Literatura académica sobre el tema "Storia della cartografia"

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Artículos de revistas sobre el tema "Storia della cartografia"

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Doria, Mario. "Sulla storia del toponimo Istriano Rabac". Linguistica 28, n.º 1 (1 de diciembre de 1988): 49–51. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.28.1.49-51.

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Resumen
Il nome della nota località balneare istriana Rabac (in grafia italianeggiante Rabaz) è attestato già nel 1341 sotto la forma Rabaç, precisamente negli Statuti di Albona [Labin] (cfr. P. Kandler "L'Istria" III, 1848, pp. 14 s.). A questo Rabaç fa riscontro, nel '500, Rabaz, che incontriamo nell'Itinerario Bragadin-Lando-Morosini dell'a. 1554 (ed. M. Bertoša VHARP 17, 1972, p. 41) e nel Catastico di Fabio da Canal dell'a. 1566 (ed. D. Klein, ib. 11-12, 1966-67, pp. 16- bis, 62). Rabaz ricompare in Carlo Donadoni, a. 1719 (P. Kandler Emporio p. 96, in "Miscellanea Conti" 1861-62), in un documento dell'a. 1749 (P. Kandler cit. p. 282), nonché nel Catasto di V. Morosini IV, a. 1775-76 (ed. M. Bratulić, Trieste-Fiume 1980, pp. 349-352). Anche la cartografia veneta di fine '700 attesta la forma Rabaz, così la nota carta dell'Istria Meridionale di Giov. Valle (Venezia 1784). Rabaz ricompare nel Reperto-Bargnani dell'a. 1806' (ed. E. Apih, ACRSR 12, 1981-82, p. 219), nell "' A vviso della Commissione per la vendita dei beni dello Sta to del Litorale", Trieste 15-1-1825 (Archivio di Stato, per gentile informazione del dott. Pierpaolo Dorsi), in Carlo Combi a. 1858-59 (cfr. E. Apih cit. p. 321) ecc. Rammenteremo anche la forma Rabatz (alternante con Rabaz) in R. P. Burton Note sopra i Castellieri (Capodistria 1877) p. 35 e Rabas (nella locuzione Porto Rabas in alcune carte geografiche del 1753 e 1780, Lago-Rossit OH indici), nonché in P. Tedeschi Viaggio fantastico in Oga Magoga, 1863, su cui v. P. Blasi "Voce Giul." 1-6-1984 p. 4). Abbastanza comune anche la locuzione Porto Rabaz, soprattutto nella cartografia istriana a partire dall'a. 1620 fino al 1797 (vedi gli indici in Lago-Rossit cit.): ricorderemo fra queste la Carta Geografka del Coronelli (Venezia 1696) nonché la Carta Santini ("à Venise" ante 1780, cfr. fot. in E. Schwarzenberg Plstr. 44 s. V, f. 8-9, 1980, p. 12); fra i moderni citeremo M. Gerbini Quaderni di Fianona (Trieste 1976) p. 41 e M. Catano, "In Strada Granda" N. 27 (aprile 1986) p. 26 e qualche altro.
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ZUCCOLI, MARINA y FABRIZIO BNOLI. "STRUMENTARIA". Nuncius 14, n.º 1 (1999): 201–12. http://dx.doi.org/10.1163/182539199x00814.

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Resumen
Abstracttitle RIASSUNTO /title Scopo del presente articolo di sottolineare l'importanza dell'astronomo italiano Giovanni Antonio Magini (1555-1617), tramite la descrizione di due quadranti da lui realizzati. Questo tipo di strumenti aveva molteplici usi, in astronomia, topografia, cartografia e matematica. Magini si occup di tutte queste discipline in qualit di docente di Astronomia all'Universit di Bologna e scrisse al riguardo numerose opere, quali l'Italia (una rappresentazione cartografica dell'Italia) e le Ephemerides. Attraverso la storia dei possessori di questi quadranti, che giunge fino a tempi recenti, si riconosce come fossero apprezzati non solo per il loro aspetto artistico, ma anche come testimonianze della qualit della produzione strumentale di Magini.
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Journals, FrancoAngeli. "Informazione bibliografica". RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, n.º 3 (septiembre de 2021): 175–219. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa3-2021oa12539.

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Resumen
L'Informazione bibliografica del numero 3/2021 della «Rivista Geografica Italiana» presenta le recensioni dei seguenti testi:    Donna Haraway, Chthulucene. Sopravvivere in un pianeta infetto (Michele Bandiera) Cristiano Giorda, a cura di, Geografia e Antropocene. Uomo, ambiente, educazione (Marco Tononi) Paola Piscitelli, a cura di, Atlante delle città. Nove (ri)tratti urbani per un viaggio planetario (Marco Santangelo) Martina Tazzioli, The making of migration: The biopolitics of mobility at Europe's borders (Silvia Aru) Mercedes Bresso, Claude Raffestin, I duecentocinquantamila stadi di Eratostene, al tempo del virus. Dialoghi fra un geografo e una economista ambientale, in giro per il mondo (Alessandro Ricci) Ernesto C. Sferrazza Papa, Le pietre e il potere. Una critica filosofica dei muri (Marcello Tanca) Vincent Berdoulay, Olivier Soubeyran, L'aménagement face à la menace climatique (Angelo Turco) Isabella Giunta, Sara Caria, a cura di, Pasado y presente de la cooperación internacional: una perspectiva crítica desde las teorías del sistema mundo (Mariasole Pepa) Sara Luchetta, Dalla baita al ciliegio. La montagna nella narrativa di Mario Rigoni Stern (Giacomo Zanolin) Edoardo Boria, Storia della cartografia in Italia dall'Unità a oggi. Tra scienza, società e progetti di potere (Anna Guarducci) Maria Luisa Sturani, Dividere, governare e rappresentare il territorio in uno Stato di antico regime. La costruzione della maglia amministrativa nel Piemonte Sabaudo (XVI-XVIII sec.) (Anna Guarducci) Egidio Dansero, Davide Marino, Giampiero Mazzocchi e Yota Nicolarea, a cura di, Lo spazio delle politiche locali del cibo: temi, esperienze e prospettive (Chiara Spadaro) Giorgio Osti, Elena Jachia, a cura di, AttivAree. Un disegno di rinascita delle aree interne (Raffaella Coletti) Lucilla Barchetta, La rivolta del verde. Nature e rovine a Torino (Alberto Vanolo)   Per leggere i contributi integralmente, cliccare sul quadratino in alto denominato "PDF".
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Marongiu, Cinzia. "Cartografie di appartenenza: Igiaba Scego e Kym Ragusa l'affermazione di identità plurali". Italica 99, n.º 1 (1 de marzo de 2022): 106–18. http://dx.doi.org/10.5406/23256672.99.1.08.

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Resumen
Abstract La traiettoria biografica di Kym Ragusa e Igiaba Scego e delle loro rispettive famiglie non è la stessa: mentre i nonni dell'autrice italo-afroamericana Kym Ragusa si sono spostati dall'Italia in America, i genitori di Igiaba Scego sono scappati dalla Somalia per raggiungere l'Italia. Ciò nonostante, le due autrici e le loro narrazioni hanno diversi punti in comune: entrambe sono di origine africana, entrambe parlano di una generazione di confine ed entrambe mostrano fiere un'identità multipla che mette in crisi le linee di demarcazione tracciate dal discorso dominante che vuole l'appartenenza identitaria come qualcosa di circoscritto e fisso. Ragusa e Scego mettono in discussione il vecchio dibattito sull'appartenenza nei loro racconti polietnici, evidenziando come non esista un unico paradigma attraverso cui definire la loro identità, perché le loro molteplici appartenenze identitarie non si possono descrivere con un carattere e/o fissare in una posizione stabile. Scego e Ragusa sono autrici dall'identità liquida che non tollerano distinzioni e separazioni. Questo è evidente in modo particolare nel romanzo di Igiaba Scego La mia casa è dove sono e nel memoir di Kym RagusaLa pelle che ci separa, dove le protagoniste sono delle creature doppie, delle “equilibriste in bilico” (termine usato da entrambe le autrici) fra due mondi (Scego 2010: 55). L'obiettivo di Kym Ragusa e Igiaba Scego in queste due opere è quello di resuscitare il “cadavere” di un passato dimenticato per “rimettere la carne sulle ossa” (Ragusa 95), ossia riempire i buchi della loro storia riscoprendo la ricchezza nella diversità delle loro origini. Le protagoniste di La mia casa è dove sono e di La pelle che ci separa tracciano una sorta di mappa, attraverso le storie dei loro antenati, che riflette il percorso geografico degli spostamenti della loro famiglia: percorso che permette loro di ricostruire la propria identità arricchendola di punti di vista, memorie e immagini. In questo articolo mi concentrerò principalmente sui temi e le trame di questi due libri, analizzandone le similarità e le differenze. Mostrerò come le protagoniste riescano a fondere la loro cultura d'origine e la cultura d'arrivo facendo delle loro eredità etniche un ponte (Igiaba Scego) / un crocevia (Kym Ragusa) che unisce e non separa. Durante la mia analisi, mi soffermerò in particolar modo sulla memoria coloniale e quella di immigrazione, sui sentimenti di appartenenza, sulla nozione di doppia coscienza (quella italiana e quella africana), il concetto di identità interstiziale (a metà tra la cultura di partenza e quella di arrivo, mitad y mitad per usare le parole della Anzaldúa) e di luoghi interstiziali (in between dirla come Homi Bhabba) dove l'ibridazione diviene possibile e immaginabile, come la Sicilia per Kym Ragusa e Roma per Igiaba Scego. Concluderò dimostrando come, in entrambi i memoir, l'ibridità, che appare inizialmente come una spaccatura tra due sfere culturali incompatibili, si sana attraverso la ricomposizione i ricordi e la conciliazione delle diverse componenti identitarie delle due protagoniste.
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Messina, Nunziata. "IL SAPERE GEOGRAFICO E LE TEORIE PEDAGOGICO – DIDATTICHE PER L’INSEGNAMENTO DELLA GEOGRAFIA". International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 2, n.º 1 (2 de julio de 2016): 413. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2016.n1.v2.307.

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Resumen
Anticamente, il sapere geografico era imperniato soprattutto sulla dimensione della Terra, vista prioritariamente come corpo celeste e collegata all’attività cartografica. Nel Rinascimento il rinnovamento culturale ebbe ripercussioni anche sul livello educativo, gli umanisti consideravano l’uomo all’inizio di un’era nuova. Le grandi scoperte geografiche aprirono nuovi orizzonti verso la conoscenza del mondo e verso le diverse applicazioni didattiche. Michel Eyquem de Montaigne sosteneva che l’insegnamento della geografia doveva basarsi sull’osservazione diretta, collegando la geografia alla storia. Il filosofo John Locke vide nella geografia una disciplina particolarmente proficua per lo sviluppo dello spirito di osservazione, in quanto, attraverso le passeggiate scientifiche, le gite ed i viaggi, l’allievo poteva riuscire ad avere una conoscenza diretta delle cose. Nel ‘700 si sviluppò l’Illuminismo ispirato ai principi razionali; Jean – Jacques Rousseau nella sua opera, “Emilio”, evidenziò la grande forza e il valore educativo dell’ambiente, egli ribadiva che nel passaggio dalla fanciullezza all’adolescenza si sviluppa nel ragazzo la curiosità di conosce il mondo, in questo la geografia diviene un importante alleato anche per lo studio delle scienze. Dopo la seconda metà dell’ottocento si affermarono il naturalismo e il positivismo, in questo periodo anche nelle Università Italiane venne introdotta la geografia e un impulso positivo per l’insegnamento geografico nella scuola elementare fu dato da Filippo Porena che propose una nuova metodologia basata sull’utilizzo di diversi metodi: metodo oggettivo (immagini); metodo naturale; geografia locale e lettura e disegno delle carte geografiche. L’uso del disegno divenne una metodologia importante in tutte le scienze ma soprattutto nelle geografia.
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RGI, Redazione. "Informazione bibliografica". RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, n.º 1 (marzo de 2022): 125–67. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa1-2022oa13371.

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Resumen
L'Informazione bibliografica del numero 1/2022 della «Rivista Geografica Italiana» presenta le recensioni dei seguenti testi: Giada Peterle, Comics as a Research Practice. Drawing Narrative Geographies Beyond the Frame (Alberto Vanolo) Andrea Pase, Geografly: la mosca e la mappa. Attorno ad una foto di Alberto Schön (Egidio Dansero) Deirdre Mask, Le vie che orientano. Storia, identità e potere dietro ai nomi delle strade (Giuseppe Muti)  Laura Lo Presti, Cartografie (in)esauste. Rappresentazioni, visualità, estetiche nella teoria critica delle cartografie contemporanee (Alessandra Bonazzi) Angelo Turco, Geografie pubbliche. Le ragioni del territorio in dieci itinerari social (Filippo Celata) Angelo Turco, Epimedia. Informazione e comunicazione nello spazio pandemico (Tania Rossetto)  John Mc-Neill, Qualcosa di nuovo sotto il sole. Storia dell'ambiente nel XX secolo (Cecilia Pasini) Emanuele Bompan, Federica Fragapane, Marirosa Iannelli e Riccardo Pravettoni, Atlante geopolitico dell'Acqua. Water grabbing, diritti, sicurezza alimentare ed energia (Margherita Ciervo)  Carlos Alberto Franco da Silva, A modernização distópica do território brasileiro (Teresa Isenburg) Flavio Lucchesi, Australia, gli antipodi vicini. Tasselli geografici (Luisa Carbone) Alberto Di Monte, Sentieri migranti. Tracce che calpestano il confine (Silvia Aru)  Michela Lazzeroni, Geografie dell'università. Esplorazioni teoriche e pratiche generative (Samantha Cenere) Associazione Mecenate 90, L'Italia Policentrica. Il fermento delle città intermedie (Michela Lazzeroni)  
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Signorini, Lia. "Memorie del 150° dell'Unitŕ d'Italia: attivitŕ editoriale e iniziative per la celebrazione". STORIA URBANA, n.º 132 (febrero de 2012): 397–468. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-132014.

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Resumen
La bibliografia del centocinquantesimo anniversario dell'unificazione d'Italia č molto vasta. Un gran quantitŕ di iniziative culturali si sono aggiunte all'attivitŕ pubblicistica: itinerari storici, mostre e convegni, documentate da atti, video ed immagini disponibili sul web. I siti internet sono stati ampiamente presi in considerazione ed essi rappresentano un'enorme banca dati, facilmente consultabile. A dispetto delle precedenti celebrazioni in occasione del cinquantesimo e centesimo, questo anniversario pone particolare attenzione alle rievocazioni storiche. L'obiettivo di tale rassegna č di raccogliere e suddividere la vasta ed eterogenea produzione letteraria classificandola secondo differenti argomenti. Questa retrospettiva riflette l'interpretazione del processo di unificazione fatto da esperti, dal Comitato garante delle celebrazioni e anche dall'opinione pubblica, sottolineando problemi e tematiche ancora aperte. La prima sessione raccoglie i contributi a carattere generale, relativi al periodo pre e post unificazione. Un paragrafo raccoglie le piů rilevanti figure del Risorgimento. In seguito il lettore trova quei contributi che riportano tematiche specifiche, statistiche, economia e cartografia storica. Ai luoghi della memoria, nella loro doppia dimensione fisica e di memoria, č dedicata una sessione speciale.
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Conley, Tom, Emanuele Lugli, P. D. A. Harvey, Sandra Sáenz-López Pérez, Sandra Sáenz-López Pérez, P. D. A. Harvey, David McKitterick et al. "De Ptolémée à la Guillotière (XVe–XVIe siècle): Des cartes pour la France pourquoi, comment? By Monique Pelletier. City and Cosmos: The Medieval World in Urban Form. By Keith D. Lilley. The Maps of Matthew Paris: Medieval Journeys through Space, Time and Liturgy. By Daniel K. Connolly. Cartografía Medieval: El Enigma del Mapamundi de 1375. By Álvaro Fernández García. La carta de Gabriel de Vallseca de 1439: Estudi i edicio. By Ramon J. Pujades i Bataller. King Henry's Map of the British Isles: BL Cotton MS Augustus I i 9. Commentary by Peter Barber. Covens & Mortier: A Map Publishing House in Amsterdam 1685–1866. By Marco van Egmond. El geógrafo Juan López (1765–1825) y el comercio de mapas en España. By Agustín Hernando. The Atlas of Scotland Containing Maps of Each County. By John Thomson. Geographia antiqua: rivista di geografia storica del mondo antico e di storia della geografia. The Fourth Part of the World: The Race to the Ends of the Earth and the Epic Story of the Map that Gave America Its Name. By Toby Lester. Painter in a Savage Land: The Strange Saga of the First European Artist in North America. By Miles Harvey. Cartographic Encounters: Indigenous Peoples and the Exploration of the New World. By John Rennie Short. Mapping New Jersey: An Evolving Landscape. By Maxine N. Lurie and Peter O. Wacker. Eastern Astrolabes. By David Pingree. Census of Portolan Charts and Atlases, as Reported and Listed by the Noted Scholars of the Genre in Their Works Ranging from 1897 to 2008. By Richard Pflederer. The Map as Art: Contemporary Artists Explore Cartography. By Katharine Harmon, with essays by Gayle Clemans. Formatting Europe: Mapping a Continent. Guest editors W. Bracke, J. L. Renteux, and W. Bodenstein". Imago Mundi 62, n.º 2 (18 de junio de 2010): 250–63. http://dx.doi.org/10.1080/03085691003747316.

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Dai Prà, Elena y Nicola Gabellieri. "Imago proelii. La cartografia storica della Prima Guerra Mondiale dal Museo Storico della Terza Armata: spigolature per una analisi tipologica e semiologica". Bollettino della Società Geografica Italiana, 5 de abril de 2021, 59–79. http://dx.doi.org/10.36253/bsgi.v3i1.445.

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Resumen
International historiography has extensively assessed the innovations in war practice experienced during the First World War. However, the consequences of trench warfare in military cartographic production have not been fully investigated yet. Following this line, the essay presents the cartographic corpus of the historical archive of the Terza Armata (Third Army); the Terza Armata had a fundamental role in the conflict, settling on the Piave river after Caporetto and leading the final advance towards Istria. The analysis of the collection, which is still unpublished, can open a new front of research aimed at developing categories of semiological analysis and typological classification of military maps as sources produced in fieri, i.e. manuscript IGM maps that were constantly updated during war operations. First, the cartographic corpus is presented; second, a first typological classification and a semiological decoding of maps are proposed, based on the interpretation of the symbols used, of the legend and of the methods of representation. In particular, the contribution focuses on tactical maps, i.e. cartographies that were continuously updated in proelio to document the evolution of war events on the front line.
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Tesis sobre el tema "Storia della cartografia"

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Militello, Paolo. "L'Isola a tre punte : la Sicilia nella storia della cartografia". Paris, EHESS, 2002. http://www.theses.fr/2002EHES0015.

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MODAFFARI, GIOVANNI. "Alle origini della territorialità moderna: il Mediterraneo, l’Oriente, l’Occidente". Doctoral thesis, Università di Roma "Tor Vergata", 2020. http://hdl.handle.net/10281/316826.

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Resumen
Negli studi geografici contemporanei, la ricostruzione della nascita e dell’evoluzione della Modernità è sovente ricondotta alle vicende di un paradigma esclusivamente occidentale, prodotto delle attività delle corti rinascimentali europee. L’interpretazione di questo fondamentale mutamento nel pensiero del mondo manifesta la necessità di contestualizzare gli avvenimenti nel più ampio ambito mediterraneo: nella descrizione della ricezione della Geographia di Tolomeo in Europa ma anche nel Vicino Oriente, nei due macro-periodi dei secoli IX-XI e XIV-XV. Nella prima parte di questo lavoro, si conduce un confronto attraverso il quale si tenta di mettere in luce alcuni contatti valorizzati occasionalmente nella letteratura precedente, con la ricostruzione delle vicende di figure come quelle dei geografi del califfo abbaside al-Ma’mūn (primo periodo); del bizantino Giorgio Amiroutzes e la prima traduzione moderna dell’opera tolemaica alla corte di Mehmet II; del pittore Matteo de’ Pasti, i suoi viaggi tra le due grandi sponde del Mediterraneo e il traffico di carte geografiche di cui fu protagonista (secondo periodo). Nella seconda parte, si citano opere ed eventi che provano a riequilibrare il rapporto tra Venezia e Firenze rivalorizzando, alla luce dei riscontri più recenti, il peso della produzione veneziana. In particolare, per osservare le diverse sfumature dell’idea di Modernità, è necessario considerare quelli che sono stati i teatri principali del suo sviluppo: quella rete di città creative attive nella traduzione, nell’ammodernamento e nella diffusione della Geographia nell’Italia del XV secolo, in cui si include anche Ferrara. Il confronto tra la sponda occidentale e quella orientale del Mediterraneo viene riproposto attraverso le diverse declinazioni dell’opera tolemaica che avrebbero portato alla definizione della prospettiva nello sguardo occidentale; differenza cruciale rispetto alla teoria della visione nello sguardo orientale. Nella parte conclusiva, gli elementi raccolti durante il percorso vengono analizzati lungo tre potenziali direzioni di ricerca in rapporto alle conseguenze nella concezione di nuovi paradigmi territoriali intesi come dispositivi politici, a partire dal XVII secolo, considerando il ruolo fondamentale svolto, oltre che dalla cultura visuale, anche dalla stampa e dai tentativi di Modernità del Vicino Oriente.
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CUOMO, PIETRO. "POTERE POLITICO E SPAZIO URBANO. ELEMENTI DI GEOGRAFIA CULTURALE PER UNA STORIA DELLA MILANO COMUNALE E SIGNORILE". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6222.

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Resumen
Lo scopo di questo lavoro è realizzare uno studio interdisciplinare sul rapporto tra Milano e i regimi succedutisi alla sua guida nel basso medioevo. Il punto di partenza è il principio, largamente diffuso nella storiografia, che sistemi di governo diversi plasmino lo spazio in maniera differente. L’analisi dello spazio urbano così ottenuta, però, può essere arricchita dall’uso di strumenti della geografia culturale. La città, tema tra i più importanti e complessi della cultura occidentale, è infatti il luogo di incontro naturale tra storia e geografia culturale: è il luogo in cui si svolge la storia, ma più di un semplice palcoscenico. Le caratteristiche del fenomeno urbano trovano massima espressione nel caso di Milano, che presenta una storia di primissimo piano tradottasi in una struttura urbana dalle forme assolutamente peculiari. Sia al suo interno sia verso l’esterno (per la sua capacità di plasmare il territorio, agendo sull’ambiente naturale e modellandolo in base alle proprie necessità, ribaltando le logiche del determinismo ambientale). Combinando gli strumenti propri della geografia culturale con quelli della ricerca storica, si ottiene la possibilità di usare la città stessa e le sue rappresentazioni come documento, affiancando all’analisi degli eventi storici lo studio della valenza simbolica di tali realizzazioni.
This work is aimed to create an interdisciplinary study on the relationship between Milan and its polical regimes in the late Middle Ages. The starting point is the principle, widely used in historiography, that different systems of government produce space differently. The analysis of urban space thus obtained, however, can be improved using instruments from cultural geography. The city - one of the most important and complex topics in Western culture - is the meeting place of the natural history and cultural geography: it is the place where the story takes place, but more than just a stage. Milan is the perfect example of city: it has a history of the first order which turned into an urban structure of absolutely peculiar shape. Both internally and externally (for its ability to shape the territory, by acting on the natural and modeling it to suit your needs, reversing the logic of environmental determinism). Combining the tools of cultural geography with those of historical research, you get the opportunity to use the city itself and its representations as a document, supporting the analysis of historical events, the study of the symbolic value of such achievements.
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CUOMO, PIETRO. "POTERE POLITICO E SPAZIO URBANO. ELEMENTI DI GEOGRAFIA CULTURALE PER UNA STORIA DELLA MILANO COMUNALE E SIGNORILE". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6222.

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Lo scopo di questo lavoro è realizzare uno studio interdisciplinare sul rapporto tra Milano e i regimi succedutisi alla sua guida nel basso medioevo. Il punto di partenza è il principio, largamente diffuso nella storiografia, che sistemi di governo diversi plasmino lo spazio in maniera differente. L’analisi dello spazio urbano così ottenuta, però, può essere arricchita dall’uso di strumenti della geografia culturale. La città, tema tra i più importanti e complessi della cultura occidentale, è infatti il luogo di incontro naturale tra storia e geografia culturale: è il luogo in cui si svolge la storia, ma più di un semplice palcoscenico. Le caratteristiche del fenomeno urbano trovano massima espressione nel caso di Milano, che presenta una storia di primissimo piano tradottasi in una struttura urbana dalle forme assolutamente peculiari. Sia al suo interno sia verso l’esterno (per la sua capacità di plasmare il territorio, agendo sull’ambiente naturale e modellandolo in base alle proprie necessità, ribaltando le logiche del determinismo ambientale). Combinando gli strumenti propri della geografia culturale con quelli della ricerca storica, si ottiene la possibilità di usare la città stessa e le sue rappresentazioni come documento, affiancando all’analisi degli eventi storici lo studio della valenza simbolica di tali realizzazioni.
This work is aimed to create an interdisciplinary study on the relationship between Milan and its polical regimes in the late Middle Ages. The starting point is the principle, widely used in historiography, that different systems of government produce space differently. The analysis of urban space thus obtained, however, can be improved using instruments from cultural geography. The city - one of the most important and complex topics in Western culture - is the meeting place of the natural history and cultural geography: it is the place where the story takes place, but more than just a stage. Milan is the perfect example of city: it has a history of the first order which turned into an urban structure of absolutely peculiar shape. Both internally and externally (for its ability to shape the territory, by acting on the natural and modeling it to suit your needs, reversing the logic of environmental determinism). Combining the tools of cultural geography with those of historical research, you get the opportunity to use the city itself and its representations as a document, supporting the analysis of historical events, the study of the symbolic value of such achievements.
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Scaglione, Giannantonio. "Cartografia tematica della città di Catania tra XVI e XIX secolo". Thesis, Università degli Studi di Catania, 2011. http://hdl.handle.net/10761/164.

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Resumen
In questo lavoro abbiamo cercato di ricostruire e analizzare le caratteristiche peculiari della morfologia urbana e della società cittadina della città di Catania tra XVI e XIX secolo utilizzando, oltre alla documentazione archivistica e bibliografica, anche le "tracce" grafiche e le elaborazioni cartografiche. Le premesse metodologiche alla base del presente lavoro sono rappresentate dai recenti contributi di storia urbana e di cartografia storica e tematica volti a restituire autonomia e consistenza alla dimensione spaziale nell' indagine storica (E. Iachello, 2010). Bernard Lepetit sottolineava che à à à «en matià à à à à ¨re de cartogragraphie historique, deux traditions existent: là à à à ¢ une reconstruit a posteriori, à à à à à   partir de textes ou de statistiques, des distributions spatiales de phà à à à à ©nomà à à à à ¨nes passà à à à à ©s (la rà à à à à ©partition de population, les limites des zones de culture, le tracà à à à à © des voies de transport); là à à à ¢ autre reproduit des documents cartographiques anciens, le plus souvent pour en commenter la techique graphique ou pour en fournir une analyse sà à à à à ©milogiqueà à à à à » (Lepetit, 1998). Oltre allo studio delle carte antiche, quindi, esiste anche un utilizzo della piu' recente cartografia tematica (anche informatizzata), di rappresentazioni, cioe', costruite attraverso particolari procedimenti e accorgimenti grafici, che permettono di cogliere le distribuzioni, le differenziazioni e le correlazioni degli aspetti evolutivi dei fatti o dei fenomeni e degli insiemi spaziali indagati (J.-J. Bavoux, 2010). La carta tematica diventa allora strumento - anche interpretativo - per una storiografia urbana (e non solo) che, alla ricerca di nuovi strumenti di lettura dello spazio urbano, cerca di eliminare la separazione tra attori e spazio, stabilire relazioni e percorsi che consentano di leggere eventi e protagonisti, individui e gruppi sociali in stretto rapporto con la dimensione spaziale della citta', il suo territorio, le sue vie, le sue piazze, le sue case, i suoi quartieri, i suoi simboli, le sue gerarchie territoriali, la sua topografia sociale (P. Militello, 2004).
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Marcuccio, Rosaria Chiara. "La geografia come natura, ragione e volontà. Dell' Hercole e Studio Geografico (1660) di Giovan Battista Nicolosi". Thesis, Università degli Studi di Catania, 2011. http://hdl.handle.net/10761/258.

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Intorno al XV-XVII secolo, la geografia inizio' a diventare una disciplina autonoma. Tale progresso derivo' principalmente dalla situazione politica del tempo, basata sull'espansionismo imperial-religioso e imperial-nazionale e, di conseguenza, su una visione universalistica dell'Europa. Si stava quindi formando una cultura fondata sul rapporto tra geografia, conoscenza e potere, che avrebbe poi portato alla nascita della geopolitica e dell'etnologia. In questo processo di nascita di una cultura geografica del potere, grandissima importanza ebbe la Roma pontificia con la sua ambizione di espansione mondiale, i cui programmi venivano formulati dalla Congregazione De Propaganda Fide e i cui esecutori erano i diversi ordini religiosi. Questa spinta espansionistica rivolta soprattutto verso il Nuovo Mondo, l'Asia e l'Africa, aveva bisogno di una produzione cartografica. Importanza grandissima, quindi, per lo sviluppo della geografia e della cartografia ebbero la ragion di chiesa, la ragion di mercato e la ragion di stato. A partire dal Cinquecento la Sicilia diede un grosso contributo alla storia della geografia. In questo periodo lo stretto legame tra natura, mito, storia e letteratura, la descrizione dell'isola come un triangolo geometrico, la rappresentazione del vulcano Etna come luogo di convergenza dei due elementi primari nella tradizione siciliana della natura e del mito, l'interesse per il paesaggio economico e demografico basato sulla divisione araba della Sicilia nella Val di Mazara, Val Demone e Val Di Noto, la descrizione di essa come luogo di comunicazione grazie alla sua posizione strategica, gettarono le basi per lo sviluppo della geografia e di una vasta produzione cartografica. La seconda meta' del Seicento fu caratterizzata dalla diminuzione, a causa della crisi della monarchia spagnola, della rappresentazione cartografica siciliana, ma fu proprio in questo periodo che inizi0' a pubblicare le sue opere uno dei maggiori geografi del Seicento: Giovan Battista Nicolosi, geografo siciliano e della Sicilia. Egli, nato nel 1610 a Paterno', grosso borgo situato alle pendici meridionali dell'Etna, dopo aver intrapreso gli studi seminarili a Catania si trasferi' definitivamente a Roma dove inizio' la sua carriera di geografo che gli diede tanti onori da parte dei potenti del tempo. Ad uno di essi, Giovan Battista Borghese, dedico' la sua opera maggiore: Dell' Hercole e Studio Geografico, scritta nel 1660 in due volumi in folio, la cui traduzione latina, Hercules Siculus, apparve nel 1670. Il primo volume e' diviso in tre parti: la prima parte tratta degli aspetti fisici della terra, la seconda della sua posizione rispetto all'universo, la terza delle divisioni politiche della terra. L'opera riporta notizie fino alle piu' recenti scoperte geografiche. Le fonti sono le opere di precedenti studiosi, le osservazioni dirette del Nicolosi derivanti dai suoi viaggi, le relazioni dei navigatori e degli esploratori. Sono presenti anche tante citazioni di eventi storici. Un cenno particolare e' rivolto all'isola di Sicilia, alla quale il Nicolosi si riferisce con maggiore sensibilita', dovuta alla nostalgia e al ricordo, che si nota dal frequente uso di iperboli che nascondono l'analisi scientifica, facendo apparire la Sicilia quasi un mitico regno di Saturno. Il secondo volume e'quasi interamente composto dalla cartografia disegnata dall'autore stesso e composta da ventidue tavole: le prime due raffigurano i planisferi del vecchio e del nuovo continente, le altre raffigurano l'Europa, l'Asia, l'Africa e le due Americhe. Insomma tale opera costitui' una sorta di summa geographica che influenzo' fortemente l'evoluzione del pensiero geografico in Italia.
Geography started to be considered an autonomous subject in the XV-XVI century about. Such progress was mainly due to the political situation of the time which was based on religious and national imperial expansionism and, consequently, on the global outlook of Europe. All this gave birth to a new culture which considered Geography, Knowledge and Power closely correlated and would later lead to the birth of Geopolitics and Aetnology. Papal Rome, with its ambition of world expansionism, greatly influenced such process of Power geographic culture as was clear in the programs formulated by the Congregation Propaganda Fideà ¢ and put into practice by the different religious orders. Such expansion thrust, mainly directed to the New World, Asia and Africa needed cartographic production and consequently, Church reason, Market reason and State Reason had an enormous importance for the development of Geography and Cartography. From the sixteenth century onwards Sicily gave a great contribution to the history of Geography. In that period there was a tight link between Nature, Myth, History and Literature. The island was represented as a geometric triangle, the volcano Aetna was the meeting point of Nature and Myth, that is the two primary elements of the Sicilian tradition; the interest in demographic and economic landscape was based on the Arabian time division of Sicily in Mazara Valley, Demone Valley and Noto Valley. Therefore the description of the island as a communication place, due to its strategic position, laid the foundations of the Geography development and a large cartographic production. The second half of the XVII century was characterized by the decrease of Sicilian Cartographic representation due to the crisis of the Spanish Monarchy, but it was just in such period that one of the greatest geographers of XVIII century, Giovan Battista Nicolosi, a Sicilian geographer of Sicily, started to publish his works. He was born in 1610 in Paterno', a big village on the southern slopes of Mount Aetna. After taking seminary studies in Catania he moved to Rome where he started his career as a geographer gained honour and great reputation with the powerful people of the time. Indeed, he dedicated his major work Dellà ¢ Hercole e Studio Geografico, to Giovan Battista Borghese, one of them. It was written in 1660, in two volumes in folio, and its latin translation Hercules Siculus appeared in 1670. The first volume is divided into three parts: the first part deals with the physical aspects of the earth, the second one with its position in the universe, the third one with its political divisions. The work collects news until the most recent geographical discoveries and its sources are represented by the works of previous scholars to which he added his own direct observations he had gathered in his travels and in seafarers and explorers reports. There are also lots of mentions to the historical events. A particular mention is given to the island of Sicily, to which Nicolosi refers with a very great sensibility, revealing a kind of nostalgic memory of his land as we can notice from the frequent use of hyperbole which hide the scientific analysis and make Sicily appear as the mythical reign of Saturn. The second volume is almost entirely made of maps drawn by the same author in twenty-two tables: the first two represent the planispheres of the old and new continent, the others represent Europe, Asia, Africa and the two Americas. In other words this work became a kind of à ¢ summa geographicaà ¢ which greatly influenced the evolution of geographical thought in Italy.
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Fasson, Elisabetta. "Il contributo della cartografia di epoca veneziana e di XIX secolo alla ricostruzione del paesaggio antico di Montegrotto Terme e del bacino termale euganeo". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423729.

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Resumen
This research is part of the extensive and structured project “Aquae Patavinae”, which over recent years focused on the Euganean thermal basin. The project uses a multidisciplinary approach that includes archaeological excavations, landscape studies, geo-morphological investigations, aerial photographs and remote-sensing-LIDAR analysis. The research, inserted in this more ample organic frame, is based on cartographic documents, spanning from the XVI to the XIX centuries, that represent, in different scales, various portions of the Euganean territory. The documents have been scrutinized to identify any toponymy and topographic information, often signs of a oldest anthropization, to contribute, throughout a diachronic analysis, to the reconstruction of the historical landscape transformation that invested the overall thermal area and Montegrotto in particular. Written and drawn documents allowed, for example, perceiving the real distribution and concentration of the Montegrotto thermal springs. They were spontaneous, numerous and diffused in the region between Castello mountain, the Prete mountain and the Bortolone hill until to the more southerly belt, near the Terme Neroniane Hotel, where the most monumental roman structures, not only thermal, are preserved. Extensive swamps belonging to the Carrara family occupied the area between the Castello and the Prete mountains, the area of the sacred protohistoric lake, during the XIV century. This swamp area nearly corresponds to a drained land illustrated in the XIX century cadastral map. This operation may date back to the XV century and could probably be Venetian; it appears more recent than the others. All these data seem supported by a 1835 map; the eleven springs indicated in this area characterize it as sunken and hydrological unstable. Finally the GIS acquisition of a portion of Montegrotto Napoleon cadastral map (1810) and data contained in attached records have shown the instructive potentiality of XIX funds; they seem to be the best cartographic base for reconstructing the historical landscape according to a 3D model that is being developed at the CNR of Rome. It started in 2001 with the excavation campaigns in via Neroniana at Montegrotto Terme promoted by the School of Specialization in Archaeology of the University of Padua. Through a diachronic and comparative study of the available cartographic documents and drawings, spanning the late Fifteenth to the Nineteenth century, this research attempts to offer a key to the understanding of the territorial changes occurred within the Euganean thermal basin and to give an answer to those questions - centrals in the history of thermalism - which have not yet been fully answered by official historiography. The cartographic documents that will be considered are mainly drawn annexes to drafts, appraisals and various other activities included in the funds provided by the central government of Venice, which ruled over the region. Therefore, for the complete understanding, these documents can’t be separated neither from the descriptive material they belong to, nor from their primary technical function, which gives a full contextualization. Nevertheless, they are often very accurate cartographic surveys and in some cases of considerable aesthetic distinction. The goal of this research is to gather, organise in an proper database and diachronically compare the available drawn material in order to reconstruct, through the centuries, the evolution of some anthropogenic elements (roads, waterways, settlements) and to analyse their relationship with the natural environment, trying if possible to identify signs of an oldest anthropization, with particular attention to the seven historical thermal springs and to the area currently interested by the archaeological excavations. At the same time, it is hoped the investigation on Venetian funds can return precise historical data about in the relationship between the government of Venice and its mainland colonies for the management and the use of thermal waters. The contribution to the reconstruction of the ancient landscape, through analyses and evaluations to be shared through a comparison with other research disciplines, will also fulfil a goal of methodological order linked to the utilisation modalities of the historical cartographic material for the elaboration of the "Preliminary assessments of the archaeological interest "( in compliance with the requirements of Decree Law 109/2005 and with the Code on Public Contracts, Italian Law nr. 163/2006, articles 95 and 96)
Questa ricerca si inserisce in un ampio ed articolato ambito di studi, il progetto “Aquae Patavinae”, che da alcuni anno si occupa di indagare il bacino termale euganeo attraverso attività di scavo archeologico, studi sul territorio, ricognizioni di superficie, studi geomorfologici, indagini da foto aeree e da remote sensing – LIDAR. In tale organico quadro, si inserisce la presente ricerca che ha utilizzato documenti cartografici prodotti dalla metà del XVI secolo al XIX, che rappresentano a diversa scala porzioni del territorio euganeo – come una ulteriore categoria di materiali funzionali alla comprensione dell’occupazione antropica antica e moderna - con lo scopo di individuare alcuni dei segni e delle informazioni topografiche e toponomastiche, spesso spia di epoche più o meno remote rispetto alla loro stesura, e per contribuire, attraverso un’analisi diacronica, alla ricostruzione delle trasformazioni del paesaggio storico dell’area termale in generale e di Montegrotto Terme in particolare. I documenti scritti e disegnati hanno permesso ad esempio di percepire l’effettiva distribuzione e concentrazione delle fonti termali a Montegrotto, che sgorgavano spontaneamente ed erano molto numerose e diffuse nella fascia di territorio compresa tra il monte Castello, il monte del Prete e il colle Bortolone fino ad arrivare, a sud, presso l’attuale hotel Terme Neroniane, fascia lungo la quale sono concentrati i più monumentali resti di strutture termali e non di epoca romana. L’area tra il monte Castello e il monte del Prete, individuata come l’area del lago sacro protostorico, era occupata nel XIV secolo da estese paludes di proprietà dei signori da Carrara, e, pressappoco nella stessa area, il particellario di XIX secolo ha evidenziato una bonifica, probabilmente di epoca veneziana (XV secolo) più recente di quelle circostanti; dati, questi, confermati da una mappa del 1835 che, nel rappresentare solo in questa zona undici polle, sottolinea la natura depressa e idrologicamente instabile dell’area. La digitalizzazione in ambiente GIS di una porzione della mappa catastale Napoleonica (1810) di Montegrotto e l’inserimento in database collegati dei dati contenuti nei registri allegati hanno evidenziato le potenzialità informative dei fondi fiscali di XIX secolo, facendoli ritenere la base cartografica di partenza più adatta alla ricostruzione del paesaggio storico secondo un modello 3D che è in corso di elaborazione da parte del CNR di Roma
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Manzoni, Laura. "Le risorse cartografiche convenzionali e digitali: definizione, storia e catalogazione". Doctoral thesis, 2022. http://hdl.handle.net/2158/1264174.

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Il progetto di tesi affronta il tema della definizione, della storia e della catalogazione delle risorse cartografiche, un patrimonio di straordinario valore storico, artistico e culturale, che solo a partire dalla seconda metà dell’Ottocento ha iniziato a ottenere la l’attenzione che merita sia nell’ambito degli studi storiografici sia in ambito catalografico. Il primo capitolo della tesi è dedicato alla ricerca di una definizione unitaria per le risorse cartografiche che si caratterizzano per una natura estremamente complessa e varia che impedisce generalizzazioni e ha sempre reso difficile, se non impossibile, individuare una definizione capace di racchiudere questa complessità e molteplicità. Il secondo capitolo è dedicato alla presentazione del profilo degli studi cartografici internazionali e italiani a cui segue una ricostruzione della storia della cartografia nel contesto occidentale dalle origini ai giorni nostri, ripercorrendo le tappe che hanno segnato particolari momenti di svolta nelle modalità e negli strumenti per la rappresentazione del mondo. Il terzo capitolo affronta il tema della catalogazione descrittiva delle risorse cartografiche dalla fine del Settecento a oggi, attraverso l’analisi delle regole e degli standard catalografici nazionali e internazionali che prevedono delle norme o delle linee guida specifiche per il trattamento della cartografia. Infine, i capitoli 4 e 5 sono dedicati rispettivamente alla soggettazione e alla classificazione delle risorse cartografiche.
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PILEGGI, TIZIANA. "LA CONOSCENZA DEL TERRITORIO PER LA PREVENZIONE DELLE ALLUVIONI. Un GIS per il fiume Versilia". Doctoral thesis, 2007. http://hdl.handle.net/2158/778715.

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Libros sobre el tema "Storia della cartografia"

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Lodovisi, Achille. Storia della cartografia. Bologna: Pàtron, 1996.

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Dell'Oro, Paolo. Carte, cartografi e marinai: Storia della cartografia nautica. Verona: Edizioni il frangente, 2014.

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3

Marco, Piccardi y Rombai Leonardo, eds. Atlante della Toscana tirrenica: Cartografia, storia, paesaggi, architetture. Livorno: Debatte, 2012.

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4

Il mito di Atlante: Storia della cartografia occidentale in Età moderna. Genova: Il portolano, 2006.

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5

Pressenda, Paola. Carte topografiche e memorie corografiche: Un contributo alla storia della cartografia della regione alpina. Alessandria: Edizioni dell'Orso, 2002.

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6

Iachello, Enrico y Giuseppe Giarrizzo. Le mappe della storia: Proposte per una cartografia del Mezzogiorno e della Sicilia in età moderna. Milano: F. Angeli, 2002.

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7

Carla, Clivio Marzoli, Corna Pellegrini Giacomo y Ferro Gaetano, eds. Imago et mensura mundi: Atti del IX Congresso internazionale di storia della cartografia. Roma: Istituto della Enciclopedia italiana, 1985.

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8

Coppo, Pietro. Le "Tabulae" (1524-1526): Una preziosa raccolta cartografica custodita a Pirano : note e documenti per la storia della cartografia. Trieste: Edizioni Lint, 1986.

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9

Scaglione, Giannantonio. Le carte e la storia: Cartografia tematica della città di Catania in età moderna. Acireale: Bonanno, 2012.

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10

Lago, Luciano. Imago Italiae: La "fabbrica" dell'Italia nella storia della cartografia tra Medioevo ed età moderna : realtà, immagine ed immaginazione dai Codici di Claudio Tolomeo all'atlante di Giovanni Antonio Magini. Trieste: EUT., 2003.

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Actas de conferencias sobre el tema "Storia della cartografia"

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Albissini, Piero, Antonio Catizzone, Laura De Carlo, Laura Carlevaris, Vittorio Di Stefano y Alessandro Micucci. "Le trasformazioni dello spazio urbano: la quarta dimensione nella georeferenziazione dell’iconografia storica di Rome". En International Conference Virtual City and Territory. Barcelona: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2009. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7549.

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Se si considera la componente fisica del sistema città come espressione materiale dell’insieme dei fenomeni evolutivi dei luoghi, appare evidente come la sua rappresentazione possa essere considerata come sistema di conoscenza generale in grado di manifestare una convergenza di informazioni di natura altamente eterogenea. Le vaste trasformazioni che hanno interessato le città nella storia hanno determinato una evoluzione non solo nelle modifiche morfologiche degli assetti territoriali e nella stratificazione architettonica delle strutture urbane, ma anche nella percezione e fruizione degli spazi urbani. Se si considera l’organizzazione dello spazio urbano come ambito di relazione tra gli uomini, i contributi che provengono dalle fonti bibliografiche, iconografiche e cartografiche in particolare possono consentire la ricostruzione diacronica dei tessuti urbani. Questa ricostruzione è resa possibile dalla lettura delle diverse rappresentazioni che della città sono state date nel tempo, come rappresentazioni iconografiche o pittoriche, talvolta simboliche se non addirittura metaforiche, che consentono di acquisire conoscenze dei luoghi, anche quando presentano uno scarso grado di attendibilità. L’introduzione dell’informatica nel rilevamento e nella rappresentazione cartografica e la realizzazione dei sistemi informativi territoriali hanno aperto nuove possibilità non solo nella realizzazione di database collegati e georeferenziati, che possono contenere una notevole quantità di informazioni di diversa natura progressivamente incrementabili, ma soprattutto rendendo agevoli sia le molteplici interrogazioni sia le successive elaborazioni. Lo sviluppo della cartografia digitale dalla quale si possono derivare direttamente modelli tridimensionali, si pone quindi come punto di partenza per una corretta rappresentazione della complessità del fenomeno urbano e per un ripensamento dello spazio non più sulla base di esplorazioni planimetriche, ma tramite la creazione di modelli virtuali generati in maniera più o meno automatica a partire dalla cartografia stessa. In questo senso, il modello di derivazione cartografica costituisce l’aspetto metrico-quantitativo della rappresentazione della città, aspetto che risulta tanto più esatto, obiettivo e verificabile in quanto ottenuto con strumenti che rendono le misurazioni sufficientemente attendibili. Si tratta dunque di esplorare la cartografia tridimensionale cogliendone le peculiarità e la ricchezza nella restituzione dello spazio urbano, caratteristiche, queste, che suggeriscono immediatamente di tentare di ricostruire con la stessa vivacità rappresentativa anche tutti i trascorsi storici della città o, quanto meno, di alcuni dei suoi momenti topici, con particolare attenzione alle trasformazioni di natura orografica ed edilizia. In questo quadro emergono due distinti aspetti di natura metodologica, l’uno concernente la generazione del modello urbano e le implicazioni tecniche che questo comporta (implementazione di dati, automatismi, studi tipo-morfologici, scala del modello, …), l’altro relativo all’evoluzione della città attraverso il confronto tra modelli cartografici diversi (bi e tridimensionali). La realizzazione di un modello virtuale basato sulla cartografia digitale 3D, che fotografa lo stato attuale della struttura urbana, può rappresentare la griglia tridimensionale di riferimento per una visualizzazione delle trasformazioni spaziali attuata con una procedura che ripercorre a ritroso il cammino della storia. Si tratta di riferire a questa griglia orientata sulla base di capisaldi topografici certi i dati cartografici e iconografici provenienti dalla ricerca storico-documentaria, sulla base della individuazione di elementi invarianti della struttura urbana, come assetti orografici, vuoti urbani o edifici esistenti, etc., che non hanno mutato la loro localizzazione e le loro caratteristiche morfologiche. Così concepito, il modello tridimensionale di derivazione cartografica si caratterizza per la capacità di recepire e valorizzare documenti molto diversi e non necessariamente “scientifici” ai fini di una visualizzazione interattiva della storia del singolo brano di città o del singolo edificio per valutarne le trasformazioni sul piano morfologico e dimensionale, ma anche percettivo.
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Zerbi, Andrea y Giorgia Bianchi. "Un HGIS per lo studio dei catasti storici della città di Parma". En International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7981.

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Già da alcuni decenni le discipline che si occupano di storia urbana possono avvalersi delle potenzialità legate allo sviluppo delle tecnologie informatiche. L’impiego dei GIS sviluppati su cartografia storica, in grado di archiviare grandi quantità di dati e riferirli alle rispettive coordinate spaziali, permette oggi di riconsiderare alcuni fenomeni nella loro distribuzione territoriale. In questa direzione all’interno del DICATeA dell’Università degli Studi di Parma sul finire del 2012 ha preso avvio un progetto multidisciplinare che prevede la realizzazione di un HGIS sui catasti storici figurativi della città. La presenza di ben quattro catasti geometrici storici, realizzati a partire dalla seconda metà del Settecento e basati sulla stessa matrice territoriale, permette di impostare un sistema a più soglie e di effettuare una lettura regressiva della storia urbana dalla fine del XVIII secolo ad oggi. La scelta di lavorare su fonti di tipo catastale, oltre a essere legata alla quantità e alla qualità dei dati presenti, è altresì favorita dalla duplice struttura dei catasti moderni che, abbinando descrizioni di carattere cartografico a descrizioni di carattere testuale, ben si prestano ad essere analizzati sfruttando appieno le potenzialità offerte dalle strumentazioni GIS. La rappresentazione zenitale dei catasti geometrici-particellari consente di ottenere, grazie a operazioni di georeferenziazione, la sovrapposizione tra diverse mappe (anche realizzate in diversi periodi storici) e una lettura geometricamente e dimensionalmente corretta. Con la realizzazione del GIS sarà quindi possibile studiare alcuni fenomeni storici da un punto di vista spaziale e operare letture sincroniche e diacroniche sulla storia della città. Already for several decades disciplines that are involved in urban history can take advantage of the potential offered by the development of information technology. Nowadays the use of GIS developed on historical maps, able to store large amounts of data and relate them to their spatial coordinates, allows to reconsider some phenomena in their spatial distribution. In this direction within the DICATeA of the University of Parma at the end of 2012 started a multidisciplinary project that provides for the construction of a HGIS on historic figurative cadastres of the city. The presence of four historical geometric cadastres, made from the second half of the eighteenth century and based on the same territorial matrix, allows to realize a multi-thresholds system and a regressive reading of urban history from the late eighteenth century to today. The choice to work on this type of sources, in addition to be linked to the quantity and quality of data present, is also encouraged by dual structure of modern registers that, combining cartographic descriptions with textual descriptions of characters, lend themeselves to be analyzed by exploiting the full potential offered by GIS. The zenithal representation of the detailed-geometric maps allows to obtain, thanks to georeferencing operations, the overlap between different maps (also made in different historical periods) and a geometrically and dimensionally correct reading. With the implementation of GIS will be possible to study some historical phenomena from a spatial point of view and operate synchronic and diachronic readings on the history of the city.
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Furno, Antonella. "Ricerca storica e cartografica delle domus federiciane “fantasma” della regione del Principatus et Terra Beneventana". En FORTMED2020 - Defensive Architecture of the Mediterranean. Valencia: Universitat Politàcnica de València, 2020. http://dx.doi.org/10.4995/fortmed2020.2020.11535.

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Historical and cartographic research about the ghost domus built by Frederick II in Principatus et Terra Beneventana regionDuring his reign Frederick II built a series of representative fortified constructions in southern Italy, and after reinforcing the defence line of the border with the State of the Church, he decided to build many residential estates called domus or palacium in the fundamental medieval textual source of Statutum de reparatione castrorum. This research is focused on the study of the landscape in the ancient region of Principatus et Terra Beneventana during the thirteenth century: it is noticed the presence of five imperial domus cited in the Statutum with the name domus Castellucci Battipallae, castrum et palacium Sarni, domus imperatoris in Ebulo, domus imperatoris Apicii and the Castel Belvedere Marano palace. Every domus was studied through a historical and cartographic analysis, and in case of the structure is not recognised on the territory it was organized a landscape analysis in order to propose a hypothetical position. The data that was gathered into ArcGIS software to define the probable locations of the ghost domus were the detailed routes of ancient roads related to the positions of the casalia (little rural communities that paid taxes to maintenance of the royal structures), the Church properties, the urban site, and the other castra and domus.
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Cimino, Antonio, Giuseppe De Marco y Stefano Magaudda. "L’informatizzazione e la divulgazione del Catasto Gregoriano e della cartografia storica di Roma". En International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7993.

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Il progetto d’informatizzazione del Catasto Gregoriano Urbano di Roma è stato avviato circa dieci anni fa, grazie a un finanziamento della Fondazione Cariplo, ed è ora nella sua fase conclusiva. Il progetto è stato realizzato dal Dipartimento di Studi Urbani dell’università di Roma Tre, dall’Archivio di Stato di Roma, dalla Sovrintendenza Capitolina e dall’Archivio Capitolino e l’attività di ricerca ha permesso di ricostruire l'immagine urbana ed archeologica della Roma preunitaria e post-unitaria. Le mappe del Catasto Gregoriano e i relativi brogliardi costituiscono la base del Sistema Informativo Geografico (GIS) al quale sono stati collegati altri documenti cartografici e documentali: la pianta di Roma di G.B. Nolli del 1748; un consistente numero di schede relative a documenti di archivio in materia di architettura urbana e archeologia; documenti iconografici sulla architettura della città storica. Il progetto intende conseguire un duplice obiettivo: realizzare un sistema informativo geografico in grado di contenere, gestire e divulgare i dati sulla città storica provenienti da fonti diverse; creare uno strumento web a carattere partecipativo e didattico destinato ad un’ampia platea di utenti e non solo a ricercatori e studiosi del settore. La piattaforma web e la banca dati geografica sono state integralmente realizzate con prodotti e software Open Source. The digitization of the Gregorian Urban Cadastre of Rome (Catasto Gregoriano Urbano di Roma) has started about ten years ago thanks to the funding by the Cariplo Foundation, and it is now in its final stage. The project has been implemented by the Department of Urban Studies of the “Roma Tre” University, the Archivio di Stato di Roma, the Sovrintendenza Capitolina and the Archivio Capitolino. The research has allowed to reconstruct the archaeological and urban image of Rome in the pre- and post-unification periods. The maps and registers of the Gregorian Cadastre represent the basis of the Geographic Information System (GIS), which has been linked to maps and documents from other sources: the 1748 map of Rome by G. B. Nolli, a substantial number of datasheets from archive documents related to buildings and archeology, other iconographic documents concerning the architecture of the old town. The project has a dual purpose: on the one hand, the implementation of a GIS able to store, manage and disseminate data about the historic city from different sources; on the other, the activation of a participatory and educational web tool open to a wide audience, not only to researchers and scholars of this particular field. The web platform and the geographic database have been fully implemented with Open Source products and software.
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Calisi, Daniele, Maria Grazia Cianci y Francesca Geremia. "Strumenti contemporanei a servizio del passato: il quartiere della Suburra a Roma tra storia e attualità". En International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8008.

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Questo scritto illustra il risultato di 3 anni di sperimentazioni e ricerche svolte in un’area urbana di prioritaria importanza nella formazione della città di Roma troppo spesso, in ragione della sua posizione non baricentrica rispetto all’attuale centro storico, trascurato dagli studi di settore. L’area presa in esame è stata una porzione del centro storico: uno stralcio del rione Monti, noto storicamente con il toponimo Suburra; nel dettaglio quella parte del Rione rimasta inclusa fra la via Panisperna, la via Cavour e via dei Fori Imperiali, che ha conservato in modo più autentico le caratteristiche del tessuto storico originario. La ricerca ha quindi attivato un processo di conoscenza della città intesa come approfondimento e analisi delle trasformazioni urbane attraverso l’indagine storico-archivistica, la lettura delle cartografie e dei documenti, lo studio tipologico, il controllo strutturale delle architetture messo in relazione alla conformazione geomorfologica del territorio ed alle trasformazioni subite dal tessuto edilizio. Contestualmente all’applicazione e verifica dei dati raccolti attraverso il rilievo e la sistematizzazione grafica. Per rendere più accessibile ed immediata la lettura di questo processo si è scelto di utilizzare la modellazione 3D per comunicare efficacemente e rendere agevole il confronto tra le successive epoche col fine di accogliere e dare una risposta innovativa alle istanze richieste dall’applicazione delle ICT nella documentazione del Cultural Heritage (Horizon 2020 - ICT for digital content and creativity). La modellazione, resa possibile dall’integrazione dei dati desumibili dalle fonti con il rilievo diretto, è stata estesa all’intera area oggetto di studio e si è soffermata sulla ricomposizione di determinati momenti della time-line. This paper shows the results of 3 years of research developped on a urban area of priority importance in the formation of the city of Rome, too often overlooked by the sector’s studies because of its not barycentric position in comparison to the actual historical center. The area is an excerpt of the Rione Monti, historically known with the toponym Suburra; in detail that Rione portion included among via Panisperna, via Cavour and via dei Fori Imperiali, which has preserved the original historic fabric characteristics. The research has then enabled a process of knowledge of the city meant as analysis of urban transformation through the historical-archival investigation, the maps and documents reading, the typological study, the architecture's structural control, all correlated to the geomorphological conformation of the territory and the urban farbic transformations. With the simultaneous application and the collected data examination through the survey and the graphic systematization. To make the reading of this process more accessible and immediate it has been chosen to use the 3D modeling to communicate and facilitate the comparison between the successive eras in order to receive and give a innovative response to the instances required by the application of ICT in the documentation of Cultural Heritage (Horizon 2020 - ICT for digital content and creativity). Modeling, possible by the integration of the data produced from the sources with the direct relief, was extended to the entire studied area and it’s been focused on the reconstruction of certain moments of the timeline.
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Quarta, Aurora. "Il Castello di “Carta”. Excursus della presenza del castello di Gallipoli nella cartografia storica". En FORTMED2020 - Defensive Architecture of the Mediterranean. Valencia: Universitat Politàcnica de València, 2020. http://dx.doi.org/10.4995/fortmed2020.2020.11339.

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Resumen
The Castle of "paper". Excursus of Gallipoli’s castle presence in historical cartographyThe castle is located at the eastern part of the Gallipoli’s old town: the first data in archives and libraries started from the sixth century under the mention of castrum and in the following centuries there are many informations on parchments, written documents and bibliography published until today. The Syllabus Grecarum Membranarum from the twelfth century and the Statutum de reparatione castrorum of Frederick II are two precious sources about the primitive castle’s architecture.The structure endured the passage of the Byzantines, Normans, Swabians, Angevins and again, Aragonese, Venetians, Spaniards, Austrians and finally the Bourbons, until it became property of the State and now of the Gallipoli’s municipality. It has suffered over time numerous interventions to adapt it to new military needs: the castle was no longer effective with leading defence from new siege weapons, as for other architectures of the same period.The numerous representations preserved in Italian and European archives give a complete picture of the Gallipoli’s urban development and include the defensive system of the city: the different views illustrate the walls and allow us to understand the castle’s main evolutionary dynamics and its connection with the town.
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