32% è stato reinserito in una famiglia mentre, per il 35% dei ragazzi dimessi il percorso di accoglienza prosegue in un'altra struttura residenziale.
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Civenti, Graziella, Roberto Blaco, Antonio Lora y Angelo Cocchi. "Psychiatric services in Lombardy from 1983 to 1993: trends and interrelations between equipment, staff and activities indicators". Epidemiologia e Psichiatria Sociale 5, n.º 3 (diciembre de 1996): 178–89. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00004164.

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RIASSUNTOScopo - Lo studio è stato condotto con l'obiettivo di descrivere le linee di tendenza manifestatesi nel periodo 1983-1993 nei Servizi psichiatrici pubblici lombardi relativamente a indicatori di struttura, personale e attività. Setting - Sono stati utilizzati dati relativi a tutti i presidi facenti capo, secondo quanto previsto dal Progetto Obiettivo Regionale, alle Unità Operative di Psichiatria della Regione Lombardia, ovvero Centri Psico-sociali, Ambulatori, Strutture Intermedie Non Residenziali, Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura, Centri Residenziali di Terapie Psichiatriche e di Risocializzazione e Comunita Protette. Non sono stati inclusi nello studio i dati relativi all'attivita svolta dagli ex Ospedali Psichiatrici e dalle strutture private. Disegno - I dati sono stati forniti dal Sistema Informativo Psichiatrico Regionale che dal 1983 rileva in maniera omogenea e sistematica su tutto il territorio regionale informazioni relative alle strutture, al personale e alle prestazioni erogate dalle Unita Operative di Psichiatria. Sui dati relativi al periodo 1983-1993 e stata condotta un'analisi grafica della dinamica dei servizi con descrizione delle tendenze evidenziatesi nel periodo in oggetto e delle interazioni tra le variabili considerate. Principali misure utilizzate - Variabili di risorse e di prestazioni relative all'attivita degenziale e a quella non residenziale dei servizi. Formulazione di indicatori che permettano l'analisi delle relazioni tra le variabili stesse. Risultati - Nel periodo considerato si assiste globalmente a un aumento consistente del volume di attivita (residenziale e non) spiegabile solo parzialmente attraverso l'aumento delle risorse a disposizione. L'incremento quantitative dell'assistenza fornita pare infatti legato da un lato a una sempre maggiore utilizzazione delle risorse allocate e a un aumento della produttivita dei servizi, dall'altro alia pressione crescente della domanda. I dati a disposizione, inoltre, evidenziano come il baricentro della organizzazione dei servizi pubblici si sia spostato sempre piú negli anni sul momento di trattamento non residenziale, anche se l'assenza di una analoga documentazione per quanto attiene alle strutture private rende questa conclusione parziale. Conclusioni - L'analisi condotta testimonia l'importanza del Sistema Informativo per monitorare i cambiamenti nella organizzazione dei servizi e per fornire i dati necessari alia attivazione di indagini ad hoc (per es. studi di esito).
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Gallo, Eugenio y Gino Targa. "Quality evaluation in psychiatric services: a regional system of quality indicators". Epidemiologia e Psichiatria Sociale 7, n.º 2 (agosto de 1998): 110–19. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00007247.

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RIASSUNTOScopo — Il presente lavoro propone un sistema di indicatori basato sui sistemi informativi di routine adottati dalla Regione Emilia Romagna. Esso si pone l'obiettivo di cogliere la qualità e la complessità dei percorsi di cura dei pazienti psichiatrici tenendo conto dell'articolazione delle strutture psichiatriche della Regione del Progetto obiettivo Tutela della Salute Mentale 1994-1996 e degli Indicatori di efficienza e qualita del SSN. richiesti dal Ministero della Sanità. Metodo — Formazione di un gruppo di lavoro su iniziativa della Regione, per la costruzione degli indicatori con definizione del significato, della formula, della soglia di attenzione, della finalita, del livello di utilizzazione, della fonte dei dati e della frequenza di rilevazione congruente con i sistemi informativi regionali.Risultati — Vengono presentati 105 indicatori suddivisi in base alia struttura psichiatrica a cui fanno riferimento (centri di salute mentale, reparti per acuti, strutture semiresidenziali, strutture residenziali, strutture ex-manicomiali, dipartimento di salute mentale) ed in base al codice in tre elenchi: 1) d'informazione generale (30), comprendente i 12 indicatori richiesti dal Ministero della Sanità; 2) di approfondimento; 3) di esito. Conclusioni — Il sistema di indicatori, pur nato per un uso locale, si fonda su obiettivi definiti dal Progetto Obiettivo ministeriale, per cui può rivestire un interesse anche per altre realtà regionali italiane. La costruzione modulare permette un'applicazione flessibile e un adattamento a sistemi informativi meno complessi. Una parte del sistema è stata inserita dal 1997 nel flusso informativo di routine tra le ASL e la Regione Emilia Romagna.
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Casati, Elisa y Silvia Donato. "La relazione tra i familiari e l'équipe di cura della Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA): la prospettiva degli operatori". PSICOLOGIA DELLA SALUTE, n.º 2 (agosto de 2020): 25–51. http://dx.doi.org/10.3280/pds2020-002002.

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Obiettivo: la transizione relativa al trasferimento della persona anziana non autosufficiente dal domicilio a una struttura residenziale è complessa e caratterizzata da una vasta gamma di vissuti emozionali ambivalenti per tutti gli attori coinvolti. Obiettivo della ricerca qui presentata è quello di indagare e descrivere la percezione che gli operatori dell'équipe di cura e assistenza della RSA hanno dei vissuti e dei bisogni che accompagnano il familiare nella scelta dell'istituzionalizzazione e all'ingresso in RSA, dei vissuti e dei bisogni di cui gli operatori stessi fanno esperienza nella relazione con i familiari in questa fase del percorso di cura, non-ché delle possibili risposte a tali bisogni secondo il punto di vista dell'operatore. Metodologia: il disegno di ricerca adottato è di tipo qualitativo e si avvale di interviste somministrate a nove operatori facenti parte dell'équipe di cura e assistenza di una RSA del Nord Italia. Risultati: dalle interviste emerge un operatore consapevole sia delle molteplici e ambivalenti emozioni esperite dal familiare durante la transizione, sia delle motivazioni che lo portano a scegliere l'istituzionalizzazione del proprio caro. L'operatore riconosce inoltre l'importanza di spazi di confronto e incontro con i familiari, ma nel contempo riporta come, a livello fattuale, non esi-stano spazi di effettivo e reale coinvolgimento dei caregiver informali. La precisione con cui l'operatore riconosce emozioni e motivazioni del familiare non sempre però corrisponde ad altrettanta consapevolezza per i propri vissuti emotivi e per come essi agiscano nella relazione con il familiare, ad indicare una specifica area di bisogno formativo e di accompagnamento degli operatori in questa complessa relazione.
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Giordano, Carlo. "Il riconoscimento del progetto migratorio del minore e la valorizzazione della rete parentale nell'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati: l'evoluzione della presa in carico nel comune di Cremona (2005 - 2011)". REMHU : Revista Interdisciplinar da Mobilidade Humana 22, n.º 42 (junio de 2014): 97–112. http://dx.doi.org/10.1590/s1980-85852014000100007.

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Il fenomeno dei minori stranieri non accompagnati fu gestito a Cremona, fino all'anno 2007, unicamente tramite l'accoglienza in strutture residenziali. Tale pratica dovette però confrontarsi con la criticità (anche di tipo economico) rappresentata dalla massiccia crescita degli arrivi di minorenni stranieri dichiaranti essere "non accompagnati", verificatasi negli anni 2006 e 2007. La frequente presenza di reti parentali dei minori nelle provincie limitrofe, indusse a ritenere che il percorso migratorio dei MSNA giunti a Cremona fosse il risultato di una strategia messa a punto da adulti di riferimento, i quali indirizzavano il giovane verso quei territori dove le pratiche d'accoglienza apparivano più efficaci riguardo all'acquisizione del titolo di soggiorno. Ciò che emerge è la correlazione intercorrente tra modalità di accoglienza e strategia migratoria. A partire dall'anno 2008, il riconoscimento del carattere "famigliare" del progetto migratorio del minore, e della sua rete parentale come risorsa per una più efficace e sostenibile presa in carico, portò all'identificazione di una strategia di accoglienza incentrata sull'affidamento famigliare.
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Bussi Roncalini, Elisabetta, Barbara Moffa, Simona Caravello, Consuelo Busetti, Barbara Salvatore y Marco Riglietta. "Inserimento di paziente con Disturbo da Gioco d'Azzardo in Servizio sperimentale residenziale, in misura alternativa alla pena: percorsi clinici tra revisione della normativa e istruzioni operative". MISSION, n.º 59 (febrero de 2023): 22–24. http://dx.doi.org/10.3280/mis59-2022oa14898.

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L'inserimento in struttura residenziale per Disturbo da Gioco d'Azzardo, attuato grazie ai fondi sperimentali previsti da Regione Lombardia Deliberazione N. XI / 585 del 1/10/2018 (1), ha permesso a paziente con patologia non rientrante normativamente nell'art 94 del DPR 309/90 (2), di intraprendere un percorso residenziale in misura alternativa alla pena. La valutazione multidimensionale attuata dall'equipe SERD carcere UOC Dipendenze  ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo, attraverso strumenti clinici innovativi psicodiagnostici integrati con gli strumenti già disponibili, ha permesso la stesura di uno specifico Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale e, previa convalida da parte dell' Agenzia di Tutela della Salute della provincia di Bergamo, ha reso possibile l'invio alla struttura residenziale specialistica per Disturbo da Gioco d'Azzardo di paziente in misura alternativa alla pena . Il lavoro è espressione della capacità di sinergia ed integrazione tra  il servizio privato, che ha visto nascere le strutture residenziali per giocatori patologici, insieme al servizio pubblico di valutazione e trattamento dell'ASST lombarda oltre al  fondamentale intervento dell'Agenzia di Tutela della Salute territoriale competente e dell'Autorità Giudiziaria attraverso cui si è potuto dare  un'adeguata risposta  in un ambito diverso delle dipendenze attualmente normativamente riconosciuto solo a persona tossicodipendente e alcoldipendente.
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Tesis sobre el tema "Strutture residenziali per anziani"

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Mantero, Jas. "Infezioni correlate alla pratica assistenziale in strutture residenziali per anziani in Veneto: prevalenza, colonizzazione da MRSA e proposta di un programma di controllo che include un sistema di allerta precoce per epidemie". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425065.

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Resumen
During the past few decades demographic, social and medical care factors have resulted in a remarkable increase in the institutionalized elderly population in Italy. These persons present, because of physiological features and of the particular medical assistance they receive, very high health risks, including a risk of developing infections. Risk of infection in long term care facilities for the elderly is considered to be at the same level as in regular hospitals. In Italy this issue is still not well known, however recent investigations highlighted remarkable difficulties in the application of control measures, which represents a serious health problem since in this specific context even outbreaks of limited dimension can have a significant impact on the health of the patients. The general purpose of the project is to contribute to the improvement of aid and sanitary care in residential facilities for the elderly through a specific infection control program. Considering the lack of knowledge of the problem in Italy, we first tried to quantify the issue through a prevalence investigation in a few facilities of Veneto. The investigation used a detection form appositely created that bases infectious disease diagnoses on symptomatic criteria and that also includes a collection of individual information in order to identify possible personal risk factors. Starting from the infection risks detected during our prevalence investigation we created guidelines for infection control in long term healthcare facilities for elderly people, in collaboration with experts in infectious disease control measures. Considering that the appearance of multidrug resistant strain bacteria is currently one of the emerging problems in health care facilities we also arranged to verify MRSA colonization in a part of the population included in the investigation. Finally the case definitions of the prevalence surveys were proposed to be used to create a syndromic epidemic early warning system manageable by non medical staff through the support of simple software which highlights anomalous epidemiological conditions (aberrations). The research activities took place during the first two years at the Regional Epidemiological Centre of Veneto (SER Servizio Epidemiologico Regione Veneto), in Castelfranco Veneto, Italy, and during the third year at the Epidemic Alert and Response Unity of the Regional Office for the Americas (AMRO) of the World Health Organization (WHO), based in Washington, DC (USA). Activities regarded four different issues: 1) Prevalence of infections in long term care facilities for elderly people Initially the activity focused on the creation of an infectious disease detection tool that consisted of an intake form including two sections. The first section helps to define the institutionalized guests by collecting individual demographic and sanitary information, which highlight individual potential risk factors. The second section of the form includes the detection of infections. Taking into account the limitations in long term care facilities for the elderly, such as the difficulty of obtaining laboratory diagnoses and the lack of medical staff, we decided to use symptomatic criteria (easily identifiable signs and symptoms) for case definitions without the need of laboratory confirmations. These definitions were developed for this specific target population during a consensus conference at the beginning of the 1990s; criteria were subsequently approved by the main medical organizations dealing with infection control and are currently considered the gold standard in prevalence investigations of infections in long term care facilities for the elderly. Once the detection tool was defined we validated it through some pilot studies before using it for investigations in three long term care facilities for the elderly in Veneto, involving 340 patients. During the first investigation, infections were diagnosed in 52 patients for a prevalence rate of 15.3%. Half of the cases were respiratory infections; skin and urinary infections were also frequent; and there was a significant association between infections and patient disability level. A second investigation was developed using the same case detection tool in two additional residential facilities for elderly people of Veneto, involving a total of 570 individuals. The target population presented the same demographic characteristics and medical conditions as in the first survey. There were 64 cases of infections detected in 63 patients, prevalence rate was 11.1%. The most frequent infections involved the lower respiratory tract, urinary tract and skin/soft tissues. Prevalence was higher in people hospitalized at least one time during the last year; risk was also related to number of systemic antibiotic treatments received during last 12 months. 2) Prevalence of MRSA colonization in long term care facilities for elderly people The only relevant modification in the income form used during the second investigation was the record of all antibiotic treatments received by the guests in the twelve previous months. Modification was related to the decision to combine this second prevalence investigation with an evaluation of state of Methicillin Resistant Staphylococcus aureus (MRSA) colonization of the nasal mucosa. MRSA is a major public health challenge in health care facilities and an important cause of death in hospitalized individuals. The presence of this agent has also been recently documented at nursing homes; currently there is a lack of investigation in Italy about this issue and our study, with 551 of 570 patients, represents the most important analysis at the national level. We used the individual information registered in the income form to analyze the association between MRSA colonization and individual risk factors, in particular antibiotic administration. 43 subjects colonized with MRSA have been identified, prevalence was 7.8 %. All colonized individuals resulted to be fluorochinolone-resistant, nine were also resistant to eritromicina, five to clindamicina and one to trimetropin-sulfametossazolo Of the fifteen wards in the two nursing homes only two were MRSA free. Recent investigations obtained similar results regarding fluorochinolone resistance. This means there is the need for a prudent use of antibiotic treatment in the case of this elderly population, especially for this class of drugs. 3) Guidelines for infection control in long tem care facilities The project also included specific training for the staff giving assistance to the elderly population hosted in the nursing homes. The manual considers epidemiological aspects of infections and specific recommendations for a relevant control program, including basic standard precautions and additional transmission based precautions for patients with documented or suspected contagious pathogens. Specific short intensive courses were held during the time of the project. 4) Syndromic Surveillance The last part of the activity took place at the Regional Office of the Americas of the World Health Organization, specifically at the Epidemic Alert and Response Team (EAR). Activity was focused on recollecting further documentation on long term care facility infection control and to develop skills on syndromic surveillance. The EAR team provided support in developing and implementing a Mass Gathering Surveillance System (MGSS) during an important international event which affected countries with limited surveillance resources. An international event, such as this, which attracts a high number of visitors from around the world and occurs in a country facing diagnostic difficulties, can be compared to long term care facilities for the elderly. In both cases detection of infectious diseases is difficult and target populations present a potentially very high risk for infection. Syndromic surveillance is an array of methods aimed at early detection of epidemics, monitoring syndromes that might represent early stages of epidemics. Clearly such a system does not identify subjects with confirmed infections; nevertheless it creates a useful informative system that with the support of statistical softwares identifies situations that need further investigation. This can prevent potential epidemics in a context with diagnostic difficulties isuch as in long term care facilities. The proposal is to apply a syndromic surveillance system in long term care facilities for a few specific syndromes, with the goal of identifying suspected cases of infections using the same case definitions included in the prevalence survey tool. The system should be managed, after adequate training, by the internal staff and would consist in periodic recording of cases following syndromic case definitions and in periodical statistical elaborations of recorded data through software able to detect significant increases of potential pathological conditions that need to be investigated.
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Donadi, Paola <1990&gt. "La qualità nelle strutture socio-sanitarie per anziani non-autosufficienti e l’emergenza Coronavirus". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18698.

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Resumen
In termini generali, l’assistenza alle persone anziane è oggi più che mai un tema di grande rilevanza legato da un lato a fenomeni demografici come l’aumento della speranza di vita e dall’altro lato ad aspetti sociali e sanitari come la crescente incidenza delle malattie cronico-degenerative e delle situazioni di non-autosufficienza. In questo progetto si intende ripercorrere l’excursus normativo delle case di riposo fino alla situazione attuale, evidenziando in particolare quando e come determinate normative nazionali e regionali (Veneto) hanno introdotto il tema della valutazione della qualità rivolgendo l’attenzione alla difficile definizione della qualità dei servizi offerti e sulle ancor più complesse misurazione e rilevazione della qualità. Mantenendosi sempre nell’ambito dei Centri di Servizi per anziani, si approfondirà il tema della valutazione e auto-valutazione dei processi e dei servizi sin dalla sua comparsa ad esempio nei Piani di Zona e di come questa cultura della valutazione stenti tuttora ad essere pienamente introdotta e implementata nel settore di riferimento. Il tema della qualità è complesso, multidimensionale e relativamente recente, ma sempre più è diventato un elemento centrale se non prioritario della valutazione complessiva di una struttura per anziani e della definizione dell’operatività e dell’organizzazione degli enti. Nell’elaborato riporterò la mia esperienza personale di lavoro in un Centro Servizi per anziani e in particolare di ciò che che è accaduto durante l’attuale emergenza Coronavirus. Quali sono stati i cambiamenti, gli ulteriori elementi di complessità e come sono cambiate le prassi e le risposte ai bisogni vecchi e nuovi sia nell’organizzazione dei servizi sia nel vissuto degli operatori a vario titolo. Viene quindi trattato il tema della qualità e della sua definizione in relazione alla situazione di crisi, che si è poi rivelata cronica, nelle strutture socio-sanitarie per anziani che sono state duramente colpite da questa pandemia. Si proveranno a fare delle riflessioni rispetto a come è cambiato il concetto di qualità e la sua percezione durante l’emergenza, nonché delle possibili modalità innovative messe in atto e prospettive future.
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Motteran, Arianna. "La percezione di caregiving degli operatori socio-sanitari in servizio nelle strutture residenziali per anziani". Doctoral thesis, 2016. http://hdl.handle.net/11562/939670.

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Resumen
Premessa. All’interno delle strutture residenziali per anziani, l’operatore socio-sanitario è una figura centrale rispetto all’offerta di cura e assistenza, svolgendo attività tese a soddisfare bisogni primari e a favorire il benessere e l’autonomia dell’utente; egli è il professionista che ha maggiore contatto con l’utente (da 2 a 12 soggetti in carico). Recentemente, il suo profilo professionale è stato disciplinato a livello nazionale e regionale (Decreto del Ministero della Sanità del 18 Febbraio 2000 e Accordo Stato-Regioni del 22 Febbraio 2001) unificando precedenti denominazioni e figure (O.T.A., O.S.A.) e stabilendo le rispettive competenze, mansioni e conoscenze. Obiettivi. Data la centralità del ruolo dell’operatore e, a fronte dell’evoluzione del profilo professionale, la presente ricerca intende indagare l’offerta di cura del personale socio-sanitario. Nel dettaglio, vuole verificare la presenza di eventuali differenze nella percezione del proprio stile di accudimento e nella messa in atto di comportamenti compassionevoli da parte di operatori con stile di attaccamento sicuro e insicuro. Si vogliono, infine, individuare le variabili predittrici di uno stile di accudimento user-centered / oggettivante. Metodo. Nella prima fase della ricerca, dedicata allo sviluppo della scala di percezione di caregiving, è stato combinato il metodo quantititavo (somministrazione questionario) al metodo qualitativo (intervista) al fine di ottenere feedback sullo strumento proposto; sono stati coinvolti 29 operatori socio-sanitari in servizio presso due strutture residenziali per anziani della provincia di Verona. Nella seconda fase, invece, è stata usata la metodologia quantitativa per indagare i costrutti di interesse coinvolgendo 312 operatori socio-sanitari in servizio presso strutture residenziali per anziani del Veneto e del Trentino Alto Adige, attraverso un questionario autosomministrato. Risultati. La percezione di caregiving è stata indagata attraverso le due dimensioni di cura della scala creata ad hoc: una in cui viene messa al centro la persona e i suoi bisogni e, l’altra in cui viene misurata l’oggettivazione dell’utente. Gli operatori coinvolti nella ricerca presentano punteggi medi maggiori nella cura della persona anziché nell’oggettivazione. Anche il punteggio medio della compassione è piuttosto alto, ma risulta più elevato tra i soggetti insicuri. Minori sono, invece, i livelli di esaurimento emotivo e di depersonalizzazione degli operatori sicuri rispetto a quelli riportati da evitanti ed ansiosi. Gli operatori sicuri sembrano, di fatto, meno inclini allo sviluppo della sindrome di burnout. A determinare questo tipo di malessere nell’operatore è un elevato carico di lavoro percepito e un’elevata standardizzazione del lavoro. Anche umanizzare il paziente sembra essere legato al burnout (Vaes & Muratore, 2012), ma solo nell’attribuzione dei tratti condivisi con la specie animale. Attribuire tratti che appartengono esclusivamente all’uomo, invece, potrebbe evitarne l’insorgenza. Gli operatori con stile di attaccamento sicuro offrono una differente tipologia di cura, rispetto agli operatori con stile di attaccamento insicuro. I sicuri tendono ad oggettivare gli utenti in misura minore e a dedicare maggior tempo alla relazione rispetto agli ansiosi, ma tendono anche a mettere in atto meno gesti compassionevoli rispetto agli operatori insicuri ansiosi. Inoltre, essi attribuiscono agli utenti anziani punteggi inferiori relativamente ai tratti della natura umana rispetto agli insicuri e assegnano, in definitiva, un eguale o più equilibrato punteggio sia ai tratti della natura umana che ai tratti pienamente umani. Una buona cura è complessivamente determinata da compassione, tratti della natura umana, tempo dedicato alla relazione e minore depersonalizzazione. Una cura oggettivante è, invece, alimentata dall’ansia di attaccamento, da un ridotto tempo dedicato alla relazione e da un elevato esaurimento emotivo. Una buona cura negli operatori sicuri è determinata da gesti compassionevoli e da un maggior tempo dedicato alla relazione, mentre nelle persone insicure è determinata da gesti di compassione e da un minore livello di burnout. Tra sicuri, è la relazione con gli utenti a favorire una cura fondata sui bisogni dell’anziano, mentre negli insicuri è centrale il fatto di avere un burnout ridotto. Per gli insicuri, è l’esaurimento emotivo a determinare la messa in atto di comportamenti che tolgono dignità alla persona assistita; per i sicuri, invece, non ci sono variabili che comportino l’oggettivazione. Conclusioni. Dai risultati emerge molto chiaramente l’importanza degli stili di attaccamento; essi sembrano influire sulla messa in atto di quei comportamenti di cura che rappresentano un valore aggiunto nella quotidiana offerta di cure (oggettivazione dell’utente). L’attaccamento è, pertanto, una variabile di differenza individuale decisiva anche nell’offerta di cura formale. Sulla base di quanto ottenuto, possono essere creati percorsi formativi mirati che permettano all’operatore di: - acquisire consapevolezza circa il proprio e altrui modo di rapportarsi con gli altri; - conseguire quelle conoscenze/competenze necessarie per offrire una buona cura.
Background. HealthCare Assistant (HCA) has a key-role in nursing homes in terms of care. HCA satisfies basic human needs, but also well-being’s and autonomy’s requests of institutionalized elderly people. The HCA is, furthermore, the professional more in contact with older adults (2-12 users in charge). Recently, Italian Health Department replaced previous qualifications with the HCA, clarifying functions, competences and required knowledge. Aims. The present study aims to investigate health and social personnel’s caregiving, through the development of a self-report instrument. Different caregiving styles were expected according to different attachment styles. Further investigations have the purpose to identify predictors of a user-centered and/or objectifying caregiving style. Methods. In the first phase, both quantitative and qualitative methodology were used to get feedback and suggestions from respondents (29 HCA) relating to the new scale. In a second phase, a quantitative method was used to reach a vast number of HCA (312), administrating a self-report questionnaire. Results. Two opposite caregiving’s dimensions emerged from the developed instrument: on the one side, a patient-centered dimension and, on the other side, a patient’ dignity denial component. The user-centered care is determined by compassion, the attribution of human nature traits, more time spent having an interaction with elderly and less depersonalization. An objectifying care is derived from attachment anxiety, less time dedicated to relationship and a high level of emotional exhaustion. In secure HCA, a good quality of care is determined by compassion and more time dedicated to relationship with users; among insecure HCA, a good care is determined by compassion and less burnout. Conclusion. Results suggest that attachment styles influence the quality of formal care. Specific training courses could be realized in order to help HCA to provide a good care in accordance with individual attachment style.
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4

PORRO, LIVIA. "Strutture per le persone con disturbi dello spettro autistico. Indirizzi per la progettazione e la valutazione della qualità edilizia". Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11573/1156637.

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Resumen
La ricerca ha come oggetto i criteri progettuali per gli spazi dedicati alle persone con disturbi dello spettro autistico e si concentra sulle strutture residenziali per persone adulte. Muove dall’assunto che caratteristiche senso-percettive differenti da quelli delle persone con sviluppo neurotipico possono tradursi in esigenze spaziali specifiche e, dunque, in determinati requisiti e prestazioni. In un unico strumento progettuale, sono integrate indicazioni di carattere generale relative alla realizzazione del benessere ambientale e indirizzi peculiari scaturiti dalla letteratura scientifica inerente. Tale strumento è inteso come supporto funzionale, oltre che alla progettazione tecnologica ex novo, alla lettura e all’analisi di un dato spazio costruito, in funzione della sua trasformazione.
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STRACQUALURSI, ALESSANDRO. "Un modello operativo di gestione delle risorse idriche nel Regenerative Design". Doctoral thesis, 2022. http://hdl.handle.net/11573/1628266.

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Resumen
Sempre più scarsa e meno accessibile, l’acqua sta assumendo i connotati di una risorsa pregiata in grado di alimentare marcate iniquità. Gli elevati consumi dovuti all’uso civile – nei settori domestico e terziario – accrescono la pressione sull’ambiente, tracciando una condizione di stress idrico molto alto in gran parte delle città italiane. Il tema della gestione delle risorse idriche all’interno degli edifici si pone quindi come un campo di indagine prioritario, e come processo centrale nell’approssimazione a un modello di sostenibilità nell’edificazione, oggi individuabile nel Regenerative Design. La scarsità idrica rappresenta un rischio pendente derivato da interferenze di natura ambientale, tecnologica, economica, sociale e politica, con conseguenze sulla disponibilità e l’accessibilità alle risorse. La ricerca si pone di interpretare il principio di sostenibilità nella gestione delle risorse idriche, attraverso la comprensione delle principali pratiche di riferimento, negli edifici, per la raccolta, il trattamento e il riuso, che consentano di preservarne la quantità e la qualità – in un’ottica di circolarità, come diversi casi di studio sono in grado di documentare. Lo studio è volto a estendere i margini dell’analisi a tutte le componenti che contribuiscono, anche indirettamente, alla definizione del consumo lungo tutte le fasi di operatività dell’edificio e a integrare i criteri valutativi attraverso la costruzione di Key performance indicators, strumentali a definire la rilevanza delle strategie e l’affinità con gli obiettivi della ricerca. Il risultato è la proposta di un modello rigenerativo con strategie complementari di intervento nelle costruzioni, capace di fornire uno strumento di supporto nell’affrontare decisioni progettuali consapevoli e funzionali alla prevenzione del rischio di scarsità idrica.
Increasingly scarce and less affordable, water is taking on the characteristics of a precious resource able to increase marked inequities. The high consumption due to civil use – in domestic and tertiary sectors – fuels the pressure on the environment, drawing a very high water-stress condition in most Italian cities. The issue of water resources management within buildings stands as a priority field of investigation, and as a central process in the transition to a sustainability model in construction, today recognizable as ‘Regenerative Design’. Water scarcity represents a pending risk derived from environmental, technological, economic, social and political interferences. It threatens consequences on the availability and affordability of resources. The research aims to interpret the sustainability principle in water resources management, through the understanding of the best practices for harvesting, collection, treatment and reuse – with a circular approach – to preserve water quantity and quality in buildings, as various case studies can attest. The work tries to extend the field of analysis to all the components that contribute, even indirectly, to water consumption along all phases of the building’s life cycle and to integrate the evaluation criteria through a set of Key performance indicators, instrumental to define the relevance of strategies and the affinity with the research objectives. The result is the proposal of a regenerative model with complementary approaches for buildings, capable of providing a support tool to address aware and functional design choices in preventing water scarcity risk.
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Libros sobre el tema "Strutture residenziali per anziani"

1

Lombardo, Salvatore. Residenze per anziani: Tipologie di alloggi, tipologie di strutture residenziali, barriere architettoniche e sensoriali, appendice legislativa. Palermo: D. Flaccovio, 1991.

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2

1953-, Franchini Roberto, ed. La figura dell'animatore nelle strutture per anziani. 2a ed. Milano: FrancoAngeli, 2002.

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3

1953-, Franchini Roberto, ed. La figura dell'animatore nelle strutture per anziani. 2a ed. Milano: FrancoAngeli, 2002.

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4

Borali, Pierluca. La qualità nei servizi residenziali per anziani: Percorsi di ricerca e di formazione. Milano: F. Angeli, 2003.

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5

I servizi residenziali per gli anziani e i problemi della qualità: Un approccio europeo. Milano: FrancoAngeli, 2000.

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