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Galbiati, Marisa. "Il ruolo sociale della comunicazione e lo storytelling audiovisivo. Strumenti di design per il dialogo sociale". ACTIO Journal of Technology in Design, Film Arts and Visual Communication, n.º 1 (15 de diciembre de 2017): 24–32. http://dx.doi.org/10.15446/actio.n1.94640.

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Nella società dell’informazione e della comunicazione diventa prioritario dotarsi di strumenti adeguati per affrontare il progetto di design. Lo storytelling audiovisivo si configura come un utile strumento per analizzare, esplorare e progettare immagini e visioni che possono dare un contributo importante nella fase decisionale che riguarda il futuro della città. Ascolto, dialogo, co-progettazione, conversazione entrano a far parte della “cassetta degli attrezzi” del designer, per una progettazione partecipata e condivisa.
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Giovanna Genco. "La redazione del piano di comunicazione quale leva per la creazione dell’identità e lo sviluppo del senso di appartenenza". IUL Research 3, n.º 5 (19 de junio de 2022): 208–29. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i5.256.

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Obiettivo della ricerca è utilizzare il piano della comunicazione come strumento per creare l’identità di una scuola e accrescere il senso d’appartenenza dei suoi componenti. Il contesto è quello di una direzione didattica con un elevato numero di alunni con background straniero. Ci si è chiesti se il piano possa essere: strumento di innovazione; strumento per far emergere il valore intrinseco (dell’organizzazione, dei singoli professionisti e degli alunni); processo che modifica l’organizzazione scolastica. Principi guida della ricerca sono la co-progettazione, la scrittura condivisa e la collaborazione digitale. Un particolare focus si è posto sull’uso di LinkedIn. Si sono indagati i Key Performance Indicator del piano e gli strumenti per valutarlo qualitativamente: tra essi l’Index for Inclusion.
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Tagliavini, Giulio y Lucia Poletti. "Microcredito e pandemia Covid-19: la necessità di un percorso per la valutazione di impatto". QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, n.º 111 (febrero de 2021): 237–62. http://dx.doi.org/10.3280/qua2020-111011.

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Il microcredito è lo strumento finanziario più idoneo per l'aiuto alle famiglie in situazione di esclusione finanziaria ed economica. La pandemia Covid-19 tuttavia crea condizioni complessivamente poco idonee al microcredito. In ogni caso, gli effetti dei programmi di microcredito devono essere monitorati attentamente e, in particolare, in presenza di condizioni così speciali come quelle legate alla pandemia. L'impatto effettivo dei programmi di microcredito deve essere valutato me-diante una metodologia idonea a registrare sistematicamente gli effetti non eco-nomici, come la metodologia Social Roi. Tale metodologia è un buon riferimento anche per la progettazione di nuovi strumenti e nuovi interventi. Questo lavoro uti-lizza i risultati di valutazione di impatto acquisiti circa il microcredito per discutere le linee di intervento idonee alla situazione pandemica attuale. Il modello di busi-ness del microcredito risulta eccessivamente legato ai caratteri di una situazione individuale da migliorare, mentre nella fase pandemica occorre uno strumento si-stemico e massivo per contrastare il rapido peggioramento delle condizioni finan-ziarie di persone che non soffrivano, nel periodo precedente alla pandemia, di uno status di esclusione finanziaria. Tale caratteristica induce a modificare significati-vamente gli strumenti della microfinanza per l'applicazione in questa circostanza.
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Clementi, Matteo y Gianni Scudo. "ELaR. Strumento di valutazione della sostenibilitŕ forte nella progettazione ambientale". TERRITORIO, n.º 52 (abril de 2010): 64–67. http://dx.doi.org/10.3280/tr2010-052010.

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Musarra, Gabriella. "Una nuova dialettica tra il piano e il progetto: i grandi progetti urbani". ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, n.º 104 (octubre de 2012): 51–73. http://dx.doi.org/10.3280/asur2012-104004.

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In risposta ai cambiamenti in corso nei sistemi insediativi e soprattutto alle modifiche che la societŕ manifesta, negli anni Novanta č stato possibile registrare un crescente cambiamento delle politiche urbane; ai problemi di qualitŕ della vita urbana, di deficit infrastrutturale e di servizi, le amministrazioni si trovano a dovere affrontare nuovi problemi che vanno dalla trasformazione della struttura economica delle cittŕ, al rilancio delle cittŕ e della loro capacitŕ attrattiva, al coinvolgimento di nuovi operatori economici e al reperimento di nuove risorse finanziarie per la trasformazione di essa. La riqualificazione nasce, quindi, non solo come azione di recupero e miglioramento dell'esistente, ma anche e soprattutto come processo di innovazione delle tecniche di intervento, delle modalitŕ di progettazione, delle politiche, delle forme di cooperazione e di coinvolgimento delle forze sociali. Nell'ambito delle strategie messe in campo dalle cittŕ per migliorare il proprio posizionamento competitivo, giocano un ruolo particolare i "Grandi Progetti", necessari a formulare programmi di ristrutturazione urbanistica e rigenerazione economica. Il progetto urbano, cosě inteso, non č né un piano urbanistico, né un progetto architettonico. Č uno strumento pragmatico che offre la possibilitŕ di operativitŕ immediata, un modo di intervento che investe gli strumenti di pianificazione e di progettazione e che si adatta ai gradi di certezza o di incertezza del contesto.
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Sgambelluri, Rosa. "Valutare in ambito didattico. Dalla personalizzazione del curricolo alla progettazione universale". EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, n.º 2 (diciembre de 2021): 158–76. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2021oa12408.

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Un'educazione di tipo inclusivo si propone di rispondere alle diversità dei bisogni di ogni allievo attraverso un'organizzazione didattica flessibile, capace di intercettare le differenze e le particolarità di ciascuno (Cottini, 2019). La progettazione di un curricolo inclusivo permette, sin da subito, ad ogni studente di sentirsi accettato ed il contesto classe diventa il luogo nel quale si sente più accolto. Il costrutto pedagogico dello Universal Design for Learning rappresenta un elemento fondante del curricolo inclusivo, in quanto permette di progettare a priori uno strumento utilizzabile da tutti, mediante un approccio adatto a chiunque. Attraverso l'UDL si assiste ad un capovolgimento di prospettiva che prevede la progettazione intenzionale e sistematica dei curricoli didattici, rispondenti alle esigenze del singolo. Il presente contributo intende mettere in risalto come la valutazione rappresenti un pilastro importante su cui si fonda la scuola inclusiva: si tratta di un considerevole strumento metodologico orientato alla valorizzazione e al potenziamento dei saperi degli studenti. Il presupposto pedagogico è quello di verificare quanto si è premeditatamente progettato di insegnare e di perfezionare per ciascuno allievo, non solo per valutare il percorso di apprendimento e la presa di coscienza di strategie, stili personali, attitudini, competenze, tuttavia, per adattare il curricolo comune diversificandolo, così che possa accogliere le esigenze di ciascuno studente.
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Felisatti, Ettore, Emilia Restiglian, Evelina Scaglia, Franca Zuccoli, Federica Gaetano y Roberta Bonelli. "La progettazione del Questionario di Valutazione dei Laboratori (QVL) del Corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria". EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, n.º 1 (junio de 2021): 25–55. http://dx.doi.org/10.3280/exioa1-2021oa12064.

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Un gruppo di lavoro, costituitosi all'interno del Coordinamento dei Presidenti dei CdS in Scienze della Formazione Primaria e composto da docenti, ricercatori e tutor provenienti da alcuni atenei italiani, ha costruito, seguendo una metodologia di lavoro partecipativa, un Questionario per la Valutazione dei Laboratori (QVL) di Scienze della Formazione Primaria (SFP). Lo strumento è stato progettato a partire dalle informazioni ricavate da un'indagine somministrata ai Coordinatori dei Corsi di studio in SFP del Paese, dalle esperienze pregresse e dagli studi sui fondamenti del laboratorio dal punto di vista storico e culturale, e consente agli studenti di valutare anonimamente i laboratori ordinamentali secondo quanto delineato dal decreto 249/2010[1]. Il questionario si articola in sezioni che contemplano la rilevazione di molteplici aspetti dell'esperienza laboratoriale: oltre ai dati identificativi e di profilazione, permette agli studenti di esprimersi rispetto a dinamiche relative all'organizzazione, realizzazione, valutazione e conduzione del laboratorio considerato. Sono stati somministrati due pre-test che hanno permesso di migliorare lo strumento, soprattutto nella chiarezza e nella fruibilità, confermando nel complesso la sua struttura ipotizzata in prima stesura. Il contributo qui presentato si sofferma, nello specifico, sul processo di costruzione condivisa dello strumento e sul ruolo che la student voice ha avuto nella verifica della coerenza del questionario con l'esperienza laboratoriale realizzata.   [1] D.M. 10/09/2010, n. 249. Recuperato da: http://www.miur.it/documenti/universita/offerta_formativa/formazione_iniziale_insegnanti_corsi_uni/dm_10_092010_n.249.pdf.
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Barbara, Sibilio Parri. "Uno strumento di gestione del patrimonio culturale: il caso dei siti UNESCO". ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, n.º 2 (enero de 2012): 307–33. http://dx.doi.org/10.3280/ed2011-002006.

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I siti inseriti nella Lista del Patrimonio Mondiale posti sotto la tutela dell'UNESCO sono caratterizzati dalla presenza di un ricco patrimonio culturale immerso in un ambiente naturale e/o in localizzazioni urbane di alta qualitŕ. In ognuno di essi gli operatori sono impegnati nella progettazione, prima, e nella realizzazione, poi, di un processo di valorizzazione, processo particolarmente complesso per piů motivi. Per affrontare questa complessitŕ e superare le difficoltŕ che ne derivano puň risultare efficace l'attivazione di un processo di pianificazione, programmazione e controllo. In questa direzione si č mosso il nostro Paese - ma non solo - rendendo obbligatorio, con la legge 77 del 20 febbraio 2006, la redazione del Piano di Gestione il cui obiettivo primario č quello di "garantire l'identificazione, la tutela, la conservazione, la valorizzazione e la trasmissione alle generazioni future del patrimonio". In sostanza, il Piano di gestione č proposto come uno strumento di governo politico ed economico nel medio-lungo termine del sito, strumento che puň agevolare e guidare l'ideazione, la progettazione, l'attuazione e il controllo di progetti di tutela e valorizzazione del patrimonio. Il suo impiego si č tradotto prevalentemente nella programmazione di iniziative culturali di tutela e conservazione affiancate da azioni di valorizzazione, per lo piů a breve termine, con un apprezzabile impatto economico sul territorio. La sensazione che si ricava dall'osservazione della realtŕ č che ancora manca la capacitŕ e la sensibilitŕ di utilizzare il Piano di gestione in modo adeguato: non č stata formulata una pianificazione che coniughi nel lungo termine le tante dimensioni interessate e non č compresa la sua natura di meccanismo operativo. Sembra che la sua redazione sia effettuata soprattutto per adempiere ad un obbligo normativo.
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Guidarini, Stefano. "Progetto e ricerca". TERRITORIO, n.º 95 (mayo de 2021): 7–16. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-095001.

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Qui si riprende una riflessione, che è in corso nelle Scuole di Architettura italiane all'interno delle discipline della progettazione, con l'obiettivo di fare il punto sul progetto come strumento di conoscenza e come prodotto di ricerca scientifica, senza dimenticare la doppia natura dell'architettura da sempre divisa tra scienza e arte, tra sapere tecnico-scientifico e cultura umanistica, tra necessità pratiche (stabilità, funzionalità, durata, sicurezza, economia) e aspirazioni che si rivolgono a soddisfare necessità umane più ampie e sfumate (utilità, bellezza, figuratività e rappresentatività, comodità, riconoscibilità, creatività).
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Cornacchia, Matteo, Gina Chianese y Elisabetta Madriz. "Il piano di sviluppo personale: strumento-processo di orientamento e prefigurazione professionale". EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, n.º 1 (abril de 2021): 37–48. http://dx.doi.org/10.3280/erpoa1-2021oa11491.

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Nell'ambito del progetto SUPER, l'Unità di Trieste, in linea con l'obiettivo generale di "strutturare un sistema di orientamento al lavoro e tutorato", ha sviluppato e realizzato un Personal Development Plan – Piano di Sviluppo Individuale (PDP), uno strumento-processo di accompagnamento rivolto agli studenti del corso di studio in Scienze dell'educazione (L-19) per la progettazione, il monitoraggio e la valutazione dei propri percorsi di sviluppo professionale attraverso l'utilizzo in contesto di pratiche narrativo-riflessive. Il PDP si configura quale misura di accompagnamento e orientamento narrativo per gli studenti in un momento di definizione della propria identità personale e professionale secondo il paradigma dell'Emerging Adulthood; risponde altresì alla necessità di promuovere il loro successo universitario e professionale e di sostenerli nel processo di prefigurazione e costruzione di una professionalità "riflessiva".Dal punto di vista tecnico, il PDP è sostenuto dal software Mahara per consentire la realizzazione di uno strumento-processo paperless, condivisibile (con tutor di tirocinio, tutor aziendali e altri studenti), capace di supportare diverse forme di prove autentiche (filmati, foto, progetti, …) relative alla traduzione in contesto dello sviluppo di abilità e competenze chiave che caratterizzano il profilo professionale dell'educatore socio-pedagogico e che funga – altresì – anche da repository delle proprie buone pratiche professionali.
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Erba, Valeria y Mina di Marino. "Reti ecologiche: pianificazione e progetti territoriali". TERRITORIO, n.º 58 (septiembre de 2011): 17–26. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-058003.

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Il tema delle reti ecologiche in questo contributo di riflessione scientifica e di sperimentazione didattica viene utilizzato per i possibili sviluppi futuri di approccio sostenibile, integrato e multidisciplinare con la pianificazione territoriale, la progettazione urbanistica e architettonica. Il paradigma di sostenibilitŕ ambientale e sociale delle reti ecologiche sia a livello programmatico-strategico che progettuale, viene applicato all'elaborazione dei tre progetti ricadenti nelle province lombarde di Varese, Lecco e Como. Le sperimentazioni non si limitano a un progetto tradizionale di rete ecologica finalizzato solo alla conservazione della biodiversitŕ (a scala regionale, provinciale e locale), ma all'impiego del medesimo strumento concettuale integrato alle componenti urbanistiche e territoriali per valutare, regolare e/o progettare trasformazioni territoriali sostenibili.
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Carrera, Letizia. "Le politiche urbane per l'inclusione. Generare terzo spazio". TERRITORIO, n.º 93 (enero de 2021): 123–28. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-093019.

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Oggi la città è più che in passato caratterizzata dalla multiculturalità, affrontata ancora con la logica del ‘melting pot', quindi di omogeneizzazione delle differenze, piuttosto che di quella più complessa della ‘salad bowl'. Uno strumento strategico è rappresentato dalla (ri)progettazione dello spazio urbano in vista della realizzazione di processi di inclusione, attraverso interventi strutturali puntuali e diffusi nel territorio. Centrali gli spazi terzi, spazi fisici nei quali soggetti diversi hanno la possibilità di incontrarsi e di iniziare percorsi di riconoscimento e di costruzione di comunità territoriali fondate sulle differenze e sulla contaminazione. Alcune politiche hanno optato per strategie di attesa di processi spontanei di composizione virtuosa di quelle differenze, altre per la messa in campo di azioni di governo delle differenze stesse e di processi di inclusione attiva.
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Marinelli, Augusto, Claudio Fagarazzi y Alessandro Tirinnanzi. "Valutazione degli effetti economici, ambientali e territoriali di alcune filiere biomassa-energia presenti in Toscana". RIVISTA DI STUDI SULLA SOSTENIBILITA', n.º 2 (febrero de 2013): 13–31. http://dx.doi.org/10.3280/riss2012-su2003.

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Il presente contributo esamina alcune filiere foresta-legno-energia presenti in Toscana. Lo studio č diretto a valutare l'effettiva efficienza economica della tecnologia, la sostenibilitŕ economica di lungo periodo della filiera, gli effetti sociali indotti sulle imprese e sulla comunitŕ e gli effetti ambientali determinati da queste nuove tecnologie, nonché eventuali problematiche gestionali e organizzative rilevate dai vari attori coinvolti nella filiera (proprietari boschivi, imprese di utilizzazione forestale, gestori degli impianti energetici, utenti finali). Le esperienze illustrate nel presente contributo, sono il risultato di due anni di attivitŕ di monitoraggio, realizzate nell'ambito del progetto transfrontaliero BIOMASS. I risultati rappresentano un utile strumento di supporto per la progettazione della filiera e degli impianti, in termini di logistica, infrastrutture e di valutazione degli effetti socioeconomici sulle comunitŕ e sulle imprese locali.
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Rossini, Valeria y Francesco Pizzolorusso. "Qualità dell'inclusione e didattica cooperativa. Una R-A in una scuola secondaria di secondo grado pugliese". EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, n.º 2 (noviembre de 2020): 192–221. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9419.

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Il presente contributo descrive un percorso di ricerca-azione realizzato in una scuola secondaria di secondo grado pugliese. La ricerca intende avviare una riflessione circa la qualità dell'inclusione scolastica, con il fine di apportare un miglioramento della professionalità docente e delle pratiche educative e didattiche. Lo studio descrive il processo di progettazione, realizzazione e valutazione di strategie inclusive, dall'osservazione del funzionamento degli studenti con bisogni educativi speciali secondo il modello ICF, alla sperimentazione di metodologie cooperative in classe. I risultati raggiunti mostrano l'importanza di una progettualità attenta sia al piano delle relazioni e sia a quello degli apprendimenti, in grado di integrarsi in una visione sistemica della qualità della scuola. La ricerca conferma inoltre come la partecipazione attiva di docenti e studenti nella promozione di una migliore convivenza scolastica risulti essere uno strumento fondamentale per rendere la classe (e la scuola) uno spazio aperto e accogliente, all'interno del quale l'inclusione sia intesa non solo come coinvolgimento di tutti, ma anche come valorizzazione di ciascuno.
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Lognoli, David. "I cerchi nel grano". Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula, n.º 12 (21 de noviembre de 2022): 70–92. http://dx.doi.org/10.33683/ddm.22.12.4.

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La matematica alimenta lo spirito critico e democratico alla base di una cittadinanza consapevole. A tal fine la contestualizzazione è una risorsa per costruire un atteggiamento positivo degli allievi. L’intreccio della matematica con altre abilità è una necessità didattica per conseguire gli obiettivi del curriculum e uno strumento per mobilitare le diverse competenze per una valutazione personalizzata.Nella pratica d’aula questo approccio permette di superare la riproposizione di esercizi stereotipati e di mobilitare più competenze, consente inoltre di coinvolgere l’intera classe nel dialogo educativo e di valorizzare ogni contributo.L’idea sperimentata in aula, all’interno dell’unità didattica dedicata al cerchio e alla circonferenza, ha preso spunto da una famosa burla dei cerchi nel grano risalente agli anni ‘70. L’attività si è conclusa con una sfida creativa: il progetto di un cerchio nel grano. Oltre a richiedere la misura delle parti del cerchio ha sollecitato la progettazione di vere e proprie istruzioni operative per realizzare un cerchio nel grano.
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Scalcione, Vincenzo Nunzio. "The authentic assessment of educational actions: backward design and promotion of life skills". Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, n.º 3 (31 de diciembre de 2022): 66–80. http://dx.doi.org/10.36253/form-13584.

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The processes of change that affect today's training system require a planning commitment aimed at finding flexible and, at the same time, effective answers. A training approach, oriented towards design models capable of proceeding with the assessment of performance, appears to be the element that defines authentic assessment. According to the methods of intervention estimated by Grant Wiggins and Jay McTighe, a methodology is proposed that starts from some assessment choices, intervening on the definition of the same methods of didactic planning, according to the tool of understanding by Design. The aim is to promote a lasting understanding, acquire skills for life, achieve the so-called promotion of an authentic assessment, a perspective within which the assessment aims to involve the student through real-life tasks. In the present discussion we have therefore proceeded to define the intervention framework of such an approach, proposing the examination of the theoretical references and design models, within a design intervention carried out in the school. La valutazione autentica delle azioni educative: progettazione a ritroso e promozione delle competenze per la vita. I processi di cambiamento che investono il sistema formativo odierno necessitano di un impegno progettuale finalizzato alla ricerca di risposte flessibili ed, al contempo, efficaci. Un approccio formativo, orientato verso modelli progettuali in grado di procedere all’accertamento delle prestazioni risulta essere l’elemento che definisce la valutazione autentica. Secondo le modalità di intervento preventivate da Grant Wiggins e Jay McTighe, viene proposta una metodologia che muove da alcune scelte valutative, intervenendo sulla definizione delle stesse modalità della progettazione didattica, secondo lo strumento dell’understanding by Design. Il fine risulta quello di promuovere una comprensione durevole, acquisire competenze per la vita, conseguire la cosiddetta promozione di un authentic assessment, una prospettiva, all’interno della quale, la valutazione mira a coinvolgere l’alunno attraverso compiti di realtà. Nella presente trattazione si è quindi proceduto a definire il quadro di intervento di un simile approccio, proponendo la disamina dei riferimenti teorici e dei modelli progettuali, all’interno di una attività didattica realizzata nella scuola.
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Arnetoli, Maria Vittoria, Irene L'Abate y Matteo Mazzoni. "Costruire nuovi immaginari per gli spazi aperti della scuola come strumento di educazione alla sostenibilità ambientale." Contesti. Città, territori, progetti 1, n.º 1 (27 de octubre de 2022): 50–69. http://dx.doi.org/10.36253/contest-13586.

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Per affrontare l’attuale policrisi e costruire un nuovo equilibrio uomo-natura, la scuola si fa palestra di conoscenze altre, aprendo le proprie pareti a esperienze incentrate sulla sostenibilità ambientale e rivolte alla capacità di pensiero sistemico, trasformativo e resiliente dei futuri cittadini. Le limitazioni dovute alla pandemia da COVID-19 hanno ancor più evidenziato quanto il rapporto con gli spazi verdi sia importante in termini di salute psico-fisica e qualità dell’abitare. L’articolo presenta un’esperienza di co-design, sviluppata con un approccio interdisciplinare, che ha coinvolto gli studenti del Liceo Scienze Umane G. Galilei di Firenze nella ri-progettazione degli spazi aperti scolastici esplorando le tematiche dell’Outdoor education. L’iniziativa appartiene al progetto “Comunità Scolastiche Sostenibili” coordinato dal Laboratorio Didattico Ambientale del Parco Mediceo di Pratolino (Città Metropolitana di Firenze) in convenzione con il Centro per l’UNESCO di Firenze. To face the current polycrisis and build a new human-nature balance, the school becomes a training ground for other knowledge, opening its walls to experiences focused on environmental sustainability and aimed at the systemic, transformative and resilient thinking skills of future citizens. The restrictions caused by the COVID-19 pandemic have further highlighted the importance of the community's relationship with green spaces in terms of mental and physical health and quality of living. The article presents a co-design experience, developed with an interdisciplinary approach, that has involved the “G. Galilei” High School students in Florence in the re-design of school open spaces exploring the themes of Outdoor education. The initiative belongs to the project “Sustainable School Communities” coordinated by the Environmental Didactic Laboratory of the Medici Park of Pratolino (Metropolitan City of Florence) in agreement with the UNESCO Centre of Florence.
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Dianetti, Michela y Francesca Nicora. "DIDATTICA PERFORMATIVA NELLA PROMOZIONE DELLA LINGUA E CULTURA ITALIANA IN IRLANDA. IL CORPO E LA DANZA COME STRUMENTI DI APPRENDIMENTO LINGUISTICO E PONTI TRA CULTURE". Italiano LinguaDue 13, n.º 2 (26 de enero de 2022): 665–80. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17162.

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Negli ultimi anni si è assistito a un progressivo interesse riguardo all’impiego delle arti performative in campo glottodidattico. Tale tendenza è dovuta ad approcci didattici sempre più orientati alla dimensione sociale e non verbale della comunicazione. Tuttavia, per il momento ci sono ancora pochi studi nell’ambito glottodidattico sull’utilizzo del corpo, immobile o in movimento, e della danza nella lezione di lingua straniera. Il contributo intende presentare il progetto Tra-balliamo, un percorso formativo incentrato sulla didattica ludico-performativa e finalizzato alla promozione della lingua e cultura italiana nelle scuole secondarie di Galway, in Irlanda. Dopo una breve introduzione sulla DPLS, viene delineato l’approccio fenomenologico che sottende a una glottodidattica di tipo esperienziale che promuove la danza come strumento di apprendimento linguistico e ponte metaforico tra culture. Una seconda sezione viene poi dedicata alla struttura della proposta didattica, alla progettazione delle fasi che la costituiscono e alla descrizione dettagliata delle attività svolte in classe, con l’intento di offrire un esempio di esperienza formativa che sia facilmente trasponibile in altri contesti o a lingue diverse. Perforative didactics in the promotion of Italian language and culture in Ireland: body and dance as language learning tools and bridges between cultures In recent years there has been progressive interest in the use of the performing arts in the field of educational glottodidactics. This tendency is due to educational approaches increasingly oriented to the social and non-verbal dimension of communication. At present, however, there are relatively few studies in the field of glottodidactics on the use of the body, motionless or in motion, and of the dance in learning a foreign language. The contribution aims to present the project Tra-balliamo, an educational course focused on ludic-performative learning and aimed at the promotion of Italian language and culture in secondary schools in Galway, Ireland. After a brief introduction on the DPLS, the phenomenological approach that underlies an experiential type of glottodidactics which promotes dance as a tool for linguistic learning and a metaphorical bridge between cultures is outlined. The second section presents the structure of the teaching proposal, the design of the phases that constitute it and a detailed description of the activities carried out in the classroom. Thus, the intention is to offer an example of an educational experience that is easily transposable in other contexts or to different languages.
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Scudo, Gianni y Matteo Clementi. "La progettazione ambientale delle filiere alimentari orientata allo sviluppo bioregionale". TERRITORIO, n.º 93 (enero de 2021): 26–31. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-093004.

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Il testo presenta strumenti di analisi e progetto di filiere alimentari elaborati nella ricerca ‘Bioregione'. Lo studio mira ad approfondire i processi che connettono domanda e offerta in un ambito territoriale definito e a formulare scenari migliorativi. Le filiere interessano i principali alimenti che compongono la domanda aggregata associata alla ristorazione collettiva nelle diverse fasi, dalla produzione in campo al conferimento al centro cottura, al consumo e alla gestione degli scarti. Gli indicatori utilizzati sono la domanda energetica complessiva (energia primaria non rinnovabile), la contabilità di terreno agricolo produttivo per quantità di prodotto o pasto equivalente e il costo di produzione. Essi costituiscono strumenti sperimentali di riferimento per una pianificazione territoriale locale che metta al centro un nuovo modello metabolico campagnacittà ambientalmente sostenibile.
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Colonnese, Fabio. "L’Objet Trouvé come modello tra approcci analogici e digitali". EGA Revista de Expresión Gráfica Arquitectónica 25, n.º 40 (17 de noviembre de 2020): 156. http://dx.doi.org/10.4995/ega.2020.12934.

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Resumen
<span>Sebbene questa stagione di tecnologie digitali e tecniche di produzione semiautomatica ha condizionato la maggior parte della tradizionale catena di montaggio e gli strumenti del processo di progettazione e rappresentazione, l'uso di found-objects nella modellistica è ancora praticato, rivelato e promosso da architetti e docenti contemporanei. Questo potrebbe essere interpretato come il sintomo di una sorta di resistenza analogica o un modo per introdurre incidenti pianificati e incertezza in un processo di progettazione deterministico e omologante, ma lo scenario è sfaccettato. Questo contributo discute l'uso di found-objects come modelli nella progettazione dell'architettura e nella pratica della comunicazione. In particolare, descrive le loro radici storiche e la loro funzione critica nella ricerca delle avanguardie artistiche, classifica il loro ruolo nelle diverse fasi del processo di progettazione tradizionale e contemporaneo e si concentra su interazioni e differenze degli approcci analogici e digitali, in relazione alle opportunità semantiche della rappresentazione architettonica.</span>
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Galletti, Alessandra y Beate Weyland. "LEA: una ricerca europea per diffondere la progettazione condivisa di spazi scolastici. Colegio Italiano a Bogotà: un caso applicativo". IUL Research 3, n.º 6 (21 de diciembre de 2022): 250–70. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i6.363.

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Resumen
Architettura e pedagogia hanno un ruolo fondamentale nella definizione dell’identità educativa di una scuola, il Progetto di Ricerca Europeo Learning Environment Applications (LEA), ha come fine la diffusione delle esperienze interdisciplinari partecipative per la progettazione degli spazi scolastici (Woolner, 2018), chiamata nei paesi germanofoni “fase zero”(Weyland, 2018). Nel Progetto LEA sono stati oggetto di indagine vari campi applicativi utili alla diffusione della “Fase 0” (Woolner, 2010); sarà quindi affrontato il tema della progettazione di strumenti (Weyland, 2017) rivolti a personale scolastico, progettisti, amministratori, per standardizzare le attività delle fasi 0 e velocizzare la raccolta delle esigenze dei partecipanti. Infine sarà presentata l’eperienza della fase di test dei prototipi, in un percorso di progettazione condivisa per il ripensamento degli spazi nella Scuola italiana Leonardo da Vinci a Bogotá in Colombia.
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Masini, Paolo. "Libertà non è uno spazio libero. La Charrette: un modello di progettazione partecipata per i tempi (difficili) che corrono". IUL Research 3, n.º 6 (21 de diciembre de 2022): 87–103. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i6.364.

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Il presente scritto illustra sinteticamente un modello di progettazione partecipata discretamente nota in ambito urbanistico, la Charrette, dando evidenza di una possibile riduzione applicativa alla progettazione degli ambienti di apprendimento. Poiché tuttavia le dinamiche partecipative sono autentiche solo se pongono al centro l’idea di comunità educante, abbiamo riservato una breve introduzione per considerare se le diverse progettualità innovative degli spazi “oltre l’aula” riflettono davvero questa articolazione, oppure sono simili a grandi carovane migratorie di strumenti e strutture verso terre nuove, che lasciano però intatte in patria le cornici ideologiche e gli schemi mentali tradizionali del dispositivo-scuola (Foucault). Tutto sembrerebbe a portata di mano, invece la libertà non è uno spazio libero.
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Castellano, Nicola. "Modelli e misure di performance aziendale: analisi della letteratura e spunti di ricerca". MANAGEMENT CONTROL, n.º 1 (abril de 2011): 41–63. http://dx.doi.org/10.3280/maco2011-001003.

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I sistemi di misurazione delle performance (SMP) nascono e si diffondono con l'obiettivo di orientare in maniera dinamica i comportamenti dei responsabili aziendali verso l'attuazione delle strategie. L'esigenza di utilizzo di questi strumenti si rafforza peraltro con la presa d'atto che gli strumenti di controllo tradizionale, a base esclusivamente contabile, impediscono una lettura efficace dei risultati e delle relative cause gestionali ed offuscano la ricerca delle conseguenti azioni volte al miglioramento. Questo articolo si propone di analizzare la piů recente letteratura in campo internazionale sul tema dei SMP, allo scopo di delineare i temi su cui si concentra l'attenzione dei ricercatori, le principali metodologie adottate ed i piů significativi risultati ottenuti. La classificazione dei contributi di ricerca selezionati č stata realizzata in relazione alle principali fasi del ciclo di vita di questi strumenti, cioč progettazione, implementazione ed utilizzo dei SMP. Nella parte finale sono proposti alcuni spunti per lo sviluppo futuro della ricerca.
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Lascioli, Angelo y Ivan Traina. "Didattica speciale e sviluppo delle competenze lavorative e di vita indipendente". EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, n.º 2 (diciembre de 2022): 144–60. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2022oa14535.

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Nell'articolo si evidenzia l'importanza di promuovere a partire dalla scuolaazioni didattiche mirate, competenze lavorative e di vita indipendente per gli studenti e le studentesse con disabilit&agrave;. &nbsp;Il tema assume particolare valore nell'ambito della scuola secondaria di II grado, dove &egrave; d'obbligo per gli insegnanti la progettazione di esperienze in alternanza scuola-lavoro (PCTO), a cui va dedicata una specifica sezione del PEI. Si tratta di una vera e propria sfida educativa, che consiste nel trovare connessioni concrete e dotate di senso tra azioni didattiche e Progetto di Vita. Il riferimento all'ICF, come previsto dal nuovo PEI (D. Lgs. 66/2017), rappresenta per gli insegnanti un'opportunit&agrave; nella progettazione dei PCTO rivolti agli studenti e alle studentesse con disabilit&agrave;. In particolare, per la scelta degli obiettivi educativi e per il monitoraggio dell'esperienza formativa. L'articolo riporta un'esperienza condotta dall'Universit&agrave; di Verona, che ha sviluppato una piattaforma online che supporta la progettazione del PEI su base ICF e offre una serie di strumenti per l'analisi delle competenze e del potenziale lavorativo degli studenti e delle studentesse con disabilit&agrave;. Si fa inoltre riferimento al progetto dell'Ufficio Scolastico Provinciale di Vicenza, che nell'a.s. 2021/2022 ha dato vita al "Tavolo di Lavoro Interistituzionale per l'Orientamento e lo sviluppo di Percorsi per lo Sviluppo delle Competenze Traversali e l'Orientamento (PCTO)", finalizzato allo sviluppo di un protocollo condiviso tra scuole e servizi a supporto dell'integrazione lavorativa e della promozione delle competenze lavorative degli studenti e delle studentesse con disabilit&agrave; nella scuola.
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Friso, Valeria. "Uno studio di caso. Il dottorato in alto apprendistato presso l'universitŕ degli studi di Padova". QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, n.º 99 (mayo de 2013): 149–66. http://dx.doi.org/10.3280/qua2013-099008.

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La persona oggigiorno si trova all'interno di un vortice di cambiamenti. Questa situazione č tanto piů percepibile nei momenti di passaggio tra una fase e l'altra della vita come quella che vede la persona avvicinarsi al mondo del lavoro. Le istituzioni sono chiamate, pertanto, a sostenere le persone nel loro processo di crescita e nel percorso formativo che permette loro di dotarsi di strumenti per l'orientamento e per il governo della complessitŕ. Azioni in questa direzione, utili nell'incontro tra la persona e il mondo del lavoro, sono quelle previste nella disciplina dell'alto apprendistato. Nel presente articolo si sottolineano, a partire dalla lettura della normativa, quegli aspetti legati alla progettazione formativa e di ricerca di percorsi di dottorato in alto apprendistato facendo cenno anche all'esperienza della sperimentazione in atto presso l'Universitŕ degli Studi di Padova.
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Ugolini, Michele. "Case della Salute: condizioni di fragilit&agrave; e occasioni di rigenerazione sociale e". TERRITORIO, n.º 97 (febrero de 2022): 147–53. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-097-supplementooa12939.

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La pandemia da Covid-19 ha evidenziato la centralit&agrave; di un sistema efficace e diffuso di sanit&agrave; territoriale.Le Case della Salute, strutture sanitarie dislocate nel territorio di molte regioni italiane appartenenti al settore dell'assistenza primaria, sono considerate, anche nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, gli strumenti fondamentali per promuovere un rilancio dei servizi socio-sanitari e socio-assistenziali nei territori. L'articolo analizza le esperienze pi&ugrave; significative di promozione e redazione di linee guida per la progettazione di Case della Salute in Italia, e in particolare in Emilia-Romagna, con riferimento anche alla pionieristica esperienza inglese. Si propone un percorso progettuale per consolidare le Case della Salute quali luoghi collettivi di riferimento e occasioni di rigenerazione urbana, favorendone la transizione verso l'idea di Case della Comunit&agrave; proposta dal PNRR.
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Galdieri, Michela y Emanuela Zappala. "Strumenti e approcci per la valutazione delle capacit&agrave; comunicative di alunni con Disturbo dello Spettro Aut". EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, n.º 2 (diciembre de 2021): 189–204. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2021oa12483.

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In presenza di alunni con Disturbo dello Spettro Autistico con bisogni comunicativi complessi, il processo valutativo costituisce l'esito di uno scambio tra i diversi attori sociali impegnati nella co-progettazione del percorso educativo e didattico, nella rilevazione delle capacit&agrave; dell'alunno, delle barriere e dei facilitatori presenti nel contesto. L'obiettivo del presente lavoro &egrave; di individuare strumenti valutativi e auto-valutativi che possano favorire gli apprendimenti, anche in un'ottica metacognitiva, con particolare attenzione all'approccio della Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) in ambito educativo, con lo scopo di acquisire informazioni ex ante sulle conoscenze, abilit&agrave; e competenze, ma anche di monitorare il processo di insegnamento-apprendimento e il grado di coinvolgimento e partecipazione degli studenti alle attivit&agrave; didattiche.
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Colafranceschi, Daniela y Joan Nogué. "Abitare l’intangibile: paesaggio e spazio pubblico". Ri-Vista. Research for landscape architecture 19, n.º 2 (27 de enero de 2022): 5–23. http://dx.doi.org/10.36253/rv-12447.

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Nella geografia complessa delle nostre città, quella dello Spazio Pubblico è entità oggi quanto mai flessibile, aperta e contraddittoria, concettualmente più permeabile e necessariamente rispondente ai cambiamenti così incisivi e profondi delle comunità che le abitano. Il progetto come dispositivo, in coerenza con il portato della Convenzione Europea del Paesaggio, indirizza le ragioni di una strategia di intervento sui valori intangibili come strumenti operativi che ne determinano qualità e successo. Livelli di identità e appropriazione diventano strumenti del fare, insieme a relazioni percettive e dinamiche, flessibilità e pluralità di funzioni, traiettorie e tempi che scandiscono forme e maniere di vivere ed abitare nelle città. Quando da ‘pubblici’ gli ambiti urbani passano ad essere collettivi, partecipati, quotidiani, condivisi. Quando da ‘spazi’ diventano ‘luoghi’. Il numero presenta ricerche, esperienze, tendenze e attitudini di progetto che lasciano emergere i caratteri di un progressivo allontanarsi da un’attenzione prevalente agli aspetti stilistico-formali e compositivi di piazze, strade, marciapiedi, passeggi, giardini, parchi per essere trattati come spazi emozionali della nostra esistenza. Esso raccogliere esperienze progettuali innovative in cui antropologia, filosofia, questioni sociali, si fondono alla composizione architettonica, all’urbanistica, alla progettazione urbana e alimentano ricerca, sperimentazione, sensibilità operativa per sostanziare un progetto di paesaggio più consapevole e complesso.
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Spera, Mariangela, Elisa Colě y Antonella Rissotto. "La Valutazione Partecipata dei Centri Diurni per la Salute Mentale nel Comune di Roma: un'esperienza di ricerca-intervento in contesto sociosanitario". PSICOLOGIA DELLA SALUTE, n.º 2 (julio de 2011): 191–207. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-002011.

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Il progetto di "Valutazione Partecipata dei Centri Diurni per la Salute Mentale nel Comune di Roma", realizzato dall'Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR, nasce nel 2004 su incarico del Dipartimento alle Politiche Sociali e della Salute del Comune di Roma. La ricerca-intervento realizzata rappresentava una risposta alle diverse esigenze: dell'Ente Locale, che sentiva la necessitŕ di dotarsi di strumenti di valutazione, e dei Servizi, che soffrivano una condizione di isolamento rispetto al contesto istituzionale e territoriale. Il progetto, frutto della dialettica tra i diversi, ha coinvolto numerosi attori dei 26 Centri Diurni romani e ha previsto la realizzazione di attivitŕ relative a: qualitŕ, organizzazione, rappresentazioni sociali, progettazione delle attivitŕ, formazione. Nell'articolo sono descritte le fasi di sviluppo del progetto ed evidenziati alcuni aspetti, come ad esempio il coinvolgimento attivo di operatori e responsabili nelle attivitŕ di ricerca; i cambiamenti attivati nel lavoro dei Centri Diurni; la ridefinizione del ruolo e delladell'Ente Locale. Sono inoltre proposte alcune riflessioni metodologiche.
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Marcon, Alessandra y Elvira Pietrobon. "Deconstructing paradigms of Western thought". CRIOS, n.º 23 (octubre de 2022): 78–87. http://dx.doi.org/10.3280/crios2022-023008.

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Questo articolo ripercorre le due giornate del seminario Deconstructing paradigms of Western thought organizzato dalla Scuola di Dottorato in Urbanistica IUAV a Venezia nel maggio 2022. L'obiettivo del seminario era quello di esplorare due approcci emergenti che stanno contribuendo a reinterrogare alcuni paradigmi del pensiero occidentale, al fine di evidenziarne le ripercussioni sulla cultura della ricerca e del progetto urbanistici. Alla discussione sono stati invitati a partecipare gli autori di due libri: Sébastien Marot, autore di Taking the country's side, Agriculture and Architecture, e Antonio Di Campli, autore di La differenza amazzonica, Forme ed ecologie della coesistenza. Due prospettive hanno guidato la discussione all'interno dei rispettivi incontri: come fare ricerca e progettazione Beyond Nature and Nurture e cosa significa Decoloniale dal punto di vista dell'urbanistica. Attraverso la recensione del seminario, l'articolo intende riportare la discussione sulla ricerca e il progetto alla loro dimensione politica ed epistemologica attraverso strumenti rinnovati che tengano conto delle attuali condizioni di crisi e le riflessioni critiche che ne scaturiscono.
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Fraccaro, Simonetta, Simonetta Passudetti, Marco Emilio, Francesca Amato, Fiorella Ambrosi, Albino Caldato, Serena Gheller y Emanuela Santi. "Percorsi di prevenzione seletiva: tra modelli teorici e territorio". PSICOLOGIA DI COMUNITA', n.º 1 (septiembre de 2010): 127–32. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-001012.

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Le linee guida a livello europeo per la lotta alle droghe indicano l'importanza del- la scelta di metodologie basate su evidenze scientifiche. Alcune strategie preventive proposte dall'Osservatorio Europeo delle droghe e delle dipendenze (ODETEMCDDA) forniscono utili indicatori per affrontare le problematiche legate alla realizzazione e valutazione dei progetti di prevenzione all'uso di sostanze. In questo articolo viene delineato un percorso di realizzazione di progetti di prevenzione al consumo di sostanze psicoattive effettuato da un gruppo composto da operatori del dipartimento per le dipendenze della ULSS 8 e da operatori di agenzie del privato sociale storicamente impegnate nelle diverse aree del territorio attraverso i progetti della Legge 309/90. Il gruppo di lavoro si č dato l'obiettivo di confrontarsi sugli assunti teorici e di metodo che i diversi attori hanno utilizzato per costruire i rispettivi progetti. Un'attenzione particolare č stata dedicata alla metodologia di progettazione confrontandola con il progetto PERK (Prevention and evaluation resources Kit) proposto nell'ODET. Č stato cosě possibile favorire un'utile discussione su aspetti come la valutazione e gli strumenti di misurazione per rendere migliori i progetti stessi.
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Pireddu, Mario. "Media literacy, coding e cittadinanza digitale: apprendere e costruire con le tecnologie". Revista Espaço Pedagógico 26, n.º 2 (10 de mayo de 2019): 338–51. http://dx.doi.org/10.5335/rep.v26i2.8704.

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Il complesso rapporto tra educazione e tecnologia digitale può essere compreso se è chiaro il ruolo delletecnologie nell’ecosistema di rete che abitiamo. Le tecnologie non sono strumenti o aiuti esterni al corpo umano, ma agenti di trasformazione delle nostre strutture mentali e corporee. Il concetto di fluidità computazionale aiuta a superare i limiti delle teorie relative al pensiero computazionale: il coding può essere visto a tutti gli effetti come una forma di espressione e di padronanza di un linguaggio, secondo un approccio incentrato sulla progettazione, il pensiero critico e la creatività. Lo scopo delle attività di coding non è imparare abilità e concetti base dell’informatica, ma l’espressione di se stessi attraverso ambienti di sviluppo creativo. Padroneggiare il coding aiuta a sviluppare il proprio pensiero, a sviluppare la propria espressività e a sviluppare la propria identità. La fluidità computazionale ha a che fare non solo con la comprensione dei concetti computazionali e delle strategie di risoluzione dei problemi, ma anche con la capacità di saper creare e sapere come esprimersi con le tecnologie digitali per contribuire attivamente alla società verso una piena cittadinanza digitale.
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Minutoli, Fabio. "Innovative technologies, certification and assessment tools for a sustainable building heritage". VITRUVIO - International Journal of Architectural Technology and Sustainability 6, n.º 2 (31 de diciembre de 2021): 102–15. http://dx.doi.org/10.4995/vitruvio-ijats.2021.16530.

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E' evidente che buoni risultati nel campo della sostenibilità ambientale si possono ottenere da politiche di efficienza energetica per gli edifici - per lo più realizzati o in itinere - costruiti per oltre il 50% prima della disattesa legge 373/76 che prevedeva, nel periodo del petrolio europeo crisi, vincoli per la progettazione, installazione, esercizio e manutenzione degli impianti termici e requisiti per l'isolamento termico degli edifici per il contenimento dei consumi.Meno chiara è invece la parte di fabbricato oggetto di conservazione (ai sensi del D.Lgs. 42/2004 o previgenti normative in materia) o di immobili vincolati ope legis (art. 12 D.Lgs. 42/2004, asset appartenenti allo Stato, alle regioni, agli enti pubblici territoriali, nonché ad ogni altro ente ed istituto pubblico e soggetti giuridici privati senza scopo di lucro e che siano opera di autore non più in vita e la cui esecuzione risalga a più di settant'anni ), per i quali non sarebbe possibile applicare le limitazioni dei decreti 192/2005 e 311/2006, che esonerano gli edifici "il cui rispetto dei requisiti comporterebbe un'alterazione inaccettabile della loro natura o aspetto, con particolare riferimento ai o caratteristiche artistiche"degli obblighi di efficienza energetica.In questo lavoro si vogliono giustificare e illustrare alcune scelte fatte da istituti di ricerca internazionali in merito alla difficoltà di conciliare le nuove richieste di sostenibilità legate alla necessità di ridurre i consumi (soprattutto da combustibili fossili) con quelle del valore storico degli edifici oggetto di intervento , presentando criteri di valutazione che possano fornire un metodo oggettivo per quantificare la compatibilità tra nuovo ed esistente, criteri che – per avere capacità predittiva e quindi poter guidare le scelte ex ante e non misurarle ex post – utilizzino strumenti di progettazione digitale (BIM , GIS, ecc.).
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Ferrantino, Concetta, Maria Tiso y Iolanda Sara Iannotta. "A cultural challenge: renewing the mental space for an inclusive school". Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, n.º 1 (30 de abril de 2022): 358–66. http://dx.doi.org/10.36253/form-12633.

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This paper proposes a critical reflection about the need of transforming school into an inclusive environment, to promote personal enhancement and to enrich the collegial, social and cultural dimension. A short theoretical excursus, aimed at defining an open and autopoietic school system (Maturana & Valera, 1985), preempts a description of the different tools used to design and evaluate an inclusive school. The purpose is to consider the impact that these instruments could have in terms of policies, practices and inclusive cultures (Booth & Ainscow, 2002). The authors believe that inclusion is not a set of policies and practices, but a mental space, able to establish a culture shared by the different stakeholders of the school community. Una sfida culturale: rinnovare lo spazio mentale per una scuola inclusiva. Il contributo propone una riflessione critica di carattere espositivo rispetto all’urgenza di trasformare la scuola in un ambiente inclusivo, al fine di promuovere la valorizzazione personale e arricchire la dimensione collegiale, sociale e culturale. Dopo un breve excursus teorico, finalizzato alla definizione di un sistema formativo aperto e autopoietico (Maturana & Valera, 1985), sono presentati i diversi strumenti utili alla progettazione e valutazione di una scuola inclusiva. Scopo della riflessione è considerare l’impatto che questi strumenti sono in grado di determinare in termini di politiche, prassi e culture inclusive (Booth & Ainscow, 2002). Il presupposto alla base della riflessione degli autori è considerare l’inclusione non soltanto un insieme di politiche e pratiche, ma soprattutto uno spazio mentale, in grado di determinare una cultura diffusa e condivisa dai diversi stakeholder della comunità scolastica.
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Villarejo Galende, Helena. "Balance de una década de regulación de los grandes establecimientos comerciales en España". Ciudades, n.º 10 (1 de febrero de 2018): 39. http://dx.doi.org/10.24197/ciudades.10.2007.39-65.

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Nuove norme legislative sono state prodotte per risolvere i problemi sollevati dallo sviluppo dei nuovi formati commerciali. All’inizio, sono stati ispirati dal modello francese della legge Royer, con l’obiettivo di regolamentare le grandi strutture distributive. Dalla regolamentazione della localizzazione delle strutture si è quindi passati alla pianificazione del commercio, con i Piani per le attività commerciali, definendo le destinazione d’uso dei suoli e con i Piani per la modernizzazione del commercio, che sostengono attraverso aiuti finanziari gli imprenditori l’innovazione del settore. Gli obiettivi di questi strumenti sono strettamente settoriali e non tengono in alcun conto le relazioni con gli obiettivi della pianificazione e della progettazione urbanistica. La Direttiva Bolkenstein del 2006 ha avuto l’effetto di ridurre gli ostacoli nella localizzazione delle imprese economiche. L’autorizzazione per l’apertura di nuove strutture commerciali deve rispondere all’interesse generale (pianificazione, urbanistica, tutela dell’ambiente), favorendo il successo imprenditoriale.La regolazione di carattere amministrativo delle attività commerciali ha anche prodotto effetti non previsti, come il contenimento degli ipermercati a fronte dello sviluppo di supermercati e centri commerciali ed un processo di concentrazione delle imprese.
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Culcasi, Irene y Maria Cinque. "L'impatto del Service-Learning universitario: il progetto Hope". EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, n.º 1 (junio de 2021): 136–51. http://dx.doi.org/10.3280/exioa1-2021oa12076.

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Nel dibattito contemporaneo sul ruolo dell'Higher Education, il servizio alla comunit&agrave; assume un ruolo centrale tanto nel modo di intendere la relazione tra universit&agrave; e societ&agrave; quanto nel processo di innovazione della didattica universitaria. In questo scenario il Service-Learning si presenta come una proposta pedagogica innovativa capace di collocare l'universit&agrave; al centro del processo di sviluppo sociale, coinvolgendo docenti, ricercatori e studenti in un processo di insegnamento-apprendimento che interroga i saperi accademici e li rende vivi ed efficaci per trovare risposte a bisogni rilevanti, co-costruendo insieme ai membri della comunit&agrave; progetti di miglioramento sociale. Il presente contributo – contestualizzando la proposta pedagogica alla luce delle sfide di progettazione e valutazione – descrive l'impatto di un progetto di Service-Learning universitario partendo da un approccio stakeholder-driven che ha impiegato strumenti di indagine di tipo quali-quantitativo raccogliendo i dati secondo la logica del cambiamento generato in virt&ugrave; delle attivit&agrave; realizzate. L'analisi dei dati ha reso evidenti alcune risultanze capaci di orientare future prospettive di sviluppo sia rispetto alla relazione tra universit&agrave; e societ&agrave; sia al rinnovamento della didattica universitaria, affinch&eacute; la crescita e lo sviluppo non sia solo dell'individuo ma dell'intera comunit&agrave;.
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Helzlsouer, Kathy J., Kelly Phair, Shannon Manocheh y Stephen Holmes. "Feasibility Study of a Music Therapy Intervention for Patients Breast Cancer Survivors with Cognitive Dysfunction: The MusIC Study". Music and Medicine 8, n.º 3 (31 de julio de 2016): 84. http://dx.doi.org/10.47513/mmd.v8i3.418.

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Cognitive impairment following treatment is a common complaint among breast cancer patients. Commonly affected cognitive domains include executive level functioning, working and verbal memory, concentration and information processing. A feasibility study was conducted to evaluate the ability to recruit for a choral-based music therapy intervention study and to refine the design of the intervention. The intervention was conducted over a 2-month period and included group music therapy sessions and choral participation. Participants were given a DVD and CD with music-based exercises with the suggestion to do ten minutes of exercises daily. Nine patients were enrolled and six completed the intervention. The most common reason for not enrolling was perceived lack of singing ability. Conflict with work schedule was the main factor associated with study drop out. The group music therapy sessions were highly valued by the participants, None adhered to the daily exercises. The participants were very positive about their experience. A choral-based music therapy intervention for the treatment of chemotherapy-related cognitive impairment is feasible and should be further evaluated in a randomized clinical trial. Including a non-singing component of the intervention, such as bell ringing or other instrument, may improve recruitmentSpanishEstudio de Viabilidad sobre Intervenciones de Musicoterapia en pacientes con Deterioro Cognitivo relacionado a Quimioterapia (Chemobrain)Resumen:El deterioro cognitivo relacionado a Quimioterapia (Chemobrain) es un efecto adverso del tratamiento contra el cáncer, con prevalencia reportada estimada en más de un 78%. Comúnmente afecta los dominios cognitivos que incluyen las funciones ejecutivas, memoria de trabajo y verbal, concentración y procesamiento de la información. El estudio de viabilidad se llevó a cabo para evaluar la capacidad de reclutamiento para el estudio de intervención musicoterapéutica basado en actividad coral y para refinar el diseño de dicha intervención. La intervención fue realizada durante un período de dos meses e incluyo sesiones de musicoterapia grupal y participación coral. Se les entrego a los participantes un DVD and CD con ejercicios musicales y se les sugirió que los realizaran durante 10 minutos todos los días . Nueve pacientes se inscribieron y seis completaron la intervención. La razón más común para no inscribirse fue la percepción de falta de habilidad para cantar. El principal factor asociado a dejar el estudio fueron las dificultades con la agenda laboral. Las sesiones de musicoterapia grupal fueron valoradas altamente por los participantes. Ninguno realizó los ejercicios diarios. Los participantes fueron muy positivos acerca de su experiencia. La intervención musicoterapéutica basada en actividad coral para el tratamiento del deterioro cognitivo relacionado a quimioterapia es viable y necesita ser evaluada más profundamente en un ensayo clínico aleatorio. Incluir algún componente sin canto a la intervención, como utilización de campanas u otro instrumento, puede mejorar el reclutamiento de participantes.GermanStudie über die Durchführbarkeit musiktherapeutischer Interventionen bei Patienten mit kognitiven Einschränkungen durch Chemotherapie (Chemobrain) –die MusIC Study Abstract: Eine nachteilige Auswirkung der Krebsbehandlung ist die kognitive Beeinträchtigungen aufgrund von Chemotherapie (Chemobrain), mit berichteter Prävalenz von bis zu 78 %. Gewöhnlich sind hiervon kognitive Bereiche betroffen wie exekutive Funktionen, Arbeits- und Spracherinnerung, Konzentration- und Informationsverarbeitung. Hier wird eine Durchführbarkeitsstudie, die Auswirkungen einer auf Chorgesang basierenden musiktherapeutischen Interventionsstudie zu evaluieren und das Design für die Intervention zu verbessern. Die Intervention wurde über einen Zeitraum von 2 Monaten durchgeführt und beinhaltete Gruppenmusiktherapiesitzungenund die Teilnahme am Chorgesang. Die Teilnehmer bekamen eine DVD und eine CD mit musikbasierten Übungen mit der Anweisung, 10 Minuten täglich damit zu arbeiten. Einbezogen waren 9 Patienten, 6 davon beendeten die Intervention.Der am meisten geäußerte Grund, nicht teilzunehmen, war das Gefühl, nicht singen zu können. Der Hauptgrund für den drop-out war eine Konflikt mit dem zeitlichen Arbeitsablauf. Die Teilnehmer, die sich nicht an die täglichen Übungen halten mussten, schätzten besonders die Gruppenmusiktherapie. Die Teilnehmer äußerten sich positiv über ihre Erfahrungen. Eine auf Chorgesang basierte musiktherapeutische Intervention für die Behandlung von Patienten mit kognitiven Einschränkungen, die auf Chemotherapie beruhen, ist durchführbar und sollte in einer randmosierten klinischen Studie weiter evaluiert werden. Ebenso könnten gesanglicher Kompenten in der Intervention wie Glockenläuten oder andere Instrumente die Erholung verbessern.ItalianSTUDIO SULLA FATTIBILITA` DI UN INTERVENTO DI MUSICOTERAPIA PER PAZIENTI CON DEFICIT COGNITIVI DERIVANTI DALLA CHEMIOTERAPIA Il deficit cognitivo derivante dalla chemioterapia (“Chemobrain”) è un effetto avverso del trattamento del cancro, con stime di prevalenza riportate fino al 78%. Comunemente I domini cognitivi colpiti includono funzioni esecutive, di lavoro, di memoria verbale, della concentrazione e dell’elaborazione delle informazioni. Uno studio sulla fattibilità è stato condotto per valutare la capacità di reclutare per uno studio di intervento di musicoterapia corale e per affinare la progettazione dell’intervento. L’intervento è stato condotto per un periodo di 2 mesi e comprendeva sessioni di musicoterapia di gruppo e una partecipazione corale. I partecipanti hanno ricevuto un DVD e un CD con esercizi basati sulla musica, con il suggerimento di fare dieci minuti di esercizi al giorno. Nove pazienti erano iscritti e sei di loro hanno completato l’intervento. La ragione piu` commune per non iscriversi era la mancata capacità di cantare. Inoltre il conflitto con gli orari lavoro è stato il fattore principale associato all’abbandono degli studi. Le sessioni di musicoterapia di gruppo sono state molto apprezzate dai partecipanti. Nessuno ha aderito agli esercizi quotidiani. I partecipanti sono stati molto positivi riguardo la loro esperienza. Di conseguenza un intervento di musicoterapia corale per il trattamento di pazienti con impedimenti cognitivi dovuti alla soministrazione di chemioterapici è fattibile e deve essere ulteriormente valutato in uno studio clinico randomizzato. Includendo una componente di interventi non cantati, come ad esempio con l’uso del campanaccio o di qualsiasi altro strumento. Questo potrebbe giovare sul reclutamento dei pazienti.Japanese化学療法と関連した認知機能障害(ケモブレイン)患者への音楽療法介入の実行可能性調査:MusIC Study 要旨化学療法関連の認知機能障害(“ケモブレイン”)はがん治療の疎ましい影響であり、推定で最大78%の患者に及ぶと報告されている。一般的には、実行機能レベル、ワーキングメモリー、言語性記憶、集中力、情報処理などの認知領域に影響する。合唱をベースとした音楽療法介入研究の参加を促す適格性を評価するため、そして介入デザインをより精密にするために実行可能性調査が実地された。集団音楽療法セッションと合唱参加を含んだ 2ヶ月あまりの期間の介入が行われた。参加者は音楽ベースの運動DVDとCDを与えられ、毎日10分間行うことを推奨された。9人の患者が登録し、6人が介入を完了した。登録しなかった理由で最も一般的だったのは、歌唱能力欠如の自己認識であった。仕事のスケジュールとの衝突が中途脱落に関連した主な理由であった。集団音楽療法セッションは参加者達に大変高く評価された。運動日課に忠実に守った者はいなかった。参加者達はこの経験を大変肯定的に受けとめた。化学療法関連の認知機能障害の治療のための合唱ベース音楽療法介入は適したものであり、ランダム化臨床試験内でさらなる評価がなされるべきである。非歌唱要素を含めた介入、ベルを鳴らすもしくは他の楽器の利用することなどが参加者増加につながるかもしれない。
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Ciampa, Francesca, Giorgio Croatto, Massimo Rossetti, Michele De Carli, Francesco Chinellato, Umberto Turrini, Angelo Bertolazzi y Francesco Incelli. "Architectural technology responds to the environmental crisis: participatory design in an emergency context / La tecnologia dell’architettura risponde alla crisi ambientale: la progettazione partecipata in ambito emergenziale". Valori e Valutazioni 30 (agosto de 2022): 119–34. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20223008.

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Within the framework of the research and innovation strategy RIS3 “Sustainable Living” (POR-FSE, funded by the Veneto Region), for the improvement of the resilience and adaptation capacity of the Veneto territory to environmental crises and emergencies, the subject of the contribution returns the results of the participatory experimentation of the project H.E.L.P. Veneto ‘ High-efficiency Emergency Living Prototypes Veneto - Sustainable adaptive residences for temporary stay in environmental emergencies. The research concerns the design of a minimum flexible emergency living module, replicable on a large scale, multifunctional, sustainable, powered by off-grid systems and integrated into the built environment. The housing unit uses timber, a material linked to the local building tradition, whose prefabricated modular reversibility follows principles of circular reuse. Moreover, the constructive adaptability of the interior spaces is reflected in a “liquid space” capable of transforming itself according to the needs of the occupants. The paper introduces a form of participatory design of the emergency housing module, based on the engagement of small and large companies, related to different segments of the construction market, a leading sector in the economy of Veneto. The participatory approach borrows from Architectural Technology the tools needed to understand the characteristics of the settlement system, the potential of the project and the value of scientific stakeholder engagement in the process. Using the Soft System Methodology, direct investigation protocols have been constructed relating to the performance of the living unit. Using Strategic Options Development and Analysis (SODA), the results of the experimented survey (large-scale questionnaires) were decoded, interpreted and systematised. The processing of the answers allowed the stakeholders to validate the potential of the proposed module and, at the same time, to be informed about its characteristics. The innovation of the method lies precisely in the modelling phase, which makes it possible to integrate the results of the hard and soft data analyses and to make it clear how participation plays an essential role in the process of designing and validating the proposed module. Nell’ambito della strategia di ricerca e innovazione RIS3 “Sustainable Living” (POR-FSE, finanziato dalla regione Veneto), per il miglioramento della capacità di resistenza e di adattamento del territorio veneto a crisi ed emergenze ambientali, l’oggetto del contributo restituisce gli esiti della sperimentazione partecipata del progetto H.E.L.P. Veneto High efficiency Emergency Living Proto- types Veneto – Residenze adattive sostenibili per la permanenza temporanea in regime di emergenza ambientale. La sperimentazione riguarda la progettazione di un modulo minimo abitativo di emergenza flessibile, repli- cabile a larga scala, polifunzionale, sostenibile con impianti a funzionamento off-grid e integrato nell’ambiente costruito. L’unità abitativa utilizza il legno, materiale legato alla tradizione costruttiva locale, la cui reversibilità modulare prefabbricata segue principi di riuso circolare. Inoltre, l’adattabilità costruttiva degli ambienti interni si riflette in uno “spazio liquido” capace di trasformarsi in base alle esigenze dell’abitare. Il contributo propone una forma di progettazione partecipata del modulo abitativo emergenziale, basata sull’engagement delle realtà aziendali di piccole e grandi dimensioni, relative ai diversi segmenti di mercato dell’edilizia, settore trainante della regione Veneto. L’approccio partecipativo mutua dalla Tecnologia dell’Architettura gli strumenti di conoscenza atti alla comprensione delle caratteristiche del sistema insediativo, delle potenzialità del progetto e del valore dell’engagement scientifico degli stakeholder nel processo. Utilizzando la Soft System Methodology sono stati costruiti dei protocolli di indagine diretta che combinano la conoscenza prestazionale dei processi insediativi nell’unità ambientale. Mediante la Strategic Options Development and Analysis (SODA) sono stati decodificati, interpretati e sistematizzati i risultati della survey sperimentata (questionari ad ampia scala). L’elaborazione delle risposte ha fatto sì che il sapere esperto degli stakeholder validasse le potenzialità del modulo proposto informandosi, al contempo, sulle caratteristiche dello stesso. L’innovazione del metodo risiede proprio nella fase di modellazione, la quale permette di integrare i risultati delle analisi dei dati hard e quelle dei dati soft, e di rendere chiaro come la partecipazione svolga un ruolo essenziale nel processo di animazione e validazione del modulo proposto.
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Bignamini, Angelo A. "La persona centro e misura di ogni sistema sanitario". Medicina e Morale 51, n.º 1 (28 de febrero de 2002): 81–99. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2002.713.

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L’organizzazione sanitaria è l’insieme delle strutture, funzioni e responsabilità che dovrebbe garantire l’adeguata gestione della sanità in un ambito definito. I soggetti coinvolti nel sistema sanitario sono le persone afferenti (sane e malate); gli operatori (medici e operatori sanitari non medici); l’ambito in cui esso viene attuato (società). Essa è quindi il punto di incontro di tre realtà eminentemente umane: la medicina, l’etica, la società. I requisiti per un’adeguata organizzazione sanitaria implicano perciò la coesistenza dei principi fondamentali della medicina, dell’etica, della convivenza sociale. La medicina pone al suo centro il bisogno dell’essere umano che incontra il limite ai propri diritti nativi alla vita (cioè la morte) e alla salvaguardia di salute e integrità (cioè la malattia). La convivenza sociale impone la ricerca di un equilibrio tra i bisogni di ciascuno e la capacità di risposta della collettività nel suo complesso, incluse anche le capacità spontanee di aggregazione e di servizio, secondo priorità dettate dalla natura del soggetto del bisogno (la persona umana malata) e non pregiudizialmente definiti dall’osservatore. L’etica tutela i diritti nativi del soggetto (quoad justum), quindi determina procedure coerenti con la natura di quanti implicati nella progettazione e gestione dell’organizzazione sanitaria. In un approccio bioetico ontologicamente fondato, i criteri primi sono quelli che si riferiscono ai soggetti autonomamente esistenti, quindi alle persone. Subordinati e dialoganti con questi sono i criteri secondi, cioè quelli relativi alle entità per sé non esistenti se non in dipendenza dell’essere dei soggetti autonomi: la società e, in ulteriore subordine, il “governo”, sia esso regionale, sia nazionale. Esistono visioni alternative, nelle quali i criteri principali sono invece quelli, di stampo illuminista, relativi alla “collettività”, allo “stato”, cui si debbono subordinare i singoli “individui”. Già l’utilizzo di “individuo” contrapposto a “persona” mette in luce come questo approccio sia ideologico (basato su ipotesi astratte definite a priori) anziché scientifico (basato sull’osservazione della realtà). I due approcci originano sistemi organizzativi della sanità contrapposti tra loro, con ruoli diversi anche per gli operatori e soprattutto per il medico. Nel modello illuminista di stato etico gli strumenti matematico-statistici e matematico- economicisti (DRG, EBM, linee guida) diventano gabbie interpretative (ideologiche) della realtà. Nel modello sociale tutti gli strumenti disponibili vengono impiegati come uno dei mezzi possibili, insieme a scienza, coscienza e compassione, per descrivere la complessa realtà della singola persona che si pone in relazione con il medico portando i propri bisogni di salute, espressi ed inespressi. Secondo la bioetica personalista il criterio giustificante di qualunque “sistema” e qualunque “organizzazione”, inclusa l’organizzazione della sanità, è il “bene” di tutti i soggetti (malati e operatori con pari dignità), che si manifesta nel rispetto dei loro diritti, primo fra tutti il diritto alla difesa di vita e integrità, alla salvaguardia della salute, al rispetto dei criteri morali e religiosi di ciascuno. In questo contesto la persona rimane l’elemento centrale di riferimento della “organizzazione”, il rispetto della natura della persona rimane la misura della sua validità, la possibilità del “bene” della persona resta il criterio di valore. Esperienze in atto con questa visione non sembra siano, peraltro, meno efficienti di quelle basate sulla visione opposta. In questo contesto il medico, essendo l’operatore più prossimo al soggetto, ha però anche la responsabilità di agire come difensore dei diritti del malato (funzione etica) nei confronti del sistema organizzativo, anziché essere semplicemente un “fornitore di servizi”, dato che la salute non può essere ricondotta a “prodotto” o “servizio”, né può comprimersi nella definizione di “cliente” o “utente” la persona malata.
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Ceccacci, Laura. "A game for everyone: learning with digital teaching and student skills". Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, n.º 1 (30 de abril de 2022): 367–76. http://dx.doi.org/10.36253/form-12540.

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Learning platforms are currently main organization models for digital and remote teaching. Researches have highlighted learning outcomes as a critical area during the health emergency, also partially due to low prepardeness of teachers for digital and distance teaching. Evidence Based Education informs that gamification can efficiently be implemented as a teaching methodology, using games to involve students in digital activities in an inclusive manner. In order to monitor the level of appreciation and to identify the more appropriate game models according to students’ literacy skills, a study was performed in Marche region (IT) in 2021 in two first year high school classes involved in gamificated learning activities. All students appreciated the games used, but different reasons for appreciation are reported according to student skills. The escape room and the quiz design were identified as the most inclusive instrument, but other strategies were referred as very useful for inclusion: the variation of the graphic elements and the use of no time limited games. Un gioco di tutti e di ciascuno: l’apprendimento con la Didattica Digitale Integrata e le competenze degli studenti. Le piattaforme didattiche oggi rappresentano un modello di organizzazione dello spazio di lavoro irrinunciabile per gli interventi in DDI e DaD. Gli studi hanno individuato nei bassi risultati di apprendimento degli studenti una delle maggiori criticità del periodo della pandemia, in parte imputabile anche alla limitata capacità dei docenti di operare efficacemente a distanza attraverso strumenti digitali. In prospettiva Evidence Based, tra le metodologie ritenute più adeguate a conciliare l’efficacia didattica mediata dalla tecnologia e la dimensione inclusiva, figura la gamification, nelle sue varie declinazioni. È stato realizzato nel 2021 un monitoraggio su due classi prime di un liceo scientifico marchigiano, che hanno sperimentato un’attività integrata con elementi di gioco variamente caratterizzati, condotto con lo scopo di verificare il gradimento e individuare le modalità di giochi online più adatti a vari gruppi di studenti, distinti in base al livello di competenze nell’area alfabetico funzionale. La proposta didattica ha incontrato il gradimento di tutti, sebbene per distinte ragioni riferibili a diversi livelli di competenze. È inoltre emerso che è possibile individuare strategie, come la strutturazione su livelli e la progettazione di quiz, e modalità di gioco, senza limiti di tempo e con una variazione degli aspetti grafici, ampiamente inclusive.
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Fregonara, Elena y Alice Barreca. "Economics for sustainability: impacts on the real estate appraisal and economic evaluation of projects". Valori e Valutazioni 29 (enero de 2022): 5–22. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20212903.

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The aim of this piece of work is to present the recent developments of the discipline of Real Estate Appraisal and Economic Evaluation of Projects in relation to Sustainable Architecture and its design. The focus is on the principles borrowed from economics and, in particular, on the transition from a linear to a circular thinking and the related impacts on estimative theories and practices. Starting from the urgency of the underlying problems, Life Cycle Thinking is recalled within which the theories of the Green Economy, the Circular Economy and, recently, the Helical Economy are developed. The reasoning then recalls some passages of disciplinary evolution to include the public, environmental and social dimension. A methodological survey follows with attention to the recent – and now almost consolidated – approaches for projects evaluation and market analysis, attributable to international energy-environmental policies. In terms of the evaluation of new construction projects or retrofitting existing assets, the transition from the financial perspective, in terms of Linear Economy, to the perspective of economic-energy-environmental sustainability, from a Circular Economy perspective, is a central point. From the point of view of market analysis, the importance of exploring the impact of sustainable architecture on the values and dynamics of supply and demand is underlined. The results of the work show that the use of life cycle valuation is essential for the reuse of resources, but also for the containment of their consumption in the production phase. The use of tools capable of jointly analyzing energy and costs could guide decision-making processes between different design options, encouraging conversion and efficiency strategies, even in contexts of weak sustainability. Obiettivo del lavoro è presentare i recenti sviluppi espressi dalla disciplina dell’Estimo e Valutazione Economica dei Progetti in relazione all’Architettura sostenibile e alla sua progettazione. L’attenzione è posta sui principi mutuati dall’Economia e, in particolare, sul passaggio dalla visione lineare alla visione circolare e i relativi impatti sulle teorie e pratiche estimative. A partire dall’urgenza dei problemi sottostanti, viene richiamato il Life Cycle Thinking in seno al quale si sviluppano le teorie dell’Economia Verde, dell’Economia Circolare e, recentemente, dell’Economia Elicoidale. Il ragionamento richiama poi alcuni passaggi dell’evoluzione disciplinare per includere la dimensione pubblica, ambientale e sociale. Segue una ricognizione metodologica con attenzione agli approcci recenti - ma ormai consolidati - per la valutazione dei progetti e per le analisi di mercato, riconducibili alle politiche internazionali in materia energetico-ambientale. Sul versante della valutazione dei progetti di nuova costruzione o di retrofit del patrimonio esistente, centralità è posta sul passaggio dalla prospettiva finanziaria, in ottica di Economia Lineare, alla prospettiva della sostenibilità economico-energetico-ambientale, in ottica di Economia Circolare. Sul versante delle analisi di mercato, è rimarcata l’importanza di esplorare l’impatto dell’architettura sostenibile sui valori e sulle dinamiche della domanda e dell’offerta. I risultati del lavoro evidenziano come l'impiego della valutazione nel ciclo di vita sia fondamentale per il riuso delle risorse, ma anche per il contenimento del loro consumo in fase produttiva. L’uso di strumenti capaci di analizzare congiuntamente l’energia e i costi potrebbe orientare i processi di decisione fra opzioni progettuali diverse, incentivando strategie di conversione e efficienza, sia pure in contesti di sostenibilità debole.
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Giugliano, Giovanna, Mario Buono y Sonia Capece. "Design per configurare nuovi luoghi e spazi di apprendimento adattivi". i+Diseño. Revista Científico-Académica Internacional de Innovación, Investigación y Desarrollo en Diseño 16 (16 de diciembre de 2021): 107–24. http://dx.doi.org/10.24310/idiseno.2021.v16i.12804.

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Diseñar formas y espacios de aprendizaje es un proceso que requiere creatividad pe­dagógica, arquitectónica, social, cultural y política.La literatura científica nacional e internacional (OCDE, 2017) sobre innovación educa­tiva destaca la estrecha relación que conecta la didáctica con el entorno de aprendiza­je. Por ello, los procesos de renovación educativa no pueden prescindir de una nueva visión de los espacios escolares y de los entornos educativos.Surgen nuevas pautas de planificación escolar, se enfatiza el aprendizaje como un pro­ceso activo y constructivo en el que cada niño tiene un papel «protagonista».De hecho, en el escenario contemporáneo, los estudiantes se convierten en partici­pantes activos en la creación de información y nuevas ideas en el entorno educativo. En consecuencia, la educación del siglo XXI se basa en tres principios pedagógicos (McLoughlin & Lee, 2008): personalización, participación y productividad (Luna Scott, 2015).El estudio de estos aspectos, acompañado del análisis evaluativo y comparativo de experiencias de diseño en el ámbito escolar, nos ha permitido configurar el nuevo concepto SINAPSI 0-14, un sistema de mobiliario que adapta y adopta tecnologías avanzadas para satisfacer las necesidades de los niños y profesores, actuales y futuras, según una perspectiva holística.El objetivo era diseñar un sistema de celdas «orgánicas» modulares, flexibles y adap­tables que pudieran ser utilizadas de forma transversal por usuarios de diferentes edades, desde jardines de infancia hasta centros de enseñanza primaria y secundaria. SINAPSI 0-14 se configura en formas que pertenecen a un universo de geometrías que se remontan a una única matriz de elementos orgánicos. El conjunto de símbolos que pueden agregarse definen diferentes formas del sistema de mobiliario, haciendo que el espacio educativo sea «cronotópico» y capaz de cambiar según el tiempo y el lugar que se cree y según el uso y las necesidades.Estos estudios en profundidad han permitido reconstruir un repertorio analítico crítico sobre el tema de los espacios educativos y la arquitectura escolar, entrelazando sus cambios en función de los modelos pedagógicos y los instrumentos normativos, para definir la escuela del futuro. Progettare forme e spazi di apprendimento è un processo che richiede creatività pedagogica, architettonica, sociale, culturale e politica.La letteratura scientifica nazionale e internazionale (OECD, 2017) sull’innovazione educativa evidenzia la stretta relazione che connette la didattica all’ambiente di apprendimento. Per tale ragione, i processi di rinnovamento della didattica non posso prescindere da una nuova visione degli spazi scolastici e dei setting educativi.Emergono nuove linee guida per la progettazione scolastica, si enfatizza l’apprendimento come un processo attivo e costruttivo nel quale ogni bambino ha un ruolo di “protagonista”.Difatti, nello scenario contemporaneo, gli studenti divengono partecipanti attivi alla creazione di informazioni e di nuove idee nell’ambiente educativo. Di conseguenza, l'istruzione del ventunesimo secolo si basa su tre principi pedagogici (McLoughlin & Lee, 2008): personalizzazione, partecipazione e produttività (Luna Scott, 2015).Lo studio di tali aspetti, accompagnato dall’analisi valutativa e comparativa di esperienze progettuali in campo scolastico, ha consentito di configurare il nuovo concept allestitivo SINAPSI 0-14, un sistema d’arredo che adatti e adotti le avanzate tecnologie per rispondere ai bisogni di bambini e insegnanti, attuali e futuri, secondo una prospettiva olistica.L’obiettivo è stato progettare un sistema di cellule “organiche” modulari, flessibili e adattabili che possano essere utilizzate in maniera trasversale da utenti di diverse età, dalle scuole d’infanzia alle scuole primarie e secondarie di primo grado. SINAPSI 0-14 si configura in forme appartenenti a un universo di geometrie riconducibili a un’unica matrice di elementi organici. L’insieme dei simboli aggregabili definiscono differenti forme del sistema di arredo rendendo lo spazio didattico “cronotopico” atto a modificarsi in funzione del tempo e del luogo che si crea e in funzione dell’uso e delle esigenze.Tali approfondimenti hanno consentito di ricostruire un repertorio critico analitico sul tema degli spazi educativi e delle architetture scolastiche intrecciandone i cambiamenti in linea con i modelli pedagogici e gli strumenti normativi, al fine di definire la scuola del futuro.
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Monaci, Massimiliano. "L'innovazione sostenibile d'impresa come integrazione di responsabilitŕ e opportunitŕ sociali". STUDI ORGANIZZATIVI, n.º 2 (abril de 2013): 26–61. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002002.

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Le concezioni e le prassi di responsabilitŕ sociale d'impresa (CSR, corporate social responsibility) che si sono affermate sino a tempi molto recenti riflettono prevalentemente una logica reattiva, incentrata sulla necessitŕ delle aziende di rilegittimarsi nei confronti dei loro stakeholder corrispondendo alla richiesta di riduzione e prevenzione dei costi sociali legati all'attivitŕ d'impresa (degrado ecologico, disoccupazione conseguente a ristrutturazioni, ecc.). Tuttavia l'attuale periodo, anche per le incertezze e questioni poste dalla crisi economica, rappresenta una fase singolarmente feconda per andare oltre questo approccio adattivo e raccogliere la sfida di una visione piů avanzata della dimensione sociale dell'agire d'impresa come innovazione sostenibile. Tale modello si basa sulla valorizzazione di beni, risorse ed esigenze di significato sociale ed č indirizzato alla creazione di valore integrato - economico, umano-sociale e ambientale - nel lungo termine. La caratteristica centrale di questo profilo d'impresa č la tendenza a operare in maniera socialmente proattiva, sviluppando un'attitudine a cogliere o persino anticipare le direzioni del cambiamento sociale con i suoi bisogni e problemi emergenti e facendo sě che l'integrazione di obiettivi economici e socio-ambientali nei processi strategico-produttivi si traduca in fattore di differenziazione dell'offerta di mercato e in una reale fonte di vantaggio competitivo. Nel presente lavoro si indica la praticabilitŕ di un simile modello riferendosi ai risultati di una recente indagine condotta su un campione di dieci imprese italiane, eterogenee per dimensioni, collocazione geografica, fase del ciclo di vita e settori di attivitŕ, che si estendono da comparti tradizionali (come quelli alimentare, edilizio, sanitario, dell'arredamento e della finanza) a campi di piů recente definizione e a piů elevato tasso di cambiamento tecnologico (quali l'ingegneria informatica, la comunicazione multimediale, il controllo dei processi industriali e il risanamento ambientale). La logica di azione di queste organizzazioni sembra ruotare intorno a una duplice dinamica di "valorizzazione del contesto": da un lato, l'internalizzazione nella strategia d'impresa di richieste e al contempo di risorse sociali orientate a una maggiore attenzione per l'ambiente naturale, per la qualitŕ della vita collettiva nei territori, per i diritti e lo sviluppo delle persone dentro e fuori gli ambienti di lavoro; dall'altro lato, la capacitŕ, a valle dell'attivitŕ di mercato, di produrre valore economico e profitti generando anche valore per la societŕ. Nei casi analizzati č presente la valorizzazione delle risorse ambientali, che si esprime mediante la riprogettazione di prodotti e processi e politiche di efficienza energetica di rifornimento da fonti di energia rinnovabile, raccordandosi con nuove aspettative sociali rispetto alla questione ecologica. Č coltivato il valore umano nel rapporto spesso personalizzato con i clienti e i partner di business ma anche nella vita interna d'impresa, attraverso dinamiche di ascolto e coinvolgimento che creano spazi per la soddisfazione di svariati bisogni e aspirazioni che gli individui riversano nella sfera lavorativa, aldilŕ di quelli retributivi. C'č empowerment del "capitale sociale" dentro e intorno all'organizzazione, ravvisabile specialmente quando le condotte d'impresa fanno leva su risorse relazionali e culturali del territorio e si legano a meccanismi di valorizzazione dello sviluppo locale. Troviamo inoltre il riconoscimento e la produzione di "valore etico" per il modo in cui una serie di principi morali (quali la trasparenza, il mantenimento degli impegni, il rispetto di diritti delle persone) costituiscono criteri ispiratori dell'attivitŕ di business e ne escono rafforzati come ingredienti primari del fare impresa. E c'č, naturalmente, produzione di valore competitivo, una capacitŕ di stare e avere successo nel mercato che si sostiene sull'intreccio di vari elementi. Uno di essi coincide con l'uso della leva economico-finanziaria come risorsa irrinunciabile per l'investimento in innovazione, piuttosto che in un'ottica di contenimento dei costi relativi a fattori di gestione - come la formazione - che possono anche rivelarsi non immediatamente produttivi. Altrettanto cruciali risultano una serie di componenti intangibili che, oltre alla gestione delle risorse umane, sono essenzialmente riconducibili a due aspetti. Il primo č lo sviluppo di know-how, in cui la conoscenza che confluisce nelle soluzioni di business č insieme tecnica e socio-culturale perché derivante dalla combinazione di cognizioni specializzate di settore, acquisite in virtů di una costante apertura alla sperimentazione, e insieme di mappe di riferimento e criteri di valutazione collegati alla cultura aziendale. L'altro fattore immateriale alla base del valore competitivo consiste nell'accentuato posizionamento di marchio, con la capacitŕ di fornire un'offerta di mercato caratterizzata da: a) forte specificitŕ rispetto ai concorrenti (distintivi contenuti tecnici di qualitŕ e professionalitŕ e soprattutto la corrispondenza alle esigenze dei clienti/consumatori e al loro cambiamento); b) bassa replicabilitŕ da parte di altri operatori, dovuta al fatto che le peculiaritŕ dell'offerta sono strettamente legate alla particolare "miscela" degli altri valori appena considerati (valore umano, risorse relazionali, know-how, ecc.). Ed č significativo notare come nelle imprese osservate questi tratti di marcata differenziazione siano stati prevalentemente costruiti attraverso pratiche di attenzione sociale non modellate su forme di CSR convenzionali o facilmente accessibili ad altri (p.es. quelle che si esauriscono nell'adozione di strumenti pur importanti quali il bilancio sociale e il codice etico); ciň che si tratti - per fare qualche esempio tratto dal campione - di offrire servizi sanitari di qualitŕ a tariffe accessibili, di supportare gli ex-dipendenti che avviano un'attivitŕ autonoma inserendoli nel proprio circuito di business o di promuovere politiche di sostenibilitŕ nel territorio offrendo alle aziende affiliate servizi tecnologici ad alta prestazione ambientale per l'edilizia. Le esperienze indagate confermano il ruolo di alcune condizioni dell'innovazione sostenibile d'impresa in vario modo giŕ indicate dalla ricerca piů recente: la precocitŕ e l'orientamento di lungo periodo degli investimenti in strategie di sostenibilitŕ, entrambi favoriti dal ruolo centrale ricoperto da istanze socio-ambientali nelle fasi iniziali dell'attivitŕ d'impresa; l'anticipazione, ovvero la possibilitŕ di collocarsi in una posizione di avanguardia e spesso di "conformitŕ preventiva" nei confronti di successive regolamentazioni pubbliche in grado di incidere seriamente sulle pratiche di settore; la disseminazione di consapevolezza interna, a partire dai livelli decisionali dell'organizzazione, intorno al significato per le strategie d'impresa di obiettivi e condotte operative riconducibili alla sostenibilitŕ; l'incorporamento strutturale degli strumenti e delle soluzioni di azione sostenibile nei core-processes organizzativi, dalla ricerca e sviluppo di prodotti/ servizi all'approvvigionamento, dall'infrastruttura produttiva al marketing. Inoltre, l'articolo individua e discute tre meccanismi che sembrano determinanti nei percorsi di innovazione sostenibile osservati e che presentano, per certi versi, alcuni aspetti di paradosso. Il primo č dato dalla coesistenza di una forte tradizione d'impresa, spesso orientata sin dall'inizio verso opzioni di significato sociale dai valori e dall'esperienza dell'imprenditore-fondatore, e di apertura alla novitŕ. Tale equilibrio č favorito da processi culturali di condivisione e di sviluppo interni della visione di business, da meccanismi di leadership dispersa, nonché da uno stile di apprendimento "incrementale" mediante cui le nuove esigenze e opportunitŕ proposte dalla concreta gestione d'impresa conducono all'adozione di valori e competenze integrabili con quelli tradizionali o addirittura in grado di potenziarli. In secondo luogo, si riscontra la tendenza a espandersi nel contesto, tipicamente tramite strategie di attraversamento di confini tra settori (p.es., alimentando sinergie pubblico-private) e forme di collaborazione "laterale" con gli interlocutori dell'ambiente di business e sociale; e al contempo la tendenza a includere il contesto, ricavandone stimoli e sollecitazioni, ma anche risorse e contributi, per la propria attivitŕ (p.es., nella co-progettazione dei servizi/prodotti). La terza dinamica, infine, tocca piů direttamente la gestione delle risorse umane. Le "persone dell'organizzazione" rappresentano non soltanto uno dei target destinatari delle azioni di sostenibilitŕ (nelle pratiche di selezione, formazione e sviluppo, welfare aziendale, ecc.) ma anche, piů profondamente, il veicolo fondamentale della realizzazione e del successo di tali azioni. Si tratta, cioč, di realtŕ organizzative in cui la valorizzazione delle persone muove dagli impatti sulle risorse umane, in sé cruciali in una prospettiva di sostenibilitŕ, agli impatti delle risorse umane attraverso il loro ruolo diretto e attivo nella gestione dei processi di business, nella costruzione di partnership con gli stakeholder e nei meccanismi di disseminazione interna di una cultura socialmente orientata. In tal senso, si distingue un rapporto circolare di rinforzo reciproco tra la "cittadinanza nell'impresa" e la "cittadinanza dell'impresa"; vale a dire, tra i processi interni di partecipazione/identificazione del personale nei riguardi delle prioritŕ dell'organizzazione e la capacitŕ di quest'ultima di generare valore molteplice e "condiviso" nel contesto (con i clienti, il tessuto imprenditoriale, le comunitŕ, gli interlocutori pubblici, ecc.). In conclusione, le imprese osservate appaiono innovative primariamente perché in grado di praticare la sostenibilitŕ in termini non solo di responsabilitŕ ma anche di opportunitŕ per la competitivitŕ organizzativa. Questa analisi suggerisce quindi uno sguardo piů ampio sulle implicazioni strategiche della CSR e invita a riflettere su come le questioni e i bisogni di rilievo sociale, a partire da quelli emergenti o acuiti dalla crisi economica (nel campo della salute, dei servizi alle famiglie, della salvaguardia ambientale, ecc.), possano e forse debbano oggi sempre piů situarsi al centro - e non alla periferia - del business e della prestazione di mercato delle imprese.
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Butera, Federico y Fernando Alberti. "Il governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ". STUDI ORGANIZZATIVI, n.º 1 (diciembre de 2012): 77–111. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001004.

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I policy maker sono costantemente alla ricerca delle forme e degli strumenti per contribuire ad aumentare la prosperitŕ economica e sociale del proprio territorio. Gli studi a livello internazionale ci dicono che la prosperitŕ di un territorio č direttamente riconducibile alla sua competitivitŕ, e quindi in primis al livello di produttivitŕ e innovazione del sistema delle imprese. Come verrŕ ampiamente illustrato in questo articolo, le reti inter-organizzative - nella varietŕ di forme che l'evidenza empirica ci suggerisce - attraverso una flessibilitŕ senza precedenti, una piů veloce circolazione delle informazioni, la condivisione di visioni, saperi e conoscenza, l'efficiente e rapido scambio di risorse e competenze per competere, assicurano al tempo stesso specializzazione, efficienza e alti livelli di produttivitŕ. La configurazione e la natura di tali reti č in via di continua ridefinizione ed espansione e l'uso del termine rete č spesso generico o inappropriato. Anche i confini delle reti vanno continuamente ridefiniti, in un continuum che va dalle imprese tradizionali che esternalizzano e delocalizzano parte della loro produzione fino al puro networking di varia natura. Noi ci concentreremo solo su quelle reti interorganizzative che rappresentano forme nuove di impresa, di quasi impresa, di sistemi di imprese che consentono una gestione competitiva e innovativa della catena del valore e dei processi fondamentali, conseguendo risultati economici e sociali, in una parola prosperitŕ. Ci occuperemo in particolare del fenomeno piů nuovo che caratterizza l'Italian way of doing industry, ossia lo sviluppo e i successi delle medie imprese, nodi di reti inter-organizzative che coinvolgono non solo imprese piccole, ma anche imprese grandi, in una proiezione spesso globale. Su queste nuove forme di reti inter-organizzative, si apre uno spazio di intervento straordinario per i policy maker in azioni di attivazione, incentivazione e supporto, capaci di condurre a superiori livelli di competitivitŕ le imprese componenti le reti, le reti stesse e i territori da cui esse muovono, ovvero capaci di favorire una maggiore prosperitŕ. Tali spazi di governo delle reti inter-organizzative possono avere natura infrastrutturale (trasporti, edilizia, tecnologie, credito, servizi, ecc.), relazionale (governo della catena del valore, dei processi, dei flussi, delle architetture d'impresa, dei sistemi informativi e di comunicazione, dei sistemi professionali ecc.) e cognitiva (capitale umano, capitale intellettuale, sistema di valori e norme, ecc.). Tutte e tre queste dimensioni sono importantissime e vanno gestite congiuntamente in nuove forme di management assicurate dalle imprese "pivotali" e nell'ambito di quello che nell'articolo č definito come meta-management, ovvero quelle posizioni di attori pubblici e privati - spesso in raccordo fra loro - che assicurano supporto e guida strategica alle reti. Nuovi modelli di management e di meta-management implicano una conoscenza profonda della rete e, di conseguenza, una visione d'insieme attuale e futura sicura e convincente e una capacitŕ di execution che sappia consolidare o riorientare la rete; valorizzare le risorse, materiali e personali, lě racchiuse e soprattutto perseguire obiettivi e misurare risultati. Meta-management non significa favorire il mero networking tra imprese, ma attivarsi come agenzie strategiche e provvedimenti concreti capaci di disegnare politiche di accompagnamento e sostegno alla creazione e alla valorizzazione di robusti network tra imprese e tra imprese e istituzioni, che trascendano le consuete filiere e agglomerazioni locali. Una economia e una societŕ fatta di reti inter-organizzative non č uguale a quella fatta prevalentemente di singole imprese "castello". Sulle reti di impresa e sull'impresa rete incombono alcune rilevanti questioni a cui il nostro lavoro tenta di dare alcune risposte Vediamole qui di seguito. 1. Diagnosi. L'organizzazione a rete č oggi scarsamente riconoscibile. Come diagnosticarla, come identificarne le caratteristiche strutturali e comprenderne i problemi critici? 2. Sviluppo e progettazione. L'organizzazione a rete si puň supportare con adeguati servizi, sviluppare intenzionalmente o addirittura progettare, come qui si sostiene? E se sě, in che modo? I metodi da adoperare per gestire questo sviluppo sono certo diversi da quelli adottati da strutture accentrate, sono meno top-down e meno razionalistici: ma quali possono essere? 3. Stabilitŕ e mutamento. Ogni nodo o soggetto della rete fa parte di reti diverse, in alcuni casi abbandona in rapida successione le une per legarsi ad altre. Come combinare l'estrema mutevolezza di queste multiple appartenenze con l'esigenza di stabilitŕ e crescita di ogni singolo nodo, come far sě che l'intera rete si comporti come un "attore collettivo" capace di un governo? 4. Risultati. Se e come definire obiettivi o ri-articolarli velocemente nel tempo? Come valutare i risultati delle diverse dimensioni economiche e sociali? 5. Decisioni e misura. L'organizzazione a rete - come e piů dell'impresa tradizionale - cambia per repentine innovazioni, per adattamento, per micro-decisioni, per miglioramento continuo, č il risultato di scelte su cosa fare dentro e cosa comprare, su quali funzioni accentrare e quali decentrare, su quando acquisire o vendere unitŕ aziendali e su quando fare accordi, dove allocare geograficamente le attivitŕ. Vi sono criteri e metodi da adottare, per operare in questi contesti di agilitŕ, velocitŕ e rapiditŕ di processi decisionali? 6. Sistemi. Quali tecniche o sistemi operativi adatti all'impresa rete dovranno essere sviluppati? Quali sistemi di pianificazione e controllo di gestione dell'impresa rete, if any? Č possibile stabilire standard di qualitŕ per la rete? Come sviluppare dimensioni quali linguaggi, culture, politiche di marchio e di visibilitŕ, come potenziare le comunitŕ, come promuovere formazione e apprendimenti? 7. Strutture. Le reti di impresa includono una grande varietŕ di forme, come vedremo. La rete di imprese puň includere una parte di gerarchia: quali modelli di organigrammi sono compatibili? Quali sistemi informativi, di telecomunicazioni, di social network sono adatti per la rete di imprese? Quali sistemi logistici? Quali regole e contratti formali? Quali flussi finanziari? Le risorse umane si possono gestire e sviluppare lungo la rete? E in che modo? E che dire dei sistemi di controllo della qualitŕ? 8. Nascita e morte. La rete di imprese e soprattutto i suoi "nodi" hanno un tasso di natalitŕ/ mortalitŕ piů elevato dell'impresa tradizionale. Gestire la nascita e la morte delle imprese diventerŕ ancora piů importante che gestire le imprese. Chi lo farŕ e come? 9. Vincoli e opportunitŕ. La legislazione, le relazioni industriali, la cultura manageriale sono oggi vincoli e opportunitŕ allo sviluppo di forme di rete di imprese. La globalizzazione dell'economia, lo sviluppo dei servizi, le nuove tecnologie, la cultura dei giovani, invece, sembrano operare piů come fattori facilitanti quando addirittura non cogenti. Come gestire (e non subire) vincoli e opportunitŕ? Cosa puň fare l'impresa, e cosa possono fare le istituzioni pubbliche? Vi sono nuovi programmi e regole nazionali e regionali per la costituzione delle reti di impresa: quale č la loro efficacia e impatto? In tale quadro, un'Agenzia Strategica (una grande impresa, una media impresa, un ente governativo, una Camera di commercio, un'associazione imprenditoriale, un istituto di credito) puň esercitare un ruolo centrale nella promozione e governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ dei territori, mettendo a fuoco i propri interventi di policy avendo come oggetto prioritario queste nuove forme di impresa, quasi-impresa, sistemi di impresa usando diverse leve: - innanzitutto, fornendo o favorendo l'accesso a risorse chiave, come credito, finanziamenti, sgravi fiscali, servizi per l'internazionalizzazione, conoscenze, marketing ecc.; - agendo da fluidificatore delle reti tra imprese, che sappia rimuovere ostacoli nelle strutture relazionali e irrobustire nodi, processi, strutture di governance laddove necessario; inserendosi direttamente nelle strutture relazionali come ponte per connettere nodi disconnessi; - esercitando a pieno il ruolo di meta-manager di reti inter-organizzative ossia imprimendo al sistema un indirizzo strategico di fondo, governando i processi "politici" interni alla rete ossia la distribuzione di potere e risorse e creando le condizioni culturali, strategiche organizzative e tecnologiche; - facendo leva sull'essere un policy maker cross-settoriale e multi-territoriale. Le reti di impresa hanno successo se si integrano entro "piattaforme industriali" (ad es. IT, Green economy, portualitŕ e logistica), entro cluster territoriali (es. distretti, economie regionali, etc.), sistemi eterogenei interistituzionali (che includono imprese pubbliche, amministrazioni, istituzioni e associazioni). La nostra tesi č che azioni di governo della rete attraverso nuove forme di management e di meta-management sono tanto piů efficaci quanto piů contribuiscono a supportare e strutturare reti organizzative robuste o che tendono a diventare tali, ossia imprese reti e reti di impresa governate; sono tanto meno efficaci o quanto meno misurabili quanto piů supportano solo processi di networking poco definiti destinati a rimanere tali. Nei termini di Axelsson, policy e management hanno effetto su reti che esprimono a) modelli di relazione fra diverse organizzazioni per raggiungere fini comuni. Hanno un effetto minore o nullo quando le reti di cui si parla sono solo b) "connessioni lasche fra organizzazioni legate da relazioni sociali" o c) un insieme di due o piů relazioni di scambio.
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Romano, Emanuele, Elisabetta Preziosi, Federico Araneo, Chiara Fiori y Maurizio Guerra. "Linee guida per lo sviluppo di modelli numerici di flusso in acquiferi porosi: Una proposta IRSA-ISPRA". Acque Sotterranee - Italian Journal of Groundwater 8, n.º 3 (30 de septiembre de 2019). http://dx.doi.org/10.7343/as-2019-403.

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A livello nazionale, nell’ambito dei procedimenti di bonifica dei siti contaminati, disciplinati dalla parte Quarta – Titolo V del decreto legislativo 152 del 2006, l’implementazione di modelli matematici di flusso e di trasporto dei contaminanti è uno strumento che ha acquisito con il tempo sempre maggiore importanza, soprattutto ai fini della definizione e progettazione degli interventi di messa in sicurezza e bonifica delle acque di falda. Modelli matematici sono utilizzati anche a scala di bacino o sottobacino per la caratterizzazione e la gestione delle risorse idriche sotterranee [...].
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Scordari, Chiara Carmen. "Mending a Frail Humankind: Remedial Hermeneutics and Messianic Anthropology in Joseph Soloveitchik". Colloquia Humanistica, n.º 11 (21 de diciembre de 2022). http://dx.doi.org/10.11649/ch.2757.

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Mending a Frail Humankind: Remedial Hermeneutics and Messianic Anthropology in Joseph SoloveitchikThis essay focuses on Joseph Soloveitchik’s re-semantization and renewal of the Jewish concept of messianism. In his view, the idea of Messiah is personified and, at the same time, deferred, as an allegory for ceaseless and ever-changing transformations, both individual and communitarian. Biblical personae endowed with a messianic impulse, such as Abraham, Esther, Mordecai, Tamar, and Ruth, are seen by Soloveitchik as eschatological and metahistorical figures, co-redeemers and co-creators with God, and models with whom human beings may identify. In this framework, particular attention will be paid to Soloveitchik’s conception of midrashic hermeneutics, as an always open process of individual and collective self-knowledge and self-redemption; and to the dialectical opposition between “revealed world” and “hidden world” as the constitutive element of Soloveitchik’s vision of the humanity-to-come.Riparare l’umanità fragile: ermeneutica correttiva e antropologia messianica in Joseph Soloveitchik In Joseph Soloveitchik l’esperienza dell’umanità post-Shoah, negativa e difettiva, suscita la contro-immagine di un’umanità futura da riparare e riconciliare. Coniugando il messianismo naturalistico-restaurativo di Maimonide con l’idea coheniana di tempo futuro ideale, Soloveitchik trasforma l’attesa in un Messia personale in progetto antropologico, sviluppando un’idea di redenzione intra-mondana, immanente all’uomo e alla storia. In questa cornice, le figure bibliche di Abramo, Ester, Mordecai, Tamar e Rut sono ri-vissute e ri-esperite come modelli escatologici e metastorici di resistenza e creatività umana, e tappe del processo di continua scoperta e attuazione di sé, nei diversi tempi e luoghi della storia, individuale e nazionale. Da qui l’idea di un’ermeneutica che si fa modalità di rivelazione e auto-comprensione storica ed esistenziale, nonché strumento di redenzione e progettazione dell’umanità-a-venire.Naprawa kruchej ludzkości: hermeneutyka naprawcza i antropologia mesjańska u Josepha Soloveitchika U Josepha Soloveitchika doświadczanie człowieczeństwa po Shoah, negatywne i ułomne, wzbudza antyobraz przyszłej ludzkości, którą należy naprawić i zaprowadzić wśród niej zgodę. Łącząc naturalistyczno-restauracyjny mesjanizm Majmonidesa z kohenowską ideą idealnej przyszłości, Soloveitchik przekształca oczekiwanie na osobowego Mesjasza w projekt antropologiczny, rozwijając ideę wewnątrzświatowego zbawienia, immanentnego zarówno dla człowieka, jak i historii. W tym ujęciu biblijne postacie Abrahama, Estery, Mordechaja, Tamar i Rut są ponownie przywoływane i doświadczane jako eschatologiczne oraz metahistoryczne modele ludzkiego oporu i twórczości – etapy w procesie ciągłego poznania i aktualizacji własnego ja, które zachodzą w różnych czasach i momentach historii tak indywidualnej, jak i narodowej. Stąd idea hermeneutyki, która staje się modalnością historycznego i egzystencjalnego objawienia i samorozumienia, ale także instrumentem odkupienia i planowania przyszłej ludzkości.
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Andrea Piccione, Giovanni Saglietto, Marina Serio, Daniela Marocchi, Raffaella Bonino y Marta Rinaudo. "Esperienze laboratoriali a distanza con le schede programmabili". IUL Research 2, n.º 3 (17 de julio de 2021). http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v2i3.117.

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Le misure restrittive a seguito dell’emergenza sanitaria hanno messo in evidenza la necessità di sperimentare nuovi strumenti e ambienti di apprendimento, in particolare per quelle discipline che prevedono attività laboratoriali. Per rispondere a questa esigenza è nata una collaborazione tra il Dipartimento di Fisica dell’Università di Torino e l’Équipe Formativa Territoriale del Piemonte che ha focalizzato la sua azione sulla formazione dei docenti. È stato svolto un tirocinio formativo per la progettazione, la realizzazione e la documentazione di attività di Didattica Digitale Integrata con le schede programmabili. Sono stati organizzati incontri di formazione, a cui è seguita un’attività di accompagnamento per seguirne la ricaduta all’interno delle scuole. La proposta è replicabile in altri contesti e con altre tecnologie.
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Moretti, Giovanni, Arianna L. Morini y Arianna Giuliani. "La funzione strategica dell'Università per il miglioramento della qualità dei contesti educativi sul territorio". EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, enero de 2021, 63–75. http://dx.doi.org/10.3280/exioa0-2021oa11128.

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Le universit&agrave; hanno progressivamente dedicato maggiore attenzione alle attivit&agrave; di Terza Missione (TM) (Serbati, 2014; Boffo &amp;amp; Moscati, 2015; Balduzzi &amp;amp; Vaira, 2018). La formazione continua rappresenta uno degli ambiti pi&ugrave; interessanti di TM, che implica il coinvolgimento attivo dei docenti universitari nella individuazione delle esigenze formative del territorio e nel rispondere ad esse in modo partecipato ed efficace.Il contributo presenta gli esiti di un'indagine esplorativa svolta nell'ambito del percorso formativo progettato per tre anni consecutivi dall'Universit&agrave; degli Studi Roma Tre in collaborazione con l'Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio. L'indagine ha coinvolto 2390 docenti tutor dei neoassunti (Fiorucci &amp;amp; Moretti, 2019) con la finalit&agrave; di consolidare le conoscenze e sviluppare le competenze connesse alle previste attivit&agrave; di tutorato (D.M. 850/2015).I dati sono stati rilevati attraverso strumenti quali-quantitativi.La progettazione del percorso formativo ha consentito di qualificare le pratiche professionali dei tutor dei docenti neoassunti e di rafforzare il rapporto tra Universit&agrave;, Ufficio Scolastico Regionale e Istituzioni scolastiche della regione Lazio.
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Dematteis, Antonio, Marco Barla, Alessandro Boscaro, Alessandro Gargini, Maria Governa, Fabrizio Grosso, Alessandra Insana et al. "Linee guida per la gestione sostenibile delle venute d’acqua e del calore geotermico nelle gallerie". Acque Sotterranee - Italian Journal of Groundwater 9, n.º 4 (22 de diciembre de 2020). http://dx.doi.org/10.7343/as-2020-486.

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Questo documento presenta le Linee Guida per la gestione sostenibile delle venute d’acqua e del calore geotermico nelle gallerie, elaborate dal Gruppo di Lavoro GESTAG (GEstione SosTenibile delle Acque nelle Gallerie), istituito il 20/06/2012 dal Comitato Italiano dell’Associazione Internazionale degli Idrogeologi. Il documento affronta e descrive obiettivi, metodi e casi di studio, ciascuno dei quali richiede di adottare misure tecniche di vario tipo, illustrate nei capitoli seguenti, come studi idrogeologici, modelli predittivi degli impatti, soluzioni tecnologiche di contenimento del drenaggio e di captazione, recupero e valorizzazione delle risorse intercettate, monitoraggi. Sono affrontati anche i così detti temi non tecnici, come la comunicazione, poiché è ormai noto che l’accettabilità sociale di una galleria influenza direttamente la sua sostenibilità economica e finanziaria, per gli effetti che può avere sui tempi di realizzazione e sui costi delle compensazioni. Sulla base delle diverse esperienze dei componenti del Gruppo di Lavoro GESTAG, si è optato per una suddivisione in 11 temi principali, in particolare, in ciascuno dei capitoli successivi a quello introduttivo vengono trattati rispettivamente: Capitolo 2: l’importanza del ritorno di esperienza proveniente da gallerie già scavate, le banche dati disponibili e i criteri di analisi dei dati pregressi; Capitolo 3: come realizzare lo studio idrogeologico di una galleria, la relazione con il modello geologico, le metodiche da adottare nelle differenti fasi del progetto, che sono state distinte in ante-operam, in corso d’opera e post-operam; Capitolo 4: il tema degli impatti che il drenaggio in galleria può avere sull’ambiente circostante, le analisi che devono essere svolte e gli strumenti da adottare per la gestione del rischio, infine gli interventi per la mitigazione degli impatti; Capitoli 5 e 6: le metodiche di progettazione per la valorizzazione rispettivamente delle acque drenate in galleria e del calore; Capitolo 7: i prodotti chimici che vengono utilizzati in fase di scavo per il sostegno e il miglioramento del terreno, e la loro compatibilità con l’utilizzo delle acque drenate; Capitolo 8: i criteri di monitoraggio delle acque in un progetto di galleria; Capitolo 9: la comunicazione, il rapporto con i territori e l’analisi di casi pregressi, nonché una guida sulle buone pratiche da adottare; Capitolo 10: una panoramica sulla normativa europea ed italiana in tema di valutazione di impatto ambientale, monitoraggio e scarichi delle acque drenate; Capitolo 11: la bibliografia ragionata inerente l’argomento trattato, che include pubblicazioni tecnico scientifiche, normative di riferimento e risorse web.
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