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Ciotti, Monica. "Italo Calvino e la lingua spagnola". Cuadernos de Filología Italiana 28 (15 de julio de 2021): 363–78. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.72020.

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In questo contributo si analizza la storia editoriale delle opere di Italo Calvino tradotte, e conseguentemente pubblicate, in lingua spagnola. In particolare, si indagano le ragioni del ritardo dell’incontro del pubblico spagnolo con l’opera calviniana, partendo dalla scoperta dell’esordio argentino. Si traccia, inoltre, un’analisi delle diversità linguistiche, culturali e editoriali e, laddove possibile, si studiano i paratesti in lingua spagnola per scoprire in che modo avviene il primo incontro tra l’opera di Calvino e il lettore al di fuori del panorama nazionale.
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Redavid, María Gaia. "La Compagnia della Morte". Revista Eviterna, n.º 8 (23 de septiembre de 2020): 203–17. http://dx.doi.org/10.24310/eviternare.vi8.9778.

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L’articolo si propone di ricostruire la storia della Compagnia della Morte, sfatando miti e leggende dietro la sua storia. La Compagnia della Morte per molto tempo è stata ritenuta un’accolita di pittori napoletani decisi a partecipare alle giornate della rivolta di Masaniello. Secondo il biografo napoletano Bernardo De Dominici la Compagnia della Morte sarebbe stata organizzata dal pittore Aniello Falcone e avrebbe contato tra le sue fila non pochi artisti napoletani desiderosi di partecipare alle giornate della rivolta. La banda nottetempo organizzava spedizioni punitive per la città di Napoli, a danno degli spagnoli che avevano abusato delle giovani donne napoletane. Fu davvero così? Si può parlare della nascita di una vera e propria pittura del dissenso? Per la prima volta viene indagato questo fenomeno dal punto di vista delle fonti storiche e delle memorie degli artisti.
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Ammaniti, Massimo y Margherita Spagnuolo Lobb. "La mentalitŕ evolutiva in psicoterapia". QUADERNI DI GESTALT, n.º 2 (abril de 2013): 11–28. http://dx.doi.org/10.3280/gest2012-002002.

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Massimo Ammaniti e Margherita Spagnuolo Lobb dialogano sul tema della prospettiva evolutiva in psicoterapia, su come la storia evolutiva del paziente si declini nel qui ed ora della seduta terapeutica e nell'attualitŕ della vita del paziente. Basandosi sull'evidenza dei risultati di ricerche attuali, gli autori sono concordi nell'affermare che la realtŕ dello sviluppo possiede una variabilitŕ e una complessitŕ che le tradizionali teorie stadiali non esprimono. Il dialogo assume i toni di un contradditorio appassionato, tra epistemologie, modelli e identitŕ diverse nella riflessione sui domini e sui sistemi motivazionali sovraordinati, sulla strutturazione del senso di Sé, sull'importanza del corpo in psicoterapia e sul confronto tra intersoggettivitŕ e contatto.
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Ruotolo, Roberta Angelica. "Il catalogo muliebre nella Napoli del xvi secolo: un contributo di Benedetto Croce". Quaderns de Filologia - Estudis Literaris 22 (7 de enero de 2018): 89. http://dx.doi.org/10.7203/qdfed.22.11254.

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La letteratura napoletana è ricca testi incentrati sulle lodi delle donne della città, genere che si vitalizza a contatto con il vivace quadro della società aristocratica del Vicereame. È Benedetto Croce, coadiuvato da Giuseppe Ceci, ad occuparsi tra i primi di quella serie di rime, poemetti, capitoli ed epigrammi incentrati sul catalogo muliebre perché consapevole del loro apporto alla storia del costume e della letteratura nella Napoli del XVI secolo. In Lodi di dame napoletane del secolo decimosesto vengono analizzate quelle opere che la nobiltà napoletana e spagnola si beava di leggere vedendo in queste, e nella raffinata lingua petrarchesca in cui erano scritte, uno specchio della propria elegante condotta.
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Damiani, Bruno M. y Franco Meregalli. "Storia della civilta letteraria spagnola". Hispanic Review 60, n.º 1 (1992): 75. http://dx.doi.org/10.2307/473397.

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Savignano, Armando. "L'antropologia di X. Zubiri". Medicina e Morale 40, n.º 1 (30 de abril de 1991): 11–23. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1991.1146.

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L'articolo analizza il pensiero del filosofo spagnolo X. Zubiri, approfondendo in particolare l'originalità del contributo sul piano antropologico. L'antropologia si configura attraverso una feconda interazione tra filosofia e scienza: la concezione dell'essenza costitutiva dell'uomo si avvale dei contributi delle scienze (genetica, sociologia, psicologia, etc.), senza ridursi a esse. Gli stadi dell'evoluzione psicosomatica richiedono intrinsecamente un atto creativo ex nihilo: organismo e psiche sono subsistemi della sostantività umana, intesa come unità strutturale dell'individuo aperta alla dimensione storica e alla dimensione teologale. La considerazione di ciò che è specificatamente umano rimanda alla metafisica e al personalismo realista.
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Italia, Paola. "Le mano (e la mente) dell'autore: Storia e prospettive della Filologia d'autore". Anuario Lope de Vega Texto literatura cultura 29 (31 de enero de 2023): 324–50. http://dx.doi.org/10.5565/rev/anuariolopedevega.488.

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La tradizione letteraria italiana condivide con quella spagnola una ricchezza di manoscritti genetici d'autore imparagonabile a quella di altre tradizioni europee, ed è per questo che la filologia d'autore, disciplina fondata da Dante Isella, ma che risale a una pratica ecdotica risalente al XVII secolo, può essere applicata fruttuosamente anche sui manoscritti del Siglo de Oro, come recentemente è stato mostrato sulla Dama Boba. Nel contributo si presenta la storia e il metodo peculiare della disciplina, nei suoi rapporti con la critica delle varianti e la critica genetica, e se ne delineano le prospettive di sviluppo, in particolar modo quelle legate alle nuove tecnologie digitali, dalla spettrometria all'authorship, all'applicazione dell'IA allo studio, anche comparativo, delle correzioni d'autore.
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F. Gómez Vozmediano, Miguel. "El impacto de la era digital en los archivos históricos estatales españoles. Una visión personal en la encrucijada del III milenio". SOCIETÀ E STORIA, n.º 174 (enero de 2022): 797–823. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-174009.

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Resumen
«el uso o aplicación de las tecnologías digitales es absolutamente imprescindible pero no suficiente, pues, además, es necesario realizar las transformaciones culturales que implica la digitalización, ya que es una nueva forma de vivir, de trabajar y de relacionarse; es un cambio cultural consecuencia de la Revolución Digital en la que nos encontramos»1. Nel contesto di una società sempre più tecnologica, l'autore riflette sui significativi sviluppi e progressi di cui gli archivi spagnoli sono stati protagonisti lungo la loro storia, concentrando poi l'attenzione sull'attuale situazione della gestione dei patrimonio documentario custodiale per tali istituzioni pubbliche. Dopo aver affrontato i risultati ottenuti attraverso la piattaforma PARES 2.0, strutturata nella rete degli Archivi Statali dipendenti dal Ministero della Cultura e dello Sport, egli fornisce una visione personale dei risultati raggiunti fino a oggi, soffermandosi sulle principali sfide poste dall'immediato futuro.
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Ángel Sánchez-García, Jesús. "Reformas en las "Ciudades de Arte" de España a comienzos del siglo XX. Antonio Palacios y la conservación de una integridad estética en las propuestas para Ourense y Santiago de Compostela". STORIA URBANA, n.º 168 (noviembre de 2021): 77–113. http://dx.doi.org/10.3280/su2021-168004.

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Accanto alla pianificazione di nuove città, nei primi decenni del XX secolo il movimento dell'Arte civica trovò nella conservazione delle città storiche uno dei terreni preferenziali per preservare la qualità artistica invocata da Camillo Sitte. All'interno di questo contesto culturale Antonio Palacios formulò le sue proposte di intervento per i centri di due città storiche spagnole: Ourense (1928) e Santiago de Compostela (1932). L'obiettivo funzionale di fornire nuovi accessi alle rispettive cattedrali fu risolto attraverso una piazza fornita di una scalinata nel caso di Ourense e da un viale con un tracciato irregolare e con un effetto scenografico nel caso di Santiago. Prendendo ispirazione dall'architettura storica e tradizionale della Galizia, la personale interpretazione dell'eredità vernacolare fu presentata come uno strumento per operare interventi di riforma e espansione nelle città antiche; tuttavia entrambe le proposte non andarono oltre la fase progettuale.
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Allaire, Gloria. "Storia della Biblioteca Universitaria di Napoli: dal Viceregno spagnolo all'Unita d'Italia (review)". Libraries & the Cultural Record 36, n.º 2 (2001): 380–82. http://dx.doi.org/10.1353/lac.2001.0026.

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Cavagna, Anna Giulia. "Storia della Biblioteca Universitaria de Napoli: dal viceregno spagnolo all'unità d'Italia. Vincenzo Trombetta". Papers of the Bibliographical Society of America 93, n.º 4 (diciembre de 1999): 529–30. http://dx.doi.org/10.1086/pbsa.93.4.24304190.

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Lintott, Andrew. "Acta Antiquissima: A Week in the History of the Roman Republic". Papers of the British School at Rome 54 (noviembre de 1986): 213–28. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200008904.

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ACTA ANTIQUISSIMANei suoi Annales Romanorum (1615) Stefano Pighius pubblicò sotto l'anno 168 av.Chr. ciò che credeva di essere un frammento di una tavoletta antica promulgando gli acta urbana di sette giorni di quell' anno — infatti il 28 marzo al 3 aprile, epoca della partenza d' Emilio Paolo in Grecia per combattere il re Perseo. Il Pighius pretese che questo frammento fosse trovato tra i papieri di Lodovico Vivès, dotto spagnuolo chi al inizio del cinquecento esseva stato il protetto del re Enrico VIII d'Inghilterra e della regina Caterina d'Aragon. Gli Acta, accolti prima con dubbi, vengono ripubblicati da Tomasso Reinesius nel 1682 e proprio direttamente loro viene aggiunto dal Dodwell e i suoi amici un supplemento di altri acta, una miscellanea disordinata tratta dalla tarda repubblica. L'autore rintraccia la storia della trasmissione degli Acta e riesamina la plausibilità del materiale del Pighius e l'evidenza per una falsificazione dal Vivès.
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Buono, Alessandro. "Guerra, élites locali e monarchia nella Lombardia del seicento. Per un'interpretazione in chiave di compromesso d'interessi". SOCIETÀ E STORIA, n.º 123 (junio de 2009): 3–30. http://dx.doi.org/10.3280/ss2009-123002.

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Resumen
- Through the case study of Spanish Lombardy during the Thirty years' war, the Author tries to link the latest results of military history with the politico-institutional framework, with a view to overcome the narrowness of an exclusive military approach. By focussing on the agenda of a commission for the control of the army composed of civil and military authorities from 1638 to 1679 and on the careers of some financiers and military entrepreneurs, the Author suggests the need to abandon the pattern of the militarization of society in order to describe the processes affecting the Milanesado. The military tool appears to be purposefully used to strengthen political and social ties between centre and periphery and also to integrate emerging social, economic and political groups into the Lombard power elite. The interpretation underlying the essay is therefore based on the idea of a «compromise of interests» between centre and periphery of the Spanish imperial system as a way to stabilize the situation of Lombardy.Keywords: Milan, Spanish Monarchy, XVIIth century, power élites, military history, institutional history, Thirty Years' WarParole chiave: Lombardia, Monarchia spagnola, secolo XVII, elites dominanti, storia militare, storia delle istituzioni, Guerra dei Trent'anni
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BELMAR, ANTONIO GARCA y JOS RAMN BERTOMEU SNCHEZ. "ATOMS IN FRENCH CHEMISTRY TEXTBOOKS DURING THE FIRST HALF OF THE NINETEENTH CENTURY:". Nuncius 19, n.º 1 (2004): 77–119. http://dx.doi.org/10.1163/182539104x00034.

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Abstracttitle RIASSUNTO /title Gli ELMENS DE CHIMIE medicale di Mateu Orfila i Rotger (1787-1853) costituiscono una eccellente fonte storica per lo studio dell'ascesa e caduta della teoria atomica nella Francia della prima met dell'ottocento. Il libro fu ristampato otto volte fra il 1817 e il 1851; inoltre parecchie versioni ridotte furono pubblicate in inglese, spagnolo, tedesco, italiano e olandese. Vogliamo analizzare in primo luogo come la teoria atomica fu ricevuta dai libri di testo francesi appartenenti alle prime due decadi dell'ottocento. Gli atomi furono visti dagli autori francesi come strumenti pratici e non come novit teoriche. Vedremo come ci occorre nelle prime edizione dei libri di testo di Orfila e Thenard. Alla fine del 1820 nuovi metodi per il calcolo di pesi atomici furono introdotti nei libri di testo, insieme alle formule di Berzelius. Vedremo come la teoria atomica raggiunge il suo punto culminante nei libri di Orfila e Thenard tra le edizioni del 1827 e 1835. Per ultimo discuteremo perch Orfila cancell i pesi atomici della settima edizione del suo libro pubblicato nel 1843. Analizzeremo i suoi argomenti epistemologici, la sua visione della differenza fra atomi ed equivalenti, i suoi interessi per la chimica vegetale e animale e le costrizioni istituzionali (programmi ufficiali) per quello che si riferisce alla teoria atomica. Non si pu ridurre ad un solo motivo la reazione di Orfila rispetto alla teoria atomica nella decade del 1840. Lui scelse una posizione particolare fra le varie prese in quegli anni dagli autori francesi di libri di testo
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Cerasuolo Pertusi, Maria Rosaria. "Storie di parole ed etimi del dialetto Triestino". Linguistica 42, n.º 1 (1 de diciembre de 2002): 43–45. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.42.1.43-45.

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Resumen
Triest. mod. mocadòr "fazzoletto" e triest. ant. mocadòr "spegnitoio" Credo meriti soffermarsi per un po' su una vecchia coppia di omonimi del dialetto triestino, mocadòr "fazzoletto" e mocador "spegnitoio". II termine mocadòr "fazzoletto", che può considerarsi caratterizzante del dialetto triestino moderno è stato trattato, nel GDDT, abbastanza esaurientemente, in quanto che risultano correttamente messe in rilievo le concordanze lessicali più significative, necessarie per arrivar a tracciare la sua storia e fissarne l'etimo. Ma mentre questo risulta praticamente assicurato (lat. volg. *MUCCARE "soffiarsi il naso"), le vicende per cui si è arrivati a triest. mocadòr "fazzoletto" restano incerte: direttamente dalla base MUCCĀRE, attraverso una trafila fonetica locale, di stampo italo-settentrionale? una rielaborazione, pure locale, della voce veneziana mocaòr (significante anch'esso "fazzoletto" v. Boerio, e non solo "spegnitoio", come pare affermare il Doria)? Oppure prestito dallo spagnolo mocador "id.", non si sa attraverso quali canali? A queste tre alternative è possibile, ora, aggiungere una quarta, in quanto che si intravede, causa esigenze cronologiche, la possibilità, come sostenuto dal DEDI, di un prestito dal catalano, possibile poiché il ti po mocadòr, moccatore risulta attestato anche in sardo ( cfr. Wagner DES s.v.) e nel napoletano e altri dialetti meridionali. II tipo mucaturi è infatti forma certamente rifatta su un più antico mucaduri, con sostituzione del suffisso contenente -d- intervocalica con altro contenente un -t- secondario, ossia -d- "meridionalizzato meridionalizzato". (A questo proposito si avverte però che a Napoli, centro di diffusione del lessema, una forma con -d- intervocalico conservato non è mai esistita).
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Violante, Luciano, Mario Dogliani, Guido Bodrato, Nino Raffone, Guido Neppi Modona, Cesare Ruperto, Massimo Luciani et al. "Intellettuali e partiti politici nella storia della Repubblica. Giornata di studio in onore di Ugo Spagnoli. Torino, 26 settembre 2009". DEMOCRAZIA E DIRITTO, n.º 1 (septiembre de 2011): 181–241. http://dx.doi.org/10.3280/ded2010-001009.

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Donati, Pier Paolo. "Las características de los órganos italianos en la época de Antonio de Cabezón". Anuario Musical, n.º 69 (30 de diciembre de 2014): 249. http://dx.doi.org/10.3989/anuariomusical.2014.69.171.

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En 1548 Antonio de Cabezón fue capaz de hacer un viaje a Italia. En esa ocasión, él sin duda podría aprender y tocar el órgano italiano. Las nuevas fuentes y documentos inéditos, nos han permitido recientemente para identifi car un perfi l nuevo y confi able de los órganos de origen italiano. Eliminado los errores históricos, falsos de fecha y clichés, la adquisición de los datos técnicos distintos de los transmitida por tradición han abierto una nueva perspectiva histórica de la cual aquí se da cuenta. Ilustración actualizada de las características de los órganos del Renacimiento italiano sigue las directrices de la práctica interpretativa que derivan de ella y un enfrentamiento con los instrumentos españoles practicadas por Antonio de Cabezón. [it] Le caratteristiche degli organi italiani al tempo di Antonio de Cabezón Nel 1548 Antonio de Cabezón ebbe modo di compiere un viaggio in Italia. In quell’occasione poté sicuramente conoscere e suonare gli organi italiani. Nuove fonti e inediti documenti hanno recentemente permesso di delineare un nuovo ed attendibile profi lo degli organi italiani delle origini. Eliminati falsi storici, errori di cronologia e luoghi comuni, l’acquisizione di dati tecnici diversi da quelli tramandati dalla tradizione hanno aperto ad una nuova prospettiva storica di cui qui viene dato conto. All’illustrazione aggiornata delle caratteristiche degli organi italiani del Rinascimento seguono le indicazioni di prassi esecutiva che ne derivano, e un confronto con gli strumenti spagnoli praticati da Antonio de Cabezón.
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Periti, Giancarla. "Maddalena Spagnolo. Correggio: Geografia e storia della fortuna (1528–1657). Quaderni 8. Milan: Fondazione Il Correggio, 2005. 312 pp. index. illus. bibl. $47.50. ISBN: 88-8215-914-0." Renaissance Quarterly 60, n.º 1 (2007): 175–76. http://dx.doi.org/10.1353/ren.2007.0094.

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Hamilton, Alastair. "Vittorio Sciuti Russi, Inquisizione spagnola e riformismo borbonico fra Sette e Ottocento. Il dibattito europeo sulla soppressione del “terrible monstre” [Studi e testi per la storia della tolleranza in Europa nei secoli XVI–XVIII 12]. Olschki, Firenze 2009, xxi +371 pp. ISBN 9788822258083. €39." Church History and Religious Culture 91, n.º 3-4 (2011): 559–61. http://dx.doi.org/10.1163/18712411-1x609928.

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Montero Herrero, Santiago. "La mujer romana y la expiación de los andróginos". Vínculos de Historia. Revista del Departamento de Historia de la Universidad de Castilla-La Mancha, n.º 8 (20 de junio de 2019): 33. http://dx.doi.org/10.18239/vdh_2019.08.02.

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RESUMENEl nacimiento en la Antigua Roma de niños con rasgos sexuales masculinos y femeninos a la vez, los llamados andróginos o hermafroditas, eran considerados como un gravísimo prodigio. Su expiación, necesaria para el restablecimiento de las buenas relaciones entre los hombres y los dioses, quedó en manos exclusivamente de mujeres: ancianas, matronas y virgines.PALABRAS CLAVE: Antigua Roma, Matrona, prodigio, expiación, andróginoABSTRACTThe birth in ancient Rome of children with both male and female sexual features, so-called androgynes or hermaphrodites, was regarded as a an extraordinary phenomenon. Their expiation, necessary for the restoration of good relations between men and gods, remained exclusively in the hands of women: old women, midwives and virgines.KEY WORDS: Ancient Rome, midwife, prodigy, expiation, androgynus BIBLIOGRAFÍAAbaecherly Boyce, A. (1937), “The expiatory rites of 207 B. C.”, TAPhA, 68, 157-171.Allély, A. 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RESUMENDe entre todos los objetos, tiempos, espacios, palabras y seres que componen el mundo físico, algunos están investidos de un valor especial por cuanto se les atribuye la virtud de visibilizar las instancias invisibles de las que dependemos los mortales. Es lo sagrado. A lo sagrado se le depara un trato singular hecho de respeto, veneración o miedo, pero en ocasiones también de rencor y de odio por lo que encarna o representa. Es adorado, pero también, y acaso por las mismas razones, puede ser insultado, destruido, objeto de burla y, si tiene forma humana, martirizado o asesinado. La violencia contra lo sagrado puede caber en sistemas religiosos que le otorgan a la agresión un papel central en su universo mítico o ritual. También se ofende u agrede lo santo para grupos o pueblos a someter, puesto que en ello está resumido su orden del mundo. Desde esta perspectiva, el agravio, la irreverencia y el daño pasan a reclamar un lugar protagonista en los estudios sobre la institución religiosa de la cultura bajo las figuras del sacrilegio y la profanación.PALABRAS CLAVE: sagrado, profanación, sacrilegio, violencia religiosa, iconoclastia.ABSTRACTOf all the objects, times, spaces, words and beings that make up the physical world, some are invested with a special value because they are attributed the virtue of making visible the invisible instances on which we mortals depend. This is the sacred. The sacred is given a singular treatment combining respect, veneration or fear, but sometimes also resentment and hatred of what it embodies or represents. It is adored, but also, and perhaps for the same reasons, it can be insulted,destroyed, mocked and, if it has a human form, martyred or killed. Violence against the sacred can fit into religious systems that give aggression a central role in their mythical or ritual universe. Also offended or attacked is what is sacred for groups or peoples to be subdued, since in it an embodiment of their world order. From this perspective, aggravation, irreverence and damage occupy a central place in the studies on the religious institution of culture under the figures of sacrilege and profanation.KEY WORDS: sacred, profanation, sacrilege, religious violence, iconoclasm. BIBLIOGRAFÍAAgamben, G. (2005), Profanaciones, Barcelona, Anagrama.Arbeola, V. M. (1973), Socialismo y anticlericalismo, Madrid, Taurus.Arce Fustero, G. (2018), De espaldas a Cristo. Una historia del anticlericalisme en Colombia, 1849-1948, Medellín, Editorial Universidad de Medellín.Aston, M. (1988), England’s Iconoclasts, Oxford, Oxford University Press.Auzépy, M. F. (1987), “L’iconodulie: Défense de l’image ou de la devotion de l’image”, en Boesfplug, F. y Lossy, N. (comp.), Nicée II, 787-19 87. Douze siecles d’imagerie religieuse, París, Cerf, 157-164.Bataille, G. 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Resumen
La storia della legge spagnola in tema di tecniche di riproduzione assistita mostra come la vita umana in-vitro risulti non essere stata protetta dal punto di vista legale e familiare. La legge spagnola non può essere considerata uno strumento per la tutela e la salvaguardia della vita umana, come si è potuto vedere in alcune pratiche controverse di tecniche riproduttive, come nel caso dei “savior siblings” e dell’inseminazione postmortem. ---------- The history of Spanish law in the regulation of assisted reproduction techniques has left in-vitro human life unprotected from a legal and familial point of view. Spanish law cannot be considered a tool for protection and safeguard of human life as seen in some controversial practices of the reproductive techniques, such as “savior siblings” and postmortem artificial insemination, among others.
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Cardinali, Andrea. "Esilio: patria delle rivelazioni in Maria Zambrano". Revista Encontros Teológicos 32, n.º 3 (16 de enero de 2018). http://dx.doi.org/10.46525/ret.v32i3.784.

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Resumen
Il saggio intende mettere in luce la realtà dell’esilio vissuta e riscrittada Maria Zambrano, come momento di decostruzione e annientamento personali ma anche come luogo di rivelazioni uniche per scrivere e ripensare la storia. Nel pensiero della filosofa spagnola l’esperienza dell’esilio è fondante, è la pietra preziosa che custodisce i segreti di un’esistenza intera, uno spazio dove si rigenera la costante opportunità creativa di dare una speranza di unità al mondo.Parole-chiave: Maria Zambrano. Esilio. Rivelazione.Abstract: This paper aims to explore the reality of exile lived and rewritten by Maria Zambrano, as a moment of personal deconstruction and annihilation but also as a place of unique revelations to write and rethink history. For the Spanish philosopher the experience of exile is foundational, it is the precious stone that holds the secrets of a whole life, a space where the constant creative opportunity to give hope of unity to the world is regenerated.Keywords: Maria Zambrano. Exile. Revelation.
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