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Angelini, Maria Luisa. "Fonte per la storia materiale dell'opera verdiana La Traviata". Thesis, National Library of Canada = Bibliothèque nationale du Canada, 1999. http://www.collectionscanada.ca/obj/s4/f2/dsk1/tape9/PQDD_0027/MQ50493.pdf.

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Angelini, Maria Luisa. "Fonte per la storia materiale dell'opera verdiana La Traviata". Thesis, McGill University, 1998. http://digitool.Library.McGill.CA:80/R/?func=dbin-jump-full&object_id=21190.

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Resumen
If one painstakingly analyzes and compares the novel, the theatrical and the libretto versions of Marguerite-Violetta, a several-time reborn character from the novel and drama Camille, one notices striking differences and gleans useful insights as to the peculiarity of the three genres involved (novel, theatre and opera) and as to the reductive work of the libretto writer who, by modifying the roles of the characters and the values they channel, achieves a synthesis that has no match in the works he draws from.
This thesis aimed precisely at highlighting the intervening differences among the three genres, while pointing out the changes which were introduced and the peculiar nature of the final product, the libretto of La Traviata .
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ANGELINI, Dario. "ECOMUSEI E LA CULTURA MATERIALE E IMMATERIALE". Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/91346.

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Caron, Mara <1996&gt. "«Eccole le strighe che fanno le strigarie!». L'universo materiale di Isabella Bellocchio (Venezia, 1589-1600)". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21640.

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Resumen
L’interesse nei confronti della cultura materiale, nato nel XIX secolo all’interno di discipline accademiche come l’archeologia e l’antropologia culturale di stampo positivistico, si è diffuso anche in ambito storiografico a partire dalla metà del XX secolo e si è sviluppato secondo diverse prospettive. In questa sede si è scelto di focalizzare l’attenzione sul rapporto tra gestualità e oggetti per indagare l’universo materiale di Isabella Bellocchio, cortigiana vissuta nella seconda metà del XVI secolo e processata dal tribunale del Sant’Uffizio di Venezia per alcuni supposti atti di stregoneria. Attraverso lo studio delle sue carte processuali conservate presso l’Archivio di Stato di Venezia si sono analizzati gli spazi, le reti sociali e gli oggetti che costellavano la quotidianità di Isabella Bellocchio e di altre “streghe” veneziane a lei contemporanee; inoltre, alcuni documenti relativi al testamento di Isabella custoditi presso l’Archivio storico del Patriarcato di Venezia hanno consentito di esplorare le medesime tematiche al di fuori delle fonti inquisitoriali.
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Attardo, Ezio Ciro <1956&gt. "Materiale epigrafico per la ricostruzione dei contatti nel Mediterraneo tra il 1200 a.C. e il 500 a.C". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/6073/1/Attardo_EzioCiro_Tesi.pdf.

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Resumen
La Tesi Materiale epigrafico per la ricostruzione dei contatti nel Mediterraneo tra il 1200 a.C. e il 500 a.C. si propone di illustrare i complessi rapporti instauratisi tra i vari popoli che si affacciarono sulle rive del Mediterraneo e nelle sue vicinanze, tra il 1200 e il 500 a.C. circa, quali emergono dalle iscrizioni disponibili, principalmente greche e semitiche (soprattutto fenicie, ebraiche, aramaiche e assire), prendendo tuttavia in esame anche iscrizioni ittite, egiziane, frigie, etrusche e celtiche. Le date suddette riguardano due eventi cruciali, che sconvolsero il Mediterraneo: gli attacchi dei Popoli del Mare, che distrussero l'Impero Ittita e indebolirono l'Egitto, e le guerre Persiane. Le iscrizioni riportate sono 1546, quasi sempre traslitterate, tradotte, e accompagnate da un'immagine, da riferimenti bibliografici essenziali e da una breve motivazione del collegamento proposto. Il quadro che si delinea ben testimonia la complessità dei rapporti che si intrecciarono in quel periodo: si pensi alle centinaia di graffiti greci trovati a Naucrati, in Egitto, o alle decine di iscrizioni greche trovate a Gravisca. Anche le iscrizioni aramaiche e assire attestano gli stretti rapporti che si formarono tra Siria e Mesopotamia; ugualmente Iran e Arabia sono, direttamente o indirettamente, collegati a Etruria e Grecia; così troviamo un'iscrizione greca nel cuore dell'Impero Persiano, e un cratere laconico nel centro della Gallia. In realtà lo scopo di questo lavoro è anche quello di mettere in contatto due mondi sostanzialmente separati, ossia quello dei Semitisti e quello dei Grecisti, che solo apparentemente si conoscono e collaborano. Inoltre vorrei soavemente insinuare l'idea che la tesi di Joseph Naveh, che ipotizzò che gli alfabeti greci abbiano tratto origine in prima istanza dalle iscrizioni protocananaiche, nel XII sec. a.C., è valida, e che solo in un secondo tempo i Fenici abbiano dato il loro apporto.
My Degree Thesis Materiale epigrafico per la ricostruzione dei contatti nel Mediterraneo tra il 1200 a.C. e il 500 a.C. intends to illustrate the complex relations, established among the various peoples settled in the Mediterranean sea-shores and in their vicinity, between 1200 B.C. and 500 B.C., which can be seen in the available inscriptions, above all the Greek and Semitic ones (Phoenician, Hebrew, Aramaic and Assyrian); but in this Degree Thesis I consider also the Hittite, Egyptian, Phrygian, Etrusk, and Celtic inscriptions, et cetera. The above mentioned dates concern two crucial events, which perturbed the Mediterranean Sea: the attacks of the Sea Peoples, which destroyed the Hittite Empire and weakened the Egypt, and the so-called Persian wars. The considered inscriptions are 1546, almost always transliterated, translated, with a photo or a drawing, essential bibliography and a very little comment. The drawn picture well attests the complexity of the relations in that period: we must consider the hundreds of Greek graffiti found in Naukratis, in Egypt, or the tens of Greek inscriptions discovered at Gravisca. Also the Aramaic and Assyrian inscriptions attest intense relations between Syria and Mesopotamia. Also Iran and Arabia show, directly or indirectly, connections with Greece and Etruria. With my work I hope to suggest the idea that it is necessary the scholars of Greek and Semitic things cooperate to the reconstruction of four centuries of the History of the Near Eastern, and that the theory of Joseph Naveh, who hypothesized the Greek alphabets originated in the 12th century in the Canaanite coast, is valid.
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Attardo, Ezio Ciro <1956&gt. "Materiale epigrafico per la ricostruzione dei contatti nel Mediterraneo tra il 1200 a.C. e il 500 a.C". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/6073/.

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La Tesi Materiale epigrafico per la ricostruzione dei contatti nel Mediterraneo tra il 1200 a.C. e il 500 a.C. si propone di illustrare i complessi rapporti instauratisi tra i vari popoli che si affacciarono sulle rive del Mediterraneo e nelle sue vicinanze, tra il 1200 e il 500 a.C. circa, quali emergono dalle iscrizioni disponibili, principalmente greche e semitiche (soprattutto fenicie, ebraiche, aramaiche e assire), prendendo tuttavia in esame anche iscrizioni ittite, egiziane, frigie, etrusche e celtiche. Le date suddette riguardano due eventi cruciali, che sconvolsero il Mediterraneo: gli attacchi dei Popoli del Mare, che distrussero l'Impero Ittita e indebolirono l'Egitto, e le guerre Persiane. Le iscrizioni riportate sono 1546, quasi sempre traslitterate, tradotte, e accompagnate da un'immagine, da riferimenti bibliografici essenziali e da una breve motivazione del collegamento proposto. Il quadro che si delinea ben testimonia la complessità dei rapporti che si intrecciarono in quel periodo: si pensi alle centinaia di graffiti greci trovati a Naucrati, in Egitto, o alle decine di iscrizioni greche trovate a Gravisca. Anche le iscrizioni aramaiche e assire attestano gli stretti rapporti che si formarono tra Siria e Mesopotamia; ugualmente Iran e Arabia sono, direttamente o indirettamente, collegati a Etruria e Grecia; così troviamo un'iscrizione greca nel cuore dell'Impero Persiano, e un cratere laconico nel centro della Gallia. In realtà lo scopo di questo lavoro è anche quello di mettere in contatto due mondi sostanzialmente separati, ossia quello dei Semitisti e quello dei Grecisti, che solo apparentemente si conoscono e collaborano. Inoltre vorrei soavemente insinuare l'idea che la tesi di Joseph Naveh, che ipotizzò che gli alfabeti greci abbiano tratto origine in prima istanza dalle iscrizioni protocananaiche, nel XII sec. a.C., è valida, e che solo in un secondo tempo i Fenici abbiano dato il loro apporto.
My Degree Thesis Materiale epigrafico per la ricostruzione dei contatti nel Mediterraneo tra il 1200 a.C. e il 500 a.C. intends to illustrate the complex relations, established among the various peoples settled in the Mediterranean sea-shores and in their vicinity, between 1200 B.C. and 500 B.C., which can be seen in the available inscriptions, above all the Greek and Semitic ones (Phoenician, Hebrew, Aramaic and Assyrian); but in this Degree Thesis I consider also the Hittite, Egyptian, Phrygian, Etrusk, and Celtic inscriptions, et cetera. The above mentioned dates concern two crucial events, which perturbed the Mediterranean Sea: the attacks of the Sea Peoples, which destroyed the Hittite Empire and weakened the Egypt, and the so-called Persian wars. The considered inscriptions are 1546, almost always transliterated, translated, with a photo or a drawing, essential bibliography and a very little comment. The drawn picture well attests the complexity of the relations in that period: we must consider the hundreds of Greek graffiti found in Naukratis, in Egypt, or the tens of Greek inscriptions discovered at Gravisca. Also the Aramaic and Assyrian inscriptions attest intense relations between Syria and Mesopotamia. Also Iran and Arabia show, directly or indirectly, connections with Greece and Etruria. With my work I hope to suggest the idea that it is necessary the scholars of Greek and Semitic things cooperate to the reconstruction of four centuries of the History of the Near Eastern, and that the theory of Joseph Naveh, who hypothesized the Greek alphabets originated in the 12th century in the Canaanite coast, is valid.
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Coccato, Stefania <1987&gt. "Interni veneziani trecenteschi : la cultura materiale attraverso gli inventari di beni mobili dei Procuratori di San Marco". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/8358.

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La tesi attraverso la ricerca documentale, affronta lo studio degli interni dei palazzi veneziani del XIV secolo. Dopo la raccolta di numerosi inventari di beni mobili si procede con l'analisi comparata e la ricerca iconografica a supporto delle informazioni reperite.
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Schievano, Mirta <1995&gt. "La pirateria nel Levante della Prima Età del Ferro: cultura materiale e paesaggio costiero". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19690.

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Il presente studio è dedicato all'identificazione di una possibile impronta archeologica lasciata dalla pirateria nel Mediterraneo Orientale della prima età del ferro. Dopo una discussione di aspetti teorici e metodologici, che si concentrerà in particolare sull'identificazione di insediamenti specificatamente legati a gruppi di pirati partendo da una serie di siti identificati come tali a Creta, l'obbiettivo è quello di identificare caratteristiche generali che possano aiutare ad identificare covi di pirati in altri punti del Mediterraneo, in particolare nel Mediterraneo Orientale.
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CHIAPPINI, ALESSIA. "Il materiale numismatico di età antonina dal Tevere: alcune note". Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2008. http://hdl.handle.net/2108/202617.

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Resumen
La ricerca ha preso avvio dalla pulitura, consolidamento e catalogazione di materiale inedito proveniente dal Tevere e riferibile agli anni 138-161. L’analisi del materiale antonino proveniente dal Tevere ha consentito l’individuazione di alcuni importanti spunti sulla circolazione in questo periodo, quali per primo l’aumento - soprattutto nella seconda metà del regno di Antonino Pio - delle emissioni di sesterzi, forse legato ad un iniziale processo inflattivo, o alla sua liberalità, ma anche al pagamento delle truppe e alla cospicua e lunga emissione di monete in onore della Diva Faustina. Decisamente frequenti nel Tevere sono i dupondi/assi e gli assi, presenti in percentuali equivalenti; tale risultato potrebbe avvalorare l’ipotesi che l’accumulo nel tempo di materiale numismatico nel fiume sia dovuto soprattutto a perdite occasionali. Fra il materiale tiberino databile, decisamente scarse sono le emissioni del 138-139; un altro dato in netto contrasto con quanto finora rilevato. Anche l’attenta analisi delle tipologie ha fatto emergere alcune nuove e interessanti prospettive. Senza dubbio interessante è l’alta concentrazione di monete con al rovescio la figura di Annona su rovesci di assi emessi tra gli anni 152-154; tale frequenza potrebbe riferirsi alla notizia di una rivolta in Egitto proprio in quegli anni. Di notevole interesse è la presenza nel Tevere del sesterzio con Enea, Anchise e Ascanio al rovescio; il sesterzio è molto raro ed attestato in un unico rinvenimento, sempre in Italia. Anche in questo caso, forse, l’esclusiva attestazione a Roma e in Italia, benché rara, potrebbe voler intendere che questo tipo per tematica sia considerato più adatto ad una circolazione in queste aree, legate in maniera più profonda a questo mito. Allo stesso modo è raro al di fuori della Britannia, dove è rinvenuto in massicce quantità, l’asse con la personificazione di questa provincia, emesso negli anni 153-155; i pur scarsi ed esigui ritrovamenti al di fuori della Britannia dove alcuni ritengono sia stato emesso e dove circola abbondantemente, fa pensare che possa trattarsi di monete arrivate in aree esterne a seguito delle frequentazioni e degli spostamenti dei possessori, forse mercanti, soldati o ex militari. Altro dato emerso dall’analisi del materiale dal Tevere e sinora mai evidenziato è il carattere prevalentemente militare dei rovesci di Marco Aurelio; si tratta di un aspetto comune a tutta la sua monetazione e che risulta, al contrario, assente nella contemporanea monetazione di Antonino. Sembra difficile stabilire il motivo di una simile distinzione ed in particolare se tale differenziazione possa rispecchiare due diversi ruoli istituzionali ricoperti dall’Augusto e dal Cesare. Per quanto riguarda l’esame del materiale riferibile alle Auguste bisogna innanzitutto rilevare la difficoltà di datazione delle emissioni delle due Faustine e, correlata a questo aspetto, la distinzione dei nominali delle loro coniazioni. Sin qui le considerazioni emerse dall’analisi diretta del materiale dal Tevere; ma nel corso dell’indagine non si è potuto, ovviamente, prescindere dall’analisi di tutta la monetazione di Antonino Pio e dei suoi familiari, nel tentativo di evidenziare ulteriori aspetti di questo imperatore e del suo principato, tra continuità e discontinuità con Adriano. Pur distaccandosi al momento dell’assunzione del principato dalla politica e dalla volontà del suo predecessore e padre adottivo, in molti aspetti del proprio principato Antonino si dimostra il continuatore della politica adrianea. Seguendo l’esempio del suo predecessore, Antonino ritiene opportuno portare avanti una politica diplomatica o di consolidamento, la cui più viva espressione sono la vasta attività di pacificazione e difesa dei confini, e la fortificazione e costruzione di limites. Come il padre adottivo, Antonino si preoccupa anche di celebrare la propria liberalità attraverso l’emissione dei tipi con la scena di elargizione rappresentata secondo la tradizionale iconografia del congiario degli imperatori precedenti e della nuova personificazione della Liberalitas, introdotta proprio da Adriano. L’esigenza di un rinnovamento religioso e il ricorso ai concetti di esaltazione di Roma e celebrazione dei miti di fondazione che Antonino riprende per la serie monetale emessa in occasione del nono centenario della fondazione di Roma, erano vivi già al tempo di Augusto. Rispetto al passato, tuttavia, più spiccato è il ritorno alle origini, a quella religiosità tradizionale ed arcaica, come dimostrano le scelte tipologiche operate da Antonino per tali emissioni. La diffusione di tali tematiche della propaganda antonina si può cogliere nelle coniazioni in onore della Diva Faustina, sulle quali il concetto di Aeternitas trova più ampio sviluppo. Molto frequente è, infatti, nella monetazione della Diva il ricorso all’immagine della personificazione dell’Aeternitas e alla legenda AETERNITAS che accompagna le raffigurazioni di numerose dee e personificazioni. Sembra evidente, pertanto, che nelle scelte tipologiche la monetazione antonina dimostri una propensione verso il nuovo, ma senza che questo significhi forti stravolgimenti ideologici o rivoluzioni. Numerosi temi e molti tipi sono ripresi dal precedente regno di Adriano, ma anche una buona parte del repertorio iconografico tradizionale viene ora riproposto, ma solamente dopo averlo reinterpretato e attualizzato. La monetazione della Diva ne è l’esempio più convincente: nelle sue emissioni ogni raffigurazione è sfruttata al massimo delle potenzialità espressive e da qui l’esigenza di molteplici varianti di uno stesso tipo non sempre facilmente identificabili. Una tale varietà può, senza dubbio, celare una complessità di pensiero e idee alla base della propaganda antonina che finora non era completamente emersa e che, al contrario, dovrebbe essere, in futuro, approfondita ed indagata, soprattutto alla luce dei nuovi studi che si stanno svolgendo e, pertanto, anche del proseguimento della pulitura, catalogazione e analisi del materiale tiberino
The research started by cleaning, consolidation and cataloging of new material from the Tiber, and it refers to the years 138-161. The analysis of the antonine material from the Tiber has allowed the identification of some important insights about the circulation of coins in this period, principally the increase - especially in the second half of the reign of Antoninus Pius - of emissions of sesterces. Definitely common from Tiber are Dupondi/Asses and As, which are present in equal percentage. Among the material from the Tiber, there are very low emissions of 138-139, another element in stark contrast to what has been detected. Even the careful analysis of the types has revealed some new and interesting perspectives. Certainly interesting is the high concentration of coins with, at the reverse, the figure of Annona on assi issued between the years 152-154, the frequency could refer to the news of a revolt in Egypt in those years. Of particular interest is the presence in the Tiber of sesterzi with Aeneas, Anchises and Ascanius in reverse; the sestertius is very uncommon and certificated in a single discovery in Italy. Similarly it is rare outside of Britain, where it is found in massive quantities, the asse with the embodiment of this province, issued in the years 153-155, while the poor and small discoveries outside of Britain, where some consider it has been issued and where it has circulated abundantly, suggest that it may be coins coming in outdoor areas as a result of frequent movements of the holders, perhaps merchants, soldiers or former soldiers. Another fact revealed by the analysis of material from the Tiber and so far never revealed,is the predominantly military nature of Marcus Aurelius, on the reverse, absent in the contemporary coinage of Antoninus. Regarding the examination of the material refering to Augustaewe, we must note the difficulty of dating the emission of two Faustine, and, related to this issue, the distinction of their nominal coinage. During the investigation it was not possible, of course, disregard the analysis of the whole coinage of Antoninus Pius and his family in an effort to highlight more aspects of the emperor and his princedom, between continuity and discontinuity with Hadrianus. Typological choices in the Antoninus coinage showa a propensity towards the new, but without strong ideological upheavals or revolutions. Many themes and many types come from the reign of Hadrian, but also a good part of the traditional iconographic repertoire has now been presented again, but only after it has been re-interpreted and updated. The Diva’s coinage is the most convincing example: in its emissions each representation is exploited to maximum expressive potential and hence the need for multiple variants of the same type which are not always easily identifiable. This variety can, of course, hide a complexity of thought and ideas behind the Antoninus propaganda that has not been fully revealed yet and that, conversely, should be in the future deeply investigated, especially in light of new recent studies and, therefore, furtherance of cleaning, cataloging and analysis of the material from Tiber
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Dimartino, Rita <1981&gt. "Studio analitico della cultura materiale fra VII e IX secolo d.C. nella Regione di Samarcanda (Uzbekistan): analisi morfo-tipologica, produzione e commercio della ceramica di Kafir Kala". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4125/1/Dimartino_Rita_tesi.pdf.

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Resumen
Kafir Kala is a key-site to understand the historical dynamics of the Samarkand Region in the Early Middle Ages (5th - 8th centuries CE). The site is clearly associated with a Sogdian occupation, as both literature and archaeological research testify. But the chronological phase that follows the Sogdian period, as the Islamic occupation became stable, is still little known. Structures and finds (an hoard of 133 silver coins, in particular) clearly testify a new occupation of some parts of the citadel; and some rooms, dug in the northern side of it, present structures and materials connected with an Islamic activity. The study of material culture from these rooms, and from more ancient contexts, will help to understand the eventual continuity of traditions and the new productions. Besides the citadel, as a matter of fact, also some kilns have been dug, near the main site. Their material culture is very interesting because it represents an example of the typical Sogdian production (ceramics covered with white mica, and stamped). The work on the ceramic material has consisted in cataloguing and classifying all the diagnostics. Three main morphological classes have been individuated: cooking, coarse and table ware), and some other ones (lamps, ossuaries). A catalogue of the finds organized them in a typological system based on their morphology, function, fabric, and eventually decoration style. Crossing the stratigraphical data with information from this typological study, it has been possible to provide a chronological arrangement of the sites investigated by the italo-uzbek archaeological mission from 2001 to 2008.
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Dimartino, Rita <1981&gt. "Studio analitico della cultura materiale fra VII e IX secolo d.C. nella Regione di Samarcanda (Uzbekistan): analisi morfo-tipologica, produzione e commercio della ceramica di Kafir Kala". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4125/.

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Kafir Kala is a key-site to understand the historical dynamics of the Samarkand Region in the Early Middle Ages (5th - 8th centuries CE). The site is clearly associated with a Sogdian occupation, as both literature and archaeological research testify. But the chronological phase that follows the Sogdian period, as the Islamic occupation became stable, is still little known. Structures and finds (an hoard of 133 silver coins, in particular) clearly testify a new occupation of some parts of the citadel; and some rooms, dug in the northern side of it, present structures and materials connected with an Islamic activity. The study of material culture from these rooms, and from more ancient contexts, will help to understand the eventual continuity of traditions and the new productions. Besides the citadel, as a matter of fact, also some kilns have been dug, near the main site. Their material culture is very interesting because it represents an example of the typical Sogdian production (ceramics covered with white mica, and stamped). The work on the ceramic material has consisted in cataloguing and classifying all the diagnostics. Three main morphological classes have been individuated: cooking, coarse and table ware), and some other ones (lamps, ossuaries). A catalogue of the finds organized them in a typological system based on their morphology, function, fabric, and eventually decoration style. Crossing the stratigraphical data with information from this typological study, it has been possible to provide a chronological arrangement of the sites investigated by the italo-uzbek archaeological mission from 2001 to 2008.
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D'ARIO, CARMELA. "Patrizi napoletani. I Loffredo di Cardito (secoli XVI-XIX)". Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2021. http://hdl.handle.net/11695/100700.

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Famiglia di antico patriziato della città di Napoli, I Loffredo di Cardito giunsero nel Mezzogiorno nel corso dell’XI secolo. Normanni di origine e da subito ascritti al Seggio di Capuana, si dedicarono alle armi, per lanciarsi poi, in età angioina, nelle carriere statali. Seppero guadagnarsi la fiducia di tutti i sovrani attraverso un lealismo che li contraddistinse nel tempo. L’ascesa politico–amministrativa fu realizzata anche attraverso una politica matrimoniale che già a partire dal XIV secolo li legò in un rapporto preferenziale ai Caracciolo. Nel ‘500 l’enorme fortuna accumulata da Sigismondo – iniziatore del ramo Cardito – consentì alla famiglia di entrare nel sistema feudale attraverso l’acquisto di alcuni territori. Dopo la felice stagione del XVI secolo, che vide i Loffredo al vertice della scena politica napoletana e fautori di un pervasivo radicamento nel perimetro di Donnaregina essi, a partire dal XVII secolo, stabilirono un rapporto con Napoli più dinamico e fluido, avviando un trasferimento nel feudo di Cardito. Il patrimonio e la struttura familiare concorsero a definire la consistenza e la stabilità economica della famiglia, stabilendo trama e ordito di un disegno di lungo periodo. Il Cinquecento decretò l’ascesa della famiglia e la costruzione patrimoniale che si fondò, oltre che sui feudi, anche su beni allodiali che i Loffredo cercarono di ampliare fino ai primi anni del ‘600. L’analisi dei dati ha mostrato, per il Cinquecento, un’impennata dei diritti proibitivi e un aumento di quelli giurisdizionali. Ai primi segnali di crisi i Loffredo risposero con un inasprimento dei diritti giurisdizionali e proibitivi e degli affittii. Il Seicento fu un secolo di indebitamento e di alienazione patrimoniale. Tale disagio non fu solo l’esito della difficile fase congiunturale, ma il prodotto di uno stile di vita che portò alla perdita di parte del patrimonio. Aggravò la situazione un lungo contenzioso che costrinse i fratelli Loffredo a frequentare le aule giudiziarie per oltre cinquant’anni. La curva economica coincise però con nuovi comportamenti matrimoniali che, analizzati su un arco di tempo più lungo, assumono le caratteristiche di concause del dissesto economico. Nel corso del Seicento fu, infatti, attuato un ripensamento di quei caratteri che avevano contraddistinto i Loffredo nel corso del Cinquecento. La struttura della houshold dei Loffredo mutò nel tempo, portando il numero dei componenti tanto ad ampliamenti, quanto a riduzioni drastiche e repentine nel volgere di una sola generazione, e ciò come diretta conseguenza non solo del tasso di fertilità delle coppie, ma anche di logiche economiche che vedevano nei matrimoni plurimi la possibilità di un’accumulazione patrimoniale. Il XVII secolo fu segnato da una haushold estremamente allargata della famiglia, almeno per due generazioni. Gli assegni per la vita militia e le doti di paraggio concorsero a decretare la debacle, capovolgendo le istanze economiche sulle quali il nuovo sistema si era fondato. La ripresa per i Loffredo giunse solo nell’ultimo Settecento. Nel corso del XVIII secolo si registrò una diminuzione delle entrate giurisdizionali e una crescita della rendita fondiaria che portò ad una specializzazione produttiva nei feudi. L’ultimo Loffredo, Ludovico Venceslao, fedele uomo di corte, fu l’artefice della rinascita. Formato fin da giovane a prendere parte alla nuova socialità aristocratica, mostrò spirito di intraprendenza anche nelle iniziative imprenditoriali. Il ramo si estinse con la sua morte senza eredi.
A family of ancient patricians of the city of Naples, The Loffredo of Cardito arrived in the Mezzogiorno during the 11th century. Normans of origin and immediately enrolled in the Seat of Capuana, they dedicated themselves to weapons, and then launched themselves, in the Angevin age, into state careers. They were able to earn the trust of all kings through a loyalism that distinguished them over time. The political-administrative ascent was also achieved through a marriage policy that already from the fourteenth century linked them in a preferential relationship to the Caracciolo. In the 1500s the enormous fortune accumulated by Sigismondo – initiator of the Cardito branch – allowed the family to enter the feudal system through the purchase of some territories. After the happy season of the sixteenth century, which saw the Loffredo at the top of the Neapolitan political scene and supporters of a pervasive roots in the perimeter of Donnaregina they, starting from the seventeenth century, established a more dynamic and fluid relationship with Naples, initiating a transfer to the fiefdom of Cardito. The heritage and family structure helped to define the consistency and economic stability of the family, establishing the plot and warp of a long-term design. The sixteenth century decreed the rise of the family and the capital construction that was founded, in addition to the fiefs, also on allodial goods that the Loffredo tried to expand until the early 1600s. Analysis of the data showed, for the sixteenth century, a surge in prohibitive rights and an increase in jurisdictional rights. At the first signs of crisis, the Loffredo responded with a tightening of jurisdictional and prohibitive rights and rents. The seventeenth century was a century of indebtedness and asset alienation. This discomfort was not only the result of the difficult economic phase, but the product of a lifestyle that led to the loss of part of the assets. The situation aggravated a long-term dispute that forced the Loffredo brothers to attend the courtrooms for over fifty years. The economic curve, however, coincided with new matrimonial behaviors that, analyzed over a longer period of time, take on the characteristics of causes of economic damage. During the seventeenth century, in fact, an afterthought of those characters that had distinguished the Loffredo during the sixteenth century was implemented. The structure of the Loffredo household changed over time, leading the number of members both to expansions and to drastic and sudden reductions in the turn of a single generation, and this as a direct consequence not only of the fertility rate of couples, but also of economic logics that saw in plural marriages the possibility of a capital accumulation. The 17th century was marked by an extremely enlarged household of the family, at least for two generations. Life grants and parade skills helped to decree the debacle, overturning the economic demands on which the new system had been based. The recovery for the Loffredos came only in the last eighteenth century. During the 18th century there was a decrease in judicial revenues and an increase in land rent that led to a productive specialization in fiefs. The last of the Loffredos, Ludovico Venceslao, a faithful courtman, was the architect of the rebirth. Trained from a young age to take part in the new aristocratic sociality, he showed a spirit of enterprise also in entrepreneurial initiatives. The branch became extinct with his heirless death.
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FABBRI, JACOPO. "Aspetti di produzione e consumo della ceramica di uso comune a Prato (XIV-XVI secolo)". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1007.

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Questa tesi si propone di offrire un contributo agli studi su un centro situato in una delle aree maggiormente sviluppate nell'Europa nel Tardo Medioevo. La ricerca si basa principalmente sull'analisi dei manufatti ceramici di uso comune (contenitori da dispensa, vasellame da cucina e per altre attività domestiche). In parte l'analisi riguarda il vasellame da mensa. Attraverso lo studio della produzione ceramica, si approfondiscono le fasi di sviluppo e di crisi di un centro urbano fino all' Età Moderna, chiarendone le dinamiche e i processi di trasformazione, nell'ambito dei manufatti di uso comune in correlazione con l'analisi delle fonti scritte e della documentazione archeologica nel suo complesso (in particolare l'archeologia degli elevati e la sintesi delle informazioni da essa derivata). Il centro di Prato costituisce quindi, grazie al un'abbondante documentazione scritta e materiale, un osservatorio privilegiato per lo studio delle dinamiche economico-sociali in Toscana e a un livello più ampio, in Europa tra XIV e XVI secolo.
This analysis aims to contribute to studies on a town situated in one of the most developed areas in Europe in the Late Middle Ages. The research is based primarily on analysis of pottery in common use (containers, cookware and other household activities). Part of the analysis concerns Maiolica Arcaica. Through the study of ceramic production, we will explore stages of development and crisis of an urban center until the 'Modern Age, clarifying the dynamics and transformation processes in the context of the artifacts commonly used in conjunction with analysis of written documentation and archaeological evidence as a whole (particularly the archeology of buildings and synthesis of information derived from it). The center of Prato is then, thanks to the extensive documentation, a privileged observatory for the study of socio-economic dynamics in Tuscany and a broader level, in Europe between the fourteenth and sixteenth century.
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FABBRI, JACOPO. "Aspetti di produzione e consumo della ceramica di uso comune a Prato (XIV-XVI secolo)". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1007.

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Questa tesi si propone di offrire un contributo agli studi su un centro situato in una delle aree maggiormente sviluppate nell'Europa nel Tardo Medioevo. La ricerca si basa principalmente sull'analisi dei manufatti ceramici di uso comune (contenitori da dispensa, vasellame da cucina e per altre attività domestiche). In parte l'analisi riguarda il vasellame da mensa. Attraverso lo studio della produzione ceramica, si approfondiscono le fasi di sviluppo e di crisi di un centro urbano fino all' Età Moderna, chiarendone le dinamiche e i processi di trasformazione, nell'ambito dei manufatti di uso comune in correlazione con l'analisi delle fonti scritte e della documentazione archeologica nel suo complesso (in particolare l'archeologia degli elevati e la sintesi delle informazioni da essa derivata). Il centro di Prato costituisce quindi, grazie al un'abbondante documentazione scritta e materiale, un osservatorio privilegiato per lo studio delle dinamiche economico-sociali in Toscana e a un livello più ampio, in Europa tra XIV e XVI secolo.
This analysis aims to contribute to studies on a town situated in one of the most developed areas in Europe in the Late Middle Ages. The research is based primarily on analysis of pottery in common use (containers, cookware and other household activities). Part of the analysis concerns Maiolica Arcaica. Through the study of ceramic production, we will explore stages of development and crisis of an urban center until the 'Modern Age, clarifying the dynamics and transformation processes in the context of the artifacts commonly used in conjunction with analysis of written documentation and archaeological evidence as a whole (particularly the archeology of buildings and synthesis of information derived from it). The center of Prato is then, thanks to the extensive documentation, a privileged observatory for the study of socio-economic dynamics in Tuscany and a broader level, in Europe between the fourteenth and sixteenth century.
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Aleci, Marika <1993&gt. "La scultura: storia, tecniche e materiali con repertorio terminografico italiano-cinese". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11830.

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Il presente elaborato è incentrato sulla stesura di un repertorio terminografico italiano-cinese trattante termini di ambito scultoreo. Si è notato infatti, che molti studenti cinesi frequentanti l'Accademia di Belle Arti di Venezia, pur essendo molto bravi nella pratica presentavano notavoli difficoltà nel seguire i corsi tenuti in lingua italiana. Oltre al repertorio terminografico, la tesi presenta una parte discorsiva nella quale viene esplicitata la storia, i principali materiali e le maggiori tecniche scultoree usate. Il tutto è affiancato da delle immagini esplicative per permettere una migliore comprensione di ciò che è spiegato a parole.
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Jensevik, Karin. "Optimering av metodiken vid genotypning av stora DNA-material". Thesis, Uppsala University, Department of Mathematics, 2003. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:uu:diva-121792.

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Tricomi, A. R. "L'archeologia tessile nella Venetia romana. Testimonianze materiali per una sintesi storica". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423682.

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This research take origin from a previous Project carried out by University of Padua (M.S. Busana), focused on wool archaeology in Roman Venetia. The main theme of the study is to define the archaeological documentation by a systematic census of archaeological textile implements, published and unpublished, found in the province of Rovigo, Venezia, Treviso and Belluno. 1630 records have been recorded: they include shears, bobbins, spindles, hooks, spindle whorls and loom weights from 2nd c. B.C. to 5th c. A.D. For this purpose we used a database linked to a GIS, that allows us to manage data more efficiently and to perform statistical and spatial analyses. Firstly a general overview about textile archaeology is provided, then attention is focused on artifacts, particularly on their functional and morphometric parameters. A new methodology from experimental archaeology developed in Northern Europe is applied. These approaches shed new light on textiles made in the area, revealing a level of standardization of tools and consequently a good organization of the manufacture. Implements from cities and countryside are different, testifying fabrics of different quality and the presence of different markets, as well as a different dynamics. Also symbolic aspects have been investigated: spinning tools, often found in women burials are not only activity marker, but also a sign of feminine virtues and moral qualities. In a more general perspective this work stands as a possible model for the study of these kind of archaeological records, potentially useful to other spatial and chronological contexts.
La ricerca di dottorato nasce sulla scorta di un precedente Progetto di Ateneo dal titolo “Archeologia della lana: allevamento, produzione e commercio nella Cisalpina romana” conclusosi nel 2011 condotto dal Dipartimento di Archeologia dell’Università di Padova (M.S. Busana). Il lavoro ha preso avvio con il censimento sistematico dei reperti mobili, indicatori di attività tessile presenti nei Musei e nei depositi archeologici delle province di Rovigo, Venezia, Treviso e Belluno. Nella fattispecie, sono stati censiti 1630 manufatti appartenenti alle classi di cesoie, fusarole, fusi, rocche, uncini da fuso, pesi da telaio e rocchetti, datati tra il II sec. a.C. e il V sec. d.C. La schedatura si è avvalsa di un database relazionale collegato ad una piattaforma GIS, che ha consentito una migliore gestione dei dati, lo sviluppo di analisi statistiche e territoriali. Dopo i primi capitoli di inquadramento sull’archeologia tessile, si procede all’analisi dettagliata dei manufatti, con particolare attenzione ai parametri quantitativi e qualitativi di ciascun esemplare, applicando anche metodologie derivate dalla ricerca sperimentale, elaborata recentemente in ambito europeo. L’analisi dei reperti ha permesso di avanzare alcune ipotesi circa la tipologia dei filati e dei tessuti realizzati nella Venetia e ha evidenziato un grado di standardizzazione dei manufatti che denuncia un certo livello di organizzazione nella produzione tessile. L’indagine sui contesti ha messo in luce una diversificazione sia a livello di strumenti che di qualità di prodotti tra l’ambito cittadino e quello rurale, testimoniando la presenza di committenze e mercati differenti, oltre che una diversa dinamica produttiva. Ulteriore aspetto indagato corrisponde all’orizzonte simbolico sotteso agli strumenti per filatura, spesso presenti nei corredi funerari femminili, non solo indicatore di attività, ma anche emblema di virtù e doti morali muliebri. In un ottica più generale il lavoro si pone come possibile modello per lo studio di questi materiali da estendere potenzialmente ad altri contesti territoriali e cronologici.
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PAIATO, Maria Letizia. "Il linguaggio della satira a Modena Materiali per una storia dell’illustrazione umoristica tra Otto e Novecento". Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2015. http://hdl.handle.net/11392/2389075.

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The node’s specific test of Modena’s illustrated comics, in the late nineteenth century and the first two decades of the twentieth century, made it possible to add new tiles of knowledge in an already existing historiography on the subject, drawing a historical framework in which the Modena’s illustration developed itself, both in reference to an urban context and beyond this. The complete photographic campaign has offered the opportunity to enhance documents with the result of new assignments. This led to the reorganization of the acquired data, as well as the deepening of the individual personality, highlighting aspects so far remained in the shadows. By the analysis performed, signs of major innovations emerged from the "Marchese Colombi" of 1893 and "La Sciarpa d’Iride" in 1897, so that they can be considered essential in Modena’s publishing publications in the specific field of illustrated comics. The first new feature is the collaboration of Umberto Tirelli to "Marchese Colombi" which, starting from 1895, brings the cartoon image to become the central node of the journal despite the text, this prerogative recognized by most critics as the the exclusive "Duca Borso" since 1900. In the assignment test has been recognized Umberto Tirelli as the author of cartoons traced in several sheets appeared between 1900 and 1903; in some cases, these partnerships were simply reordered, in others, we can talk of new assignments. Furthermore, from the analysis of fifteen years of "Duca Borso," it was possible to reconsider the common opinion of the critics, on the basis that the most prosperous period and lush of the magazine coincides with the direction of Umberto Tirelli. Between 1908 and 1912, in fact, on "Duca Borso" interesting illustrations of artists no less valid Tirelli are alternated, and yet, in the last two years of life, very young designers collaborate and such practice will herald them painting experience. It is found in these pages the figure of sixteen years old Mario Vellani Marchi identified under the pseudonym of Marius, in which has been tried to reconstruct a biographical profile as update as possible. Special attention has also been devoted to the Unique Numbers and to periodicals discontinuously issued, among which we remember "Il Navicello” on 8 May 1910, whose illustrations were attributed to the illustrator Aguini, who stole them from Umberto Tirelli. The catalog of Aguini has been enriched also by illustrations of other Unique Numbers appeared in Modena until 1913. After the break imposed by the war, the humorous illustration will be entrusted in its results in particular to Mario Vellani Marchi which, in 1921, along with Casimiro Jodi will establish "Il Gatto Bigio." Mario Vellani Marchi is the first artist that contributed to the developments of Modena’s illustrated comics during the twenties.
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CALOGERO, MARCELLO. "Alfonso Lombardi (1497 ca.-1537) e i materiali della scultura". Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2022. http://hdl.handle.net/11384/112106.

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Frasson, Sara <1992&gt. "Studio e caratterizzazione di materiali relativi ad un sarcofago situato presso il Museo di Storia Naturale di Venezia". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10187.

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Il presente progetto di tesi mira a caratterizzare e studiare i vari materiali relativi ad un sarcofago egizio di fanciullo appartenente alla collezione Correr, collocato presso il Museo di Storia Naturale di Venezia. L’obiettivo della tesi è di valutare se i materiali sono di origine egizia o se il manufatto sia stato creato in epoca ottocentesca con materiali parzialmente o totalmente falsificati. L’oggetto include una gamma di materiali che comprende il tessuto, il legno e il cartonnage, quest’ultimo caratterizzato da una decorazione pluricromatica di grande interesse. Per rispondere a questi quesiti, si è proposta un’analisi spettrofotocolorimetrica dei pigmenti relativi alla decorazione superficiale del cartonnage, con il conseguente confronto degli spettri di riflettanza con curve di riferimento. La presenza di Blu Egizio e la contemporanea presenza di pigmenti utilizzati durante l’età egizia come orpimento ed ematite conferma la veridicità del supporto cartonnage. Si è proposta inoltre un’osservazione con SEM, accompagnata ad un’esplorazione tramite EDS, con il quale si sono indagati sia il tessuto, risultato essere lino, che alcuni campioni di cartonnage dipinto che confermano i risultati ottenuti con la spettrofotocolorimetria. Per quanto riguarda il legno che compone il sarcofago, si propone un’osservazione con stereomicroscopio a luce riflessa sul campione e con microscopio ottico a luce trasmessa sulla sezione sottile del reperto, per poter riconoscere la specie legnosa tramite le sue caratteristiche anatomiche. Per poter indagare l’interno della struttura bendata, si è suggerita una tomografia computerizzata (TC). L’eventuale osservazione di un corpo umano confermerebbe totalmente la veridicità del manufatto.
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ZAPPOLI, STEFANO (ORCID:0000-0001-8285-8702). "Materiali per lo studio della teoria della scienza nella logica di Benedetto Croce". Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2011. http://hdl.handle.net/10446/921.

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Basso, Sara <1997&gt. "Product innovation at Luxottica: a journey through the use of materials and the study of a proper fit". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20177.

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Eyeglasses have become an irreplaceable object in our daily life. They are used as a protection/eyesight correction tool, but also as an essential accessory to express personal style. Even if at first glance they seem very simple tools, they went through a long historical socio-technological evolution as their shapes and materials evolved to adapt to people’s needs and tastes thanks to the introduction of the most advanced technologies. A complex study is hidden behind every new model as it represents a combination of tradition and innovation, where the historical heritage of the fashion houses and the know-how of the eyewear companies are melted with science and technology. This work examines the evolution of the eyewear inside the multinational company Luxottica focusing the attention on two of the key elements that have contributed the most to its continuous improvement: the study of a proper fit and the use of materials. To understand how this artifact has guided the company towards continuous growth, eight interviewees have contributed to trace the main steps of the product evolution. This research has demonstrated that innovation is not only a key pillar at the base of Luxottica’s strategy, but the firm has been able to use historical narratives to create an internal culture and an organizational identity based on the pursuit of continuous improvement. Moreover, it has been proven that product development doesn’t follow a linear process, but it is influenced by various actors, among which customers cover one of the most influential positions. That means that the collection of customers’ reactions and the forecast of future desires have become indispensable to meet their expectations and reduce the possibility of failure. As the interviewees revealed that in the last fifteen years investments in innovation are constantly growing, should we expect the company to follow its historical innovation strategy, or is it going to take more risks?
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CESARETTI, Giacomo. "Nuovi dati per una storia della ceramica graffita tardomedievale a Ferrara. Materiali dalla US1050 di Piazza Municipio e dalla collezione Carife". Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2013. http://hdl.handle.net/11392/2388847.

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c. = century ca. = circa MNV = minimum number of vessels sh. = shreds --- This thesis is the third and last part of a research project whose primary purpose was to revise the role of the sgraffiato ware ascribed to Ferrara during the Middle Ages and the Renaissance. The ceramic materials which we considered in our study come from two different settings: an underground brick pit excavated in 2001 at Ferrara’s Municipal Square (anciently the city’s Ducal Courtyard) and the Carife Foundation collection of objets d’art (group A). These settings diverge markedly from one another, starting from the type of formation, that is an archaeological deposit, once used for waste disposal, on the one hand and a group of objects from the antique trade on the other; despite that, what brings them together is high share of medieval and post-medieval sgraffiato ware. The study of pottery finds from the pit has pointed out the following data: a total of 4066 ceramic sh. (omitting illegible pieces), that reach 4118 if we add the kiln waste. Of these, 1439 are single sh., whereas 2627 are vessel units (joining in some cases), forming 476 MNV, plus 92 restored pieces. Sgraffiato ware consists mainly of open forms (in particular bowls and plates), few jugs and some other rare items such as inkstands. This group includes all the types of incised slipwares that are known to have been produced in the Padana region of Italy during the Middle Ages and the Early Renaissance. Regarding the chronology, since the context was found sealed some metres under the square, both the written sources and the association of the finds allow us to determine when the pit was used for the last time; these two elements seem to suggest the second half of the 15th c. as a possible terminus ante quem for the pit. Furthermore, another aspect that emerges neatly from the study of the ceramic material is the connection with a privileged household, originally, which we can detect in the Este family, whose palace was built all around the square (the previous Courtyard) and where the family lived until the end of 1400s. The pottery that constitutes the group A of the Carife collection comprises 362 items dating between ca. the second half of the 14th c. and the second half of the 16th c.; ceramic classes include mainly slipwares and medieval tin-glazed wares. Unlike the context 1050, these ceramics do not represent a unit, in view of the fact that they were intentionally grouped together throughout the last three decades of the 20th c.; nearly 90% of the pieces consists of sgraffiato wares, all restored except for a plate fragment. Unfortunately, group A lacks any kind of information about its formation and no record is available with regard to the old owner/s, possible dealers and, lastly, to the provenance of the objects. All that we were able to find out has been summed up in one of the first paragraphs of the 3rd part of the thesis, but it is clear from these few facts, drawn mostly from the literature available for a small part of the vessels, that the basic problems related to this collection (i. e. method, type and place of recovery) are still far from solved. Owing to this, these ceramics can only be approximately ‘placed’, both chronologically and geographically; as a matter of fact, we couldn’t avoid general attributions, which we based on comparisons with archaeological material from excavations carried out to scientifical standards, primarily in the north-eastern part of Italy.
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Váňa, Viktor. "Optimalizace logistických procesů výroby testovacích stolic v podniku AVL Moravia". Master's thesis, Vysoké učení technické v Brně. Fakulta strojního inženýrství, 2013. http://www.nusl.cz/ntk/nusl-230859.

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The main goal of a study is to rationalize organization of production and material handling in company AVL Moravia s.r.o. via material flow intensity analysis. Analysis results in suggesting new organization of production and economical rating of the suggestion.
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Vieceli, Matteo <1972&gt. "L'immagine per i mercanti di legname veneziani tra il XVI e XVII secolo: fluitazione di materiali e di idee". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2840.

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Cismon-Brenta e Cordevole-Piave rappresentano gli assi di comunicazione fluviale che per secoli soddisfarono le necessità di legname della Serenissima, convogliando travi e tavole rispettivamente dai boschi del Primiero, del Cadore e dell'Agordino. Col tempo una rete di famiglie di mercanti approntò strategie per controllarne i redditizi traffici, per spartirsene il mercato, per intessere alleanze tra di loro o con i poteri civili e religiosi nelle aree attraversate. Necessariamente con il legname circolarono così anche uomini, che si insediarono nei luoghi strategici lungo il percorso di fluitazione, come pure in quel di Barbaria delle Tole, ultimo e decisivo approdo in Venezia. Interessante sarà a questo punto verificare come questi commerci possano aver contribuito nel portare non solo merci, ma anche idee, sia dalla Serenissima verso la “provincia” che, nel contempo, a veicolare istanze e pensieri dal pur sempre vicino Impero Asburgico, alla cui autorità gran parte dei boschi appartenevano. A tal fine si cercherà di lavorare non solo sui documenti di archivio o sui numerosi testi specifici sull'argomento, ma soprattutto su quei documenti ancora in loco, magari ancora “vivi” in parte delle loro originarie funzioni: edifici e immagini, residenze e dipinti, oratori e pale d'altare. Forse in essi, più che altrove, dovremmo ricercare il colore, il “timbro” di quell'epoca, trovare conferma di quel fluitare di idee dalla laguna ai monti, da Innsbruck e Augusta fino ai confini della Serenissima seguendo gli itinerari dei loro mercanti-committenti. Immagini e opere architettoniche non da guardare semplicemente come documenti “passivi” di un'epoca, ma illuminanti esse stesse quei contesti, alla luce delle loro funzioni e peculiarità comunicative evidenti . Fondamentale sarà quindi adottare un approccio il più possibile multidisciplinare incontrando per forza di cose in questo “viaggio” aspetti economici, contingenze politiche, documenti artistici, istanze religiose, comportamenti sociali e tutte quelle occorrenze storico-contestuali che dovranno essere sempre tenute presenti. Solo così potremo chiarire l'importante ruolo di mediatori della cultura veneziana svolto dai mercanti di legname, ma soprattutto il loro contributo nel portare e diffondere nella terraferma quell'istinto imprenditoriale, quell'orgoglio patrio, quella perseveranza e spirito pratico di cui è (era?) intrisa la cultura, anche economica, veneta.
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Fernandes, Novaes Maristela Abadia <1961&gt. "Storia della costruzione di un oggetto della moda fra Otto e Novecento. Uno spencer Liberty ai confini di Minas Gerais: aspetti culturali e materiali". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amsdottorato.unibo.it/8565/1/Vers%C3%A3o%20Final_Costruzione%20di%20un%20oggetto%20della%20moda_TESI_2018.pdf.

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Questa ricerca indaga gli aspetti culturali e materiali della storia della costruzione di uno spencer Liberty, che viene qui esaminato come documento storico. Questo capo faceva parte di un vestito da sposa e fu indossato il 12 ottobre 1912, giorno delle nozze, da una quindicenne a Villa Platina, entro i confini di Minas Gerais, regione del sud est del Brasile. La ricerca prende le mosse dalla cultura materiale per svilupparsi poi nel campo della storia, considerando aspetti economici, culturali e politici, della società platinense: una società rurale e tradizionale che si trovava agli albori del sistema repubblicano (periodo denominato di Republica Velha) e coincidente con il movimento artistico dell’Art Nouveau, in Italia denominato Liberty. La tesi indaga dunque le relazioni tra la società, il suo sistema di vestiario e il suo collegamento con la moda occidentale, tenendo sempre presente la storia dell’oggetto. La tesi si struttura su cinque assi: ¬la persona che ha posseduto l’oggetto stesso, l’ambiente produttivo, l’ambiente formativo dei sarti, la stampa e le comunicazioni e, infine l’oggetto. La ricerca si basa su diverse fonti: iconografiche, censimenti, libri contabili, periodici e riviste di moda, manuali tecnici della manifattura degli abiti (modellistica, taglio e cucito), periodici politici ed economici, archivi, testimonianze orali, oggetti manufatti del periodo, materie prime, la ricostruzione filologica dell’oggetto, ecc. L’obiettivo principale di tale indagine è comprendere processi e problematiche proprie delle materie prime, della commercializzazione, dei procedimenti di lavorazione, dei costi, delle mode e delle gerarchie sociali che questo manufatto presenta nelle varie fasi di lavorazione, di taglio ed assemblaggio.
This research questions the material and cultural aspects of a Liberty Spencer construction, which is examined here as a historical document. This clothing was part of a wedding dress and was used about 12 October 1912, the wedding day, by a 15 years old girl. The weeding took place on the border of Minas Gerais, southeast region of Brazil. This research starts from material culture perspective to develop into the fields of history, considering economic, political and cultural aspects of the platinense society. That was a rural and traditional society on the beginning of republican system (so called Republica Velha), the same period of the Art Nouveau artistic movement, named Liberty movement in Italy. Thus, the thesis questions the relationship between society, its vesture system and its link with occidental fashion, considering the object history. This thesis is structured on five axes: the person who owned the object; the productive environment; the dressmakers professional qualification environment; the press; and finally, the object. This research is based on several sources: iconographic, census, accounting books, fashion newspapers and magazines, technical manuals of clothes manufacturing (modeling, cutting and sewing), political and economic periodicals, archives, oral testimonies, artifacts of the period, raw materials, the philological reconstruction of the object, etc. The main object is to understand the process and the raw materials, commercialization, manufacturing, cost, fashion and social hierarchy problematics that this artifact represents in the various manufacturing stages, of cutting and assembly.
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Naccache, Fadi Antoine. "Internationell Upphandling av Byggmaterial : En studie över materialimportens potentiella tillämpning hos medelstora och stora byggentreprenörer". Thesis, Mälardalens högskola, Akademin för ekonomi, samhälle och teknik, 2013. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:mdh:diva-22041.

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High housing- and construction costs is a fact in Sweden today. Prices on building materials more rapidly than producer price index for industrial goods. Prices tend to rise during market boom but does not adapt during diminishing demand. The effects of fading demand can rather be deduced through discounts and quotations. During 1992-1998 when the Swedish construction sector found it self in severe crisis the prices of construction materials kept rising more rapidly than PPI for industrial merchandise. The development of cost for construction materials has been significant. Subsequently, report published by the building commission 2002:115 presents that the market structure of the Swedish supply market of construction materials often can be likened with oligopoly. Since 1994 to 2006 the cost of production for one square meter building area has practically doubled. The cost of production for apartment buildings from 1996 to 2001 was just about 50 % while at the same time the inflation was only 4,3 % according to SCB. This report primarily intends to study the possibilities and actions necessary to increase the use of foreign suppliers of construction materials at the larger construction contractors. The survey shows that the use of foreign suppliers is highly limited at 46 of the 50 largest building companies in Sweden. Results show that 90 % of the respondents has had totally 5 or less purchases from foreign sellers during 2012 till April 2013. At the same time the report shows that international trade frequently has a positive competition effect on the Swedish supplier market. Leading actors in international trade of construction goods states that they have succeeded in breaking the interacting price controlling at the Swedish suppliers of construction materials. The study further shows that knowledge and competence within the companies is missing in order to obtain a successful international procurement. The person accountable of purchases in the companies emphasizes that more resources within the business is fundamental to incept such a purchasing method. The survey confirms that a service that offers knowledge and information about foreign suppliers would ease the international purchases for Swedish contractors.
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Lima, Alan Souza. "Atributos de influência na escolha do ponto de venda para os consumidores do pequeno varejo de materiais para construção". Pontifícia Universidade Católica de São Paulo, 2016. https://tede2.pucsp.br/handle/handle/19318.

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Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior
The objective of this research was analyse the influence of the attributes of small shops on the building sector that are considered important to the consumer decid in what store will buy the products, by the identification of the most important factors that are decisive on your own choice, althoug this study demonstrated the wishes of these customers, and was presented thus a note about the relation price x perceived quality. The study described another researches, not only on retail building materials, but thus on other reatil segments, and was demonstrated the results of theses investigations. The methodology applied was quantitative, conclusive and descriptive, done by the active clientes of a small store building materials who responded the questions using a Likert 5-point scale. Where used the software Microsoft Excel® 2013, and the software IBM SPSS Statistics, 24. For the interpretation of these data was adopted the Cronbach alpha, the Peasron’s correlation coefficient, and thus the One-Way Anova. The data indicated that the main attibute for these consumers is the variety and avaiability of products, followed by fast service and cuts. This way, the study demonstrated that the analysis of the preferences of consumers of building materials can not be only summarized by the strategy of low price, but too understand the customer needs using all attributes related to satisfaction of consumers in general
O objetivo desta pesquisa foi analisar a influência dos atributos das pequenas lojas de materiais para construção que são considerados relevantes para o consumidor decidir o local de compra dos produtos desejados, a partir da identificação dos principais fatores que impactam na decisão de escolha destes consumidores, e apontar os atributos valorizados por estes clientes, além de estabelecer uma análise da relação preço x qualidade percebida para este nicho de consumidor. A pesquisa conectou-se com outros pesquisadores do varejo, não só de materiais para construção, mas também de outras categorias e segmentos, ao demonstrar resultados de investigações a respeito das preferências dos consumidores varejistas em geral. A metodologia aplicada foi quantitativa, conclusiva e descritiva, realizada a partir de uma amostra selecionada do banco de dados dos clientes ativos de uma pequena loja de materiais para construção, que foram incumbidos de responder as questões propostas a partir de uma escala de Likert de 5 pontos. Foram utilizados para interpretação dos dados, o software Microsoft Excel® versão 2013, e o software IBM SPSS Statistics versão 24. Tomou-se como base de análise, os resultados do Alpha de Cronbach, o coeficiente de Correlação de Pearson, além do One-Way ANOVA. Os indicadores demonstraram que a principal influência para os clientes do pequeno varejo de materiais para construção está direcionada à variedade e disponibilidade dos produtos oferecidos pelas lojas, seguidas do atendimento rápido e cortês. Desta forma, este estudo sugeriu que a análise das preferências dos consumidores de materiais para construção não devem ser sintetizadas às estratégias relacionadas ao preço mais baixo, mas sim compreender e atender as necessidades dos clientes tomando-se como base o conjunto de atributos relacionados à satisfação dos consumidores em geral
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Filippin, Sara. "La riproduzione fotografica delle opere d'arte a Venezia tra la metà del sec. XIX e il 1920 ca. Materiali per una ricostruzione storica". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3423882.

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The earliest researches regarding the history of photography in Venice date back to the late 1970s, when for the first time, an overview of the dealings related to the advent and development of photography was outlined, and the names of some photographers were put in evidence. These studies, conducted mainly by Alberto Prandi, were continued in the 1980s and 1990s by Paolo Costantini and Italo Zannier who focused their attention primarily on urban views and architecture photography, analyzing historical aspects and proposing a first insight from a critical point of view. Those subjects and interpretations heavily influenced the subsequent studies, while the interest toward other applications of photography has been very poor, if not absent. Among them, the reproduction of works of art, that was very important in Venice, thanks to the worldwide reputation of the city and of its great master painters of the past. This work stands as the first research in this field of studies. It pays attention mainly to paintings, and proposes a first summary of the evolution of photographic reproduction of works of art from the middle of the nineteenth century until the First World War. It is essentially based on archival research. The archive of the Academy of Fine Arts in Venice was the main reference, in view of the role played by this Body in the second half of the nineteenth century, role that brought it in close contact with the photographic world. Other researches have been conducted at the Fondazione Musei Civici Venezia, especially in relation to the Correr Museum, as well as at the State Archives in Venice. Some other documents at the Biblioteca Marciana, the Procuratoria di San Marco, the archive of the Frari Church, the Public Libraries of Padua and Treviso, the Archives of the Uffizi Gallery, were also useful for specific topics, as well as the documents in the archive of the photographer Tomaso Filippi, now in the care of IRE, Istituzioni di Ricover ed Educazione in Venice. Filippi was also very involved in the reproduction of works of Venetian art, both in museums and in various exhibits, as well as with commissioned works. Images’ researches have mainly been conducted in the Venetian collections at the Fondazione Musei Civici Venezia, the Archivio Tomaso Filippi, the Archivio Turio Böhm, and finally the Academy of Fine Arts, but in part also at the Kunsthistorisches Institut in Florence, the Hertziana Library and the Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione - ICCD, in Rome. The documents that have emerged are very numerous, and allow to distinguish some major chronological phases and identify some names as related to this photographic field. Approximately between the 1850s and 1865s reports are mostly occasional and due to specific identified occasions. After the unification of the Veneto region to Italy (1866), and especially from 1867-1868 onward, the situation became more dynamic, with some photographers very actively engaged, among which we can name Giovanni Battista Brusa, Pietro Bertoja, Paolo Salviati, and especially Carlo Naya. A different situation characterizes again the period starting from the first half of the 1890s, both because of the technical developments in the field of photography that led to the spread of orthochromatic plates, and the beginning of large photographic campaigns conducted by Fratelli Alinari and Domenico Anderson, who were actively involved in the documentation of the works of art in venetian museums and churches. The documents found at the Academy of Fine Arts are related to the period till the end of the 1870s, after which they become limited in number, and then absent, since some law provisions put the Ministry of Public Education in charge of the regulation and management in the field of photography of art that first pertained to the Academy. For the following period, some important documents concerning the activity of the Studio Naya, the Fratelli Alinari and Domenico Anderson have been found at the Museum Correr. The structure of this thesis is strictly connected with the documents taken as bases for the analysis. The first part is devoted to the early evidences of the use of photography in the reproduction of works of art. A chapter deals with the photograph of the drawing titled Apollo and Marsyas (1857), at that time attributed to Raphael, and sheds light on this well known story (see F. Haskell, A Martyr of Attributionism), on which there used to be many obscure points. A second chapter focuses on a requested photography of the Pala d'oro in the Basilica of San Marco (1860). Although not made because of technical difficulties, this event is very significant to the history of photography because of the network of relations and issues it involved. A third chapter is devoted to the first photographic reproduction of the Grimani Breviary (1861-1862) which was a very demanding task for the author, Antonio Perini, who was concerned also with the before said subjects. A key junction point between the two chronological phases mentioned above is represented by the photographic reproduction of the drawings of the “great masters” (1864-1876), at that time in the collections of the Academy of Fine Arts, which was carried out by some photographers, the first of whom was again Perini. This theme shows the importance and interest that drawings enjoyed in that period in Venice as well as in other European countries, and involves some connections with the Raphael Project of the English Prince Consort, Albert. The period when photographic campaigns were conducted on a large scale is introduced by the fifth chapter which is devoted to the regulations of the photographic reproduction of works of art, first on a local, then on a national basis. The role of the Academy in safeguarding cultural heritage and art is described, as it involved also the photographic industry. Attention is drawn to the issue related to the activity of many copyists who frequently worked in the Accademia Gallery and in Venetian churches, in comparison with the presence in those same places of photographers. There is evidence of several complaints toward painters for their misbehavior toward paintings while no problems at all seems to have caused photographers. The last chapter deals with the photographic campaigns conducted between the end of the 1860s until the beginning of the XX century, and discusses the points that are worth noting in the documents. The thesis contains about 220 documents divided into two appendices: - Appendix A contains those relating to chapters 1-3 and 5; - Appendix B contains documents analyzed in Chapters 4 and 6, - Appendix C consists of tables, schemes and lists which can be useful for a better understanding of the text, and in some cases as a very telling synthesis of it. The three appendices are to be considered an integral part of this work which can be fully appreciated only in close connection with the documents. Besides proposing a first historical reconstruction of this photographic genre in Venice, this thesis provides further insight on some Venetians photographers, especially on Antonio Perini and Carlo Naya, and compares the work of the last with that of the Fratelli Alinari and Domenico Anderson. Through the analysis of some case studies, it also shows the important role played by photography not only for the dissemination of knowledge of the works of art, but also as an effective tool capable to create autonomous images which in many cases stood independent from the originals, and which were linked to the intimate sphere of human feelings, an aspect that greatly influenced the work of photographers.
I primi studi sulla storia della fotografia a Venezia risalgono alla fine degli anni anni ’70 del Novecento quando fu per la prima volta ricostruito un panorama generale delle vicende fotografiche legate alla città e furono messe in evidenza le personalità di alcuni fotografi. Tali studi, condotti essenzialmente da Alberto Prandi, furono proseguiti negli anni ’80 e ’90 da Paolo Costantini e Italo Zannier che focalizzarono la loro attenzione soprattutto sulla fotografia vedutistica e d’architettura, analizzandola sia sotto l’aspetto storico che proponendo le prime approfondimenti critici. Quella linea tematica e interpretativa ha improntato di se gli studi successivi, mentre l’interesse verso altri campi di applicazione è stato molto scarso se non assente. Tra di essi, l’attività di riproduzione delle opere d’arte, che fu molto importante a Venezia, grazie alla fama di Venezia e degli artisti che nel tempo ne hanno illustrato il nome. Questo lavoro si pone come prima ricerca in questo settore. Esso riguarda soprattutto le opere pittoriche, e ne propone una prima ricostruzione evolutiva a partire dalla metà del secolo XIX e fino agli anni a ridosso della prima guerra mondiale. Esso si fonda essenzialmente sulla ricerca d’archivio presso alcuni organismi cittadini. L’archivio dell’Accademia di Belle Arti di Venezia è stato il riferimento principale, in considerazione del ruolo svolto dall’Ente nella seconda metà dell’Ottocento, che lo portò a stretto contatto con l’attività fotografica. Altre ricerche sono state condotte presso la Fondazione Musei Civici Venezia, soprattutto in relazione al Museo Correr, oltre che presso l’Archivio di Stato di Venezia. Per alcuni casi specifici sono stati inoltre utili alcuni documenti presenti presso la Biblioteca Marciana di Venezia, la Procuratoria di San Marco, l’archivio della Basilica dei Frari, presso le Biblioteche Civiche di Padova e Treviso, presso l’Archivio della Galleria degli Uffizi, e infine presso le Istituzioni di Ricovero ed Educazione - IRE di Venezia, dove è conservato l’archivio di Tomaso Filippi, anch’egli attivamente impegnato nella riproduzione delle opere d’arte veneziane, sia nei musei che in occasione di mostre, che su commissione di vari studiosi. Per le ricerche iconografiche sono state fondamentali le raccolte veneziane presenti presso la Fondazione Musei Civici, presso l’archivio Filippi, l’Archivio Turio Böhm e infine il Fondo storico dell’Accademia di Belle Arti. Altre ricerche sono state condotte anche presso il Kunsthistorisches Institut di Firenze, la Biblioteca Hertziana e l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione di Roma. La documentazione emersa è molto consistente e consente di identificare, sul piano cronologico, alcune principali fasi evolutive. Nel primo quindicennio circa della seconda metà dell’Ottocento le testimonianze furono per lo più occasionali e riconducibili a specifiche motivazioni o sollecitazioni ben individuate. Dopo l’unità d’Italia, soprattutto a partire dal 1867-1868, la situazione si fece più vivace e vide impegnati molto attivamente alcuni importanti fotografi veneziani tra i quali Giovanni Battista Brusa, Pietro Bertoja, Paolo Salviati, e soprattutto Carlo Naya. Una fase ancora diversa si verificò a partire dalla prima metà degli anni ’90, sia a motivo degli sviluppi tecnici in campo fotografico che portarono alla diffusione delle lastre ortocromatiche, sia per l’avvio a Venezia di vaste campagne di ripresa da parte dei due grandi studi fotografici dei Fratelli Alinari e di Domenico Anderson che si impegnarono attivamente sia nella documentazione dell’architettura e del paesaggio, sia anche delle opere d’arte presenti nei musei e nelle chiese della città. I documenti emersi presso l’Accademia di Belle Arti riguardano soprattutto il periodo fino alla fine degli anni ’70 dell’Ottocento. A partire da quella data essi diventano molto scarsi, fino a scomparire del tutto, dal momento che alcune disposizioni di legge trasferirono la competenza sulla disciplina in campo fotografico al Ministero della Istruzione Pubblica. Per il periodo successivo, sono invece importanti i documenti presenti al Museo Correr che riguardano l’attività dello Studio Naya, dei Fratelli Alinari e di Domenico Anderson. La tesi è organizzata in modo aderente all’andamento della documentazione. Una prima parte è dedicata ai momenti di avvio della riproduzione fotografica delle opere d’arte veneziane. Un capitolo riguarda la fotografia del disegno allora ritenuto di Raffaello, Apollo e Marsia (1857), e fa luce su una vicenda nota da tempo (cfr. F. Haskell, Un martire dell’attribuzionismo), ma sulla quale permanevano parecchi punti oscuri. Un secondo capitolo riguarda la vicenda della riproduzione fotografica della Pala d’oro della Basilica di San Marco (1860). Pur allora non realizzata a causa delle notevoli difficoltà tecniche, essa è molto significativa perché rivela una rete di relazioni e di problematiche di grande interesse per la storia della fotografia. Segue poi un capitolo dedicato alla prima riproduzione fotografica del Breviario Grimani (1861-1862) che fu un’impresa laboriosa e molto impegnativa, e che come nei due casi precedenti, vede ancora protagonista Antonio Perini. La vicenda della riproduzione fotografica dei disegni dei grandi maestri allora conservati all’Accademia di Belle Arti (1864-1876), e realizzata in tempi diversi da alcuni fotografi, il primo dei quali fu Perini, costituisce uno snodo fondamentale tra la prima e la seconda fase storica che ho sopra indicato. Essa evidenzia, anche in ambito veneziano, l’importanza e l’interesse verso il disegno già attivi da tempo in altri paesi europei e ne descrive le probabili connessioni con il “Raphael Project” del principe consorte inglese Alberto. Il periodo delle campagne fotografiche su ampia scala viene introdotto da un capitolo dedicato alle normative - prima locali, e poi nazionali - sulla riproduzione fotografica delle opere d’arte. In esso viene descritto anche il ruolo dell’Accademia in relazione alla tutela dei beni artistici che coinvolse l’ente anche nel settore fotografico. Nel capitolo vengono anche messe in luce le problematiche legate all’attività dei molti pittori copisti che frequentemente lavoravano alle Gallerie dell’Accademia e nelle chiese veneziane, in rapporto all’attività dei fotografi, mostrando come l’attività dei primi presentasse molti più problemi che nel caso dei secondi. L’ultimo capitolo riguarda le campagne fotografiche condotte tra la fine d egli anni ’60 e l’inizio del XX secolo, e analizza i documenti nei loro punti principali. La tesi pubblica ca. 220 documenti suddivisi in due appendici: - l’Appendice A raccoglie quelli relativi ai capitoli 1-3 e 5; - nell’Appendice B sono invece raccolti i documenti analizzati nei capitoli 4 e 6; - l’Appendice C raccoglie tabelle ed elenchi che possono essere utili alla migliore comprensione del testo, e ne costituiscono in alcuni casi un’efficace sintesi. Tali appendici costituiscono parte integrante del testo che può quindi essere pienamente compreso solo nel costante riferimento con i documenti. Oltre a proporre una prima ricostruzione storica di questo genere fotografico a Venezia, questa tesi fornisce ulteriori elementi di conoscenza su alcuni fotografi veneziani, soprattutto su Antonio Perini e Carlo Naya, e confronta il lavoro di quest’ultimo con quello dei Fratelli Alinari e Domenico Anderson. Attraverso l’analisi di alcuni casi di studio, essa mette altresì in evidenza l’importante ruolo avuto dalla fotografia non solo per la diffusione della conoscenza delle opere d’arte, ma come strumento efficace capace di creare immagini autonome, che in molti casi diventarono indipendenti dagli originali, e che erano molto legate alla sfera intima e personale del pubblico, un aspetto che influenzò notevolmente l’attività dei fotografi.
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Karlsson, Emil y Filip Norman. "Standardisering av processer vid fastighetsbyggen : En kvalitativ fallstudie om en standardisering av processer kan förbättra hanteringen och lagerhållningen av material i stora fastighetsbyggen". Thesis, Umeå universitet, Företagsekonomi, 2020. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:umu:diva-173052.

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Byggprojekt är i de flesta fall komplexa projekt där flera företag försöker samarbeta för att skapa en så god och effektiv arbetsplats som möjligt. När byggprojekt även i de flesta fall utförs på en begränsad yta så uppstår än fler utmaningar på grund av behovet att inneha rätt material, på rätt plats, vid rätt tid. För att detta ska kunna utföras i samverkan med flera involverade parter så krävs det en god planering och kommunikation mellan parterna. Detta har utforskats genom att strukturera upp byggarbetsplatser genom implementerandet av Construction Logistic Management(CLM), vilket är ett övergripande koncept för att skapa en välfungerande bygglogistik. Tidigare forskning har visat att begränsade utrymmet måste beaktas för att effektivisera byggnationen och säkerhetsställa att arbetsmiljön på arbetsplatsen. Forskning har även visat att materialhanteringen vid dessa begränsade utrymmen bör tas i beaktning av byggentreprenörerna för att minimera kostnader. Vi valde därför utifrån tidigare forskning fokusera på att identifiera processer i början av den interna flödeskedjan, för att i sin tur undersöka hur en standardisering av dessa processer kan förbättra CLM. Denna förbättring avser en mer strömlinjeformad materialhantering, vilket både förväntas öka effektiviteten samt skapar en förhöjd säkerhet. Denna studie är gjord genom en fallstudie med fokus på en fastighetsbyggnation av Skanska AB i Kiruna kommun. Utifrån detta byggprojekt har vi identifierat processer som enligt oss, med stöd av teorier, inte utförts på optimalt sätt. Det icke-värdeskapande som onödiga förflyttningar av material, väntetid eller användandet av utrustning som inte är optimal för arbetet. Identifieringen har genomförts med utgångspunkt i kvalitativa data med tillhörande kvalitativadatainsamlingsinstrument. För att samla in empiri för att styrka vår identifikation av processer med möjlighet till en standardisering har vi valt att intervjua personal med kunskap inom ämnet.Vår ursprungliga tanke med studien var att utföra dessa intervjuer på plats vid byggnationen i fråga och där även utföra semistrukturerade observationer. Observationerna skulle följa samma struktur som intervjuerna, för att på så sätt kunna verifiera vad som sades under intervjuerna. Dessa intervjuer hade även legat som grund för ett ytterligare utformande av observationsscheman för att observationerna skulle hålla så hög validitet som möjligt. Utöver enskilda intervjuer och observationsstudier var även tanken att genomföra intervjuer i fokusgrupp för att få ytterligare en syn på de potentiella utmaningarna vid byggarbetsplatsen. På grund av yttre omständigheter så har vi endast haft möjlighet till att utföra intervjuer digitalt samt skickat ut kvalitativa enkäter med öppna frågeställningar. Dessa förändringar har negativt påverkat studiens resultat och tillförlitlighet. För att kunna analysera och diskutera insamlad empiri har vi använt oss av Just-In-Time(JIT), Lean Management, Business Process Standardization(BPS) och Kommunikationsteori. Genom analys av data kan vi konstatera att det finns processer vid byggarbetsplatsen som inte utförs på ett optimalt sätt. Vi har vidare spekulerat i hur dessa processer ska kunna förbättra CLM genom tillämpningen av en standardisering.
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Zangelmi, Cristina. "Riordino, digitalizzazione e messa in rete del materiale dell'Archivio storico del Dipartimento di Astronomia di Bologna". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/12818/.

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In questa tesi viene descritto l’Archivio storico del Dipartimento di Astronomia di Bologna e, in particolare, la costruzione e presentazione del nuovo sito web ad esso dedicato. La particolarità del progetto consiste nel fatto che si tratterà del primo sito di un archivio astronomico a consentire l’accesso dell’utente alle digitalizzazioni di molti dei documenti in esso presenti. La problematica analizzata è quella di produrre un inventario d’archivio completo e facilmente consultabile e ricercabile online e di una controparte digitale per i documenti che contiene. Si è voluta dare una panoramica del lavoro svolto finora, descrivendo tutte le fasi del progetto, a partire dal completamento del riordino dell’archivio, la produzione dell’inventario e la digitalizzazione delle carte, fino ad arrivare alla scelta dell’approccio informatico più adatto a valorizzare le particolarità dell’archivio e la costruzione di un nuovo sito web. Il progetto finale è in evoluzione, ma è ora possibile effettuare la consultazione online dell’intero inventario dell’archivio ed eseguire una ricerca per stringa fino alle sottoserie (o buste) che contengono l’argomento di interesse; il che fino ad ora era possibile solo su una parte dell’archivio. È inoltre possibile visualizzare le digitalizzazioni di una larga parte dei documenti in esso contenuti. Il progetto sviluppato in questa tesi prevede di poter affinare in seguito la ricerca fino ai singoli documenti e di ampliare la galleria di digitalizzazioni ai restanti documenti.
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CESTINO, GIOVANNI. "'USED SCORES'. LINEE TEORICHE E OPERATIVE PER L¿INDAGINE DEL RAPPORTO TRA ESECUTORI E MATERIALI PERFORMATIVI". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2019. http://hdl.handle.net/2434/697450.

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This study provides a theoretical and analytical framework to investigate the relationship between performers and their materials (scores, parts, etc.) in the Western art music context. Whilst the literature has focused on annotation practice – and thus on the informational content of scores – the approach here is extended to the practices of reading and the material alteration of the performative support. Textual artifacts are thus considered both for their role in the performative process, and for the cultural affordance of the content they convey. Combining recent anthropological perspectives on creative processes with textual criticism methods, this study delves into each of the three practices with a constant reference to numerous sources, belonging to relevant mid-XX century performers who had a unique relationship with their materials. In order to derive some analytical tools – potentially suitable for future case studies – the dissertation focuses on an example: the materials of Berg's Lyrische Suite employed by the LaSalle Quartet and its founder, Walter Levin. On one hand, this investigation reaffirms the relevance of such sources for different scholarly perspectives, including reception history and performance practice. On the other, this study claims for a reconsideration of text-performance dichotomy by relocating it in performers’ perspectives. Lastly, it suggests a multi-disciplinary approach to textual artifacts which aims to fill the gap between opposite approaches like musical philology and performance studies, towards an 'anthropology of the musical text'.
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Hjalmarsson, Joel y Anes Memic. "FE Analysis of axial-bearing in large fans : FE analys av axialkullager i stora fläktar". Thesis, Linnaeus University, School of Engineering, 2010. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:lnu:diva-6663.

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Detta examensarbete har utförts på Fläktwoods AB i Växjö, som producerar stora axialfläktar för olika industriapplikationer. Syftet är att öka kunskapen om fettsmorda axiella kullager genom FE analyser.

Projektet har genomförts i fem delsteg för att avgöra påverkan av en eller några få parametrar i taget. De studerade parametrarna är: elementstorlek, kontaktstyvhet, last, lagergeometri (dvs. oskulation), ickelinjär geometri och ickelinjära materialegenskaper (dvs. plasticitet).

Slutsatsen är att elementstorleken bör väljas fint nog för att ge ett jämnt resultat men grovt nog för att beräkningstiden skal vara rimlig. Kontaktstyvheten har inte stor, men tydlig, inverkan på kontakttrycket och penetrationen. Förändringar av oskulationen leder till förändringar i kontaktellipsens form medan olika laster inte påverkar formen på ellipsen, utan snarare storleken. När det handlar om plasticitet är sträckgränsen den viktigaste faktorn att beakta.


This thesis project was carried out at Fläktwoods AB in Växjö who produces large axial fans for different industry applications. The purpose is to increase the knowledge of grease lubricated axial ball bearings through FE analyses.

The project was executed into five sub steps to determine the influence of one or few parameters at a time. The studied parameters are: mesh density, contact stiffness, load, bearing geometry (i.e. osculation), geometrical nonlinearity and material nonlinearity (i.e. plasticity).

It is concluded that the mesh density should be selected fine enough to give a smooth result but course enough to give a reasonable calculation time. The contact stiffness has not a major, but a clear, impact on the contact pressure and penetration. Changes of the osculation lead to changes of the contact ellipse shape and applying different load level does not affect the shape of the ellipse but rather the size. When dealing with plasticity the yield strength is the most important factor to take in consideration.

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MAIETTI, Federica. "Trasparenza e Restauro. Aspetti teorico-critici, metodologie, materiali e tecnologie per la protezione e la valorizzazione del patrimonio storico-architettonico: dal vetro ai materiali di sintesi". Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2009. http://hdl.handle.net/11392/2388694.

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The research concerns the technological innovation applied to the architectonical heritage conservation and restoration field, particularly for what concern the use of non-traditional materials in conservative interventions and how they are received on the basis of the principles of restoration. Starting from the comprehension of the values of the architectonical heritage up to the studying of the traditional technologies, methodologies and materials used for the protection conservation and enhancement of the historical surfaces the research field has been restricted in the study of the synthetic transparent materials aimed at the enhancement. protection and conservation of the historical architectonical external structures. The technical properties of the synthetic transparent materials, shaped in horizontal or vertical sheets or protective panels, and the characteristic of transparency represent, for the intervention on the historical materials, a protective System and a means with important potentiality thanks to the large compatrbility with the needs that an intervention on historical surfaces requires. The topic of the transparency is Iinked with the double need of protection of the historical architectonical structures or surfaces and, at the mean time, the warrant of a good vision of the monument with the minimum possible visual and environmental impact. The starting point of the research is the introduction of the synthetic transparent materials as protective and enhancing means in restoration field. The aim of the research is the definition of the actual outline of the synthetic transparent materials applications in conservative field. the definition of the outline of best-practices and the experimental definition of the best synthetic materials for the protection of surfaces.
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Franzon, Serena. "Preziosità e fede. Identità religiosa e pratiche devozionali nel gioiello cinquecentesco e nelle sue rappresentazioni". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2019. http://hdl.handle.net/11577/3424859.

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Resumen
L'indagine qui condotta è dedicata ai gioielli legati alla religione cristiana. In particolare essa è volta a indagare la produzione e il consumo di monili devozionali in Veneto nel corso del XVI secolo. Accanto ai pezzi conservatisi fino ai nostri giorni e alle fonti scritte, soprattutto inventari, lo studio ha considerato anche i pezzi rappresentati tramite il medium pittorico. Il primo compito di questo lavoro è stato quello di riflettere sull'esatta definizione dell'oggetto di ricerca e sulla metodologia di studio del monile. L'attenzione è poi stata concentrata sull'ambito del gioiello devozionale come espressione di identità religiosa e come oggetto centrale all'interno delle pratiche devozionali. Il Cinquecento è stato un periodo cruciale sia per la storia religiosa che per quella dell'oreficeria. È il secolo della Riforma protestante e nel contempo un momento di grandi innovazioni nell'ambito dell'arte aurificiaria, che modificano sensibilmente la produzione e la fruizione dei gioielli. La scelta di concentrarsi su Venezia e sul suo Stato da Terra, un territorio che oggi corrisponde al Veneto e a parte della Lombardia, ha permesso di concentrarsi contemporaneamente su entrambi gli aspetti. Venezia fu infatti un centro di commercio e produzione di fama internazionale per quanto concerne i beni di lusso, e fu proprio in questo torno d'anni che iniziò a emerge la fortuna del centro orafo di Vicenza. Importanti produzioni si registrarono anche nelle altre città del territorio della Serenissima. Nel contempo, si diffusero in quest'area in modo assai capillare tre diverse religioni protestanti: il luteranesimo, il calvinismo e l'anabattismo. Moltissimi cittadini si convertirono alle nuove fedi evangeliche in uno stato che, per quanto in contrasto costante con il papato, rimase sempre cattolico. Questo particolare aspetto ha permesso di indagare anche le dinamiche che coinvolgono l'esternazione dell'identità protestante in un luogo in cui essa era proibita e considerata eretica, e perciò non poteva essere mostrata apertamente senza rischi. Questo lavoro indaga però anche i segni lasciati nella cultura materiale cattolica da parte dell'avvento del protestantesimo. Diverse evidenze mostrano che tendenze e simboli preesistenti si consolidarono e si affermarono proprio in questo periodo, poiché adatti a identificare l'identità cattolica in risposta alle critiche protestanti. È in sintesi stato possibile dividere i gioielli in tipologie distinte e ben individuabili e rintracciare degli schemi ricorrenti. Questo studio ha inoltre permesso di riscoprire alcuni gioielli inediti o poco conosciuti, conservati nei depositi dei musei, e nel contempo di formulare nuove ipotesi su alcuni pezzi maggiormente noti. La tesi raccoglie inoltre diversi documenti coevi, di cui alcuni inediti, in grado di gettare nuova luce sui gioielli devozionali usati in Veneto, e in particolare sulla pratica di donare i preziosi come offerte votive. Nel contempo, sono discussi numerosi casi di rappresentazioni di monili nei dipinti, e in particolare nei ritratti, che hanno fornito la possibilità di interpretazioni nuove e più precise delle diverse tipologie di gioielli e di come esse fossero utilizzate.
The aim of this research is to study the link between jewellery and Christian religion. In particular it explores the production and consumption of devotional jewellery in 16th century Veneto. My investigation is based on actual jewels, on written sources, such as inventories, and on depiction of jewellery in coeval paintings. First of all, this thesis defines the object of the research and discusses the methodology of jewellery studies. It afterwards focuses on jewels as a means to express religious identity, and as devotional aids for worship services and domestic prayer. The 16th century has been a crucial period from the point of view of both religious studies and jewellery studies. During this period, the Protestant Reformation became widespread all over Europe. At the same time, major innovations in goldsmith's art dramatically changed the production and consumption of jewellery. These aspects can be deeply investigated within Venetian context, and in particular in the city of Venice and in its Stato da Terra, namely its mainland territories. This area can be identified as the present Veneto region and part of the Lombardia region. The 16th century Venice was one of the places in Europe most famous for production and trading of luxury goods. In this same period Vicenza became an important manufacturing centre, specialized in jewellery production, and also other towns in the Veneto were renowned for their conspicuous jewellery production. At the same time, Lutheranism, Calvinism and Anabaptism, namely three of the major Protestant religions, were being diffused within the Stato da Terra. Many citizens of the Serenissima decide to embrace Protestant ideas. Even though the Venetian state often criticized the supremacy of the Papacy, the Serenissima adopted and never abandoned Catholicism as its state religion. This particular aspect was crucial in the investigation on communication of Protestant identity within a Catholic framework. It should be remembered that, within this context, Protestantism was considered as an heretical movement, and thus Protestant believers could be condemned by the Tribunal of the Holy Inquisition. Therefore, Protestant identity could only be conveyed by means of cryptic symbols. The study investigates this particular aspect together with Protestant influence on Catholic material culture. Research results tend in fact to confirm that existing Catholic symbols that were not common before the advent of the Reformation, became widespread in reaction to Protestantism, being deemed really representative of Catholic identity. To sum up, this research answers the opportunity to recognize and investigate different typologies of jewellery, and to study recurrent patterns and features in these typologies. Yet unpublished and less studied jewels, usually kept in museum's storages are taken into account in this thesis. New hypotheses on famous objects of art are proposed too. Coeval documents, published and unpublished, help to shed new light on how devotional jewels were used in the Veneto, with particular regard to the phenomenon of precious votive offerings. At the same time, representations of jewels in paintings, mainly in portraits, are discussed as a way to analyse more in depth jewellery typologies and the ways and means in which devotional jewels were designed and made use of.
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BALBONI, Veronica. "Linguaggio edilizio nell'edilizia di base pre-industriale. Definizione di strumenti per la lettura del processo di caratterizzazione tecnologica e linguistica, con finalità operative per i fondi urbani della città storica. Un caso studio: Ferrara". Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2013. http://hdl.handle.net/11392/2388844.

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In preindustrial basic buildings, technological solutions that a local community processes to respond to specific needs are the lexical components of building language. Such processing takes place within the limits of a spontaneous behavior - which is aimed at finding the most economical resolution in terms of material and constructive knowledge - until the gradual progress of technological possibilities and the gradual weakening of the cultural and constructive limitations caused by the local-size of each community, lead to solutions gradually more elaborate than the initial spontaneous ones. This process is particularly interesting if it’s related to the costitutive elements of building enclosure, which constitute the main vehicles of rework in construction, technology and formal solution- first relating to the local tradition and then to monumental architecture’s codes- enriched gradually by the intentionality of architectural language. This process is particularly important in historical basic buildings, where urban tissue is readable in plan and elevation as a continuous organic and enclosure, in its specific connotation of facade, plays a key role in the characterization of building units. This applies in basic buildings rather than monumental architectures, because in monumental architectures all parts of the construction, such as the enclosure, are configured as costitutive elements designed to be representative of a coded language and architectural culture that often goes beyond the local traditions. Building language, as an anthropic product at minimum scale construction, it’s a particular aspect of the spontaneous process in pre-industrial buildings that regulates transformations in building structures and urban tissues. The approach to its reading can be follows methodological criteria of morpho-typological basic buildings reading, with the aim of systematically reconstruct the logical spontaneous figurative and construction processuality of its elements. This investigation, based on a multi-scale reading of building transformations, can break free from considerations about uniqueness of building product and influence of specific actors in building process; these are evaluations that were otherwise inevitable in the case of investigations on individual building, especially in monumental architecture. It is possible to encode, and not only classify, basic building language to reconstruct systematically the figurative and construction processuality of its elements? It is possible to outline this method of analysis to develop a design tool to support cognitive actions on historical urban tissue? These are the questions that the research aims to answer.
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MARIANI, ELEONORA. "Early Bronze IV Settlement Patterns and Material Culture in South Mesopotamia on the Basis of Excavations and Surveys. An Archaeo-historical Characterization of the Period between Early Bronze III (Early Dynastic III) and Middle Bronze I (Ur III)". Doctoral thesis, Università degli studi di Pavia, 2022. https://hdl.handle.net/11571/1467652.

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MARIANI, ELEONORA. "Early Bronze IV Settlement Patterns and Material Culture in South Mesopotamia on the Basis of Excavations and Surveys. An Archaeo-historical Characterization of the Period between Early Bronze III (Early Dynastic III) and Middle Bronze I (Ur III)". Doctoral thesis, Università degli studi di Pavia, 2022. https://hdl.handle.net/11571/1467651.

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Chau, Ka-wah Anna. "Imaginary spaces in children's fantasy fiction a psychoanalytic reading of Lewis Carroll's Alice Books and Philip Pullman's His Dark Materials Trilogy /". Click to view the E-thesis via HKUTO, 2004. http://sunzi.lib.hku.hk/hkuto/record/B31364986.

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Sabbadin, Lara. "Materiali per lo studio della produzione di beni suntuari documentati nelle opere letterarie di Pietro Aretino e 'dintorni'". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3422661.

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Resumen
On the basis of the wealth of information about luxury goods and their creators already found inside Pietro Aretino’s correspondence, this research examines the vast literary production of the same author in order to verify the presence of additional data, to collect, analyze and compare them to those previously recognized. The choice of Pietro Aretino as a point of departure for the investigation stems from the fact that he was an emblematic character for his time, he was in contact with many artists, he wrote a large number of works of different genres and he is well known for his interest in luxury products. In this respect, were therefore examined the three dialogues ('Le sei giornate', 'Il ragionamento delle corti', 'Le carte parlanti'), the theater texts (five comedies, one in two versions, and a tragedy), religious works (three transpositions from the Holy Scriptures and three hagiographic writings), poetical writings. The results of this first part of the work reveal that the most significant texts, and approachable to the characteristics of the correspondence, are the dialogues and theatrical texts, for their inherent adherence to reality. The remaining works also testify Aretino’s love for precious items, though he abstracted this goods from a definite historical context placing them in a mythical past. In parallel to the analysis of Aretino’s production, other contemporary texts has been investigated to see if other authors would lay such a fine attention to objects and possibly if the information would confirm the data offered by the primary author. Other sixteenth Century works of various genres were examined: historiographical texts, treatises, dialogues, letters, poems, theater writings. Some works of authors such as Lucrezia Gonzaga, Nicolò Franco, Baldassare Castiglione, Lodovico Dolce, Alessandro Caravia, have been studied in greater depth. The information that literature has passed, to be considered reliable, must inevitably be supported by confirmation from the visual arts and archival documents from the same era: the need to compare all these testimonies comes from the fact that what is narrated in a literary work or painted in a picture can not be considered necessarily always plausible because of the freedom these spaces offer to the artist’s creativity. In this research were then selected three cases of writings by artists of the beginning, middle and end of the sixteenth Century particularly attentive to the Venetian material culture: Albrecht Dürer, Lorenzo Lotto, Cesare Vecellio. It was also carried out an analysis of the main archival sources to draw upon in order to obtain confirmation to what the literature has revealed. In particular, a series of surveys in an archive less frequented by scholars as the one of Noale podesteria, peripheral country town in which the presence of luxury could be less obvious than in Venice, has shown that the richness and aesthetic research were also widespread in small villages of the Venetian hinterland, although in a less redundant way than in the capital. A further analysis was conducted on the motivations of Pietro Aretino’s arrival in Venice, an unsolved problem for which a new hypothesis is here proposed. An integral part of this research is the bibliography, divided by areas of investigation, as an important tool for the study of luxury goods belonging to the considered period.
Sulla scorta della ricchezza di informazioni a proposito di beni suntuari e dei loro artefici già rinvenuta all’interno dell’epistolario di Pietro Aretino, questa ricerca prende in esame la vasta produzione letteraria dello stesso autore allo scopo di verificare la presenza di ulteriori dati, di raccoglierli, analizzarli e confrontarli con quanto precedentemente rilevato. La scelta di Pietro Aretino quale punto di partenza per l’indagine deriva dal fatto che egli fu un personaggio emblematico per la sua epoca, fu in contatto con numerosi artisti, scrisse un numero elevato di opere di diversi generi ed è noto il suo interesse per i prodotti di lusso. Sono stati quindi esaminati sotto questo profilo i tre dialoghi ('Le sei giornate', 'Il ragionamento delle corti', 'Le carte parlanti'), i testi per il teatro (cinque commedie, di cui una in due versioni, e una tragedia), le opere a tema religioso (tre trasposizioni dalle Sacre Scritture e tre scritti agiografici), la produzione lirica. I risultati di questa prima parte del lavoro hanno rivelato che i testi maggiormente significativi e avvicinabili alle caratteristiche dell’epistolario sono i dialoghi e le pièce teatrali, per la loro connaturata adesione alla realtà. Le restanti opere testimoniano ugualmente l’amore di Aretino per gli oggetti preziosi, pur astraendoli da un contesto storico definito e collocandoli in un passato mitico. Parallelamente all’analisi della produzione aretiniana sono stati indagati altri testi coevi, per verificare se anche altri autori ponessero una simile attenzione agli oggetti pregiati ed eventualmente se le informazioni confermassero i dati offerti dall’autore principale. Sono state quindi esaminate altre opere del XVI secolo di svariati generi: testi storiografici, trattati, dialoghi, epistolari, liriche, scritti teatrali. Alcune opere di autori come Lucrezia Gonzaga, Nicolò Franco, Baldassarre Castiglione, Lodovico Dolce, Alessandro Caravia, sono state studiate in maniera più approfondita. Le informazioni che la letteratura ha tramandato, per essere ritenute attendibili, devono inevitabilmente essere supportate dalla conferma proveniente dalle arti visive e dai documenti d’archivio della stessa epoca: la necessità di incrociare tutte queste testimonianze deriva dal fatto che ciò che viene narrato in un’opera letteraria o dipinto in un quadro non si può considerare sempre necessariamente verosimile a causa dello spazio che essi offrono alla creatività dell’artista. In questo lavoro sono quindi stati selezionati tre casi di scritti di pittori di inizio, metà e fine secolo particolarmente attenti alla cultura materiale veneziana: Albrecht Dürer, Lorenzo Lotto, Cesare Vecellio. Inoltre è stata condotta una disamina su alcune fonti archivistiche cui attingere per ottenere le conferme a quanto la letteratura ha svelato. In particolare una serie di sondaggi in un archivio poco frequentato dagli studiosi come quello della podesteria di Noale, città periferica in cui la presenza del lusso poteva essere meno scontata rispetto a Venezia, ha dimostrato che la ricchezza e la ricerca estetica erano diffuse anche nei piccoli centri dell’entroterra veneziano anche se in forme meno ridondanti rispetto alla capitale. Un ulteriore approfondimento è stato condotto sulle motivazioni dell’arrivo di Pietro Aretino a Venezia, un problema mai risolto per il quale si propone qui una nuova ipotesi. Parte integrante di questa ricerca è l’apparato bibliografico, in quanto importante materiale per lo studio dei beni suntuari dell’epoca considerata, suddiviso per aree tematiche di indagine.
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Chau, Ka-wah Anna y 周嘉華. "Imaginary spaces in children's fantasy fiction: a psychoanalytic reading of Lewis Carroll's Alice Booksand Philip Pullman's His Dark Materials Trilogy". Thesis, The University of Hong Kong (Pokfulam, Hong Kong), 2004. http://hub.hku.hk/bib/B31364986.

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Yagüe, Gómez-Reino Silvia. "CONSOLIDACIÓN CON MATERIALES INORGÁNICOS EN RESTAURACIÓN DE PINTURA MURAL. LA VISIÓN DE LA "SCUOLA FIORENTINA"". Doctoral thesis, Universitat Politècnica de València, 2016. http://hdl.handle.net/10251/61776.

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Resumen
[EN] The main subject of this work is consolidation of wall paintings with inorganic materials under the point of view of the "Scuola Fiorentina", of restoration. Only through the exam of the historical evolution of the "Scuola Fiorentina" of restoration and the study of the socio-cultural context where such evolution took place, it is possible to completely understand how an activity that had a vertiginous growth, would have later converted, the "Scuola Fiorentina" in an international reference and in an undisputed pioneer in the field of restoration. The existence of an official organized agency "Gabinetto di resaturi della Sopraintendenza di Firenze", the catastrophic events that suffered the Florentine territory during the Second World War, and during the flood of 1966, caused a fundamental change in the culture of restoration that drove to put together science and restoration, forever. One of the most important outcomes of such merger was finding of the method Ammonium/Barium ("Dini-Ferroni"). The method was invented thanks to the genius and intuition of the chemist Enzo Ferroni, and due to the talent of the restorer Dino Dini who understood the importance of the joint between a scientific method with the practical hand-action of the restorer. From that moment, it will be clear the preference of the "Scuola Fiorentina" in the use of inorganic material for treatments on surface of mineral matrix. The method of Ammonium-Barium, is a desulphating procedure with a consolidation effect based on two phases with the application of two reagents. The main goal is the transformation of the sulphur ion of the disjointed surface into a compound, crystal and tip-chemically compatible with the carbonated surface, and the re-cohesion of the substrate by means of the compounds that come from the treatment. Since XXI century, due to an even stronger effort to apply science to restoration, also nanotechnologies bounced into restoration. They have been contributing to satisfy the effectiveness and compatibility of the pre-consolidation interventions, that are essential in case of severe disaggregation of paint layer. Pre-consolidation interventions with nanoparticles before the cleaning of the wall surfaces, are clearly related to the method of Ammonium/Barium, because they represent the preliminary interventions necessary to carry out the method with success. The Opificio delle Pietre Dure (OPD), is a governmental agency thank to which I have been able to learn techniques carried out through said methodologies. OPD is the main referent of the current "Scuola Fiorentina" of restoration and it has been characterized for its clear preference in the use of inorganic materials for the treatments on paint layers in carbonated matrix.
[ES] La consolidación de las pinturas murales con materiales inorgánicos, bajo la visión de la escuela fiorentina de la restauración, es el tema principal de este trabajo. A través del estudio del recorrido histórico de la scuola fiorentina de la restauración y del análisis del contexto socio-cultural, se puede entender cómo se pudo desarrollar vertiginosamente, una actividad que convirtió en pocos años a la scuola fiorentina, en ejemplo internacional e indiscutible pionera en el campo de la restauración. La existencia de un centro oficial organizado, "Gabinetto di restauri della Soprintendenza di Firenze", junto a los acontecimientos catastróficos que sufrió el territorio florentino en la IIªGuerra Mundial, y las inundaciones de Florencia de 1966, marcaron un cambio radical en la cultura de la restauración que unió para siempre la ciencia y la restauración. Unión que culminará con el descubrimiento del método "Ammonio-Bario" ("Dini-Ferroni"), gracias al ingenio y la intuición, del químico Enzo Ferroni; y al restaurador Dino Dini, que supo valorar la importancia de la unión del pensamiento científico a la acción práctica-manual del restaurador. A partir de ese momento se configurará la clara preferencia de la scuola fiorentina, en la elección de materiales inorgánicos para las intervenciones sobre sustratos de matriz mineral. El método Ammonio-Bario, es un tratamiento desulfatante con efecto consolidante articulado en dos fases en base a la aplicación de dos reactivos, cuyo objetivo principal, es la trasformación del ión del azufre de la superficie disgregada en un compuesto cristalo-químicamente compatible con la matriz carbonatada, y la recoesión de dicho sustrato a través de los compuestos resultantes del tratamiento. En un esfuerzo aún mayor de la ciencia aplicada a la restauración, las nanotecnologias irrumpen en el campo de la restauración a partir del siglo XXI y estan contribuyendo a satisfacer la eficacia y compatibilidad de las operaciones pre-consolidantes; imprescindibles en situaciones de fuerte disgregación del sustrato pictórico. Las intervenciones de consolidación preventiva (pre-consolidación), realizadas a través de tratamientos de nanoparticulas; en fase propedéutica a la limpieza de las superficies murales; tiene un claro nexo de unión con el método de Ammonio-Bario, ya que completa las intervenciones preliminares necesarias para poder llevar a cabo con éxito dicho método. El Opificio delle Pietre Dure (OPD), institución ministerial gracias a la cual, he podido aprender las técnicas realizadas a través de dichas metodologías es referente principal de la actual scuola fiorentina de la restauración, y se caracteriza por su clara preferencia en el uso de materiales inorgánicos en las intervenciones que realizan sobre sustratos pictóricos en matriz carbonatada.
[CAT] La consolidació de les pintures murals amb materials inorgànics, sota el punt de vista de scuola fiorentina de la restauració, és el tema principal del present treball. Mitjançant l'estudi del recorregut històric de la scuola fiorentina de la restauració i de l'anàlisi del context socio-cultural, es comprèn com es va desenvolupar, vertiginosament, una activitat que va convertir en pocs anys la scuola fiorentina, en un exemple internacional i en una indiscutible pionera al camp de la restauració. La existència d'un centre oficial organitzat, "Gabinetto di restauri della Soprintendenza di Firenze", conjuntament amb els episodis catastròfics que va patir el territori florentí a la II Gerra Mundial, així com les inundacions de Florència de 1966, van marcar un canvi radical a la cultura de la restauració que va unir per sempre la ciència amb la restauració. Unió, que va culminar amb els descobriment del mètode "Ammonio-Bario" ("Dini-Ferroni"); gràcies a l'ingeni i la intuïció del químic Enzo Ferroni i del restaurador Dino Dini, que va saber valorar la importància de la unió del pensament científic amb l'acció pràctica-manual del restaurador. A partir d'aquest moment es configurarà la clara preferència de la scuola fiorentina, en l'elecció de materials inorgànics per a les intervencions sobre substrats de matrius minerals. El mètode Ammonio-Bario, és un tractament desulfatant amb efecte consolidant, que s'articula en dos fases en base a l'aplicació de dos reactius, amb l'objectiu principal de transformar el ió del sofre de la superfície disgregada en un compost cristalo-químicament comptatible amb la matriu carbonatada, i la recoesió de l'esmentat substrat mitjançant els compostos resultants del tractament. Amb un esforç encara més gran de la ciència aplicada a la restauració, les nanotecnologies irrompen en el camp de la restauració a partir del Segle XXI i contribueixen a satisfer l'eficàcia i compatibilitat de les operacions pre-consolidants; imprescindibles en situacions de forta disgregació del substrat pictòric. Les intervencions de consolidació preventiva (pre-consolidació), realitzades mitjançant tractament de nanopartícules; en fase propedèutica a la neteja de les superfícies murals; te un nexe d'unió evident amb el mètode de Ammonio-Bario, ja que complerta les intervencions preliminars necessàries per poder dur a terme amb èxit el referit mètode. L'Opificio delle Pietre Dure (OPD), institució ministerial gràcies a la qual he pogut aprendre les tècniques realitzades mitjançant aquestes metodologies, és referent principal de l'actual scuola fiorentina de la restauració, i es caracteritza per una clara preferència en l'ús de materials inorgànics en les intervencions que realitzen sobre substrats pictòrics en matriu carbonatada.
Yagüe Gómez-Reino, S. (2016). CONSOLIDACIÓN CON MATERIALES INORGÁNICOS EN RESTAURACIÓN DE PINTURA MURAL. LA VISIÓN DE LA "SCUOLA FIORENTINA" [Tesis doctoral no publicada]. Universitat Politècnica de València. https://doi.org/10.4995/Thesis/10251/61776
TESIS
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SCORZONI, CINZIA. "Percorsi di indagine sperimentale delle proprietà di materiali funzionali: un’occasione per introdurre i concetti chiave delle nanoscienze e della fisica moderna nelle scuole superiori". Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2020. http://hdl.handle.net/11380/1210539.

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Resumen
Le nanotecnologie sono ormai parte dell’esperienza quotidiana e rappresentano un pilastro fondamentale dello sviluppo tecnologico, economico e sociale futuro. In particolare, l’Unione Europea le considera fra le tecnologie chiave per lo sviluppo tecnologico e ha messo in evidenza l’importanza di introdurne i principi base già nelle scuole superiori[1],. L’introduzione delle nanoscienze nei curricula delle scuole superiori permette di collegare le diverse materie in un’ottica interdisciplinare e si presta ad attività “hands-on” di provata efficacia[2]. Le nanoscienze mirano a progettare e realizzare materiali con nuove proprietà, i cosiddetti materiali funzionali, controllandone struttura, composizione chimica e morfologia alla micro- e nanoscala. Le loro caratteristiche microscopiche si riflettono infatti sulle loro proprietà macroscopiche in modo spesso eclatante. Diversi esempi di materiali funzionali sono facilmente reperibili sul mercato e le loro proprietà possono efficacemente essere illustrate nei laboratori scolastici. Solitamente queste dimostrazioni d’aula sono pensate per accendere la curiosità degli studenti, utilizzando il cosiddetto “wow-effect”. Il progetto Nanolab, di Unimore[3], mira ad andare oltre questo approccio, proponendo protocolli sperimentali quantitativi, riproducibili e facilmente realizzabili per introdurre alcune idee-chiave delle nanoscienze. In questo lavoro di tesi, che si inquadra nel progetto Nanolab, sono stati progettati alcuni nuovi protocolli e teaching-learning sequence (TLS), sviluppando un approccio didattico originale all’attività sperimentale, che trova fondamento in letteratura nel modello ISLE (Investigative Science Learning Environment)[4] e nell’ Instructional Model “5E”[5]. La tribologia, cioè lo studio dei fenomeni di attrito, è un settore delle scienze dei materiali di enorme rilevanza tecnologica. La comprensione delle origini microscopiche di questi fenomeni è a tutt’oggi oggetto di ricerca. Sebbene tradizionalmente i fenomeni di attrito siano piuttosto trascurati dai curricula scolastici, essi rappresentano invece l’occasione per introdurre concetti interdisciplinari estremamente importanti, quali le caratteristiche delle interazioni molecolari e il loro ruolo nel determinare le proprietà di superfici in contatto[6,7]. Un contributo in questa direzione è fornito dalla prima TLS sviluppata in questa tesi. Essa si basa sullo studio del Gecko Tape ®, un adesivo microstrutturato, bio-ispirato alle zampe del Gecko, e collega fisica e chimica, introducendo l’idea-chiave “struttura è funzione”. Il percorso proposto mima il mestiere dello scienziato nelle sue fasi di ricerca e di condivisione dei risultati con modalità simili a quelle di un congresso scientifico. La TLS è stata validata su alcuni gruppi di studenti, eterogenei per interesse e formazione, e testata anche in modalità peer education, ottenendo sempre risultati molto positivi. Una seconda TLS è legata all’idea-chiave “Metodi e strumentazione” e sfrutta il Gecko Tape® come reticolo di diffrazione, flessibile e deformabile, per l’apprendimento attivo dell’ottica. Viene proposta anche in flipped-classroom con materiali didattici appositamente preparati. I materiali prodotti, tra cui filmati e videotutorial, sono disponibili sul sito, completamente rinnovato, www.nanolab.unimore.it, e sono la base per corsi di aggiornamento per insegnanti, di cui uno tenuto nel 2018, ed uno prossimo venturo. 1. I. Malsch; Nanotech. Rev 3, 211 (2014) 2. M. Prince; J. Engr.Ed Rev 93, 223 (2004) 3. http://www.nanolab.unimore.it 4. E. Etkinaa, Physics World 27, 48 (2014) 5. R.W. Bybee; Science& children 51,10 (2014) 6. U. Besson et al. Am. J. Phys. 75, 1106 (2007) 7. V. Montalbano Proceedings of the GIREP-MPTL, 863 (2014)
Nanotechnologies are already part of everyday life and are indicated in HO2020 as fundamental key-enabling technologies for the scientific, economic and social development of EU. EU has indeed recommend the introduction of nanoscience and nanotechnology in high school curricula [1] since the beginning of the new millennium, due to their highly interdisciplinary character and also because they are particularly well-suited for effective hands-on activities [2]. One of the most relevant goal of nanoscience is to design and realize novel materials with peculiar properties, the so-called functional materials, by fine tuning their structure, chemical composition and morphology at the micro and nanoscale. Indeed, the microscopic characteristics of such materials strongly affect their macroscopic properties, often in highly surprising ways. Several functional materials are nowadays easily purchased and are used in the school labs to trigger pupils’ curiosity and interest, exploiting the so-called wow-effect. The Unimore Nanolab project [3] goes beyond this approach, designing fully quantitative experiments based on functional materials, which are aimed at introducing selected key-concepts (“big-ideas”) in nanoscience. In this PhD thesis work, as a part of the Nanolab project, I designed and test a few new teaching learning sequences (TLS), developing a novel educational approach to experimental activities, inspired by ISLE (Investigative Science Learning Environment)[4] and Instructional 5E models[5]. Tribology, i.e. the study of friction, wear and adhesion phenomena, is an extremely active field of research of paramount technological relevance. Achieving a comprehensive understanding of these phenomena at the nano- and meso-scale is currently an open issue. As far as education is concerned, friction has been considered a trivial topic which deserved little attention in traditional high-school curricula. In fact, it actually provides an appealing way to introduce fundamental interdisciplinary concepts, such as atomic and molecular interactions and their key role in determining the behaviour and properties of two surfaces in intimate contact [6-7]. In this work, I designed a TLS on friction and wetting, which inquires the properties of the Gecko Tape ®, a micro-structured adhesive, bio-inspired by the gecko feet. The TLS aims to convey one of nanoscience Big Ideas, i.e. Structure is function and underlying the strict connections between physics and chemistry. The teaching sequence is intended to mimic the different steps of a true scientific research, including results dissemination and discussion.This TLS has been validated with a few groups of students, with different backgrounds and levels of involvement, and also tested in a peer education set with very good results. A second TLS, addressing the big ideas "Tools and Instrumentation" was also designed, exploiting Gecko Tape® as a flexible and deformable diffraction grating. This activity is part of a sequence regarding optics and is also proposed in a flipped-classroom approach. All the designed educational materials, including films and video tutorials, are available on-line and have been also used in in-service teachers training activities. 1. I. Malsch; Nanotech. Rev 3, 211 (2014) 2. M. Prince; J. Engr.Ed Rev 93, 223 (2004) 3. http://www.nanolab.unimore.it 4. E. Etkinaa, Physics World 27, 48 (2014) 5. R.W. Bybee; Science& children 51,10 (2014) 6. U. Besson et al. Am. J. Phys. 75, 1106 (2007) 7. V. Montalbano Proceedings of the GIREP-MPTL conference, 863 (2014)
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Vachhani, Shraddha J. "Stored energy maps in deformed metals using spherical nanoindentation". Diss., Georgia Institute of Technology, 2014. http://hdl.handle.net/1853/51813.

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Microstructure changes that occur during the deformation and heat treatments involved in wrought processing of metals are of central importance in achieving the desired properties or performance characteristics in the finished products. However, thorough understanding of the evolution of microstructure during thermo-mechanical processing of metallic materials is largely hampered by lack of methods for characterizing reliably their local (anisotropic) properties at the sub-micron length scales. Recently, remarkable advances in nanoindentation data analysis techniques have been made which now make it possible to obtain quantitative information about the local mechanical properties of constituent individual grains in polycrystalline metallic samples. In this work, a novel approach that combines mechanical property information obtained from spherical nanoindentation with the complementary structure information measured locally at the indentation site, using Electron Backscattered Diffraction (EBSD), is used to systematically investigate the local structure-property relationships in fcc metals. This work is focused on obtaining insights into the changes in local stored energies of polycrystalline metallic samples as a function of their crystal orientation at increasing deformation levels. Furthermore, using the same approach, the evolution of mechanical properties in the grain boundary regions in these samples is studied in order to better understand the role of such interfaces during deformation and recrystallization processes. The findings provide valuable information regarding development of stored energy gradients in polycrystalline materials during macroscopic deformation.
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Caputo, Cristina. "La verifica dei trattamenti di restauro dei materiali a valle degli interventi: il caso della facciata del Palazzo della Prefettura a Lecce". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Resumen
Un'opera monumentale costituisce un sistema complesso inserito in un ambiente con il quale interagisce e per il quale subisce delle modificazioni. I diversi materiali subiscono gli effetti delle azioni naturali e antropiche secondo meccanismi che dipendono sia dalla natura dei materiali che dalla storia del manufatto. Data l'inevitabilità e l'irreversibilità delle trasformazioni che avvengono in natura, gli unici rimedi possibili sono quelli volti a ridurre la velocità delle trasformazioni, seppur in un processo inevitabilmente peggiorativo. A questo proposito, se è facile indicare i materiali e i metodi che devono essere evitati in quanto non possiedono in misura sufficiente i requisiti richiesti e devono essere considerati dannosi, è molto più difficile individuare con precisione i prodotti e i metodi che possono essere adottati con assoluta sicurezza. I criteri che guidano la scelta si basano sulle conoscenze teoriche delle caratteristiche dei materiali e soprattutto su esperienze precedenti. In questo senso la cosiddetta "verifica del tempo" diventa fondamentale: questa verifica non è da intendersi soltanto come una questione di controllo degli interventi a distanza all’esecuzione, dell’efficacia di un trattamento o, al contrario, della sua dannosità, ma è anche la verifica della rispondenza del progetto, nel suo insieme, agli scopi da cui ha preso le mosse. A partire dal caso di studio del Palazzo della Prefettura a Lecce, si arriva quindi a dimostrare che la fase di monitoraggio dell’intervento di restauro svolto su un monumento dovrebbe essere considerata parte integrante del progetto stesso, al fine di ricavare un rapporto costi-benefici che sia il più bilanciato possibile e al fine di creare una casistica completa della risposta dei materiali alle intenzioni progettuali e affinché tale casistica rappresenti una guida per i restauri successivi.
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Santana, Wagner Augusto Lemos de. "Utilização da simulação a eventos discretos para o gerenciamento do almoxarifado de materiais utilizados numa indústria automotiva /". Guaratinguetá, 2018. http://hdl.handle.net/11449/180878.

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Resumen
Orientador: Fernando Augusto Silva Marins
Coorientador: Aneirson Francisco da Silva
Banca: Dimas Campos de Aguiar
Banca: Rosinei Batista Ribeiro
Resumo: Os processos de recebimento, conferência, armazenagem, separação de pedidos, montagem de kits, distribuição de materiais e inventário são processos vitais dentro dos almoxarifados e interferem diretamente na efetividade da Cadeia de Suprimentos (Supply Chain - SC). Como esses processos sofrem várias interferências, devido a outros processos da SC, como compra de materiais, planejamento, programação e abastecimento da produção, tornam-se comuns situações como excessos de materiais, baixa acuracidade dos estoques, dificuldade de localização, falhas no atendimento dos pedidos e montagem de kits, entre outros. Pensando nestas dificuldades gerenciais, busca-se, nesta dissertação, utilizar uma pesquisa de natureza aplicada, com objetivos empíricos e descritivos e análise quantitativa para desenvolver uma ferramenta gerencial, com base em um modelo de simulação a eventos discretos, como apoio às decisões sobre os recursos necessários para execução de forma efetiva dos processos citados. O objeto de estudo foi um almoxarifado de produtos estampados de uma empresa multinacional no setor automotivo. Onde a criação de um modelo conceitual e aplicação da simulação foram os objetivos. Adotou-se a técnica IDEF-SIM para a modelagem conceitual do problema e foi utilizado o software ProModel® para se obter uma racionalização na aplicação dos recursos necessários para que o almoxarifado tenha um melhor desempenho, frente a vários cenários possíveis de ocorrer. Identificou-se, após a simulação,... (Resumo completo, clicar acesso eletrônico abaixo)
Abstract: The processes of receiving, conferring, storing, sorting orders, assembling kits, distributing materials and inventory are vital processes within warehouses and directly interfere with the effectiveness of the Supply Chain (SC). As these processes suffer several interferences, due to other SC processes, such as material purchase, planning, scheduling and production supply, situations such as material excesses, low inventory accuracy, difficulty in locating, ordering and assembling kits, among others. In this dissertation, we intend to use a research of an applied nature, with empirical and descriptive objectives and quantitative analysis to develop a managerial tool, based on a simulation model to discrete events, as support to the decisions about the necessary resources to effectively execute the cited cases. The object of study was a warehouse of stamped products of a multinational company in the automotive sector. Where the creation of a conceptual model and application of the simulation were the objectives. The IDEF-SIM technique was adopted for the conceptual modeling of the problem and ProModel® software was used to obtain a rationalization in the application of the necessary resources so that the warehouse performs better, against several possible scenarios to occur. It was found after the simulation that one of the main problems in the operation of the warehouse was related to the unbalanced arrival of the items that form the kits, another one related to the excessive... (Complete abstract click electronic access below)
Mestre
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Zelenenkaya, Ekaterina. "Material Objects as Means of Portraying Female Characters' Personality in the 20th century : As Exemplified in the three Short Stories by J. D. Salinger, V. Woolf and F. Weldon". Thesis, Linköpings universitet, Institutionen för kultur och kommunikation, 2013. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:liu:diva-102465.

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Resumen
The world we live in is full of material objects that serve as signs and thus are an important tool in literary texts. The purpose of the present essay is to illustrate how material objects are used to portray personalities of female characters, their inner world and attitudes, their ways of life and position in society. It is especially interesting in the context of the 20th century in the Western world, when the culture of consumption was gaining momentum and the role of a woman was gradually changing. The short stories analysed in the essay are written in the Western context in the 20th century, which are “A Perfect Day for Bananafish” by J.D. Salinger, “Moments of Being: ‘Slater’s Pins Have no Points’” by V. Woolf and “The Bottom Line and the Sharp End” by F. Weldon. The material objects mentioned in the texts are classified and analysed due to their role and purpose in the short stories.
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Sanches, Claudia Eloir Rodrigues. "O ensino de espanhol na fronteira Brasil/Uruguai: uso do material didático autoral com foco na valorização das identidades locais através da escrita de contos". Universidade Federal do Pampa, 2018. http://dspace.unipampa.edu.br:8080/jspui/handle/riu/3785.

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Este trabalho se propõe a contribuir para a transformação de uma realidade em quealunos utilizam com facilidade a oralidade em língua espanhola em sala de aula, emdecorrência da necessidade do uso em função do mercado ou pela influência dafamília. Porém a escrita, nesse processo, não só fica em segundo plano comomuitas vezes é repelida por esses estudantes pelo medo de errar. Desenvolvi apresente pesquisa durante o Mestrado profissional em Ensino de Línguas, portanto,com o objetivo de analisar o processo de implementação de uma sequência didáticade produção escrita de contos voltada a um público de alunos da Educação deJovens e Adultos do Ensino Médio, de uma escola pública do município de Sant’Anado Livramento, fronteira com a vizinha cidade de Rivera, no Uruguai. Desenvolvida apartir da produção e aplicação de um Material Didático Autoral, composto por 19aulas, com vistas a implementar uma proposta didática de produção escrita decontos em língua adicional (Língua Espanhola), focando na valorização dasidentidades locais dos alunos e também como uma forma de estimular a produçãoescrita desses alunos, essa pesquisa teve como objetivos específicos: apontar asprincipais facilidades e dificuldades no processo de aprendizagem dos estudantesao longo do desenvolvimento da proposta, a partir de atividades autoavaliativassistemáticas; avaliar a gestão dos tempos pedagógicos para o desenvolvimento daproposta, a partir do planejamento inicial, contrastando-o com a sua efetivaimplementação; comparar a produção inicial e final dos contos dos alunos queparticiparam de todas as etapas da proposta e identificar se as temáticasmobilizadas nos contos produzidos pelos estudantes apontam para a valorizaçãodas identidades regionais/locais. O embasamento teórico se deu principalmente apartir dos seguintes conceitos: Língua, Bagno (2001); Língua adicional, Leffa e Irala(2014); Portunhol, Celada (2002), Mota (2010), Lafin (2011) e Albuquerque (2014);Fronteira, Sturza (2005) e Garcia (2010); aprendizagem significativa de Ausubel,Moreira (2011); conto, Gotlib (2000); e os conceitos de cultura e ensino de línguas.Quanto aos resultados pude perceber a partir do acompanhamento das atividadesque houve um progresso na produção escrita dos alunos, juntamente com odesenvolvimento da oralidade. Concomitante a isso, os alunos resgataram, atravésda escrita dos contos, elementos das diferentes culturas presentes no grupo,valorizando as identidades locais.
This work aims to contribute to the transformation of a reality in which students easilyuse Spanish orality in the classroom, due to the need to use it because of the marketor the influence of the family. But writing in this process not only takes second place,but is often repelled by these students by the fear of making mistakes. I developedthe present research during the Professional Master in Teaching of Languages,therefore, with the objective of analyzing the process of implementation of a didacticsequence of written production of short stories directed to a public of students of theEducation of Young and Adults of High School, of a public school in the municipalityof Sant'Ana do Livramento, bordering the nearby town of Rivera in Uruguay.Developed from the production and application of an Authoritative Didactic Material,composed of 19 classes, with a view to implementing a didactic proposal of writtenwriting in additional language (Spanish Language), focusing on the valuation of thelocal identities of students and also as a In order to stimulate the written production ofthese students, this research had as specific objectives: to point out the mainfacilities and difficulties in the students' learning process throughout the developmentof the proposal, based on systematic self-evaluation activities; to evaluate themanagement of pedagogical times for the development of the proposal, starting fromthe initial planning, contrasting it with its effective implementation; compare the initialand final production of the short stories of the students who participated in all thestages of the proposal and identify if the themes mobilized in the stories produced bythe students point to the appreciation of the regional/local identities. The theoreticalbasis was based on the following concepts: Language, Bagno (2001); Additionallanguage, Leffa and Irala (2014); Portunhol, Celada (2002), Mota (2010), Lafin(2011) and Albuquerque (2014); Fronteira, Sturza (2005) and Garcia (2010); learningfrom Ausubel, Moreira (2011); tale, Gotlib (2000); and the concepts of culture andlanguage teaching. As for the results, I could see from the follow-up of the activitiesthat there was progress in the students' written production, together with thedevelopment of orality. Concomitant to this, the students rescued, through the writingof the stories, elements of the different cultures present in the group, valuing the localidentities.
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Сапа, Тетяна Юріївна. "Комікс як різновид книжкової та журнальної іллюстрації". Магістерська робота, Київський національний університет технологій та дизайну, 2021. https://er.knutd.edu.ua/handle/123456789/18047.

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Resumen
На основі сформованої концепції визначеної сфери споживання цільової аудиторії обґрунтовано вибір обкладинки та інших сторінок коміксу. Визначено та досліджено таке поняття як комікс. Розроблено дизайн сторінок графічної історії в з використанням різних ілюстрацій і кольорових рішень. Здійснено аналіз читацької аудиторії. Обрано програмне забезпечення графічних редакторів для створення ілюстрацій для графічної історії, надано рекомендації щодо вибору матеріалів для її виготовлення. Розроблено і виготовлено в матеріалі графічну історію "Жарти темряви".
На основе сформированной концепции определенной сферы потребления целевой аудитории обоснован выбор обложки и других страниц комикса. Определено и исследовано такое понятие как комикс. Разработан дизайн страниц графической истории в с использованием различных иллюстраций и цветовых решений. Осуществлен анализ читательской аудитории. Выбрано программное обеспечение графических редакторов для создания иллюстраций для графической истории, даны рекомендации по выбору материалов для ее изготовления. Разработана и изготовлена в материале графическая история "Шутки темноты".
The choice of the cover and other pages of the comic is substantiated on the basis of the formed concept the certain sphere of consumption the target audience. The concept of comics is defined and researched. Developed the design of graphic history pages using various illustrations and color solutions. The analysis of the readership is carried out. The software of graphic editors for creation of illustrations for graphic history is chosen, recommendations on the choice of materials for its production are given. The graphic history "Jokes of Darkness" is developed and made in the material.
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Coccoli, Velia. "GLI ARCHETIPI. Individuazione ed approfondimento dei significati e dei valori degli archetipi in quanto radici dei beni culturali del territorio". Doctoral thesis, Università di Catania, 2016. http://hdl.handle.net/10761/3810.

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Resumen
Gli archetipi fino ai primi decenni del 1900 hanno rappresentato per lungo tempo un riferimento certo, una condizione, per le generazioni che si sono succedute, per poter intervenire nel territorio/ambiente. Infatti prima dell avvento del Razionalismo, la metodologia d intervento portava a leggere e a conoscere il luogo prima di progettare e di realizzare. Si usavano pochi materiali naturali, con l uso di regole sicure e consolidate, l architettura esprimeva valori con le forme e le tecniche. La ricerca si prefigge l obiettivo di riprendere gli archetipi, di analizzarli, comprenderli e riproporli, in modo da tutelare il patrimonio storico-artistico nel contesto regionale, analizzandone la formazione e la diffusione in riferimento al territorio, esaminandone le caratteristiche culturali e tecniche. Ritornare alla valorizzazione degli archetipi è una meta finalizzata a difendere il patrimonio storico-artistico-culturale del territorio, da cui derivare proposte di intervento. Detta metodologia porta immediatamente alla riflessione su come vogliamo il paesaggio del domani, ci fa riflettere su come lo volevano e rispettavano gli antenati, come è stato trasformato da chi ha dimenticato per tanti anni il valore del paesaggio. Riprendere le idee-metodi degli antenati, è un modo per analizzarci e ripercorrere la strada indicata dalle opere realizzate, dopo la desolazione, paesi e città distrutte. Tutto da riesaminare per evitare danneggiamenti, che hanno portato non solo alla cementificazione, all omologazione, ma anche alla distruzione del paesaggio e di tutta la sua memoria amata dai grandi che ci hanno preceduto.
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