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Bonelli, Caterina. "La scuola “resistente”: pratiche autobiografiche per la valorizzazione delle storie di scuola". Revista Brasileira de Pesquisa (Auto)biográfica 6, n.º 19 (24 de diciembre de 2021): 992–98. http://dx.doi.org/10.31892/rbpab2525-426x.2021.v6.n19.p992-998.

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Le testimonianze scritte dalle maestre ci permettono di entrare “in punta di piedi” nelle pagine della storia, delle loro storie per meglio conoscere e comprendere una professione ancora nell’ombra. Le storie di vita delle e degli insegnanti sono dei veri e propri “giacimenti di storie” e l’obiettivo del contributo è di far emergere e valorizzare tali narrazioni. Attraverso le testimonianze autobiografiche dei professionisti dell’educazione e, al contempo degli studenti, emergono storie inconsuete, di “resistenza”, preziose microstorie che raccontano un tempo, un gruppo sociale, l’intera comunità. Il contributo si avvale di esperienze autobiografiche a scuola in collaborazione con la Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari - LUA.
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Galli, Pier Francesco y Alberto Merini. "Tracce. Storie e persone". PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, n.º 1 (marzo de 2021): 143–46. http://dx.doi.org/10.3280/pu2021-001010.

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Vengono riprodotti alcuni brani di un seminario tenuto il 30 maggio 1992 alla scuola Il Ruolo Terapeutico di Milano, che lo ha pubblicato nel 1996 col titolo La persona e la tecnica. Appunti sulla pratica clinica e la costruzione della teoria psicoanalitica e che è stato ristampato nel 2002 dall'editore FrancoAngeli con aggiunte e integrazioni. In queste pagine vengono fatte alcune riflessioni sul problema della ricostruzione storica in psicoanalisi, sottolineando come sia indispensabile non basarsi solo sulla storia ufficiale, scritta, ma che sia di fondamentale importanza conoscere anche la storia affettiva e le vicissitudini di vita delle persone che sono state protagoniste nella costruzione teorica. La storia emozionale, trasmessa attraverso canali informali, è un elemento costitutivo della definizione stessa della disciplina psicoanalitica.
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3

Corona, Paolo. "Riflettendo su sistema e storia nella Scuola storica tedesca. Un itinerario sul filo di un capolavoro goethiano". Italian Review of Legal History, n.º 8 (21 de diciembre de 2022): 531–58. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/19259.

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Seguendo spunti offerti da alcuni passi de Le affinità elettive di Goethe, il saggio ripercorre le vicende della Scuola storica tedesca nel corso dell’Ottocento, ragionando sui motivi tecnici e culturali che ne animarono gli sviluppi. Le dialettiche interne alla Scuola, originatesi a partire dal suo progetto di approccio scientifico al diritto, investono il modo di rapportarsi al passato e di impiegarne i prodotti, e la considerazione del ruolo del giurista all’interno della società. L’itinerario descritto evidenzia l’incessante ricerca di un dialogo soddisfacente fra ‘essere’ e ‘divenire’, fra passato e presente (e futuro), fra ‘sistema’ e ‘storia’.
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Mattozzi, Ivo. "Il museo nel curricolo di storia: una questione di trasposizione didattica". Educar em Revista, n.º 58 (diciembre de 2015): 69–85. http://dx.doi.org/10.1590/0104-4060.43470.

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Riassunto Negli ultimi anni si sono diffusi i musei, ne sono stati creati molti, si è rinnovata la museografia, si è diffusa l'idea della didattica museale e sono usciti molti libri a tal proposito. I musei offrono dappertutto servizi didattici o educativi, molti alunni vengono condotti nei musei. Tutto bene, dunque, potremmo dire: una battaglia cominciata qualche decennio fa è ormai vinta. Il problema è che le offerte che partono dai servizi didattici museali in gran parte non si integrano nel curricolo di formazione storica, obbediscono a logiche e preferenze che nascono all'interno del museo da parte di educatori che non si pongono il problema del curricolo, gran parte dell'offerta consiste in visite guidate e giochi svolti con materiali poco efficaci dal punto di vista formativo. Da parte della scuola l'aumento della fruizione dei servizi museali c'è stato, ma non s'è generalizzata l'idea di usare didatticamente i musei a portata di uscita. Gli alunni che entrano in contatto con i musei sono una minoranza e sempre prevale la scuola primaria... Nella scuola secondaria l'interesse per i musei scema. In questo contesto il nostro scopo è valorizzare la didattica museale in funzione della formazione storica curricolare. Farla cessare di essere un episodio o un progetto. Vorremmo che gli educatori museali elaborassero offerte nell'ottica del curricolo e che gli insegnanti fossero in grado di incardinare l'esperienza di apprendimento mediante il museo entro il piano di lavoro annuale anche nella scuola secondaria di II grado. Perseguiremo lo scopo usando musei archeologici e storici. Non offriamo laboratori riguardanti musei d'arte. Ma le procedure e le attività che proporremo possono essere trasferite agevolmente ai musei d'arte. Lo scopo può essere perseguito a condizione di: a) pensare il curricolo continuativo e verticale; b) pensare i musei in rapporto all'apprendimento della storia; c) pensare il collegamento tra essi; d) pensare la trasposizione didattica funzionale ai processi di insegnamento e di apprendimento della storia.
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Rovinello, Marco. "Il Mezzogiorno pre - e postunitario nei libri di Storia per le superiori". SOCIETÀ E STORIA, n.º 174 (enero de 2022): 769–96. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-174008.

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Il contributo prende in esame circa 40 manuali di storia per le scuole superiori di secondo grado attualmente in commercio allo scopo di verificare in che modo essi affrontino alcune fasi cruciali della storia del Mezzogiorno ottocentesco: l'età preunitaria sotto il regime borbonico (1815-1860), il processo di unificazione e l'età postunitaria (1861-1914). La prima parte del saggio analizza alcuni fra i più rilevanti fattori che condizionano la produzione dei libri di testo scolastici: le indicazioni ministeriali, il profilo degli autori, il ruolo giocato dalle case editrici, dai loro consulenti e dagli editor, le esigenze didattiche e commerciali, i destinatari, la formazione dei docenti e le relazioni fra l'insegnamento della storia a scuola e la public history. La seconda parte analizza invece testi e immagini dei manuali selezionati per mostrare quanto e come l'ampia storiografia sul Mezzogiorno ottocentesco penetri nella manualistica, quali paradigmi storiografici e approcci prevalgano, e in che modo la storia del Sud entri nelle scuole italiane.
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Petruzzi, Carmen. "Paradossi educativi nel Novecento. Lavoro e memoria di Giuseppe Prezzolini (1882-1982) tra Stati Uniti, Italia e Svizzera". Historia y Memoria de la Educación, n.º 17 (18 de diciembre de 2022): 293–318. http://dx.doi.org/10.5944/hme.17.2023.34622.

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Il saggio analizza gli articoli di Giuseppe Prezzolini pubblicati in Paradossi educativi 1914-1964 (Armando 1964) relativi alle riforme scolastiche italiane, ai modelli educativi e ai programmi scolastici. Nonostante la sua lunga assenza dall’Italia, il giornalista Giuseppe Prezzolini continuò a seguire da lontano i cambiamenti della scuola italiana e arricchì il dibattito contemporaneo con le sue argute osservazioni oltreoceano. Inoltre, attraverso la sua opera, è possibile gettare un nuovo sguardo su alcuni aspetti della storia dell’educazione e della scuola in Italia durante un periodo di cambiamento e, al di là dell’Atlantico, sulla trasformazione della mentalità delle famiglie italoamericane. Nell’anno del quarantesimo anniversario dalla sua morte si ricorda attraverso la sua parola, una figura notevole che visse, scrisse e commentò i grandi eventi del Novecento.
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Żelazny, Jan W. "Dzieje patrystyki w środowisku krakowskim (Zarys)". Vox Patrum 36 (15 de diciembre de 1999): 85–96. http://dx.doi.org/10.31743/vp.7810.

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Dai ultimi anni XIV secolo, alla corte della santa regina Hedvige, si possono trovare le radici degli studi sui Padri nel nostro ambiente. Ma la storia della patrologia e collegata con la storia dell’Accademia di Cracovia. Nel principio gli studi patristici erano inseriti negli studi di filologia e di storia della Chiesa. Il rinascimento e collegato con l’attivita della scuola filologica e teologica presso l’Universita Jagiel- lonica nel XIX secolo ed e stata coronata con la fondazione della prima cattedra di patrologia in Polonia nel 1938. Oggi l’attivita patristica accademica si svolge nell’ambiente della Accademia Pontificia di Teologia.
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Todaro, Letterio. "La cultura dell’educazione e le sue trasformazioni nel passaggio critico degli anni Sessanta /Settanta: conversazioni con Carmen Betti". Espacio, Tiempo y Educación 5, n.º 1 (1 de enero de 2018): 281. http://dx.doi.org/10.14516/ete.198.

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Carmen Betti è tra le figure di riferimento della ricerca italiana in area storico-educativa. Per diversi anni ha insegnato presso l’Università di Firenze, rappresentando con i suoi lavori e con i suoi studi, una voce autorevole e notevolmente qualificata nel panorama italiano della disciplina. L’incisività dei suoi lavori ha contribuito a rafforzare il riconoscimento di una tradizione che porta a individuare nella sede fiorentina una «scuola» di alto profilo dell’accademia italiana nell’ambito degli studi di storia dell’educazione. La sua ricerca ha evidenziato un costante impegno a segnalare lungo i sentieri della storia dell’educazione un cantiere aperto per la costruzione di valori civili, indicando quali criteri «orientatori» dell’impegno intellettuale che caratterizza il lavoro dello storico dell’educazione la tensione a legare la lettura storica dei processi formativi con i motivi della conquista collettiva di spazi di libertà, di democrazia, di emancipazione. Recentemente ha ricoperto la funzione di Segretaria del Centro Italiano per la Ricerca Storico Educativa, segnando con il suo impegno l’attivazione di importanti strumenti di raccordo a servizio della comunità scientifica italiana degli storici dell’educazione e offendo un contributo qualificante per spingere in avanti le piste della ricerca sul terreno della storia dell’educazione.Per dare avvio alla conversazione mi sembra perciò utile chiedere all’interlocutrice una breve presentazione del proprio percorso professionale e un aiuto nel ricordare, attraverso anche spunti di memoria personale, i punti salienti che hanno segnato l’evoluzione del suo profilo di studiosa.
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Perini, Edoardo. "La consulenza nel contesto scolastico: una proposta di intervento sistemico con l'uso del sociogramma". TERAPIA FAMILIARE, n.º 126 (noviembre de 2021): 29–44. http://dx.doi.org/10.3280/tf2021-126003.

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L'autore propone un modello di intervento nell'ambito della psicologia scolastica, che si ispira all'approccio sistemico-relazionale. Attraverso l'esemplifi cazione di casi clinici, viene sottolineata l'importanza di lavorare a scuola in un'ottica preventiva. Tenendo conto delle gerarchie presenti nella scuola in cui si trova ad operare ed evitando di contrastarle, lo psicologo scolastico può utilizzare lo strumento della convocazione in un modo nuovo per la tradizione sistemico-relazionale, estendendo l'invito agli incontri a docenti e dirigente. L'autore sottolinea altresì l'importanza di utilizzare il sociogramma, un'ecomappa che integra i classici strumenti sistemici e permette di comprendere le interazioni orizzontali tra i compagni di classe, offrendo una visione "globale" sulle preferenze soggettive di ciascun alunno. Lo psicologo scolastico ha così la possibilità di individuare vincoli e risorse nel gruppo dei pari ed effettuare una diagnosi della situazione di un alunno raffrontando la storia vissuta a scuola con le narrazioni che gli vengono riferite nel corso della consultazione.
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Paolella, Francesco. "Un esperimento di profilassi sociale. La colonia-scuola "Antonio Marro" di Reggio Emilia". RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, n.º 3 (noviembre de 2010): 23–34. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2010-003003.

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Il saggio riprende la storia delle origini e della affermazione della colonia-scuola "Antonio Marro", nata nel 1921 nell'ambito dell'ospedale psichiatrico "San Lazzaro" di Reggio Emilia. La colonia ricoverava bambini che presentavano anormalitŕ del carattere e della intelligenza; l'ammissione era strettamente vincolata al criterio dell'emendabilitŕ. Ogni alunno ammesso veniva esaminato perché si formulasse una doppia diagnosi, neuro-psichiatrica e pedagogica. Il fine principale della istituzione era quello di permettere a deficienti ed anormali di acquisire capacitŕ spendibili nel mondo del lavoro (solo mestieri manuali).
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Rapini, Andrea. "Sperimentare controcorrente. La storia, Pierre Bourdieu e le scienze sociali". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 299 (agosto de 2022): 11–18. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-299001.

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Manella, Gabriele. "L'attualitŕ della scuola ecologica di Chicago". SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, n.º 90 (septiembre de 2010): 129–46. http://dx.doi.org/10.3280/sur2009-090008.

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Il contributo si concentra sulla diffusione dell'approccio ecologico tra i sociologi urbani statunitensi, partendo dall'impressione che questi dedichino poca attenzione agli interessi e alle tecniche tipiche della Scuola di Chicago. Nella prima parte vengono ricordati alcuni autori che, negli ultimi vent'anni, hanno comunque utilizzato queste tecniche nei loro studi: Elijah Anderson a Philadelphia, Ruth Horowtiz a Miami e New York, Mitchell Duneier a New York e Chicago. Successivamente, l'attenzione si concentra sul Department of Sociology di Chicago, dove studiosi come Terry Clark o Andrew Abbott si sono dedicati molto alla storia dell'approccio ecologico. Tra i sociologi urbani, poi, Mario Small e Omar McRoberts hanno ripreso l'approccio anche nella ricerca empirica. Dallo studio emerge quindi una "sopravvivenza" della Scuola di Chicago e dei suoi metodi, ma č una sopravvivenza che pare limitata solo ad alcuni autori e alcune universitŕ.
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Resca, Federica, Paola Visconti, Sandra Bertana, Paola Attanasi y Giuseppe Gobbi. "L'ospedale va a scuola. Un'esperienza di promozione della salute proposta dalla Scuola Ospedaliera e rivolta ai bambini della Scuola Primaria". PSICOLOGIA DELLA SALUTE, n.º 2 (julio de 2011): 157–71. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-002010.

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Data la forte attenzione al ruolo che l'ospedale e la scuola hanno in quanto soggetti promotori di salute, il presente contributo presenta un'esperienza che ha avuto l'obiettivo di promuovere l'incontro tra bambini della scuola primaria e ospedale come occasione per favorire l'attivazione di risorse e di strategie difunzionali alla costruzione di un percorso di salute all'interno della propria storia di vita. La scuola ospedaliera č entrata nelle classi nelle quali sono state proposte attivitŕ didattiche sull'utilitŕ sociale dell'ospedale in quanto garante del diritto alla salute, sulla struttura ospedaliera, sul vissuto emotivo elicitato dall'ospedale. Successivamente ogni classe ha visitato l'ospedale, ha preso contatto con i bambini ricoverati, ha effettuato un incontro con il personale infermieristico, ha partecipato ad un incontro con una chirurga pediatra, una neuropsichiatra e una psicologa finalizzato a sensibilizzare i bambini rispetto all'attivitŕ ospedaliera e alla disabilitŕ. L'ultima fase č consistita nel riproporre ai bambini l'attivitŕ sul vissuto emotivo legato all'ospedale e un questionario di valutazione dell'esperienza, sottoposto anche alle insegnanti. I risultati vengono riportati in quanto narrazione di esperienza significativa.
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Toscano, Mario. "La lunga strada dalla Prussia a Israele: Harry A. Hinden dalla Scuola marittima di Civitavecchia al campo profughi di Pollone (1935-1948). Una testimonianza". MONDO CONTEMPORANEO, n.º 2 (diciembre de 2012): 115–37. http://dx.doi.org/10.3280/mon2012-002005.

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Nel corso del Ventesimo secolo vari e complessi sono stati i rapporti dell'Italia con il mondo ebraico. Tra le vicende significative vanno considerate l'esperienza della Scuola marittima di Civitavecchia, frutto della collaborazione tra il regime fascista e il movimento sionista revisionista di Jabotinsky alla metŕ degli anni Trenta e il favorevole atteggiamento delle autoritŕ italiane nei confronti dei superstiti della Shoah e della loro immigrazione clandestina in Palestina dalle coste della penisola tra il 1945 e il 1948. La testimonianza di Harry A. Hinden, ebreo tedesco, residente in Lettonia, deportato in un campo di prigionia in Unione Sovietica nel 1941, offre un contributo di conoscenze vivace e originale su queste due vicende particolari, all'interno di una cronaca che rievoca le vicissitudini di una famiglia ebraica alle prese con gli eventi della "grande" storia del Novecento.
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Sahlfeld, Wolfgang y Francesca Antonini. "Formazione e profilo dell’insegnante elementare come docente (quasi) generalista in Ticino: una storia lunga". Swiss Journal of Educational Research 44, n.º 1 (29 de abril de 2022): 61–77. http://dx.doi.org/10.24452/sjer.44.1.5.

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L’articolo intende contribuire alla discussione sul senso di una formazione di docenti con profilo di generalista in un contesto istituzionale, quello dell’insegnamento elementare in Ticino, che permetterebbe anche altre strade quali la formazione di pluridisciplinaristi o semigeneralisti. Dopo un’introduzione sulla storia delle formazioni per docenti di scuola elementare in Ticino con particolare riguardo alla distribuzione delle discipline nei vari curricoli, il contributo descrive l’attuale Bachelor in primary education del Dipartimento formazione e apprendimento (DFA) della SUPSI ed espone le ragioni che spiegano perché in esso si formano docenti aventi un profilo di generalista.
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Di Renzo, Magda y Pamela D’Oria. "Ritirata ma non troppo Il travagliato percorso terapeutico di una adolescente". PSICOBIETTIVO, n.º 2 (junio de 2022): 109–17. http://dx.doi.org/10.3280/psob2022-002009.

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Nell'articolo viene presentata la storia clinica di una ragazza di 14 anni in ritiro sociale da 8 mesi evidenziando le tematiche psichiche che fanno da sfondo al suo disagio. In maniera particolare viene sottolineata la dimensione simbiotica che connota la sua relazione con il materno e che caratterizza l'atmosfera familiare lasciando in secondo piano la figura paterna. Viene evidenziato, altresì, quanto il rifiuto della scuola non sia addebitabile alla dimensione prestazionale ma a difficoltà in ambito relazionale. La storia clinica è anche un'attestazione della possibilità di svolgere percorsi terapeutici online che, con i ragazzi in hikikomori, potrebbe rappresentare un'importante risorsa.
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Di Tore, Stefano, Aldo Caldarelli, Michele Domenico Todino, Lucia Campitiello, Veronica Beatini y Simone Aparecida Capellini. "Colmare il divario tra Scuola e Storia: il Progetto Scan Italy". EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, n.º 2 (diciembre de 2022): 313–25. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2022oa14720.

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Questo contributo si prefigge da un lato, di dare uno spaccato del dilagante utilizzo di Extended Reality con particolare attenzione verso quella immersiva (Virtual Reality), mostrandone il crescente mercato dei dispositivi utilizzabili; dall'altro propone un sistema che è già in essere sotto il nome di Progetto "ScanItaly", volto alla digitalizzazione di reperti museali collezionati in database pubblici, per il loro utilizzo a 360 gradi nella Extended Reality sotto la licenza totalmente gratuita delle Creative Commons, al fine di permettere la creazione di ambienti immersivi, di musei viertuali o semplicemente agevolarne il download delle singole scansioni per scopi didattici. Le prospettive di ricerca che un tale sistema suggerisce spaziano dal ripensamento della didattica museale per le scuole di ogni ordine e grado alla realizzazione di ambienti virtuali inclusivi.
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Martini, Mariano, Elio Adelfio Cardinale, Lugi Rubino, Nicola Luigi Bragazzi y Ilaria Barberis. "Papa Pio XII nella storia della Radiologia". Acta medico-historica Adriatica 17, n.º 2 (18 de diciembre de 2019): 337–46. http://dx.doi.org/10.31952/amha.17.2.10.

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Nel 1933 i Professori della Scuola Medica genovese V. Maragliano, GB. Cardinale e A. Vallebona decisero di proporre come Santo Patrono e Protettore dei Radiologi, San Michele Arcangelo. L’iniziativa dei Grandi Maestri genovesi della Radiologia fu accolta subito dai colleghi con grande entusiasmo. Venne quindi inoltrata richiesta scritta di “supplica” a Papa Pio XII per ottenere il riconoscimento ufficiale da parte della Chiesa cattolica. La scelta dell’Arcangelo Michele fu motivata dai Professori in quanto Santo che, nell’iconografia religiosa, è l’unico a vestire l’armatura, è guardiano del Paradiso e conduce le anime a Dio. Inoltre il Santo rappresenta, il trionfo della luce del bene contro le tenebre del male. La Sacra Congregazione dei Riti, emanò in data 15 gennaio 1941 il decreto che costituiva: “Sanctus Michael, Archangelus pro radiologis et radiumtherapeuticis patronus et protector declaratus”.
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Favretto, Ilaria, Marco Meriggi, David Laven, Giulia Albanese y John Foot. "Round Table. The ‘British School’ and Italian Historiography". Modern Italy 22, n.º 4 (20 de septiembre de 2017): 471–83. http://dx.doi.org/10.1017/mit.2017.46.

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Italian summaryI contributi sopra intendono riflettere sulla cosiddetta ‘scuola britannica’ di storici e ricercatori specializzati nello studio dell’Italia moderna e contemporanea. Facendo seguito ad una tavola rotonda tenutasi durante il Convegno ASMI 2016, abbiamo chiesto a coloro che vi hanno partecipato di pubblicare i propri interventi nella forma di brevi saggi. In essi viene discussa l’influenza della storiografia britannica sullo studio della storia italiana dal diciannovesimo secolo fino al Fascismo e il ventesimo secolo. Gli autori dei saggi riflettono pure sul ruolo e l’uso della storia in Italia, la strumentalizzazione di dibattitti storiografici che ha a lungo contraddistinto la politica italiana, editoria e strategie di divulgazione del sapere storico. Tutto ciò con un occhio di riguardo alla vita e alla produzione scientifica di Christopher Duggan a cui è dedicato questo numero speciale della rivista.
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Viaro, Maurizio, Ilenia Barile, Chiara Beghin, Mara Germani, Rosmaria Giuliano, Anna Nemes y Michela Zanella. "Formazione e Identitŕ sistemiche". TERAPIA FAMILIARE, n.º 96 (agosto de 2011): 5–24. http://dx.doi.org/10.3280/tf2011-096001.

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In questo articolo, gli AA. si propongono di illustrare un modulo di programma formativo, attualmente in fase di attuazione presso il Centro Padovano di Terapia della Famiglia, volto a far acquisire ai futuri terapeuti sistemici definiti strumenti di analisi dell'interazione, enfatizzando tale competenza, peculiare alle identitŕ relazionali - sistemiche e alla storia - in particolare all'esperienza della cosiddetta "scuola di Milano". Il programma č basato su esercitazioni in aula integrate con momenti di apprendimento a distanza, tramite sito web dedicato. Questo progetto nasce dall'esigenza di valorizzare alcune componenti specifiche di una formazione e di una identitŕ che si dicono relazionale-sistemiche, rivisitando alcuni concetti fondanti questo approccio e integrandoli con strumenti e tecniche derivate dalla formazione a distanza. La seduta familiare congiunta e l'analisi della comunicazione in ottica pragmatica possono continuare ad essere oggi elementi caratterizzanti, anche se non piů esclusivi, di una formazione sistemica, come lo sono della sua storia e della sua identitŕ.
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Matucci, Giuditta. "Le agenzie educative e i diritti dei singoli fra unità, identità e autonomia". DIRITTO COSTITUZIONALE, n.º 2 (junio de 2021): 55–80. http://dx.doi.org/10.3280/dc2021-002004.

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Famiglia e scuola vantano una storia affine, segnata dalla loro primazia in quanto istituzioni, nei confronti dei loro stessi componenti. L'evoluzione dell'ordinamento ha, poi, seguito una strada diversa, volta a favorire i diritti dei singoli, esigenza imposta dal maturare della coscienza sociale in ordine, soprattutto, alla posizione dei soggetti più deboli: i figli, gli allievi. L'affermarsi dei minori come personalità dotate di soggettività giuridica rimette in discussione gli schemi del passato, favorendo la valorizzazione della loro posizione. Permangano, tuttavia, rischi di conflitto all'interno della formazione nucleare. Lo scritto valuta la possibilità di risolvere tali conflitti alla luce del dovere di solidarietà.
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Pizzo, Marco. "“Fare digitale”: progetti didattici e sociali nella scuola e nel carcere". DigItalia 16, n.º 2 (diciembre de 2021): 116–21. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00040.

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Con l’avvio dell’ampio progetto di digitalizzazione delle fonti documentarie sulla Prima guerra mondiale appartenute dall’Istituto per la storia del Risorgimento e la realizzazione del portale 14-18 – Documenti e immagini della grande guerra si sono svolte una serie di attività didattiche che hanno coinvolto scuole e centri di detenzione. Queste iniziative possono essere raggruppate in due aree: la prima è quella relativa alla rielaborazione dei contenuti digitali presenti sul sito dagli studenti e dai detenuti; la seconda è stata la creazione di contenuti nuovi, realizzati informatizzando e digitalizzando direttamente le fonti d’archivio con la creazione di primi metadati funzionali. Il focus è stato così messo direttamente sul “fare digitale”. Queste attività digitali e “virtuali” si sono così caricate di un nuovo valore sociale.
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Foro, Philippe. "Sguardi francesi sulla storia d'Italia: lineamenti di un bilancio storiografico". MONDO CONTEMPORANEO, n.º 1 (julio de 2012): 119–32. http://dx.doi.org/10.3280/mon2012-001005.

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La storiografia francese sull'Italia contemporanea raccoglie una serie di storici la cui attivitŕ č rilevante giŕ da una trentina d'anni. Al seguito di Pierre Milza, che ha svolto un ruolo importante di stimolo, diversi studiosi francesi hanno dato il loro contributo alla comprensione dell'Italia del Risorgimento, del periodo fascista e della democrazia repubblicana. Sono stati affrontati diversi generi storiografici: la biografia (Mazzini, Cavour, Mussolini), le istituzioni (la classe politica fascista), il fenomeno totalitario fascista (la persecuzione antisemita, il controllo dello Stato e dell'economia), oltre che solide sintesi (l'Italia repubblicana). Di conseguenza, l'Italia č oggi uno dei grandi paesi europei che incontra un vivo interesse nella scuola storica francese e presso il pubblico francese. Questo articolo prova a proporne un panorama.
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Miletti, Marco Nicola. "Le facce d’un diamante. Appunti per una storia dell’immediatezza nella procedura penale italiana". Revista Brasileira de Direito Processual Penal 7, n.º 2 (29 de agosto de 2021): 827. http://dx.doi.org/10.22197/rbdpp.v7i2.596.

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Il saggio ripercorre alcune tappe dell’evoluzione del principio di immediatezza nella procedura penale italiana, entro l’arco cronologico compreso tra la fine del secolo XVIII e il codice Finocchiaro-Aprile del 1913. Dopo una breve rassegna delle diverse definizioni del lemma e un cenno diacronico alla demarcazione dal concetto di oralità, la ricerca muove dagli spunti offerti da ‘pionieri’ quali Francesco Mario Pagano e Niccola Nicolini; esamina la letteratura europea (francese e, soprattutto, tedesca) che permeò la riflessione dei giuristi italiani; quindi si addentra nella stagione post-unitaria. Quest’ultima fu connotata dal contrasto tra un codice di rito (1865) ancora prettamente inquisitorio e una dottrina tutt’altro che compatta: se i primi commentari e, ancor piú, la scuola carrariana classificavano l’immediatezza tra i canoni inderogabili della giustizia liberale, la scuola positiva vi scorgeva un indebito cedimento alle interferenze popolari ed emotive nel dibattimento. La lunga elaborazione del codice Finocchiaro-Aprile non solo stimolò un serrato confronto dottrinale ma partecipò a quel movimento per l’oralità grazie al quale Chiovenda confidava di modernizzare il rito civile e penale.
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Martinelli, Chiara. "Rivoluzioni silenti. La riforma degli organi collegiali nella storia della scuola". Rivista di Storia dell’Educazione 8, n.º 1 (25 de mayo de 2021): 37–48. http://dx.doi.org/10.36253/rse-10051.

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Up to nowadays, few research has been dealt with the so-called decreti delegati – i.e., the decrees Italian State enacted in 1974 for renovating scholastic governance. The paper aims at exploring how teachers, pupils and parents looked at the decrees and reacted to them. Sources as booklets and magazines are retrieved for the purpose. The paper shows a segmented framework: the new organisms introduced for guaranteeing school governance innovated Italian school radically and rationalized the way each school dealt with democratic participation which, since 1968, have been depending on headmasters’ political opinion. However, several elements introduced by the decrees jeopardized democratic participation and effectiveness in some of the most radical institutions they introduced. This event occurred, for example, with scholastic districts: even they were set up amidst the hope they would have guaranteed democratic participation, they were deprived by any deliberating power.
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Catananti, Cesare. "L’antropologia alla base della medicina: un dibattito antico ed attuale". Medicina e Morale 45, n.º 6 (31 de diciembre de 1996): 1135–50. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1996.894.

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La storia della medicina è stata costantemente punteggiata da un vivace dibattito su quelli che sono i contenuti del sapere medico, su quello che è il corretto esercizio applicato di quel sapere e sul se e sul come quel sapere e quell’agire si integrino in un’ottica antropologica. Questo costante richiamo ad una umanizzazione dell’assistenza medica tradisce il profondo bisogno di una medicina centrata sull’uomo e non sulla malattia. Un bisogno molto antico dato che già nel V sec. a.C. le divergenze tra la scuola medica di Cos e quella di Cnido vertevano proprio su tale questione. L’autore dopo aver ripercorso brevemente in questa prospettiva la storia della medicina, mette in luce come con l’individuazione e la diffusione del metodo scientifico, quantitativo, nel XVII sec. gli aspetti tecnici, economici, sociologici hanno prevalso su quelli relazionali. Mentre, a suo giudizio, è nella ricerca delle integrazioni psico-biologiche che il medico doctus ed expertus potrà far valere la sua sapientia, scientia e sapienza cordis tra loro amalgamate; falitando così il suo rapporto con il paziente il quale sarà caratterizzato non da un atteggiamento paternalistico o autoritario ma di paritaria empatia. Si tratta allora di costruire una tecnè che poggi in maniera armonica ed equilibrata su due pilatri: quello della conoscenza scientifica e quello dell’ethos umanitario. una medicina, quindi, che faccia coincidere antropologia e tecnologia.
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Čok, Lucija. "Lingue e culture nel dibattito sulle identità europee". Linguistica 50, n.º 1 (29 de diciembre de 2010): 137–42. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.50.1.137-142.

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Nelle politiche linguistiche e culturali delle strategie comunitarie, il discorso sulle identità del singolo (identità nazionale, culturale, linguistica, regionale...) presenta un potenziale punto d'intesa. Nel complesso delle attività che le politiche comunitarie propongono, risulta che una speciale attenzione è riservata alla tutela di alcune di esse (per esempio quella nazionale e linguistica). Si attivano quindi, simultaneamente, mezzi e conoscenze per instaurare la condivisione di un'unica cittadinanza e di una comune economia per creare una crescita culturale in un'entità organica. L'Europa è caratterizzata da culture e tradizioni simili e da una storia che accomuna tutte le nazioni che ne fanno parte. Il passato delle nazioni è contrassegnato dalla ricchezza dei valori paneuropei: valori politici, sociali, culturali, umani. La memoria, soprattutto la memoria storica, è fatta di un materiale essenziale atto a costruire e composto di elementi specifici insostituibili. Vi si trovano valori da salvaguardare e da distribuire. Uno dei vantaggi del continente Europa è il fatto di avere un passato, anche se, a tratti, conflittuale a causa delle specificità delle singole nazioni. La componente regionale e quella locale costituiscono un prezioso scrigno culturale paneuropeo le cui ricchezze emergono nel dialogo interculturale. Ci sono luoghi e tempi per cercare la creatività artistica, la curiosità scientifica, la forza intellettuale del singolo e dei gruppi che potranno far emergere nuove idee, proposte, progetti e strategie per arrivare al bene comune. La scuola è uno dei luoghi intesi come laboratori culturali. Il processo d'innovazione in atto all'interno del sistema scolastico supporta senz'altro la scuola nell'adempimento della sua funzione di operatore educativo comunitario e, allo stesso tempo, di tutore dei beni culturali e delle identità regionali.
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Caldin, Roberta y Luca Decembrotto. "Disabilità, responsabilità dei contesti e della ricerca". MINORIGIUSTIZIA, n.º 4 (julio de 2022): 41–50. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-004005.

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La storia delle persone con disabilità può essere letta come un susseguirsi di normalità negate e di lotte per il riconoscimento dei diritti e il cambiamento dei contesti. La responsabilità di tali cambiamenti non può essere immaginata come prerogativa esclusiva delle persone con disabilità, ma appartiene a tutti coloro che abitano quei contesti, in particolare quelli esterni alla famiglia, in cui prendono forma le concrete opportunità di vita e di crescita. L'articolo propone di approfondire tali responsabilità facendo riferimento a tre tappe ideali, esaminando gli intrecci tra la scuola e la disabilità, il ruolo e le responsabilità dei contesti nella crescita dei giovani adulti con disabilità e le responsabilità di una ricerca orientata al cambiamento sociale.
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BATISTA NETO, José. "Narrativas da trajetória escolar de um formador de professor: memória, história e formação". INTERRITÓRIOS 5, n.º 9 (9 de diciembre de 2019): 187. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v5i9.243609.

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RESUMOA narrativa da trajetória escolar de formador de professores é trazida à luz como pretexto para discussão sobre a relevância de material biográfico em processos formativos. Práticas relacionadas ao método biográfico no cenário da escola de educação básica são aqui exploradas com a finalidade de evidenciar seu potencial formativo. A contextualização foi um recurso metodológico observado, tendo de seu uso resultado um texto recheado de notas históricas. A narrativa de trajetória escolar e do contexto de produção compõe aqui um memorial, entendido como um olhar lançado sobre a história de vida de um docente que toma sua vida como objeto e, de suas experiências, faz história. É uma história de si, uma autobiografia, pela qual nos fazemos historiadores de nós mesmos. A narrativa deslindou traços da escola, da formação de professores e da prática pedagógica, de modo a fazer compreender a participação da dimensão biográfica no processo formativo de professor.Trajetória escolar. Biografia. Formação de professor.Narratives of the school career of a teacher trainer: memory, history and formationABSTRACTThe narrative of the school trajectory of teacher educator is brought to light as a pretext for discussion about the relevance of biographical material in formative processes. Practices related to the biographical method in the scenario of the elementary school are explored here in order to highlight its formative potential. Contextualization was an observed methodological resource, and its use resulted in a text full of historical notes. The narrative of the school trajectory and the context of production composes here a memorial, understood as a look at the life story of a teacher who takes his life as an object and, from his experiences, makes history. It is a story of itself, an autobiography, by which we make ourselves historians of ourselves. The narrative unraveled traces of the school,teacher training and pedagogical practice, in order to make the participation of the biographical dimension in the teacher training process easier to understand.School trajectory. Biography. Teacher training.Narrative della carriera scolastica di un insegnante di maestri: memoria, storia e formazioneRIASSUNTOLa narrazione della traiettoria scolastica dell'insegnante viene messa in luce come pretesto per la discussione sulla rilevanza del materiale biografico nei processi formativi. Le pratiche del metodo biografico nello scenario della scuola elementare sono esplorate qui al fine di evidenziarne il potenziale formativo. La contestualizzazione era una risorsa metodologica osservata e il suo uso ha prodotto un testo pieno di note storiche. La narrazione della traiettoria della scuola e il contesto della produzione compongono qui un memoriale, inteso come uno sguardo alla storia di un insegnante che prende la sua propria vita come oggetto e, dalle sue esperienze, fa la storia. È una storia di se stessa, un'autobiografia, con la quale ci rendiamo storici di noi stessi. La narrazione ha svelato le tracce della scuola, della formazione degli insegnanti e della pratica pedagogica, al fine di facilitare la comprensione della partecipazione della dimensione biografica al processo di formazione degli insegnanti.Traiettoria della scuola. Biografia. Formazione degli insegnanti.Narrativas de la carrera escolar de un formador de docentes: memoria, historia y formaciónRESUMENLa narrativa de la trayectoria escolar del formador de docentes sale a la luz como pretexto para la discusión sobre la relevancia del material biográfico en los procesos formativos. Aquí se exploran prácticas relacionadas con el método biográfico en el escenario de la escuela primaria para resaltar su potencial formativo. La contextualización fue un recurso metodológico observado, y su uso resultó en un texto lleno de notas históricas. La narrativa de la trayectoria escolar y el contexto de producción compone aquí un memorial, entendido como una mirada a la historia de vida de un maestro que toma su vida como un objeto y, desde sus experiencias, hace historia. Es una historia en sí misma, una autobiografía, por la cual nos hacemos historiadores de nosotros mismos. La narración desvela las huellas de la escuela, la formación del profesorado y la práctica pedagógica, a fin de facilitar la comprensión de la participación de la dimensión biográfica en el proceso de formación del profesorado.Trayectoria escolar. Biografía. Formación del profesorado.
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Dews, Peter. "Sulle tracce della libertà nella storia - Schelling e la Scuola di Francoforte". SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), n.º 59 (noviembre de 2017): 129–46. http://dx.doi.org/10.3280/las2017-059009.

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Noto, Paolo. "La scuola italiana del cinema. Il Centro Sperimentale di Cinematografia dalla storia alla cronaca (1930-2017), Alfredo Baldi (2018)". Journal of Italian Cinema & Media Studies 9, n.º 2 (1 de marzo de 2021): 330–34. http://dx.doi.org/10.1386/jicms_00078_5.

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Review of: La scuola italiana del cinema. Il Centro Sperimentale di Cinematografia dalla storia alla cronaca (1930-2017), Alfredo Baldi (2018) Rome and Soveria Mannelli: Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia and Rubbettino, 224 pp., ISBN 978-8-84985-412-1, p/bk, €18.00 70 anni della Cineteca Nazionale del Centro Sperimentale di Cinematografia 1949-2019, Alfredo Baldi (ed.) (2019) Rome and Soveria Mannelli: Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia and Rubbettino, 240 pp., ISBN 978-8-84986-124-2, p/bk, €18.00
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Miglietta, Donata. "Quando i conflitti sono in gioco. Gruppi, formazione, diversitŕ". GRUPPI, n.º 1 (octubre de 2010): 103–10. http://dx.doi.org/10.3280/gru2010-001009.

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Il passaggio dalla posizione dell'ascolto al coinvolgimento corporeo del terapeuta che avviene nei gruppi di bambini č stato spesso sentito come eretico sia rispetto alla psicoanalisi sia rispetto alle teorie sui gruppi analitici. Nella formazione non si deve perdere di vista il fatto che, anche all'interno della stessa scuola, la pratica unificata č un'illusione (Schaffer). Il lavoro dei formatori č un lavoro di confine che regola il flusso della discordanza e della differenza e siamo noi a dovere vigilare affinché la diversitŕ non si trasformi in guerra. Quando le diversitŕ entrano in campo si tratta di affrontarne gli effetti. Nei gruppi di formazione per psicoterapeuti infantili il conflitto assume spesso figurazioni visibili e invisibili. Nei processi formativi con lo psicodramma si evidenziano percorsi evocatori di immagini che vanno dallo scontro tra bande armate al gioco dei bisticci fino all'integrazione delle differenze. Le psicoterapie sono oggi una galassia dai confini incerti e, come formatori, dobbiamo pensare ad un sistema aperto di conoscenza. Si dovrebbe mantenere la consapevolezza che non č impossibile che il processo vari da analista a analista, forse da paziente a paziente, in modo molto significativo (Meltzer). La questione č in visibile nei processi formativi della scuola COIRAG alla quale affluiscono sottogruppi con matrici teorico cliniche complesse e non certo univoche. La formazione si dovrebbe muovere nello spirito della COIRAG volto a costruire una storia comune in un tempo in cui tutti abbiamo bisogno di pace. Appare dunque significativo percorrere alcuni passaggi di questo percorso attraverso la formazione dei conduttori per gruppi in etŕ evolutiva. Si descrive il percorso tra emersione delle differenze teoriche, scontro e confronto nella formazione dei conduttori di gruppi in etŕ evolutiva. In analogia con il gioco dei bambini anche i conduttori modulano l'intensitŕ del conflitto attraverso la comparsa e la circolazione di immagini ludiche. Il conflitto che si trasforma in gioco puň facilitare il confronto tra diversitŕ teorico-tecniche.
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Demattè, Adriano. "Relazione etica degli studenti con un documento tratto dalla storia della matematica". Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula, n.º 12 (21 de noviembre de 2022): 22–44. http://dx.doi.org/10.33683/ddm.22.12.2.

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Un’attività di interpretazione di un brano tratto da Introductio in analysin infinitorum di Eulero, in una classe quinta della scuola secondaria di secondo grado, consente di evidenziare varie problematiche riguardanti una relazione di responsività e responsabilità – che in questo articolo viene denominata etica – da parte degli studenti con un testo matematico e in particolare con un documento storico. L’analisi viene operata alla luce del pensiero dei filosofi Emmanuel Levinas e Hans-Georg Gadamer. L’attenzione è rivolta a come gli studenti orientino la loro interpretazione, come affrontino la situazione di alterità – di confronto con il punto di vista dell’Altro – e come seguano l’autore nei suoi ragionamenti.
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Messina, Nunziata. "IL SAPERE GEOGRAFICO E LE TEORIE PEDAGOGICO – DIDATTICHE PER L’INSEGNAMENTO DELLA GEOGRAFIA". International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 2, n.º 1 (2 de julio de 2016): 413. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2016.n1.v2.307.

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Anticamente, il sapere geografico era imperniato soprattutto sulla dimensione della Terra, vista prioritariamente come corpo celeste e collegata all’attività cartografica. Nel Rinascimento il rinnovamento culturale ebbe ripercussioni anche sul livello educativo, gli umanisti consideravano l’uomo all’inizio di un’era nuova. Le grandi scoperte geografiche aprirono nuovi orizzonti verso la conoscenza del mondo e verso le diverse applicazioni didattiche. Michel Eyquem de Montaigne sosteneva che l’insegnamento della geografia doveva basarsi sull’osservazione diretta, collegando la geografia alla storia. Il filosofo John Locke vide nella geografia una disciplina particolarmente proficua per lo sviluppo dello spirito di osservazione, in quanto, attraverso le passeggiate scientifiche, le gite ed i viaggi, l’allievo poteva riuscire ad avere una conoscenza diretta delle cose. Nel ‘700 si sviluppò l’Illuminismo ispirato ai principi razionali; Jean – Jacques Rousseau nella sua opera, “Emilio”, evidenziò la grande forza e il valore educativo dell’ambiente, egli ribadiva che nel passaggio dalla fanciullezza all’adolescenza si sviluppa nel ragazzo la curiosità di conosce il mondo, in questo la geografia diviene un importante alleato anche per lo studio delle scienze. Dopo la seconda metà dell’ottocento si affermarono il naturalismo e il positivismo, in questo periodo anche nelle Università Italiane venne introdotta la geografia e un impulso positivo per l’insegnamento geografico nella scuola elementare fu dato da Filippo Porena che propose una nuova metodologia basata sull’utilizzo di diversi metodi: metodo oggettivo (immagini); metodo naturale; geografia locale e lettura e disegno delle carte geografiche. L’uso del disegno divenne una metodologia importante in tutte le scienze ma soprattutto nelle geografia.
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Albertocchi, Giovanni. "Il "Cuore" censurato: Edmondo De Amicis e la formazione dello "spirito nazionale" in Argentina". Quaderns d’Italià 26 (3 de diciembre de 2021): 257–70. http://dx.doi.org/10.5565/rev/qdi.522.

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Nel 1884 Edmondo De Amicis si reca in Argentina invitato dal direttore del quotidiano El Nacional a tenere delle conferenze su Garibaldi, Cavour, Mazzini ed altri personaggi della storia italiana. In questo modo prepara anche il terreno per il libro Cuore che arriverà in Argentina tre anni dopo e che sarà accolto trionfalmente, venendo addirittura adottato come libro di testo nella scuola. Verso la fine del secolo però una recrudescenza della cultura nazionalistica che si vedeva minacciata da quella degli emigranti, soprattutto italiani, fa sì che il libro di De Amicis venga proibito dal Consejo Nacional de Educación e sostituito da traduzioni che manipolavano l’originale, nazionalizzandolo in modo da salvaguardare lo “spirito nazionale argentino”. L’articolo analizza la tipologia di tre diversi modelli di traduzione: Corazón argentino. Diario de un niño di Carlota Garrido de la Peña, del 1913; Corazón, Traducción y adaptación para el niño argentino di Germán Berdiales e Fernando Tognetti, del 1937; e Corazón. Adaptación escénica al ambiente nacional del libro de E. de [sic] Amicis, di Germán Berdiales e Pedro Inchauspe, del 1921.
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Kita, Marek. "„Niebiańska filozofia”, czyli chrześcijaństwo jako umiłowanie Mądrości". Analecta Cracoviensia 40 (4 de enero de 2023): 179–90. http://dx.doi.org/10.15633/acr.4012.

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L’idea antica del cristianesimo come „filosofia celeste di Cristo” può apparire al giorno d’oggi ambigua e anacronistica. Nella cultura occidentale dopo un lungo periodo di riflessione sul rapporto tra cristianesimo e filosofia si assiste alla nascita del fenomeno della „filosofia cristiana” – una cosa diversa dalla teologia – che reca in sé l’affermazione che il cristianesimo stesso non si riduce alla filosofia. Eppure in tutta la storia della Chiesa troviamo alcuni pensa- tori che parlano del cristianesimo come una filosofia in senso estensivo. Anche Benedetto XVI nella enciclica Spe salvi ci ha ricordato una visione di Cristo come Filosofo, cioè una persona che sa insegnare l’arte della vita. Infatti potremo dire anche di piú: se pensiamo a Cristo come Sapienza incarnata, allora la nostra filosofia – l’amore della sapienza – diventa l’amore per Lui.Il cristianesimo come filosofia per estensione ci offre una visione integrale della realtà, in conformità alla frase di Pascal: „Chi conosce Cristo, conosce la ragione di tutte le cose”. In Gesù è stato incarnato un progetto divino dell’uomo e del mondo. L’insegnamento della Sapienza crocifissa ci apre gli occhi del cuore al senso vero dell’essere e dell’esistenza. Il suo sacrificio ci rivela una nuova ontologia, in cui l’essere significa dono. Nella luce di Cristo contempliamo il senso della storia e della cultura umana.Il cristianesimo come „amore della Sapienza eterna” realizza il compito della filosofia (nel suo concetto antico) e lo completa. Esso si presenta come una saggezza del cuore ma questo non significa irrazionalismo – nella saggezza così s’incontrano la ragione discorsiva, l’intuizione e la fede. Inoltre „filosofia celeste” corregge ogni filosofia della terra insegnandoci che l’amore vale più del pensiero. Alla scuola del Vangelo il frutto dell’amore della sapienza diventa sapienza dell’amore.
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Fontana Bollini, Vittoria y Giovanna Lepori. "Un percorso di storia della matematica nella scuola media: la quadratura di figure piane". Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula 6 (2019): 131–50. http://dx.doi.org/10.33683/ddm.19.6.6.

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Gainot, Bernard. "Bruno Giordano, Gli ufficiali della Scuola militare di Modena (1798 – 1820) : una storia prosopografica". Annales historiques de la Révolution française, n.º 372 (1 de junio de 2013): 189–92. http://dx.doi.org/10.4000/ahrf.12824.

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Landolfi, Francesco. "La Vita di Dante per Francesco Lomonaco. Un esule dimenticato". IL RISORGIMENTO, n.º 2 (noviembre de 2021): 51–78. http://dx.doi.org/10.3280/riso2021-002002.

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L'articolo si pone l'obiettivo di analizzare la figura letteraria di Dante attraverso gli occhi di Francesco Lomonaco (1772-1810), intellettuale lucano protagonista della rivoluzione partenopea del 1799 e, successivamente al suo fallimento, insegnante di storia e geografia presso la Scuola militare di Pavia dal 1805. Secondo il principio per cui laddove è presente una lingua unica sussiste anche un'identità di nazione unita, Lomonaco introduce nella sua opera Vite degli eccellenti italiani (1802) Dante come il padre della letteratura italiana, su cui è necessario fondare l'identità dei moderni italiani. L'importanza di Dante nel pensiero di Lomonaco è dovuta anche alle sfortunate e consimili vicissitudini che entrambi affrontarono come esuli per cause politiche: il primo lasciando Firenze, il secondo fuggendo da Napoli. Una somiglianza di esistenze che fu addirittura immortalata da Alessandro Manzoni in un sonetto dedicato proprio al suo amico Lomonaco.
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Vezzani, Gabriele. "Tracce: Medicina di base e gruppi Balint dagli anni 1970 a oggi / Alcune note sul rapporto medicina generale/psicoterapia (1991)". PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, n.º 2 (mayo de 2012): 241–48. http://dx.doi.org/10.3280/pu2012-002005.

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Vengono fatte alcune considerazioni sul rapporto tra medicina generale e psicoterapia, sottolineando anche la importanza della formazione dei medici di base tramite il metodo dei gruppi Balint. Questo scritto č una sintesi dell'intervento tenuto al convegno "Psichiatria e medicina di base" (Reggio Emilia, 25 gennaio 1991) Qui č preceduto da una dettagliata nota introduttiva dell'Autore in cui viene ripercorsa la storia del rinnovamento nell'assistenza sociosanitaria, e dell'attenzione allora prestata dalle amministrazioni pubbliche verso la formazione dei medici di base, a Reggio Emilia negli anni 1970-80. Questo rinnovamento, che investiva anche altri settori (welfare, igiene ambientale, psichiatria, medicina del lavoro, ospedali, scuola, ecc.), piů tardi subě un arresto, le cui cause vengono qui brevemente discusse.
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Ciotti, Fabio y Alberto Baldi. "Macchine per leggere: promuovere la lettura con il distant reading". ENTHYMEMA, n.º 30 (2 de enero de 2023): 173–92. http://dx.doi.org/10.54103/2037-2426/19557.

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Questo articolo presenta il progetto Macchine per leggere, nato dalla collaborazione tra il Dipartimento di Studi letterari, filosofici e di storia dell’arte dell’Università di Roma “Tor Vergata” e il Centro per il Libro e la Lettura del MiC. Scopo del progetto è la realizzazione di un ambiente digitale (desktop e mobile) che introduca gli studenti della scuola secondaria di secondo grado alla conoscenza e all’utilizzo delle tecniche di analisi computazionale dei testi, qui proposte come spunto per accostarsi alla lettura dei classici della letteratura italiana (tra gli altri che saranno resi disponibili sul sito, Il piacere, I Malavoglia, Il fu Mattia Pascal…). L’approccio del distant reading e gli strumenti informatici per l’analisi e la rappresentazione dei corpora e per il text mining (word cloud, indici di frequenza di termini e sintagmi, topic modeling, sentiment e network analysis), uniti ad altre risorse come la geolocalizzazione su mappe digitali dei luoghi letterari, saranno presentati sia come metodo per simulare in ambiente virtuale reading strategies, che come modelli per integrare le prassi ermeneutiche tradizionali – close reading. In una sezione del sito dedicata, gli algoritmi di cui si darà dimostrazione saranno a disposizione degli studenti in forma di web app, così che possano sperimentare in autonomia e su altri testi in loro possesso l’approccio distant proposto nell’ambito del progetto.
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Pozzi, Regina. "Itinerari sansimoniani: la vicenda di Laurent de l'Ardčche (1793-1877)". SOCIETÀ E STORIA, n.º 136 (julio de 2012): 331–53. http://dx.doi.org/10.3280/ss2012-136004.

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L'autrice si propone di studiare la presenza del sansimonismo nella cultura e nella politica francese del secolo diciannovesimo, ben oltre la dispersione della Scuola, attraverso il caso particolare di Laurent de l'Ardčche (1793-1877). Di questa figura, minore ma rilevante per la storia del movimento, si tratteggiano le principali vicende e in particolare si esamina un'opera del 1844, Du principe d'autorité en politique, mettendola a confronto con scritti di altri seguaci di Saint-Simon usciti negli stessi anni, che hanno tutti in comune la volontÀ di applicare la lezione del maestro all'attualitÀ politica. L'indagine da una parte mostra la persistente forza d'attrazione del sansimonismo, dall'altra conferma la singolaritÀ della sua concezione politica democratico-gerarchica nonché la sua incompatibilitÀ con il liberalismo e con la filosofia dei diritti. Ne č una riprova fattuale l'adesione di Laurent (e di altri suoi condiscepoli) al colpo di stato del 2 dicembre, in quanto «razionale» e «progressivo».
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Pierguidi, Stefano. "La ‘terza stanza de quadri’ in Palazzo Farnese nel 1644". Journal of the History of Collections 32, n.º 2 (9 de abril de 2019): 265–73. http://dx.doi.org/10.1093/jhc/fhz016.

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Abstract L’articolo punta a stabilire il criterio museografico nell’allestimento della ‘terza stanza de quadri’ in Palazzo Farnese nel 1644, a partire dalla sorprendente presenza in quell’ambiente di molti disegni incorniciati accanto a dipinti su tavola a fondo oro di primo Quattrocento e a poche, importanti tele. Nella stanza era sinteticamente narrata la storia della pittura a Roma dal Quattro al Cinquecento, attraverso soli capolavori, di maestri quasi unicamente appartenenti alla scuola romana. This article aims to establish the museographic criteria involved in the display of pictures in the ‘third room of paintings’ in the Palazzo Farnese in 1644, beginning with the surprising presence there of many framed drawings next to paintings on panel with gold background of the early fifteenth century and with few modern paintings of great importance. Here the story of painting in Rome in the Quattrocento and Cinquecento was synthetically narrated through masterpieces belonging almost exclusively to the Roman School.
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Torchiani, Francesco. "Generazioni intellettuali. Storia sociale degli allievi della Scuola Normale Superiore di Pisa nel Novecento (1918–1946)". Journal of Modern Italian Studies 18, n.º 1 (enero de 2013): 119–20. http://dx.doi.org/10.1080/1354571x.2013.730292.

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Silva, Vera Lucia Gaspar da y Gizele de Souza. "Resenha do livro “Mezzi di educazione di massa. Saggi di storia della cultura materiale della scuola tra XIX e XX secolo”". Revista Linhas 18, n.º 37 (31 de julio de 2017): 318–22. http://dx.doi.org/10.5965/1984723818372017318.

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Sanz Simón, Carlos. "Mezzi di Educazione di Massa. Saggi di Storia della Cultura Materiale della Scuola tra XIX e XX Secolo, por Juri Meda". Qualitative Research in Education 6, n.º 3 (27 de octubre de 2017): 352. http://dx.doi.org/10.17583/qre.2017.3037.

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Fabris, Dinko. "Circolazione dell’opera italiana attraverso i teatri non europei del Mediterraneo: Il caso degli italiani al Cairo intorno alla prima dell’ Aida del 1871". Artigrama, n.º 36 (9 de diciembre de 2022): 223–40. http://dx.doi.org/10.26754/ojs_artigrama/artigrama.2021368108.

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Per un secolo e mezzo, l’episodio della prima dell’Aida di Verdi al Cairo nel 1871 hacatturato l’attenzione degli studiosi, che non hanno mai esplorato sistematicamente il contestooperistico —allo stesso tempo locale e globalizzato— in cui quella vicenda si era inserita. Inrealtà l’Egitto stava vivendo una fase di grande interesse per l’opera e per i teatri all’europea,condivisa da molti altri territori dell’impero ottomano a cominciare dalla capitale Costantinopoli. Compagnie di cantanti italiani avevano già portato il repertorio più aggiornato dell’operaitaliana prima ad Alessandria e poi al Cairo e, negli stessi anni della produzione di Aida, unacompagnia era stata scritturata per una stagione di opere francesi e italiane, con la direzione diNicola De Giosa, compositore di scuola napoletana e primo vero direttore dell’orchestra del Teatrodi San Carlo. Come il prediletto di Verdi, Emanuele Muzio, anche De Giosa fu però scartato dalsovrintendente del teatro egiziano, che affidò la direzione di Aida a Bottesini. Alcuni frammentisuperstiti di documentazione consentono di intuire il peso della presenza degli artisti italianinella nascita del teatro d’opera vicereale al Cairo. Artisti e direttori itineranti, ma anche glialtri individui coinvolti nelle prime rappresentazioni di opere europee in Egitto, sono certamenteprotagonisti di una storia minore, ma che ci sembra interessante cominciare a ricostruire perinserire queste vicende di mobilità artistica in una più ampia rete dei teatri del Mediterraneo.
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Bertilotti, Teresa. "«Una ragionevole compiacenza di appartenere a una gran nazione». Insegnamento della storia e valorizzazione dei patrimoni locali nella scuola elementare (1860-1923)". Mélanges de l’École française de Rome. Italie et Méditerranée 113, n.º 2 (2001): 789–801. http://dx.doi.org/10.3406/mefr.2001.9831.

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Parisini, Roberto. "Per un bilancio dell'insegnamento nella storia delle Ssis". SOCIETÀ E STORIA, n.º 128 (septiembre de 2010): 311–21. http://dx.doi.org/10.3280/ss2010-128004.

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Resumen
La necessitÀ di elaborare, anche in Italia un nuovo modello di formazione all'insegnamento ha portato alla creazione delle SSIS, all'interno delle quali un notevole spazio ha avuto la storia. In questo ambito, le Scuole avrebbero dovuto diventare il luogo di elaborazione, a metÀ strada tra universitÀ e scuola, di un nuovo, specifico sapere disciplinare, in grado di ricomporre ricerca scientifica e prassi didattica in un sapere autonomo, connesso a ricerche e pratiche proprie. Le Scuole tuttavia, frammentate e poco comunicanti tra loro, spesso hanno fallito il loro obiettivo. Ma ci sono state anche esperienze positive, dove sono maturati, a vari gradi, percorsi di grande interesse e originalitÀ. Il saggio propone una prima riflessione comparata su diverse esperienze delle Scuole, nella convinzione che esse costituiscano un importante livello di confronto, imprescindibile, nel bene e nel male, per poter proseguire lungo un cammino che rimane indubbiamente per molti versi complesso e accidentato.
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Barausse, Alberto y Rossella Andreassi. "Le scritture professionali di Amelia Andreassi: gli ego-documenti di una insegnante italiana del Novecento". Cadernos de História da Educação 20 (20 de septiembre de 2021): e048. http://dx.doi.org/10.14393/che-v20-2021-48.

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Resumen
Il contributo intende prendere in esame il valore euristico dell’archivio personale di Amelia Andreassi, maestra e poi direttrice di scuole materne private e pubbliche di Bari, importante città dell’Italia meridionale, nel corso del Novecento. La collezione, composta di libri, certificazioni, lettere e materiali didattici, fra cui i quaderni sui quali annotava personali riflessioni sulle pratiche didattiche e ludiche svolte in classe, costituiscono parte del fondo archivistico personale custodito presso il Centro di documentazione e ricerca sulla storia delle istituzioni scolastiche, del libro scolastico e della letteratura per l’infanzia (Ce.S.I.S.) dell’Università del Molise, tra le cui finalità sono previsti il recupero, la conservazione e la valorizzazione degli archivi personali degli insegnanti. Tali fondi permettono una analisi dettagliata della funzione degli scritti personali (egodocumenti) di tipo professionale. Insieme all’uso delle categorie interpretative offerte dalla storia delle culture scolastiche nella analisi si intendono raccogliere le suggestioni proposte dalla storia della memoria scolastica.
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