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Tesis sobre el tema "Strategie di sostenibilità"

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1

MARINELLI, SIMONA. "Strategie innovative per la sostenibilità del settore industriale". Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2022. http://hdl.handle.net/11380/1277915.

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Resumen
L'industria ha un ruolo centrale da svolgere nella transizione verso la sostenibilità sociale, economica e ambientale guidata dalla Commissione europea e dal Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo. Nonostante un crescente interesse verso un settore industriale di qualità, affidabile, sostenibile e resiliente, le singole imprese incontrano ancora diverse barriere che ostacolano una transizione conforme ai tre pilastri della sostenibilità. Di solito vengono adottate strategie comuni, ma il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi di sostenibilità resta ancora una sfida. Partendo da una panoramica della letteratura scientifica e delle politiche europee e internazionali, il presente lavoro mette in luce strategie alternative e innovative per promuovere un'industria sostenibile. Attraverso l'analisi di casi di studio vengono dimostrati i benefici ambientali e il miglioramento del benessere umano, con un focus sulle piccole e medie imprese spesso trascurate rispetto alle grandi aziende energivore. L'obiettivo è l'identificazione di soluzioni praticabili ed efficaci per le industrie che seguono una strategia multi-approccio a più livelli, dimostrando che agire sull'intero settore industriale può contribuire in modo significativo al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. I risultati ottenuti possono aiutare i professionisti e le parti interessate a integrare pratiche sostenibili nel loro modello di gestione.
Industry has a central role to play in the social, economic, and environmental sustainability transition driven by the European Commission and by the United Nations Development Programme. Despite a growing interest in moving towards a quality, reliable, sustainable, and resilient industrial sector, individual firms still encounter several barriers that hamper a transition compliant with the three pillars of sustainability. Common strategies are usually adopted but reaching the ambitious sustainability target levels still remains a challenge. Starting from an overview of the scientific literature and of European and International policies, the present works highlights alternative and innovative strategies for promoting a sustainable industry. Through the analysis of case studies environmental benefits and human well-being improvements are demonstrated, with a focus on small and medium-sized enterprises often overlooked compared to energy-intensive and large companies. The objective is the identification of viable and effective solutions for industries following a multi-approach strategy at several levels, showing that acting on the overall industrial sector can significantly contribute on achieving the Sustainable Development Goals. The obtained results can help practitioners and stakeholders to integrate sustainable practices into their management model.
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2

Morico, Maria <1993&gt. "Turismo creativo: un ponte tra strategie di sostenibilità, ICT e sistemi di sviluppo locale". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12841.

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Resumen
Il seguente lavoro di tesi ha come oggetto in primo luogo l’analisi del contesto che ha visto il turismo creativo imporsi come trend, sia per la sua capacità di sviluppare nuovi prodotti culturali e di alimentare l’economia sia per l’estrema adattabilità a varie strategie politiche e tessuti sociali. Si concettualizzerà quindi questo fenomeno non solo nella trasformazione socioeconomica delle destinazioni ma anche nell’evoluzione del visitatore stesso e dei suoi bisogni. Essendo l’esperienza il core sul quale il turismo creativo si concentra, si indagherà l’importanza dell’attività di marketing esperienziale, senza dimenticare l’influsso sempre più determinante delle ICT. Il modus operandi adottato per la ricerca prevede l’analisi di alcuni case studies così da osservare come effettivamente alcune località abbiano adottato modelli creativi di turismi community-based o costituiscano un terreno fertile per la messa in pratica di tali approcci. Si approfondirà poi la scelta di governance delle Fiandre di focalizzarsi su un tipo di turismo alternativo, puntando sulla progettazione, costruzione e promozione di esperienze immersive. Dall’estrapolazione di questi elementi si effettuerà un confronto con territori non altrettanto organizzati, nello specifico le Marche, cercando di proporre una soluzione che tenga conto delle differenze geografiche, socioeconomiche e culturali. Lo scopo è quello di capire se proporre una policy orientata all’approccio creativo e distaccata da una riscrittura tradizionale della propria immagine sulla base esclusiva del turismo culturale sia fruttuoso in questa destinazione non adeguatamente valorizzata, sintomo di una scorretta promozione del patrimonio di cui questo territorio è custode.
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3

Consonni, Eleonora <1994&gt. "Green e-commerce in Cina: strategie di marketing a supporto della sostenibilità". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15461.

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A causa del rapido progresso che ha visto protagonista la Cina negli ultimi decenni, il Governo e le organizzazioni sono attualmente impegnati a contrastare gli effetti negativi dello sviluppo sull'ambiente. Uno dei settori maggiormente responsabili del degrado ambientale è il commercio elettronico, oggi settore chiave dell’economia cinese. Dalla seconda metà degli anni ’80, la tecnologia gioca un ruolo fondamentale all'interno della società cinese e l’avvento dell’e-commerce, come una nuova modalità di vendita di prodotti e servizi, ha rivoluzionato il commercio tradizionale e le relative strategie di marketing. La consapevolezza di un futuro sempre meno pulito per le generazioni a venire, muove la necessità e l’urgenza di uno sviluppo più etico e sostenibile. Questo studio si propone di delineare alcune strategie di marketing attuabili dai leader del settore e-commerce per dar vita a uno sviluppo sostenibile e a ridotto impatto ambientale, con particolare attenzione al campo degli imballaggi. Al fine di portare avanti un’analisi esaustiva dell’argomento, la ricerca si apre con una panoramica sull'evoluzione del green e-commerce nel mondo, per poi approfondire lo studio nel contesto Cina e chiudere infine il discorso con qualche esempio di case studies relativi a strategie di marketing sostenibile attuate dai leader cinesi del settore. Ricerche future potrebbero essere volte a sostenere uno sviluppo della tecnologia e dell’e-commerce in linea con le esigenze ambientali e sociali attuali, ponendo come punto di partenza la reale consapevolezza delle persone e delle aziende verso i problemi esistenti.
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4

Bortolato, Alessio <1995&gt. "LE STRATEGIE DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE: IL CASO ACQUA MINERALE SAN BENEDETTO S.P.A". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20040.

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Resumen
Il tema dello sviluppo sostenibile ambientale è sempre più al centro dell’interesse internazionale. Negli ultimi decenni, le questioni ambientali si sono evolute dall’inquinamento e dall’esaurimento delle risorse naturali a questioni globali come il cambiamento climatico. Esse, oggigiorno, dominano il dibattito politico ed economico a causa del loro impatto negativo che esercitano sul pianeta e sulla vita degli esseri che lo popolano. In questo contesto le organizzazioni sono esposte a rischi di tipo operativo, finanziario, di conformità e di mercato che possono compromettere il rispettivo successo all’interno del settore di appartenenza. Le aziende, dunque, sono chiamate ad implementare una solida strategia ambientale per migliorare la loro competitività e gestire in modo proattivo i rischi e le opportunità correlate. Posta tale premessa, questa tesi individua e studia le diverse strategie di sostenibilità ambientale (Eco-efficienza, Leadership oltre la compliance, Eco-branding e Leadership di costo ambientale) che le imprese possono adottare all’interno della più ampia strategia aziendale complessiva dopo averle contestualizzate nello scenario geopolitico mondiale e nella letteratura in termini di “sostenibilità” e “responsabilità sociale d’impresa”. Tale ricerca risulterà funzionale per ottenere un inquadramento pratico all’interno del quale analizzare le strategie, le operazioni e gli investimenti intrapresi dall’azienda Acqua Minerale San Benedetto S.p.a. in tema di sostenibilità ambientale, con lo scopo di osservarne i risultati e comprenderne le motivazioni che hanno spinto l’organizzazione ad implementarle.
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5

Basso, Filippo <1998&gt. "LA SOSTENIBILITÁ NEL SETTORE FASHION Le strategie di sostenibilità nel settore Fashion: analisi case studies Stella McCartney e Balenciaga". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21850.

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Resumen
Il tema della sostenibilità sta diventando sempre più centrale a livello globale, questo perché gli attuali modelli di consumo e produzione hanno impatti negativi sul nostro pianeta che non sono sostenibili nel lungo termine. In particolare, il settore Fashion è il secondo principale responsabile, dopo il settore petrolifero, dei danni sociali e ambientali arrecati al pianeta; per questo motivo è necessario un maggiore impegno da parte di brand e consumatori del settore per raggiungere gli obbiettivi di sviluppo sostenibile. Il seguente elaborato nella prima parte analizzerà il tema della sostenibilità ed alcuni aspetti fondamentali per lo sviluppo sostenibile. Nel secondo capitolo del lavoro si analizzerà il settore Fashion, con particolare riferimento al mercato di lusso. Nella terza parte l’elaborato descriverà gli impatti ambientali e sociali del settore Fashion; approfondirà il concetto di sostenibilità nella moda definendo strategie e business model sostenibili andando ad analizzare aspetti di fondamentale importanza per raggiungere gli obbiettivi di sviluppo sostenibile anche in questo settore. Questo elaborato è stato scritto in un periodo caratterizzato da molte innovazioni e nuovi trend che stanno emergendo nel settore Fashion, per questo vi sarà un’analisi dei nuovi trend emergenti e del loro possibile impatto sulla sostenibilità, sottolineando ancora una volta lo stretto legame tra innovazione e sviluppo sostenibile. Infine si andranno ad analizzare due case studies: il primo caso studio riguarderà Stella McCartney del gruppo LVMH, brand che è stato uno dei primi a mettere la sostenibilità al centro della propria strategia; mentre nel secondo caso studio si analizzerà la strategia di Balenciaga del gruppo Kering, brand sempre più apprezzato dalle nuove generazioni e molto all’avanguardia per quanto riguarda le innovazioni digitali. Il seguente elaborato è stato svolto durante un periodo storico molto particolare, in quanto caratterizzato da una pandemia che ha colpito l’intero pianeta, per questo si andrà ad analizzare l’impatto di questo fenomeno sulla sostenibilità e sul settore Fashion, e si andranno inoltre ad approfondire le possibili evoluzioni post-pandemia, sperando che questa termini al più presto.
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6

DAL, NEGRO LUCIA. "Sostenibilità applicata: esplorando le strategie di Business Inclusivo attraverso le dimensioni spaziali ed istituzionali". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/2465.

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Resumen
Questo studio analizza i meccanismi di diffusione di iniziative di Inclusive Business secondo i principi della Teoria Base della Piramide (BOP). La ragione è quella di approfondire l’ipotesi che tali iniziative possano rappresentare un modello di policies a favore dello Sviluppo Sostenibile e Umano, a livello globale. Due variabili sono state analizzate: la replicabilità geografica dei modelli di inclusive Business e la presenza di un contesto istituzionale di supporto. Lo studio ha verificato l’ipotesi attraverso un’analisi qualitativa di due aziende (per la variabile geografica), quindici laboratori appartenenti al BOP Learning Lab Network (per la variabile istituzionale) e novantasei casi-studio del database UNDP Growing Inclusive Markets (per entrambe le variabili). I risultati indicano la presenza di barriere culturali, politiche, normative ed economiche che impediscono la replicabilità/diffusione di iniziative BOP. Dal punto di vista istituzionale, appare una scarsa integrazione dei rappresentanti delle comunità BOP all’interno delle istituzioni a loro supporto. Tuttavia, sono emersi due driver per la diffusione di iniziative BOP: reti migratorie e organizzazioni settoriali. Questi sono stati analizzati evidenziandone le potenzialità relativamente alla domanda di ricerca. Infine, sono state presentate questioni aperte derivanti dalla diffusione di meccanismi di Inclusive Business a livello globale, contestualizzandole in rapporto alla Teoria BOP.
This study wants to investigate the process of diffusion of Inclusive Businesses according to the principles of the Bottom of the Pyramid (BOP) theory. The rationale is to investigate whether the Inclusive Business approach may lead to a new policy framework addressing Sustainability needs and Human Development, at a global level. Two diffusion-related variables were tested: the geographical replication of Inclusive Business models and the presence of a supporting institutional landscape. The study verified the hypothesis through a qualitative analysis of two firms (geographical replication variable), sixteen labs from the BOP Learning Lab Network (supporting institutional landscape variable) and ninety-six case-studies of the UNDP Growing Inclusive Markets database (both variables). Results showed cultural, policy, regulatory and economic barriers hampering the geographical replication of BOP ventures. From the institutional point of view, results showed a poor integration of actors from the BOP within the supporting institutions. Yet, two drivers to diffuse the Inclusive Businesses emerged: migrant networks and sector-level organizations. Both were investigated highlighting their potentialities in relation to the research question. Finally, open issues on the diffusion of Inclusive Business models were presented, explaining their contribution in advancing the state of the art of the BOP theory.
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DAL, NEGRO LUCIA. "Sostenibilità applicata: esplorando le strategie di Business Inclusivo attraverso le dimensioni spaziali ed istituzionali". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/2465.

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Resumen
Questo studio analizza i meccanismi di diffusione di iniziative di Inclusive Business secondo i principi della Teoria Base della Piramide (BOP). La ragione è quella di approfondire l’ipotesi che tali iniziative possano rappresentare un modello di policies a favore dello Sviluppo Sostenibile e Umano, a livello globale. Due variabili sono state analizzate: la replicabilità geografica dei modelli di inclusive Business e la presenza di un contesto istituzionale di supporto. Lo studio ha verificato l’ipotesi attraverso un’analisi qualitativa di due aziende (per la variabile geografica), quindici laboratori appartenenti al BOP Learning Lab Network (per la variabile istituzionale) e novantasei casi-studio del database UNDP Growing Inclusive Markets (per entrambe le variabili). I risultati indicano la presenza di barriere culturali, politiche, normative ed economiche che impediscono la replicabilità/diffusione di iniziative BOP. Dal punto di vista istituzionale, appare una scarsa integrazione dei rappresentanti delle comunità BOP all’interno delle istituzioni a loro supporto. Tuttavia, sono emersi due driver per la diffusione di iniziative BOP: reti migratorie e organizzazioni settoriali. Questi sono stati analizzati evidenziandone le potenzialità relativamente alla domanda di ricerca. Infine, sono state presentate questioni aperte derivanti dalla diffusione di meccanismi di Inclusive Business a livello globale, contestualizzandole in rapporto alla Teoria BOP.
This study wants to investigate the process of diffusion of Inclusive Businesses according to the principles of the Bottom of the Pyramid (BOP) theory. The rationale is to investigate whether the Inclusive Business approach may lead to a new policy framework addressing Sustainability needs and Human Development, at a global level. Two diffusion-related variables were tested: the geographical replication of Inclusive Business models and the presence of a supporting institutional landscape. The study verified the hypothesis through a qualitative analysis of two firms (geographical replication variable), sixteen labs from the BOP Learning Lab Network (supporting institutional landscape variable) and ninety-six case-studies of the UNDP Growing Inclusive Markets database (both variables). Results showed cultural, policy, regulatory and economic barriers hampering the geographical replication of BOP ventures. From the institutional point of view, results showed a poor integration of actors from the BOP within the supporting institutions. Yet, two drivers to diffuse the Inclusive Businesses emerged: migrant networks and sector-level organizations. Both were investigated highlighting their potentialities in relation to the research question. Finally, open issues on the diffusion of Inclusive Business models were presented, explaining their contribution in advancing the state of the art of the BOP theory.
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Ghezzi, Tiziana <1988&gt. "Traduzione e commento di alcuni articoli sul settore del turismo in Cina: nuove tendenze e strategie di sostenibilità". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4584.

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Il presente lavoro di tesi consiste nella traduzione dal cinese all’italiano di tre articoli accademici sullo sviluppo del turismo in Cina, con particolare attenzione alle tendenze più recenti, come l’eco-turismo, il turismo rurale, il turismo culturale. Il primo testo è un paper presentato dalla Hebei University of Engineering in occasione di un forum internazionale sulla gestione delle risorse turistiche; attraverso il metodo di analisi SWOT, sono evidenziate le principali caratteristiche del turismo cinese, nonché le strategie politiche adottate per un suo sviluppo equilibrato e sostenibile. Il secondo testo è un articolo accademico pubblicato sul mensile Progress in Geography della Chinese Academy of Sciences; il tema trattato è il turismo rurale, che da un lato risponde alle nuove esigenze del turista moderno, dall’altro permette lo sviluppo di aree economicamente arretrate e tendenzialmente prive di incentivi e supporto finanziario. Il terzo testo è uno studio di ricerca pubblicato sul periodico accademico Tourism Tribune; attraverso il case study della Grande Muraglia di Mutianyu, l’articolo esplora la relazione tra heritage tourism e turismo rurale, evidenziandone i benefici in termini di benessere e crescita economica, ma anche gli impatti negativi sull’ambiente e sulla società. Gli articoli, destinati alla pubblicazione accademica e rivolti a un pubblico di specialisti del settore, sono testi informativi caratterizzati da un alto grado di specializzazione e dall’impiego di una terminologia specifica afferente a diversi settori tra cui quello economico, agricolo, sociologico, ingegneristico, turistico ed ecologico. La seconda parte della tesi consiste in un commento che illustra la macrostrategia traduttiva adottata, identificando tipologia testuale, funzione, dominante e lettore modello, per poi analizzare le microstrategie impiegate per risolvere specifici problemi traduttivi con l’ausilio di un corpus di esempi significativi.
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9

MALETTI, LAURA. "Strategie di recupero valorizzativo per la sostenibilità in ambito agrifood e metodologie di caratterizzazione dei prodotti da bioraffineria". Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2022. http://hdl.handle.net/11380/1278301.

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Resumen
Questo lavoro di ricerca si pone obiettivi che coniugano i principi di economia circolare, bioeconomia e sostenibilità in ambito agrifood, per individuare percorsi di recupero valorizzativo di scarti agroindustriali mediante un approccio tipico delle applicazioni di bioraffineria. Il focus principale è dedicato alle grandi produzioni massive di Cucurbitaceae, con particolare riferimento alle cultivar di Citrullus Lanatus (cocomero) e Cucumis Melo (melone), poiché il comparto agroalimentare rappresentato da queste colture primarie genera immense quantità di materiali di scarto lungo tutta la filiera ‘from farm to fork’. L’idea cardine del progetto di dottorato consiste nella possibilità di estendere la catena del valore, che attualmente sembra interrompersi con l’abbandono in pieno campo dei prodotti di scarto, o di quelli genericamente devalorizzati per non conformità morfologica, per sovraproduzione o sovramaturazione, ripristinandone la continuità mediante trasformazioni dei cascami recuperati. Le sfide dell’innovazione tecnologica di prodotto e di processo per l’agroalimentare, consentirebbero di utilizzare questi materiali per trasformazioni in ogni direzione, comunque tutte orientate secondo i target di programma dell’Agenda 2030. Pur riconoscendo la valenza strategica dell’intero contesto di cambiamento identificato dal programma ONU, abbiamo scelto di cogliere alcune delle maggiori sfide per convertirle in grandi opportunità operando sempre lungo le direttrici di contesto food&feed, trascurando gli aspetti direttamente connessi col recupero energetico da biomasse residuali e la valorizzazione mediante processi di compostaggio. Pertanto, mediante efficace frazionamento a partire dalle matrici selezionate, è stato possibile ricavare: ● fibre alimentari di origine cellulosica, sia naturali tal quali, sia sbiancate per trattamenti con H2O2, fibre rosse ad alto contenuto di licopene; ● licopene da fibre rosse, ed altri pigmenti-coloranti naturali da altre frazioni e sottoprodotti da esocarpo; ● olio da germoplasma dei semi di Citrullus, e ● farina amido-proteica residuale post-estrazione dell’olio dai semi medesimi; ● prodotti di acetificazione del succo zuccherino estratto dall’endocarpo del cocomero; ● prodotti della canditura a partire dalla frazione mesocarpo (albedo) del cocomero. Per la caratterizzazione estesa delle diverse frazioni, abbiamo applicato una varietà di tecniche strumentali, metodologie analitiche e chimico-fisiche, compresa la preparativa adeguata dei campioni, che si possono così riassumere:  spettroscopia UV-Vis sia su campioni in stato solido che in soluzione, anche per la valutazione del punto colore con metodo CIELab;  tecniche cromatografiche GC-MS, SPME-GC-MS, HPLC-DAD, HPLC-MS;  analisi elementare (CHNS);  metodi termici di analisi (TG/DTG/DTA/DSC);  Water Holding Capacity (WHC);  analisi ICP-OES per la valutazione del contenuto di metalli;  analisi morfologica con tecniche di superficie (SEM). A chiusura delle attività di dottorato, possiamo rivolgere uno sguardo critico ai target conseguiti. Estendere la catena del valore ai materiali di scarto può consentire di acquisire competitività per il sistema agrifood, ma solo a fronte di sforzi adeguati per investimenti in ricerca ed innovazione. L’analisi riportata descrive alcune caratteristiche strutturali di un comparto produttivo che, in ambito regionale e nazionale, è correlato alle performance del sistema agroalimentare sovradimensionato, poiché tende a sprecare risorse pre-waste ancora facilmente recuperabili. Proiettare questi risultati, che esprimono potenzialità competitive, in un orizzonte produttivo grintoso e di consumo ragionato, potrà garantire anche solo un piccolo contributo fattivo alla sostenibilità alimentare globale.
This research work sets objectives that combine the principles of circular economy, bioeconomy and sustainability in the agrifood field, to identify strategies for the enhancement of agro-industrial waste through a typical approach of biorefinery applications The main focus is dedicated to the large productions of Cucurbitaceae, with particular reference to the cultivars of Citrullus Lanatus (watermelon) and Cucumis Melo (melon), since the agri-food sector represented by these primary crops generates huge quantities of waste materials along the entire supply chain “from farm to fork”. The key idea of the PhD project consists in the possibility of extending the value chain, which currently seems to be interrupted with the abandonment of waste products in the open field, or those generically devalued due to morphological non-compliance, for over-production or over-ripening, restoring its continuity through the transformation of recovered material. The challenges of product and process technological innovation for the agrifood sector, would allow the use of these materials for transformations in any direction, anyhow all oriented according to the program targets of the 2030 Agenda. While recognizing the strategic value of the whole context of change identified by the ONU program, we have chosen to seize some of the major challenges to turn them into great opportunities, always operating along the guidelines of the food&feed context, neglecting the aspects directly related to energy recovery from residual biomass and the enhancement through composting processes. Therefore, through effective fractionation steps starting from the selected matrices, it was possible to obtain: ● dietary fibers of cellulosic origin, either natural “as it is”, or bleached through treatments with H2O2, red fibers with a high lycopene content; ● lycopene from red fibers, and other natural pigments-dyes from other fractions and by-products from the exocarp; ● germplasm oil from Citrullus seeds, and ● proteic-starchy flour (residue of the oil extraction) from the kernel of the same seeds; ● acetification products of the sugary juice extracted from the endocarp of the watermelon; ● candying products starting from the watermelon mesocarp (albedo). For the extended characterization of the different fractions, we have applied several instrumental techniques, analytical and chemical-physical methodologies, including the proper preparation of the samples, which can be summarized as follows:  UV-Vis spectroscopy both on samples in solid state and in solution, also for the evaluation of the color point with the CIELab method;  chromatographic techniques GC-MS, SPME-GC-MS, HPLC-DAD, HPLC-MS;  elemental analysis (CHNS);  thermal analysis (TG/DTG/DTA/DSC);  Water Holding Capacity (WHC);  ICP-OES analysis for the evaluation of the metal content;  morphological analysis using surface techniques (SEM). At the end of the PhD activities, we can take a critical look at the targets achieved. Extending the value chain to waste materials can make it possible to acquire competitiveness for the agrifood system, but only if adequate efforts are made for investments in research and innovation. The reported analysis describes some structural features of a production sector that, at a regional and national level, is related to the performance of an oversized agrifood system, since it tends to reject pre-waste resources that are still easily recoverable. Projecting these results, which express competitive potential, in a gritty productive horizon and of reasoned consumption, can guarantee even only a small effective contribution to global food sustainability.
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D’Amico, Antonio. "Il concetto di "green building": strategie ed esempi per la valutazione della sostenibilità in edilizia". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2948/.

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Panarella, Sara <1997&gt. "L’obiettivo “Spreco Zero” nel settore agroalimentare. Il ruolo dei retailer e la valutazione delle strategie di sostenibilità". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19733.

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Resumen
La filiera agroalimentare risulta avere un ruolo rilevante in termini economici, sociali e culturali, ma al contempo in essa si rileva uno dei maggiori problemi mondiali del nostro millennio: il fenomeno dello spreco alimentare. L’elaborato fornisce un’iniziale panoramica relativamente all’agri-food supply chain, evidenziando soprattutto gli attori che vi operano e le attività poste in essere; in particolare, ci si focalizza sulla fase della distribuzione al dettaglio, che risulta assumere un ruolo cruciale in termini di collegamento, influenza ed innovazione lungo tutta la filiera. Successivamente viene analizzato il fenomeno dello spreco alimentare, evidenziando gli impatti e le cause principali relativamente alle singole fasi della filiera; tutto ciò è utilizzato come base di partenza per presentare la filosofia dello Spreco Zero che si costruisce sul concetto di sviluppo sostenibile, al fine di fronteggiare questa grande problematica globale e instaurare cicli virtuosi che consentano dei risvolti positivi in termini economici, ambientali e sociali. Partendo proprio dalle best practices dei retailer in quest’ambito, ma anche dalle innovazioni che si stanno diffondendo e i trend futuri, viene fornita un’analisi delle rendicontazioni di sostenibilità in termini di obiettivi fissati e risultati ottenuti relativi ad un campione di distributori al dettaglio individuati come leader del mercato nazionale italiano o internazionale. L’obiettivo della tesi, infatti, è individuare se e come le strategie implementate da questi ultimi permettano una riduzione dello spreco alimentare e un orientamento allo Spreco Zero, non solo all’interno della fase ma lungo tutta la filiera agroalimentare; per questo motivo verrà utilizzato il modello Analytic Hierarchy Process (AHP) applicato sulle aziende campione e le informazioni qualitative raccolte e analizzate, potendo in questo modo valutare le strategie, in termini di grado di impegno profuso da ogni azienda, per la lotta allo spreco alimentare.
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ZATTA, ELISA. "Reuse Design Project: Strategie e strumenti per il riuso di elementi edilizi in architettura come preservazione delle risorse materiali". Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/11578/302256.

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Resumen
La tesi di ricerca approfondisce il tema del riuso di prodotti e componenti edilizi quale strategia circolare e sostenibile per la gestione del costruito. Essa muove dalla duplice potenzialità che tale processo presenta attraverso la conservazione delle risorse materiali, limitando gli impatti dettati dalla produzione di rifiuti da costruzione e demolizione, nonché preservando, attraverso la conservazione formale e funzionale dell’elemento nella sua integrità, la cultura materiale che lo ha prodotto. Partendo dal quadro teorico e dello stato dell’arte, la tesi si struttura attraverso quattro linee di indagine parallele e complementari, mirate a restituire la complessità del tema secondo una visione quanto più possibile trasversale. La prima definisce il contributo dei processi di riuso a una sostenibilità intesa non solo in ottica ambientale, ma anche sociale, culturale ed economica. La seconda esamina il valore conferito alla pratiche di reimpiego da parte dei progettisti contemporanei, evidenziando come essi vi individuino un significato culturale, al quale si associano ragioni di matrice ambientale, etico-sociale o di potenzialità espressiva. La terza linea di indagine approfondisce le incongruenze e lacune della cornice normativa europea relativa al tema, individuando le ricadute di questo quadro sulle problematiche pregresse del settore. La quarta esamina la potenziale applicazione di questa strategia a scala urbana, definendo il Reuse Design Project quale “processo progettuale che, a partire dalla formulazione del concept di un nuovo edificio fino alla sua costruzione, prevede, studia e compie l’integrazione nello stesso di prodotti e componenti edilizi, derivanti da altre costruzioni, che il progettista individua e ritiene adeguati al progetto”. Gli esiti della ricerca consentono di determinare l’idoneità del riuso di prodotti e componenti edilizi quale strumento sostenibile per la gestione del costruito esistente, promuovendo la potenziale diffusione futura di tale approccio. Oltre a identificare suggerimenti e azioni da intraprendere in ambito normativo per favorire il reimpiego, la tesi propone degli strumenti operativi volti a massimizzare l’efficiacia del Reuse Design Project. L’applicazione di tali strumenti, simulata su di un caso studio reale, consente non solo di esaminarne gli esiti in termini di processo progettuale, ma anche di confrontarli con quelli di uno scenario convenzionale sotto il profilo della fattibilità tecnico-economica e degli impatti incorporati. L’analisi dei risultati ottenuti evidenzia i caratteri innovativi propri dell’approccio progettuale volto al riuso di elementi edilizi, delle figure professionali coinvolte e della gestione del processo di decostruzione, nonché la formazione di tipo culturale necessaria per promuovere questa strategia nella pratica di architettura.
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Tassi, Matteo. "UP: Strategie di valorizzazione e networking delle realtà minori. Una proposta per i borghi della provincia di Pesaro-Urbino". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Resumen
La tesi tratta di aree interne, di Borghi, e delle strategie di networking per la loro tutela e valorizzazione territoriale. Si compone di 4 parti: 1 - Vengono introdotti i concetti di patrimonio, perifericità e si inquadrano le realtà dei borghi: in particolare, la dicotomia fra pericolo di marginalizzazione e l’opportunità di rilancio economico e sociale fornita dal settore turistico. 2 - Si ripercorrono le politiche per le aree interne del Paese, con uno sguardo agli approcci sistemici ed integrati, che suggeriscono cooperazione fra comuni, partecipazione, tutela paesaggistica, sostenibilità e marketing territoriale. Si indaga il turismo dei borghi come nicchia del settore, una vetrina magnetica ma anche un rischio di mercificazione e snaturamento. 3 - Viene realizzata una catalogazione di buone pratiche di rilancio dei Borghi a livello nazionale, gerarchizzate secondo il principio di Equità. La schedatura è strutturata mediante l’utilizzo di categorie, tipologie specifiche, e annessi esempi concreti. Le iniziative sono analizzate e valutate secondo prospettive fornite da tematiche trasversali, che hanno permesso di ponderare le potenzialità delle azioni, per una futura implementazione e per la costituzione di un modello ripetibile. 4 - In questa parte progettuale, è proposta una strategia di networking nel territorio della provincia di Pesaro e Urbino, appoggiandosi al circuito “I Borghi più belli d’Italia” e al concetto di policentrismo urbano: UP crea una rete territoriale, in cui i nodi son rappresentati da Borghi e capoluoghi di provincia; le singole maglie diventano itinerari plasmabili a seconda delle esigenze del turista. Si rivelano in realtà un pretesto per approfondire capillarmente la conoscenza del territorio e per incoraggiare la cooperazione fra le municipalità interessate. I percorsi proposti presentano spunti di riflessione sull’ambito in oggetto e proposte progettuali per implementare l’accessibilità e l’infrastrutturazione della rete.
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Fuligni, Federica. "Strategie di riqualificazione urbana sostenibile della vivienda social. Linee guida per il quartiere di Casas Viejas, Santiago del Cile". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/9997/.

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"Non possiamo permettere l'utilizzo del [tessuto] urbano come strumento per la produzione di iniquità e trasferimenti, incapaci di vedere l'importanza e la difficoltà di creare uno spazio attivo che sia equo, ecologico ed economico" (Schafran, 2014). In un contesto di emergenza ambientale globale e considerando le problematiche degli insediamenti popolari sudamericani, la presente ricerca propone l’introduzione del concetto di sostenibilità urbana come fattore di miglioramento di un quartiere della periferia del Gran Santiago. Il caso studio è interessante in quanto la politica cilena si muove in direzione di maggiore consapevolezza per i temi ambientali, pur dovendo ancora risolvere problemi di segregazione e scarsa qualità nella “vivienda social”. La presente ricerca è quindi finalizzata ad individuare una matrice composta da linee guida di sostenibilità riferite alla scala di quartiere, come strategia per rispondere ai problemi socio-residenziali, oltre alle imperanti esigenze di maggiore sostenibilità ambientale. A tale scopo è necessario fare riferimento a sistemi di valutazione adeguati: analizzando quelli utilizzati in ambito nazionale e internazionale, si ricava una matrice di 106 linee guida, 16 criteri e 3 ambiti principali di interesse. È questo lo strumento utilizzato per la diagnosi del caso studio. In base alle criticità emerse e alle necessità dell’area emergono due strategie principali su cui si articola la proposta progettuale di riqualificazione del quartiere: implementare dotazioni di servizi e aree verdi e introdurre tecnologie e misure ecofriendy, col fine di generare identità e migliorare la qualità di vita nel quartiere.
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Montagner, Maria Giovanna <1978&gt. "Gli agro-eco-paesaggi come risorse strategiche per l'innovazione del sistema turistico: casi di studio: la Provincia di Venezia e la Camargue (F): processi partecipativi e strategie pubblico-privato per utilizzo e fruizione integrata dei beni ambientali e territoriali". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2010. http://hdl.handle.net/10579/1006.

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Il focus della ricerca è rappresentato dall’innovazione del sistema turistico mediante l’integrazione con il settore agricolo grazie alla valorizzazione e fruizione degli agro-eco-paesaggi: tipologia paesaggistica frutto della commistione di risorse naturali ed antropiche proprie di quel determinato territorio. L’individuazione dei paradigmi che hanno condotto alla formazione degli attuali modelli di sviluppo turistico – in particolar modo balneare - e agricolo ha permesso di de-costruirli al fine di predisporre un nuovo sistema turistico integrato costa-entroterra, fondato su politiche, strutture e strumenti, volti alla sostenibilità integrata. La creazione di un sistema integrato e l’aumentare delle risorse e dei soggetti coinvolti nella filiera turistica, conduce inevitabilmente a conflitti socio-ambientali, che vanno gestiti attraverso processi decisionali inclusivi e partecipativi. La scelta dei casi di studio (Provincia di Venezia e Camargue) risponde alla necessità da un lato di ancorare il neologismo paesaggistico ad un caso applicativo e dall’altro di portare un esempio concreto di gestione del territorio di tipo integrato e partecipativo.
The innovation of the Tourist System through the integration with the agricultural sector, thanks to the valorisation and fruition of the agro-eco-landscapes (a new typology of landscape the result of the mix of natural and anthropogenic resources of that specific territory) is the focus of the research. The discovery of the paradigms that have originated many actual models of touristic – seaside in particular - and agricultural developments has allowed the research to deconstruct them, in order to propose a “new integrated coast-hinterland tourist system” based on policies, structures and tools aimed at an integrated sustainability. The creation of an integrated system and, therefore, the increase of the resources and of those subjects involved in the touristic sector, inevitably leads to socio-environmental conflicts that must be managed through participatory and inclusive decision-making processes. The choice of case studies (Province of Venice and Camargue) meets the need, on the one hand, to anchor the landscape neologism to an application case and, on the other, to suggest a concrete example of an integrated and partecipatory territorial management.
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Jimenez, Oscar Ivan <1988&gt. "Il budget come strumento strategico decisionale in un’ottica di sostenibilità". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4087.

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In questa tesi si vuole affrontare il tema del budget d’impresa in un’ottica di sostenibilità, come supporto all’attività gestionale dei manager. Questo strumento, espressione quantitativa della programmazione aziendale, è uno dei molteplici strumenti a disposizione del management aziendale per la gestione efficace ed efficiente d’impresa. Saranno dunque analizzati il sistema di controllo di gestione e le metodologie per la redazione di tale documento. In un ambiente caratterizzato da una forte dinamicità e perturbazione, vi è la necessità di programmare la gestione aziendale, non in maniera rigida, ma flessibile in mondo da renderlo uno strumento di fondamentale utilizzo. L’affermarsi di nuovi paradigmi come quello della sostenibilità e le sempre più frequenti istanze degli stakeholder alle imprese, hanno provocato una maggiore attenzione da parte del mondo imprenditoriale ai temi della Corporate Social Responsibility. La CSR, in quanto espressione dello sviluppo sostenibile in ambito aziendale, oggi più che mai permea la cultura d’impresa nelle sue più svariate sfaccettature. L’azienda dunque non è più orientata solo al raggiungimento del profitto come unico obiettivo aziendale, ma quest’ultimo deve essere bilanciato, esprimendo appunto il risultato economico come frutto di tre variabili, che giocano un ruolo fondamentale nel successo d’impresa: l’economicità, la variabile sociale e l’ambiente. Sarà evidenziato il supporto del sistema di controllo a questo scopo e l’importanza che questo venga integrato nelle strategie di CSR, che possono variare a seconda della concezione strategica data a quest’ultima. Un particolare approfondimento, sarà effettuato per quanto riguarda la variabile ambientale in un’ottica di sostenibilità d’impresa. Il mondo aziendale e l’economia in particolare sono stati accusati di essersi finora occuparti della natura del valore e non del valore della natura, che come si vedrà gioca un ruolo fondamentale all’interno del tema dello sviluppo sostenibile. Questa non deve essere vista come un ostacolo al raggiungimento degli obiettivi aziendali, ma come una dimensione fondamentale, che può essere concepita come un vantaggio competitivo per le imprese.
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Waccher, Chiara <1994&gt. "La sostenibilità come driver di innovazione strategica: il caso Intesa San Paolo". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16565.

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I nuovi modelli organizzativi come evoluzione del pensiero manageriale verso un'ottica più sostenibile. Il caso di Intesa San Paolo come esempio virtuoso dell'implementazione di politiche sostenibili.
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Gallino, Luca. "Misura comparativa delle performance nazionali e regionali di sostenibilità verso la strategia Europa 2020". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3230/.

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Il lavoro valuta le prestazioni di 14 stati membri dell'Unione Europea, la quale attraverso la strategia Europa 2020 propone il raggiungimento di 8 target fondamentali per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva entro il 2020. I target riguardano l'occupazione, il tasso d'istruzione superiore, la percentuale di energia rinnovabile, il consumo energetico, le emissioni di gas serra, la spesa in ricerca e sviluppo, la povertà , il prematuro abbandono scolastico. A tali target corrispondono indicatori che sono annualmente censiti attraverso le autorità statistiche nazionali ed Eurostat. La misura della performance degli Stati è stata effettuata mediante il calcolo della distanza dal target di ciascun paese negli anni compresi tra il 2000 e il 2009. In particolare si è effettuato, adattandolo alle esigenze del lavoro, il calcolo della distanza euclidea e della distanza di Mahalanobis. Con le limitazioni dovute alla qualità dei dati disponibili e ad una difficoltà oggettiva di stabilire una linea di base, il lavoro ha permesso di dare un giudizio alla qualità dello sforzo compiuto da ciascun paese per raggiungere i target, fornendo un quadro analitico e articolato dei rapporti che intercorrono tra i diversi indicatori. In particolare è stato realizzato un modello relazionale basato su quattro indicatori che sono risultati essere correlati e legati da relazioni di tipo causale. I risultati possono essere sintetizzati come segue. La strategia Europa 2020 sembra partire da buone basi in quanto si è potuto osservare che in generale tutti gli stati membri osservati, Europa a 15, mostrano avere un miglioramento verso i loro rispettivi target dal 2005. Durante gli anni osservati si è notato che il range temporale 2005 e 2008 sembra essere stato il periodo dove gli stati hanno rallentato maggiormente la loro crescita di performance, con poi un buon miglioramento nell'anno finale. Questo miglioramento è stato indagato ed è risultato essere coincidente con l'anno di inizio della crisi economica. Inoltre si sono osservate buone relazioni tra il GDP e gli indicatori che hanno contribuito alla diminuzione delle performance, ma il range di riferimento non molto ampio, non ha permesso di definire la reale correlazione tra il GDP e il consumo energetico ed il GDP e l'investimento in ricerca e sviluppo.
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Monterosso, Chiara <1997&gt. "Il modello del Business Plan e la pianificazione strategica in ottica di sostenibilità ambientale". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20401.

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La necessità di restare al passo con i cambiamenti che si susseguono sempre più in modo veloce e dinamico, ha portato le realtà aziendali a dover continuamente rivedere la propria organizzazione e le sue strategie per acquisire o continuare a mantenere una posizione di vantaggio competitivo. Per questo, la possibilità di seguire un preciso processo strategico, che permetterà di definire in modo dettagliato la strategia da implementare, aiuterà le realtà aziendali a tenere in considerazione tutti i fattori endogeni ed esogeni che potrebbero influenzarla. All’inizio del processo strategico la strategia è rappresentata da un flusso di idee astratte, per questo è necessario che le organizzazioni abbiano a disposizione uno strumento che permetta di tradurre per iscritto tali idee, ovvero il Business Plan, un documento che racchiude al suo interno un piano d’azione che segue le intenzioni dei vertici aziendali e la direzione verso cui vorranno portare l’azienda nel medio-lungo periodo. Il Business Plan si compone di varie parti che descrivono la struttura di un’organizzazione e dei suoi piani d’azione, e soprattutto negli ultimi anni ha dovuto introdurre anche il concetto di sostenibilità, un tema che si sta facendo sempre più spazio all’interno delle realtà aziendali visti gli impegni presi sia a livello europeo che internazionale dagli stati nazionali. Verrà quindi introdotto il termine di Sistema di Gestione Ambientale (SGA), uno strumento che supporta un’organizzazione nel rispetto delle normative vigenti in ambito ambientale attraverso un modello che punta a migliorare in modo continuativo le prestazioni ambientali grazie ad una pianificazione PDCA, ovvero Plan-Do-Check-Act. Una successione di fasi che si avvicina molto al processo strategico elaborato per realizzare una qualsiasi strategia e il relativo Business Plan. Le due normative a cui le organizzazioni fanno riferimento per gestire la propria politica ambientale e per redigere il Sistema di Gestione Ambientale (SGA) sono il Regolamento EMAS III e la Certificazione UNI EN ISO 14001:2015, le quali permettono di ottenere un certificato di conformità del Sistema di Gestione Ambientale (SGA) adottato dall’organizzazione. Oltre a prevedere un piano d’azione per implementare la strategia elaborata, il Business Plan è anche un utile mezzo di comunicazione. Infatti, viene utilizzato anche per comunicare con l’esterno un eventuale progetto, in particolare parla agli stakeholder, ovvero quei soggetti definiti “portatori di interesse” che mostrano attenzione verso un determinato progetto di business che un’azienda ha deciso di perseguire e in che modo ha scelto di farlo. L’obiettivo del coinvolgimento degli stakeholder, ovvero il cosiddetto stakeholder engagement, è quello di conoscere le loro aspettative e di fornire precise informazioni sui propri progetti e strategie verso l’esterno per rispondere alle esigenze di tali stakeholder. Una volta comunicati agli stakeholder gli obiettivi prefissati che l’organizzazione punta a raggiungere, è necessario raccogliere informazioni sui risultati ottenuti con l’implementazione della strategia elaborata. In un’ottica di sostenibilità e di politiche ambientali interne, si parla di rendicontazione ambientale e dei relativi strumenti che hanno definito e introdotto degli standard di rendicontazione della performance sostenibile che qualsiasi tipo di organizzazione può applicare al suo interno. Se si volesse combinare il tema della sostenibilità con le modalità con cui viene sviluppata una strategia, ovvero tramite la sequenzialità del processo strategico e l’elaborazione di un piano d’azione prendendo spunto dal modello del Business Plan, si può giungere alla realizzazione del cosiddetto Piano di Sostenibilità, con il quale un’organizzazione può comunicare all’esterno idee, progetti, obiettivi e priorità seguendo una nuova prospettiva, ovvero quella sostenibile.
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Zambelli, Matteo. "Riposizionamento e sviluppo di una piattaforma relazionale - il caso Acquistiverdi.it". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Il presente elaborato tratta il tema del green marketing e più specificamente del riposizionamento della piattaforma relazionale green Acquistiverdi.it; sito web appartenente all’azienda Punto 3 s.r.l per la quale ho svolto un tirocinio. Partendo da un'analisi iniziale degli obiettivi da raggiungere, ho condotto analisi di mercato al fine di sviluppare una strategia di marketing. La tesi è suddivisa in 3 capitoli: il primo capitolo è di introduzione e si concentra su nozioni teoriche riguardanti il green marketing; il secondo descrive la situazione attuale dell'azienda; il terzo propone la strategia di marketing.
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Garon, Silvia <1995&gt. "Sostenibilità: le principali strumentazioni di integrazione al livello di programmazione e controllo e al livello strategico. Il caso studio Nespresso". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15758.

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La presente tesi ha lo scopo di introdurre e analizzare le principali strumentazioni attualmente sviluppate per l'implementazione della sostenibilità al livello di programmazione e controllo e i principali mezzi di comunicazione verso gli stakeholder, comprendendo il funzionamento attraverso il caso pratico Nespresso. Infatti, poiché la rilevanza dello sviluppo sostenibile nell'epoca attuale riveste un ruolo centrale, il presente elaborato si prefigura l'obiettivo di analizzare le principali iniziative volontarie di riscontro globale che hanno influito nell'integrazione sostenibile all'interno della sfera aziendale. Successivamente, attraverso la descrizione delle principali strumentazioni di programmazione e controllo, la ricerca esamina le potenziali soluzioni potenzialmente integrabili all’interno della realtà imprenditoriale, sia al livello teorico che pratico. In conclusione, grazie al caso studio Nespresso vengono evidenziate le reali e concrete strumentazioni e iniziative che possono essere adottate, affinché lo sviluppo sostenibile possa essere considerato parte attiva e integrate della strategia e dei valori aziendali.
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MORUZZI, ROMINA. "I consumatori di fronte ai paradossi dell’offerta di prodotti alimentari sostenibili. Uno studio comparativo tra Francia e Italia". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1729.

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Questo studio si propone di esplorare i paradossi esistenti nell’offerta di prodotti alimentari sostenibili e, di conseguenza, i comportamenti (strategie di coping) (Lazarus e Folkman, 1984) adottati dai consumatori al momento di tale percezione. A questo scopo abbiamo adattato il modello concettuale di Mick e Fournier (1998), sviluppato inizialmente per i paradossi delle tecnologie moderne, al contesto dell’Alimentazione sostenibile. A livello metodologico, è stata realizzata un’inchiesta qualitativa presso 84 individui “ordinari” (non militanti) in Francia e Italia. In più, sono stati interrogati 18 soggetti (individui militanti) che fanno abitualmente i loro acquisti presso la rete dell’AMAP, in Francia, e dei GAS in Italia. Le interviste semi-strutturate hanno permesso di mettere in luce delle differenze tra i consumatori “ordinari” dei due Paesi da un punto di vista delle strategie di coping evocate per superare i paradossi percepiti. Così abbiamo proposto tre profili di consumatori “ordinari”. Al contrario gli individui militanti si avverano come un gruppo più omogeneo tra i due contesti d’indagine, sia a livello di percezione di paradossi sia nell’adozione di pratiche sostenibili. La ricerca ha, altresì, evidenziato delle caratteristiche più specifiche alle due nazioni, per esempio a livello della struttura di mercato, della comunicazione sui prodotti sostenibili, nonché nell’ottica delle caratteristiche socioculturali. Pertanto questo studio ha avuto tre obiettivi: teorico al fine di verificare i paradossi elencati e le strategie di coping adottate dai consumatori francesi e italiani; metodologico adattando gli “ingranaggi” del modello concettuale di Mick e Fournier (1998) al contesto specifico di ricerca; e poi pratici allo scopo di distinguere degli elementi frenanti la diffusione dell’offerta sostenibile e altri che possano favorire lo sviluppo di un consumo sostenibile in ciascun Paese, come attraverso un’offerta più mirata agli aspetti ambientali in Francia ("filière nord/nord" di agricoltori francesi equo-solidali, biologici e locali) e delle produzioni più legate agli aspetti etici in Italia (ex. prodotti di economie solidali).
This study aims to explore existing paradoxes in the offer of food sustainable products and consequently consumers’ behaviours (coping strategies) (Lazarus and Folkman, 1984) at the time of this perception. For this purpose, the theoretical model of Mick and Fournier (1998), built initially for studying the paradoxes of modern technologies, were adapted to sustainable food consumption. At methodological level, a qualitative survey was conducted among 84 “ordinary” consumers in France and Italy. Later other 18 subjects, usually involved into sustainable purchases (participants of AMAP, GAS), were interviewed. The semi-structured interviews shed light on some differences between “ordinary” consumers of the two countries when they adopted coping strategies to go beyond perceived paradoxes. Thus we proposed three ordinary consumers’ profiles. On the contrary engaged individuals are like a more homogeny group going over national boundaries. They agree with paradoxes and sustainable practices. In addition, the research pointed out some divergent aspects connected with specific context, for instance market of sustainable food products, communication over this offer and social cultural characteristics. Finally, this work had three objectives: theoretical to verify the paradoxes listed and evocated consumers’ strategies by French and Italian consumers; methodological regarding the adaptation of the conceptual model “gears” of Mick et Fournier (1998) to the context of sustainable consumption; and then practical ones such as identification of barriers for developing sustainable consumption and specific possible ways of growth: more attention to environmental aspects in France (“filière nord/nord” of organic, fairly, local French peasants) and ethics products in Italy (products issued from social economies).
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MORUZZI, ROMINA. "I consumatori di fronte ai paradossi dell’offerta di prodotti alimentari sostenibili. Uno studio comparativo tra Francia e Italia". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1729.

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Questo studio si propone di esplorare i paradossi esistenti nell’offerta di prodotti alimentari sostenibili e, di conseguenza, i comportamenti (strategie di coping) (Lazarus e Folkman, 1984) adottati dai consumatori al momento di tale percezione. A questo scopo abbiamo adattato il modello concettuale di Mick e Fournier (1998), sviluppato inizialmente per i paradossi delle tecnologie moderne, al contesto dell’Alimentazione sostenibile. A livello metodologico, è stata realizzata un’inchiesta qualitativa presso 84 individui “ordinari” (non militanti) in Francia e Italia. In più, sono stati interrogati 18 soggetti (individui militanti) che fanno abitualmente i loro acquisti presso la rete dell’AMAP, in Francia, e dei GAS in Italia. Le interviste semi-strutturate hanno permesso di mettere in luce delle differenze tra i consumatori “ordinari” dei due Paesi da un punto di vista delle strategie di coping evocate per superare i paradossi percepiti. Così abbiamo proposto tre profili di consumatori “ordinari”. Al contrario gli individui militanti si avverano come un gruppo più omogeneo tra i due contesti d’indagine, sia a livello di percezione di paradossi sia nell’adozione di pratiche sostenibili. La ricerca ha, altresì, evidenziato delle caratteristiche più specifiche alle due nazioni, per esempio a livello della struttura di mercato, della comunicazione sui prodotti sostenibili, nonché nell’ottica delle caratteristiche socioculturali. Pertanto questo studio ha avuto tre obiettivi: teorico al fine di verificare i paradossi elencati e le strategie di coping adottate dai consumatori francesi e italiani; metodologico adattando gli “ingranaggi” del modello concettuale di Mick e Fournier (1998) al contesto specifico di ricerca; e poi pratici allo scopo di distinguere degli elementi frenanti la diffusione dell’offerta sostenibile e altri che possano favorire lo sviluppo di un consumo sostenibile in ciascun Paese, come attraverso un’offerta più mirata agli aspetti ambientali in Francia ("filière nord/nord" di agricoltori francesi equo-solidali, biologici e locali) e delle produzioni più legate agli aspetti etici in Italia (ex. prodotti di economie solidali).
This study aims to explore existing paradoxes in the offer of food sustainable products and consequently consumers’ behaviours (coping strategies) (Lazarus and Folkman, 1984) at the time of this perception. For this purpose, the theoretical model of Mick and Fournier (1998), built initially for studying the paradoxes of modern technologies, were adapted to sustainable food consumption. At methodological level, a qualitative survey was conducted among 84 “ordinary” consumers in France and Italy. Later other 18 subjects, usually involved into sustainable purchases (participants of AMAP, GAS), were interviewed. The semi-structured interviews shed light on some differences between “ordinary” consumers of the two countries when they adopted coping strategies to go beyond perceived paradoxes. Thus we proposed three ordinary consumers’ profiles. On the contrary engaged individuals are like a more homogeny group going over national boundaries. They agree with paradoxes and sustainable practices. In addition, the research pointed out some divergent aspects connected with specific context, for instance market of sustainable food products, communication over this offer and social cultural characteristics. Finally, this work had three objectives: theoretical to verify the paradoxes listed and evocated consumers’ strategies by French and Italian consumers; methodological regarding the adaptation of the conceptual model “gears” of Mick et Fournier (1998) to the context of sustainable consumption; and then practical ones such as identification of barriers for developing sustainable consumption and specific possible ways of growth: more attention to environmental aspects in France (“filière nord/nord” of organic, fairly, local French peasants) and ethics products in Italy (products issued from social economies).
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PENNETTA, DANIELA. "Il rapporto banca-FinTech: Open Banking, performance e profili di sostenibilità per PMI e individui". Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2022. http://hdl.handle.net/11380/1261320.

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La tesi prende avvio dalla crescente concorrenza e dinamicità che le istituzioni finanziarie tradizionali stanno affrontando a seguito dell'ingresso delle imprese FinTech nel settore finanziario, che hanno messo in discussione il tradizionale modo di fare banca. Le nuove strategie di innovazione e di crescita percorribili dalle banche possono contemplare la partecipazione a ecosistemi di Open Banking e la cooperazione con le imprese FinTech. Entrambe le vie sono poco esplorate in letteratura, soprattutto da un punto di vista empirico. La PSD2 obbliga le banche a dare accesso ai dati di pagamento della clientela a terze parti autorizzate (TPP), favorendo lo sviluppo dell’Open Banking, un modello collaborativo in cui dati, servizi e applicazioni sono condivisi attraverso API con i TPP, tra cui le FinTech, con l'obiettivo di sviluppare prodotti e servizi finanziari orientati al cliente. Assumendo che un approccio attivo alla PSD2 permetta di andare oltre i requisiti minimi, favorendo la nascita di ecosistemi e piattaforme di Open Banking, la tesi esamina, nel contesto italiano, l'attuale propensione alla partnership delle banche, esplorandone le determinanti strutturali ed economiche e gli effetti sulla performance. I risultati rivelano una scarsa propensione alla partnership, che può ostacolare lo sviluppo dell’Open Banking. La propensione alla partnership tende ad essere più elevata per banche piccole e meno capitalizzate, che possono partecipare alle piattaforme di Open Banking al fine di superare vincoli dimensionali e di risorse. Nel complesso, l'effetto positivo di tale propensione sulla performance delle banche può giustificare la partecipazione di queste a piattaforme di Open Banking. La seconda parte della tesi si concentra sul rapporto banca-FinTech, attraverso il quale le banche ottengono l’accesso a tecnologie avanzate utili a migliorare i propri servizi digitali e le FinTech possono assicurarsi un percorso di sviluppo più rapido e meno rischioso, attraverso l’accesso a nuove risorse finanziarie e ad una più ampia base di clientela e rete distributiva. L’obiettivo è quello di esplorare se i benefici teorizzati del rapporto banca-FinTech si verificano nella sostanza e, assumendo la prospettiva delle FinTech, si indaga se le alleanze strategiche con le banche influenzano la loro performance, crescita e visibilità. I risultati mostrano che il rapporto banca-FinTech non genera performance positive; al contrario, c'è un effetto positivo sulla crescita dei ricavi e sulla visibilità, potenzialmente consentendo alle FinTech di raggiungere rapidamente un break-even point subito dopo la prima fase del loro ciclo di vita. Infine, la tesi esamina il contributo delle FinTech al perseguimento dell'Agenda 2030, un piano d'azione per le persone, il pianeta e la prosperità che integra fattori economici, ambientali e sociali. Facendo leva sulle nuove tecnologie, le imprese FinTech possono contribuire agli SDG grazie alla loro capacità di veicolare le risorse finanziarie verso usi sostenibili e di mitigare l'esclusione finanziaria. Tuttavia, questo contributo può essere ostacolato dalla fase di start-up in cui tipicamente si trovano e in cui il rischio di fallimento è elevato. La cooperazione con le banche può aiutarle nel loro percorso di crescita, sostenendone il potenziale contributo all'Agenda 2030. Si studia, quindi, se l'orientamento alla sostenibilità delle FinTech influisce sulla probabilità di avere uno o più rapporti con le banche e se tale effetto differisce tra diversi tipi di accordi. I risultati mostrano una relazione positiva, rivelando che il rapporto banca-FinTech può essere uno strumento utile nel perseguimento dell'Agenda 2030 e, in quanto tale, considerato dai regolatori nella formulazione di linee guida e normative.
The following thesis originates from the increasing competition and dynamism that traditional financial institutions are facing following the entry of new players within the financial industry, i.e. FinTech firms, and which call for revisions to traditional banking. New innovation and growth strategies of banks may also contemplate the participation to Open Banking ecosystems and cooperation with FinTech firms. Both themes are little explored in the extant literature, especially from an empirical point of view, and are the focus of this dissertation. According to PSD2, banks are required to open up access to customers’ account data to authorized Third Party Providers (TPPs), fostering Open Banking, a collaborative model in which data, services and applications are shared through APIs with TPPs, including FinTechs, with the aim to develop customer-oriented financial products and services. Nevertheless, banks may decide to comply only to minimum requirements or to adopt an active approach, moving from forced to voluntary collaboration models. The thesis examines the current attitude to partnership as an antecedent of Open Banking, exploring its structural and economic determinants and its effects on banks’ performance in the Italian context. Results reveal a low attitude to partnership, which may hinder the formation of Open Banking platforms. The attitude to partnership tends to be higher for small and less capitalized banks, which can participate to Open Banking platforms in order to overcome size and resources constraints. Overall, the positive effect of attitude to partnership on banks’ performance may justify the participation to Open Banking platforms. The second part of the thesis focuses on bank-FinTech relationship, through which incumbents’ can access to advanced technologies useful to improve their digital services and FinTechs can ensure a faster and less risky development path, by accessing to new financial resources and to banks’ wider customer base and distribution channels. Here, the purpose is to find empirical evidence of the theorized benefits of bank-FinTech relationships by assuming FinTech firms’ perspective, thus investigating if the presence and diffusion of strategic alliances with banks affect the performance, growth and visibility of FinTech firms. Our results show that bank-FinTech relationships do not generate any positive performance; on the contrary, there is a positive effect on revenue growth and visibility, potentially allowing FinTechs to quickly reach a break-even point after the first phase of their life cycle. The last part of the thesis focuses on the role of the financial system, and in particular of FinTech firms, in the pursuit of the Agenda 2030, a plan of action for people, planet and prosperity that integrates economic, environmental and social issues. Leveraging on new technologies, FinTech firms may contribute to SDGs thanks to their ability to redirect financial resources towards sustainable uses and to mitigate financial exclusion. However, this contribution may be hampered by their typical start-up phase, in which failure often occur. For this reason, cooperation with banks can help newcomers in their growth path, thus strengthening their potential contribution to the Agenda 2030. The last part of the thesis explores if SDG-orientation of FinTech firms affect the likelihood to establish one or more bank-FinTech relationships and if this effect differs between different types of agreement. Results show a positive correlation between FinTech firms’ SDG-orientation and bank-FinTech relationship, concluding that the latter may be considered as an additional avenue in the pursuit of Agenda 2030, and, as such, should be contemplated by regulators in guidelines and regulatory requirements.
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GRAZIANO, HERMANN. "Responsabilità e sostenibilità nelle catene alberghiere internazionali tra scelte di riposizionamento strategico e razionalizzazione dei costi". Doctoral thesis, Urbino, 2017. http://hdl.handle.net/11576/2644542.

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CORRADI, VALERIO. "Le incerte vie della sostenibilità: energia, acqua e rifiuti tra azioni strategiche d'impresa e percorsi di partecipazione". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/678.

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Le modalità attuali di produzione, distribuzione e consumo dei servizi elettrico, idrico e d’igiene urbana sono largamente insostenibili. Alla luce del crescente impatto ambientale di tali attività, aziende di servizio, istituzioni e cittadini-consumatori si dichiarano preoccupati e disponibili a riorientare strategie, politiche e pratiche sulla base di principi di sostenibilità ambientale. Il presente lavoro si propone di analizzare i processi di trasformazione in senso ecologico di alcune filiere della produzione e del consumo di servizi pubblici locali secondo una prospettiva disciplinare di sociologia dell’ambiente, attraverso uno studio di caso avente per oggetto le politiche ambientali della maggiore local utility italiana e una indagine qualitativa delle pratiche sociali di consumo di servizi di un campione di stakeholders/clienti della medesima Società. La ricerca assegna ampio spazio all’analisi dell’attuale scenario socio-ambientale nel quale trovano posto discorsi e strategie ambientali di multiutilities orientate a un incremento della complessità organizzativa e delle performance sociali, economiche, ambientali, e cambiamenti nelle modalità di consumo/fruizione finale dei servizi che ridefiniscono, sul piano simbolico e pratico, gli importanti nessi tra produzione e consumo e tra fattori come tecnologia e stile di vita. In particolare dalla ricerca sembrano emergere con insistenza due percorsi che si propongono come obiettivo la sostenibilità ambientale. Uno di tipo istituzionale che prospetta cambiamenti secondo uno schema di intervento dall’alto verso il basso (top-down), e un altro, animato da priorità molto diverse, che è portatore di un rinnovamento partecipativo dal basso. A fronte di queste contrastanti vie della sostenibilità, il modello teorico più noto e diffuso nell’ambito della sociologia dell’ambiente per la lettura del mutamento in senso ecologico nel campo dei servizi pubblici locali mostra la propria inadeguatezza e l’esigenza di una riformulazione. Sul piano delle risultanze empiriche la separazione e il difficile riconoscimento tra i soggetti portatori di strategie top-down e quelli che elaborano percorsi bottom up mostra la problematica presenza di logiche di azione molto diverse in campo ambientale che sembrano difficili da conciliare. A un’ultima analisi emerge come nel conseguimento di principi di sostenibilità ambientale sia la via dall’alto che quella dal basso, accanto e indubbie potenzialità, possiedono rilevanti elementi di incertezza e ambiguità che per il momento sembrano rendere indefinibile da parte dei produttori e consumatori dei servizi elettrico, idrico e ambientale un percorso efficace e condiviso per la transizione verso un futuro sostenibile.
The sustainable management of common-pool resources will be among the main challenges that people will have to solve in the next years. In spite of all that, unsustainability of the current energy, water and waste production–consumption models are evident. In the last years socio-technical utility systems such as electricity, water and waste, have been subjected to many transformation in managerial (liberalization), organizational (multiutility model) and socio-cultural (new orientation for consumption) dimensions. Since the utility systems are closely intertwined with society and nature their transformation to play a leading role in the making of environmental sustainable future for society. In the first section this paper introduces an analysis of theoretic position on utility system’s transformation, and highlight weak point and perspective of this dynamic change’s riding. In the second section the paper proposes a sociological integrated framework for interpretation of the ecological transformation of the energy and water consumption and waste management. The sociological analysis shows that in socio-environmental field there are two sustainable paths (top down strategy versus bottom up way) but they seem weak and uncertain and don’t enough for building a sustainable future.
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CORRADI, VALERIO. "Le incerte vie della sostenibilità: energia, acqua e rifiuti tra azioni strategiche d'impresa e percorsi di partecipazione". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/678.

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Resumen
Le modalità attuali di produzione, distribuzione e consumo dei servizi elettrico, idrico e d’igiene urbana sono largamente insostenibili. Alla luce del crescente impatto ambientale di tali attività, aziende di servizio, istituzioni e cittadini-consumatori si dichiarano preoccupati e disponibili a riorientare strategie, politiche e pratiche sulla base di principi di sostenibilità ambientale. Il presente lavoro si propone di analizzare i processi di trasformazione in senso ecologico di alcune filiere della produzione e del consumo di servizi pubblici locali secondo una prospettiva disciplinare di sociologia dell’ambiente, attraverso uno studio di caso avente per oggetto le politiche ambientali della maggiore local utility italiana e una indagine qualitativa delle pratiche sociali di consumo di servizi di un campione di stakeholders/clienti della medesima Società. La ricerca assegna ampio spazio all’analisi dell’attuale scenario socio-ambientale nel quale trovano posto discorsi e strategie ambientali di multiutilities orientate a un incremento della complessità organizzativa e delle performance sociali, economiche, ambientali, e cambiamenti nelle modalità di consumo/fruizione finale dei servizi che ridefiniscono, sul piano simbolico e pratico, gli importanti nessi tra produzione e consumo e tra fattori come tecnologia e stile di vita. In particolare dalla ricerca sembrano emergere con insistenza due percorsi che si propongono come obiettivo la sostenibilità ambientale. Uno di tipo istituzionale che prospetta cambiamenti secondo uno schema di intervento dall’alto verso il basso (top-down), e un altro, animato da priorità molto diverse, che è portatore di un rinnovamento partecipativo dal basso. A fronte di queste contrastanti vie della sostenibilità, il modello teorico più noto e diffuso nell’ambito della sociologia dell’ambiente per la lettura del mutamento in senso ecologico nel campo dei servizi pubblici locali mostra la propria inadeguatezza e l’esigenza di una riformulazione. Sul piano delle risultanze empiriche la separazione e il difficile riconoscimento tra i soggetti portatori di strategie top-down e quelli che elaborano percorsi bottom up mostra la problematica presenza di logiche di azione molto diverse in campo ambientale che sembrano difficili da conciliare. A un’ultima analisi emerge come nel conseguimento di principi di sostenibilità ambientale sia la via dall’alto che quella dal basso, accanto e indubbie potenzialità, possiedono rilevanti elementi di incertezza e ambiguità che per il momento sembrano rendere indefinibile da parte dei produttori e consumatori dei servizi elettrico, idrico e ambientale un percorso efficace e condiviso per la transizione verso un futuro sostenibile.
The sustainable management of common-pool resources will be among the main challenges that people will have to solve in the next years. In spite of all that, unsustainability of the current energy, water and waste production–consumption models are evident. In the last years socio-technical utility systems such as electricity, water and waste, have been subjected to many transformation in managerial (liberalization), organizational (multiutility model) and socio-cultural (new orientation for consumption) dimensions. Since the utility systems are closely intertwined with society and nature their transformation to play a leading role in the making of environmental sustainable future for society. In the first section this paper introduces an analysis of theoretic position on utility system’s transformation, and highlight weak point and perspective of this dynamic change’s riding. In the second section the paper proposes a sociological integrated framework for interpretation of the ecological transformation of the energy and water consumption and waste management. The sociological analysis shows that in socio-environmental field there are two sustainable paths (top down strategy versus bottom up way) but they seem weak and uncertain and don’t enough for building a sustainable future.
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Ungaro, Fabrizio. "Future-Proofing NYC: Proposta di una strategia integrata per stimolare gli interventi di Flood-Proofing e Deep Renovation su edifici esistenti nelle aree costiere di New York City". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Resumen
La distruzione e i danni causati dall’uragano Sandy e il lungo processo di ripresa tutt’ora in corso, hanno evidenziato l’importanza di adattare le aree costiere di New York City in modo che in futuro possano resistere e riprendersi rapidamente da uragani e inondazioni. Migliorare la resilienza delle comunità costiere significa proteggere e supportare la loro vivacità e il contributo che queste danno all’economia della città. I quartieri di New York City situati vicino all’acqua devono affrontare la grande sfida di adattarsi ai rischi di inondazione, che sono in costante aumento. Sostituire gli edifici esistenti non è una soluzione sostenibile. È di importanza critica, invece, stimolare il retrofitting degli edifici esistenti con modalità che siano praticabili dal punto di vista economico, sociale e della sostenibilità. D’altro canto tali interventi devono essere tesi a soddisfare gli obbiettivi del piano strategico della città di New York di riduzione delle emissioni di CO2 dell 80% entro il 2050. Questo studio propone le strategie di add-on di ABRACADABRA come soluzione efficace per rispondere ai problemi di realizzabilità sia per quanto riguarda il floodproofing e sia per quanto concerne gli interventi di deep energy renovation. Tale approccio considera la vendita o la locazione degli add-on come mossa strategica essenziale per finanaziare tali interventi e ridurre con successo la vulnerabilità delle zone costiere e al contempo promuovere il retrofitting energetico su larga scala. L’efficacia delle strategie di add-ons di ABRACADABRA è stata simulata su un isolato di row houses di Brooklyn. Grazie alla creazione di strumenti parametrici ad-hoc, sono stati elaborati differenti scenari che analizzano il rapporto costi-benefici, in modo da individuare i limiti nella realizzabilità degli interventi. In via del tutto speculativa, si è provato infine a misurare l’impatto economico di possibili guadagni derivanti dal net metering e dal footprint trading.
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Santese, Claudia. "Metodi per la valutazione strategica dei piani energetici. Applicazione al caso della Provincia di Ravenna". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amslaurea.unibo.it/601/.

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Resumen
Lo scopo di questo studio è descrivere nel dettaglio la procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) relativa ai Piani Energetici Provinciali (PEP) al fine di delinearne un metodo efficace di valutazione, a partire dallo studio del caso della Provincia di Ravenna. In seguito alla mancanza di Linee Guida sulla VAS, si è ritenuta utile un´analisi comparativa tra metodologie e strumenti, e gli obiettivi specifici e generali che andrebbero rispettati in ogni VAS di un PEP. Lo studio si basa su confronti paralleli tra quattro casi di VAS di Piani Energetici Provinciali al fine di elaborare un modello di valutazione delle VAS, semplice e diretto, basato su contenuti teorici e metodologici provenienti da una selezione di studi e documenti nazionali e internazionali, di cui si è tenuto conto e da cui si sono estrapolate le migliori "Buone Pratiche" per la VAS. L´analisi seguente è stata effettuata attraverso matrici qualitative in cui, per ciascuna connessione tra metodologia e "obiettivo VAS" si è espresso un giudizio che cerca di tenere conto, quando possibile, dei criteri e dei principi generali di sostenibilità dettati dalle maggiori autorità e associazioni internazionali e nazionali di valutazione ambientale. Il confronto tra i quattro casi, ha evidenziato dei punti di debolezza nell´applicazione della Direttiva VAS. Questo studio inoltre, ha tra i suoi obiettivi, quello ambizioso di delineare un metodo efficace di valutazione strategica dei piani energetici provinciali, a partire dallo studio del caso della Provincia di Ravenna. Per questi obiettivi, si è deciso di impostare un programma di lavoro basato sui sistemi informativi geografici, che ha permesso di individuare le aree con potenziale di sviluppo energetico della risorsa solare. Nello specifico è stato possibile calcolare quanta “superficie utile”, presente nelle aree industriali e commerciali della Provincia, potrebbe essere sfruttata installandovi pannelli fotovoltaici. Si è riusciti con questa metodologia a fornire una stima più dettagliata delle reali potenzialità della risorsa solare in Provincia di Ravenna, individuando nel dettaglio territoriale le rispettive quote percentuali che potrebbero essere installate, per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità del piano. Il percorso iniziato con questa tesi consente di riflettere sulla necessità di approfondire il tema del rapporto tra valutazione ambientale qualitativa di uno strumento di pianificazione come la VAS, e la stima quantitativa sia della sostenibilità che del danno ambientale legato agli impatti negativi che questo strumento dovrebbe rilevare. Gli sviluppi futuri cui la tesi pone le basi sono l'implementazione di strumenti quantitativi di analisi delle potenzialità energetiche e di valutazione degli scenari. Questi strumenti sono necessari a definire i modelli ambientali per il supporto alle decisioni in campo energetico.
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CONDOSTA, LUCA. "MULTINAZIONALI E PAESI IN VIA DI SVILUPPO: LA RILEVANZA STRATEGICA DEL COMMUNITY INVESTMENT". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/755.

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La tesi vuole esaminare il fenomeno dei community investment nei PVS da parte delle multinazionali. Dopo aver studiato la letteratura esistente sul tema della CSR della sua applicazione nei PVS da parte delle MNC, la ricerca sul campo è stata articolata in due fasi. Una prima fase, di tipo esplorativa, è stata condotta attraverso un questionario somministrato nei primi sei mesi del 2009 a 100 imprese, selezionate in modo casuale dalla lista del Fortune Global 500 (che include le maggiori imprese mondiali quotate in termini di ricavi e utile netto) al 31/12/2008. Scopo del questionario è stato quello di iniziare ad indagare sul fenomeno degli interventi di CSR fatti dalle multinazionali a favore delle comunità dei PVS. Una volta raccolti ed esaminati i risultati ottenuti dal questionario esplorativo, la seconda fase della ricerca è stata basata sulla selezione e analisi di cinque casi con la tecnica del multiple-case study analysis. Per le cinque imprese selezionate si è proceduto con l’analisi di un’ampia base di fonti primarie, integrata con dati provenienti da altre fonti. Al termine si è proceduto con l’interpretazione dei dati formulando un modello per interpretare le strategie di un’impresa verso le comunità dei PVS in cui opera.
The thesis is aimed at examining the phenomenon of community investments in developing countries by multinationals. After studying existing literature on CSR and its application in developing countries by MNC, the research has been split in two parts. The first past, explorative, has been done through a survey sent in the first 6 months of 2009 to 100 companies, randomly extracted from the Fortune Global 500 at 31/12/2008. The purpose of the survey was to start understanding the phenomenon of CSR activities done by MNC to communities in developing countries. Once surveys have been collected, the second part of the research has been based on the selection and analysis of 5 cases with the technique of multiple case study analysis. For those 5 companies the work has been done with the analysis of lots of primary source, integrated with data coming from other sources. AT the end data have been interpreted defining a model by which read strategies realized by companies to communities in developing countries.
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CONDOSTA, LUCA. "MULTINAZIONALI E PAESI IN VIA DI SVILUPPO: LA RILEVANZA STRATEGICA DEL COMMUNITY INVESTMENT". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/755.

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La tesi vuole esaminare il fenomeno dei community investment nei PVS da parte delle multinazionali. Dopo aver studiato la letteratura esistente sul tema della CSR della sua applicazione nei PVS da parte delle MNC, la ricerca sul campo è stata articolata in due fasi. Una prima fase, di tipo esplorativa, è stata condotta attraverso un questionario somministrato nei primi sei mesi del 2009 a 100 imprese, selezionate in modo casuale dalla lista del Fortune Global 500 (che include le maggiori imprese mondiali quotate in termini di ricavi e utile netto) al 31/12/2008. Scopo del questionario è stato quello di iniziare ad indagare sul fenomeno degli interventi di CSR fatti dalle multinazionali a favore delle comunità dei PVS. Una volta raccolti ed esaminati i risultati ottenuti dal questionario esplorativo, la seconda fase della ricerca è stata basata sulla selezione e analisi di cinque casi con la tecnica del multiple-case study analysis. Per le cinque imprese selezionate si è proceduto con l’analisi di un’ampia base di fonti primarie, integrata con dati provenienti da altre fonti. Al termine si è proceduto con l’interpretazione dei dati formulando un modello per interpretare le strategie di un’impresa verso le comunità dei PVS in cui opera.
The thesis is aimed at examining the phenomenon of community investments in developing countries by multinationals. After studying existing literature on CSR and its application in developing countries by MNC, the research has been split in two parts. The first past, explorative, has been done through a survey sent in the first 6 months of 2009 to 100 companies, randomly extracted from the Fortune Global 500 at 31/12/2008. The purpose of the survey was to start understanding the phenomenon of CSR activities done by MNC to communities in developing countries. Once surveys have been collected, the second part of the research has been based on the selection and analysis of 5 cases with the technique of multiple case study analysis. For those 5 companies the work has been done with the analysis of lots of primary source, integrated with data coming from other sources. AT the end data have been interpreted defining a model by which read strategies realized by companies to communities in developing countries.
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ZOUGBA, ISSIAKA. "Creazione e Condivisione di Valore in Ghana - un Approccio Strategico per il Business Sostenibile in un Paese in Via di Sviluppo". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/35570.

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Resumen
Approcci strategici come lo shared value e il social impact vengono considerati strategie organizzative innovative in grado di ridurre il divario fra business e società facendo leva sulla sostenibilità. Seppur motivati da postulati promettenti, essi vengono spesso biasimati perché considerati scarsamente rilevanti o efficienti. La tesi analizza come alcune organizzazioni che hanno sottoscritto l’idea della creazione di valore condiviso siano in grado o meno di produrre benefici per loro stessi e per le comunità circostanti. Lo studio usa la metodologia del case study per indagare due multinazionali e quattro PMI in Ghana. La ricerca adotta un approccio multidisciplinare allo studio organizzativo e strategico per esaminare le insidie dell’azione strategica in Ghana. Essa analizza il modo in cui i principi socioeconomici locali condizionano le scelte strategiche e la performance organizzativa. Il contributo maggiore della tesi è l’introduzione di una versione rivisitata del sistema di azione concreto (Crozier e Friedberg), per identificare le strategie di creazione di valore condiviso e impatto sociale efficientemente radicate nel contesto. Inoltre, la ricerca dimostra che i principi socioeconomici locali sono dei meccanismi dinamici di resilienza messi in atto per mezzo di controllo, collusione, negoziazione e resistenza.
Strategic frameworks like shared value or social impact creation have been posited as innovative organizational strategies capable of mending the gap between business and society through inclusive sustainability. If their claims are promising, they still face much criticism concerning their relevance and effectiveness. The dissertation investigates how organizations which have endorsed the idea of shared value creation are efficient, or not, at yielding benefits for themselves and their host communities. It uses the case study methodology to explore four SMEs and two multinational companies in Ghana. The research builds on a multidisciplinary approach to organizational behavior and strategy to dig to ground the pitfalls of strategic action in Ghana, an epitome of the recent Africa Rising narrative. It scrutinizes the way local socioeconomic mores affect strategic choices and organizational performance. The major contribution of the thesis is to introduce a revisited version of Crozier and Friedberg’s concrete system of action for efficiently embedded strategies of shared value and social impact creation. With this, the work reveals that local socioeconomic mores are dynamic resilience mechanisms of control, collusion, bargaining, and/or resistance, which strategists must take account of in designing sustainable strategies, especially in Sub-Saharan Africa.
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ZOUGBA, ISSIAKA. "Creazione e Condivisione di Valore in Ghana - un Approccio Strategico per il Business Sostenibile in un Paese in Via di Sviluppo". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/35570.

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Approcci strategici come lo shared value e il social impact vengono considerati strategie organizzative innovative in grado di ridurre il divario fra business e società facendo leva sulla sostenibilità. Seppur motivati da postulati promettenti, essi vengono spesso biasimati perché considerati scarsamente rilevanti o efficienti. La tesi analizza come alcune organizzazioni che hanno sottoscritto l’idea della creazione di valore condiviso siano in grado o meno di produrre benefici per loro stessi e per le comunità circostanti. Lo studio usa la metodologia del case study per indagare due multinazionali e quattro PMI in Ghana. La ricerca adotta un approccio multidisciplinare allo studio organizzativo e strategico per esaminare le insidie dell’azione strategica in Ghana. Essa analizza il modo in cui i principi socioeconomici locali condizionano le scelte strategiche e la performance organizzativa. Il contributo maggiore della tesi è l’introduzione di una versione rivisitata del sistema di azione concreto (Crozier e Friedberg), per identificare le strategie di creazione di valore condiviso e impatto sociale efficientemente radicate nel contesto. Inoltre, la ricerca dimostra che i principi socioeconomici locali sono dei meccanismi dinamici di resilienza messi in atto per mezzo di controllo, collusione, negoziazione e resistenza.
Strategic frameworks like shared value or social impact creation have been posited as innovative organizational strategies capable of mending the gap between business and society through inclusive sustainability. If their claims are promising, they still face much criticism concerning their relevance and effectiveness. The dissertation investigates how organizations which have endorsed the idea of shared value creation are efficient, or not, at yielding benefits for themselves and their host communities. It uses the case study methodology to explore four SMEs and two multinational companies in Ghana. The research builds on a multidisciplinary approach to organizational behavior and strategy to dig to ground the pitfalls of strategic action in Ghana, an epitome of the recent Africa Rising narrative. It scrutinizes the way local socioeconomic mores affect strategic choices and organizational performance. The major contribution of the thesis is to introduce a revisited version of Crozier and Friedberg’s concrete system of action for efficiently embedded strategies of shared value and social impact creation. With this, the work reveals that local socioeconomic mores are dynamic resilience mechanisms of control, collusion, bargaining, and/or resistance, which strategists must take account of in designing sustainable strategies, especially in Sub-Saharan Africa.
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PANTINI, SARA. "Analysis and modelling of leachate and gas generation at landfill sites focused on mechanically-biologically treated waste". Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2013. http://hdl.handle.net/2108/203393.

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Resumen
Despite significant efforts have been directed toward reducing waste generation and encouraging alternative waste management strategies, landfills still remain the main option for Municipal Solid Waste (MSW) disposal in many countries. Hence, landfills and related impacts on the surroundings are still current issues throughout the world. Actually, the major concerns are related to the potential emissions of leachate and landfill gas into the environment, that pose a threat to public health, surface and groundwater pollution, soil contamination and global warming effects. To ensure environmental protection and enhance landfill sustainability, modern sanitary landfills are equipped with several engineered systems with different functions. For instance, the installation of containment systems, such as bottom liner and multi-layers capping systems, is aimed at reducing leachate seepage and water infiltration into the landfill body as well as gas migration, while eventually mitigating methane emissions through the placement of active oxidation layers (biocovers). Leachate collection and removal systems are designed to minimize water head forming on the bottom section of the landfill and consequent seepages through the liner system. Finally, gas extraction and utilization systems, allow to recover energy from landfill gas while reducing explosion and fire risks associated with methane accumulation, even though much depends on gas collection efficiency achieved in the field (range: 60-90% Spokas et al., 2006; Huitric and Kong, 2006). Hence, impacts on the surrounding environment caused by the polluting substances released from the deposited waste through liquid and gas emissions can be potentially mitigated by a proper design of technical barriers and collection/extraction systems at the landfill site. Nevertheless, the long-term performance of containment systems to limit the landfill emissions is highly uncertain and is strongly dependent on site-specific conditions such as climate, vegetative covers, containment systems, leachate quality and applied stress. Furthermore, the design and operation of leachate collection and treatment systems, of landfill gas extraction and utilization projects, as well as the assessment of appropriate methane reduction strategies (biocovers), require reliable emission forecasts for the assessment of system feasibility and to ensure environmental compliance. To this end, landfill simulation models can represent an useful supporting tool for a better design of leachate/gas collection and treatment systems and can provide valuable information for the evaluation of best options for containment systems depending on their performances under the site-specific conditions. The capability in predicting future emissions levels at a landfill site can also be improved by combining simulation models with field observations at full-scale landfills and/or with experimental studies resembling landfill conditions. Indeed, this kind of data may allow to identify the main parameters and processes governing leachate and gas generation and can provide useful information for model refinement. In view of such need, the present research study was initially addressed to develop a new landfill screening model that, based on simplified mathematical and empirical equations, provides quantitative estimation of leachate and gas production over time, taking into account for site-specific conditions, waste properties and main landfill characteristics and processes. In order to evaluate the applicability of the developed model and the accuracy of emissions forecast, several simulations on four full-scale landfills, currently in operative management stage, were carried out. The results of these case studies showed a good correspondence of leachate estimations with monthly trend observed in the field and revealed that the reliability of model predictions is strongly influenced by the quality of input data. In particular, the initial waste moisture content and the waste compression index, which are usually data not available from a standard characterisation, were identified as the key unknown parameters affecting leachate production. Furthermore, the applicability of the model to closed landfills was evaluated by simulating different alternative capping systems and by comparing the results with those returned by the Hydrological Evaluation of Landfill Performance (HELP), which is the most worldwide used model for comparative analysis of composite liner systems. Despite the simplified approach of the developed model, simulated values of infiltration and leakage rates through the analysed cover systems were in line with those of HELP. However, it should be highlighted that the developed model provides an assessment of leachate and biogas production only from a quantitative point of view. The leachate and biogas composition was indeed not included in the forecast model, as strongly linked to the type of waste that makes the prediction in a screening phase poorly representative of what could be expected in the field. Hence, for a qualitative analysis of leachate and gas emissions over time, a laboratory methodology including different type of lab-scale tests was applied to a particular waste material. Specifically, the research was focused on mechanically biologically treated (MBT) wastes which, after the introduction of the European Landfill Directive 1999/31/EC (European Commission, 1999) that imposes member states to dispose of in landfills only wastes that have been preliminary subjected to treatment, are becoming the main flow waste landfilled in new Italian facilities. However, due to the relatively recent introduction of the MBT plants within the waste management system, very few data on leachate and gas emissions from MBT waste in landfills are available and, hence, the current knowledge mainly results from laboratory studies. Nevertheless, the assessment of the leaching characteristics of MBT materials and the evaluation of how the environmental conditions may affect the heavy metals mobility are still poorly investigated in literature. To gain deeper insight on the fundamental mechanisms governing the constituents release from MBT wastes, several leaching experiments were performed on MBT samples collected from an Italian MBT plant and the experimental results were modelled to obtain information on the long-term leachate emissions. Namely, a combination of experimental leaching tests were performed on fully-characterized MBT waste samples and the effect of different parameters, mainly pH and liquid to solid ratio (L/S,) on the compounds release was investigated by combining pH static-batch test, pH dependent tests and dynamic up-flow column percolation experiments. The obtained results showed that, even though MBT wastes were characterized by relatively high heavy metals content, only a limited amount was actually soluble and thus bioavailable. Furthermore, the information provided by the different tests highlighted the existence of a strong linear correlation between the release pattern of dissolved organic carbon (DOC) and several metals (Co, Cr, Cu, Ni, V, Zn), suggesting that complexation to DOC is the leaching controlling mechanism of these elements. Thus, combining the results of batch and up-flow column percolation tests, partition coefficients between DOC and metals concentration were derived. These data, coupled with a simplified screening model for DOC release, allowed to get a very good prediction of metal release during the experiments and may provide useful indications for the evaluation of long-term emissions from this type of waste in a landfill disposal scenario. In order to complete the study on the MBT waste environmental behaviour, gas emissions from MBT waste were examined by performing different anaerobic tests. The main purpose of this study was to evaluate the potential gas generation capacity of wastes and to assess possible implications on gas generation resulting from the different environmental conditions expected in the field. To this end, anaerobic batch tests were performed at a wide range of water contents (26-43 %w/w up to 75 %w/w on wet weight) and temperatures (from 20-25 °C up to 55 °C) in order to simulate different landfill management options (dry tomb or bioreactor landfills). In nearly all test conditions, a quite long lag-phase was observed (several months) due to the inhibition effects resulting from high concentrations of volatile fatty acids (VFAs) and ammonia that highlighted a poor stability degree of the analysed material. Furthermore, experimental results showed that the initial waste water content is the key factor limiting the anaerobic biological process. Indeed, when the waste moisture was lower than 32 %w/w the methanogenic microbial activity was completely inhibited. Overall, the obtained results indicated that the operative conditions drastically affect the gas generation from MBT waste, in terms of both gas yield and generation rate. This suggests that particular caution should be paid when using the results of lab-scale tests for the evaluation of long-term behaviour expected in the field, where the boundary conditions change continuously and vary significantly depending on the climate, the landfill operative management strategies in place (e.g. leachate recirculation, waste disposal methods), the hydraulic characteristics of buried waste, the presence and type of temporary and final cover systems.
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FRATERRIGO, Claudia. "LA DISCIPLINA DEL SETTORE ENERGETICO IN UN SISTEMA MULTILIVELLO". Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/91189.

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Da una prospettiva privilegiata, quale quella offerta dal diritto dell’energia, si affronta l’allocazione nei diversi livelli di governo della funzione legislativa e delle funzioni amministrative e, quindi, come in concreto viene utilizzata da ciascun ente la propria quota-parte di competenze. In particolare, si esamina lo spatium operandi riconosciuto all’autonomia legislativa ed amministrativa delle Regioni alla luce della riforma del Titolo V della Costituzione e delle riforme della legislazione nazionale ed europea che si sono succedute, con particolare riferimento allo strumento di pianificazione energetica della Regione siciliana. Inoltre, si considerano le refluenze che l’assetto di competenze nazionali e sovranazionali produce sul procedimento di autorizzazione alla costruzione di impianti alimentati da fonti rinnovabili, nel quale entrano necessariamente in gioco molteplici parametri, che esprimono altrettanti valori dei quali l’amministrazione deve inevitabilmente tener conto, nell’ambito della discrezionalità amministrativa che la legge le concede. Sovente, invece, a determinazioni amministrative che accordano preferenza alla normativa europea di promozione delle fonti energetiche rinnovabili, fanno da contraltare atti in cui tale normativa è aprioristicamente estromessa dalla ponderazione degli interessi in gioco. Orbene, in questa seconda ipotesi, si ritiene che possa emergere un vizio di “anticomunitarietà” dell’atto amministrativo, il quale non solo risulta contrastante con il quadro normativo europeo in materia di incentivo alle fonti rinnovabili e di riduzione delle emissioni inquinanti, e viepiù non risulta giustificato neppure alla luce della normativa e della giurisprudenza in materia di tutela dell’ambiente, della salute o del paesaggio.
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VIGNINI, ANNA MARIA. "Strategie di mitigazione dei cambiamenti climatici: analisi della sostenibilità di una filiera agroenergetica nell'ambiente montano dell' Alto Mugello (Toscana)". Doctoral thesis, 2012. http://hdl.handle.net/2158/804484.

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La presente tesi si pone l’obiettivo di analizzare la sostenibilità ambientale di una filiera energetica a biomassa legnosa definita nel territorio del Mugello. Lo studio coinvolge due tipiche realtà produttive, una forestale e una zootecnica, e analizza una filiera legno energia dalla produzione di cippato, a partire da legno di faggete locali, all’utilizzazione dell’energia derivante dalla sua combustione all’interno di un impianto termico aziendale. Questo ultimo rappresenta un sistema innovativo per la zona poiché alimenta una rete di teleriscaldamento di locali abitativi e produttivi, un sistema di fornitura di acqua calda ad uso aziendale (lavaggi impianto di mungitura, abbeverate, ecc.), un essiccatore di foraggi e un prototipo microcogenerativo. Nello specifico lo studio, a partire da dati reali rilevati direttamente nelle due aziende,analizza la filiera energetica per valutarne la sostenibilità ambientale, delle diverse fasi e dell’intero processo, per poi compararla con quella di un analogo processo a combustibili fossili tradizionali; il confronto tra le due filiere consente di valutare la differenza degli impatti, di comprendere vantaggi e limiti della filiera rinnovabile e di adottare conseguentemente le necessarie strategie di miglioramento e/o cambiamento. Successivamente, come obiettivo secondario, lo studio verifica l’impatto causato dall’introduzione di un aspetto innovativo sulla filiera energetica analizzata, ovvero l’uso di un processore nella fase di taglio delle piante. Per la valutazione della sostenibilità ambientale della filiera analizzata viene applicata la metodologia LCA (Life Cycle Assessment).
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Butelli, Elisa. "Strategie di Food Planning per riattivare relazioni urbano-rurali nei territori bioregionali". Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/2158/1241349.

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La tesi affronta l’argomento della pianificazione alimentare seguendo un approccio di pianificazione e progettazione bioregionalista del territorio, includendo tematiche fondative come la considerazione dei metabolismi ecologici (di cui il ciclo alimentare rappresenta un aspetto rilevante), la valorizzazione del patrimonio territoriale, del protagonismo delle società locali, incorporando nell’analisi e nelle proposte la dimensione spaziale e del paesaggio. La tesi delinea un framework di governo del territorio multisettoriale e multilivello, alternativo a quello basato sulla destrutturazione globalizzata delle reti del cibo messa in atto dagli accordi economici internazionali, finalizzato alla riattivazione delle reti locali e di conseguenza alla ri- territorializzazione sistemi agroalimentari locali e al sostegno dello sviluppo di forme di autogoverno locale. Nella prima parte viene trattato il contesto problematico relativo all’attuale food planning e dei suoi squilibri legati all'agroindustria e alla de-territorializzazione delle reti del cibo, nonché quelli connessi alla separazione tra pianificazione territoriale e programmazione rurale. La seconda parte è incentrata sull’analisi di molteplici pratiche di food movements, politiche, strumenti, progetti, esperienze di ricerca-azione che si configurano come buone pratiche in risposta alle gravi emergenze ambientali, economiche e sociali generate dal paradigma globalizzato dell’agroindustria. Nella terza parte sono trattati quattro casi studio fra il sud America (Brasile e Argentina) e l’Europa. La parte quarta è incentrata sulla sperimentazione originale di un bilancio alimentare sul territorio della Città Metropolitana di Firenze. Nella parte conclusiva vengono definiti indirizzi innovativi per la costruzione di un modello di governance alimentare declinato in ottica bioregionale con una riflessione sulle possibili ricadute della strategia proposta sui territori.
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Sandra, Marraghini. "Verde pensile, scenari e percorsi di innovazione urbana. Analisi dello sviluppo delle coperture e delle pareti ecologiche e applicazione pratica per la rivalutazione del paesaggio urbano e miglioramento della qualità della vita". Doctoral thesis, 2014. http://hdl.handle.net/2158/1123312.

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Uno dei problemi contemporanei più impegnativi è lo sfruttamento incontrollato di risorse naturali e umane e di risorse energetiche non rinnovabili. Un insaziabile bisogno di produrre, è alla base del nostro benessere ma siamo consapevoli che questa condizione così come viene condotta oggi non potrà durare a lungo. La tesi sviluppa una ricerca sul tema del verde urbano e in particolare del verde pensile, quali opportunità di sostenibilità di riqualificazione ambientale e rigenerazione urbana.One of the most challenging contemporary problems is the uncontrolled exploitation of natural and human resources and non-renewable energy resources. An insatiable need to produce is the basis of our well-being but we are aware that this condition as it is being conducted today will not last long. The thesis develops a research on the theme of urban green and in particular of hanging green, as opportunities for sustainability of environmental requalification and urban regeneration.
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LOTTI, GIUSEPPE. "Le piccole imprese di fronte alla sfida dello sviluppo sostenibile: innovazione come priorità strategica. Un progetto pilota per Poggibonsi". Doctoral thesis, 1999. http://hdl.handle.net/2158/651629.

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Piccole imprese, sistemi territoriali d'impresa e sviluppo sostenibile. Non solo necessità e costo ma anche opportunità La ricerca - suddivisa in due parti di cui la prima di carattere teorico e la seconda, orientata alla prassi, finalizzata a verificare gli assunti emersi attraverso un progetto pilota per il distretto del mobile di Poggibonsi si proponeva di confermare tale ipotesi e, al tempo stesso, di far luce sul contributo che può venire dal design strategico a tale tematica. Dalla tesi sono scaturiti un primo progetto di ricerca che ha coinvolto 15 imprese; il progetto "Casa Toscana / Green Home" con altre 25 imprese che ha portato alla creazione di un marchio di qualità ambientale (metodologia di LCA); un progetto Life Ambiente -" ECOFUTURE - Ecofriendly Furniture" finanziato dalla UE.
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Triggiani, Maurizio. "Integration of machine learning techniques in chemometrics practices". Doctoral thesis, 2022. http://hdl.handle.net/11589/237998.

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Food safety is a key objective in all the development plans of the European Union. To ensure the quality and the sustainability of the agricultural production (both intensive and extensive) a well-designed analysis strategy is needed. Climate change, precision agriculture, green revolution and industry 4.0 are areas of study that need innovative practices and approaches that aren’t possible without precise and constant process monitoring. The need for product quality assessment during the whole supply chain is paramount and cost reduction is also another constant need. Non targeted Nuclear Magnetic Resonance (NMR) analysis is still a second-choice approach for food analysis and monitoring, one of the problems of this approach is the big amount of information returned. This kind of data needs a new and improved method of handling and analysis. Classical chemometrics practices are not well suited for this new field of study. In this thesis, we approached the problem of food fingerprinting and discrimination by the means of non-targeted NMR spectroscopy combined with modern machine learning algorithms and databases meant for the correct and easy access of data. The introduction of machine learning techniques alongside the clear benefits introduces a new layer of complexity regarding the need for trusted data sources for algorithm training and integrity, if this kind of approach proves is worth in the global market, we’ll need not only to create a good dataset, but we’ll need to be prepared to defend against also more clever attacks like adversarial machine learning attacks. Comparing the machine learning results with the classic chemometric approach we’ll highlight the strengths and the weakness of both approaches, and we’ll use them to prepare the framework needed to tackle the challenges of future agricultural productions.
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