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1

Dell'Olivo, Caterina <1984&gt. "LA PARABOLA DELLO STATO NAZIONE DA WESTFALIA AD OGGI". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3406.

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Resumen
Lo scopo di questo lavoro è di identificare le caratteristiche fondamentali nella storia del moderno stato nazione, capire quale sia il possibile panorama geopolitico globale futuro e la distribuzione del potere tra gli attori internazionali. Per perseguire questo risultato è importante considare alcuni aspetti pecuilari della storia moderna e contemporanea quali lo sviluppo politico delle strutture di governo sia in Europa che negli Stati Uniti, rispettivamente alla divisione geopolitica risultata dagli accordi di Westfalia. Inoltre, l'aspetto economico deve essere considerato come deterimante per il mantenimento degli equilibri politici negli ultimi secoli, integrandolo al contesto sociale
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2

Leone, Vincenzo Emilio <1988&gt. "Guerra del Golfo. Il mito della CNN e l'impatto delle news sui processi decisionali di politica estera degli Stati Uniti". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4521.

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Resumen
This thesis examines the controversy surrounding Gulf war, CNN myth and the impact of news on the foreign policy making process of the United States. After an historical examination of Gulf war events and CNN history, a remark of CNN effect theory is developed that provides a tool for the examination of past, present and future conflicts. Subsequent sections examine the application of this model and the limitations provided by journalists, policy-makers, and scholars. The final section summarizes the findings. With my thesis I want to show some evidences that explain how the media has influenced the foreign policies of the strategic leaders. There are huge elements to be focused on as the quotations of experts and foreign affairs leaders. The unsettled questions are: Did the Gulf War coverage change policy-makers perception of the use of the media in the policy process? How does the Cnn Effect work? How much influence does the 24-hour news network really have on foreign policy? In order to find the answers, I examined the impact of CNN's Gulf war coverage.
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3

Caregnato, Matteo <1986&gt. "IL DECLINO DELLA CLASSE LAVORATRICE IN EUROPA". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4135.

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Resumen
Lo scopo di questa ricerca è analizzare le trasformazioni avvenute nel mondo del lavoro europeo negli ultimi quarant’anni. Saranno studiati casi di differenti paesi facenti parte dell’Unione europea con il proposito di individuare l’esistenza o meno di elementi comuni nella trasformazione del mondo del lavoro e nella perdita di potere contrattuale della classe lavoratrice europea. Gli strumenti teorici di analisi saranno introdotti a partire dagli studi effettuati da Beverly J. Silver e Giovanni Arrighi sull’ascesa e il declino dei movimenti operai parallelamente al susseguirsi dei cicli egemonici mondiali. Sarà posta l’attenzione sul rapporto fondamentale tra movimento del capitale e reazione organizzata delle classi lavoratrici europee. Analizzando i meccanismi storici di ascesa e declino dei movimenti operai organizzati sarà possibile individuare le analogie e le differenze presenti nei diversi paesi europei dove la classe lavoratrice e il sindacato hanno intrapreso strade comuni o differenti rispetto al trend storico degli ultimi quarant’anni. Gli anni ‘70 ed ‘80 verranno analizzati come fulcro fondamentale della trasformazione socio-economica europea; individuando i momenti cardine nel cambiamento delle relazioni politico-sociali tra la classe lavoratrice ed il resto della società. Risulterà fondamentale lo studio delle relazioni lavorative nell’industria metal-meccanica e automobilistica, perfetto specchio delle relazioni industriali tra sindacato, classe lavoratrice e classe dirigente. In particolare verranno analizzate tre nazioni che rappresentano tre differenti casi di evoluzione socio-economica: Regno Unito, Italia e Germania. Sarà mostrata la differente evoluzione storica del mondo del lavoro industriale approfondendo per ogni nazione le fasi storiche salienti della trasformazione della classe lavoratrice: la guerra dichiarata dal primo ministro Thatcher ai sindacati in Gran Bretagna e le seguenti politiche neoliberiste di de-industrializzazione; l’apice della lotta di classe in Italia, dalle conquiste sindacali degli anni ‘70 allo spartiacque delle vertenze FIAT, con la marcia dei 40.000 che ha segnato l’inizio del declino del sindacato italiano; la riqualificazione industriale tedesca della fine degli anni ‘70, la riunificazione tedesca e l’innovativa riforma del lavoro Hartz che ha determinato un nuovo tipo di relazione tra classe lavoratrice, sindacato e industria.
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Fontan, Giulia <1987&gt. "La dimensione della sicurezza internazionale al summit di Rio ’92. Una revisione critica della letteratura". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4030.

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Resumen
La Conferenza delle Nazioni Unite per l’Ambiente e lo Sviluppo che si tenne e Rio de Janeiro nel giugno 1992 viene considerata un punto di svolta nelle relazioni internazionali post-guerra fredda. Obiettivo del summit era che i governanti del pianeta trovassero soluzioni comuni per un’economia più sostenibile, data la crescente consapevolezza dei cambiamenti climatici in atto. Ne risultò principalmente un sistema di aiuti economici da parte dei paesi sviluppati a quelli più arretrati. Buona parte della letteratura legge i limitati risultati del summit attraverso l’ottica del neoliberismo economico che si impose sulle negoziazioni, tuttavia dal punto di vista delle relazioni internazionali il summit si presentava come il primo dalla fine della guerra fredda e la questione dello status quo rimaneva aperta dopo la cessazione del conflitto bipolare. Questa revisione prende in esame la letteratura esistente riguardo la dimensione della sicurezza come possibile chiave di lettura attraverso cui leggere la valenza del summit.
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5

Trigili, Emanuela <1986&gt. "Femminilizzazione dei processi migratori: il caso marocchino ed ecuadoriano in Andalucía". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2854.

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Resumen
Nel mondo contemporaneo l’intensa mobilità territoriale è diventata elemento distintivo alla fine del XX secolo e ancora di più nei primi decenni del XXI secolo. In un’epoca di crisi e di transizione, prepotentemente influenzata dal processo di globalizzazione, le migrazioni internazionali hanno rappresentato una sfida per i paesi europei che nel corso del tempo hanno cercato di rispondere al fenomeno formulando specifici progetti sociali. Le condizioni di relativo benessere, la stabilità politica e la carenza di manodopera di alcuni paesi delle Comunità Europea, costituiscono degli elementi di attrazione per i paesi circostanti ma soprattutto per i paesi extracomunitari che, con l’acuirsi delle due grandi crisi petrolifere del 1973 e 1979, sono stati costretti a spostare lo sguardo verso l’Europa e in particolar modo verso l’area mediterranea. In tale contesto, a partire dagli anni Ottanta, la Spagna passa dall’essere paese di forte emigrazione, intraeuropea e successivamente extraeuropea, a uno dei principali paesi ricettori di popolazione straniera dell’Unione Europea. Oltre ad essere caratterizzate da una forte accelerazione e differenziazione, le migrazioni contemporanee si distinguono per il progressivo incremento delle donne nei flussi migratori che ha fatto parlare gli esperti di chiara tendenza verso un processo di femminilizzazione. La segmentazione del mondo del lavoro insieme alla persistente visione androcentrica che tendeva ad essenzializzare la figura della donna nei processi di mobilità lavorativa, sono alcuni degli elementi che caratterizzano i flussi migratori considerati in questa tesi, quello delle donne marocchine ed ecuadoriane nel sud della Spagna. Due diversi gruppi provenienti da aree geografiche diverse che confluiscono nello stesso territorio per motivazioni e modalità differenti ma che attraverso tali processi conferiscono alla figura femminile maggiore visibilità in quanto soggetto attivo di sviluppo economico, confutando lo stereotipo della donna economicamente inattiva e totalmente dipendente dall’uomo.
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6

Creponi, Silvia <1988&gt. "Energy, environment and international conflicts: the energy politics of the US Presidents James Earl Carter and Barack Hussein Obama". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3166.

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Resumen
La tesi analizza le politiche energetiche di due presidenti statunitensi vissuti a trent’anni di distanza l’uno dall’altro, James Earl Carter e Barack Hussein Obama. La scelta di questi due presidenti ricade nel fatto che possono essere riscontrate diverse somiglianze nelle politiche dei due: entrambi presidenti democratici, entrambi hanno governato gli Stati Uniti in un periodo contrassegnato da crisi economiche, prezzi del petrolio alle stelle e gravi conflitti a livello internazionale. Inoltre, entrambi hanno dato spazio nelle loro politiche energetiche a temi come la protezione ambientale e gli investimenti in risorse energetiche alternative. La sicurezza energetica è un problema che attanaglia gli Stati Uniti da molto tempo, ma negli ultimi anni si fa sentire sempre più forte e le diverse amministrazioni che si sono succedute hanno varato misure per porre termine alla dipendenza statunitense dal petrolio straniero e raggiungere la cosiddetta indipendenza energetica. L’ultima di queste è il Blueprint for a Secure Energy Future varato da Obama nel 2011. Questo è l’argomento e allo stesso tempo la ragione principale della sua scelta: il bisogno crescente di energia a livello globale, oggi anche nei mercati emergenti, è un problema molto attuale e analizzare la situazione degli Stati Uniti d’America, al primo posto per consumo di energia, è particolarmente rilevante. L’introduzione annuncia già questo come argomento principale, insieme al problema della scarsità di risorse (non solo energetiche) e a un possibile futuro scenario fatto di guerre per il controllo di queste risorse. Il primo capitolo costituisce una sorta d’introduzione storica alle seguenti analisi. La prima parte è costituita dalla storia dell’industria del petrolio nel mondo, con un particolare focus sugli Stati Uniti, dalla scoperta dei primi giacimenti in Pennsylvania fino agli anni ’60, quando i paesi del Medio Oriente cominciarono ad acquisire un ruolo sempre maggiore nel mercato del petrolio. La seconda parte analizza invece una decade particolarmente intensa, quella delle crisi energetiche e delle prime politiche di Jimmy Carter per fronteggiarle: gli anni ’70. Il secondo capitolo, dopo aver dato un quadro della situazione economica a partire dai primi anni del 2000 e della crisi dei prezzi del petrolio, tratterà delle politiche energetiche del primo mandato di Obama attraverso l’analisi del Blueprint for a Secure Energy Future. Il terzo capitolo tratterà invece delle politiche energetiche di Carter, attraverso l’analisi di alcuni suoi discorsi pubblici, in particolare il cosiddetto di scorso sul malessere e il discorso del 1980 attraverso il quale annunciò la sua dottrina. Nelle conclusioni si vedrà come la dottrina Carter abbia influenzato le politiche in campo energetico dei suoi successori, Obama compreso; si analizzeranno poi i successi e le sconfitte di Obama e le sue politiche energetiche in questo primo anno del suo secondo mandato; infine si parlerà di alcuni argomenti del settore energetico rilevanti per il presente e per il futuro, come gli studi sul peak oil, le tecnologie per l’estrazione del cosiddetto petrolio “non convenzionale” e forme di energia pulita e rinnovabile.
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Ragusa, Nadia <1987&gt. "LE DETERMINANTI DEGLI INVESTIMENTI DIRETTI ESTERI A MALTA: IL PUNTO DI VISTA DELL'INVESTITORE". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4089.

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Resumen
The choice of undertaking a Foreign Direct Investment in a country rather than in another one dependes on several aspects (economic, political, social and geographical). There is no a general study on the determinants which can be taken in consideration for attracting inflows of FDI. However, different studies and surveys are carried out on this matter in all countries in order to discover if particular determinants need to be promoted more than others. Therefore, this work provides an experimental study on the determinants of Foreign Direct Investment in Malta. On the one hand, it intends to analyse the inward and outward Foreign Direct Investment flows in Malta during recent years, whilst on the other hand, it attempts to establish in which way, and on what terms,the inward Foreign Direct Investment flows have grown in comparison with the outward ones; for this reason, this study has paid attention to the main points of attraction in the country which attract the most inward investment. Hence, the aim of this research work is to assess the quality of the determinants that motivate foreign investors in Malta and to monitor whether some of these determinants attract more investment than others. In order to achieve this aim, it is intended to analyse the point of view of the investor who has decided to invest in Malta rather than in other EU countries; it is intended to discover which valid determinants in particular caused the person to invest in Malta, what the prospects are for the future of their investments and which strengths and weaknesses should be taken into consideration to promote future foreign direct investment into Malta. As far as the methodology is concerned, the present study was carried out by means of questionnaires and a formal semi-structured interviews. Starting from this premise, in order to explore this topic, the work is divided into four chapters. The first chapter deals with the distinct historical stages of Maltese economic development from the colonial period to recent years, after a brief overview of Malta. The second chapter, which focuses on the theoretical study of foreign direct investment, concentrates on inward and outward foreign direct investment flows in Malta. The third chapter is concerned with the methodology used for this study and the findings of the research survey. At last, the fourth and final chapter outlines the conclusions of this work, offering attributions for further analyses in the future.
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Puliero, Silvia <1989&gt. "EU-US Foreign Policy after the Cold War: the Dissolution of Yugoslavia and the Case of Bosnia-Herzegovina". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4191.

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Resumen
Il periodo immediatamente successivo alla fine della guerra fredda è caratterizzato da grandi cambiamenti, primo fra tutti la scomparsa di una delle due superpotenze che fino a quel momento si erano combattute in campo ideologico, economico e militare. Oltre al crollo dell’URSS, si assiste perciò anche al crollo di un sistema di equilibri che durava dalla fine del secondo conflitto mondiale. Gli Stati Uniti da una parte e, dall’altra, la Comunità Europea, che poi diverrà Unione Europea, stanno sviluppando nuovi approcci alla politica estera. In questo periodo molti cambiamenti stanno avvenendo anche nei Balcani e, in particolare, nello Stato jugoslavo: questo è il contesto in cui vanno inserite le vicende che porteranno alla dissoluzione della Jugoslavia e alle conseguenti guerre balcaniche. La storia della dissoluzione della Jugoslavia e l’analisi delle conseguenti guerre dei primi anni Novanta non sono facili da affrontare: la molteplicità di attori, le molte cause, le numerose teorie politiche, gli interessi dei leader jugoslavi e occidentali rendono complicato scegliere una sola chiave di lettura dell’intera vicenda. Nonostante la difficoltà nel circoscrivere l’argomento, questo lavoro cerca di focalizzare l’attenzione sulle politiche di USA ed UE in questo frangente. L’intreccio delle politiche statunitensi ed europee influenzerà le vicende jugoslave e, allo stesso tempo, forgerà il rapporto tra USA ed UE in ambito di politica estera. Al fine di analizzare al meglio la tematica presentata, la tesi è suddivisa in quattro capitoli: il primo tratta in termini generali della situazione di USA ed UE dopo la guerra fredda in ambito di politica estera; il secondo riassume per sommi capi la storia della Jugoslavia fino alla dissoluzione; il terzo si focalizza sulla guerra in Bosnia nel periodo 1992-1995; infine, il quarto cerca di riprendere le tematiche principali e di elaborare degli spunti di riflessione. In conclusione, la tesi si propone di dare un quadro generale delle politiche EU-US nella Jugoslavia dei primi anni ’90 con l’obiettivo di analizzare i nuovi rapporti e le nuove politiche tra Stati Uniti ed Unione Europea.
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Rossi, Stefano <1989&gt. "The Rights of Indigenous Peoples". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4207.

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Resumen
La presente ricerca si prefigge di comprendere non solo la posizione internazionale, ma anche nazionale, che i popoli indigeni attualmente occupano in vari paesi latinoamericani. Partendo da un'analisi dei diritti umani e dei numerosi strumenti internazionali rivolti alla protezione e sviluppo degli stessi, il principale obiettivo di tale studio è quello di fornire al lettore la possibilità di verificare se realmente, nel caso dei popoli indigeni del Sud America, i diritti umani siano rispettati o se la complicata e, a volte, rugginosa macchina dei diritti umani non risulti in grado di fornire protezione a tali popolazioni. Si prenderanno in considerazione gli sviluppi delle richieste dei popoli indigeni e il processo attraverso il quale la comunità internazionale ha affrontato il problema del riconoscimento dei diritti di tali popoli, attraverso un' analisi di quelli che sono i documenti internazionali concernenti tali popolazioni e come, gli stessi popoli indigeni siano stati in grado di far fronte a realtà avverse e contrarie all'effettivo riconoscimento dei loro diritti. Infatti, come la storia ci mostra, i popoli indigeni sono stati spesso considerati semplici gruppi di individui, etichettati a volte come selvaggi, che dovevano esser integrati nel contesto nazionale, dapprima, e in quello internazionale poi, dimenticando in tal modo le loro peculiarità e culture.
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Antelmi, Giulia <1988&gt. "La politica estera americana nel golfo dagli anni 70 ai 90". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4285.

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Martinez, Fucini Diana <1987&gt. "Unione Europea e donne mediterranee: un'analisi disciplinare dei programmi regionali di assistenza esterna". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5529.

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Resumen
The purpose of this thesis is to analyse the complex system of aid through which the European Union relates to the women of the Mediterranean area. The dissertation is introduced by a short historical framework, which trades the evolution of European institutions in the euro-mediterranean area, from the Barcelona Process, to the European Neighbourhood Policy to the Union for the Mediterranean. This section explores the policies dedicated to the respect of human rights and women’s rights in this geographical area, starting from the Sixties and arriving to the Arab revolutions of 2011. Later on, a theoretical framework is drawn, exploring the existing literature about the research subject and the contextual factors that have a strong influence on its evolution. The analysis is subdivided into three main sections: rhetorical, which outlines the ideologies and identity politics laying behind the relationship between the Mediterranean shores; legislative, which frames the institutionalization of gender mainstreaming; and geopolitical, which delves into the relationship between aid and strategic geopolitical interests. After designing a theoretical framework, the work moves on to the actual study of the programmes in favour of women, focusing on the programs implemented at a regional level by the European Neighbourhood Partnership, in the years between 2006 and 2014. Next, it sketches the regional aid programmes implemented by the Union of the Mediterranean, stressing the differences between these and the ENP Programmes. Finally, the last chapter of the thesis outlines the current situation, focusing on the Italian Semester at the European Union and alluding to the NissaTV project, recently implemented throughout the whole region.
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Rizzo, Valentina <1989&gt. "L'immigrazione romena in Italia e l'influenza dei mass media nel processo di migrazione". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5541.

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Il lavoro ha come scopo quello di studiare il ruolo che i mezzi di comunicazione possono avere sulla migrazione, prendendo come riferimento il rapporto tra Italia e Romania. Il lavoro è diviso in 3 parti. Nel primo capitolo viene illustrata la storia della Romania, strettamente legata alla storia d'Italia e motivo per il quale oggi vi sono ancora caratteri comuni tra i due popoli. La seconda parte si occupa della migrazione in generale. Il terzo capitolo, invece, si sofferma sulla migrazione romena in Italia e sulla migrazione italiana in Romania. L'ultimo capitolo, infine, si occupa di come i mass media influenzino il processo di migrazione e di come i mezzi di comunicazione aiutino a creare una vera e propria rete transnazionale tra migranti, patria e luogo di destinazione.
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Vanzetto, Martina <1989&gt. ""L'OSPAAAL TRA CUBA E IL TERZO MONDO" Nascita e sviluppo dell'Organizzazione di Solidarietà dei Popoli di Asia, Africa ed America Latina". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10383.

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Resumen
Il 3 gennaio del 1966 si aprì un avvenimento di fondamentale importanza per i paesi in lotta per l’indipendenza dal colonialismo: la Conferenza Tricontinentale. Per la prima volta leader e rappresentanti di movimenti indipendentisti di Asia, Africa ed America Latina si incontrarono per discutere della loro condizione e delle loro prospettive per il futuro. Nel corso di questo evento epocale nacque un’organizzazione: l’OSPAAAL, Organizzazione di Solidarietà dei Popoli di Asia, Africa ed America Latina. Gli obiettivi dell’OSPAAAL erano quelli di coordinare, appoggiare e dare impulso alla solidarietà attiva e rivoluzionaria tra i popoli del Terzo Mondo. Nel corso delle mie ricerche ho notato come l’OSPAAAL , frutto di una conferenza così memorabile,venne spesso trascurata e dimenticata dagli studiosi del settore e questo ha stimolato in me il desiderio di approfondire l’argomento. Nel grande tumulto degli anni della Guerra Fredda, l’OSPAAAL rappresentò un punto d’incontro per tutti coloro che si opponevano “all’imperialismo” degli Stati Uniti, finendo per raccogliere al proprio interno leader e rappresentanti di movimenti indipendentisti e rivoluzionari dei tre continenti. Alcuni di questi leader furono tra i più importanti rappresentanti del comunismo dell’epoca come ad esempio Ho Chi Min, Kim Il Sung, altri invece non erano ufficialmente appartenenti a questa corrente, ma cercavano una via alternativa per garantire indipendenza e stabilità ai propri stati, dopo secoli di sottomissione al colonialismo. Per approfondire questo argomento ho utilizzato la Rivista Tricontinentale ovvero l’organo comunicativo principale di cui si serviva l’OSPAAAL per diffondere news ed informazioni, ho fatto il punto sulla conoscenza generale dell’argomento attraverso opere e ricerche di importanti storici, e per finire ho utilizzato archivi giornalistici e documenti della CIA. A Cuba, patria dell’anti imperialismo e centro della Rivoluzione Cubana, fu posta la sede ufficiale dell’Organizzazione. Gli anni ‘60 furono un periodo estremamente fiorente per l’internazionalismo rivoluzionario cubano, ed in quegli anni presero potere alcuni dei leader più nazionalisti e radicali dell’epoca: Fidel Castro ed Ernesto Che Guevara. Cuba si eresse come esempio, divenne un simbolo di libertà e diffuse la convinzione che cambiare e conquistare la propria autonomia era possibile. L'indipendenza doveva essere ottenuta attraverso la rivoluzione armata e Cuba utilizzò ogni mezzo propagandistico a sua disposizione per diffondere questa lezione. La rivista Tricontinentale divenne uno di questi mezzi, celebrando la Rivoluzione Cubana e presentandola come soluzione a tutti i problemi. Il termine “rivoluzione” assume un’accezione completamente nuova rispetto alla visione negativa da sempre sostenuta. Essa diventa costruzione di un progetto di giustizia, civiltà e cultura, sinonimo di rinascita e possibilità. Io, osservatore moderno, ritengo effettivamente attendibile tutto quello che veniva scritto all'interno della rivista? Nel corso dell’elaborato dimostrerò come in realtà le informazioni venivano pilotate con l’obiettivo di realizzare gli interessi cubani, e garantire la sopravvivenza del governo castrista a Cuba. L’OSPAAAL fu dunque un’Organizzazione indipendente di solidarietà e collaborazione oppure oggetto e strumento della politica castrista? Attraverso i mezzi a mia disposizione ho notato come non solo gli storici trascurarono il ruolo dell’OSPAAAL, ma anche all’epoca quotidiani, importanti leader ed agenzie governative non si preoccuparono eccessivamente dell’Organizzazione. La disattenzione a livello internazionale è una prova sufficiente che mi consente di affermare che l’Organizzazione non ebbe nessuna valenza?
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Sirto, Roberta <1991&gt. "I crimini di guerra giapponesi e la politica del risarcimento". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10445.

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Resumen
Lo spettro della guerra dell’Asia e del Pacifico (1931-1945) continua ad influenzare il Giappone e la sua politica estera. Fu durante questo periodo che avvennero i crimini di guerra perpetrati dai militari giapponesi contro i prigionieri di guerra e i civili nelle zone occupate. Nella prima parte della tesi vengono affrontate le tematiche che portarono alla commissione di tali crimini. A metà Ottocento il Giappone si aprì alle relazioni con le potenze occidentali e cercò di attuare una politica che lo portasse ad ottenere un ruolo paritario a queste nazioni intraprendendo una politica di conquista in Asia Orientale. Per fare questo si dotò di un esercito moderno che sostituiva al tradizionale codice samurai, fondato sugli antichi valori di fedeltà e coraggio, un sistema militare sempre più rigido e violento che culminò con il comportamento dei soldati giapponesi durante la guerra. A seguito della sconfitta giapponese le forze alleate istituirono il Tribunale di Tokyo che, assieme a tribunali minori, si occupò di sottoporre a processo i criminali di guerra giapponesi. Nell’arco del processo alcune questioni vennero tralasciate e le vittime dei crimini non ottennero giustizia né i dovuti risarcimenti. A partire dagli anni Novanta le vittime asiatiche dimenticate cominciarono a richiedere al governo giapponese scuse ufficiali e le dovute riparazioni, mettendo nuovamente il governo giapponese dinanzi alle proprie responsabilità della guerra dell’Asia e del Pacifico.
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Casvean, Ana-Maria <1988&gt. "Romania in the 1980s between foreign debt crisis and austerity policy". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10543.

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Resumen
Nel 1965, attraverso astute manipolazioni e neutralizzando i suoi potenziali rivali, Nicolae Ceausescu ottiene la leadership del PCR. Continua le politiche del suo predecessore: accelerazione forzata dell’industria pesante, indipendenza da Mosca; inoltre promuove una politica estera di convivenza pacifica fra tutti gli stati, con un’apertura progressiva verso i paesi occidentali. Il culmine di questa politica è il 1968 quando Ceausescu condanna pubblicamente l’invasione della Cecoslovacchia da parte dei paesi membri del Patto di Varsavia; diventando così il famoso oppositore dell’URSS. I benefici economici di questa apertura verso l’occidente si manifestano attraverso nuovi crediti ed una progressiva apertura del commercio con questi paesi. Se da un lato l’industria conosce anni di sviluppo con la creazione di colossi dell’industria petrochimica, dell’acciaio e del carbone, dall’altro questi enormi cluster industriali divorano le risorse naturali del paese, specie quelle di petrolio e carbone. Questo significa che alla fine degli anni ’70 problemi interni dell’economia, la seconda crisi del petrolio e il raggiungimento del livello massimo di produzione di petrolio nazionale, portano maggiori costi di importazione delle materie prime necessarie per per mettere a queste industrie di funzionare. La mancanza di fondi nazionali implica indebitarsi all’estero a tassi d’interesse alti, la cui restituzione porta a ridurre le importazioni e forzare le esportazioni. Questa politica di austerità riduce drasticamente la disponibilità di alimenti per il consumo interno, energia e riscaldamento privato vengono offerti solo in certi orari, il tutto per dare di più all’industria. Risultato: i paesi occidentali cominciano ad avere dubbi sulla reale intenzione di Ceausescu e dunque i primi tentativi di chiedere il rispetto dei diritti dell’uomo e riforme cominciano a diventare più evidenti. Ceausescu a sua volta comincia a vedere i debiti esteri come lo strumento attraverso il quale gli altri stati cercano di interferire con gli affari interni della Romania, e quindi decide di restituire tutti i debiti senza pensare al peso che questa politica avrà sulla popolazione e sull’economia del paese. Questo lavoro si propone di analizzare l’evoluzione del debito estero, la crisi, le cause della politica di austerità, l’implementazione di tale politica e le relative conseguenze. L’obiettivo è quello di dimostrare come la posizione della società internazionale degli anni ’80 assieme a fattori interni hanno limitato le soluzioni per uscire da questa crisi; per mantenere il regime esattamente com’era, Nicolae Ceausescu poteva solo promuovere la politica di austerità.
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Bortoluz, Michel <1990&gt. "L'Asia-Pacifico tra Obama e Trump (2009 – 2017)". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11474.

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Resumen
Le elezioni di Barack Obama nel 2009 segnarono una svolta nella politica statunitense nella regione asiatico-pacifica. Dopo due anni di tentativi di cooperazione con la Cina, nel 2011 Barack Obama decise di aumentare la presenza statunitense nell’area annunciando l’avvio della strategia multilaterale del rebalancing. Questo elaborato si propone di analizzare le relazioni diplomatiche e securitarie che intercorsero tra Giappone, RPC e USA durante gli otto anni di presidenza Obama; in aggiunta, nella parte conclusiva della tesi si propone una visione delle possibili prospettive per l’Asia-Pacifico sotto la presidenza Trump. Il lavoro si divide in quattro parti. La prima sezione analizza il primo biennio di Obama nelle relazioni con Cina e Giappone, oltre a soffermarsi anche sui nove mesi di governo Hatoyama, il quale cercò di ristrutturare le relazioni bilaterali che il Giappone conduceva con USA e RPC. La seconda sezione affronta la strategia del rebalancing e l’intensificarsi delle tensioni regionali. La terza parte dell’elaborato dà un approfondimento sulle nuove leadership di Xi Jinping e Abe Shinzo, i quali diedero un’impronta riformista ai loro paesi, accentrando tuttavia il proprio potere attraverso un rinnovato nazionalismo. La quarta parte esamina il rebalancing nel secondo mandato di Obama e le relative tensioni bilaterali tra Tokyo-Washington e Pechino. Infine, il capitolo conclusivo propone una disamina del primo anno di presidenza Trump e di come le scelte strategiche dell’amministrazione repubblicana potranno modificare gli assetti strategici della regione asiatico-pacifica.
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Francioni, Matteo <1991&gt. "Il ruolo della comunità giapponese in Brasile nelle relazioni di cooperazione internazionale bilaterale fra Brasile e Giappone". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12143.

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L'argomento della tesi prende in considerazione, come si evince dal titolo, la comunità di migranti giapponesi e relativi discendenti, stanziata in Brasile. Tale comunità rappresenta la concentrazione di popolazione giapponese di dimensioni maggiori al di fuori del Giappone. La parte iniziale della tesi mira a presentare una panoramica del concetto di transnazionalismo mettendo in evidenza quelli che sono stati indicati dalla letteratura transnazionale come i possibili legami e le influenze soprattutto a livello politico che si vengono a creare fra la comunità migrante, il paese di origine e quello di destinazione della dinamica migratoria considerata. Il terzo ed il quarto capitolo prendono in esame la comunità nippo-brasiliana nello specifico, descrivendone le determinanti dell'origine del processo di mobilitazione umana e mettono in luce quelle che sono state, soprattutto a partire dal periodo che va dalla fine del secondo conflitto mondiale ad oggi, le politiche di coinvolgimento verso la comunità  realizzate dal Giappone, le politiche di integrazione del Brasile verso tale minoranza etnica ed infine l'attivismo politico dei nippo-brasiliani verso i contesti di origine e di ricezione. L'obiettivo della tesi è quello di definire la soggettività della comunità nippo-brasiliana alla luce dei notevoli rapporti di cooperazione internazionale fra Brasile e Giappone soprattutto in ambito economico e tecnico.
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Mitri, Angela <1991&gt. "Ricostruire l'economia e l'orgoglio nazionale: Il Giappone e il rapporto con gli Stati Uniti nel ventennio 1960-1980". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12160.

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Resumen
La tesi affronta l’evoluzione del rapporto fra Giappone e Stati Uniti nel ventennio 1960-1980. Il Primo capitolo affronta la relazione economica fra i due paesi. Partendo dall’ascesa economica giapponese descrive poi come il maggior peso economico del Giappone metta in crisi la cooperazione economica con gli Stati Uniti e come di conseguenza i due paesi affrontarono le principali dispute e crisi economiche dell’epoca. Il secondo capitolo affronta l’evoluzione del rapporto di sicurezza. Descrive come il Giappone partendo da una posizione svantaggiata, avendo firmato nel 1951 un Trattato di Sicurezza che lo poneva in una posizione di inferiorità rispetto agli Stati Uniti, riuscirà a negoziare e firmare nel 1960 il Trattato di Mutua Cooperazione e Sicurezza, un trattato che lo poneva in una posizione più eguale rispetto agli Stati Uniti. Affronta poi come il crescente antimilitarismo fra la popolazione giapponese porterà alla crisi del 1960 e di come il rapporto di sicurezza fra i due paesi evolverà dopo la firma del Trattato di Mutua Cooperazione e Sicurezza. Il capitolo si conclude poi con la discussione della questione Okinawa e di come il Giappone riesca a negoziare con gli Stati Uniti la reversione dell’isola. Il Terzo e ultimo capitolo affronta il ruolo del Giappone e degli Stati Uniti in Asia Orientale, di come la guerra del Vietnam modificherà la visione che il Giappone aveva degli Stati Uniti e di come si evolveranno le relazioni con i due principali paesi comunisti: l’Unione Sovietica e la Cina. Concludendo infine come nonostante le crisi e la crescente multipolarità della scena internazionale, il Giappone continuerà a mantenere un rapporto bipolare privilegiato con gli Stati Uniti.
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Loddo, Roberta <1987&gt. "Il volto femminile delle maquiladoras messicane, tra discriminazione e diritti violati". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5522.

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Resumen
Latin America is one of most unequal regions in the globe. Gender based discrimination, poverty and violence are endemic problems that affect that society, in particular the most vulnerable groups, especially women. According to an official report of the Inter- American Court on Human Rights, Mexico is one of the countries with a higher rate of discrimination and inequality based on gender. On one hand the global economy has increased the number of women employed as workforce in the mexican labour market but on the other hand it has contributed to fuel discrimination against women. Mexican maquiladoras represent one of the contexts where women discrimination is perpetuated most because of massive female participation as workforce.Mexico has ratified and implemented different legal instruments, at a national, regional and international level to defende women rights, but the government does not fully respect its obligations to protect women’s rights. The role played by NGOs is important for the defence of such rights. The absence of the mexican State to promote their labour rights, urged women working in maquiladoras to ask for the cooperation of no governamental organisations. The presence of such organizations in the country is fundamental to denounce what happens whitin the maquiladoras plants against women, making pressure on the Mexican institutions to change this situation. Mexico has still a lot to do to reach satisfactory levels on human rights.
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Rossetti, Edoardo. "Visioni di riforma. Il cardinale spagnolo Bernardino López de Carvajal e le élite milanesi nella crisi religiosa di primo Cinquecento (1492-1521)". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2017. http://hdl.handle.net/11577/3426317.

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Resumen
Visioni di riforma, or visions of reform, is my Ph.D. research project. Its focus are the religious discussions that took place during the period of the Italian political crises (1495-1535), and, in this context, the relationship between Milanese society and Bernardino López de Carvajal (1456-1523). Carvajal, a native of Plasencia, in Estremadura, became cardinal of Santa Croce in Gerusalemme in 1495. He sojourned in Milan for the first time in 1496-97, as papal legate to the Sforza court. Subsequently, he returned to the Lombard capital for the schismatic council sponsored by the King of France, Luis XII, in 1510-11. Carvajal assumed a leading role in the organization that preceded the council itself. In both 1496-97 and 1510-11 the cardinal established a close relationship with some milanesi; especially with people that were deeply involved with the promotion of the Amadeites and Jesuati congregations. His two stays in Milan offered Carvajal also the opportunity to come into contact with with some local artists: the wood carvers de’ Donati, and the painters Bernardino de’ Conti and Bartolomeo Suardi, called Bramantino. In 1496, Carvajal probably met Bramante, and it is possible that was involved with architect's moving to Rome. As the protector of the Amadeites, the Spanish cardinal commissioned Bramante to work in their Roman church of San Pietro in Montorio on behalf of the king of Spain. My dissertation is structured into four sections. I will start with, an overview of the situation before the schismatic council. The first chapter will be dedicated to the cultural circle centered around Gaspare Ambrogio Visconti, poet and main patron of Bramante in Milan. Documents connect him to the trial for heresy of a Balkan friar that was preaching in Milan during the Lent of 1492. Anti-friars discussions, calls for reform of the Roman court, interest for the ancient languages ​​of the Bible, appeals to translate of sacred texts in vernacular languages to facilitate the understanding of the lay, eschatological anxiety for an imminent end of the world, are all element of this cultural context. As some writings composed just after the death of Visconti reveal, between the discussion's topics was the discovery of the New World and the condition of its inhabitants in relation to the redemption bought by Christ. If Visconti and his circle are mostly known for their relationship with Bramante, and for the famous Uomini d’armi painted in the former's house, it is necessary to connect to this social word 'popular' religious imagines (for exemple of the Antichrist and of the Apocalypse) that were printed in the printing press sponsored by Visconti. Expanding the material discussed in the first section, the second will be aimed at reconstructing sacred spaces (often unfortunately destroyed) built by observant friars, and will focus on the social relationship between Milanese people and mendicant reformed friars. Most of this part is based on a new archival research on Lombard last wills and testaments from the fifteenth and sixteenth centuries. I will then move to the pre-council works and the actual counciliar sessions of the ecclesiastics that met with the support of King Louis XII of France and Emperor Maximilian I to reform the Church. The council originally assembled in Pisa, but was forced to relocate, first to Milan, then to Asti, and finally to Lyons, because of the reaction of Pope Julius II. The main protagonist of the third section of my dissertation will be of course Cardinal Bernardino Lopez de Carvajal. A large part of this chapter will be dedicated to his persona and the role he played during the council Pisa-Milan. His partecipation culminated in his election as Antipope Martin VI, the ideal successor of Martin V, the pope elected by the Council of Constance in 1417. Carvajal felt the need of reforming the church, an eschatological anxiety and was supportive of the reconquest of the Holy Land. All themes were discussed by some of Milanese that participated in meetings at home Visconti, by ex ducal secretaries, and Amadeites supporters. I will therefore discuss how these interest interlaced and overlapped. Carvajal patronage in Milan will be then taken into consideration. He was involved in decoration of the Amadeites and Jesuati churches in Milan and Pavia, and also in the renovation of the monastery of Chiaravalle. In particular Carvajal ordered a depiction of the Last Judgment in San Girolamo in Milan that probably completed by an altarpiece, the Crucifixion of Bramantino now in Brera. The same painter realized a Lamentation over the Dead Christ for the Hierusalem’s chapel in Santa Croce in Rome. Considering these works of art in an overview of Carvajal's patronage reveals the political intent and religious ideas of the cardinal. As a conclusion, I will examine post-counciliar events, and will focus on the second French domination of Milan (1515-21). I will argue that the experience of the council left a deep impression on Lombard society, especially on the Dominicans observant of Santa Maria delle Grazie, the Jesuati, the brotherhood of Santa Corona, and the Augustinian nuns of Santa Marta and San Lazzaro. The reading of the Apocalypsis Nova, probably left in Milan by Carvajal, characterizes this group that titled its meetings to the Divina Sapientia, and the personification of the godly wisdom that was an emblem of the Spanish cardinal. The deep mark left by the prospect of ecclesiastical reform promised in the council is visually revealed in some of work Bernardo Zenale, Bernardino Luini (who was especially connected with this group) and Bramantino. But also the later reuse of blocks for printing the images that decorated the acts of the council is a strong testimony of shared ideals and intent of this part of the Milan society with the councilar’s fathers. A review of the contemporary work of Isidoro Isolani and Matteo Bandello (that were published years later) allows to create a lively environment. The conclusive symbolic event of this period is the Milanese edition (the only Italian edition) of the Iulius exlusus e coelis by Erasmus that traces in the satiric tone of the council events. The leader of the publishing operation is Andrea Calvi, who was soon to be involved in the dissemination of Lutheran texts.
Il progetto di ricerca si incentra sulle discussioni religiose lombarde tra la fine del XV e i primi anni del XVI secolo, in un periodo che corrisponde all’ultima fase del governo sforzesco e alle due dominazioni francesi del ducato di Milano. Ampio spazio è riservato all’analisi delle relazione culturali e delle devozioni personali di aristocratici letterati, editori mercanti, cancellieri e segretari ducali milanesi. Ne emerge un quadro di anticlericalismo marcato, di attese escatologiche, di una forte tensione alla riforma della chiesa mediata dalle osservanze degli ordini mendicanti, in parte simile a quello di altre realtà europee contemporanee che sembrava del tutto estraneo alla realtà lombarda. In questo contesto uno spazio particolare è riservata alla figura del cardinale castigliano Bernardino Carvajal. L’alto prelato fu più volte presente sulla scena milanese come legato pontificio prima (1496-1497) e come animatore del concilio promosso da Luigi XII per destituire Giulio II (1510-1512). Divenuto inviso al re d’Aragona, ma favorito dal re di Francia dopo la morte di Georges d’Amboise per una possibile successione pontificia, il cardinale fu al centro di ambienti velati di un certo grado di eterodossia e promotore di una serie di controverse iniziative. Il suo nome è legato alla diffusione dell’Apocalypsis Nova e può essere ora messo in relazione con il cenacolo spirituale della Divina Sapienza legato al monastero milanese di Santa Marta. Il forte legame stretto con una parte dell’élite culturale lombarda può essere letto come il detonatore della vivace situazione religiosa della Milano della seconda dominazione francese. Le fonti utilizzate per la ricerca includono una disamina dei legati devozionali dei testamenti milanesi, un’analisi delle committenze artistiche del cardinal Carvajal (da Roma, a Milano, alla nativa Plasencia) della congregazione dei gesuati di San Girolamo, nonché dell’intero etourage lombardo del cardinale.
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Rossi, Elena <1986&gt. "Sicilia e Andalucía: due regioni mediterranee a confronto". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1637.

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Confronto storico, geografico, economico, culturale e geopolitico tra Sicilia e Andalucía, due regioni mediterranee per molti aspetti simili, ma allo stesso tempo diverse sotto vari punti di vista. Si tratta di due territori con un passato glorioso, un presente caratterizzato da diversi problemi ed un futuro incerto.
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Zanus, Fortes Linda <1984&gt. "ISTRUZIONEBRASILE STATI UNITI A CAONFRONTO". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1891.

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Salvini, Giorgia <1987&gt. "Extraterritorial asylum policies in Australia and EU". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1981.

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Il diritto d'asilo è sempre più eroso negli stati occidentali. Europa ed Australia forniscono un chiaro esempio di politiche diverse, ma sempre mirate allo stesso obiettivo: negare il diritto all'accesso al territorio dove inoltrare la richesta d'asilo, traslando i conseguenti obblighi internazionali su altri stati, spesso senza considerare appieno le possibili conseguenze.
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Bormida, Davide <1987&gt. "Il ruolo del Discorso Politico nelle Relazioni Internazionali: Ronald Reagan and the Cold War". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2310.

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La definitiva conclusione della Guerra Fredda ha visto come protagonisti il presidente americano George Bush e il leader sovietico Mikhail Gorbachev, ma i rapporti verso la soluzione del conflitto hanno preso il via a partire dal dialogo intrapreso da Gorbachev e il presidente Ronald Reagan. Sull’operato di Reagan a questo proposito i pareri sono estremamente contrastanti, ma anche i suoi detrattori ammettono che avesse la grande capacità di comunicare con il pubblico e di essere un buon mediatore. Il suo intervento è stato decisivo per la risoluzione del conflitto; questo fatto, da solo, non risulta essere originale come oggetto di indagine. Diventa invece territorio di ricerca unire il “cosa” con il “come”, cioè andare a verificare le strategie utilizzate per il consenso, non solo all’interno del suo paese, ma anche al di fuori di esso, tra alleati e nemici. Questa tesi si propone di analizzare il Discorso Politico di Reagan: l'analisi è improntata sia sulla situazione storico-politica, che ha creato il contesto in cui gli “speech” sono stati presentati, sia sul contenuto e sulle scelte linguistiche e lessicali operate dall’oratore. Esiste un’ampia gamma di strumenti utili per questo tipo di analisi; questo studio si propone di utilizzare una metodologia che preveda l’unione di un’analisi di tipo qualitativo ad una di tipo quantitativo per mettere in luce la strategia di comunicazione operata da Reagan. In tal senso è stato utilizzato il software WordSmith Tools, che permette un’accurata analisi quantitativa. In questa ricerca l’analisi del contesto storico-politico si fonde con l'analisi linguistica (qualitativa e quantitativa); le osservazioni che si possono trarre delineano precise strategie di comunicazione che più tardi faranno scuola sul piano politico, utilizzate da Democratici e Repubblicani, da Destra e Sinistra storica europea, fino ad arrivare agli esponenti della politica contemporanea. “The Great Communicator” ha in qualche modo contribuito a modificare il profilo dell’uomo politico, attraverso il processo di personalizzazione e l’utilizzo delle competenze extrapolitiche di un outsider; ha anche caratterizzato la tendenza della leadership per gli anni successivi. Analizzando i testi degli “speech” si possono cogliere gli elementi precisi della costruzione del suo personaggio, i termini che riescono a legare l’uditorio all’oratore, la strategia atta a ottenere il consenso per le policy proposte, il passaggio da una “visione della sua America” alla proposta di condivisione della stessa. In questo modo è possibile evidenziare le caratteristiche di questo iter: dall’esistenza di un filo conduttore “intrinseco”, che si dipana fin dagli esordi verso l’ottenimento di una “pace onorevole”; ai significativi ed impegnativi cambiamenti delle linee politiche, determinati dalle situazioni contingenti della politica estera; dall’imprescindibile connessione, nella visione reaganiana, tra la politica interna e quella internazionale; all’altrettanto strettissimo legame tra la retorica e l’azione politica. Grazie al potere delle parole Reagan è riuscito a comunicare la sua visione dell’America, cercando di elevare lo spirito e la morale del popolo statunitense grazie al linguaggio. Fu Reagan stesso a scrivere al capo del suo staff, James A. Baker, che la cosa più importante che insieme avevano cercato di recuperare nell’America consisteva proprio nel senso dell’ottimismo di cui gli Stati Uniti avevano bisogno. Un cambio di morale basato su un’attenta lettura dei principi della Costituzione, sul ricorso all’enunciazione dei suoi valori fondanti; ma anche dei sogni, delle speranze, dei mille aneddoti legati tanto ai “grandi esempi” quanto alla quotidianità vissuta dall’uomo comune. La Sua America.
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Stella, Alessia <1986&gt. "Looking Forward: Australia's Relations with the People's Republic of China in the Twentieth Century". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2733.

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The primary intent of the present dissertation is to analyse Australia’s relations with the People’s Republic of China from 1949 until the first decade of the 2000s. However, before examining the Sino-Australian relationship, it is analysed the history of Australia’s foreign policy, significantly developed at the beginning of the 1900s. Firstly closely subdued by Great Britain and later largely conditioned by United States, Australia’s foreign policy attained some degree of independence when it was expanded to the countries of the South-East Asian Region. In 1949, Australia faced one of the central events of the region, the establishment of the People’s Republic of China, the country with which Canberra has developed one of its most important bilateral relationship. As a matter of fact, the growing importance of China led Canberra to strengthen its connections with Peking, although diplomatic relations between the two countries were not established until 1972. As a result of the Chinese internal troubles, its international challenges and its regional predominant influence, the People’s Republic of China has represented the most complex foreign policy dilemma to Australia. During the 1950s and the 1960s, the Sino-Australian relationship was also influenced by Canberra’s dependence to Washington and its hostility towards the Chinese Communists. On the contrary, in the following decades, both countries have enjoyed a relationship of mutual understanding and cooperation, albeit some problems and crisis affected the friendship. The dissertation examined the reasons of such problems, explaining how the historical and political relations, guided mostly by economic reasons, have developed creating also important social and cultural connections. These connections increased to a point in which the strong and dynamic interactions between the two nations led to the growth of a significant community of Chinese Australians. The last part of the dissertations represents the cultural counterpart of the political and diplomatic Sino-Australian relationship. They are described the experiences lived by the Chinese and the Australians citizenship in first person. The Chinese, in particular, narrate their lives in Australia and the problems they encountered: from the menace of Yellow Peril which affected the first Chinese gold-seekers, to the menace of the Red Peril which blamed the Chinese Communist, to the last generation of Chinese Australians who were born and grown in Australia, knowing little or nothing of their Chinese historical roots.
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Gamba, Elisa <1982&gt. "Managing international relations at university: Ca' Foscari case". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2870.

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Tiano, Aniello <1984&gt. "Apartheid e Multinazionali: un'analisi del coinvolgimento statunitense in Sudafrica". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3361.

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L’obiettivo della ricerca è quello di descrivere il ruolo delle Multinazionali di origine statunitense in Sudafrica durante il periodo dell’Apartheid. La prima parte verrà dedicata a concettualizzare le Multinazionali in generale. Si analizzeranno i concetti, le definizioni, l’evoluzione storica e il loro ruolo nel contesto economico e politico internazionale prendendo in considerazione alcuni degli studiosi piu affermati in materia. Nella seconda parte approfondiremo il processo economico, storico e politico che ha portato la stabilizzazione del sistema dell’Apartheid. Contemporanemente, analizzeromo l’evolversi della partecipazione del capitale straniero nell’industria sudafricana. Nella terza parte, prendendo in considerazione come punto di partenza il massacro di Sharpeville nel 1960, questo studio contribuirà a descrivere dettagliatamente gli investimenti delle Multinazionali statunitensi in Sudafrica, e la loro collaborazione con il Regime. Di pari passo si spiegherà la connessione che intercorre tra gli interessi governativi americani e le proprie aziende operanti sul territorio suadricano, e le relazioni tra il Governo americano e quello sudafricano per la stabilità della regione dell’Africa Meridionale. Infine, prenderemo in considerazione la politica reaganiana del “Constructive Engagement”, e i suoi punti di connessione con la fine dell’Apartheid.
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Fortunato, Agata Maria Rosaria <1984&gt. "Italia-Argentina:un viaggio di ritorno?Un'analisi dei flussi migratori degli italo-argentini in Italia(1990-2013)". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4329.

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This paper deals with the subject of migration. It is made up of three chapters: in the first chapter special attention is given to the Italian emigration, the peculiarities of the regions, the different destinations and, above all, the Italian emigration to Argentina, emphasizing the Argentinean laws to encourage immigration; the second chapter analyzes the Argentinean economic-political situation from 1983 until today; finally, the third chapter concerns with the immigration of re-entry of Italians’ descendants from Argentina to Italy, particularly to the Veneto region.
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Giacomarro, Claudia <1987&gt. "Dialogo, integrazione, cooperazione: la strategia europea per lo sviluppo sostenibile in America Latina". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4673.

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The aim of this study is to evaluate the relationships between European Union and Latin America through the analysis of two cooperation programmes – EUROSOCIAL and EUROCLIMA – which are promoted by EuropeAid, a new Directorate–General responsible for designing EU development policies and delivering aid through programmes across the world. The first part deals with the attempts to integration and the origins and evolutions of the regionalism process in Latin America. Secondly, the elaborate will provide a detailed analysis of EU and MERCOSUR relationships based on Interregional Framework Cooperation Agreement and the EU-CELAC action plan. The third and last part will focus on development and cooperation in Latin America countries and, in particular, on the impacts that EUROCLIMA and EUROSOCIAL programmes have being having in the area.
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Lucchini, Michele <1985&gt. "Argentina-Brasile: studio comparativo sulle dittature ed i processi di democratizzazione". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4685.

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Lamanna, Michele Angelo <1988&gt. "Pinochet: padre del Chile moderno o semplice dittatore?" Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5527.

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Tesi Lamanna: Pinochet, padre del Chile moderno o semplice dittatore? - Introduzione Il lavoro presentato si prefissa di analizzare il fenomeno alquanto anomalo dei gruppi a favore del regime di Pinochet, che detenne il potere fino ai primi anni ’90 in Chile. La particolarità di questi gruppi di sostegno è il fatto di essere sorti praticamente tutti nel periodo successivo alla caduta del Generale, senza dei veri predecessori al tempo del regime, e di essere proseguiti nel loro sforzo fino ad oggi, con varie manifestazioni anche recenti, fonti di disordini e forti contestazioni. Il cuore della questione è una rivalutazione dell’operato di Pinochet, che a detta dei suoi sostenitori, dovrebbe essere considerato alla stregua di un “padre della patria” dato l’apporto che avrebbe saputo dare allo sviluppo cileno, e grazie alle riforme attuate nel tempo, che avrebbero impedito una influenza sovietica all’epoca del suo insediamento. Per contro, naturalmente, vengono imputati a Pinochet e ai suoi gerarchi un altissimo numero di morti e di violazioni contro i diritti umani, impossibili da ignorare dall’opinione pubblica. Ma perché un fenomeno simile dovrebbe manifestarsi e addirittura acuirsi col tempo? Per rispondere a tale domanda (o provare a farlo) si effettuerà prima una breve analisi della storia dei regimi in Sud America, per indagare le basi del movimento dittatoriale nell’area. Dopodiché ci si concentrerà sulle fasi che portarono alla presa di potere di Pinochet, sottolineando l’importanza del momento storico che il Cile stava vivendo in quel periodo. Infine, dopo uno spaccato del ventennio di regime, seguirà la principale analisi della tesi, ossia la presa in esame di tutti i movimenti nati in seguito, le loro ragioni e gli ideali da essi perseguiti, e soprattutto le reazioni suscitate da un simile atto controcorrente, confrontato anche con quello di altri movimenti pro regime “nostalgici” che si rifanno a vecchi totalitarismi. - Capitolo Primo: Breve fenomenologia dei regimi latino americani - Capitolo Secondo: Allende e la grande svolta socialista, con conseguente golpe - Capitolo Terzo: Il regime di Pinochet - Capitolo Quarto: Il fenomeno dei gruppi di sostegno - Conclusione In base ai risultati raggiunti, verranno dunque esposti i traguardi raggiunti e un eventuale giudizio su questo fenomeno, definibile quindi come anomalo o meno. Si proverà anche a stabilire se il fenomeno sia destinato a calare d’intensità oppure a continuare ed aumentare in futuro.
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Castellan, Elisabetta <1990&gt. "Anti-Americanism in Latin America and the Caribbean: A Swing Between Hostility and Admiration". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10417.

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La contrapposizione fra sentimenti ostili o favorevoli verso gli Stati Uniti, ancor prima della Proclamazione d’Indipendenza, si instaura all’interno di un dibattito più generale su argomenti di carattere filosofico e politico. L’aspetto più accattivante del sentimento anti-Americano è proprio la contrapposizione fra l’ammirazione e l’ostilità nei confronti della Superpotenza, opinioni contrastanti che spesso, presso alcuni popoli, convivono alternandosi a seconda dei periodi. Nel corso dei decenni si è assistito alla gestione della politica estera statunitense, alle proteste contro la stessa, e alle reazioni della Superpotenza. Questo progetto indaga circa lo sviluppo dell’anti-americanismo e la letteratura esistente sull’argomento, analizzandone le origini e le contraddizioni, il sistema di pensiero statunitense e la fonte dei conflitti con l’America Latina. Partendo da un’analisi sull’anti-americanismo nel mondo occidentale, in particolare in Europa, culla del criticismo nei confronti degli Stati Uniti, illustrerò poi l’evoluzione del fenomeno in America Latina. Affronterò la tematica prima a livello generale, studiando la diffusione e la consistenza dell’anti-americanismo con l’ausilio di sondaggi effettuati negli ultimi decenni, poi in particolare analizzerò il caso messicano, così emblematico per la memoria storica del paese, costretto a confrontarsi con la presenza ingombrante di un vicino che ha rubato metà del suo territorio, fatto che non è scomparso dalla memoria nazionale. Offrirò inoltre uno sguardo sulle condotte statunitensi, le correnti di pensiero che le hanno permeate, e che hanno inevitabilmente contribuito alla nascita e diffusione del fenomeno anti-americano.
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Ambrosi, Cristina <1991&gt. "La violencia fronteriza e le FARC: analisi del fenomeno del desplazamiento colombiano in Ecuador durante il secondo mandato di Álvaro Uribe Vélez (2006-2010)". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14594.

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La frontiera rappresenta uno spazio che può ospitare individui, un territorio mobile dove si incontrano o scontrano identità diverse; può essere una frontiera politica, economica, di separazione o di contatto; è un luogo di attraversamento, una zona di blocco o lo spazio della criminalità vincolata alla violenza. Colombia ed Ecuador condividono 586 km di frontiera e un problema comune, quello del narcotraffico che, dopo la caduta dei più grandi Cartelli della droga – Cali e Medellin – negli anni novanta, è stato principalmente gestito da las Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia. L’obiettivo dell’elaborato è quello di analizzare il flusso di desplazamiento forzado verso l’Ecuador durante il secondo mandato del governo colombiano di Álvaro Uribe Vélez (2006-2010). Nello specifico si osserverà come la presenza delle coltivazioni di cocaina e la conseguente applicazione militare del Plan Colombia (2000-2007) nei dipartimenti strategici delle FARC lungo il confine meridionale del paese, ha portato all'aumento dei fenomeni di violenza, considerati come una delle maggiori cause della migrazione della popolazione locale. Tale flusso migratorio si intensificò dal primo marzo 2008 a causa dell’inasprimento del conflitto con i gruppi armati e dell’operazione Fénix, incursione colombiana sul territorio ecuadoriano in cui perse la vita l'obiettivo della missione Raúl Reyes Silva, uno dei maggiori esponenti delle FARC.
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Giampaolo, Camilla. "Transizione spagnola e memoria storica. Un’analisi delle leggi Ley de amnistía e Ley para la memoria histórica e della loro ricezione nelle politiche educative in Spagna". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/5220/.

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Questo elaborato ha l'obiettivo di analizzare due testi di legge spagnoli, la "Ley de amnistía" del 1977 e la "Ley para la memoria histórica" del 2007 e la loro ricezione nelle politiche educative della Spagna. Il lavoro di ricerca, svolto nella città di Madrid, si è focalizzato soprattutto sull'analisi descrittiva di dieci manuali di storia utilizzati in due "Institutos de enseñanza secundaria" e sul commento delle interviste fatte a cinque docenti operanti in questi istituti.
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Guillemot, Marc <1981&gt. "Le Politiche Pubbliche Brasiliane nello Scenario Internazionale: Nuove Rappresentazioni". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2512.

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L’oggetto della ricerca è studiare il Brasile, “creato” secondo gli interessi di settori sociali dominanti, arretrati (oligarchia latifondista e i suoi alleati). Si analizzerà la mutazione degli interessi delle classi egemoni, dalla colonizzazione in poi, e relative conseguenze. Si esaminerà il processo di Nation Building del Brasile, cogliendo il cambiamento d’immagine internazionale del Paese prodotta dalla Presidenza del Governo Lula. Si osserverà come la qualità di vita di un ampio spettro di persone sia migliorata attraverso le politiche sociali e queste ultime siano un investimento a lungo termine per garantire un benessere maggiore per la Nazione. L’obiettivo della tesi è di dimostrare, con l’esempio del Brasile, che il cosiddetto Terzo Mondo può uscire dalla miseria che lo attanaglia. Il Brasile, ricco in materie prime, risorse naturali e umane, riveste importanza per l’Europa per un duplice motivo: fa parte delle economie emergenti del BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), ed è fra i Paesi leader del Sudamerica. La tesi si sviluppa in tre capitoli: 1) Una ricerca per conoscere il processo di Nation Building del Paese: ripercorrere il percorso storico brasiliano, dalla cosiddetta “scoperta dell’America” fino al processo di democratizzazione iniziatosi alla fine della dittatura militare del ’64-’85, consentirà di capire la problematica della dipendenza strutturale del Brasile e conseguentemente ricostruire come il Paese apparisse agli occhi di tutto il Mondo. 2) Un’analisi delle politiche pubbliche adottate in epoca contemporanea. Senza rovesciare gli equilibri del sistema, il Presidente Lula raggiunge i suoi obiettivi primari: la “lotta alla fame” e un “Brasile, paese di tutti”. Si può costatare che con gli ultimi due governi c’è un forte tentativo di tutela verso le fasce più deboli della società (indigeni, afro-brasiliani, donne, indigenti) con particolare riguardo alla salute ed alla educazione dei minori. 3) Una ricerca su articoli della stampa europea, specialmente di Italia, Francia, Spagna e Gran Bretagna. Questa analisi consentirà di capire com’è cambiata l’ottica europea nei confronti del Brasile e quale sia l’immagine di cui gode questo “nuovo Paese”. Durante il primo decennio del XXI sec. i notiziari europei hanno parlato sempre più frequentemente del Brasile: l’Europa temeva, che con l’elezione a Presidente dell’ex-sindacalista Lula il Brasile potesse assumere posizioni estremiste. Al contrario, Lula si è dimostrato non solo democratico e moderato nei rapporti internazionali, ma ha anche guidato il Paese cercando di appianare le differenze economiche. Sommato tutto questo al boom economico, i media di tutto il mondo hanno rispolverato vecchi titoli e slogan come “Il gigante si è svegliato” “Il paese del futuro” “Il miracolo Brasiliano”. Il fenomeno del Brasile ci permette di capire la relazione esistente tra la massa ed i suoi leader. In un passato anche recente il Brasile era famoso per estesissime favelas e ricchezza esclusiva di pochissimi fortunati (calciatori e modelle); adesso è un interlocutore internazionale nel campo tecnologico, scientifico, economico e dei Diritti Umani. In effetti, soltanto con la partecipazione del popolo, investito di responsabilità verso il proprio Paese, è possibile fare tutti quei progressi che permettono lo sviluppo nazionale. Perciò si dimostrerà che è possibile uscire da vecchi stereotipi se esiste la volontà politica per un progetto di cambiamento sociale sostenibile. A conclusione, si proverà come le nuove politiche pubbliche del Brasile si possano considerare come l’esempio di una visione innovativa in cui crescita economica e redistribuzione della ricchezza sono fra loro complementari.
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CORVEDDU, MARIO SALVATORE. "L'ARTE DELLA PELLE E DEL CUOIO. EVOLUZIONE DEL LESSICO SPECIALISTICO SPAGNOLO TRA I SECOLI XVIII E XIX". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/24614.

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In Spagna, nel periodo storico compreso tra i secoli XVIII e XIX, il profondo desiderio di progresso diede vita a un momento di grande dinamicità per i settori tecnico-scientifici. L’entrata di nuove conoscenze provenienti da paesi esteri, unita alle scoperte della chimica e della meccanizzazione, influenzò i principali settori produttivi che, in quel momento, erano di natura artigianale. In questo contesto si assiste alla lenta ma inesorabile transizione dalle produzioni artigianali delle corporazioni all’industria. Il presente lavoro di ricerca osserva le dinamiche lessicali di questo mutamento, focalizzandosi su un dominio specifico: arti e mestieri della pelle. Lo studio, attraverso un approccio metodologico che spazia tra aree disciplinari linguistiche come la lessicologia e la lessicografia ed extra-linguistiche, si pone il raggiungimento di tre obiettivi. In primo luogo, viene per la prima volta censito ed analizzato il lessico delle arti e mestieri della pelle, osservato nel cruciale passaggio da arte a industria. In secondo luogo, viene osservata la capacità di adattamento del lessico alle nuove esigenze espressive mediante l’analisi dei meccanismi di creazione lessicale. Da ultimo, lo studio si propone di verificare l’esistenza di un legame che unisce lo sviluppo di una lingua alle dinamiche che interessano il contesto socio-culturale.
The Spanish society, between the eighteenth and nineteenth centuries, felt a need for progress which leads to an important period of development in technical and scientific fields. The circulation of concepts and knowledges coming from foreign countries and the impressive progress of chemistry and mechanics influenced the most important manufactures, characterized by a traditional craftsmanship. This is the context of a slow but inexorable transition to the industrial production. The aim of the present work is to observe the lexical dynamics analysing a specific domain: the art of tanning leather. The research, by an interdisciplinary methodological approach, achieves three objectives: collecting and analysing the Spanish leather tanning lexicon in its crucial passage from local craft to industry, observing the lexicon self-adaptation capability to the new communicative needs by analysing the lexical creation mechanisms and verify the existence of a link between the evolution of a language and the dynamics that concern the socio-cultural context.
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CORVEDDU, MARIO SALVATORE. "L'ARTE DELLA PELLE E DEL CUOIO. EVOLUZIONE DEL LESSICO SPECIALISTICO SPAGNOLO TRA I SECOLI XVIII E XIX". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/24614.

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In Spagna, nel periodo storico compreso tra i secoli XVIII e XIX, il profondo desiderio di progresso diede vita a un momento di grande dinamicità per i settori tecnico-scientifici. L’entrata di nuove conoscenze provenienti da paesi esteri, unita alle scoperte della chimica e della meccanizzazione, influenzò i principali settori produttivi che, in quel momento, erano di natura artigianale. In questo contesto si assiste alla lenta ma inesorabile transizione dalle produzioni artigianali delle corporazioni all’industria. Il presente lavoro di ricerca osserva le dinamiche lessicali di questo mutamento, focalizzandosi su un dominio specifico: arti e mestieri della pelle. Lo studio, attraverso un approccio metodologico che spazia tra aree disciplinari linguistiche come la lessicologia e la lessicografia ed extra-linguistiche, si pone il raggiungimento di tre obiettivi. In primo luogo, viene per la prima volta censito ed analizzato il lessico delle arti e mestieri della pelle, osservato nel cruciale passaggio da arte a industria. In secondo luogo, viene osservata la capacità di adattamento del lessico alle nuove esigenze espressive mediante l’analisi dei meccanismi di creazione lessicale. Da ultimo, lo studio si propone di verificare l’esistenza di un legame che unisce lo sviluppo di una lingua alle dinamiche che interessano il contesto socio-culturale.
The Spanish society, between the eighteenth and nineteenth centuries, felt a need for progress which leads to an important period of development in technical and scientific fields. The circulation of concepts and knowledges coming from foreign countries and the impressive progress of chemistry and mechanics influenced the most important manufactures, characterized by a traditional craftsmanship. This is the context of a slow but inexorable transition to the industrial production. The aim of the present work is to observe the lexical dynamics analysing a specific domain: the art of tanning leather. The research, by an interdisciplinary methodological approach, achieves three objectives: collecting and analysing the Spanish leather tanning lexicon in its crucial passage from local craft to industry, observing the lexicon self-adaptation capability to the new communicative needs by analysing the lexical creation mechanisms and verify the existence of a link between the evolution of a language and the dynamics that concern the socio-cultural context.
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NOCETO, FILIPPO. "Impostazione della causa nell’esperienza codificatoria spagnola e italiana fra XIX e XX secolo – Premesse storico-ricostruttive". Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2022. http://hdl.handle.net/11567/1082400.

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Abstract Il presente lavoro intende realizzare una ricostruzione critica dell’evoluzione storico-normativa concernente la disciplina dell’introduzione e trattazione della controversia negli ordinamenti italiano e spagnolo fra XIX e XX secolo. In questa prospettiva si dedica particolare attenzione alla genesi dei rispettivi modelli di codificazione ‘moderna’ e al successivo dibattito sulle riforme e tentativi di riforma precedenti l’emanazione dei codici attualmente in vigore. Il tutto nell’ottica di evidenziare significative affinità fra esperienze evolutive tradizionalmente considerate a sé stanti.
Abstract This work intends to provide a critical reconstruction of historical development concerning the legal framework of civil pre-trial procedure in Italian and Spanish legal systems between the 19th and 20th century. In this perspective special attention is focused on respective models of ‘modern’ codification as well as on subsequent reforms until the enactment of current civil procedure codes. All with a view to highlighting relevant similarities between historical evolutions traditionally considered in their own right.
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CORSI, ALESSANDRO. "TRA PALLADE E BACCO. PROFILO ISTITUZIONALE E ASPIRAZIONI UMANISTICHE NELLE ACCADEMIE LETTERARIE MILANESI DURANTE IL PERIODO SPAGNOLO (1548-1715)". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2019. http://hdl.handle.net/10280/59474.

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Resumen
Il presente elaborato esamina la trasformazione degli assetti istituzionali adottati dalle accademie letterarie milanesi nell’arco cronologico racchiuso fra la comparsa delle adunanze tra le mura cittadine e l’avvicendamento della dinastia regnante conseguente al trattato di Utrecht. La ricostruzione della fisionomia assunta dal fenomeno associativo nel periodo considerato è compiuta attraverso l’individuazione delle personalità che alimentarono gli sforzi eruditi, il riconoscimento dei gruppi che componevano la costellazione delle élite intellettuali attive nella compagine urbana, la contestualizzazione dei progetti culturali, nonché delle frizioni politiche, poste a sostrato delle iniziative intraprese e la definizione dei tratti spiccatamente ambrosiani progressivamente stratificatisi nei recinti accademici. La proposta esegetica dei componimenti ad opera dall’Accademia della Val di Blenio, mossa a partire dai rilievi storici effettuati intorno alla parabola bio-bibliografica del Facchino Cosme de Aldana, precede lo studio documentario relativo alle fondazioni accademiche occorse nei centri scolastici cittadini, frutto della sinergia tra la curia arcivescovile, gli ordini religiosi coinvolti nell’educazione dei giovani e gli organi di rappresentanza patrizia milanesi. I rinvenimenti archivistici relativi alle riunioni degli Inquieti introducono quindi alla disamina del percorso di consolidamento di un “sistema di virtù”, metronomo delle radunanze barocche, nella sua declinazione ambrosiana, che entrerà in crisi allo scadere del XVII secolo.
By adopting a long-term period chronological perspective, this research analyses the institutional frameworks’ development of Milanese literary academies between their appearance in the city area and the beginning of Austrian government’s jurisdiction after the Peace of Utrecht. Key objectives of the phenomenon’s historical reconstruction are: the identification of patrons who promoted the academies’ dissemination; the description of associational networks made up by different intellectual elite groups operating in Milan; the contextualization of cultural projects - and resulting under covered political tensions - that influenced the academical pattern’s expansion process; finally, the gradual constitution of a peculiar Ambrosian identity related with this associations’ typology. The exegesis of the “Badia della Val di Blenio” academy’s literary production, deduced by the historical examine of the “Facchino” Cosme de Aldana’s bio-bibliographical experience, introduces the enquiry on students’ academical foundations, which were the result of the cooperation between the archiepiscopal curia, religious orders involved in the educational programs and representative bodies of Milanese patricians. Archival discoveries on Inquieti’s meetings contribute in depicting the progressive composition of a coherent Ambrosian “system of virtues” (the baroque reference point for academical activities), that got into a substantial crisis at the end of seventeenth century.
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CORSI, ALESSANDRO. "TRA PALLADE E BACCO. PROFILO ISTITUZIONALE E ASPIRAZIONI UMANISTICHE NELLE ACCADEMIE LETTERARIE MILANESI DURANTE IL PERIODO SPAGNOLO (1548-1715)". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2019. http://hdl.handle.net/10280/59474.

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Il presente elaborato esamina la trasformazione degli assetti istituzionali adottati dalle accademie letterarie milanesi nell’arco cronologico racchiuso fra la comparsa delle adunanze tra le mura cittadine e l’avvicendamento della dinastia regnante conseguente al trattato di Utrecht. La ricostruzione della fisionomia assunta dal fenomeno associativo nel periodo considerato è compiuta attraverso l’individuazione delle personalità che alimentarono gli sforzi eruditi, il riconoscimento dei gruppi che componevano la costellazione delle élite intellettuali attive nella compagine urbana, la contestualizzazione dei progetti culturali, nonché delle frizioni politiche, poste a sostrato delle iniziative intraprese e la definizione dei tratti spiccatamente ambrosiani progressivamente stratificatisi nei recinti accademici. La proposta esegetica dei componimenti ad opera dall’Accademia della Val di Blenio, mossa a partire dai rilievi storici effettuati intorno alla parabola bio-bibliografica del Facchino Cosme de Aldana, precede lo studio documentario relativo alle fondazioni accademiche occorse nei centri scolastici cittadini, frutto della sinergia tra la curia arcivescovile, gli ordini religiosi coinvolti nell’educazione dei giovani e gli organi di rappresentanza patrizia milanesi. I rinvenimenti archivistici relativi alle riunioni degli Inquieti introducono quindi alla disamina del percorso di consolidamento di un “sistema di virtù”, metronomo delle radunanze barocche, nella sua declinazione ambrosiana, che entrerà in crisi allo scadere del XVII secolo.
By adopting a long-term period chronological perspective, this research analyses the institutional frameworks’ development of Milanese literary academies between their appearance in the city area and the beginning of Austrian government’s jurisdiction after the Peace of Utrecht. Key objectives of the phenomenon’s historical reconstruction are: the identification of patrons who promoted the academies’ dissemination; the description of associational networks made up by different intellectual elite groups operating in Milan; the contextualization of cultural projects - and resulting under covered political tensions - that influenced the academical pattern’s expansion process; finally, the gradual constitution of a peculiar Ambrosian identity related with this associations’ typology. The exegesis of the “Badia della Val di Blenio” academy’s literary production, deduced by the historical examine of the “Facchino” Cosme de Aldana’s bio-bibliographical experience, introduces the enquiry on students’ academical foundations, which were the result of the cooperation between the archiepiscopal curia, religious orders involved in the educational programs and representative bodies of Milanese patricians. Archival discoveries on Inquieti’s meetings contribute in depicting the progressive composition of a coherent Ambrosian “system of virtues” (the baroque reference point for academical activities), that got into a substantial crisis at the end of seventeenth century.
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ABBIATI, MICHELE. "L'ESERCITO ITALIANO E LA CONQUISTA DELLA CATALOGNA (1808-1811).UNO STUDIO DI MILITARY EFFECTIVENESS NELL'EUROPA NAPOLEONICA". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2017. http://hdl.handle.net/2434/491761.

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L’esercito italiano e la conquista della Catalogna (1808-1811) Uno studio di Military Effectiveness nell’Europa napoleonica Settori scientifico-disciplinari SPS/03 – M-STO/02 La ricerca ha lo scopo di ricostruire e valutare l’effettività militare dell’esercito italiano al servizio di Napoleone I. In primo luogo attraverso un’analisi statistica e strategica della costruzione, e del successivo impiego, dell’istituzione militare del Regno d’Italia durante gli anni della sua esistenza (1805-14); successivamente, è stato scelto un caso di studi particolarmente significativo, come la campagna di Catalogna (1808-11, nel contesto della guerra di Indipendenza spagnola), per poter valutare il contributo operazionale e tattico dei corpi inviati dal governo di Milano e la loro integrazione con l’apparato militare complessivo del Primo Impero. La tesi ha voluto rispondere alla mancanza di studi sul comportamento in guerra dell’esercito italiano e, allo stesso tempo, introdurre nella storiografia militare italiana la metodologia di studi, d’origine anglosassone e ormai di tradizione trentennale, di Military Effectiveness. La ricerca si è primariamente basata, oltre che sulla copiosa memorialistica a stampa italiana e francese, sulla documentazione d’archivio della Secrétairerie d’état impériale (Archives Nationales di Pierrefitte-sur-Seine, Parigi), del Ministère de la Guerre francese (Service historique de la Défence, di Vincennes, Parigi) e del Ministero della Guerra del Regno d’Italia (Archivio di Stato di Milano). Dal punto di vista dei risultati è stato possibile verificare come l’esercito italiano abbia rappresentato, per Bonaparte, uno strumento duttile e di facile impiego, pur in un contesto di sostanziale marginalità numerica complessiva di fronte alle altre (e cospicue) forze messe in campo da parte dell’Impero e dei suoi altri Stati satellite e alleati. Per quanto riguarda la campagna di conquista della Catalogna è stato invece possibile appurare il fondamentale contributo dato dal contingente italiano, sotto i punti di vista operazionale e tattico, per la buona riuscita dell’invasione; questo primariamente grazie alle elevate caratteristiche generali mostrate dallo stesso, ma anche per peculiarità disciplinari e organizzative che resero i corpi italiani adatti a operazioni particolarmente aggressive.
The Italian Army and the Conquest of Catalonia (1808-1811) A Study of Military Effectiveness in Napoleonic Europe Academic Fields and Disciplines SPS/03 – M-STO/02 The research has the purpose of reconstruct and evaluate the military effectiveness of the Italian Army existed under the reign of Napoleon I. Firstly through a statistic and strategic analysis of the development, and the following deployment, of the military institution of the Kingdom of Italy in the years of its existence (1805-14). Afterwards, a particularly significant case study was chosen, as the campaign of Catalonia (1808-11, in the context of the Peninsular War), in order to assess the operational and tactical contribution of the regiments sent by the Government of Milan and their integration in the overall military apparatus of the First Empire. The thesis wanted to respond to the lack of studies on the Italian army’s behavior in war and, at the same time, to introduce the methodology of the Military Effectiveness Studies (of British and American origin and, by now, enriched by a thirty-year old tradition) in the Italian historiography. The research is primarily based, besides the numerous memoirs of the Italian and French veterans, on the archive documentation of the Secrétairerie d’état impériale (Archives Nationales of Pierrefitte-sur-Seine, Paris), of the French Ministère de la Guerre (Service historique de la Défence, of Vincennes, Paris) and of the Italian Ministero della Guerra (Archivio di Stato di Milano). About the results, it has been verified how the Italian army has become a flexible and suitable instrument for Bonaparte, albeit in a context of substantial overall numerical marginality in comparison to the heterogeneous forces available to the Empire and its others satellites and allied states. Regarding the campaign of Catalonia, instead, it was possible to ascertain the fundamental contribution of the Italian regiments, in an operational and tactical perspective, for the success of the invasion. This was primarily due to the excellent general characteristics shown by the expeditionary force, but also to disciplinary and organizational peculiarities that have made the Italian corps suitable for particularly aggressive operations.
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Costa, León Piero Renato. "Historia léxico-semántica de las denominaciones poblacionales en la América colonial. Un estudio textual en fuentes cronísticas y geográficas (siglos XVI-XIX)". Doctoral thesis, 2022. http://hdl.handle.net/11562/1067044.

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La presente tesi di dottorato studia lo sviluppo semantico-lessicale che, da una prospettiva diacronica, ha interessato un gruppo di gentilicios ed etnónimos relativi a determinate regioni dell’America ispanica coloniale tra il XVI secolo e la prima metà del XIX secolo. Considerato questo interesse generale, la ricerca presentata in questo lavoro si articola sulla base di tre obiettivi principali. Il primo conduce, partendo da uno scopo monografico, alla periodizzazione delle forme lessicali di una selezione di gentilicios ed etnónimos e della loro rispettiva successione di significati tramite una ricerca fatta in testi prodotti, nell’intervallo di tempo già menzionato, nella metropoli peninsulare e nelle terre americane, sotto forma sia di crónicas de Indias sia di relaciones geográficas e di viaggio. Un secondo obiettivo consiste, a partire dalle consultazioni empiriche e dall’interpretazione dei dati raccolti, nonché dall’opportuna considerazione dei contesti socio-storici, nel rendere conto della forma in cui l’apparizione e l’utilizzo dei gentilicios e degli etnónimos può contribuire a capire, come correlato linguistico, il modo in cui si è sviluppato un gruppo d’identità collettive nella storia delle colonie spagnole in America. Il terzo e ultimo obiettivo è discutere la possibilità che si possano racchiudere gentilicios ed etnónimos all’interno di una categoria onomasiologica più ampia che, nell’ambito della presente tesi, si chiamerà denominación poblacional. Al fine di rendere possibile la fase empirica della tesi, un aspetto indispensabile del presente studio è la compilazione di un corpus storico rappresentativo, capace di soddisfare i criteri diacronici, diatopici e dei tipi di documenti menzionati sopra. Di conseguenza, una parte di questa tesi si basa sulla costruzione di un corpus ad hoc, che possa offrire diversi casi d’uso all’interno delle coordinate diacroniche, diatopiche e testuali-disciplinari. Coerentemente con i propositi della presente tesi, il corpus riunisce crónicas de Indias e relaciones geográficas e di viaggio prodotte tra il XVI secolo e la metà del XIX secolo sia nella Spagna peninsulare sia nel Viceregno della Nuova Spagna e in territori vicini, nonché in aree un tempo parte del Viceregno del Perù. La scelta dei generi testuali menzionati si deve al precoce interesse etnografico condiviso dai due tipi di documento in questione. Inoltre, è stata utilizzata la piattaforma virtuale SketchEngine per accogliere i materiali e per sfruttare le opzioni di ricerca offerte da tale strumento digitale. Un’ulteriore fase di consultazione è stata dedicata al confronto dei dati del nostro corpus con l’informazione testuale disponibile in due corpora di riferimento, il Corpus del Diccionario histórico de la lengua española (CDH) e il Corpus Diacrónico y Diatópico del Español de América (CORDIAM), e con le descrizioni metalinguistiche contenute nel Nuevo Tesoro Lexicográfico de la Lengua Española (NTLLE), con la finalità di realizzare una comparazione e di confermare e anche di estendere la storiografia del lessico studiato. Oltre all’interesse filologico e lessicologico, la ricerca che plasma la presente tesi non prescinde da un’evidente preoccupazione interdisciplinare. Come conseguenza dell’impegno diacronico già menzionato, e in considerazione del secondo obiettivo del progetto, la discussione dei risultati ottenuti deve intendersi sulla base delle considerazioni sociali e politiche in merito allo sviluppo storico di un gruppo d’identità etniche, nazionali e regionali lungo l’Ispano-America coloniale. Si intende così contribuire a rafforzare le osservazioni etno-storiche relative alla comparsa di diverse identità, grazie agli strumenti che, da parte sua, la linguistica storica può offrire attraverso la linguistica di corpus e l’informatica umanistica. La ricerca è fortemente ispirata dall’ipotesi che in contesti coloniali ispano-americani, come conseguenza dello sfruttamento di certe identità indigene locali e della gestazione di altre prodotte con l’istaurazione delle società ispaniche nel continente americano, siano stati frequenti la risemantizzazione degli etnónimos come gentilicios e il coinvolgimento di prospettive geopolitiche europee nello sviluppo d’identità collettive nella regione. Sulla base dei risultati, la tesi insiste spesso sulla convenienza della propria proposta tassonomica: la classificazione dei gentilicios e degli etnónimos all’interno del continuum rappresentato dalla categoria delle denominaciones poblacionales. Si prevede così di contribuire, da un lato, alla riflessione semasiologica e onomasiologica in merito al flusso di contenuti semantici strettamente collegati tra loro e, dall’altro, alla categorizzazione terminologica di entrambi i tipi di unità lessicali, tanto dal punto di vista (meta)linguistico quanto da quello socio-storico.
The present doctoral thesis has as its phenomenon of interest the lexical-semantic development diachronically undergone by a group of demonyms and ethnonyms related to certain areas of the colonial Spanish Americas between the sixteenth century and the first half of the nineteenth century. Given this general concern, the research presented hereby articulates on the basis of three main purposes. This first of them yields, from a monographic perspective, to the historical report of the lexical forms for a selection of demonyms and ethnonyms and of their respective succession of meanings via a survey carried out in texts produced, within the already mentioned chronological range, both in the peninsular metropolis and the American territories, either as crónicas de Indias (‘chronicles of the Indies’) or relaciones geográficas (‘geographical reports’) and relaciones de viaje (‘travel reports’). The second thesis objective aims, on the basis of the findings obtained from the empirical approach and their appropriate interpretation (by considering the most relevant sociohistorical circumstances), at providing some understanding on the way in which the emergence and usage of denonyms and ethnonyms can contribute, as a linguistic correlate, to explain the evolution of a number of collective identities in the history of the colonial Spanish Americas. The third objective is, in turn, to discuss the extent to which both demonyms and ethnonyms might be understood as part of a wider onomasiological category, i.e., the one called in this thesis denominaciones poblacionales. With the purpose of making the empirical phase of the thesis possible, an essential step of the survey presented hereby is the compilation of a representative historical corpus, capable of satisfying the diachronic, diatopic and type-of-text criteria already mentioned above. Consequently, a part of this thesis will be destined to explain the creation of an ad hoc corpus, in order to allow for the retrieval of diverse usage evidences along the diachronic, diatopic and textual-disciplinary axes. The latter corpus has been designed by compiling crónicas de Indias, on the one hand, and relaciones geográficas and relaciones de viaje, on the other, produced between the sixteenth century and the first half of the nineteenth century, both in peninsular Spain and in the Spanish Americas Spanish (the Viceroyalty of New Spain and its surroundings and the territories once belonging to the Viceroyalty of Peru). Both types of sources were chosen given their early shared ethnographic interest. Furthermore, the electronic platform SketchEngine was used in order to host the sources and then explore them via the search options this tool provides. A further phase of the research project implied the comparison of the data from our corpus with the findings available in two major reference corpora (the Corpus of the Historical dictionary of the Spanish language —Corpus del Diccionario de la lengua española (CDH)— and the Diachronic and Diatopic Corpus of American Spanish —Corpus Diacrónico y Diatópico del Español de América (CORDIAM)—) as well as the metalinguistic descriptions hosted in the New Lexicographic Thesaurus of the Spanish Language —Nuevo Tesoro Lexicográfico de la Lengua Española (NTLLE)—, with the purpose of comparing, confirming and even broadening the historical views on the surveyed lexicon. Along with the philological and lexicological aims, the research does not neglect an evidently interdisciplinary concern. As a consequence of the diachronic interest already mentioned, and thanks to the thesis’ already mentioned second objective, the discussion of the findings shall be understood with the appropriate support of social and political considerations regarding the historical formation of a number of ethnic, national and regional identities along the colonial Spanish Americas. It is therefore expected that the survey hereby presented might contribute to the ethnohistorical insights concerning the emergence of different identities with the insights that historical linguistics may offer on the basis of the advances carried out by corpus linguistics and digital humanities. The present thesis is strongly guided by the hypothesis that, in colonial Spanish contexts in the Americas, given the exploitation of local indigenous identities and the forging of other identities as a consequence of the establishment of Spanish-inspired societies, the resemanticisation of ethnonyms as demonyms and the determining role of European geopolitical perspectives in emergence of collective identities in the region proved to be recurrent along the Spanish possessions in the Americas. In the light of these findings, the onomasiological convenience of the proposal stated throughout the thesis shall be properly stressed: the categorisation of both demonyms and ethnonyms within the continuum claimed for the category called denominaciones poblacionales hereby. It is thus expected to offer some contribution, on the one hand, to the semasiological and onomasiological debates regarding the fluid transition of closely related semantic contents, and, on the other, to the terminological classification of both types of lexical pieces, for the sake of both the (meta)linguistic and sociohistorical thought.
La presente tesis doctoral tiene como fenómeno de interés el desarrollo léxico-semántico que, desde una perspectiva diacrónica, ha experimentado un grupo de gentilicios y etnónimos alusivos a ciertas partes de la América colonial hispana entre el siglo XVI y la primera mitad del XIX. Dada esta preocupación general, la investigación presentada en este documento se articula sobre la base de tres objetivos centrales. El primero de estos conduce a historiar, con un afán monográfico, las formas léxicas de una selección de gentilicios y etnónimos y su respectiva sucesión de significados a través de una pesquisa en textos producidos, en el rango temporal ya mencionado, en la metrópolis peninsular y en tierras americanas, sea como crónicas de Indias o como relaciones geográficas y de viajes. Un segundo objetivo apunta, a partir de las averiguaciones empíricas y la interpretación de los datos recabados, y de la debida consideración de los contextos sociohistóricos, a ofrecer alcances sobre la forma en que la aparición y uso de los gentilicios y etnónimos puede ayudar a entender, a modo de correlato lingüístico, la manera en que fue gestándose una serie de identidades colectivas en la historia de las colonias españolas en América. El tercer y último objetivo, por su parte, es el de discutir la posibilidad de que los gentilicios y etnónimos puedan comprenderse como parte de una categoría onomasiológica más amplia, que, en el marco de la presente tesis, ha de llamarse denominación poblacional. Con el afán de hacer posible la fase empírica que atañe a la tesis, un aspecto indispensable en el estudio que aquí se presenta es la construcción de un corpus histórico representativo, capaz de satisfacer los criterios diacrónicos, diatópicos y de tipo de documento señalados líneas arriba. Dada esta dimensión, parte de la tesis se encuentra igualmente orientada a la construcción de un corpus ad hoc, destinado a ofrecer instancias de uso diversas a lo largo de los ejes diacrónico, diatópico y textual-disciplinar. Este congrega, entonces, crónicas de Indias, por una parte, y, por la otra, de relaciones geográficas y de viaje, producidas entre el siglo XVI y la mitad del XIX, tanto en la España peninsular como en el Virreinato de Nueva España y territorios aledaños, además de aquellos alguna vez pertenecientes al Virreinato del Perú. La elección de los géneros textuales se debe al temprano interés etnográfico compartido por ambos tipos de documentos. Se aprovechó, asimismo, la plataforma virtual SketchEngine para el alojamiento del material y su posterior utilización a partir de las opciones de búsqueda que dicha herramienta pone a disposición. Una posterior fase de averiguación incluyó la confrontación de los datos de nuestro corpus con el acervo textual disponible en dos corpus de referencia, el Corpus del Diccionario histórico de la lengua española (CDH) y el Corpus Diacrónico y Diatópico del Español de América (CORDIAM), y las descripciones metalingüísticas alojadas en el Nuevo Tesoro Lexicográfico de la Lengua Española (NTLLE), con la finalidad de contrastar, confirmar e incluso ampliar la historiografía del léxico sometido a estudio. Junto, asimismo, al interés filológico y lexicológico, la investigación reflejada en la presente tesis no abandona una evidente preocupación interdisciplinaria. Como consecuencia del afán diacrónico ya mencionado, y en vista del segundo objetivo del proyecto, la discusión de los hallazgos ha de entenderse a la par de contemplaciones sociales y políticas con respecto a la construcción histórica de una serie de identidades étnicas, nacionales y regionales a lo largo de la Hispanoamérica colonial. De esta forma, se espera contribuir con la pesquisa aquí emprendida a estrechar las observaciones etnohistóricas en torno del surgimiento de distintas identidades con el aporte que, por su parte, la lingüística histórica puede brindar sobre la base de la lingüística de corpus y las humanidades digitales. La investigación se encuentra fuertemente guiada por la hipótesis de que, en los contextos coloniales hispanoamericanos, ante el reaprovechamiento de determinadas identidades indígenas locales y la gestación de otras más como producto del establecimiento de sociedades hispánicas en el continente, resultaron frecuentes, a lo largo del territorio, la resemantización de etnónimos como gentilicios y el involucramiento de perspectivas geopolíticas europeas en la formación de identidades colectivas en la región. A la luz, por ende, de tales hallazgos, se insiste a menudo en la tesis en la conveniencia de la propuesta surgida en la misma: la categorización de los gentilicios y etnónimos al interior de un continuum de denominaciones poblacionales. Se busca ofrecer de esta forma, por lo tanto, un aporte a la reflexión semasiológica y onomasiológica con respecto al paso fluido entre contenidos semánticos estrechamente vinculados, por un lado, y, por el otro, a la clasificación terminológica de ambos tipos de piezas léxicas, en pos tanto de un aprovechamiento (meta)lingüístico como sociohistórico.
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PICCIANO, MARIANGELA. "Le pagine buie della transizione spagnola attraverso L'Espresso, Panorama, Epoca, 1975-1977". Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11573/939523.

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Resumen
Le pagine buie della transizione spagnola attraverso L’Espresso, Panorama, Epoca, 1975-1977 Abstract Il processo di transizione della Spagna verso la democrazia dall’ultimo regime dittatoriale sopravvissuto nell’Europa occidentale della seconda metà del XX secolo fu guidato non da un governo provvisorio sul modello italiano del II dopoguerra, bensì da quella stessa classe dirigente franchista che, insieme al monarca, designato successore dallo stesso dittatore fin dal 1969, comprese gradualmente che, per mantenersi al potere e soprattutto per acquisire consenso popolare dopo la morte di Francisco Franco, annunciata al mondo il 20 novembre 1975, avrebbe dovuto misurarsi con un processo riformista. La storiografia anche internazionale di fine anni ’70 sino a tutti gli anni ’80 ed oltre, concentrandosi maggiormente sugli aspetti del cambiamento politico-istituzionale che condussero all’affermazione della Monarchia parlamentare, sottolineò più spesso il successo di quell’evoluzione, indicando la Spagna come un modello che potessero seguire altri Stati in fase transizionale, ben diversamente dalla storiografia odierna, in particolare spagnola, impegnata a scandagliare e ad approfondire i molteplici aspetti ed attori di un fenomeno complesso in un momento cruciale della storia dell’intero continente europeo, rivelandone inevitabilmente anche le ombre in termini di repressione e violenza istituzionale vissute dal popolo spagnolo almeno fino alle prime elezioni libere il 15 giugno 1977. Il presente lavoro, nato dall’interrogativo di quanto se ne sapesse in Italia di violenza, repressione, sacrificio di vite umane anche dopo il decesso di Franco, si propone di ricostruire le tappe di una transizione affatto lineare attraverso la voce dei corrispondenti e le riflessioni degli intellettuali italiani contemporanei a quegli eventi che scrissero negli anni 1975-1977 su L’Espresso, Panorama ed Epoca, riviste di orientamento plurale accomunate da quel giornalismo di scrittura che svolse un indiscutibile ruolo nell’orientare l’opinione pubblica medio-alta unitamente alla classe dirigente dell’Italia del tempo. Sul piano metodologico le fonti giornalistiche sono state poste a confronto con fonti spagnole primarie e secondarie, al fine di analizzare le permanenze di quell’apparato giuridico-istituzionale che, morto il dittatore, perpetuarono la repressione di qualsiasi forma di opposizione, da quella pacifica e nonviolenta a quella armatasi per contrastare la violenza di regime, dal 27 agosto 1975, data in cui entrò in vigore il decreto legge antiterrorista che assecondò le famigerate esecuzioni del 27 settembre 1975, a meno di due mesi dalla morte biologica del Capo di un regime assoluto già agonizzante, fino alle elezioni democratiche del 15 giugno 1977, quando il popolo spagnolo affidò a rappresentanti eletti democraticamente a suffragio universale il proprio futuro di Stato retto da una Monarchia parlamentare. L’analisi segue un criterio cronologico e si articola in tre capitoli scanditi dagli anni oggetto dell’indagine, ovvero 1975: l’anno cruciale, così definito non solo perché fu l’anno della morte di Franco, ma specialmente per il fatto che, nei suoi ultimi mesi, la repressione di regime raggiunse paradossalmente la punta massima della sua virulenza, 1976: franchismo senza Franco, nel quale l’avvicendarsi del governo Suárez al governo di Arias Navarro confermò la classe dirigente franchista come agente istituzionale della transizione e 1977: il punto di svolta, in quanto, nella prima metà di quell’anno, l’intera cittadinanza assunse un ruolo imprescindibile nel rifiuto dell’obiettivo perseguito da quella stessa classe dirigente di pervenire ad una “democrazia limitata”, aperta nelle intenzioni solo a rappresentanze moderate. Nel quadro politicamente complesso delle forze allora in gioco, ulteriormente complicato dal fatto che la Spagna continuò ad essere il ricettacolo dell’estrema destra internazionale e in particolare di quella italiana degli attentati, degli omicidi e delle stragi di Stato, connivente con settori istituzionali renitenti a qualsiasi cambiamento, si può affermare che ci furono non solo le vittime del franchismo ma anche le vittime della transizione: il giornalismo di scrittura ospitato dai periodici da cui muove la presente analisi ne testimoniò l’oltraggio ai diritti civili, le sofferenze fisiche e, spesso, il sacrificio della vita.
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CANESTRO, Roberta. "Il ruolo della committenza vescovile spagnola nel dibattito architettonico siciliano del XVII secolo". Doctoral thesis, 2012. http://hdl.handle.net/10447/94673.

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VOLPINI, PAOLA. "L'ascesa di un letrado nel sistema consiliare spagnolo : la carriera e la pratica politica di Juan BautistaLarrea (1604-1645) : dottorato di ricerca in storia della società europea : tesi di dottorato". Doctoral thesis, 1999. http://hdl.handle.net/11573/486132.

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VOLPINI, PAOLA. "L'ascesa di un letrado nel sistema consiliare spagnolo : la carriera e la pratica politica di Juan BautistaLarrea (1604-1645) : dottorato di ricerca in storia della società europea : tesi di dottorato". Doctoral thesis, 1999. https://hdl.handle.net/11381/2932779.

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