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Braović Plavša, Mira y Nina Sirković. "I tratti storici e culturali del mediterraneo nel fumetto Favola di Venezia di Hugo Pratt". Hum, n.º 25 (4 de febrero de 2022): 67–86. http://dx.doi.org/10.47960/2303-7431.25.2021.67.

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Il fumetto Favola di Venezia è una storia apparentemente semplice sull' avventura di Corto Maltese alla ricerca di uno smeraldo perduto da qualche parte in questa bellissima città. Tuttavia, da un' analisi dei simboli e delle personalità sia nei disegni che nella parte testuale del fumetto si può dedurre che si tratta, di fatto, della storia del Mediterraneo come uno spazio in cui diverse culture, non solo geograficamente ma anche culturalmente, sono state legate da secoli. Essendo sempre in contatto, si mescolano e cambiano, si influenzano a vicenda, ma riescono comunque a mantenere la loro autenticità. Sebbene facciano parte del patrimonio culturale dell' intero Mediterraneo, i simboli, le leggende e le persone citati in questo fumetto sono associati principalmente a Venezia, in modo che, con una sola passeggiata per la città, il lettore possa facilmente immaginare la storia dell' intero territorio del Mediterraneo. Nell`articolo si cerca di provare che la lettura di questa opera non può essere passiva perché Pratt chiede dal lettore di esplorare attivamente simboli, personaggi ed eventi menzionati in Favola. Parole chiave: civiltà; Favola di Venezia; Hugo Pratt; leggende; Mediterraneo; simboli
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Tonizzi, Fabio. "RICONFINAZIONE DELLA DIOCESI DI VENEZIA (1919-1927)". PARALELLUS Revista de Estudos de Religião - UNICAP 13, n.º 33 (30 de diciembre de 2022): 283–300. http://dx.doi.org/10.25247/paralellus.2022.v13n33.p283-300.

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Judde de Larivière, Claire. "L'Arsenale di Venezia. Storia di una grande struttura urbana". Journal of Modern Italian Studies 16, n.º 3 (junio de 2011): 408–9. http://dx.doi.org/10.1080/1354571x.2011.565643.

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Dal Cin, Valentina. "Fare ricerca sulla storia di Venezia oggi: il seminario Venice in Question". Diciottesimo Secolo 7 (18 de noviembre de 2022): 163–67. http://dx.doi.org/10.36253/ds-13073.

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This review describes the topics covered during eleven meetings held from February 4 to June 17, 2021 within the “Venice in Question” seminar, coordinated by Daniele Dibello (Universiteit Gent) and organized by the Deputazione di Storia Patria per le Venezie, alongside other Venetian institutions. Presenting recent studies on Venetian history, the seminar involved Italian and international scholars, animating a dialogue between different historiographical approaches and traditions. While embracing a broad chronological span, from the Middle Ages to the early 19th century, the seminar pointed out aspects relevant to scholars of the 18th century.
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D'Amico, Tiziana. "La Bibbia ceca del 1506. Sonda nella cultura del libro in Boemia a cavallo tra XV e XVI secolo". Fabrica Litterarum Polono-Italica, n.º 4 (16 de mayo de 2022): 1–17. http://dx.doi.org/10.31261/flpi.2022.04.07.

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Nel 1506 esce a Venezia, presso lo stampatore Liechtenstein, la Biblij Cžeská w Benátkach tisšten (Bibbia ceca stampata a Venezia). La Bibbia di Venezia (come è comunemente indicata) è in ceco ed è commissionata da tre cittadini praghesi. Il lavoro intende indagare la Bibbia ceca del 1506 come un “oggetto” curioso che, in qualche modo, unisce a inizio del XVI secolo due realtà culturali molto distanti tra loro: quella di Venezia, centro nevralgico della stampa europea e in particolare di quella umanista, e quella di Praga, centro dell’utraquismo. Tale indagine si soffermerà su tre aspetti: la situazione della stampa ceca a inizio Cinquecento, cui verrà dedicato maggiore spazio; i motivi alla base della Bibbia come testo da stampare; infine, le criticità della scelta di Venezia. Conclude il lavoro una breve riflessione sul lascito della Bibbia di Venezia, un ibrido di due culture del libro, nella storia della stampa ceca.
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Albergoni, Gianluca y Gian Luca Fruci. "Rivoluzioni del 1848 a Venezia". SOCIETÀ E STORIA, n.º 174 (enero de 2022): 747. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-174004.

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La discussione, promossa dalla Rivista, si compone di tre letture parallele, ciascuna autonoma rispetto alle altre, su un volume di grande rilevanza storiografica qual è quello di Piero Brunello. Il contributo di Maurizio Bertolotti mette in evidenza il carattere «problematico e aperto di una narrazione» che pone in maniera originale alcuni aspetti della storia del Quarantotto veneziano, dal ruolo delle classi popolari (con la posta in gioco della memoria) all'ambiguità della parola "repubblica" e del sentimento nazionale (tra identità veneziana e identità italiana). Giovanni Levi sottolinea il tentativo di Brunello di indagare storicamente come delle persone individualmente «coinvolte in avvenimenti collettivi» abbiano agito in un contesto come quello rivoluzionario, valutando il farsi della rivoluzione ma anche il dopo, tenendo conto della profondità e della complessità del fatto storico. Gian Luca Fruci si sofferma sulla mirabile composizione polifonica della sceneggiatura di Colpi di scena, una «ricostruzione multifocale» che si avvale di un abbondante insieme di fonti iconografiche, ma anche sonore e materiali, sapientemente analizzato dall'autore e capace di far emergere aspetti inediti di una rivoluzione declinata al plurale.
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Girardi, Giacomo. "Il mito della neutralitŕ violata. Lotta politica e rivolta in armi nelle Pasque veronesi". IL RISORGIMENTO, n.º 1 (junio de 2016): 55–80. http://dx.doi.org/10.3280/riso2016-001003.

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L'articolo torna sulle Pasque veronesi, la rivolta cittadina di Verona contro i francesi del 1797, episodio a lungo rimasto confinato nell'ambito della storia municipale e da qualche tempo riscoperto, ma in una chiave identitaria dallo scarso rilievo storiografico. Avvalendosi di documenti d'archivio e di fonti a stampa coeve, si propone di accostare la controrivoluzione veronese alla caduta di Venezia. La spontaneita della rivolta di plebe viene cosi limitata e si insiste sull'esistenza di un progetto politico, orientato dal ceto dirigente della Serenissima, per tagliare i rifornimenti all'esercito francese e costringerlo a ripiegare. Le Pasque veronesi sarebbero cosi una manovra concertata a Venezia da un gruppo interno al Senato, che considerava inutile insistere sulla neutralita e chiamava alle armi per allontanare la minaccia francese. Il mito di una Venezia pacifica e ingiustamente tradita da Bonaparte viene cosi largamente ridimensionato a vantaggio di una lettura nella quale gruppi politici della Serenissima giocarono la carta della resistenza in armi all'arrivo dei francesi.
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Segatori, Stefania. "Rassegna di studi su Ippolito Nievo". Quaderni d'italianistica 32, n.º 2 (9 de abril de 2012): 145–57. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v32i2.16312.

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Il saggio presenta un panorama delle edizioni dei testi di Ippolito Nievo e ripercorre la storia della critica nieviana dalle origini all’epoca presente. Al fine di fornire un quadro aggiornato sugli studi nieviani, la rassegna illustra con particolare attenzione l’Edizione nazionale delle opere di Ippolito Nievo, avviata dalla casa editrice Marsilio di Venezia nel 2004. In conclusione, viene considerato il problema della diffusione degli scritti di Nievo con un appunto finale sulle recenti traduzioni delle Confessioni.
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Doria, Mario. "Sulla storia del toponimo Istriano Rabac". Linguistica 28, n.º 1 (1 de diciembre de 1988): 49–51. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.28.1.49-51.

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Il nome della nota località balneare istriana Rabac (in grafia italianeggiante Rabaz) è attestato già nel 1341 sotto la forma Rabaç, precisamente negli Statuti di Albona [Labin] (cfr. P. Kandler "L'Istria" III, 1848, pp. 14 s.). A questo Rabaç fa riscontro, nel '500, Rabaz, che incontriamo nell'Itinerario Bragadin-Lando-Morosini dell'a. 1554 (ed. M. Bertoša VHARP 17, 1972, p. 41) e nel Catastico di Fabio da Canal dell'a. 1566 (ed. D. Klein, ib. 11-12, 1966-67, pp. 16- bis, 62). Rabaz ricompare in Carlo Donadoni, a. 1719 (P. Kandler Emporio p. 96, in "Miscellanea Conti" 1861-62), in un documento dell'a. 1749 (P. Kandler cit. p. 282), nonché nel Catasto di V. Morosini IV, a. 1775-76 (ed. M. Bratulić, Trieste-Fiume 1980, pp. 349-352). Anche la cartografia veneta di fine '700 attesta la forma Rabaz, così la nota carta dell'Istria Meridionale di Giov. Valle (Venezia 1784). Rabaz ricompare nel Reperto-Bargnani dell'a. 1806' (ed. E. Apih, ACRSR 12, 1981-82, p. 219), nell "' A vviso della Commissione per la vendita dei beni dello Sta to del Litorale", Trieste 15-1-1825 (Archivio di Stato, per gentile informazione del dott. Pierpaolo Dorsi), in Carlo Combi a. 1858-59 (cfr. E. Apih cit. p. 321) ecc. Rammenteremo anche la forma Rabatz (alternante con Rabaz) in R. P. Burton Note sopra i Castellieri (Capodistria 1877) p. 35 e Rabas (nella locuzione Porto Rabas in alcune carte geografiche del 1753 e 1780, Lago-Rossit OH indici), nonché in P. Tedeschi Viaggio fantastico in Oga Magoga, 1863, su cui v. P. Blasi "Voce Giul." 1-6-1984 p. 4). Abbastanza comune anche la locuzione Porto Rabaz, soprattutto nella cartografia istriana a partire dall'a. 1620 fino al 1797 (vedi gli indici in Lago-Rossit cit.): ricorderemo fra queste la Carta Geografka del Coronelli (Venezia 1696) nonché la Carta Santini ("à Venise" ante 1780, cfr. fot. in E. Schwarzenberg Plstr. 44 s. V, f. 8-9, 1980, p. 12); fra i moderni citeremo M. Gerbini Quaderni di Fianona (Trieste 1976) p. 41 e M. Catano, "In Strada Granda" N. 27 (aprile 1986) p. 26 e qualche altro.
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Pastore, Christopher y Roberto Venturelli. "Venezia Cinquecento: Studi di Storia dell'arte e della cultura anno XII". Sixteenth Century Journal 35, n.º 1 (1 de abril de 2004): 204. http://dx.doi.org/10.2307/20476858.

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Howard, Deborah. "Storia dell'architettura di Venezia dal VII al XX secolo Ennio Concina". Journal of the Society of Architectural Historians 56, n.º 3 (septiembre de 1997): 351–52. http://dx.doi.org/10.2307/991249.

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Michelutti, Paolo. "Servitů militari e militarizzazione. Il Friuli Venezia Giulia 1949-1989". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 267 (noviembre de 2012): 291–307. http://dx.doi.org/10.3280/ic2012-267005.

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L'adesione al Patto atlantico nel 1949 significa per l'Italia una decisa scelta di campo nell'area delle potenze occidentali. Il contributo alla difesa comune trasforma il disegno dei confini nazionali che diventano confine dell'alleanza occidentale. Nel saggio si cerca di ricostruire la storia della militarizzazione del territorio di una regione di confine, il Friuli Venezia Giulia, attraverso l'utilizzo delle servitů militari, evidenziando come nel secondo dopoguerra la presenza militare dell'esercito italiano e delle basi Usa abbiano provocato resistenze e problematiche alla societŕ civile e alle istituzioni. Esaurita sul finire degli anni cinquanta la protesta ideologica del movimento dei Partigiani della pace, tra gli anni sessanta e gli anni settanta č stato il movimento dei sindaci dei comuni del Friuli Venezia Giulia, guidato da motivazioni economiche, a portare alla revisione del quadro normativo sulle servitů militari con la legge 24 dicembre 1976, n. 898.
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Brunello, Piero. "Storia di Michele Padovani, dimesso dal manicomio di Venezia il giorno della rivoluzione del Quarantotto". Arzanà 15, n.º 1 (2012): 157–75. http://dx.doi.org/10.3406/arzan.2012.1015.

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Brunello, Piero. "Storia di Michele Padovani, dimesso dal manicomio di Venezia il giorno della rivoluzione del Quarantotto". Arzanà, n.º 15 (1 de abril de 2012): 157–75. http://dx.doi.org/10.4000/arzana.267.

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Astorino, Claudia Maria. "Turismo na Serenissima entre ficção e realidade: de Morte em Veneza, de Luchino Visconti, à pós-pandemia". Revista Italiano UERJ 12, n.º 1 (5 de septiembre de 2021): 20. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2021.62064.

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RESUMO: Ao longo de sua história, Veneza vem atraindo um número considerável de turistas. Incrustrados em tão singular cenário geográfico, seus canais, gôndolas, pontes, campi, tesouros arquitetônicos e artísticos constituem um legado singular e, consequentemente, uma oferta turística inigualável, que tem seduzido o imaginário de turistas potencias das mais distintas procedências. O presente estudo objetivou analisar como a atividade turística em Veneza tem evoluído e de que modo vem sendo ilustrada nas artes, sobretudo, no cinema, na música e nas artes visuais. Nesse sentido, formou-se um corpus de estudo composto por filmes e videoclipes italianos e estrangeiros, além de obras de artes visuais, com a finalidade de confrontá-los com as etapas do turismo no percurso do tempo. Trata-se, portanto, de um estudo qualitativo, descritivo e comparativo. A metodologia constou de pesquisa bibliográfica em fontes secundárias, de forma a traçar a evolução do turismo em Veneza, seguida pela composição do referido corpus de estudo, análise das obras selecionadas para este corpus e, por fim, comparação entre ficção e realidade.Palavras-chave: Veneza. Turismo. Ficção x realidade. Filmes e videoclipes. Artes visuais. ABSTRACT: Nel corso della sua storia, Venezia ha atratto un numero considerevole di turisti. Incastonati in uno scenario unico, i suoi canalli, gondole, ponti, campi, tesori architettonici e artistici costituiscono un patrimonio singolare e di consegenza un’offerta turistica impareggiabile che da sempre ha popolato l’immaginario di potenziali turisti delle più svariate origini. Il presente studio si è proposto ad analizzare come si è evoluta l’attività turistica a Venezia e come à stata illustrata nel campo delle arti, in particolare nel cinema, nella musica e nelle arti visive. Si è dunque formato un corpus di studio, composto da film e da videoclip italiani e stranieri, oltre ad opere di arti visive, per confrontarli con le tappe dello svilupo del turismo nel tempo. Si tratta quindi di uno atudio qualitativo, descrittivo e comparativo. La metodologia è costituita da una ricerca bibliografica su fonti secondarie, al fine di tracciare l’evoluzione del turismo a Venezia, seguita dalla composizione di un corpus di studio, dall’analisi delle opere selezionate per questo corpus ed infine dal confronto tra finzione e realtà.Parole-chiave: Venezia. Turismo. Finzione x realtà. Film e videoclipe. Arti visive. ABSTRACT: Throughout its history, Venice has attracted a considerable number of tourists. Embedded in such a singular geographic setting, its canals, gondolas, campi, architectural and artistic treasures constitute a unique legacy and, consequently, an unparalleled tourist offer that has seduced the imagination of potential tourists from the most diverse origins. The present study aimed to analyze how the tourist activity in Venice has evolved and how it has been illustrated in the arts, especially in cinema, music and visual arts. In this sense, a corpus was formed, composed of Italian and foreign films and video clips, in addition to visual arts works, in order to confront them with the stages of tourism in the course of time. It is, therefore, a qualitative, descriptive and comparative study. The methodology consisted of bibliographic research in secondary sources, in order to trace the evolution of tourism in Venice, followed by the composition of a study corpus, analysis of the works selected for this corpus and, finally, comparison between fiction and reality.Keywords: Venice. Tourism. Fiction x reality. Films and video clips. Visual arts.
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Vertecchi, Giulia. "Dal grano al biscotto. Elementi per una storia della politica annonaria di Venezia fra XVII e XVIII secolo". STORIA URBANA, n.º 134 (junio de 2012): 57–74. http://dx.doi.org/10.3280/su2012-134004.

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Approvvigionamento - Alimentazione - Conservazione e distribuzione dei grani Venezia, secc. XVII-XVIIIL'obiettivo di questo articolo č di delineare, attraverso l'analisi delle fonti archivistiche, i cambiamenti nel sistema annonario di Venezia nei secoli XVII e XVIII. Questi cambiamenti ebbero inizio con lo scoppio della guerra di Candia e si svilupparono nel secolo seguente. Il contributo si concentra su tre temi principali: in primo luogo il ruolo del biscotto per compensare le fluttuazioni del prezzo del grano e per abbassare i costi di stoccaggio del surplus. Il biscotto era un alimento facile da trasportare e conservare per le esigenze militari ed era certamente utilizzato come alimento per l'esercito e la flotta; tuttavia č che un fabbisogno di 4.700 tonnellate all'anno richiedeva ingenti risorse e un'organizzazione considerevole per seguire la produzione. Un secondo nucleo dell'articolo esamina il ruolo delle scorte, non tanto durante gli anni di penuria, ma soprattutto quando i raccolti erano abbondanti. In questo modo č possibile analizzare le strategie impiegate dal governo in un momento particolarmente critico, poiché i prezzi scendono negli anni in cui i raccolti sono abbondanti, ma č in questi anni che aumentano i costi di stoccaggio. In terzo luogo si affronta il problema di una forma di speculazione finanziaria grazie alla quale anche le persone piů ricche riuscivano a usufruire di un'agevolazione fiscale nel pagamento della principale imposta diretta, la decima. Una lettura attenta dei documenti «non-quantitativi» fornisce una comprensione della complessitŕ del rapporto tra politica fiscale e le scelte economiche del governo, portando alla luce la complessa composizione della societŕ e i suoi contrasti interni
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Cadamuro, Elena. "Rappresentare, esibire, dominare. La fotografia coloniale nelle collezioni De Reali e Puccioni". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 294 (diciembre de 2020): 129–51. http://dx.doi.org/10.3280/ic2020-294005.

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L'articolo si propone di analizzare le raccolte fotografiche di origine coloniale del viaggiatore Giuseppe De Reali (1877-1937) e dell'antropologo Nello Puccioni (1881-1937). Tra fine Ottocento e gli anni Trenta del Novecento, essi visitarono l'Africa in piů occasioni dando vita a due collezioni - una zoologico-naturalistica e una antropologico-etnografica - oggi conservate e in parte esposte rispettivamente al Museo di storia naturale di Venezia e al Museo di antropologia e etnologia di Firenze. Attraverso lo studio degli scatti, l'autore riflette attorno alle modalitŕ di rappresentazione dell'Africa e delle sue popolazioni, alle funzioni e ai significati che fotografie e oggetti hanno assunto nel trasferimento nei contesti museali, giungendo a formulare alcune iniziali ipotesi in merito alle persistenze allestitive che hanno caratterizzato le collezioni tra Italia fascista e repubblicana.
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Banfi, Enrico y Agnese Visconti. "L’Orto di Brera alla fine della dominazione asburgica e durante l’età napoleonica". Natural History Sciences 154, n.º 2 (1 de septiembre de 2013): 173. http://dx.doi.org/10.4081/nhs.2013.173.

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Il saggio illustra, la storia dell’Orto di Brera e della sua funzione come strumento didattico per la cattedra di botanica del Ginnasio, dal 1802 Liceo, di Brera nel periodo compreso tra la fine della dominazione asburgica e l’intero periodo napoleonico. Esso si fonda su una documentazione per la massima parte inedita conservata nelle seguenti istituzioni: Biblioteca Braidense di Milano, Archivio di Stato di Milano, Biblioteca del Museo di Storia Naturale di Milano, Archivio di Stato di Pavia, Accademia delle Scienze di Torino; Archivio di Stato di Venezia, Biblioteca dell’Orto botanico dell’Università di Padova, Bibliothèque Centrale du Muséum d’Histoire Naturelle di Parigi.<br />La prima parte del lavoro è dedicata al periodo che va dall’entrata in attività dell’Orto (1777) alla conduzione di Ciro Pollini (1805-1807) e si incentra in particolare sul legame tra la scelta delle piante dell’Orto, per lo più officinali, e l’insegnamento ai medici e ai farmacisti.<br />Si passa quindi alla ricostruzione del lavoro svolto dal custode Filippo Armano che diede all’Orto una nuova fisionomia, introducendo piante ornamentali, esotiche e rare, e che redasse il primo Catalogo (1812) di cui si presenta una lista degli aggiornamenti nomenclaturali.<br />Viene infine illustrata la figura del direttore Paolo Sangiorgio che resse l’Orto per tutto il periodo napoleonico, opponendosi alla concezione di Armano e applicandosi con forte impegno alla didattica.
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CAMEROTA, FILIPPO. "TWO NEW ATTRIBUTIONS: A REFRACTIVE DIAL OF GUIDOBALDO DEL MONTE AND THE ROVERINO COMPASS OF FABRIZIO MORDENTE". Nuncius 18, n.º 1 (2003): 25–38. http://dx.doi.org/10.1163/182539103x00549.

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Abstracttitle RIASSUNTO /title In questo articolo si propongono due nuove attribuzioni riguardanti due strumenti legati dalla comune provenienza urbinate, e precisamente dalla bottega del noto costruttore di strumenti scientifici Simone Barocci. Entrambi sono descritti da Muzio Oddi che offre la testimonianza decisiva per la loro attribuzione. Il primo un raro orologio a rifrazione conservato al Museo di Storia della Scienza di Firenze, documentato nella collezione medicea fin dal 1574 e identificabile con quello che Oddi afferma essere stato fatto costruire ad Urbino nel 1572 da Guidobaldo del Monte. Il secondo un compasso di proporzione conservato al Museo Correr di Venezia, in tutto corrispondente alla descrizione di un compasso che Oddi dice costruito da Simone Barocci per ordine di Fabrizio Mordente intorno al 1570. Quest'ultimo la prima versione del noto compasso che Mordente divulgher negli anni successivi attraverso i suoi trattati.
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Cattunar, Alessandro. "Confine, memorie, identitŕ Il Governo militare alleato nella Venezia Giulia tra politiche pubbliche e percorsi privati". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 258 (septiembre de 2010): 26–56. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-258002.

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Il saggio propone un'analisi dei legami tra confine, identitŕ e memorie nella Venezia Giulia, e in particolare nel Goriziano, durante l'amministrazione del Governo militare alleato (Gma). In qust'area questo periodo č cruciale per la definizione della linea di confine tra Italia e Jugoslavia. Per la popolazione, č un momento di passaggio da un sistema di identitŕ plurime, fluide e cangianti a una contrapposizione nazionale e politica alquanto netta. Anche in seguito ai traumi subiti negli anni precedenti, infatti, gli individui e i gruppi riformulano i parametri per definire se stessi e "gli altri" selezionando eventi e momenti della storia passata e ponendoli a fondamento della propria identitŕ. Tali dinamiche si riflettono sull'affermazione di memorie differenti e spesso antitetiche. L'autore studia sia la dimensione pubblica/istituzionale, sia quella privata delle emozioni, dei sentimenti, delle singole scelte quotidiane principalmente attraverso l'analisi delle interviste e dei racconti di vita dei testimoni: fonti orali che vengono confrontate e fatte interagire con i documenti ufficiali che descrivono l'attivitŕ del Gma e le relazioni tra questo e i diversi gruppi nazionali e culturali presenti sul territorio.
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Rurale, Flavio. ""L'affetto disordinato verso le patrie": i gesuiti tra ideale universalistico e prassi "nazionalista" nell’Europa del ‘600". Librosdelacorte.es, n.º 24 (28 de junio de 2022): 316–46. http://dx.doi.org/10.15366/ldc2022.14.24.013.

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Il saggio intende affrontare il tema delle fedeltà plurime e “nazionali” che caratterizzano l’agire politico dei padri della Compagnia di Gesù nelle corti cattoliche del XVII secolo. In particolare analizza la crisi del rapporto con il re cattolico e le relazioni sempre più strette con la monarchia francese volute dal generale Claudio Acquaviva a partire dalla conversione di Enrico IV. La storia seicentesca dei gesuiti evidenza scelte coerenti con gli interessi nazionali perseguiti dai sovrani presso le cui corti operarono; direi anzi con i singoli partiti cortigiani. Ne esce così ridimensionata l’idea di una ordine religioso alle dipendenze del papa. L’indagine è condotta anche attraverso l’analisi dell’attività e degli scritti di alcuni docenti gesuiti di Milano e Venezia del secondo ‘600, interessati al confronto e al dibattito non solo coi loro studenti ma anche con esponenti dei ceti sociali impegnati in attività politiche, economiche e diplomatiche. Infine il saggio evidenzia l’acuirsi della contestazione verso la Compagnia di fine XVII secolo, da parte di altri ordini religiosi e della curia romana.
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Hocquet, Jean-Claude. "A. Tagliaferri éd., Venezia e il Friuli. Problemi storiografici (Istituto di storia dell'Università di Udine. Série monografica di storia moderna e contemporanea, vol. II), Milan, Giuffrè éd., 1982, 140 p." Annales. Histoire, Sciences Sociales 40, n.º 3 (junio de 1985): 553–54. http://dx.doi.org/10.1017/s0395264900083724.

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Hocquet, Jean-Claude. "Roberto Zago, I Nicolotti, storia di una comunità di pescatori a Venezia nell'età moderna, Padoue, Aldo Francisci, Collana della Facultà di Lettere e Filosofia dell'Università di Venezia, « Materiali e Ricerche », 10, 1982, 276 p." Annales. Histoire, Sciences Sociales 42, n.º 6 (diciembre de 1987): 1340–41. http://dx.doi.org/10.1017/s039526490006697x.

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Lettieri, Gaetano. "Maquiavelo en Venecia. Un agente secreto del papa, la alianza antiimperial y la conspiración “Morone”". De Medio Aevo 10, n.º 2 (10 de abril de 2021): 443–75. http://dx.doi.org/10.5209/dmae.75187.

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En este artículo se aportan pruebas documentales que permiten reconocer a un Maquiavelo que, en calidad de embajador secreto del papa, fue enviado a Venecia para llevar a cabo solo formalmente, siguiendo las órdenes de los Consoli dell´Arte della Lana, una misión, que no sería, por tanto, más que una mera fachada: recuperar una siempre indeterminada cantidad de ducados de oro que tres comerciantes florentinos se habían visto obligados a pagar al ser víctimas de una extorsión. La verdadera misión de Maquiavelo, en realidad, consistía en ponerse en contacto directo y personal con el dogo Gritti, con el objetivo de terminar de definir las condiciones relativas a la creación de una Liga militar anti-imperial y, por otra parte, observar en el mismo terreno como iba evolucionando la conspiración de Ávalos, orquestada, precisamente, por el mismo papa y Giberti, y organizada por Morone y Domenico Sauli. Siguiendo, por tanto, los documentos aquí presentados es posible interpretar de un modo absolutamente diferente la carta de Filippo de´Nerli en la que se menciona, hecho por todos conocido y que despertara más de una suspicacia, que Maquiavelo había ganado la lotería en Venecia; lotería que, casualmente, era gestionada por Giovanni Manenti, quien sería el mismo inminente productor de la segunda representación de la Mandragola en la Serenissima, además de actuar de intermediario secreto entre Maquiavelo y el propio dogo. [1] Traducción castellana, realizada por Mar Barbuto Fraga y controlada por el autor, del texto publicado originalmente como: Gaetano Lettieri, “Machiavelli in gioco. Un agente segreto papale a Venezia (1525)”, Studi e materiali di storia delle religioni, 84 (2), (2018), pp. 688-729.
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Ongaro, Giulio. "Sixteenth-century patronage at St Mark's, Venice". Early Music History 8 (octubre de 1988): 81–115. http://dx.doi.org/10.1017/s0261127900000905.

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The chapel of St Mark's in Venice occupied a prominent place in the musical life of most of the sixteenth and seventeenth centuries, so that a Venetian writer could justly remark: ‘The chapel of these Lords is thought to be among the best in the world, and [singers] have come to serve from France and Spain.’ Yet, in spite of its importance in the history of Western music, our knowledge of its development and organisation is far from complete and contains large gaps. It will suffice to point out that we know a lot more about the Gabrielis – organists – than we do about Zarlino in his capacity as maestro and composer, that the first modern study of the chapel, barely eight years old, is the recent Vespers at St Mark's by James Moore, and that the venerable Storia della musica sacra nella già cappella ducale di S. Marco in Venezia by Francesco Caffi, the only comprehensive study of the subject, has, in default of more modern work, been reprinted several times in recent years. The situation is gradually improving, with several new studies on music in Venice and at St Mark's already available or in preparation, but one of the issues not yet treated adequately is the question of patronage at St Mark's and of the social and economic status of its singers.
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Gruen, Erich S. "(A.) Mastrocinque Manipolazione della storia in età ellenistica: i Seleucidi e Roma. (Pubblicazioni del Seminario di storia antica, Istituto di studi classici, Venezia, 1.) Rome: L'Erma di Bretschneider. 1983. Pp. 215. Price not stated." Journal of Hellenic Studies 105 (noviembre de 1985): 218. http://dx.doi.org/10.2307/631590.

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Marzano, Stefania. "Sebastiano BISSON, Il fondo fr ancese della Biblioteca Marciana di Venezia, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 2008, 166 p. (Sussidi eruditi, 76)". Le Moyen Français 64 (enero de 2009): 114–15. http://dx.doi.org/10.1484/j.lmfr.1.100372.

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Condren, John. "La missione di Decio Francesco Vitelli nella storia della nunziatura di Venezia: Dai primi incarichi alla guerra di Castro (1485–1643), written by Marco Albertoni, 2017". Diplomatica 2, n.º 1 (18 de mayo de 2020): 167–68. http://dx.doi.org/10.1163/25891774-00201015.

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ABBRI, FERDINANDO. "ANTONIO DI MEO (a cura di), Storia della Chimica. Dalla Ceramica del Neolitico all'età della Plastica, Venezia, Marsilio Editore, 1990, VIII + 335 pp., ill." Nuncius 6, n.º 2 (1991): 427–28. http://dx.doi.org/10.1163/182539191x01370.

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Scaramellini, Guglielmo y Luca Muscarà. "Calogero Muscarà(1929-2020)". RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, n.º 1 (marzo de 2022): 114–24. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa1-2022oa13370.

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Resumen
Il 5 novembre 2020, a novantun'anni, il professor Calogero Muscar&agrave; &egrave; mancato per una polmonite interstiziale, nonostante avesse superato l'infezione da Covid-19. Egli stava ancora lavorando, con la passione e la lucidit&agrave; che Gli erano sempre state proprie, sui temi ai quali si era dedicato fin dai primi anni di studio: Venezia, la sua storia e il suo presente; il sistema politico-amministrativo italiano dall'Unit&agrave; a oggi e i suoi rapporti con l'evoluzione socio-economica-culturale del Paese in chiave territoriale; il concetto di megalopoli e la sua possibile applicazione all'Italia, tema cui era dedito dagli anni Settanta. Solo poche settimane prima aveva infatti licenziato l'articolo "Compartimentazione amministrativa dello Stato italiano e processi di formazione di una megalopoli nel Nord Italia", l'ultimo che abbia dato alle stampe e che uscir&agrave; quest'anno in un volume collettaneo a lui dedicato (Scaramellini, a cura di, 2022). Non Gli &egrave; stato possibile invece completare un altro saggio, pi&ugrave; approfondito e articolato, sul medesimo tema e in gestazione da lungo tempo, a causa di un incidente informatico, ma soprattutto per l'incalzare del tempo e forse il presentimento che la pandemia lo attendesse al varco. Tale saggio, gi&agrave; steso a grandi linee ma ancora senza titolo, ripercorreva un tema sempre a Lui caro, fin dal suo esordio nella Geografia italiana: la storia dei rapporti intercorsi fra il mutare dell'ordinamento politico-amministrativo del Paese dopo l'Unit&agrave; e il non sempre convergente sviluppo sociale, culturale, economico, in una parola, civico del sistema-Paese Italia e delle sue partizioni ‘regionali' (secondo i tratti delineati da Pietro Maestri nel 1868 e sostanzialmente confermate nelle successive vicende politiche, istituzionali, sociali, culturali, economiche, fino ai giorni nostri).&amp;nbsp;Professore emerito della Sapienza, presidente della World Society for Ekistics, membro onorario della Soci&eacute;t&eacute; de G&eacute;ographie de Paris e della Societ&agrave; geografica italiana di Roma, Calogero Muscar&agrave; &egrave; stato protagonista del rinnovamento della geografia italiana nel periodo del ‘miracolo economico', affrontando nei decenni successivi l'analisi dei profondi cambiamenti avvenuti nell'organizzazione del territorio italiano dalla fine della seconda guerra mondiale e le conseguenti problematiche ambientali, economiche, regionali, urbane e culturali, e contribuendo alla diffusione della geografia francese in Italia e alla conoscenza della geografia italiananel mondo francofono.
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Cavallo, Sandra. "Donatella Bartolini, Medici e comunità: esempi dalla terraferma veneta dei secoli XVI e XVII, Miscellanea di Studi e Memorie, XXXVII, Venezia, Deputazione di Storia Patria per le Venezie, 2006, pp. xii, 279, €25.00 (paperback)." Medical History 52, n.º 1 (1 de enero de 2008): 147–48. http://dx.doi.org/10.1017/s0025727300002234.

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Hocquet, Jean-Claude. "Silvano Borsari, Venezia e Bisanzio nel XII secolo. I rapporti economici, Venise, Deputazione di storia patria editrice, « Miscellanea di studi e memorie », vol. XXVI, 1988, 179 p." Annales. Histoire, Sciences Sociales 45, n.º 2 (abril de 1990): 363–64. http://dx.doi.org/10.1017/s0395264900063848.

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MINIATI, MARA. "NELLI-ELENA VANZAN MARCHINI, Le leggi di sanità della Repubblica di Venezia,volume primo, Vicenza, Neri Pozza Editore, 1995, 503 pp. («Fonti per la storia della sanità», 2/1)." Nuncius 10, n.º 2 (1995): 887–88. http://dx.doi.org/10.1163/182539185x01430.

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MINIATI, MARA. "NELLI-ELENA VANZAN MARCHINI, Le leggi di sanità della Repubblica di Venezia,volume primo, Vicenza, Neri Pozza Editore, 1995, 503 pp. («Fonti per la storia della sanità», 2/1)." Nuncius 10, n.º 2 (1 de enero de 1995): 887–88. http://dx.doi.org/10.1163/221058785x01434.

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Stok, Fabio. "Premuda, Loris: Medicina tra realtà e storia. Memorie in libertà di un medico mitteleuropeo. Venezia, Marsilio, 2003. 204 p. (Gli specchi Marsilio). I 14.–. ISBN 88-317-8396-3." Gesnerus 62, n.º 1-2 (3 de noviembre de 2005): 147. http://dx.doi.org/10.1163/22977953-0620102036.

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Feng, Aileen A. "“Non si odono altri canti”: Leonardo Giustinian nella Venezia del Quattrocento. Con l’edizione delle canzonette secondo il ms. Marciano It. IX 486. Anna Carocci. Deputazione di Storia Patria per le Venezie 7. Rome: Viella, 2014. 276 pp. €32." Renaissance Quarterly 69, n.º 2 (2016): 777–78. http://dx.doi.org/10.1086/687709.

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Staudacher, Peter. "Adolfo Bernardello. La prima ferrovia fra Venezia e Milano. Storia della itnperialregia privilegiata strada ferrata Ferdinandea Lombardo-Veneta (1835-1852). Venice:Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, 1996. Pp. 553, illus." Austrian History Yearbook 29, n.º 1 (enero de 1998): 298–99. http://dx.doi.org/10.1017/s006723780001496x.

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Schweickard, Wolfgang. "Vincenzo Formentin, Prime manifestazioni del volgare a Venezia. Dieci avventure d’archivio (Quaderni delle «Chartae Vulgares Antiquiores», 3), Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2018, xxii + 446 p. (con 39 tavv. a colori e note paleografiche di A. Ciaralli)". Zeitschrift für romanische Philologie 135, n.º 4 (12 de noviembre de 2019): 1243–44. http://dx.doi.org/10.1515/zrp-2019-0085.

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Howard, Deborah. ""Ingegnosi artificij." Serenissima Repubblica di Venezia: Trecento anni di storia della scienza, della tecnica e dell'innovazione (1474–1788). ["Ingenious artifices." The most serene Republic of Venice: Three hundred years of history of science, technology and innovation (1474–1788)] by Roberto Berveglieri". Technology and Culture 63, n.º 1 (2022): 250–51. http://dx.doi.org/10.1353/tech.2022.0017.

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Ravid, Benjamin. "Interstizi: Culture ebraico-cristiane a Venezia e nei suoi domini dal medioevo all'età moderna. Edited by Uwe Israel, Robert Jütte, and Reinhold C. Mueller (Rome, Edizioni di Storia e litteratura, 2010), 600 pp. N.P." Journal of Interdisciplinary History 43, n.º 4 (abril de 2013): 626–27. http://dx.doi.org/10.1162/jinh_r_00475.

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Acciarino, Damiano y Anna Rinaldin. "Lezioni sull’etimologia di Paolo Zolli (1972)". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 54, n.º 3 (24 de febrero de 2020): 747–84. http://dx.doi.org/10.1177/0014585819890557.

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Resumen
L'articolo presenta introduzione ed edizione di un inedito, databile al 1972, del linguista veneziano Paolo Zolli. Attraverso una disamina di storia degli studi, Zolli delinea il contesto metodologico e scientifico che prelude alla pubblicazione dei grandi dizionari etimologici italiani nell’ultimo quarto del Ventesimo secolo – su tutti il DELI, di cui Zolli fu autore assieme a Manlio Cortelazzo, e il LEI. Probabilmente volto a scopi didattici, l’inedito zolliano si configura come prezioso documento che aggiunge aspetti nuovi e dettagli significativi alla storia delle discipline etimologiche e storico linguistiche.
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BEDINI, SILVIO A. "A MARINE QUADRANT BY BERNARDO FACINI". Nuncius 8, n.º 2 (1993): 597–99. http://dx.doi.org/10.1163/182539183x00712.

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Schweickard, Wolfgang. "Note sulla storia lessicale di caviaro / caviale". Zeitschrift für romanische Philologie 134, n.º 1 (7 de marzo de 2018): 249–63. http://dx.doi.org/10.1515/zrp-2018-0010.

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Resumen
AbstractItalian caviaro / caviale ʻsturgeon roeʼ is a borrowing from Greek χαβιάρι. The Greek term, which dates back to the 9th century, does not derive from Turkish, as has often been assumed so far. The chronology of the historical records clearly shows that, on the contrary, Turkish havyar, which does not appear before the 14th century, is a borrowing from Greek. The merchandise and the term became known in Italy in the 13th/14th centuries in the wake of Black Sea trade. The type caviale appears mainly in Genoese documents, whereas caviaro is tipical for Venetian sources. As far as Tuscan caviale is concerned, it cannot be decided with certainty if it was modelled on Genoese caviale or if it is the result of an independent development. Whatever the case, in the course of the 16th/17th centuries Tuscan caviale made its way as the Italian standard variant. On the basis of the Venetian type caviaro, from the 15th century onwards, the term has spread all over Europe (Sp. caviar, Fr. caviar, Germ. Kaviar, etc.).
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Guardiani, Francesco. "Francesco Mastriani: Due Capitoli di Storia e di Letteratura di Napoli e d’Italia". Revista de Italianística, n.º 25 (7 de junio de 2013): 75. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i25p75-97.

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Resumen
Apresentam-se aqui dois romances históricos de Francesco Mastriani (1819-1891), que mostram claramente o ponto de vista de muitos intelectuais após a unificação da Itália. Em particular: o primeiro romance, La figlia del croato (1867), descreve a resposta entusiástica pela anexação do Vêneto e de Veneza ao Novo Reino de Itália em consequência da terceira guerra de indipendência (1866); o segundo, Luigia Sanfelice / Due feste al mercato (1870 e 1876), esclarece, principalmente, a sensação de decepção e de desagrado provocado pelo ‘romance napolitano’ de Alexandre Dumas pai e corrige a perspectiva histórica de Dumas sobre os acontecimentos da Revolução Napolitana de 1799
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Bamji, Alexandra. "James S. Grubb, ed. Family Memoirs from Venice (15th–17th Centuries). Fonti per la storia di Venezia. Sezione V–Fondi Vari. Rome: Viella S.r.l., 2009. li + 400 pp. + 16 color pls. index. illus. €40. ISBN: 978–88–8334–409–1." Renaissance Quarterly 63, n.º 4 (2010): 1303–4. http://dx.doi.org/10.1086/658546.

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Khvalkov, Evgeny A. "Europeans in the Black Sea Area during the Late Middle Ages: The Genoese Colony of Caffa". Mediaevistik 31, n.º 1 (1 de enero de 2018): 213–34. http://dx.doi.org/10.3726/med.2018.1.11.

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Resumen
The four brief papers following below continue the line of reports on the archival finds of the Western migrants to the Genoese overseas colony of Caffa from outside Liguria in the fourteenth and fifteenth centuries, previously published in Archivio Storico Messinese,1 Rassegna Storica Salernitana,2 Studi Piemontesi,3 Studi veneziani,4 and Atti della Società Ligure di Storia Patria.5 The main sources researched for these studies are Caffae Massariae – the public books of accounts of the treasury of the Commune of Caffa drawn by the officers called massarii. These officers were annually rotated and sent from metropolis (Genoa) to its colony (Caffa). Caffae Massariae reflect money transactions and operations of the treasury in the double-entry bookkeeping system. The sources are stored in the archival section of the Bank of Saint George.6 Since Caffae Massariae quote (directly or indirectly) all those city inhabitants, who did with the administration any kind of financial transaction, they reflect the main flows of Latin migration from the West to the overseas Eastern colonies.
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Furstenberg-Levi, Shulamit. "Uwe Israel, Robert Jütte, and Reinhold C. Mueller, eds. “Interstizi”: Culture ebraico-cristiane a Venezia e nei suoi domini dal medioevo all’età moderna. Centro Tedesco di Studi Veneziani 5. Rome: Edizioni di Storia e Letteratura, 2010. 600 pp. + 1 color pl. index. append. illus. tbls. map. €74. ISBN: 978–88–6372–154–6." Renaissance Quarterly 64, n.º 3 (2011): 974–76. http://dx.doi.org/10.1086/662914.

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Phillip Bell, Dean. "Aron Di Leone Leoni. La Nazione Ebraica Spagnola e Portoghese di Ferrara (1492–1559): I suoi rapporti col governo ducale e la popolazione locale e i suoi legami con le Nazioni Portoghesi di Ancona, Pesaro e Venezia. Ed. Laura Graziani Secchieri. 2 vols. Storia dell’ebraismo in Italia; Studi e testi 26. Florence: Leo S. Olschki, 2011. xxxviii + 1,308 pp. €120. ISBN: 978–88–222–6005–5." Renaissance Quarterly 65, n.º 4 (2012): 1269–71. http://dx.doi.org/10.1086/669412.

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Мингазов, Шамиль Рафхатович. "БУЛГАРСКИЕ РЫЦАРИ ЛАНГОБАРДСКОГО КОРОЛЕВСТВА". Археология Евразийских степей, n.º 6 (20 de diciembre de 2020): 132–56. http://dx.doi.org/10.24852/2587-6112.2020.6.132.156.

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Resumen
Настоящая работа является первым общим описанием на русском языке двух некрополей Кампокиаро (Кампобассо, Италия) – Виченне и Морионе, датируемых последней третью VII в. – началом VIII в. Культурное содержание некрополей показывает прочные связи с населением центральноазиатского происхождения. Важнейшим признаком некрополей являются захоронения с конем, соответствующие евразийскому кочевому погребальному обряду. Автор поддержал выводы европейских исследователей о том, что с большой долей вероятности некрополи оставлены булгарами дукса–гаштальда Алзеко, зафиксированными Павлом Диаконом в VIII в. на территориях Бояно, Сепино и Изернии. Аналогии некрополей Кампокиаро с погребениями Аварского каганата показывают присутствие в аварском обществе булгар со схожим погребальным обрядом. Из тысяч погребений с конем, оставленных аварским населением, булгарам могла принадлежать большая часть. Авары и булгары составляли основу и правящую верхушку каганата. Народ Алзеко являлся той частью булгар, которая в 631 г. боролась за каганский престол, что указывает на высокое положение булгар и их большое количество. После поражения эта группа булгар мигрировала последовательно в Баварию, Карантанию и Италию. Несколько десятков лет проживания в венедской, а затем в лангобардской и романской среде привели к гетерогенности погребального инвентаря, но не изменили сам обряд. Булгары лангобардского королевства составляли новый военный слой, который представлял из себя профессиональную кавалерию, получивший землю. Эта конная дружина является ранним примером европейского феодального воинского и социального сословия, которое станет называться рыцарством. Библиографические ссылки Акимова М.С. Материалы к антропологии ранних болгар // Генинг В.Ф., Халиков А.Х. Ранние болгары на Волге (Больше–Тарханский могильник). М.: Наука, 1964. С. 177–191. Амброз А.К. Кинжалы VI – VIII вв, с двумя выступами на ножнах // СА. 1986. № 4. С. 53–73. 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Resumen
Triest. mod. mocadòr "fazzoletto" e triest. ant. mocadòr "spegnitoio" Credo meriti soffermarsi per un po' su una vecchia coppia di omonimi del dialetto triestino, mocadòr "fazzoletto" e mocador "spegnitoio". II termine mocadòr "fazzoletto", che può considerarsi caratterizzante del dialetto triestino moderno è stato trattato, nel GDDT, abbastanza esaurientemente, in quanto che risultano correttamente messe in rilievo le concordanze lessicali più significative, necessarie per arrivar a tracciare la sua storia e fissarne l'etimo. Ma mentre questo risulta praticamente assicurato (lat. volg. *MUCCARE "soffiarsi il naso"), le vicende per cui si è arrivati a triest. mocadòr "fazzoletto" restano incerte: direttamente dalla base MUCCĀRE, attraverso una trafila fonetica locale, di stampo italo-settentrionale? una rielaborazione, pure locale, della voce veneziana mocaòr (significante anch'esso "fazzoletto" v. Boerio, e non solo "spegnitoio", come pare affermare il Doria)? Oppure prestito dallo spagnolo mocador "id.", non si sa attraverso quali canali? A queste tre alternative è possibile, ora, aggiungere una quarta, in quanto che si intravede, causa esigenze cronologiche, la possibilità, come sostenuto dal DEDI, di un prestito dal catalano, possibile poiché il ti po mocadòr, moccatore risulta attestato anche in sardo ( cfr. Wagner DES s.v.) e nel napoletano e altri dialetti meridionali. II tipo mucaturi è infatti forma certamente rifatta su un più antico mucaduri, con sostituzione del suffisso contenente -d- intervocalica con altro contenente un -t- secondario, ossia -d- "meridionalizzato meridionalizzato". (A questo proposito si avverte però che a Napoli, centro di diffusione del lessema, una forma con -d- intervocalico conservato non è mai esistita).
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