Literatura académica sobre el tema "Storia di Venezia"

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Artículos de revistas sobre el tema "Storia di Venezia"

1

Braović Plavša, Mira y Nina Sirković. "I tratti storici e culturali del mediterraneo nel fumetto Favola di Venezia di Hugo Pratt". Hum, n.º 25 (4 de febrero de 2022): 67–86. http://dx.doi.org/10.47960/2303-7431.25.2021.67.

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Il fumetto Favola di Venezia è una storia apparentemente semplice sull' avventura di Corto Maltese alla ricerca di uno smeraldo perduto da qualche parte in questa bellissima città. Tuttavia, da un' analisi dei simboli e delle personalità sia nei disegni che nella parte testuale del fumetto si può dedurre che si tratta, di fatto, della storia del Mediterraneo come uno spazio in cui diverse culture, non solo geograficamente ma anche culturalmente, sono state legate da secoli. Essendo sempre in contatto, si mescolano e cambiano, si influenzano a vicenda, ma riescono comunque a mantenere la loro autenticità. Sebbene facciano parte del patrimonio culturale dell' intero Mediterraneo, i simboli, le leggende e le persone citati in questo fumetto sono associati principalmente a Venezia, in modo che, con una sola passeggiata per la città, il lettore possa facilmente immaginare la storia dell' intero territorio del Mediterraneo. Nell`articolo si cerca di provare che la lettura di questa opera non può essere passiva perché Pratt chiede dal lettore di esplorare attivamente simboli, personaggi ed eventi menzionati in Favola. Parole chiave: civiltà; Favola di Venezia; Hugo Pratt; leggende; Mediterraneo; simboli
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Tonizzi, Fabio. "RICONFINAZIONE DELLA DIOCESI DI VENEZIA (1919-1927)". PARALELLUS Revista de Estudos de Religião - UNICAP 13, n.º 33 (30 de diciembre de 2022): 283–300. http://dx.doi.org/10.25247/paralellus.2022.v13n33.p283-300.

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3

Judde de Larivière, Claire. "L'Arsenale di Venezia. Storia di una grande struttura urbana". Journal of Modern Italian Studies 16, n.º 3 (junio de 2011): 408–9. http://dx.doi.org/10.1080/1354571x.2011.565643.

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Dal Cin, Valentina. "Fare ricerca sulla storia di Venezia oggi: il seminario Venice in Question". Diciottesimo Secolo 7 (18 de noviembre de 2022): 163–67. http://dx.doi.org/10.36253/ds-13073.

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This review describes the topics covered during eleven meetings held from February 4 to June 17, 2021 within the “Venice in Question” seminar, coordinated by Daniele Dibello (Universiteit Gent) and organized by the Deputazione di Storia Patria per le Venezie, alongside other Venetian institutions. Presenting recent studies on Venetian history, the seminar involved Italian and international scholars, animating a dialogue between different historiographical approaches and traditions. While embracing a broad chronological span, from the Middle Ages to the early 19th century, the seminar pointed out aspects relevant to scholars of the 18th century.
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D'Amico, Tiziana. "La Bibbia ceca del 1506. Sonda nella cultura del libro in Boemia a cavallo tra XV e XVI secolo". Fabrica Litterarum Polono-Italica, n.º 4 (16 de mayo de 2022): 1–17. http://dx.doi.org/10.31261/flpi.2022.04.07.

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Nel 1506 esce a Venezia, presso lo stampatore Liechtenstein, la Biblij Cžeská w Benátkach tisšten (Bibbia ceca stampata a Venezia). La Bibbia di Venezia (come è comunemente indicata) è in ceco ed è commissionata da tre cittadini praghesi. Il lavoro intende indagare la Bibbia ceca del 1506 come un “oggetto” curioso che, in qualche modo, unisce a inizio del XVI secolo due realtà culturali molto distanti tra loro: quella di Venezia, centro nevralgico della stampa europea e in particolare di quella umanista, e quella di Praga, centro dell’utraquismo. Tale indagine si soffermerà su tre aspetti: la situazione della stampa ceca a inizio Cinquecento, cui verrà dedicato maggiore spazio; i motivi alla base della Bibbia come testo da stampare; infine, le criticità della scelta di Venezia. Conclude il lavoro una breve riflessione sul lascito della Bibbia di Venezia, un ibrido di due culture del libro, nella storia della stampa ceca.
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Albergoni, Gianluca y Gian Luca Fruci. "Rivoluzioni del 1848 a Venezia". SOCIETÀ E STORIA, n.º 174 (enero de 2022): 747. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-174004.

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La discussione, promossa dalla Rivista, si compone di tre letture parallele, ciascuna autonoma rispetto alle altre, su un volume di grande rilevanza storiografica qual è quello di Piero Brunello. Il contributo di Maurizio Bertolotti mette in evidenza il carattere «problematico e aperto di una narrazione» che pone in maniera originale alcuni aspetti della storia del Quarantotto veneziano, dal ruolo delle classi popolari (con la posta in gioco della memoria) all'ambiguità della parola "repubblica" e del sentimento nazionale (tra identità veneziana e identità italiana). Giovanni Levi sottolinea il tentativo di Brunello di indagare storicamente come delle persone individualmente «coinvolte in avvenimenti collettivi» abbiano agito in un contesto come quello rivoluzionario, valutando il farsi della rivoluzione ma anche il dopo, tenendo conto della profondità e della complessità del fatto storico. Gian Luca Fruci si sofferma sulla mirabile composizione polifonica della sceneggiatura di Colpi di scena, una «ricostruzione multifocale» che si avvale di un abbondante insieme di fonti iconografiche, ma anche sonore e materiali, sapientemente analizzato dall'autore e capace di far emergere aspetti inediti di una rivoluzione declinata al plurale.
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Girardi, Giacomo. "Il mito della neutralitŕ violata. Lotta politica e rivolta in armi nelle Pasque veronesi". IL RISORGIMENTO, n.º 1 (junio de 2016): 55–80. http://dx.doi.org/10.3280/riso2016-001003.

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L'articolo torna sulle Pasque veronesi, la rivolta cittadina di Verona contro i francesi del 1797, episodio a lungo rimasto confinato nell'ambito della storia municipale e da qualche tempo riscoperto, ma in una chiave identitaria dallo scarso rilievo storiografico. Avvalendosi di documenti d'archivio e di fonti a stampa coeve, si propone di accostare la controrivoluzione veronese alla caduta di Venezia. La spontaneita della rivolta di plebe viene cosi limitata e si insiste sull'esistenza di un progetto politico, orientato dal ceto dirigente della Serenissima, per tagliare i rifornimenti all'esercito francese e costringerlo a ripiegare. Le Pasque veronesi sarebbero cosi una manovra concertata a Venezia da un gruppo interno al Senato, che considerava inutile insistere sulla neutralita e chiamava alle armi per allontanare la minaccia francese. Il mito di una Venezia pacifica e ingiustamente tradita da Bonaparte viene cosi largamente ridimensionato a vantaggio di una lettura nella quale gruppi politici della Serenissima giocarono la carta della resistenza in armi all'arrivo dei francesi.
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Segatori, Stefania. "Rassegna di studi su Ippolito Nievo". Quaderni d'italianistica 32, n.º 2 (9 de abril de 2012): 145–57. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v32i2.16312.

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Il saggio presenta un panorama delle edizioni dei testi di Ippolito Nievo e ripercorre la storia della critica nieviana dalle origini all’epoca presente. Al fine di fornire un quadro aggiornato sugli studi nieviani, la rassegna illustra con particolare attenzione l’Edizione nazionale delle opere di Ippolito Nievo, avviata dalla casa editrice Marsilio di Venezia nel 2004. In conclusione, viene considerato il problema della diffusione degli scritti di Nievo con un appunto finale sulle recenti traduzioni delle Confessioni.
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9

Doria, Mario. "Sulla storia del toponimo Istriano Rabac". Linguistica 28, n.º 1 (1 de diciembre de 1988): 49–51. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.28.1.49-51.

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Il nome della nota località balneare istriana Rabac (in grafia italianeggiante Rabaz) è attestato già nel 1341 sotto la forma Rabaç, precisamente negli Statuti di Albona [Labin] (cfr. P. Kandler "L'Istria" III, 1848, pp. 14 s.). A questo Rabaç fa riscontro, nel '500, Rabaz, che incontriamo nell'Itinerario Bragadin-Lando-Morosini dell'a. 1554 (ed. M. Bertoša VHARP 17, 1972, p. 41) e nel Catastico di Fabio da Canal dell'a. 1566 (ed. D. Klein, ib. 11-12, 1966-67, pp. 16- bis, 62). Rabaz ricompare in Carlo Donadoni, a. 1719 (P. Kandler Emporio p. 96, in "Miscellanea Conti" 1861-62), in un documento dell'a. 1749 (P. Kandler cit. p. 282), nonché nel Catasto di V. Morosini IV, a. 1775-76 (ed. M. Bratulić, Trieste-Fiume 1980, pp. 349-352). Anche la cartografia veneta di fine '700 attesta la forma Rabaz, così la nota carta dell'Istria Meridionale di Giov. Valle (Venezia 1784). Rabaz ricompare nel Reperto-Bargnani dell'a. 1806' (ed. E. Apih, ACRSR 12, 1981-82, p. 219), nell "' A vviso della Commissione per la vendita dei beni dello Sta to del Litorale", Trieste 15-1-1825 (Archivio di Stato, per gentile informazione del dott. Pierpaolo Dorsi), in Carlo Combi a. 1858-59 (cfr. E. Apih cit. p. 321) ecc. Rammenteremo anche la forma Rabatz (alternante con Rabaz) in R. P. Burton Note sopra i Castellieri (Capodistria 1877) p. 35 e Rabas (nella locuzione Porto Rabas in alcune carte geografiche del 1753 e 1780, Lago-Rossit OH indici), nonché in P. Tedeschi Viaggio fantastico in Oga Magoga, 1863, su cui v. P. Blasi "Voce Giul." 1-6-1984 p. 4). Abbastanza comune anche la locuzione Porto Rabaz, soprattutto nella cartografia istriana a partire dall'a. 1620 fino al 1797 (vedi gli indici in Lago-Rossit cit.): ricorderemo fra queste la Carta Geografka del Coronelli (Venezia 1696) nonché la Carta Santini ("à Venise" ante 1780, cfr. fot. in E. Schwarzenberg Plstr. 44 s. V, f. 8-9, 1980, p. 12); fra i moderni citeremo M. Gerbini Quaderni di Fianona (Trieste 1976) p. 41 e M. Catano, "In Strada Granda" N. 27 (aprile 1986) p. 26 e qualche altro.
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Pastore, Christopher y Roberto Venturelli. "Venezia Cinquecento: Studi di Storia dell'arte e della cultura anno XII". Sixteenth Century Journal 35, n.º 1 (1 de abril de 2004): 204. http://dx.doi.org/10.2307/20476858.

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Tesis sobre el tema "Storia di Venezia"

1

Fregona, Simone <1992&gt. "Affreschi di Santo Stefano di Venezia. Storia di una attribuzione". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18545.

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L'elaborato esamina la storia degli affreschi del convento di santo Stefano di Venezia, ora conservati presso la galleria giorgio franchetti alla ca' d'oro. L'elaborato si concentrerà sull'attribuzione di quella parte di ciclo, attualmente attribuita a Domenico Campagnola
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Carraro, Andrea <1993&gt. "L'Arsenale di Venezia: il primo caso di lean thinking della storia". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19559.

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Il seguente elaborato si propone il fine di analizzare l'organizzazione interna dell'Arsenale di Venezia e la sua produzione, con particolare riferimento alla galera sottile, comparandola alla lean production e più in generale alle qualità che permettono ad un’impresa di essere definita snella. Il capitolo introduttivo espone l'evoluzione del cantiere veneziano dalle origini, fino al tardo Cinquecento, apice della produzione veneziana, ma anche punto d’inizio del declino. Nel secondo capitolo si andrà ad osservare il costrutto sociale che si era creato tra le mura merlate, rappresentato dagli arsenalotti, che simboleggiano il motore produttivo e la forza della Dominante, nonché il rigore impartito alla società nel suo complesso. Proseguendo, si porrà l'accento sui quadri direttivi, che avevano il duplice compito di amministrare il capitale umano e le materie prime necessarie alla costruzione delle imbarcazioni. Si concluderà poi questa parte analizzando due proposte di "corretta gestione" del cantiere da parte di due personalità di spicco come Drachio e Tadini. Nel capitolo conclusivo, dopo una breve introduzione sul Toyota Production System, si andranno a ricercare le similitudini e le differenze con la produzione snella, capace di rivoluzionare i processi produttivi quasi cinquecento anni dopo. È possibile affermare quindi che l’Arsenale era in anticipo sui tempi.
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3

Peressutti, Silvia <1989&gt. "Il Museo Storico Navale di Venezia: storia delle collezioni". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7469.

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Colmando un vuoto nella letteratura sull’argomento, il progetto di tesi ricostruisce la storia del museo e delle collezioni del Museo Storico Navale di Venezia. Attraverso l’analisi di guide, cataloghi e inventari redatti tra il XVIII e il XX secolo relativi al museo e all’Arsenale di Venezia, si delineano le quattro fasi della storia dell’istituzione e le quattro principali fasi di acquisizione delle collezioni, approfondendo la provenienza degli oggetti attinenti alla città e all’Arsenale di Venezia. L’attenzione si focalizza sui cimeli sopravvissuti alla caduta della Serenissima e quindi sul nucleo originario delle collezioni museali.
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Bellone, Nunzia Maria <1963&gt. "L'arsenale di Venezia: officina delle meraviglie". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10849.

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Resumen
L'Arsenale di Venezia a Castello esiste dal 1104, il complesso copriva un’area di 25 ettari per un’estensione di circa 4 chilometri. L’ubicazione fu collocata strategicamente a San Pietro di Castello per la disponibilità di un grande spazio acquatico in prossimità di San Marco, perché nei pressi si trovava il punto di arrivo del legname del Cadore e in diretto collegamento con il mare. L’attività dell’Arsenale era rivolta quasi esclusivamente alla fabbricazione e al raddobbo delle navi che componevano la flotta militare, compresa la preparazione di dei materiali necessari all’allestimento; esistevano diverse officine per ogni parte da costruire; risponde in pieno al concetto di fabbrica in senso moderno. È stata definita il più grande complesso produttivo preindustriale dell'età moderna ed il primo grande concentrato di industrie statali, dove lo stato svolgeva il ruolo imprenditoriale di armatore, unico proprietario delle strutture produttive che investiva capitale e governava il ciclo industriale. E’ composta di tre distinte industrie: la costruzione delle navi, la fabbricazione delle corde, la fabbricazione delle armi. L'Arsenale di Venezia è stato definito il luogo dell'immenso lavoro, per la concentrazione di manodopera e per la complessa articolazione della filiera manifatturiera. Dal punto di vista economico, l’arsenale si presentava come un grande concentramento d’industrie statali, esercitanti ciascuna un’attività distinta ma complementare, paragonabile al distretto industriale.
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Costantini, Massimiliano <1988&gt. "Il duello nella Repubblica di Venezia". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15200.

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La tesi discute il fenomeno del duello nella società europea di antico regime, intersecando nozioni ricavate dalla letteratura storiografica internazionale dedicata, con l’analisi di fonti archivistiche veneziane allo scopo di mettere in luce l’effettivo impatto sociale che ebbe tale istituto giuridico-militare nella società veneta, il quale trova da subito diretta testimonianza in ben tre leggi espressamente dedicate. La discussione di questo fenomeno, pone inoltre in luce l’aspetto culturale e letterario dell’istituto, che viene ben espresso dalla separazione che intercorre fra giureconsulti del Quattrocento e ‘dottori d’onore’ per i secoli successivi, in ciò dimostrano quell’universalità concettuale che evidenziò Francçois Billacois nella sua opera sul duello di prima età moderna, ma che era già presente nella coscienza dei trattatisti. Verranno quindi discusse le principali opere e autori della trattatistica dedicata al duello, cercando di connettere i diversi aspetti concettuali emergenti con la situazione culturale e politica della società veneta di antico regime. La tesi si propone di contestualizzare il fenomeno del duello nel campo del ‘sistema del codice d’onore cavalleresco’, cercando di palesarne l’interesse da parte della classe dirigente veneziana e dei nobili di Terraferma, cosa che inevitabilmente condurrà all’interpretazione dell’idea di nobiltà e della concezione di onore a cui questa si legava, nonché l’interazione con la prassi giudiziaria.
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6

Bon, Sofia <1996&gt. "I cittadini di Venezia nel Cinquecento". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20995.

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Si va ad analizzare la struttura sociale veneziana del Cinquecento, presentando le classi sociali che caratterizzarono Venezia nel XVI secolo, ponendo particolare attenzione ai cittadini, conosciuti e citati dalle fonti dell'epoca come cittadini originarii.
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7

Ceccon, Enrica Annamaria <1985&gt. "I concorsi di architettura all'Accademia di Belle Arti di Venezia". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1549.

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La tesi tratta dei concorsi di architettura banditi all’Accademia di Belle Arti di Venezia nella seconda metà del Settecento. Nella prima parte si introduce l’istituzione dell’Accademia con una panoramica generale sulla sua struttura, attività e iniziale ubicazione. Nella seconda parte verranno esaminati i concorsi. Inizialmente saranno presentati i concorsi della classe di disegno del nudo per cominciare a comprendere le loro modalità di organizzazione; successivamente verranno analizzati i concorsi di architettura, soffermandosi sui regolamenti, i concorrenti, le votazioni e i premi. L’elaborato sarà completato dalle schede dei disegni e da un’appendice documentaria.
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8

Cappellazzo, Gianluca <1992&gt. "Antonio Diedo e l'Accademia di Belle Arti di Venezia". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12336.

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9

Del, Bianco Alessia <1987&gt. "Emanuele Brugnoli (Bologna 1859 - Venezia 1944) e la Scuola di Incisione veneziana". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5109.

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La tesi si propone di delineare e analizzare il processo di riaffermazione dell’acquaforte come linguaggio autonomo e originale a Venezia tra la fine dell’Ottocento e il primo Novecento. Lo studio è qui affrontato prendendo in esame diverse esperienze: la presenza in laguna dal 1879 e l’opera grafica di James McNeill Whistler e degli incisori americani e inglesi come tramite dell’Etching Revival europeo e di un genere di acquaforte che ha per oggetto Venezia; la ricostruzione storica dell’insegnamento delle tecniche calcografiche negli Istituti di Belle Arti nell’Italia post-unitaria, con riferimento all’istituzione veneziana dalla soppressione della Scuola di Incisione nel 1875 alla sua riapertura come Scuola Libera nel 1912 con Emanuele Brugnoli (Bologna 1859 – Venezia 1944), docente e incisore, cui si propone una biografia, un primo catalogo e l’analisi della sua opera grafica.
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10

Enzo, Elia <1994&gt. "L'occhio di Venezia sulla Lungua Guerra Turca: la battaglia di Keresztes e l'assedio di Canisa visti dalle fonti veneziane". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15226.

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"La tesi si compone di 3 capitoli. Nel primo viene analizzata la situazione storico-politica della penisola balcanica dal 1290 ca. al 1606, con un particolare focus sugli eventi che caratterizzano la Lunga Guerra Turca (1593-1606). Il secondo capitolo accenna in maniera panoramica la situazione di Venezia nel 1500; dopo ciò si analizza una relazione tecnica sulla guerra redatta nel 1596 da un ambasciatore veneto in Germania, chiedendosi se ciò che dice ha valore per tutti i 13 anni di conflitto o meno. Per rispondere a questa domanda, nel terzo capitolo si sono scelti due particolari episodi che vengono analizzati utilizzando fonti prevalentemente veneziane, con un particolare riguardo, quando possibile, all'aspetto umano della guerra.
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Libros sobre el tema "Storia di Venezia"

1

Scandaletti, Paolo. Storia di Venezia. Pordenone: Biblioteca dell'immagine, 2012.

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2

Alberto, Tenenti, Tucci Ugo y Istituto della Enciclopedia italiana, eds. Storia di Venezia. Roma: Istituto della Enciclopedia italiana, 1991.

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3

1937-, Benzoni Gino, Menniti Ippolito Antonio 1960-, Cracco Ruggini Lellia y Istituto della Enciclopedia italiana, eds. Storia di Venezia. Roma: Istituto della Enciclopedia italiana, 1992.

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4

1908-1989, Pallucchini Rodolfo y Istituto della Enciclopedia italiana, eds. Storia di Venezia. Roma: Instituto della Enciclopedia italiana, 1994.

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5

1908-, Pallucchini Rodolfo, ed. Storia di Venezia--temi. Roma: Instituto della Enciclopedia italiana, 1994.

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6

Storia linguistica di Venezia. Roma: Carocci, 2010.

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7

Distefano, Giovanni. Storia di Venezia: 1797-1997. Venezia: Supernova, 1996.

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8

Storia del ghetto di Venezia. Milano: Rusconi, 1985.

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9

Reato, Danilo. Storia del Carnevale di Venezia. Venezia: Filippi Editore, 1991.

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10

Reato, Danilo. Storia del Carnevale di Venezia. [Venezia]: Amministrazione della provincia di Venezia, Assessorato alla cultura, 1988.

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Capítulos de libros sobre el tema "Storia di Venezia"

1

Gelichi, Sauro. "La storia di una nuova città attraverso l’archeologia: Venezia nell’alto medioevo". En Three empires, three cities, 51–98. Turnhout: Brepols Publishers, 2015. http://dx.doi.org/10.1484/m.scisam-eb.5.109281.

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2

Sapienza, Valentina. "Leonardo Corona: dal «bozzetto» all'opera definitiva? Storia, funzione e statuto del monocromo con i santi Agostino, Monica, Nicola da Tolentino e Gugliemo di Malavalle della chiesa di Santo Stefano in Venezia". En Études Renaissantes, 203–15. Turnhout: Brepols Publishers, 2011. http://dx.doi.org/10.1484/m.er-eb.4.00155.

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3

Manenti, Lorenzo. "Storia di un paradosso. Il mito di Giorgio Luti in Età Moderna". En Le vestigia dei gesuati, 267–81. Florence: Firenze University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-228-7.19.

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The essay resumes, with new historical sources, the research concerning the biography of the Sienese Jesuat Giorgio Luti, the prophecy of 1491 attributed to him and the exegetical evolution of this text in the Modern Age, published in Giorgio Luti da Siena a Lucca. Il viaggio di un mito fra Umanesimo e Controriforma, Siena, Accademia degli Intronati (Monografie di storia e letteratura senese, XV) 2008. The essay is divided into two parts. The first is a study of historical sources on Giorgio Luti in the Venetian area. The second part is dedicated to the study of historians from Lucca who lived between the XVI and XVIII centuries: Gherardo Sergiusti, Giovanni Cividale, Giuseppe Bonafede and Giovanni Domenico Mansi. They paid attention to the content of the Sienese prophecy for the description about wars and devastation of the Towers of Lucca, the conversion of Islamic peoples to Christianity, thanks to a company of Lucca men and women, attributing a meaning of political pacification and religious palingenesis. Overall, however, the evolution of the myth about Giorgio Luti, paradoxically, reflects in particulary the identity crisis of the Jesuats between the XV and XVI centuries.
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4

Zabbia, Marino. "Carlo Cipolla, Amedeo Crivellucci e l’edizione della Historia Langobardorum di Paolo Diacono". En Reti Medievali E-Book, 317–31. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-423-6.19.

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During the congress on Paolo Diacono held in Cividale del Friuli in 1899 (eleven centuries after Paolo's death) a scientific committee decided to publish a new edition of Paolo’s opera omnia. A sort of scholar jealousy arised: the Istituto storico italiano thought that its own duty was to publish the Historia romana and the Historia Langobardorum, the main works written by Paolo. The eminent scholar Carlo Cipolla, on the contrary, believed that task was of the Deputazione veneta di storia patria. A compromise was signed: Amedeo Crivellucci (of the Istituto storico) invited Cipolla to collaborate on the edition of both Histories. The present essay recalls that collaboration (that unfortunately was interrupted in 1904) studying the correspondence between Cipolla, Crivellucci and other historians (Villari, Crivellucci) and reopening an unknown page of the history of Italian medievistic scholarship.
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5

Segre, Renata. "7 • Mestre e Venezia (sec. XV-XVI)". En Studi di storia. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2021. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-552-0/007.

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6

Segre, Renata. "1 • Ebrei tracciati a Venezia (sec. XIII-XIV)". En Studi di storia. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2021. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-552-0/001.

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7

Crespi, Giulia. "Breve storia di una liberazione". En Storie della Biennale di Venezia. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2019. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-366-3/021.

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The essay offers a specific recollection of the participation of Spain at the Venice Biennale since 1976 to 1999. The starting date has a particular relevance both for historical and artistic reasons. 1976 coincides in fact with a democratic beginning for the Country, which has just witnessed Franco’s death. This meant the end of a long period of isolation and the recovery from years of repression and dictatorship. Through that time, artistically, Spain was not left behind, thanks to the strength of many artists who kept contact with other countries, always up to date on what was new. However, they had been forced to choose between being artist of the regime or stay hidden in an interior exile. With the Biennale edition of 1976, the special project, promoted by the institution and two of the most renowned art critics at the time, Valeriano Bozal and Tomàs Llorens, called España, Vanguardia artistica y realidad social. 1936-1976, tried to draw a critical and historical view on the Spanish artistic languages consumed and silenced by censorship. Through the 80s and the 90s Spain has experienced a renewed awareness of its internationally artistic role and that has reflected on the choices made for Venice Biennale. Although seeing the evolution of Spanish art in the last decades through the Biennale is limited and incomplete, it has an undeniable interest and relevance worth being investigated.
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Niero, Marina. "Sulla storia dell’Ateneo Veneto". En Venezia 1868: l’anno di Ca’ Foscari. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-294-9/008.

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In the 19th century, the Ateneo Veneto was a place of violent political passions and innovative proposals for the city of Venice, and members were periodically invited to present reports on their activities to the assembly. During the first half of 19th century, under Austrian domination, even if among many difficulties and vicissitudes, the Ateneo had already distinguished itself for its function of discussion and dissemination of the most progressive ideas, both in scientific and humanistic field. Eminent professors and scholars gathered in it, not only from the Venetian disctrict, but also of national and international prestige. In the second half of the 19th century one of the themes that was mostly addressed in the city debate was related to education, so much so that in those years the Ateneo Veneto began to experiment with new educational formulas, by opening its rooms to ‘popular’ lessons. Other topics were modernisation, health, but also a special attention to the emancipation of women. In 1868 the Ateneo organised several initiatives in this direction.
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Franchini, Sandro. "Sulla storia dell’Istituto Veneto". En Venezia 1868: l’anno di Ca’ Foscari. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-294-9/009.

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The National Institute of Science, Letters and Arts founded by Napoleon in 1810, ‘regenerated’ in 1838 by the Emperor of Austria Ferdinand I, who renamed it Imperial Regio Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, was created to represent the top of a complex system of studies and knowledge management. Promoter of scientific and technological innovations, it boasts Italian and foreign corresponding members, guaranteeing a national and international dimension that was then sanctioned also by the new Italian Kingdom: the Reale Istituto Veneto, in fact, was placed, by rank and official recognition, among the national Academies of the pre-unitary States called to form the various higher councils of Public Education. The Institute also provides the State and local administrations with advice on specific cultural or technical issues, relating to higher education programmes or land management, on topics ranging from meteorology to public health, to hydrological, but also on linguistic issues, and organizes periodic exhibitions of artefacts and machinery to encourage innovation in agricultural and industrial production.
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Segre, Renata. "9 • Iberici, ebrei e marrani nel Levante, in Puglia e a Venezia". En Studi di storia. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2021. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-552-0/009.

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Actas de conferencias sobre el tema "Storia di Venezia"

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Salamone, Giancarlo. "Towards the contemporary city. Reading method of post-unification restructuring of Trastevere in Rome". En 24th ISUF 2017 - City and Territory in the Globalization Age. Valencia: Universitat Politècnica València, 2017. http://dx.doi.org/10.4995/isuf2017.2017.6046.

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Towards the contemporary city. Reading method of post-unification restructuring of Trastevere in Rome Giancarlo Salamone Dipartimento di Architettura e Progetto. Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Roma. via Flaminia, 359. 00196 Roma. Dottorato di Ricerca in Architettura e Costruzione. Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Roma. via Antonio Gramsci, 53. 00197 Roma. E-mail: giancarlo.salamone@uniroma1.it Keywords (3-5): Restructuring, Rome, Trastevere, process, reading method, tools, analysis in urban morphology Conference topics and scale: Tools of analysis in urban morphology Trastevere, the only area of the historic center of Rome (together with the Vatican / Borgo complex) located on the right side of the Tiber river, shows a morphological structure that depends on the pre-existing substrate, both road that typological, which was modified during the post-unity period by the establishment of the Tiber fronts and, above all, by the opening of Viale Trastevere. In the way of thinking about urban morphology as a scalar product of the factors that influence each other, in particular building typology, local structure, overall structure and territory, and that contribute together to generate an organism, it is therefore possible to read this part of the historical center as the last product, but not definitive, of a "process". The reading method on the consolidated structure, later renovated in a post-unification era, is based on the analysis of the most abundant building typology and on the permanence and derivations of local typological processes that led to the formulation of the “line house” in nineteenth-century line, the predominant building type of roman expansion in nineteenth-twentieth century. The reading of the restructuring, understood as synchronic action on the historical center, has been implemented instead by the analysis of synchronic variations at “line house” through the research of all projects registered for the edification of each block. Thus we can see how the blocks resulting from the transformation, in the logic of a restructuring "contromaglia" like the one for the opening of Viale Trastevere, will be the result of the disconnection of the existing blocks in which the building type adopted has had to adapt to a lower return situations: a reading of a synchronic action on a diachronic process that gives us the modern morphological apparatus. References Muratori, S., Bollati, R., Bollati, S. and Marinucci, G. (1963) Studi per una operante storia urbana di Roma (Consiglio Nazionale delle ricerche, Roma). Maffei, G. L. and Caniggia, G. (1979) Lettura dell’edilizia di base (Marsilio, Venezia). Maffei, G. L. and Caniggia, G. (1984) Progetto nell’edilizia di base (Marsilio, Venezia). Vaccaro, P. and Ameri, M. (1984) Progetto e realtà nell’edilizia romana dal XVI al XIX secolo (Edizioni Calosci, Cortona). Corsini, M. G. (2001) Il tessuto e l’edilizia progettati in Italia dal 1870 al 1930. Permanenza e derivazioni dei processi tipologici locali (Edizioni Kappa, Roma). Archivio Storico Capitolino, archival sources on restructuring area of Trastevere and permanence and derivations of local typological processes.
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Psenner, Angelika y Klaus Kodydek. "Researching the morphology of the city’s internal micro structure: UPM Urban Parterre Modelling". En 24th ISUF 2017 - City and Territory in the Globalization Age. Valencia: Universitat Politècnica València, 2017. http://dx.doi.org/10.4995/isuf2017.2017.5115.

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As conventional cadastral maps only show building perimeters, they contain no information about the city’s internal structure—about the complex interplay of architecture and its socio-economical use. Thus urban planning seems to spare little thought for what really takes place inside the buildings lining a street, although we perfectly know that the potentials of ground floor use and the structure of the correlating public street space are directly related. The Urban Parterre Modelling UPM-method refers to the city’s “parterre” as a holistic urban system: it covers both built-up and non-built-up areas. Thus street, ground floor and courtyard are treated as entity, so that their interrelations can come to light. Technically the method represents the merging of a common 3D-city-model and a Comprehensive Ground Plan Survey CGPS—a researching technique used in the 1960s until the 1990s (mostly in Italy and Switzerland). This new urban research method has been developed and tested in a pilot study by means of an in depth exploration of an exemplary historical street in Vienna. In September 2015 a new four years research program was financed by the Austrian Science Fund (Austria's central funding organization for basic research, FWF) and launched at the Department of Urban Design at Vienna University of Technology. Within this operational framework a variety of different street-level environments in Vienna are being examined. Given this perspective the paper is therefore addressing the following issues: How was the Viennese ground level originally used? Which urban functions were located there? What are the (historical) interrelations between public space and the life inside buildings? How does this micro system influence urban life and especially pedestrian behaviour?References: CANIGGIA, G. (1986): “Lettura di Firenze – Strukturanalyse der Stadt Florenz”. In Malfroy/ Caniggia: Die morphologische Betrachtungsweise von Stadt und Territorium. Zürich: ETH, Lehrstuhl f. Städtebaugesch. MALFROY, S. (1986): „Die morphologische Betrachtungsweise von Stadt und Territorium“. Zürich : ETH, Lehrstuhl f. Städtebaugeschichte MURATORI, S. (1960): Studi per un operante storia urbana di Venezia. Roma: Istituto Poligrafico dello Stato PETERS, M. (1990): „Stadtgrundriss als Arbeitsinstrument: dem Mittelalter auf der Spur“. In: Hochparterre 1990/4, 30-31 (http://dx.doi.org/10.5169/seals-119191) accessed 23.10.2017 PETERS, M. (1999b): „Elektronische Erfassung eines Industriequartiers: zusammenhängende Grundrissaufnahme in Zürich, ein Experiment“. In: Schweizer Ingenieur und Architekt, Vol.117, 779-784. RUEGG, A. (ed.) (1975): Materialien zur Studie Bern. 4. Jahreskurs 1974/75. Zurich: ETH/Schnebli/Hofer
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Camiz, Alessandro. "Diachronic transformations of urban routes for the theory of attractors". En 24th ISUF 2017 - City and Territory in the Globalization Age. Valencia: Universitat Politècnica València, 2017. http://dx.doi.org/10.4995/isuf2017.2017.5639.

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Alessandro Camiz ¹ ¹ Department of Architecture, Girne American University, Cyprus, Association for Historical Dialogue and Research, Home for Cooperation (H4C), 28 Marcou Dracou Street, Nicosia, Cyprus, 1102. E-mail: alessandrocamiz@gau.edu.tr Keywords (3-5): urban tissues, urban morphology, urban routes, theory, history Conference topics and scale: Tools of analysis in urban morphology Recent urban morphology studies consider urban tissues as living organisms changing in time (Strappa, Carlotti, Camiz, 2016), following this assumption the theory should examine more analytically what Muratori called ‘medievalisation’ (Muratori, 1959), a term describing some of the transformations of urban routes happened in the middle ages. The paper considers the diachronic deformation of routes, and other multi-scalar occurrences of the attraction phenomena (Charalambous, Geddes, 2015), introducing the notion of attractors and repellers. Archaeological studies already do consider attractors and repellers as a tool to interpret some territorial transformations, following the assumption that “the trajectory that a system follows through time is the result of a continuous dynamic interaction between that system and the multiple 'attractors' in its environment” (Renfrew, Bahn, 2013, p. 184). There are different elements that can act as attractors in an urban environment, such as bridges, city walls, city gates, water systems, markets, special buildings, and it is possible to consider each of these anthropic attractors as equivalent to a morphological attractor at the geographical scale. We can even interpret the ridge-top theory (Caniggia, 1976) as the result of attraction and repellence of geographic features on anthropic routes. The territorial scale analysis is the methodological base of the theory, but the attractors herein considered operate at the urban scale, deviating locally across time from a rectilinear trajectory and defining a specific urban fabric. The research interprets and reads the effects of attractors on urban routes and fabrics as a method for the reconstruction of Nicosia’s medieval city walls, in continuity between the Conzenian approach (Whitehand, 2012) and the Italian School of Urban Morphology (Marzot, 2002). References:, Muratori, S. (1959) Studi per un’operante storia urbana di Venezia (Istituto Poligrafico dello Stato, Roma). Caniggia, G. (1976) Strutture dello spazio antropico. Studi e note (Uniedit, Firenze). Marzot, N. (2002) ‘The study of urban form in Italy’, Urban Morphology 6.2, 59-73. Whitehand, J.W.R. (2012) ‘Issues in urban morphology’, Urban Morphology 16.1, 55-65. Renfrew, C., Bahn, P. (eds.) (2013) Archaeology: The Key Concepts, (London, Routledge). Charalambous, N., Geddes, I. (2015) ‘Making Spatial Sense of Historical Social Data’, Journal of Space Syntax 6.1, 81-101. Strappa, G., Carlotti, P., Camiz, A. (2016) Urban Morphology and Historical Fabrics. Contemporary design of small towns in Latium (Gangemi, Roma).
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Iovene, Maddalena, Graciela Fernandéz De Córdova, Ombretta Romice y Sergio Porta. "Towards Informal Planning: Mapping the Evolution of Spontaneous Settlements in Time." En 24th ISUF 2017 - City and Territory in the Globalization Age. Valencia: Universitat Politècnica València, 2017. http://dx.doi.org/10.4995/isuf2017.2017.5441.

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Maddalena Iovene¹, Graciela Fernandéz De Córdova2, Ombretta Romice¹, Sergio Porta¹ ¹Urban Design Studies Unit (UDSU). Department of Architecture. University of Strathclyde. 75 Montrose Street, Glasgow, G11XJ, UK. 2Centro de Investigación de la Arquitectura y la Ciudad (CIAC), Departamento de Arquitectura, PUCP. Av. Universitaria 1801, 32 San Miguel, Lima, Peru. E-mail: maddalena.iovene@strath.ac.uk, gdcfernandez@pucp.edu.pe, ombretta.r.romice@strath.ac.uk, sergioporta@strath.ac.uk Keywords (3-5): Informal Settlement, Peru, Lima, Model of Change, Urban Morphology Conference topics and scale: Reading and Regenerating the Informal City Cities are the largest complex adaptive system in human culture and have always been changing in time according to largely unplanned patterns of development. Though urban morphology has typically addressed studies of form in cities, with emphasis on historical cases, diachronic comparative studies are still relatively rare, especially those based on quantitative analysis. As a result, we are still far from laying the ground for a comprehensive understanding of the urban form’s model of change. However, developing such understanding is extremely relevant as the cross-scale interlink between the spatial and social-economic dynamics in cities are increasingly recognized to play a major role in the complex functioning of urban systems and quality of life. We study the urban form of San Pedro de Ate, an informal settlement in Lima, Peru, along its entire cycle of development over the last seventy years. Our study, conducted through a four-months on-site field research, is based on the idea that informal settlements would change according to patterns similar to those of pre-modern cities, though at a much faster pace of growth, yet giving the opportunity to observe the evolution of an urban organism in a limited time span. To do so we first digitalize aerial photographs of five different time periods (from 1944 to 2013), to then conduct a typo-morphological analysis at five scales: a) unit, b) building, c) plot, d) block, and e) settlement (comprehensive of public spaces and street network). We identify and classify patterns of change in the settlement’s urban structure using recognised literature on pre-modern cities, thus supporting our original hypothesis. We then suggest a unitary model of analysis that we name Temporal Settlement Matrix (TSM). Reference List Caniggia, G., &amp; Maffei, G. L. (2008). Lettura dell’edilizia di base (Vol. 215). Alinea Editrice. Conzen, M. R. G. (1958). The growth and character of Whitby. A Survey of Whitby and the Surrounding Area, 49–89. Hernández, F., Kellett, P. W., &amp; Allen, L. K. (2010). Rethinking the informal city: critical perspectives from Latin America (Vol. 11). Berghahn Books. Kropf, K. (2009). Aspects of urban form. Urban Morphology, 13(2), 105–120. Muratori, S. (1960). Studi per una operante storia urbana di Venezia. Palladio, 1959, 1–113. 22. Porta, S., Romice, O., Maxwell, J. A., Russell, P., &amp; Baird, D. (2014). Alterations in scale: patterns of change in main street networks across time and space. Urban Studies, 51(16), 3383–3400. Watson, V. (2009). “The planned city sweeps the poor away…”: Urban planning and 21st century urbanisation. Progress in Planning, 72(3), 151–193. Whitehand, J. W. R. (2001). Changing suburban landscapes at the microscale. Tijdschrift Voor Economische En Sociale Geografie, 92(2), 164–184.
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Gron, Silvia y Eleni Gkrimpa. "Le città nelle fortificazioni: le isole ioniche in Grecia. Conoscenza e valorizzazione di un patrimonio". En FORTMED2020 - Defensive Architecture of the Mediterranean. Valencia: Universitat Politàcnica de València, 2020. http://dx.doi.org/10.4995/fortmed2020.2020.11533.

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The cities in the fortifications: the Ionian islands in Greece. Knowledge and enhancement of a heritage Residing in the Mediterranean Sea, Ionian islands signify the passage from the west to the east. A constantly sought-after region due to the trade routes, was for a long time garrisoned and under the authority of the Venetian Republic (fourteenth-eighteenth centuries) that hindered with its fleet the Turkish invasions. The bigger islands that constitute the cluster of the Eptanisa: Corfu, Lefkada or Santa Maura, Ithaka, Kefalonia, Kythira, Zakinthos and more, that had strategic positions with respect to the usual routes, had since the middle ages fortifications like walls, towers and castles, that over the time were expanded and restructured by the Venetians in order to defend those islands from the enemy attacks. The rich iconographic historic material, considering the Ionian Islands, allows to document the characteristics of those wide spread defensive structures and to identify each strong part of this big and unique fortification cluster. It has to be noted that every one of those structures gives us clues about the urban history of the city it resides since they were part of the urban landscape revealing this way the urban layout. The compelling story of the architectural consistency of those fortresses, as it is described in the historic documents, cannot be always verified. Many of those structures are nowadays completely destroyed and only a few remains are left. There are many ways to organize a project for saving those structures and in particular one that will be related with the cultural tourism.
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