Literatura académica sobre el tema "Storia della Filologia"

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Artículos de revistas sobre el tema "Storia della Filologia"

1

Meier, Franziska. "Giorgio Pasquali und die Filologia dantesca". Deutsches Dante-Jahrbuch 97, n.º 1 (24 de octubre de 2022): 54–65. http://dx.doi.org/10.1515/dante-2022-0005.

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Resumen
Riassunto L’articolo parte dall’ipotesi che l’università di Gottinga, innanzitutto il suo dipartimento di filologia greca e antica, abbia avuto un qualche ruolo nel rinnovamento della filologia dantesca quale Michele Barbi l’aveva richiesto e promosso lungo la sua carriera. La figura di chiave per evidenziare questa connessione sorprendente è Giorgio Pasquali che prima della prima guerra mondiale giunse a Gottinga dove proseguì i suoi studi, fece la abilitazione e fu nominato professore. Lo scoppio della guerra poi lo costrinse a ritornare in Italia, a Firenze dove avrebbe praticato e propagato la nuova metodologia filologica tedesca. È vero che fin dall’Ottocento gli storici e filologi italiani s’ispirarono alle metodologie filologiche tedesche. Pasquali, tuttavia, andò oltre confrontandosi con i raffinamenti che Ulrich von Wilamowitz-Moellendorf aveva apportato allo studio e all’edizione dei testi antichi. Nel 1934 Pasquali pubblicò la monografia Storia della tradizione e la critica del testo che non ebbe soltanto un impatto sulla filologia greca e latina in Italia, ma anche sul giovane Gianfranco Contini e, a modo suo, su Michele Barbi in maniera notevole.
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Żelazny, Jan W. "Dzieje patrystyki w środowisku krakowskim (Zarys)". Vox Patrum 36 (15 de diciembre de 1999): 85–96. http://dx.doi.org/10.31743/vp.7810.

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Resumen
Dai ultimi anni XIV secolo, alla corte della santa regina Hedvige, si possono trovare le radici degli studi sui Padri nel nostro ambiente. Ma la storia della patrologia e collegata con la storia dell’Accademia di Cracovia. Nel principio gli studi patristici erano inseriti negli studi di filologia e di storia della Chiesa. Il rinascimento e collegato con l’attivita della scuola filologica e teologica presso l’Universita Jagiel- lonica nel XIX secolo ed e stata coronata con la fondazione della prima cattedra di patrologia in Polonia nel 1938. Oggi l’attivita patristica accademica si svolge nell’ambiente della Accademia Pontificia di Teologia.
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Tekavčić, Pavao. "Francesco Bruni (a cura di), L'italiano nelle regioni. Lingua nazionale e identità regionali; La Nostra Lingua, Biblioteca storica di linguistica italiana, UTET, Torino 1992; XXXIII + 1038 pp." Linguistica 34, n.º 2 (1 de diciembre de 1994): 134–38. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.34.2.134-138.

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Resumen
Gli italianisti di tutto il mondo sanno quanto ricca sia in Italia la tradizione della filologia, della critica e della perenne Questione della lingua. Recentemente questi domini scientifici si sono arricchiti di un' opera davvero monumentale come materia, impostazione, trattazione e mole: il volume di formato enciclopedico che qui recensiamo. È un'ennesima storia della lingua italiana, impostata tuttavia da un angolo visuale diverso, quello cioè della diffusione progressiva dell'italiano dalle origini ai giorni nostri nelle regioni dello stato italiano e in certe altre aree (Dalmazia e stria, Canton Ticino, Valle d'Aosta, Malta, Corsica). Si esaminano le caratteristiche dell'italianizzazione delle singole aree: da qui il sottotitolo.
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Italia, Paola. "Le mano (e la mente) dell'autore: Storia e prospettive della Filologia d'autore". Anuario Lope de Vega Texto literatura cultura 29 (31 de enero de 2023): 324–50. http://dx.doi.org/10.5565/rev/anuariolopedevega.488.

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Resumen
La tradizione letteraria italiana condivide con quella spagnola una ricchezza di manoscritti genetici d'autore imparagonabile a quella di altre tradizioni europee, ed è per questo che la filologia d'autore, disciplina fondata da Dante Isella, ma che risale a una pratica ecdotica risalente al XVII secolo, può essere applicata fruttuosamente anche sui manoscritti del Siglo de Oro, come recentemente è stato mostrato sulla Dama Boba. Nel contributo si presenta la storia e il metodo peculiare della disciplina, nei suoi rapporti con la critica delle varianti e la critica genetica, e se ne delineano le prospettive di sviluppo, in particolar modo quelle legate alle nuove tecnologie digitali, dalla spettrometria all'authorship, all'applicazione dell'IA allo studio, anche comparativo, delle correzioni d'autore.
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Tekavčić, Pavao. "Vojmir Vinja, Jadranskafauna, Etimologija i struktura naziva, 1 11, Split, Lo­gos, 1986: I vol. pp. 5-504, II. vol. pp. 1-558." Linguistica 27, n.º 1 (1 de diciembre de 1987): 167–74. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.27.1.167-174.

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Resumen
La stratificazione linguistica lungo la costa orientale dell'Adriatico assieme ai molteplici contatti di genti (Greci, Latini, Italiani, Slavi) rende interessante e pro­ ficuo qualsiasi studio linguistico in questa dominio; trattandosi poi di ambiente ma­ rino, è comprensibile l'importanza della terminologia talassozoonimica. A questi studi si dedica da quasi quarant'anni il noto romanista zagabrese e ordinaria di filo­ logia romanza all'Ateneo di Zagabria Vojmir Vinja. Adesso, come coronamento della sua lunga attività scientifica in questa campo (documentata in una serie di studi precedentemente pubblicati), l'autore ci offre illibro qui recensito, che nel vero sen­ so della parola è il suo magnum opus, un'ampia e documentatissima sintesi delle sue ricerche talassozoonimiche. Una tale opera esige una preparazione vasta e moltepli­ ce, dalla linguistica (esame sistematico-strutturale) e filologia (studio delle fonti an­ tiche) attraverso la storia culturale fino all'economia, all'oceanografia e addirittura all'ittiologia.
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Tekavčić, Pavao. "Studi ladini in onore di Luigi Heilmann nel suo 75 ° compleanno, a cura di Guntram A. Plangg e Fabio Chiocchetti, «Mondo Ladino» X (1986), Institut Cultural Ladin «majon di fashegn« Vigo di Fassa, pp. 3-466." Linguistica 27, n.º 1 (1 de diciembre de 1987): 175–79. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.27.1.175-179.

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La stratificazione linguistica lungo la costa orientale dell'Adriatico assieme ai molteplici contatti di genti (Greci, Latini, Italiani, Slavi) rende interessante e pro­ ficuo qualsiasi studio linguistico in questa dominio; trattandosi poi di ambiente ma­ rino, è comprensibile l'importanza della terminologia talassozoonimica. A questi studi si dedica da quasi quarant'anni il noto romanista zagabrese e ordinaria di filo­ logia romanza all'Ateneo di Zagabria Vojmir Vinja. Adesso, come coronamento della sua lunga attività scientifica in questa campo (documentata in una serie di studi precedentemente pubblicati), l'autore ci offre illibro qui recensito, che nel vero sen­ so della parola è il suo magnum opus, un'ampia e documentatissima sintesi delle sue ricerche talassozoonimiche. Una tale opera esige una preparazione vasta e moltepli­ ce, dalla linguistica (esame sistematico-strutturale) e filologia (studio delle fonti an­ tiche) attraverso la storia culturale fino all'economia, all'oceanografia e addirittura all'ittiologia.
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Tekavčić, Pavao. "Oana Salişteanu Cristea, Prestito latino - Elemento ereditario nel lessico della lingua italiana - Doppioni e varianti, Istituto di Studi Romanzi, Facoltà di Lettere, Università Carolina Praga; Praga 2000, pp. 199". Linguistica 40, n.º 1 (1 de diciembre de 2000): 197–200. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.40.1.197-200.

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Resumen
La ricchezza del lessico italiano dall'antichità ad oggi e la sua complicata stratificazione sono oggetto dell'interesse dei linguisti da più di un secolo e mezzo; eppure, c'è una serie di problemi non studiati a fondo, tuttora aperti e promettenti. Uno di tali temi è la coesistenza di due (o più) riflessi di una sola base latina, cioè gli allotropi e doppioni (franc. doublets). Dai tempi di Ugo Angelo Canello (anni 70 dell'Ottocento) questo settore del vocabolario non cessa di preoccupare gli studiosi ed il più recente contributo -- importantissimo, diciamolo subito-- che riassume, discute, sistematizza e in gran parte completa quanto fatto finora, è il recentissimo volume della professoressa Oana Sălişteanu Cristea, docente di linguistica italiana (storia della lingua, filologia e dialettologia) all'Università di Bucarest. Questo libro è l'oggetto della presente recensione.
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Pereira, Germana Henriques. "ENTREVISTA COM ANDRÉIA GUERINI". Belas Infiéis 1, n.º 2 (28 de febrero de 2013): 127–30. http://dx.doi.org/10.26512/belasinfieis.v1.n2.2012.11209.

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Andréia Guerini é professora associada I do Departamento de Língua e Literatura Estrangeiras da Universidade Federal de Santa Catarina (UFSC) e atua, desde 2011, como professora visitante do Programa de Doutorado em Letteratura, Storia della lingua e Filologia Italiana da Università per Stranieri di Siena/Itália. Possui pós-doutorado pela Università degli Studi di Padova (2010) e é doutora em Literatura pela Universidade Federal de Santa Catarina (2001). Guerini é coordenadora da pós-graduação em Estudos da Tradução (PGET) e do grupo de pesquisa do CNPq de Estudos Leopardianos; faz parte da Diretoria da Associação Brasileira de Pesquisadores em Tradução (ABRAPT) – gestão 2011-2013 – e da Diretoria da Associação Nacional de Pós-Graduação em Letras e Linguística (ANPOLL) – gestão 2012-2014. É editora-chefe da revista Cadernos de Tradução (Qualis A2) desde 2002 e da revista Appunti Leopardiani desde 2011; é autora do livro, publicado pela Edusp em 2007, intitulado Gênero e tradução no Zibaldone de Leopardi.
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Tekavčić, Pavao. "Quaderni di filologia e lingue romanze, Ricerche svolte nell'Università di Macerata, Terza serie, vol. 17; Macerata 2002, 414 pp." Linguistica 44, n.º 1 (1 de diciembre de 2004): 188–89. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.44.1.188-189.

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Il volume qui recensito racchiude i seguenti contributi Caterina Santarelli, L'ittionimia dialettale di Porto San Giorgio, 5-93;Uberto Malizia, Unfichier de lexicographie musicale du Mayen Age: essai sur la Lettre A [sic: senza circonflesso], 95-116;Monica Balestrero, La sfida dello sparviero, 117-139;Marinella Mariani, Ecrire le voyage: Stendhal dans Les Marches, 141-160;Elisabeth Ceaux, Souvenirs d'un blesse: Le regard d'Hector Malot sur la guerre de 1870, 161-182;Dante Pasquali, Il ciclo del mondo reale, 183-232;Daniela Fabiani, Una geografia privilegiata: /'Italia e la sua cultura nell'opera di Julien Green, 233-271;Silvia Vecchi, Le talon d'Hermès: la conoscenza errante, 273-291;Maryvonne Baurens, "Les couleurs de l'argot" contemporain, 293-320;Marco Cromeni, Berceo e ii miracolo de La Abadesa prefiada, 321-350;Miquel Pérez Escalera, La nada cotidiana y la cuestión de la identidad, 351-366;12) Carlos Alberto Cacciavillani, Alta Gracia: vicende storiche ed economiche, 367-387;Roberto Crescente, II territorio nella storia: /'Abruzzo adriatico dalle fonti letter­ arie e cartografiche, 389-402; Note e recensioni:14. Luca Pierdominici, Funzione deittico-anaforica, a livello della frase, di moifema ed elementi morfologici: gli accordi, 405-407 [nota] 15. Silvia Salvucci, recensione di: Christiane Roederer, La veilleuse de chagrin, Strasbourg, La Nuée Bleue, 2002; 408-409; Indice, 411-414. Come finora, la nostra recensione si concentra sui contributi di argomento linguistico e filologico, presentando gli altri in modo sommario.
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Horsfall, Nicholas. "The Text of Virgil in Antiquity - Sebastiano Timpanaró: Per la storia della filologia virgiliana antica. (Quaderni di ‘Filologia e critica’, 6.) Pp. 228. Rome: Salerno Editrice, 1986. Paper." Classical Review 37, n.º 2 (octubre de 1987): 177–80. http://dx.doi.org/10.1017/s0009840x0011025x.

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Tesis sobre el tema "Storia della Filologia"

1

Filippini, Michele <1980&gt. "Una filologia della società. Antonio Gramsci e la scoperta delle scienze sociali nella crisi dell'ordine liberale". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/820/1/Tesi_Filippini_Michele.pdf.

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Resumen
Questa tesi di dottorato ha per suo oggetto la ricognizione degli elementi teorici, di linguaggio politico e di influenza concettuale che le scienze sociali tra Ottocento e Novecento hanno avuto nell’opera di Antonio Gramsci. La ricerca si articola in cinque capitoli, ciascuno dei quali intende ricostruire, da una parte, la ricezione gramsciana dei testi classici della sociologia e della scienza politica del suo tempo, dall’altra, far emergere quelle filiazioni concettuali che permettano di valutare la portata dell’influenza delle scienze sociali sugli scritti gramsciani. Il lungo processo di sedimentazione concettuale del lessico delle scienze sociali inizia in Gramsci già negli anni della formazione politica, sullo sfondo di una Torino positivista che esprime le punte più avanzate del “progetto grande borghese” per lo studio scientifico della società e per la sua “organizzazione disciplinata”; di questa tradizione culturale Gramsci incrocia a più riprese il percorso. La sua formazione più propriamente politica si svolge però all’interno del Partito socialista, ancora imbevuto del lessico positivista ed evoluzionista. Questi due grandi filoni culturali costituiscono il brodo di coltura, rifiutato politicamente ma al tempo stesso assunto concettualmente, per quelle suggestioni sociologiche che Gramsci metterà a frutto in modo più organico nei Quaderni. La ricerca e la fissazione di una specifica antropologia politica implicita al discorso gramsciano è il secondo stadio della ricerca, nella direzione di un’articolazione complessiva delle suggestioni sociologiche che i Quaderni assumono come elementi di analisi politica. L’analisi si sposta sulla storia intellettuale della Francia della Terza Repubblica, più precisamente sulla nascita del paradigma sociologico durkheimiano come espressione diretta delle necessità di integrazione sociale. Vengono così messe in risalto alcune assonanze lessicali e concettuali tra il discorso di Durkheim, di Sorel e quello di Gramsci. Con il terzo capitolo si entra più in profondità nella struttura concettuale che caratterizza il laboratorio dei Quaderni. Si ricostruisce la genesi di concetti come «blocco storico», «ideologia» ed «egemonia» per farne risaltare quelle componenti che rimandano direttamente alle funzioni di integrazione di un sistema sociale. La declinazione gramsciana di questo problema prende le forme di un discorso sull’«organicità» che rende più che mai esplicito il suo debito teorico nei confronti dell’orizzonte concettuale delle scienze sociali. Il nucleo di problemi connessi a questa trattazione fa anche emergere l’assunzione di un vero e proprio lessico sociologico, come per i concetti di «conformismo» e «coercizione», comunque molto distante dallo spazio semantico proprio del marxismo contemporaneo a Gramsci. Nel quarto capitolo si affronta un caso paradigmatico per quanto riguarda l’assunzione non solo del lessico e dei concetti delle scienze sociali, ma anche dei temi e delle modalità della ricerca sociale. Il quaderno 22 intitolato Americanismo e fordismo è il termine di paragone rispetto alla realtà che Gramsci si prefigge di indagare. Le consonanze delle analisi gramsciane con quelle weberiane dei saggi su Selezione e adattamento forniscono poi gli spunti necessari per valutare le novità emerse negli Stati Uniti con la razionalizzazione produttiva taylorista, specialmente in quella sua parte che riguarda la pervasività delle tecniche di controllo della vita extra-lavorativa degli operai. L’ultimo capitolo affronta direttamente la questione delle aporie che la ricezione della teoria sociologica di Weber e la scienza politica italiana rappresentata dagli elitisti Mosca, Pareto e Michels, sollevano per la riformulazione dei concetti politici gramsciani. L’orizzonte problematico in cui si inserisce questa ricerca è l’individuazione di una possibile “sociologia del politico” gramsciana che metta a tema quel rapporto, che è sempre stato di difficile composizione, tra marxismo e scienze sociali.
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Filippini, Michele <1980&gt. "Una filologia della società. Antonio Gramsci e la scoperta delle scienze sociali nella crisi dell'ordine liberale". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/820/.

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Questa tesi di dottorato ha per suo oggetto la ricognizione degli elementi teorici, di linguaggio politico e di influenza concettuale che le scienze sociali tra Ottocento e Novecento hanno avuto nell’opera di Antonio Gramsci. La ricerca si articola in cinque capitoli, ciascuno dei quali intende ricostruire, da una parte, la ricezione gramsciana dei testi classici della sociologia e della scienza politica del suo tempo, dall’altra, far emergere quelle filiazioni concettuali che permettano di valutare la portata dell’influenza delle scienze sociali sugli scritti gramsciani. Il lungo processo di sedimentazione concettuale del lessico delle scienze sociali inizia in Gramsci già negli anni della formazione politica, sullo sfondo di una Torino positivista che esprime le punte più avanzate del “progetto grande borghese” per lo studio scientifico della società e per la sua “organizzazione disciplinata”; di questa tradizione culturale Gramsci incrocia a più riprese il percorso. La sua formazione più propriamente politica si svolge però all’interno del Partito socialista, ancora imbevuto del lessico positivista ed evoluzionista. Questi due grandi filoni culturali costituiscono il brodo di coltura, rifiutato politicamente ma al tempo stesso assunto concettualmente, per quelle suggestioni sociologiche che Gramsci metterà a frutto in modo più organico nei Quaderni. La ricerca e la fissazione di una specifica antropologia politica implicita al discorso gramsciano è il secondo stadio della ricerca, nella direzione di un’articolazione complessiva delle suggestioni sociologiche che i Quaderni assumono come elementi di analisi politica. L’analisi si sposta sulla storia intellettuale della Francia della Terza Repubblica, più precisamente sulla nascita del paradigma sociologico durkheimiano come espressione diretta delle necessità di integrazione sociale. Vengono così messe in risalto alcune assonanze lessicali e concettuali tra il discorso di Durkheim, di Sorel e quello di Gramsci. Con il terzo capitolo si entra più in profondità nella struttura concettuale che caratterizza il laboratorio dei Quaderni. Si ricostruisce la genesi di concetti come «blocco storico», «ideologia» ed «egemonia» per farne risaltare quelle componenti che rimandano direttamente alle funzioni di integrazione di un sistema sociale. La declinazione gramsciana di questo problema prende le forme di un discorso sull’«organicità» che rende più che mai esplicito il suo debito teorico nei confronti dell’orizzonte concettuale delle scienze sociali. Il nucleo di problemi connessi a questa trattazione fa anche emergere l’assunzione di un vero e proprio lessico sociologico, come per i concetti di «conformismo» e «coercizione», comunque molto distante dallo spazio semantico proprio del marxismo contemporaneo a Gramsci. Nel quarto capitolo si affronta un caso paradigmatico per quanto riguarda l’assunzione non solo del lessico e dei concetti delle scienze sociali, ma anche dei temi e delle modalità della ricerca sociale. Il quaderno 22 intitolato Americanismo e fordismo è il termine di paragone rispetto alla realtà che Gramsci si prefigge di indagare. Le consonanze delle analisi gramsciane con quelle weberiane dei saggi su Selezione e adattamento forniscono poi gli spunti necessari per valutare le novità emerse negli Stati Uniti con la razionalizzazione produttiva taylorista, specialmente in quella sua parte che riguarda la pervasività delle tecniche di controllo della vita extra-lavorativa degli operai. L’ultimo capitolo affronta direttamente la questione delle aporie che la ricezione della teoria sociologica di Weber e la scienza politica italiana rappresentata dagli elitisti Mosca, Pareto e Michels, sollevano per la riformulazione dei concetti politici gramsciani. L’orizzonte problematico in cui si inserisce questa ricerca è l’individuazione di una possibile “sociologia del politico” gramsciana che metta a tema quel rapporto, che è sempre stato di difficile composizione, tra marxismo e scienze sociali.
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Moracas, Alessandra <1991&gt. "Osservando gli abissi dell’orrido: storia ed evoluzione del concetto di paura dal mostro al doppio". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17002.

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L'elaborato si propone di prendere in esame i motivi della paura e la loro evoluzione attraverso lo studio e l'approfondimento di alcuni romanzi. Un viaggio dal Frankenstein di Mary Shelley a Vukovlad di Paolo Maurensig, passando per Edgar Allan Poe, Robert Louis Stevenson, Oscar Wilde e Stephen King.
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Marrone, Daniela. "Thomas Linacre e altri inglesi laureati in medicina a Padova nei secoli XV e XVI". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3424219.

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Due to the lack of overview studies clarifying the reasons that encouraged many English students to graduate in Medicine at the University of Padua, with this research first of all I tried to provide a frame of reference in which this phenomenon has developed and who were the main protagonists, from the late fifteenth century on. The English Thomas Linacre was undoubtedly the first, in order of time, among the graduates in Medicine in Padua (1496), to have an impact on the studies of the History of Medicine, so that he can be considered one of the most famous representatives of the English and European medical Humanism. Therefore, in this research, I gave special attention to the study and the description of his figure as scholar. Linacre has been the subject of several essays, mostly dated, in the field of Humanities and of the History of Medicine, especially by British authors. Besides having examined the bibliography on the subject, I inspected original documents of Linacre, such as manuscripts and old prints. I also tried to highlight in particular his humanistic and scientific education achieved during his travel in Italy, especially in Florence, Rome, Padua and Venice, travel that allowed the English student to combine proficiently the study of Greek and the one of medicine. In this investigation I gave attention also to the results that Linacre obtained by his work of translation from Greek: he was, in fact, one of the most famous interpreters of the works of Galen. Finally, I attempted to draw attention to other British students who graduated in Medicine in Padua and who contributed with their studies to the development of English and European scientific Humanism: John Chamber (1470-1549), Edward Wotton (1492-1555) and John Caius (1510-1573) and William Harvey (1578-1657), the discoverer of the circolation of the blood. For this study I investigated in the major libraries of Padua and in important research centers of the United Kingdom: I have inspected in London the Archives and the Library of the Royal College of Physicians and the British Library; in Oxford the Bodleian Library.
In assenza di studi d’insieme che spieghino le ragioni per cui molti studenti inglesi scelsero di laurearsi in Medicina all’Università di Padova, con la presente ricerca si è voluto inquadrare il contesto in cui questo fenomeno si sviluppò e quali furono i suoi principali protagonisti, dalla fine del XV sec. in poi. Thomas Linacre fu, senza dubbio, il primo, in ordine di tempo, tra i laureati a Padova in medicina (1496), a lasciare un segno importante negli studi di Storia della Medicina, tanto da poter essere considerato uno dei più celebri rappresentanti dell’Umanesimo medico inglese ed europeo. Per questo, nella presente tesi di dottorato, è stato riservato ampio spazio allo studio e alla descrizione della sua figura di studioso. Linacre è stato oggetto di vari saggi, per la maggior parte datati, nel campo degli studi umanistici e storico-medici, specialmente di area britannica. Oltre ad avere esaminato la bibliografia sull’argomento, ho preso visione diretta dei materiali originali di Linacre, quali manoscritti, documenti e antiche stampe. Ho cercato inoltre di mettere in evidenza in particolare la formazione umanistica e scientifica conseguita dallo studioso inglese durante il suo viaggio in Italia, specie a Firenze, Roma, Padova e Venezia, peregrinatio academica che gli consentì di combinare proficuamente lo studio del greco e quello della medicina. Nella ricerca è stato dedicato spazio anche ai risultati che Linacre ottenne attraverso la sua opera di traduzione dal greco: egli fu infatti uno dei più celebri interpreti delle opere di Galeno. Infine in questa ricerca sono stati presi in considerazione altri studenti inglesi che si laurearono in Medicina a Padova e che contribuirono con i loro studi allo sviluppo dell’Umanesimo scientifico inglese ed europeo: John Chamber (1470-1549), Edward Wotton (1492-1555), John Caius (1510-1573) e William Harvey (1578-1657), lo scopritore della circolazione del sangue. Questa indagine è stata condotta nelle principali biblioteche di Padova e in importanti centri di ricerca della Gran Bretagna: sono stati ispezionati a Londra gli Archivi e la Biblioteca del Royal College of Physicians e la British Library; a Oxford la Bodleian Library.
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Cappellina, Giorgia <1996&gt. "Una vita nella storia: Stadt der Engel oder the overcoat of dr. Freud Lettura e analisi dell'ultimo romanzo di Christa Wolf". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19271.

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Il lavoro intende proporre una lettura critica dell'ultima opera di Christa Wolf, accompagnando il fruitore italiano in un percorso di approfondimento e comprensione dell'universo narrativo della scrittrice. Trattandosi di un romanzo di impronta autobiografica, l'analisi porrà l'esperienza personale dell'autrice in rapporto alla storia della Germania del secondo dopoguerra, permettendo di osservare come la sua poetica nasca da un confronto diretto e continuo con un'epoca e uno Stato che non esistono più, quale la Repubblica Democratica Tedesca.
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6

Giacomelli, Ciro. "Il trattato ps.-aristotelico De mirabilibus auscultationibus. Storia della tradizione, edizione critica e commento filologico". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3421820.

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Resumen
The Ps.-Aristotelian treatise De mirabilibus auscultationibus, a collection of 178 brief chapters dealing with a wide range of topics, has been transmitted to us in little more than 20 Greek manuscripts, copied between the XIIth and the early decades of the XVIth century. The present study aims to reconstruct the relations between all the extant witnesses in view of a new edition of the text, which will finally substitute the one established by Immanuel Bekker in 1831: to this end all manuscripts have been collated afresh and studied in detail from a palaeographical and codicological point of view. The main results of our research may be summarized as follow: 1. The direct tradition of the text can be divided in three main branches (alpha, beta and gamma); the first two families, however, seem to be closely related and it is possible to infer the existence of a common ancestor (psi) linking these branches of the stemma. 2. After a careful eliminatio codicum descriptorum, only 7 manuscripts turned out to be independent witnesses: only these Greek manuscripts should therefore be retained for the constitution of the text. The study also includes some preliminary observations on the text of the extant Latin translations (the one by Bartholomew of Messina, XIIIth century, and the later Latin paraphrase by Antonio Beccaria, XVth century) and on the fragments of the medieval translation by Leontius Pilatus, preserved only in brief quotations by other authors (mainly Boccaccius and Domenico Silvestri). A section of the work is consecrated to the study of the most ancient indirect tradition (testimonia) and the early printed editions of the text (from 1497/98 up to the XVIIth century). The dissertation is concluded by a new edition of the Greek text, with an Italian translation, and a philological commentary.
Il trattato ps.-aristotelico De mirabilibus auscultationibus, una raccolta di 178 brevi capitoli che vertono su una serie disparata di argomenti, ci e' stato trasmesso in poco piu' di 20 manoscritti greci, copiati in un lasso di tempo compreso fra la seconda meta'  del sec. XII e i primi decenni del XVI. Il nostro studio mira alla ricostruzione delle relazioni stemmatiche fra tutti i testimoni superstiti, come base preliminare a una nuova edizione critica, che possa finalmente sostituire il testo stabilito da Immanuel Bekker nel 1831: a questo scopo tutti i testimoni manoscritti sono stati collazionati nella loro interezza e studiati nel dettaglio da un punto di vista paleografico e codicologico. I risultati principali dell'indagine possono essere riassunti nei termini seguenti: 1. La tradizione diretta del testo può' essere suddivisa in tre rami principali (alpha, beta e gamma); le prime due famiglie, tuttavia, sembrano essere strettamente imparentate ed e' possibile inferire l'esistenza di un antenato comune (ψ) che unisce questi due rami dello stemma. 2. Dopo una attenta eliminatio codicum descriptorum, solo sette codici sono risultati testimoni indipendenti: solo questi manoscritti greci devono dunque essere presi in considerazione per la costituzione del testo. Il nostro studio include inoltre alcune osservazioni preliminari sulle traduzioni latine superstiti (quella di Bartolomeo da Messina, del sec. XIII, e la piu' tarda parafrasi di Antonio Beccaria, XV sec.) e sui frammenti della traduzione medievale di Leonzio Pilato, conservata solo in brevi citazioni di altri autori (in particolare Giovanni Boccaccio e Domenico Silvestri). Una sezione del lavoro e' consacrata allo studio della tradizione indiretta piu' antica (i testimonia) e alle prime edizioni a stampa del testo (dal 1487/98 sino al sec. XVII). La dissertazione e' conclusa da una nuova edizione del testo greco, con traduzione italiana, e un commento filologico.
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7

Fazzo, Silvia. "Il libro Lambda della Metafisica di Aristotele". Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2009. https://hdl.handle.net/11572/368661.

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Parte I: Edizione (Introduzione, Edizione critica, Note sulla costituzione del testo, Traduzione) Parte II: Interpretazione (Studio sul libro Lambda, L'argomento del libro Lambda, Commento) Parte III: Tradizione (Archeologia di una tradizione" e altri saggi e materiali sulla tradizione esegetica del libro Lambda, con particolare riferimento a Alessandro di Afrodisia; Prima trascrizione esistente del commento greco di Georgios Pachymeres al libro Lambda capitoli 1-5)."
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PASQUALI, RACHELE. "LA IONIA DI CALLIMACO. UN CAPITOLO DI GEOGRAFIA E STORIA DELLA POESIA CALLIMACHEA". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2015. http://hdl.handle.net/2434/252253.

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Resumen
The present work investigates Callimachus’ literary purposes and his method by focusing on the recurring presence of Ionia in his poetic production. Different reasons can explain the diffuse presence of Ionia in Callimachus’ work: the geopolitical interests in the region by the Ptolemies – Callimachus’ protectors - on the one hand, and the crucial role of Ionia in the foundation of Greek civilization and culture, on the other. In order to understand what Ionia was in the eyes of Callimachus, this thesis follows several research directions. It starts from identifying all references to Ionia, its places, cults and myths – the so called Ioniká - in Callimachus’s work, and it then investigates the importance of Ionic literary models (Mimnermus and Hipponax, in particular) in Callimachus’ poetic production. After an introduction to Ionia and its influence on the Greeks’ collective imagination and on Hellenic history, the thesis proposes a review of all Ioniká present in Callimachus’ opera and of all references to Mimnermus and Hipponax, the two poets chosen by Callimachus as models for his project of renovating the traditional genres of elegy and iambus. Finally, the thesis proposes a synthesis of the collected data in order to identify which sources and stimuli are at the base of the literary representation of Ionia in Callimachus’ poetry and to highlight his creative and compositional manners.
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9

TROVATO, Valentina. "La tradizione dello "Jephte" di Carissimi (1650-1950). Una ricostruzione storiografica". Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2021. http://hdl.handle.net/10446/181645.

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10

MAINO, PAOLO MARIA GILBERTO. "LA LINGUA DELLA RASSETTATURA DEL DECAMERON DI LIONARDO SALVIATI". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1802.

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Resumen
La rassettatura del Decameron compiuta da Salviati nel 1582 è stata oggetto di dure critiche fin dal Settecento (tra i primi critici ad inizio Ottocento è da ricordare Ugo Foscolo): il grammatico fiorentino è sostanzialmente considerato un ‘pubblico assassino di Boccaccio’ che ha trasformato il capolavoro narrativo della letteratura delle origini in un moralistico elenco di vizi da punire e di virtù da ammirare. Senza ovviamente negare la pesantezza dell’intervento censorio di Salviati (soprattutto per gli occhi di noi moderni), tuttavia l’analisi linguistica e filologica che si presenta in questa tesi di ricerca mostra come il vero intento di Salviati sia quello di salvare più testo possibile del Decameron e anzi di ripristinarne la corretta lezione dopo l’azione grossolana di tanti editori (soprattutto veneziani) della prima metà del 500. Oltre a questo recupero della lingua perfetta del XIV secolo, Salviati, sulla linea delle lezioni di Varchi e Borghini, ha anche inteso riporre al centro dell’italiano la supremazia della favella fiorentina anche nella sua versione moderna da lui spesso considerata come il cosciente completamento di quella del Trecento.
Salviati’s rassettatura of the Decameron has been often considered by many critics only a censorship which thoroughly ‘kills’ Boccaccio and his masterpiece. What is nevertheless evident in this research is that Salviati wants, even if he was bound to a brutal censorship, to restore the true version of the Decameron both from the philological point of view and from the linguistic one. In particular Salviati wants to regain the supremacy on Italian language for Florence after Bembo and his Prose della volgar lingua (1525). The research is the result of a systematic and complete collation between Salviati’s Decameron and the sources which Salviati used: Borghini’s rassettatura, Mannelli codex, the first printed edition (the so called Deo Gratias), and the florentine edition of the 1527. From this collation and from the phonetic, morphologal and syntactical analysis of all the variants and in particular of Salviati’s choices it comes out Salviati’s true will which is twofold: first of all he wants to restore the language of the 14th century (the Mannelli codex), a perfect and sweet language, then he also wants to underline the supremacy of modern Florentines, true and only heirs of Dante, Petrarch and Boccaccio’s language and culture.
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Libros sobre el tema "Storia della Filologia"

1

Storia della filologia classica. Roma: Carocci editore, 2016.

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2

Per la storia della filologia virgiliana antica. Roma: Salerno editrice, 1986.

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3

Gigante, Marcello. Classico e mediazione: Contributi alla storia della filologia antica. Roma: Nuova Italia scientifica, 1989.

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4

Funaioli, Gino. Lineamenti di una storia della filologia attraverso i secoli. Bologna: Zanichelli, 2007.

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5

Timpanaro, Sebastiano. Nuovi contributi di filologia e storia della lingua latina. Bologna: Pàtron, 1994.

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6

Tandoi, Vincenzo. Scritti di filologia e di storia della cultura classica. Pisa: Giardini, 1992.

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7

Le origini della scuola storica: Storia letteraria e filologia in Italia, 1866-1883. Pisa: ETS, 2008.

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8

Lucchini, Guido. Le origini della scuola storica: Storia letteraria e filologia in Italia, (1866-1883). Bologna: Il Mulino, 1990.

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9

Brambilla Ageno, Franca, 1900- honoree, ed. Tra filologia e storia della lingua italiana: Per Franca Brambilla Ageno. Roma: Edizioni di storia e letteratura, 2015.

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10

Cacciatore, Giuseppe. Problemi di filosofia della storia nell'età di Kant e di Hegel: Filologia, critica, storia civile. Roma: Aracne editrice S.r.l., 2013.

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Capítulos de libros sobre el tema "Storia della Filologia"

1

Biasutti, Franco. "Livio fra traduzioni e teoria della storia. Machiavelli, Patrizi, Speroni". En Giornale Italiano di Filologia - Bibliotheca, 763–77. Turnhout, Belgium: Brepols Publishers, 2021. http://dx.doi.org/10.1484/m.gifbib-eb.5.125354.

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2

Barisonzi, Michela. "Violence and rape in the Italian fin-de-siècle: Gabriele D’Annunzio’s “La Vergine Orsola”". En Biblioteca di Studi di Filologia Moderna, 89–112. Florence: Firenze University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-597-4.09.

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Resumen
This contribution discusses the representation of rape and violence against women in late 19th century Italian literature. In doing so, I focus on a short story, La Vergine Orsola, initially written by Gabriele D’Annunzio in 1884 as part of a short story collection titled Il Libro delle Vergini, later re-published in 1902 in Le Novelle della Pescara. This contribution looks at how the idea of rape is used in this short story as a narrative escamotage to bring to the attention of the reader the question of female entitlement to sexual desire as part of a social critique that D’Annunzio brings forward in his fin-de-siècle novels and short stories.
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3

Svandrlik, Rita. "Il tempo non lineare in Esterno giorno – Val Rosandra di Claudio Magris e in La gita delle ragazze morte di Anna Seghers". En Biblioteca di Studi di Filologia Moderna, 35–45. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-338-3.08.

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Resumen
In Anna Seghers’ short story, Gita delle ragazze morte (1943-1944) and in Claudio Magris’ Esterno giorno – Val Rosandra (1982), a group of high school friends and their trip on the eve of World War I provide the narrative nucleus around which individual micro-histories meet macro-history. In the proposed analysis, the reason for the deprivation is identified as an element common to the two texts. In Seghers’ story, the temporal distance is cancelled out in a continuum, whereas Magris’ story operates through multiplication and fading between different typologies of texts: novel, screenplay, film, Goethe’s Faust, and short story.
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4

Vîrban, Floarea. "Forme rare dell’articolo indeterminativo nel rumeno antico. Fra storia della lingua rumena e geografia linguistica romanza". En Actas del XXVI Congreso Internacional de Lingüística y Filología Románica, editado por Emili Casanova y Cesáreo Calvo, 269–80. Berlin, Boston: DE GRUYTER, 2013. http://dx.doi.org/10.1515/9783110299991.269.

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5

"Umanesimo e Filologia. (A proposito della Storia della filologia classica di Rudolf Pfeiffer)". En κηληθμῷ δ᾽ ἔσχοντο Scritti editi e inediti, 195–214. De Gruyter, 2020. http://dx.doi.org/10.1515/9783110648140-011.

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6

"I libri innografico-musicali della Chiesa greca: tra paleografia, filologia, storia delle collezioni di testi". En Griechisch-byzantinische Handschriftenforschung, 363–80. De Gruyter, 2020. http://dx.doi.org/10.1515/9783110366358-026.

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7

"Presentazione degli Scritti di Letteratura greca e di storia della Filologia di Giacomo Bona". En κηληθμῷ δ᾽ ἔσχοντο Scritti editi e inediti, 443–52. De Gruyter, 2020. http://dx.doi.org/10.1515/9783110648140-041.

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8

"Parte 2. Catalogo". En Cipro nella Biblioteca Marciana di Venezia Manoscritti, testi e carte. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-621-3/002.

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Resumen
La prima sezione del Catalogo, intitolata «Storiografia e diritto a Cipro», raccoglie manoscritti vergati in varie lingue (dal vernacolo locale, al latino, al francese e all’italiano) di contenuto storico e giuridico. Il valore indiscutibile di tali documenti testimonia l’interesse concreto delle autorità della Serenissima per le vicende e l’organizzazione della sua colonia, tanto da favorire il trasferimento e la conservazione di buona parte di questi pezzi presso i suoi archivi e da lì in Marciana. La seconda sezione, «Cipro crocevia di culture», ritrae la vocazione multiculturale dell’isola, lì dove l’elemento nativo greco, a seguito della dominazione franca prima e veneziana poi, si è intrecciato con le altre tradizioni del Mediterraneo medievale e moderno, generando un laboratorio culturale capace di trasmettere il sapere antico e medievale all’Europa moderna. La terza sezione, «Autori e testi ciprioti in Marciana», valorizza specificatamente il patrimonio della Biblioteca. Essa include manoscritti che trasmettono opere di autori di origine cipriota; in taluni casi si tratta di testimoni unici dei quali la Marciana è custode. Notevole è l’importanza di tali manoscritti per definire nuovi orizzonti della ricerca filologica e storica sulle vicende dell’isola. Conclude il Catalogo la sezione dedicata alle «Carte». Il mare magnum dei materiali disponibili non poteva trovare spazio sufficiente. Qui dunque si è preferito, con dolorose soppressioni, privilegiare le rappresentazioni cartografiche che ritraessero l’isola negli anni della dominazione veneziana.
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"Parte 2. Catalogo". En Cipro nella Biblioteca Marciana di Venezia Manoscritti, testi e carte. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-621-3/002.

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La prima sezione del Catalogo, intitolata «Storiografia e diritto a Cipro», raccoglie manoscritti vergati in varie lingue (dal vernacolo locale, al latino, al francese e all’italiano) di contenuto storico e giuridico. Il valore indiscutibile di tali documenti testimonia l’interesse concreto delle autorità della Serenissima per le vicende e l’organizzazione della sua colonia, tanto da favorire il trasferimento e la conservazione di buona parte di questi pezzi presso i suoi archivi e da lì in Marciana. La seconda sezione, «Cipro crocevia di culture», ritrae la vocazione multiculturale dell’isola, lì dove l’elemento nativo greco, a seguito della dominazione franca prima e veneziana poi, si è intrecciato con le altre tradizioni del Mediterraneo medievale e moderno, generando un laboratorio culturale capace di trasmettere il sapere antico e medievale all’Europa moderna. La terza sezione, «Autori e testi ciprioti in Marciana», valorizza specificatamente il patrimonio della Biblioteca. Essa include manoscritti che trasmettono opere di autori di origine cipriota; in taluni casi si tratta di testimoni unici dei quali la Marciana è custode. Notevole è l’importanza di tali manoscritti per definire nuovi orizzonti della ricerca filologica e storica sulle vicende dell’isola. Conclude il Catalogo la sezione dedicata alle «Carte». Il mare magnum dei materiali disponibili non poteva trovare spazio sufficiente. Qui dunque si è preferito, con dolorose soppressioni, privilegiare le rappresentazioni cartografiche che ritraessero l’isola negli anni della dominazione veneziana.
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Montefusco, Antonio. "Alla prova della storia (francescana): le MVC, testo senza autore". En Filologie medievali e moderne. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2021. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-509-4/001.

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