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Tesis sobre el tema "Storia della comunicazione Venica"

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Ceroni, Gabriele <1969&gt. "Il ruolo della metafora nella comunicazione della fisica contemporanea". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5902/1/Ceroni_Gabriele_tesi.pdf.

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Resumen
Il presente lavoro si rivolge all’analisi del ruolo delle forme metaforiche nella divulgazione della fisica contemporanea. Il focus è sugli aspetti cognitivi: come possiamo spiegare concetti fisici formalmente complessi ad un audience di non-esperti senza ‘snaturarne’ i significati disciplinari (comunicazione di ‘buona fisica’)? L’attenzione è sulla natura stessa della spiegazione e il problema riguarda la valutazione dell’efficacia della spiegazione scientifica a non-professionisti. Per affrontare tale questione, ci siamo orientati alla ricerca di strumenti formali che potessero supportarci nell’analisi linguistica dei testi. La nostra attenzione si è rivolta al possibile ruolo svolto dalle forme metaforiche nella costruzione di significati disciplinarmente validi. Si fa in particolare riferimento al ruolo svolto dalla metafora nella comprensione di nuovi significati a partire da quelli noti, aspetto fondamentale nel caso dei fenomeni di fisica contemporanea che sono lontani dalla sfera percettiva ordinaria. In particolare, è apparsa particolarmente promettente come strumento di analisi la prospettiva della teoria della metafora concettuale. Abbiamo allora affrontato il problema di ricerca analizzando diverse forme metaforiche di particolare rilievo prese da testi di divulgazione di fisica contemporanea. Nella tesi viene in particolare discussa l’analisi di un case-study dal punto di vista della metafora concettuale: una analogia di Schrödinger per la particella elementare. I risultati dell’analisi suggeriscono che la metafora concettuale possa rappresentare uno strumento promettente sia per la valutazione della qualità delle forme analogiche e metaforiche utilizzate nella spiegazione di argomenti di fisica contemporanea che per la creazione di nuove e più efficaci metafore. Inoltre questa prospettiva di analisi sembra fornirci uno strumento per caratterizzare il concetto stesso di ‘buona fisica’. Riteniamo infine che possano emergere altri risultati di ricerca interessanti approfondendo l’approccio interdisciplinare tra la linguistica e la fisica.
The present work deals with the role of metaphorical thinking in the public communication of contemporary physics. We focus on the cognitive aspects: how to disseminate complicated formal physical concepts to a non-professional public maintaining the ‘correct’ disciplinary meaning, that is aiming at communication of ‘good physics’. The focus is on the nature of the explanation and the problem is how to evaluate the effectiveness of public scientific explanation of advanced physical topics to a non-professional audience. For this purpose we have looked for formal tools apt at analyzing the linguistic features of dissemination texts. We have drawn our attention to the role of analogical and metaphorical forms in the construction of ‘actual’ physical meanings because they obviously play an important role in introducing new concepts from previous ones when dealing with contemporary physics phenomena that are far from the ordinary perceptive domain. For the purpose of our investigation the conceptual metaphor perspective, within the framework of cognitive linguistics, appeared to be the most promising analytical tool. We investigate the research problem by analyzing a set of ‘relevant’ analogies and metaphors taken from popular science literature. In particular an analysis of a case study, within the framework of conceptual metaphor, is presented : Schrödinger’s analogy for ‘elementary particle’. The results of the analysis suggest that the conceptual metaphor perspective might be a potential tool both to assess the quality of analogical forms used in explanation of contemporary physics and to design new and ‘better’ analogies and metaphors. Besides, in a recursive process this analysis could help to focus on those meaningful cognitive aspects that characterize, and refine, a ‘complete’ and ‘correct’ physical concept. We think that fruitful results of inquiry might come from a deeper interdisciplinary approach between linguistics and physics.
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Ceroni, Gabriele <1969&gt. "Il ruolo della metafora nella comunicazione della fisica contemporanea". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5902/.

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Il presente lavoro si rivolge all’analisi del ruolo delle forme metaforiche nella divulgazione della fisica contemporanea. Il focus è sugli aspetti cognitivi: come possiamo spiegare concetti fisici formalmente complessi ad un audience di non-esperti senza ‘snaturarne’ i significati disciplinari (comunicazione di ‘buona fisica’)? L’attenzione è sulla natura stessa della spiegazione e il problema riguarda la valutazione dell’efficacia della spiegazione scientifica a non-professionisti. Per affrontare tale questione, ci siamo orientati alla ricerca di strumenti formali che potessero supportarci nell’analisi linguistica dei testi. La nostra attenzione si è rivolta al possibile ruolo svolto dalle forme metaforiche nella costruzione di significati disciplinarmente validi. Si fa in particolare riferimento al ruolo svolto dalla metafora nella comprensione di nuovi significati a partire da quelli noti, aspetto fondamentale nel caso dei fenomeni di fisica contemporanea che sono lontani dalla sfera percettiva ordinaria. In particolare, è apparsa particolarmente promettente come strumento di analisi la prospettiva della teoria della metafora concettuale. Abbiamo allora affrontato il problema di ricerca analizzando diverse forme metaforiche di particolare rilievo prese da testi di divulgazione di fisica contemporanea. Nella tesi viene in particolare discussa l’analisi di un case-study dal punto di vista della metafora concettuale: una analogia di Schrödinger per la particella elementare. I risultati dell’analisi suggeriscono che la metafora concettuale possa rappresentare uno strumento promettente sia per la valutazione della qualità delle forme analogiche e metaforiche utilizzate nella spiegazione di argomenti di fisica contemporanea che per la creazione di nuove e più efficaci metafore. Inoltre questa prospettiva di analisi sembra fornirci uno strumento per caratterizzare il concetto stesso di ‘buona fisica’. Riteniamo infine che possano emergere altri risultati di ricerca interessanti approfondendo l’approccio interdisciplinare tra la linguistica e la fisica.
The present work deals with the role of metaphorical thinking in the public communication of contemporary physics. We focus on the cognitive aspects: how to disseminate complicated formal physical concepts to a non-professional public maintaining the ‘correct’ disciplinary meaning, that is aiming at communication of ‘good physics’. The focus is on the nature of the explanation and the problem is how to evaluate the effectiveness of public scientific explanation of advanced physical topics to a non-professional audience. For this purpose we have looked for formal tools apt at analyzing the linguistic features of dissemination texts. We have drawn our attention to the role of analogical and metaphorical forms in the construction of ‘actual’ physical meanings because they obviously play an important role in introducing new concepts from previous ones when dealing with contemporary physics phenomena that are far from the ordinary perceptive domain. For the purpose of our investigation the conceptual metaphor perspective, within the framework of cognitive linguistics, appeared to be the most promising analytical tool. We investigate the research problem by analyzing a set of ‘relevant’ analogies and metaphors taken from popular science literature. In particular an analysis of a case study, within the framework of conceptual metaphor, is presented : Schrödinger’s analogy for ‘elementary particle’. The results of the analysis suggest that the conceptual metaphor perspective might be a potential tool both to assess the quality of analogical forms used in explanation of contemporary physics and to design new and ‘better’ analogies and metaphors. Besides, in a recursive process this analysis could help to focus on those meaningful cognitive aspects that characterize, and refine, a ‘complete’ and ‘correct’ physical concept. We think that fruitful results of inquiry might come from a deeper interdisciplinary approach between linguistics and physics.
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Bravaccini, Elena. "Il concetto di infinito tra storia, scienza e comunicazione". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21254/.

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La prima parte del lavoro che ho affrontato in questa tesi consiste nell'esplorare il tema dell'infinito nella sua componente storica; infatti, nella formazione di uno studente, didattica, storia ed epistemologia devono costituire un "circolo" nel quale ognuna di esse giustifica e rafforza le altre. Abbiamo poi proseguito con un'analisi di un argomento specifico inerente all'infinito, nella sua declinazione più fine, ovvero il Teorema di Cantor-Schröder-Bernstein, oggetto del capitolo 2. L'ultima parte dell'elaborato si dedica in particolare a progetti didattici riguardanti l'infinito matematico. Per questo abbiamo suddiviso il terzo e quarto capitolo in modo tale da procedere con un percorso adatto allo sviluppo di tali attività. Innanzitutto, conoscendo gli ostacoli che si possono presentare in questo itinerario, ho voluto affrontare le difficoltà epistemologiche legate all'argomento dell'infinito, per renderlo più familiare e comprensibile agli studenti di diversi gradi di scuola. In particolare, in accordo con le indicazioni provenienti dalla Ricerca in Didattica, di cui diamo parzialmente conto nel capitolo 3, abbiamo seguito un percorso a spirale, ovvero la presentazione di attività con gradi di astrazione diversi e compatibili con le età degli studenti coinvolti. Per poter strutturare le attività, il terzo capitolo affronta infatti le difficoltà epistemologiche dell'insegnamento-apprendimento della matematica, così come evidenziate dalle ricerche della didattica della disciplina (Didattica della Matematica). Le attività presentate nel capitolo 4 si propongono di affrontare e auspicabilmente superare alcune delle complicazioni emerse nella didattica sia generalista che disciplinare.
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Mangiameli, Rita <1976&gt. "Tra duces e milites: forme di comunicazione politica al tramonto della repubblica". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2008. http://hdl.handle.net/10579/781.

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GIULIANI, ANTONIA ENRICA MARZIA. "LA REPUBBLICA DEI SEGRETARI: IL POTERE DELLA COMUNICAZIONE DELL'ITALIA D'ANTICO REGIME". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/109017.

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Resumen
La tesi è dedicata alla figura del segretario quale attore politico nell’Italia della prima età moderna. Il caso studio è rappresentato da quattro segretari epistolografi ancora poco conosciuti: il piacentino Alberto Bissa (ca 1520-post 1594), il monzese Bartolomeo Zucchi (1560-1630), l’alessandrino Annibale Guasco(1540-1619) e il pistoiese Bonifacio Vannozzi (1549-1621). Sulla base dei loro libri di lettere si ricostruiscono le loro quattro biografie in quanto rappresentative dell’evoluzione della figura del segretario, che non si riduce a semplice burocrate negli apparati del nascente stato moderno, ma mantiene un ruolo di consigliere nella relazione di servizio con il signore. Gli epistolari a stampa, lungi dall’essere solo modelli tecnico formali, valgono quali strumenti di comunicazione e contribuiscono alla nascita della sfera pubblica.
The Phd thesis is dedicated to the figure of the secretary as a political actor in Early Modern Italy. The case study is represented by four unknown private secretaries: Alberto Bissa (Piacenza, ca 1520-post 1594), Bartolomeo Zucchi (Monza, 1560-1630), Annibale Guasco (Alessandria, 1540-1619) and Bonifacio Vannozzi. (Pistoia, 1549-1621). By studying their correspondences, published in books of letters, the research reconstructs their biographies and focuses on the social relationship formed through the collaborative work of master and secretary. Printed letters, far from being only formal technical models, are studied as communication tools, that contribute to the birth of the public sphere.
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Barcaro, Alessandra <1976&gt. "Dèi, eroi e comunicazione politica: identificazioni mitologiche e genealogie leggendarie al crepuscolo della Repubblica". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2010. http://hdl.handle.net/10579/977.

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La tesi riguarda la particolare forma di comunicazione politica che si esplicò tramite l'utilizzo del mito da parte dei protagonisti della scena pubblica romana nel convulso periodo che iniziò con le Idi di marzo del 44 a.C. e che si concluse con l'instaurazione del principato. Nello specifico, attraverso l'analisi di fonti letterarie, iconografiche, numismatiche ed epigrafiche, la ricerca indaga le identificazioni mitologico-religiose e le pretese di discendenza leggendaria per mezzo delle quali Ottaviano, Antonio, Lepido, e Sesto Pompeo proposero all'immaginario collettivo del tempo suggestioni simboliche funzionali a veicolare le loro istanze politiche in termini sia di propaganda che di contropropaganda.
Through the analysis of literary, iconographic, numismatic and epigraphic sources, the thesis studies the particular form of political communication that the leaders of Rome developed by employing mythical figures, like gods and heroes, between the Ides of March 44 B.C. and the Augustan age. In particular, the research is about mythological assimilations and legendary genealogies used by Octavian, Mark Antony, Lepidus and Sextus Pompeius in order to spread throughout the citizens symbolic and propagandistic suggestions aiming at upholding their political designs.
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Michielan, Elisa <1988&gt. "Design e comunicazione del Gruppo Benetton: un caso di studio nell'impiego della corporate identity". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4532.

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Resumen
La tesi conduce un'analisi della comunicazione del Gruppo Benetton - a partire dagli anni Sessanta sino all’emblematica esperienza di Fabrica - trattata non solo attraverso l'esame del ruolo di Oliviero Toscani, ma approfondendo soprattutto gli aspetti della grafica, del retail design e del visual merchandising all'interno del progetto di sviluppo dell'azienda trevigiana, per valutare quanto i concetti di corporate identity e di advertisement abbiano influito non solo sull'espansione commerciale, ma soprattutto sulla percezione collettiva dell’azienda Benetton.
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GARAU, ANDREA. "Metodi e pratiche della comunicazione editoriale per la divulgazione storica. Condaghes: un caso studio". Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2020. http://hdl.handle.net/11584/284416.

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Resumen
The research project – conducted in the form of High Training Apprenticeship – is a multi-year survey of the Condaghes publishing house’s work, aimed at examining in a capillary way the systems through which the communication in the publishing field acts as a channel of historical dissemination and enhancement of the local cultural heritage. In the beginning, the research analyses the structures and features of the publishing house, identifying the historical series consistent with the objectives of the proposed study. Consequently, the discussion proceeds, on the one hand, to the analysis of the company’s internal operating procedures – used in the selection and editing of a historical essay – and, on the other, of external operating procedures, aimed at promoting the same editorial product and spreading its contents through heterogeneous channels and formats (live events, media, press). Therefore, a peculiar paradigm is identified in editorial communication, according to which a promotion plan, developing in the forms of dissemination and actively collaborating with organizations, institutions, and cultural associations acts as a form of public enhancement of the territory. In the light of the results obtained, a comparison is then made between the dissemination’s methods and practices used by editorial communication and those ones characteristics of Public History discipline, identifying both operational affinities and shared problems, and outlining possible innovations and professional and employment prospects.
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Marucci, Francesca <1980&gt. "I luoghi della politica - la politica dei luoghi : la topografia della comunicazione negli anni della 'Rivoluzione Romana'". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2011. http://hdl.handle.net/10579/1119.

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Lo studio si concentra sulla topografia della comunicazione nel periodo della “Rivoluzione Romana” (133-31 a.C.) e verifica il valore semiotico di alcuni luoghi pubblici in cui si concentrano azioni politiche significative. A tale scopo si indagano le diverse strategie comunicative della tarda repubblica romana, associando le memorie delle fonti all’indagine sul valore culturale di quattro luoghi di Roma. Nel primo capitolo si ricostruisce la contesa politica intorno al culto, alla simbologia e al luogo dei Dioscuri (da pertinenza di una gens aristocratica a simbolo della factio popularis). L’oggetto del secondo capitolo è il tempio della Concordia: come spazio fisico (ma anche in quanto virtù politica e slogan) costituisce una dotazione permanente della factio degli optimates. Nel terzo capitolo si esaminano occasioni di interazione politica sviluppatesi in o sul teatro. La domus rostrata (IV capitolo), è indagata come elemento legittimante nell’ideologia pompeiana, un valore recepito anche dai successivi detentori della casa del Magno.
This dissertation focuses on the topography of communication during the “Roman revolution” (133-31 B.C.) and investigates the semiotic value of some public sites where highly significant political actions took place. The different strategies of communication at the time of the late Roman Republic are analysed by matching the memory of ancient sources to the investigation of the cultural value of four Roman sites. Chapter 1 reconstructs the political debate concerning the worship, the symbol and the site of the Dioscuri (from its association with an aristocratic gens to a symbol for the factio popularis). Chapter 2 revolves around the Temple of Concord, which constitutes as an actual place, as well as a political virtue and a slogan, a permanent endowment of the factio of the optimates. Chapter 3 examines cases of relationships developed in or on the theatre. The domus rostrata (Chapter 4) is taken as a legitimising element in the ideology of Pompeius, and one which was also appropriated by the subsequent proprietors of the house of Pompeius
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DENEGRI, EDDY OLMO. "Il paese ideale. La propaganda politica della Spes e la comunicazione istituzionale del Servizio Informazioni (1945-1975)". Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2020. http://hdl.handle.net/11567/1009382.

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Resumen
Prendendo in considerazione un arco temporale compreso fra il 1945 e il 1975, la tesi delinea la progressiva codificazione delle narrazioni nazionali poste alla base sia della propaganda politica democristiana che della comunicazione istituzionale governativa. L’analisi comparata si estende alle strutture incaricate di predisporne l'attuazione, ossia la Spes nel caso della propaganda democristiana e il Servizio Informazioni della Presidenza del Consiglio nel caso, invece, della comunicazione istituzionale del governo. Di entrambi gli enti vengono ricostruite origine ed evoluzione in relazione, rispettivamente, al modello organizzativo di partito e al quadro istituzionale antecedente e coevo. Eleggendo quale fonte privilegiata il materiale audiovisivo prodotto nel corso degli anni, l'analisi del contenuto della propaganda politica e della comunicazione istituzionale individua alcuni temi specifici e ricorrenti all'interno di una narrazione che si dispiega fra la ricostruzione post-bellica e l'affermarsi e consolidarsi dello sviluppo economico. In conclusione, si dedica una riflessione relativa alle modalità di fruizione delle fonti audiovisive della Spes e del Servizio Informazioni e alle pratiche di valorizzazione attuate dai soggetti conservatori.
Taking into consideration a time span between 1945 and 1975, this thesis outlines the progressive codification of the national narratives at the basis of both demochristian political propaganda and government institutional communication. This comparative perspective includes also the analysis of the structures in charge of predisposing its carry out, i.e. the Spes in the case of demochristian propaganda and the Information Service of the Presidency of the Council of Ministers in the case, instead, of the government's institutional communication. The origin and evolution of both offices are reconstructed in relation, respectively, to the party organizational model and to the antecedent and coeval institutional framework. Using as privileged source the audiovisual material produced over the years, the examination of the contents of the political propaganda and of the institutional communication identifies some specific and recurring themes within a narrative that unfolds between the post-war reconstruction and the emergence and consolidation of the economic development. In conclusion, a reflection is dedicated to the methods of use of the audiovisual sources of Spes and Information Service and its enhancement practices.
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D'ASCANIO, VALENTINA. "La cultura della performance: comunicazione e controllo nella produzione di conoscenza: analisi storico-critica del concetto di performatività e suoi riflessi nell’istruzione superiore". Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2013. http://hdl.handle.net/2108/201981.

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Gregoratto, Federica <1983&gt. "Il discorso della critica : saggio su Jürgen Habermas". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1189.

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Questo lavoro ricostruisce l’intera opera di Jürgen Habermas, dal suo primo periodo francofortese agli ultimi sviluppi, con l’intento di tracciare le coordinate per un discorso della critica sociale. Il meccanismo della prassi comunicativa intersoggettiva – architrave non solo della teoria habermasiana del linguaggio e dell’azione ma anche di quella della società moderna, oggi post-secolare, e del diritto e della democrazia, oggi post-nazionale – è qui indagato nel suo doppio volto. Da una parte, in forza della disequazione tra un piano controfattuale e uno fattuale che ne costituisce l’ossatura, l’agire comunicativo (e discorsivo) esibisce le condizioni di possibilità e validità per mettere in questione un certo ordine normativo sociale dato. Dall’altra parte, utilizzando delle intuizioni del primo Habermas contro l’Habermas più maturo, bisogna vedere la comunicazione allo stesso tempo come un meccanismo di riproduzione di strutture di potere e dominio e pertanto come oggetto della critica.
The present thesis aims at reconstructing Jürgen Habermas’ work, from its Frankfurter roots until the latest developments, in order to sketch out the epistemological framework of a critical discourse of society. Within this context, the mechanism of the intersubjective communicative praxis – which displays the basis of Habermas’ accounts of language and action, morality and law, as well as of his theories of a post-secular modernity and a post-national democracy – has to be investigated as a double-track concept. On the one hand, communication relies on a tension between a counterfactual dimension and a factual one, which opens up the possibility of calling in question (and transforming) a given normative social order. On the other hand, following an intuition of the early Habermas, communication is a mechanism reproducing power and domination structures; it has therefore to be considered as the very target of critique.
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Castagnoli, Elena <1995&gt. "L’uso dei mass media tra gli operatori religiosi di Okinawa: preservazione della memoria delle noro e sopravvivenza delle yuta attraverso l’uso dei moderni mezzi di comunicazione". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18100.

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Lo sviluppo degli studi del rapporto tra mass media e religioni ha portato alla luce degli spunti interessanti e ha confutato teorie che sono rimaste solide per un lungo periodo nel mondo accademico. Una di queste, ad esempio, riguardava l’apparente incomunicabilità tra i due mondi, considerati ai poli opposti: le religioni come pilastri antichi che sorreggono la società da secoli e che danno conforto alle persone grazie alla struttura ideologica stabile sulla quale si sono sviluppate e i mass media come la voce del cambiamento, della innovazione e della modernità. Con l’avvento dei nuovi movimenti religiosi avvenuto nei decenni passati e la sfida che hanno posto alle grandi istituzioni con le loro teorie innovative e i concetti legati alla New Age, il mondo accademico si è accorto che, per ottenere maggior seguito, questi gruppi spesso usufruivano dei mass media. In Giappone, in particolare, grazie alla peculiare situazione religiosa è stata condotta un’estesa ricerca grazie all’avvento dei nuovi nuovi movimenti religiosi, chiamati shin shūkyō 新宗教. Le tematiche principali, quindi, derivano dall’analisi dei singoli movimenti, delle loro ideologie e della loro capacità di usare i mezzi di comunicazione per ottenere visibilità e seguito, osservando quale tipo di mass media preferivano, in che modo ci si rapportavano, i limiti che ponevano, il motivo per il quale decidevano di usarlo e lo scopo da raggiungere. Restringendo progressivamente l’area geografica, l’arcipelago delle Ryūkyū è tuttora soggetto di un’intensa campagna mediatica: le isole tropicali dalle acque cristalline, la sabbia candida, la grande varietà di fauna e flora esotica, i villaggi tipici di Okinawa sono diventate le immagini più frequenti proposte dal turismo del luogo. Non tutti i visitatori odierni, però, sono alla ricerca della sola atmosfera tropicale dell’isola ma anche di quella spirituale. Da quando il luogo Sēfa utaki è entrato nel 2000 a far parte dei beni immateriali dell’UNESCO è diventato uno delle attrattive turistiche principali. Ricco di storia dell’antica civiltà del regno delle Ryūkyū e luogo cerimoniale per eccellenza in cui si nominava la sacerdotessa reale, il governo locale e quello centrale di Tōkyō hanno lanciato un’intensa campagna mediatica. In concomitanza con il diffondersi dell’espressione pawāsupotto (power spot) e dell’incentivazione del turismo religioso, Sēfa utaki è diventato il posto in cui percepire la vibrante energia spirituale dell’arcipelago. Inoltre, gli sciamani locali, tra cui le yuta, per sfruttare al meglio l’opportunità di un mercato turistico sempre vivace, sono diventati una meta turistica a loro volta grazie ai numerosi blog su internet, alle recensioni dei clienti e alle interviste rilasciate sui principali canali di informazione. Lo scopo di questo elaborato è analizzare la situazione attuale a Okinawa usando fonti accademiche ma anche social networks e internet. Partendo con una generale introduzione sul rapporto tra mass media e religioni, nel secondo capitolo ci si concentrerà soprattutto sulla condizione sociale di Okinawa, sulla storia delle sacerdotesse e delle sciamane dalla fondazione del regno delle Ryūkyū fino al giorno d’oggi. La terza parte tratterà l’argomento delle sacerdotesse e di Sēfa utaki, sulle difficoltà alle quali le noro stanno andando incontro, alla preservazione della loro memoria e alla pubblicizzazione del turismo di massa che sta comportando conseguenze negative. Il quarto capitolo verterà invece sulle sciamane, osservando una situazione totalmente opposta di una categoria religiosa in piena attività e che si avvale anche dei mass media personalmente per la propria sopravvivenza.
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FRANCALANCI, MARCO. "LE GRIDE MILANESI NEL CINQUECENTO. CIRCOLAZIONE, PRODUTTORI E FUNZIONI SOCIALI". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2022. http://hdl.handle.net/2434/917208.

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Resumen
Abstract Questa ricerca nasce con lo scopo di considerare l’impatto che ebbe l’introduzione della stampa nelle pratiche della comunicazione istituzionale. Tale scelta ha condotto a identificare il Cinquecento come area cronologica di analisi: si tratta infatti di un momento di estremo ripensamento delle tecniche comunicative e di convivenza profonda fra le pratiche di copiatura manuale e quelle di impressione. Per proporre considerazioni accurate abbiamo inoltre deciso di limitare l’area geografica alla città di Milano, centro di grande rilievo nel panorama della prima età moderna. Pr giungere a riflessioni in questo senso accurate si è scelto di affrontare il problema a partire da quattro diverse prospettive. In primo luogo abbiamo cercato di mostrare quali fossero i canali attraverso cui si facevano circolare le norme, chi fossero gli ufficiali che avevano in carico la gestione di questo materiale e come questi fossero inquadrati nell’amministrazione milanese. Questa sezione apre il lavoro in quanto ha valore sia per le scritture manoscritte che per quelle tipografiche. Un aspetto ulteriore che abbiamo tenuto in considerazione è dedicato invece alle logiche per le quali l’amministrazione scelse di commissionare la stampa delle scritture ufficiali a determinati tipografi. Questo argomento è al centro del capitolo secondo, col quale apriamo a temi appartenenti alla storia del libro in senso stretto: si è mostrata quindi l’importanza che ebbero simili incarichi negli affari dei tipografi. Una sezione ulteriore è dedicata poi alle caratteristiche che assunsero le gride tipografiche nel corso degli anni. In questo senso si sono studiati gli aspetti materiali dei documenti considerandoli in relazione alle funzioni sociali che questi dovevano svolgere. Si sono messi in luce anche i ruoli che svolgevano all’interno di queste scritture lingue diverse dal volgare, latino e castigliano in special modo. Emerge da questa prospettiva la complessità del panorama linguistico milanese e si è considerata l’importanza politica che lingue diverse da quella corrente potevano assumere nel Cinquecento. Infine si è voluto dare conto della vita plurale di queste scritture, mettendo in luce da una parte gli spazi che vennero mantenuti dalla produzione manoscritta anche nel pieno Cinquecento, mostrando poi quali fossero i processi produttivi che accompagnavano la realizzazione delle scritture tipografiche. È emerso in questo senso il ruolo che mantennero i cancellieri nella produzione delle gride stampate, si sono messe in luce le autonomie che spettavano ai tipografi e si è dato conto del rilievo che ha avuto la partecipazione alle fasi della produzione di attori diversi, per incarico e per orizzonti culturali. In chiusura abbiamo considerato il valore che le scritture normative seppero esprimere in contesti distanti da quelli della prima loro diffusione, diventando vettori importanti di notizie e cambiando quindi profondamente.
This research was conducted with the aim of considering the impact that the introduction of printing had on the practices of institutional communication. This choice has led us to identify the sixteenth century as the chronological area of analysis. In fact, the sixteenth century is a moment of extreme restructuring of communication techniques and of profound coexistence between the practices of manual copying and those of printing. In order to propose accurate considerations, we have also limited the geographical area to the city of Milan, a very important center in the early modern landscape. In order to reach accurate reflections, we have chosen to approach the problem from four different perspectives. First of all, we tried to show the channels through which the “gride” were circulating. These were the officers in charge of the management of this material, and how such documents were framed within the Milanese administration. This section introduces the work as it is relevant for both the manuscripts and the typographical documents. A further aspect that we have taken into consideration is the logic by which the administration chose to commission the printing of official writings to certain printers. This subject is at the center of chapter two, in which we open up to themes belonging to the history of the book: we have shown the importance that such assignments had in the business of the printers. A third section is devoted to the characteristics that the typographical “gride” assumed over the years. In this sense, the material aspects of the documents have been studied, with consideration taken in relation to the social functions they had to perform. We have also highlighted the roles that languages other than the vernacular, especially Latin and Castilian, played within these writings. From this perspective emerges the complexity of the Milanese linguistic landscape and the political importance that languages other than the vernacular could assume in the 16 th century. Lastly, we gave an account of the plural life of these documents. To begin, we emphasized the spaces that were maintained by manuscript production even in the mid-sixteenth century. Then we pointed out the production processes that accompanied the realization of typographical documents. In this sense emerged the role that the agents of the chancery maintained in the production of printed material. We also highlighted the autonomy that pertained to the printers. Moreover we took into account the importance of the participation of different actors in the production phases, in terms of both tasks and cultural horizons. Finally, we have considered the value that the normative.
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Scocca, Valeria <1979&gt. "Saepinum, San Pietro di Cantoni, Terravecchia, un esperimento di archeologia digitale : un'esemplare storia cantonale dall'antichità al medioevo attraverso lo scavo e la ricognizione; vecchi e nuovi strumenti di indagine e di documentazione per la comunicazione e la valorizzazione espositiva". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/14954.

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Resumen
La tesi si propone di sperimentare l’impiego di tecnologie digitali nella ricerca archeologica, imperniandosi sulla definizione, la sperimentazione e la messa a punto, nell’ambito di casi applicativi, delle tecniche di rilievo indiretto per nuvole di punti. Sono state adottate, nello specifico, tecnologie fotogrammetriche (aeree, mediante l’impiego di strumentazione UAV, e terrestri) e laser scanning in forma isolata e integrata, predisponendo, a partire dai dati ottenuti, elaborati digitali spendibili in ambito espositivo. Il progetto si propone infatti, da ultimo, di realizzare, a partire da modelli e ricostruzioni digitali, prodotti multimediali utilizzabili a fini museali. La necessità di progettare nuove soluzioni per la divulgazione e la comunicazione espositiva del dato archeologico procede parallelamente con gli sviluppi strumentali, metodologici e tecnologici più recenti. La comunicazione virtuale del dato archeologico riveste infatti un ruolo d’importanza sempre crescente nell’instaurazione e nella codifica di processi comunicativi che facilitino la divulgazione scientifica e nella progettazione di strumenti volti a rendere maggiormente efficace, intuitiva ed accattivante la comunicazione di informazioni.
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DE, VINCENTIS Stefania. "Il museo di arte antica in una prospettiva digitale. Progetti di Digital Art History tra teoria e applicazione all'interno dei luoghi della cultura". Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2020. http://hdl.handle.net/11392/2478840.

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Quello della Digital Art History è un argomento al centro di un vivace dibattito accademico, dove il susseguirsi di più interpretazioni, spesso tra loro discordanti, faticano a definirlo un vero e proprio ambito disciplinare. Il suo stesso collocarsi all’interno delle Digital Humanities partecipa a creare confusione senza definire esattamente metodi, criteri e prassi che possano aiutare a stabilire l’effettiva valenza disciplinare della Digital Art History. Il cambiamento degli approcci museologici e museografici, grazie alle nuove tecnologie, sia per la catalogazione e la comunicazione delle collezioni costituisce, invece, un dato assodato e riconosciuto. Il museo virtuale è un concetto con cui la storia dell’arte ha iniziato a familiarizzare alla fine del XIX secolo con le prime letture delle avanguardie storiche dello spazio museale e del concetto stesso di museo, intenzionate a promuovere un modello di fruibilità e godimento estetico, interpretabile e interagibile, a portata d’individuo quando non davvero portabile. Partendo da queste premesse, l’obiettivo della tesi è di individuare i punti di congiunzione, ammesso che esistano, tra le nuove manifestazioni della Digital Art History e i progetti che interessano il museo digitale. La tesi vuole suggerire il museo come ambito privilegiato per lo sviluppo delle ricerche digitali storico artistiche, come il luogo dove gli esiti di questi studi possano diventare una risorsa accessibile a un pubblico stratificato, composto da un’utenza generica o specializzata. Saranno messi a confronto esempi di progetti digitali che riguardano sia i musei che la storia dell’arte, ma il caso trattato in maniera più approfondita, scelto per testare questa ricerca, riguarda una delle più note e “antiche” risorse digitali per la storia dell’arte: il Getty Provenance Index. Questo progetto è inserito in un piano di lavoro triennale, il Provenace Index Remodeling, che modificherà le tipologie di accesso ai diversi database che lo compongono e che influirà sulle modalità con cui questa struttura potrà essere utilizzata dagli utenti, studiosi, ricercatori, studenti, tecnici e conservatori museali.
Changes in museological and museographic approaches, thanks to new technologies both for the cataloging and communication of collections, represent an established and recognized fact. The virtual museum is a concept with which art history began to familiarize itself at the end of the nineteenth century with the first approach by historical avant-gardes to the museum space and to the concept of museum itself, intending to promote a model for an aesthetic usability and enjoyment, interpretable and interactable, personalizable when not really portable. Starting from these premises, the aim of the thesis is to identify the contact points, if any, between the new manifestations of Digital Art History and the projects that affect the digital museum. The thesis aims to suggest the museum as a privileged area for the development of historical and artistic digital research, as the place where the results of these studies become an accessible resource to the stratified audience, made up of generic or specialized users. Examples of digital projects that concern both museums and art history will be compared, but the case treated in more detail, chosen to test this research, concerns one of the most famous and "old" digital resources for the history of art: the Getty Provenance Index. This project is included in a three-year program, the Provenance Index Remodeling, which will modify the types of access to the various databases that make it up and which will influence the ways how this structure can be used by users, scholars, researchers, students, technicians and museum curators.
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RAIMONDI, ALESSIO. "La meteorologia: cammino storico-epistemologico e studio del suo stato attuale di diffusione". Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2011. http://hdl.handle.net/11584/266333.

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The widespread interest in meteorology is mostly driven by the fact that weather affects our daily life, extending its influence beyond the mere economical impact. Despite this strong attention to meteorology it is seen quite differently from other scientific activities like, for instance, classical physics to which it is generally, although often unappropriately, associated. This work tries to highlight the peculiar epistemologic approach to modern meteorology, through the analysis of the phylosophical and historical paths that have brought about that approach. The perception of meteorology as an atypical science it is also due to an uncomplete, and in some cases even wrong, communication process of weather forecasts. In this study the main criticalities regarding this communication process are highlighted through two case studies: the hurricane Charley twhich hit Florida in 2004 and the intense precipitation that affected the southern part of Sardinia in 2008. The evidences drawn from the two case studies are then supported by an extensive analysis that has involved professional forecasters of 19 different public Meteorological Offices in Italy and a significant sample of italian and spanish users. The two groups were surveyed on the meaning they associate to the typical expressions used in the wetaher reports, about the comprehension of non categorical, i.e. probabilistic, forecasts and, finally, on the role of media in the communication process. The results clearly show the issues and problems still open and help to lay down some proposals to improve the quality of the communication techniques, in order to make weather forecasts more effective for the users.
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ROCCA, Rossella. "L'attaccamento ai luoghi come modello interpretativo delle relazioni dell'uomo con la cultura. Una ricerca su un campione di ragazzi tunisini della città di Mazara del Vallo". Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/91028.

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L'attaccamento al luogo è un essenziale bisogno umano in grado di nutrire il senso dell'identità di individui e collettività, a prescindere dai cambiamenti della società. Intento principale in questo lavoro di tesi è quello dell'integrazione, legato al fenomeno dell' intercultura. Il lavoro di tesi è riferito nello specifico nella città di Mazara del Vallo, centro nevralgico di incontro di culture. Ho scelto di indagare la percezione del luogo da parte della popolazione immigrata, coinvolgendo in particolare gli adolescenti che costituiscono la cosiddetta "seconda generazione", e confrontandone le opinioni con quelle espresse dai coetanei autoctoni. L'aspetto più propriamente statistico riguarda la rilevazione delle proiezioni sociali e geografiche dei ragazzi tunisini in corrispondenza con i coetanei mazaresi. Il lavoro consta di tre parti: - L'analisi dei dati sulla presenza tunisina nella città e sull'inserimento dei giovani tunisini nel tessuto locale; - La lettura eziologica della ricerca i cui dati seguono un ordine preciso sulla base della dipendenza tra lingua per comunicare ed inserimento sociale. - Le possibili strategie di integrazione culturale al fine di riconsiderare le forme del rapporto tra i giovani tunisini e i giovani mazaresi. E' questo il punto focale della ricerca, ovvero il luogo ideale in cui realizzare l'intervento strategico, atto a determinare l'abitus formativo della pari interazione sociale. La zona di mediazione diventa formalmente lo spazio condiviso. In questo senso sono state sperimentate le strategie di cooperative Learning, che in un contesto di pluralismo possono favorire la partecipazione di tutti ai processi di costruzione della conoscenza di sé, delle proprie realtà, delle culture. In ogni attività di cooperativa svolta gli esiti si sono rivelati sempre positivi. Il lavoro cooperativo ha sviluppato competenze nella comunicazione.
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Caverzan, Caterina. "Libelli famosi. Pratiche infamanti e meccanismi di dissenso politico nella Repubblica di Venezia nel Cinquecento". Doctoral thesis, 2022. http://hdl.handle.net/2158/1276179.

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L'obiettivo della ricerca è di indagare l’evoluzione del fenomeno dei libelli infamanti a Venezia nel corso del Cinquecento; in particolare, ci si focalizza sulle espressioni di infamia indirizzate in forma anonima ai detentori di autorità politica e spirituale, sulle caratteristiche che queste azioni di volta in volta assumevano e sulla reazione da parte delle magistrature. The objective of this research is to investigate the evolution of the phenomenon of infamous libels in Venice during the sixteenth century; the focus is on the expression of anonymous infamies addressed to political and spiritual authorities, on how these changed from time to time and on the consequent reaction of the judiciary.
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ABU, HOJAILAH ASSEM. "Comunicazione internazionale e opinione pubblica: Una storia della comunicazione internazionale dal XIX secolo al XXI secolo". Doctoral thesis, 2016. http://hdl.handle.net/2158/1027921.

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Comunicazione internazionale e opinione pubblica: Una Storia della comunicazione internazionale dal XIX secolo al XXI secolo. Il sistema internazionale è caratterizzato da un cambiamento dinamico e costante, dove le unità politiche lavorano per cambiare modi e meccanismi di conoscenza delle trasformazioni in atto. È in questo quadro che l'opinione pubblica gioca un ruolo decisivo e attivo nella politica estera degli Stati, soprattutto dopo la seconda guerra mondiale, influenzando il comportamento degli attori politici in più ambiti: transazionale, interno, governativo e non-governativo. Non a caso, grazie alla crescente importanza dei media, l'opinione pubblica è diventata la cosiddetta quarta potenza, la quale si aggiunge agli elementi tradizionali conosciuti: potere economico, militare e diplomatico. Negli ultimi anni le ricerche dedicate alla storia della comunicazione si sono moltiplicate, al punto che la comunicazione si presenta come la cosiddetta chiave del futuro. Anche, i media si sono evoluti nel corso dei secoli, dall’oralità alla scrittura in Babilonia; dalla pietra al papiro in Egitto; dal papiro alla pergamena nell’Impero romano e dalla pergamena alla carta nel medioevo. E le tecnologie legate all'informazione come il telegrafo, il telefono, la radio e la televisione con canali satellitari, il computer e il web hanno svolto un ruolo importante sulla scena mondiale, sia nel sostenere il dominio e rafforzare la posizione geopolitica da parte di talune potenze, sia a livello di vita social-economica per lo sviluppo culturale. Lo sviluppo dei mezzi di comunicazione di massa divenne diffuso - a partire dalla Prima Guerra Mondiale - con influenza sociale. Inoltre, i media hanno ottenuto l’attenzione dei sistemi politici e delle potenze coloniali: tra i cui i giornali a larga tiratura, il cinema, l’industria discografica, l’editoria, le nuove compagnie radiofoniche. La tecnologia della raccolta e della trasmissione delle informazioni (radio, tecniche fotografiche e cinema) ebbe una rapida crescita in rapporto alla guerra. Si può anche notare che - dopo la seconda guerra mondiale - la crescita della funzione narrativa degli strumenti di comunicazione degli eventi bellici, l’influenza sull’opinione pubblica e l’uso crescente dei media come armi belliche in particolare al livello ideologico. A causa dell’importanza dei mezzi di comunicazione i poteri politici hanno cercato di controllare il flusso informativo applicando la censura in diversi gradi sulle fonti d’informazione specialmente nei momenti caldi degli eventi militari. La comunicazione internazionale rispetto ai suoi albori svolge un ruolo fondamentale all’interno di un’arena planetaria o quasi tale (piuttosto che semplicemente regionale, per esempio); è organizzata, pianificata o coordinata su scala globale; è in grado di reciprocità e interdipendenza, nel senso che attività locali di diverse zone del mondo determinano l’una la forma delle altre. Il ruolo della comunicazione mediata nelle nostre società è oggettivamente cresciuto dall’inizio della rivoluzione industriale a oggi. In altre parole, la comunicazione internazionale ha svolto un ruolo di rilievo di tipo economico, politico e militare e ha anche allargato l’ambito spaziale e temporale rendendola più un fondamento della democrazia. Soprattutto nella sua fase più recente, crescenti fenomeni d’individualizzazione e frammentazione sociale hanno prodotto un declino della partecipazione e del coinvolgimento degli individui a realtà organizzate come la famiglia, le istituzioni religiose, i partiti politici, le associazioni. Si potrebbe dire che da una parte i media hanno dapprima unificato e fatto parlare tra loro delle comunità linguistiche attraverso la stampa, la radio e la televisione di stato. Mentre dall’altra essi estesero questo processo unificativo al mondo intero, creando le basi per quel “villaggio globale” di cui parla McLuhan, che è alla base del processo di globalizzazione. Sartre scrisse: “la classe al potere preferisce sempre un dandy a un rivoluzionario” e questo è il compito di questi mezzi di comunicazione internazionale creare il dandy al potere. Dato che I mezzi di comunicazione hanno giocato un ruolo importante - continuando tuttora a farlo - la domanda resta: come possiamo resistere all’influsso dei mezzi di comunicazione che ci manipolano nelle nostre case e nei luoghi di lavoro?
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MARTINO, EUGENIO. "Violenza e potere nell'Alto Medioevo (768-888)". Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/2158/1087388.

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La tesi, dal titolo Violenza e potere nell’Alto Medioevo (768-888), si propone come uno studio complessivo del periodo carolingio, di cui si analizza sistematicamente il valore attribuito alla violenza e al suo esercizio da parte della figura regia, tanto nel contesto sociale quanto in quello politico. Da questa prospettiva si cerca di affrontare una serie di questioni che consentono di approfondire la relazione tra potestas e violenza, mostrando il valore legittimante che la vindicta regia assunse a partire dal regno di Carlo Magno fino al declino dell’Impero carolingio, nel corso del IX secolo.
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SBARBATI, Claudia. "LE STRAGI E LO STATO. NARRAZIONI SU CARTA DELLO STRAGISMO ITALIANO:CRONACA, MEMORIA E STORIA". Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251127.

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Oggetto del presente studio è la narrazione pubblica delle stragi degli anni Settanta, realizzata attraverso il filtro della carta stampata di ieri e di oggi. In particolare, le stragi delle quali è stato ricostruito il pubblico racconto sono quelle di Milano (12 dicembre 1969), di Brescia (28 maggio 1974) e di Bologna (2 agosto 1980). L’interesse di ricerca è nato dalla percezione di un vuoto storiografico rispetto all’“impressione di realtà” - quindi all’immaginario - che nel corso dei decenni quotidiani e periodici nazionali hanno edificato riguardo allo stragismo neofascista. In generale, l’eversione di destra – seppur oggetto di preziosi studi - è stata meno analizzata rispetto a quella di sinistra e quello che è divenuto il cosiddetto “caso Moro”, perché sovente stigmatizzata come subalterna allo Stato e quindi priva di una sua dimensione particolare. È esattamente in questo spazio che la ricerca s’inserisce, guardando alla storia d’Italia attraverso l’interpretazione dello stragismo offerta dall’informazione a stampa. La scelta della fonte giornalistica come fonte storica per analizzare le categorie interpretative e i quadri di riferimento messi a disposizione dell’opinione pubblica, ha richiesto di tenere in considerazione gli elementi distintivi del giornalismo italiano e i suoi rapporti con il contesto politico nazionale coevo alle stragi, con attenzione anche per i cambiamenti occorsi nel tempo nel mondo dell’informazione e nel panorama internazionale, definendo un arco temporale che dal 1969 giunge sino al 2017. Inoltre, gli scenari politici sovranazionali della Guerra Fredda sono costantemente richiamati in virtù dell’intima connessione fra eversione di destra, forze dell’ordine e servizi di sicurezza italiani da un lato, ed equilibri geopolitici internazionali dall’altro. Si è scelto di attingere a numerose testate nazionali per dare conto delle diverse linee editoriali, delle molteplici caratterizzazioni politiche delle stesse, dei differenti stili comunicativi e della pluralità di lettori cui ogni quotidiano o periodico è destinato. Fra gli archivi storici più attenzionati emergono quelli del “Corriere della Sera”, “La Stampa”,“la Repubblica”, “L’Unità”, “Il Giorno”, “La Notte”, “La Nazione”, “L’Avanti!”, “il Manifesto”, “Lotta Continua”, “Umanità Nova”, “Il Popolo”, “il Secolo d’Italia”, “Candido” e “il Borghese”. A ogni strage è stato dedicato uno specifico capitolo in cui sono introdotti i fatti e gli esiti giudiziari, analizzate le prime reazioni della stampa, ricostruiti gli anni dei processi e la ricezione delle sentenze, sino a riproporre l’eco pubblica delle opere che nel corso dei decenni sono intervenute sul tema. Gli articoli di cronaca e gli editoriali di approfondimento analizzati permettono di vagliare la riproposizione su carta delle versioni ufficiali delle forze dell’ordine, della magistratura e della politica; le memorie dei protagonisti degli eventi e l’analisi offerta dagli opinion makers che di volta in volta hanno raccontato le stragi dell’Italia repubblicana (giornalisti, storici, magistrati, scienziati sociali). L’ultimo capitolo è stato invece dedicato al problema della Memoria e dei suoi rapporti con la Storia, analizzando la produzione memorialistica degli ex terroristi, delle vittime di prima, seconda e terza generazione, sino al tema della riconciliazione e della pacificazione. Si è dunque ricostruito il dibattito sviluppatosi “a caldo” ed “ex post”, nella consapevolezza che l’informazione e la comunicazione pubblica della Storia sono fondamentali per la storicizzazione del passato traumatico della Nazione.
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