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Tesis sobre el tema "Storia dell'arte veneta"

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Checchin, Alessandra <1964&gt. "Bibliografia della pittura veneta dell'800". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2415.

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La stesura di una "Bibliografia della pittura veneta dell'800" si propone di offrire uno strumento di supporto allo studio della pittura e degli artisti veneti del diciannovesimo secolo. Il lavoro comprende oltre 1100 schede bibliografiche ottenute prevalentemete attraverso la consultazione in internet dei cataloghi di varie biblioteche. Le schede consentono di creare dei report delle informazioni raccolte, ordinati secondo criteri diversi. La bibliografia è suddivisa in quattro parti: 1. Pubblicazioni ordinate per anno di edizione; 2. Pubblicazioni ordinate per ordine alfabetico dell'autore; 3. Titoli suddivisi per "livello bibliografico" (repertori, opere generali, monografie, cataloghi di collezioni, cataloghi di mostre, articoli o saggi brevi, tesi di laurea); 4. elenco degli studi suddivisi per ordine alfabetico degli artisti a cui si riferiscono. La bibliografia da spunto per alcuni approfondimenti , ad esempio quali artisti, quali periodi e quali luoghi sono stati maggiormente studiati. L'obiettivo a cui ambisce questo lavoro è di raccogliere il maggior numero possibile di notizie bibliografiche su tutto ciò che è stato scritto e pubblicato sui pittori, i movimenti artistici e i luoghi d'arte del Veneto nell'800.
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Vedovetto, Chiara <1987&gt. "In hoc signo: croci scolpite. Indagine sulla diffusione in area veneta, nel contesto italiano e alto adriatico". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2522.

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Introduzione alla nascita e diffusione della Croce scolpita, a partire dalla "cultura dei megaliti" come genesi della modalità espressiva mediante pietre-segnacolo, con gli esempi specifici di Italia, Armenia, Irlanda. Analisi approfondita sulla visione della Croce, in seno alla sua trasposizione semantica da Arbor Vitae a Lignum Vitae. Esempio specifico dell'iconografia della Croce in arcata; nascita, significato e rintracciabilità di questo simbolo, mediante confronti tra gli esemplari dell'altoadriatico, veneto, centro Italia.
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Ceccato, Barbara. "L'€™apporto della pittura tedesca alla Rinascenza veneta 1490-1510. Il ruolo delle stampe". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3424279.

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Resumen
This research project aims to gain an in-depth analysis of the influence of German painting to Venetian Renaissance in the delicate moment of transition between the fifteenth and sixteenth century. Particular attention has been given to some instances that are believed to have played a significant role in relation to the tight artistic dialogue between North and South: the centuries-old relationship between Venice and Germany, the role of the "Natione Alemanna"€ gathered around the Fondaco and church of St. Bartholomew, the early collections of prints and the two stays of Albrecht Dürer in the lagoon. The thesis therefore intends to return the different ways through which the most original and innovative achievements of modern painting dialogued with German art and the work of Dürer in particular. Specific investigation into the art of Giorgione, young Titian and Lorenzo Lotto has been undertaken with particular attention to the representation of landscape, portrait and to color, in order to analyze their response to the German painting'€™s influence.
Il lavoro consiste in un'€™analisi interdisciplinare e in un originale riepilogo critico sul fenomeno dell'apporto dell'€™arte tedesca alla Rinascenza veneta nel delicato momento di trapasso di secolo tra Quattro e Cinquecento. Particolare attenzione é stata data ad alcune istanze che si ritiene possano aver svolto un ruolo significativo in relazione al serrato dialogo artistico tra Nord e Sud: i plurisecolari rapporti tra Venezia e la Germania, il ruolo della "€œNazione Alemannaâ€" raccolta attorno al Fondaco e alla chiesa di san Bartolomeo, il precoce collezionismo di stampe e i due soggiorni di Albrecht Dürer in laguna. La tesi intende dunque restituire i diversi modi attraverso i quali i conseguimenti più originali e innovativi del dipingere moderno hanno dialogato con l'€™arte tedesca e con l'€™opera di Dürer in particolare, ponendo l'€™accento in prevalenza sulle stampe e individuando in paesaggio, ritratto e colore le tre aree capaci di offrire in maniera più significante la risposta del coté veneziano alle sollecitazioni nordiche.
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Sokolova, Iana. "Pittura veneta a San Pietroburgo sotto i regni di Elisabetta e Caterina II (1741-1796)". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2019. http://hdl.handle.net/11577/3423318.

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Il presente lavoro pone la lente d’ingrandimento sui rapporti artistici e culturali intercorsi tra la Repubblica di Venezia e l’Impero Russo nel XVIII secolo, dando rilievo alla presenza della pittura veneta a San Pietroburgo. Il consolidamento dei legami con Venezia, avviato nell’epoca di Pietro il Grande, aveva permesso alla pittura veneta di ‘espandersi’ fino alle sponde della città sul fiume Neva. Negli anni venti del Settecento il primo pittore veneto ad arrivare in Russia è Bartolomeo Tarsia, mentre bisogna aspettare il regno di Elisabetta Petrovna, figlia dello zar Pietro, per vedere all’opera contemporaneamente un gran numero di artisti veneti: Giuseppe Valeriani, Antonio Peresinotti, Pietro e Francesco Gradizzi, Francesco Fontebasso, Pietro Rotari, Andrea Urbani e Carlo Zucchi. In primo luogo, sono state indagate le condizioni di vita e di lavoro dei pittori veneti a San Pietroburgo con un’attenzione particolare agli ingaggi, ai privilegi e ai rapporti relazionali. Successivamente si sono prese in esame da una parte l’attività decorativa all’interno delle fastose residenze imperiali, come i Palazzi d’Inverno, i Palazzi d’Estate, il palazzo di Caterina a Tsarskoe Selo e quello di Peterhof, dall’altra l’insegnamento nelle più grandi istituzioni di formazione artistica della Russia dell’epoca. Sono stati poi delineati i profili biografici di Diego Bodissoni, Giuseppe Dall’Oglio e Pano Maruzzi, attivi come intermediari e commercianti d’arte, i quali hanno il merito di aver favorito l’approdo di dipinti della scuola veneta a San Pietroburgo.
The present work places the magnifying glass on the artistic and cultural relations between the Republic of Venice and the Russian Empire in the eighteenth century, highlighting the presence of Venetian painting in St. Petersburg. The consolidation of ties with Venice, initiated in the era of Peter the Great, had allowed Venetian painting to 'expand' to the banks of the city on the Neva river. In the 1720s the first Venetian painter to arrive in Russia was Bartolomeo Tarsia, while it was necessary to wait for the reign of Elisabetta Petrovna, daughter of Tsar Pietro, to see a large number of Venetian artists at work at the same time: Giuseppe Valeriani, Antonio Peresinotti, Pietro and Francesco Gradizzi, Francesco Fontebasso, Pietro Rotari, Andrea Urbani and Carlo Zucchi. First of all, the living and working conditions of Venetian painters in St. Petersburg were investigated, with particular attention paid to engagements, privileges and interpersonal relations. Subsequently, the decorative activity within the sumptuous imperial residences, such as the Winter Palaces, the Summer Palaces, the Catherine Palace in Tsarskoe Selo and the Peterhof Palace, were examined on one hand, while on the other hand, the teaching in the largest institutions of artistic education in Russia at the time. The biographical profiles of Diego Bodissoni, Giuseppe Dall'Oglio and Pano Maruzzi were also outlined, active as intermediaries and art dealers, who have the merit of having favoured the arrival of paintings of the Venetian school in St. Petersburg.
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Fornasiero, Alice <1989&gt. "Influenze venete nella pittura boema. Dipinti di Jacopo Tintoretto nel castello di Praga, artisti boemi a Venezia". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3109.

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Il soggetto della presente tesi magistrale è stato concepito durante il mio soggiorno a Praga, dove sono rimasta particolarmente colpita dai dipinti veneti presenti nella galleria del castello di Praga. Ho voluto concentrare la mia ricerca in particolare sui dipinti di Jacopo Tintoretto che sono passati nelle collezioni del castello di Praga: da quelli direttamente commissionati all’artista da Rodolfo II, a quelli che vi sono arrivati successivamente con l’acquisto della collezione dei duca di Buckingham da parte dell’arciduca d’Austria Leopoldo Guglielmo dopo il 1649. Il risultato è un nucleo totale di circa tredici dipinti eseguiti da Jacopo Tintoretto di cui oggi soltanto tre sono rimasti nel castello: la Flagellazione di Cristo, l’Adorazione dei pastori e il Cristo e l’Adultera. Basandomi principalmente sulla Guida del Castello di Praga di J. Neumann, ho cercato di ricostruire il percorso dei singoli dipinti definendo il periodo in cui sarebbero rimasti nel castello di Praga e quindi avrebbero potuto essere visti da altri artisti come Karel Škreta e Petr Brandl. Nei capitoli successivi spazio è dedicato ai rapporti intercorsi tra Rodolfo II e i pittori veneti, nonché a ribadire l’assoluto apprezzamento della pittura veneta da parte dell’imperatore, in particolare facendo riferimento alle sue commissioni a Paolo Veronese e probabilmente a Jacopo Tintoretto e alla cospicua presenza di pittori veneti nelle sue collezioni. Nei capitoli successivi si è approfondita l’influenza della pittura veneziana su artisti del Barocco boemo, in particolare di Karel Škreta. Già noto era il viaggio dell’artista in Italia, di conseguenza ho rivolto la mia attenzione sul suo soggiorno a Venezia e sui suoi rapporti con i dipinti veneziani presenti nella galleria del castello di Praga dove pare avesse accesso e dove si sarebbe personalmente occupato del restauro di un dipinto di Jacopo Tintoretto. Anche Petr Brandl è stato oggetto della mia indagine. Nonostante sia ormai certo che Brandl non uscì mai dai confini della Boemia, sono percettibili nella sua pittura elementi di influenza italiana. In particolare ho cercato di rintracciare i mezzi attraverso i quali Brandl avrebbe potuto venire a contatto con l’arte italiana, nello specifico veneziana. Sicuramente una spiegazione è da ritrovarsi nel suo primo insegnante, Christian Schröder che in Italia aveva soggiornato quattro anni, viaggiando a Roma e a Venezia. Schröder aveva libero accesso alla galleria del castello di Praga in qualità di guardiano e lì aveva copiato una serie di 43 dipinti commissionati da Gundakar Dietrichstein per il castello di Libochovice circa negli stessi anni in cui Brandl era suo allievo. Quindi anche Brandl avrebbe potuto avere accesso alla galleria e copiare i grandi maestri. Ancora da indagare è il ruolo che Brandl avrebbe avuto nella realizzazione della serie di copie per Libochovice tra le quali la maggior parte erano dipinti di artisti veneti come Veronese, Tintoretto, Bassano. Nell’ultima parte della tesi spazio è dedicato alla figura di Christian Schröder e alla sua attività di copista in particolare per il castello di Lobochovice, ipotizzando un suo ruolo più importante nella formazione del giovane Brandl. Un capitolo che apre interessanti prospettive anche per quanto riguarda i dipinti originali che furono copiati. Confrontando l’originale nel castello di Praga con la copia di Schröder, ho già avuto modo di scoprire che la Flagellazione di Cristo di Jacopo Tintoretto è in realtà un frammento, probabilmente tagliato nel corso del XVIII secolo. Una ricerca più approfondita rivelerebbe certamente interessanti particolari, qui in appendice ci si è limitati a darne alcuni assaggi.
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Fregona, Simone <1992&gt. "Affreschi di Santo Stefano di Venezia. Storia di una attribuzione". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18545.

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L'elaborato esamina la storia degli affreschi del convento di santo Stefano di Venezia, ora conservati presso la galleria giorgio franchetti alla ca' d'oro. L'elaborato si concentrerà sull'attribuzione di quella parte di ciclo, attualmente attribuita a Domenico Campagnola
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Lestani, Laura <1987&gt. "I dipinti veneti nelle collezioni francesi del Settecento". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5036.

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L'elaborato mette in luce le relazioni tra i collezionisti francesi e i pittori veneziani nel corso del Settecento. A questo proposito sono state raccolte una cinquantina di opere di scuola veneta che testimoniano i legami intercorsi. Inizialmente vengono prese in esame le opere eguite durante i soggiorni nella capitale francese dagli artisti veneti. Successivamente vengono presentati i principali collezionisti francesi e le opere da loro commissionate. In conclusione si illustrano i quadri confiscati durante la Rivoluzione francese.
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Missagia, Andrea <1991&gt. "Oreficerie medievali a smalto traslucido in territorio veneto". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14621.

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Lo studio è volto ad analizzare le produzioni orafe in ambito veneto caratterizzate da una decorazione a smalto traslucido, collocabili in un arco temporale comprendente i secoli XIV e XV. Nel primo capitolo introduttivo vengono esaminati i materiali e i procedimenti tecnici utilizzati nella produzione degli smalti in età tardo medievale. Segue un catalogo suddiviso per circoscrizioni territoriali, in cui sono raccolti in ordine cronologico differenti tipologie di manufatti: reliquiari, calici, croci, e altre suppellettili liturgiche. L’analisi di questo gruppo di oreficerie è stata condotta mediante la visione ravvicinata delle opere stesse, nonché – quando possibile – attraverso la consultazione degli inventari appartenenti ai luoghi in cui questi oggetti sono o erano conservati. Nel capitolo finale si sottolineano gli aspetti di maggior rilievo caratterizzanti questo tipo di decorazione, e si ripercorre la sua evoluzione, con un focus sui particolari figurativi smaltati, dei quali si traccia lo sviluppo stilistico attraverso un’analisi iconografica ed iconologica unita al confronto con la coeva produzione pittorica e miniata veneta.
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Cacciola, Giulia <1995&gt. "Gallerie, Fondazioni e Case d'asta: un'analisi del mercato dell'arte contemporanea a Venezia". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17022.

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Il progetto di tesi intende indagare l'andamento del mercato dell'arte di Venezia e quali siano gli agenti del sistema e del mercato più attivi in città. Partendo da un'analisi del mercato dell'arte contemporanea a livello internazionale, si è compiuta l'analisi dei singoli agenti operanti in laguna, quali: gallerie, fondazioni e case d'asta. Il caso di studio indagato per le gallerie d'arte è quello del Venice Gallery View, un network nato nel 2017, che si basa sulle teorie di collaborazione tra gallerie. Le dieci gallerie partecipanti sono state analizzate e si è cercato di evidenziare quelli che sono i punti di forza derivanti da una collaborazione territoriale. Il secondo caso di studio è quello delle fondazioni veneziane, che sono state trattate partendo da quelle storiche, fino a giungere alle nuove istituzioni giunte a Venezia, che hanno fatto sì che si verificasse una nuova spinta per il mercato dell'arte contemporanea. La fondazione è qui da considerarsi come un evoluzione del collezionismo come investimento in arte. L'ultimo aspetto riguarda invece la mancanza di case d'aste di rilievo in laguna e per completezza d'indagine, è stata svolta un'analisi sull'operato dell'unica casa d'aste presente nella città metropolitana di Venezia.
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Calogero, Giacomo Alberto <1982&gt. "Marco Zoppo e il Rinascimento tra l'Emilia e il Veneto". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6713/1/Calogero_Giacomo_Tesi.pdf.

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Resumen
La presente ricerca si occupa della figura di Marco Zoppo, pittore e artista poliedrico, nato a Cento, in Emilia, intorno al 1432. L'indagine si concentra soprattutto sugli esordi e la prima maturità di questo artista, che lo videro attivo in centri importanti come Bologna e Padova e Venezia.
This research deals with the crucial personality of Marco Zoppo, painter and multi-talented artist, who was born in Cento, Emilia, in about 1432. The study focuses primarily on his beginnings and early adulthood, which he spent mostly in important artistic centers such as Bologna, Padua and Venice.
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Calogero, Giacomo Alberto <1982&gt. "Marco Zoppo e il Rinascimento tra l'Emilia e il Veneto". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6713/.

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La presente ricerca si occupa della figura di Marco Zoppo, pittore e artista poliedrico, nato a Cento, in Emilia, intorno al 1432. L'indagine si concentra soprattutto sugli esordi e la prima maturità di questo artista, che lo videro attivo in centri importanti come Bologna e Padova e Venezia.
This research deals with the crucial personality of Marco Zoppo, painter and multi-talented artist, who was born in Cento, Emilia, in about 1432. The study focuses primarily on his beginnings and early adulthood, which he spent mostly in important artistic centers such as Bologna, Padua and Venice.
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Brunelli, Laura <1997&gt. "La bottega veneziana dei Sadeler. Studio di incisioni da artisti veneti". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21160.

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La presente tesi si propone di analizzare dapprima la nascita della bottega di una delle più importanti dinastie di incisori fiamminga, quella dei Sadeler, i quali da Anversa trasferirono la loro attività a Venezia, portandosi dietro un ampio bagaglio culturale, nonché una notevole maestria nell’arte incisoria, pur rimanendo sempre fedeli alla tradizione nordica. La loro menzione nella storiografia locale veneziana, da parte di personaggi come Ridolfi o Boschini, sono testimonianza della notorietà che questi forestieri raggiunsero in laguna, almeno fino al declino che li travolse nell’anno 1620 a seguito della morte di Justus Sadeler. Intramontabile, tuttavia, permane la loro arte, alimentata da soggetti che derivavano da artisti veneziani o della terraferma lagunare, tanto da venire ricordati come i maggiori interpreti di Jacopo Bassano, dal quale trassero numerose stampe. La seconda parte dell’elaborato, sviluppato a partire dagli studi effettuati da Isabella de Ramaix, si concentra sulle incisioni di traduzione e riproduzione eseguite da Johan I, Raphael I e Aegidius II, fornendo un catalogo che racchiude qui, per la prima volta, tutte quelle incisioni che prendono a modello tele dipinte, pale d’altare o disegni di artisti veneti, confrontati con la stampa derivante.
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Corato, Anna <1987&gt. "Architetture dipinte nella Venezia secentesca". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3689.

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Nel presente lavoro si sono ricercate tutte le opere di prospettiva quadraturista realizzate a Venezia nel XVII secolo. Nonostante gli esempi ancora oggi visibili siano pochi, attraverso le testimonianze e i documenti è stato possibile rintracciare un cospicuo numero di architetture dipinte anche a Venezia, sia in ambito ecclesiastico che non. Si è poi tentato di capire quali siano state le motivazioni della disparità che evidentemente emerge tra l'esperienza quadraturista seicentesca veneziana e quella di altri realtà.
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Tacchetto, Eleonora <1988&gt. "Il mito d'Arcadia in villa e nella pittura di paesaggio nel Settecento veneto". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4867.

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Si analizzano alcuni cicli di affreschi nelle ville venete del Settecento facendo riferimento alla contemporanea pittura di paesaggio e alla cultura arcadica dell'epoca, nonché alla cultura di villa nel Settecento veneziano
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Bertele', Matteo <1978&gt. "La Russia all'Esposizione internazionale d'arte di Venezia (1895-1914) : per una storia della ricezione dell'arte russa in Italia". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2011. http://hdl.handle.net/10579/1075.

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La tesi segue due filoni di ricerca principali: il contributo russo all’Esposizione Internazionale di Venezia dalla prima fino all’ultima edizione prebellica e la sua accoglienza da parte della critica coeva italiana. Da un lato emerge uno scarso interesse, da parte russa, verso una rappresentanza continuativa a Venezia, dall’altro una ricezione critica italiana spesso mediata dalla cultura francese e tedesca, fortemente ancorata a preconcetti e stereotipi di derivazione letteraria e condizionata da pregiudizi di matrice eurocentrica. Questo è dovuto sia alla mancanza di una critica artistica professionale sia alla scarsa conoscenza della Russia e della sua cultura figurativa, presentata per la prima volta su suolo italiano proprio a Venezia come “scuola nazionale”. Solo istanze di natura politica e diplomatica avrebbero portato alla realizzazione del padiglione russo, inaugurato nel 1914, all’apice del fasto auto-celebrativo zarista.
This doctoral dissertation is based on the analysis of two main subjects: the Russian contribution to the International art exhibition of Venice from the very first edition, to the pre-war one and its reception by the Italian coeval critique. The Russian interest towards a continuous presence at the Exhibition was low, from the other side an Italian critic reception, often mediated by French and German institutions and shows, strongly tied up to prejudice and stereotypes of literature's derivation and influenced by preconceptions of Eurocentric matrix. This was due to the absence of a professional art critic and, also, to the spare knowledge of the Russian art, presented in Venice for the first time in Italy as "national style". Only political and diplomatic pressure brought to the construction of the Russian Pavilion, which opened in 1914, at the top of self-celebratory tzarist splendour.
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Corazza, Lucia <1992&gt. "Il mercato di quadri nella Venezia del Cinquecento". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10516.

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Questa tesi di laurea si propone di indagare le dinamiche del mercato di quadri nella Venezia del Cinquecento, inteso come un fenomeno composto da domanda ed offerta dove l’oggetto al centro dello scambio è il dipinto non commissionato. Presupponendo l’unicità e l’importanza del contesto, il lavoro viene organizzato seguendo la logica della “vita” del dipinto quindi dalla sua produzione, alla messa in vendita ed infine all’acquisto. Nella parte dedicata alla produzione si parla della Corporazione dei Dipintori, dei regolamenti di produzione (con gli illeciti più comuni) e delle botteghe artistiche. La vendita viene poi trattata nei suoi regolamenti (riportando sempre gli illeciti più frequenti), e nei suoi svariati luoghi o circuiti preferenziali, nella presenza di intermediari e la determinazione del prezzo. Si conclude infine con la domanda finale dunque con gli acquirenti (suddivisi per fascia alta e bassa), i generi prediletti e le provenienze più frequenti. This thesis aims at describing the art market in Venice during the sixteenth century, considered as a demand and supply phenomenon in which the object of the trade is the non-commissioned painting. Implying the importance of the historical and cultural context evaluated, the present work follows the path of the painting from its production to its sale and purchase.
The first part focuses on the production, dealing especially with the Corporazione dei Dipintori, its productive rules (and the most common violations of them occurring) and the artists’ ateliers. 
In the second part, the sale phase is studied from a regulatory point of view (including also the analysis of the most common offences committed); furthermore, a description of the trade places and networks, the type of intermediaries and the components of the final cost is provided. 
In the end, the conclusive part is dedicated to the final demand; in particular the features of the buyers and the most appreciated genres and provenances are analysed.
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Da, Re Elena <1995&gt. "L'innovativa arte di esporre: Harald Szeemann a Venezia". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17663.

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L’elaborato consiste in un’analisi del cambiamento della figura curatoriale nel corso dei secoli. Da figura poco nota legata al sistema museale, il curatore è divenuto nel corso dei secoli una figura professionale sempre più indipendente e apprezzata nel sistema artistico. Harald Szeemann è stato un importante critico d’arte e curatore svizzero che ha innovato e rivoluzionato la pratica curatoriale nel dopo guerra attraverso le famose mostre in Svizzera e Germania. L’interazione fra artista, curatore e pubblico diventa la caratteristica delle nuove esposizioni contemporanee. Harald Szeemann ha potuto lasciare la sua impronta anche in Italia nel 1980 quando è stato chiamato insieme ad Achille Bonito Oliva, importante curatore italiano, a curare una sezione della Biennale denominata “Aperto ‘80”, spazio dedicato ai giovani artisti emergenti. Szeemann ha inoltre curato due importanti edizioni della Biennale: “dAPERTutto” nel 1999 e successivamente “Platea dell’umanità” nel 2001.
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Prelz, Galiani Francesca <1993&gt. "I disegni dei concorsi e dei premi d'industria dell'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17238.

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Resumen
Con tale tesi si vogliono studiare dal punto di vista storico e dal punto di vista tecnico-scientifico, i disegni dei concorsi e dei premi d’industria che fanno parte dell’Archivio storico dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, ripercorrendo con essi la storia dell'Istituto stesso. La tesi è divisa in tre parti che ne costituiscono il suo corpo. La prima riguarda la storia dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, dalle sue origini nel 1797, fondato sulla base dell’Institut francese, fino alla sua esistenza autonoma avvenuta con la rifondazione nel 1838. Si ripercorre così anche la storia dell’istituzione dei concorsi e dei premi d’industria, evidenziando in tale contesto i disegni allegati alla domanda di partecipazione, che veniva inviata alla commissione giudicatrice dei concorsi industriali. Nella seconda parte della tesi, un excursus sullo sviluppo del disegno tecnico e del suo insegnamento viene descritto in relazione allo sviluppo economico, agricolo ed industriale, in particolare nel territorio veneziano. Nella terza parte si propone la descrizione di circa cinquanta disegni, tra i più significativi e originali, descritti da apposite schede. A conclusione della terza parte, completa la ricerca un elenco esaustivo di tutti i disegni dei concorsi industriali, presenti nell’Archivio storico dell’Istituto Veneto, specificando la categoria a cui ogni oggetto rappresentato appartiene.
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Rampazzo, Elisa <1992&gt. "I pittori veneti alle "Biennali di Pallucchini" (1948 - 1956): le partecipazioni attraverso la ricezione della stampa". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12479.

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L’elaborato è incentrato sull’analisi delle presenze dei pittori veneti, di nascita o di residenza, a La Biennale di Venezia per le Edizioni caratterizzate dalla presenza di Rodolfo Pallucchini alla carica di Segretario Generale dell’Ente. Le Esposizioni oggetto d’esame sono quindi La Biennale XXIV del 1948, La Biennale XXV del 1950, La Biennale XXVI del 1952, La Biennale XXVII del 1954, La Biennale XXVIII del 1956. A seguito di una presentazione introduttiva che contestualizza le cinque Edizioni della Biennale all’interno del periodo storico in esame (Cap.I), sono analizzati i protagonisti delle Esposizioni: Ponti, Pallucchini e la Commissione per le arti figurative (Cap.II). Segue l’esame della partecipazione dei pittori veneti all’interno delle correnti artistiche, corredato di analisi statistiche e grafiche che permettono una visione più completa dell’andamento (Cap.III). Altra tematica oggetto di analisi è stata la ricezione della stampa sull’operato degli artisti veneti, in particolare la diatriba tra gli artisti e la critica in merito alle presenze (Cap. IV). Infine, la ricerca si conclude con la mappatura dei pittori veneti partecipanti alle Biennali in oggetto, l’elenco delle opere presentate dagli artisti e gli articoli apparsi sui quotidiani in cui vengono citati i pittori veneti (Cap. V). L’apparato grafico e la selezione della rassegna stampa concludono l’analisi.
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Bologna, Francesca <1985&gt. "Collezionismo e carte geografiche nella Venezia del diciassettesimo secolo". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2421.

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La presenza delle carte geografiche nelle collezioni d'arte veneziane del Seicento attraverso l'esame di alcuni documenti d'archivio esemplificativi (gli inventari di G. Chechel, della famiglia Grimani Calergi, di M. Crivelli). Le funzioni e il ruolo delle mappe all'interno della società e della cultura. La loro realizzazione e il loro commercio, i rapporti tra Venezia e il Nord Europa. I maggiori fondi cartografici veneziani.
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Zottin, Valentina <1986&gt. "L'attività espositiva della Fondazione Prada tra Milano e Venezia". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2925.

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Resumen
In questa tesi viene analizzato il percorso espositivo della Fondazione Prada a partire dalla sua nascita nel 1993 fino all'ultima mostra nel 2012. La tesi si può dividere in due parti; la prima parte nella quale si analizza cronologicamente tutta l'attività espositiva della Fondazione Prada tra Milano e Venezia, le due città che hanno segnato la storia della Fondazione Prada, partendo dalla prima mostra nel 1993 dedicata ad Eliseo Mattiacci a Milano, arrivando all'ultima nel 2012, "The Small Utopia. Ars Multiplicata" a Venezia. La seconda parte pone invece dei confronti tra Fondazione Prada e altre realtà, legate al mondo della moda, che si occupano di arte; in modo particolare vengono prese in considerazione Fondazione Nicola Trussardi, per quanto riguarda Milano e Fondazione François Pinault, per quanto riguarda Venezia.
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Cappellazzo, Gianluca <1992&gt. "Antonio Diedo e l'Accademia di Belle Arti di Venezia". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12336.

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BERTELE', Matteo. "La Russia all'Esposizione Internazionale d'Arte di Venezia (1895-1914). Per una storia della ricezione dell'arte russa in Italia". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2011. http://hdl.handle.net/10278/3660588.

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Ceccon, Enrica Annamaria <1985&gt. "I concorsi di architettura all'Accademia di Belle Arti di Venezia". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1549.

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La tesi tratta dei concorsi di architettura banditi all’Accademia di Belle Arti di Venezia nella seconda metà del Settecento. Nella prima parte si introduce l’istituzione dell’Accademia con una panoramica generale sulla sua struttura, attività e iniziale ubicazione. Nella seconda parte verranno esaminati i concorsi. Inizialmente saranno presentati i concorsi della classe di disegno del nudo per cominciare a comprendere le loro modalità di organizzazione; successivamente verranno analizzati i concorsi di architettura, soffermandosi sui regolamenti, i concorrenti, le votazioni e i premi. L’elaborato sarà completato dalle schede dei disegni e da un’appendice documentaria.
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Crespi, Giulia <1986&gt. "La Spagna alla Biennale di Venezia dal 1976 al 2009". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/2100.

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Amadi, Francesca <1984&gt. "Arte relazionale alla Biennale di Venezia dal 1999 al 2017". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10827.

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Resumen
La tesi descrive il dibattito critico degli ultimi decenni che riguarda l’arte relazionale e individua le opere presentate alla Biennale di Venezia tra il 1999 ed il 2017 che rientrano in questo ambito. Viene descritto il percorso artistico dei singoli artisti antecedente alle opere analizzate e viene proposta una analisi delle opere di arte relazionale.
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Di, Maio Barbara <1965&gt. "LA CHIESA DI SAN FELICE DI VENEZIA. UNA RICERCA D’ARCHIVIO". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16214.

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La Chiesa di San Felice di Venezia si trova nel mezzo della prima parte della Strada Nuova. L’esterno della fabbrica ha due ingressi: l’antico portale, il principale del 1535, in fondamenta Priuli o di San Felice, voluto da Girolamo Priuli detto “dalle Porte” e il secondario del 1555 in Strada Nuova. Il suo interno si presenta in stile neoclassico. Sette altari, tutti uguali, quattro di questi, portano dipinti di artisti dell’800. Ci si è chiesto quale destino abbia subito la chiesa nei secoli. Da qui il punto di partenza dello studio archivistico che ha portato ad identificare le varie committenze che vollero lasciare testimonianza nell’edificio. Si è quindi arrivati a delineare come doveva presentarsi l’antica fabbrica ricca di statue e dipinti. L’altare di san Giacomo, del Lombardo, con pala di Zuan Pietro Silvio della commissaria di Jacopo Priuli; l’altare di cha Ghisi dedicato a San Demetrio presente in chiesa già dal 1378, ma consegnato al ramo della famiglia nel 1555 con documentazione inedita. L’altare con il suo arredo di statue, in bronzo e pietra, voluto dalla meretrice Isabella Bellocchio alla fine del ‘500 con documentazione inedita. L’altare maggiore voluto dal dragomanno Michele Mambré. Non potevano mancare le antiche scuole di devozione, come quella del Santissimo Sacramento con i suoi tre dipinti del Tintoretto, con documentazione inedita che fa luce sulle motivazioni della loro vendita. Le scuole di arti e mestieri. La ricerca archivistica ottocentesca conclude la storia della chiesa di San Felice.
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De, Bonis Ana Paula <1975&gt. "Le donne che da Venezia hanno influenzato la moda attuale". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18524.

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La tesi di Laurea percorre la vita di 4 donne, un excursus che racconta le loro vita personale e il loro legame con la moda: la marchesa Luisa Casati, Roberta di Camerino, Adèle Henriette Nigrin (la signora Fortuny) e Peggy Guggenheim. l'obiettivo è dimostrare come queste donne hanno influenzato la moda attuale.
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De, Cicco Claudia Maddalena <1996&gt. "Dentro e attraverso il fondo Giacomelli: raccontare Venezia per immagini". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21666.

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"La Reale Agenzia Giacomelli è stata uno dei più importanti studi fotografici della città di Venezia nella prima metà del Ventesimo secolo e il fondo fotografico Giacomelli, che da questa deriva, -di proprietà del Comune di Venezia da oltre venticinque anni- costituisce una preziosa fonte di studio e ricerca circa la città e il Novecento e, con i suoi oltre 180.000 negativi su vario supporto, rappresenta un importante strumento di conoscenza relativo alla storia della fotografia italiana del secolo scorso. Ciononostante, la fruibilità del materiale è limitata e parziale, le occasioni di incontro tra il fondo e la città restano sporadiche e ancora manca consapevolezza circa la consistenza della raccolta. L’obiettivo di questa tesi è quello di indagare l’importanza di una simile risorsa per la città di Venezia, intesa qui non solo come le sue studiose e i suoi studiosi, ma anche come le cittadine e i cittadini, arrivando così a delle ipotesi attive per il presente e il futuro. Per porre basi ragionate e approfondire l’aspetto storico della ricerca è stato fondamentale il catalogo della mostra Venezia novecento: Reale fotografia Giacomelli, edito da Skira nel 1998, così come gli atti del convegno Fototeche e archivi fotografici. Prospettive di sviluppo e indagine delle raccolte, curati da S. Lusini nel 1996, si sono rivelati imprescindibili per indagare la domanda di ricerca in maniera trasversale. L’approccio metodologico scelto ha consentito di muoversi dal generale al particolare: si è partiti, nel primo capitolo, da una ricognizione della storia del fondo e delle sue origini, passando poi, nel secondo capitolo, ad analizzare la consistenza della raccolta attraverso i temi e le committenze più ricorrenti, fino ad approfondire, nel terzo capitolo, dei casi di studio specifici relativi al rapporto tra i Giacomelli e le grandi istituzioni culturali veneziane, percorrendone le vicende all’interno dell’archivio. Si è giunti solo infine, attraverso il quarto capitolo, a uno spazio di riflessione sulle concrete e uniche potenzialità nei confronti della città del Giacomelli come archivio. "
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Bitto, Stefano <1992&gt. "L'Oratorio dei SS. Lorenzo e Marco dei Battuti di Serravalle di Vittorio Veneto e la sua decorazione pittorica". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15694.

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La tesi prende in esame le vicende storiche dell'Oratorio dei Battuti di Serravalle di Vittorio Veneto, dalla sue edificazione fino ai giorni nostri, con particolare attenzione per quanto riguarda la realizzazione della decorazione pittorica interna. Viene fatto il punto della situazione sugli studi compiuti finora soprattutto a livello di identificazione delle maestranze attive all'interno dell'oratorio. Si pone particolare attenzione alla lettura iconografica degli affreschi facendo emergere nuovi suggerimenti di lettura sia per i brani analizzati singolarmente che per il ciclo nel suo complesso.
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Fontana, Cristina <1990&gt. "Manifesti e pubblicità della Biennale di Venezia dal 1895 al 1950". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5122.

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Il seguente elaborato analizza l’attività pubblicitaria e le caratteristiche dei manifesti della Biennale di Venezia, dalle sue origini sino al 1950, periodo d’anni in cui l’Istituzione fu in grado di assumere consapevolmente le metodologie di una moderna azienda di propaganda. La prima parte è focalizzata sulle modalità di organizzazione della pubblicità durante la Segreteria di Antonio Fradeletto (1895-1914). Augusto Sezanne, cartellonista ufficiale delle biennali dell’anteguerra, appoggiato dall'autorevole Segretario generale, sfruttò - da antesignano nel panorama nazionale e delle esposizioni d’arte - i mezzi di comunicazione dell’epoca, concependo l’icona con cui la Biennale si sarebbe imposta sull’immaginario collettivo e sulla scena europea. L’obiettivo dell’elaborato è di analizzare come si svilupparono ed intensificarono progressivamente le strategie di comunicazione dell’Istituzione veneziana, che si consolidarono verso la fine degli anni Quaranta, grazie a personalità come Pica, Maraini e Pallucchini. In particolare, l’elaborato si concentra sulle caratteristiche dei manifesti della Biennale - dell’Esposizione d’Arte e dei Festival collaterali - che rivestirono un ruolo fondamentale nell’azione pubblicitaria, in quanto mezzi prediletti per dare visibilità all’Ente e diffondere la sua immagine nel mondo. L’organizzazione grafica accurata, l’adesione estetica ai moderni cambiamenti di gusto e l’allusione persistente a Venezia, contribuirono a diffondere un’immagine della Biennale comprensibile anche al popolo, allargando il pubblico, sempre più vasto e diversificato.
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Niero, Marina <1958&gt. "Edilizia minore a Venezia tra il XIII e il XIV secolo". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5624.

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Bellin, Maria-Antonella <1959&gt. "I De Blaas: una dinastia di pittori tra Vienna a Venezia". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/8281.

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l'obiettivo della ricerca è stato duplice.Da un lato la ricostruzione delle personalità artistiche del capostipite della dinastia dei De Blaas, Carl, e dei suoi figli Eugenio e Giulio, dall’altro una scrupolosa ricognizione delle loro opere presenti in Italia e all’estero, in modo da definire in modo concreto l’entità, la cronologia e la tipologia della produzione artistica dei componenti di questa famiglia.
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Ballarini, Margherita <1989&gt. "Il Brasile all’Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia dagli inizi al 2017". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14601.

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La tesi desidera mettere in luce la partecipazione degli artisti brasiliani alle Esposizioni Internazionali d’Arte di Venezia dall'anno della sua fondazione al 2017. Interesse della ricerca è individuare quali possono essere le tracce lasciate dagli artisti brasiliani a Venezia attraverso oltre un secolo di presenza. La tesi intende quindi fornire una mappatura dei contributi degli artisti che hanno rappresentato il Brasile nella Biennale di Venezia. Nel fare ciò, la ricerca si articola in più parti, seguendo un ordine cronologico stringente. La prima sezione è dedicata all'arco temporale dal 1895 al 1964, anno in cui si inaugura il padiglione nazionale brasiliano. Le ulteriori parti descrivono i ventenni successivi, dagli anni Sessanta e Settanta, agli anni Ottanta e Novanta, per concludere con gli anni Duemila.
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Steinwurzel, Micol <1993&gt. "La Fondazione Pinault di Venezia: analisi delle strategie espositive e gestionali". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15483.

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Questa tesi intende fornire una ricostruzione delle strategie espositive e gestionali della Fondazione Pinault focalizzandosi su due linee direttive principali: un’indagine artistico-curatoriale delle mostre esposte nelle sedi veneziane di Palazzo Grassi e Punta della Dogana, e uno studio economico della gestione della Fondazione attraverso l’analisi del ruolo del suo promotore Pinault all’interno del mercato dell’arte. Il primo capitolo dell'elaborato è diviso in tre parti. la prima di carattere generale, in cui vengono esposti la storia, l’architettura, la funzione e i necessari passaggi di proprietà delle sedi espositive di Palazzo Grassi e Punta della Dogana di Venezia ; la seconda dedicata al le fasi dell’allestimento creato dall’architetto Tadao Ando; la terza alla personalità di Francois Pinault, uno dei mecenati più influenti del mercato dell’arte contemporanea. Segue una sezione in cui sono state approfondite le mostre monografiche di Palazzo Grassi dal 2012 al 2018, ritenute fondamentali per far emergere l’apparato strutturale che sorregge la Fondazione. Nella terza e ultima sezione si è delineata attraverso un'analisi gestionale il ruolo di Pinault all’interno del mercato dell’arte, tra Palazzo Grassi, Punta della Dogana e la casa d’aste Christie’s di cui è il proprietario, per approfondire i meccanismi che sottendono questi intrecci di poteri nel sistema dell'arte.
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De, Stefano Sabina Laura <1992&gt. "Giovani artisti alla Biennale di Venezia: la rassegna “Aperto” (1980-1993)". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16652.

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Resumen
La tesi nasce dalla volontà di svolgere un'analisi storica e sistematica delle sette edizioni di “Aperto”, rassegna organizzata nell'ambito dell'Esposizione Internazionale d'Arte La Biennale di Venezia dal 1980 al 1993. Questa sezione della Biennale, ideata da Achille Bonito Oliva e Harald Szeemann, è nata, ed è stata reiterata, con l'intento di rappresentare nel modo più genuino quelle che potevano essere, di volta in volta, le tendenze attuali ed emergenti nel campo delle pratiche artistiche. Tale obiettivo veniva perseguito tramite l'accurata selezione di giovani artisti che non avessero mai esposto presso la Biennale, individuati a livello internazionale. Una premessa sullo sviluppo della Biennale d’Arte nel corso degli anni Settanta introduce la trattazione. L’indagine prosegue svolgendo una sintetica analisi delle diverse edizioni della manifestazione veneziana in cui la rassegna “Aperto” si colloca. Di quest’ultima vengono, poi, esaminate le seguenti questioni: i presupposti che hanno portato alla sua ideazione, la genesi delle singole edizioni, le scelte curatoriali e la ricezione da parte di critica e stampa. La tesi si conclude considerando l’eredità lasciata da “Aperto” ed effettuando un breve excursus riguardante altre opportunità rivolte a giovani artisti, localizzate sempre su suolo italiano e svoltesi nel medesimo arco temporale di attività della rassegna.
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Villano, Maria Aime <1985&gt. "Le colonne del ciborio della Basilica di San Marco a Venezia". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/17828.

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Le quattro colonne scolpite e corredate di iscrizioni che si ergono sull'altare maggiore della basilica di San Marco sono state l'oggetto di un annoso dibattito sulla loro datazione e provenienza che sembra ancora lontano dall’aver portato a una soluzione largamente condivisa. L’indagine tesa al chiarimento della questione e al consolidamento di una delle ipotesi in campo offre, a quello che è uno dei più ampi repertori di scene mariane e cristologiche, lo statuto di corpus iconografico di riferimento per molte altre ricerche. Oltre a una particolareggiata analisi e catalogazione di ogni scena scolpita, si è proceduto allo studio delle epigrafi e del contesto nel quale è immersa l'opera anche in relazione alle fonti letterarie che possono averla ispirato.
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Thomaidis, Danai <1989&gt. "La vita delle icone a Venezia tra XIII e XVII secolo". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18458.

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Resumen
Il progetto di ricerca «La vita delle icone (post)bizantine di Venezia» ha voluto in primo luogo fornire un catalogo delle icone bizantine e post-bizantine che trovarono collocazione all’interno di chiese veneziane. Utilizzando i dati raccolti si è proceduto allo studio dei fattori che hanno determinato l’uso del medium dell’icona ortodossa da parte dei fedeli veneziani. Tra i fattori sono stati individuati il plurisecolare rapporto della provincia veneziana con l’impero d’Oriente, il dominio veneziano delle colonie levantine e l’ingente presenza di esuli greci nella città di Venezia. Analizzando i fenomeni di culto e le tecniche usate per l’orchestrazione del rituale da parte delle autorità veneziane, prima nelle colonie e in seguito alla madrepatria, si è voluto evidenziare la diretta discendenza costantinopolitana di alcune delle più importanti manifestazioni cultuali, centrate intorno a icone greche, della Serenissima. L’ultima parte del lavoro è stata dedicata alle modalità di culto e alle tecniche espositive usate per le icone nell’ambiente domestico ed ecclesiastico di Venezia.
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Megera, Sebastiano <1997&gt. "I disegni di Egidio Dall’Oglio presso le Gallerie dell’Accademia di Venezia". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21776.

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Resumen
La presente analisi ha origine nella necessità di far riemergere dall’oblio un gruppo cospicuo di disegni settecenteschi, conservati presso le Gallerie dell’Accademia di Venezia. La pubblicazione del corpus disegnativo, finora rimasto inedito, permette di colmare una lacuna comune a tutti gli studi sulla grafica piazzettesca, in particolare riguardanti Egidio Dall’Oglio. Tale figura che si delinea come l’autore delle prove grafiche dimenticate, è stata indagata prevalentemente sotto il profilo pittorico trascurando progressivamente il valore profondo della sua attività disegnativa. Emerge, dunque, l’esigenza di recuperare e condividere le prove grafiche, quali preziose testimonianze materiali e storiche di relazioni, tra l’artista, il suo maestro e il territorio veneziano, percepite fin dai primi studi ottocenteschi.
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Leon, Radu <1971&gt. "Shapes of souvenir : Venetian views: English recollections of the Grand Tour". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/12885.

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An enquiry into the conception and making of 18th-century Venetian cityscapes collected as souvenirs by English travellers during the Grand Tour. These drawings and paintings are analysed as memorials of their authors’ pictorial practice, rather than as ‘finished’ pieces, in order to allow possible patterns of thought to emerge and to verify coincidences and differences with extant critical interpretations of these artworks seen in a historical context. This exploration of visual remembrance in relation to Venetian topography intends to shift the focus from consumption to the production of mnemonic cityscapes, while it considers repercussions in polity and the economy. Practices of contemporary English landscape painters are compared and contrasted to corroborate the visual analysis of Venetian pictorial souvenirs.
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Tortolato, Irene <1987&gt. "Il Museo della casa eccellentissima Farsetti in Venezia, la collezione dei dipinti". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5093.

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l'elaborato, sulla base di documenti d'archivio inediti, riflette su vari aspetti legati alla collezione di dipinti posseduti dalla famiglia veneziana dei Farsetti nella seconda metà del Diciottesimo secolo.
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Del, Bianco Alessia <1987&gt. "Emanuele Brugnoli (Bologna 1859 - Venezia 1944) e la Scuola di Incisione veneziana". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5109.

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Resumen
La tesi si propone di delineare e analizzare il processo di riaffermazione dell’acquaforte come linguaggio autonomo e originale a Venezia tra la fine dell’Ottocento e il primo Novecento. Lo studio è qui affrontato prendendo in esame diverse esperienze: la presenza in laguna dal 1879 e l’opera grafica di James McNeill Whistler e degli incisori americani e inglesi come tramite dell’Etching Revival europeo e di un genere di acquaforte che ha per oggetto Venezia; la ricostruzione storica dell’insegnamento delle tecniche calcografiche negli Istituti di Belle Arti nell’Italia post-unitaria, con riferimento all’istituzione veneziana dalla soppressione della Scuola di Incisione nel 1875 alla sua riapertura come Scuola Libera nel 1912 con Emanuele Brugnoli (Bologna 1859 – Venezia 1944), docente e incisore, cui si propone una biografia, un primo catalogo e l’analisi della sua opera grafica.
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Vignola, Alessandra <1987&gt. "Sacre icone in marmo tra Bisanzio e Venezia: ricollocazione, significati e culto". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13673.

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La tesi riguarda il nucleo di icone marmoree presenti - attualmente e nel passato - a Venezia che risultano maggiormente aderenti ai modelli bizantini: ad oggi risultano collocate in chiese e in pareti esterne di edifici oppure musealizzate. Venerate, desiderate e trafugate nel Medioevo, si rivelano opere di difficile inquadramento: innanzitutto per la natura ibrida tra la scultura, l’effige sacra e la reliquia, secondariamente per la mancanza di fonti che ne attestino con certezza la provenienza e le modalità di acquisizione e infine perché influenzarono e stimolarono una produzione locale che ne prendeva a riferimento i modelli coniugandoli con elementi occidentali. Un’espressione artistica che non sempre rientra nel fenomeno del reimpiego, ma certamente in quello dell’adozione, perpetuazione e rivisitazione di un uso bizantino di cui la città ducale si faceva fautrice e protagonista: possono essere vere e proprie exuviae trafugate da Bisanzio, rilievi commissionati ad atelier orientali oppure realizzazioni eseguite da artisti greci immigrati nella città ducale e da loro allievi locali. Nel corso della ricerca, si inquadrano le opere nel contesto bizantino operando un confronto per usi, stile e iconografia, seppur nei limiti dettati dalle sopravvivenze orientali, spesso non rinvenute in loco, ma pervenute in modo casuale e nelle loro declinazioni provinciali. L'indagine pone attenzione alla collocazione e alle modalità di installazione e ai connessi significati ideologici, religiosi e politici. In quanto espressione della pietà popolare, si dà rilievo alle pratiche liturgiche e devozionali di cui erano oggetto e all’apparato miracoloso e leggendario che spesso le caratterizzava. Lo studio delle (poche) fonti e l’analisi del contesto nel quale sono (o erano) inserite sono punto di partenza per ripercorrerne gli spostamenti e, in alcuni casi, per avanzare ipotesi riguardo alle modalità di acquisizione. Ciò permette di valutarne l’influenza nella produzione locale indagando le modalità di ricezione e reinterpretazione della comunità veneziana di accoglienza. Spesso trascurate dalla critica, inibita dalla difficoltà di distinguere gli “originali” dalle “copie”, la tesi vuole essere punto di partenza per estrarre le opere dal “limbo” al quale sono state relegate, dando loro nuova autonomia e dignità.
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Provini, Simone <1994&gt. "Francesco Salviati a Venezia. Novità e proposte sulla Deposizione del Corpus Domini". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19685.

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Prendendo le mosse dalla letteratura sul soggiorno veneziano di Francesco Salviati (1539-1540), la tesi propone uno studio approfondito delle opere realizzate in laguna dal pittore e della rete culturale, politica e sociale ad esse sottesa. Grazie a una lunga e paziente ricerca presso l’Archivio di Stato di Venezia, è stato possibile riportare alla luce alcuni documenti inediti in grado di fornire nuovi spunti di riflessione sulla Deposizione del Corpus Domini, e soprattutto sulla committenza ad opera di Bernardo Moro, procuratore di San Marco.
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Pigozzo, Ester <1995&gt. "Gli sviluppi della botanica in ambito veneto tra XV e XVIII secolo: una storia di intrecci tra erbari, protagonisti eruditi e orti". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20109.

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Il lavoro si pone l’obiettivo di tracciare una storia degli sviluppi della botanica, disciplina tanto antica quanto versatile e innovativa, mantenendo il focus sullo scenario veneto tra i secoli XV e XVIII. A partire dagli albori di tale dottrina, tanto decantata tra le pagine dei trattati compilati dagli antichi greci, essa si diffuse e si fece strada all’interno dell’universo del sapere, attraversando i popoli d’Oriente e giungendo in Occidente, dove i testi iniziarono ad essere tradotti in latino in epoca medievale. I principali protagonisti della storia della botanica sono stati gli erbari, illustrati o essiccati, frutto di importanti ricerche, sia teoriche che pratiche, ma soprattutto implementati da una fitta rete di contatti e di proficui scambi tra esperti del settore durante il Rinascimento. Venezia, centro poliedrico e aperto alle nuove scoperte, abbracciò il destino della storia delle piante, la quale dapprima si introdusse nelle botteghe degli speziali per poi giungere nelle dimore di eruditi personaggi e nei loro orti, dove lo studio della natura si profilò in maniera più diretta e dove iniziò a nascere una curiosità più estetica che utilitaristica. Infatti, da sempre ritenuta strettamente legata all’universo medico-scientifico, la necessità di emancipazione della botanica si concretizzò verso il XVII - XVIII secolo, quando iniziarono a porsi le basi per un cambiamento, quando il diletto ed il crescente interesse per l’estetica della rappresentazione di piante e fiori si intrecciarono completamente con l’ambito artistico. In conclusione, il presente elaborato ha lo scopo di indagare più a fondo questo complesso e vasto argomento, in tutte le sue forme e ramificazioni, per metterne in luce le qualità spesso messe da parte nell'ottica degli studi di storia dell’arte.
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Roquetti, Saroute Dunia <1985&gt. "La partecipazione brasiliana all'Esposizione internazionale d'arte di Venezia (1950-1964)". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19524.

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La presente tesi indaga la partecipazione brasiliana all’Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia nell’arco cronologico compreso tra gli anni 1950 – 1964, cioè dalla sua prima partecipazione nel Palazzo Centrale fino all’apertura del Padiglione Nazionale. Sezionando le potenti relazioni tra identità nazionale e arte, lo studio svolge un’analisi discorsiva delle metafore e figure che emergono dai testi di ricezione critica coeva, in termini di costruzione identitaria nazionale e di rappresentazioni stereotipe dell'alterità, soprattutto nella concezione dei rapporti tra Europa e Brasile.
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Paglioli, Simona <1977&gt. "Il modello della Santa Casa di Loreto : tipologie architettoniche e devozionali fra Lombardia e Veneto nella prima metà del XVII secolo". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/8298.

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Il lavoro presenta una sintesi storica e critica sul culto della Madonna di Loreto, con particolare riferimento alla diffusione delle repliche architettoniche della Santa Casa in epoca postridentina. L'intento è quello di fare chiarezza sulla complessa fenomenologia lauretana, avanzando una proposta di lettura metodologica alternativa basata sul confronto fra alcuni sacelli-copia realizzati nella prima metà del XVII secolo a Cremona e diocesi, Mantova, Brescia e Verona. Più che un inventario di casi, il lavoro presenta una classificazione tipologica degli aspetti fondanti del culto: attraverso l’analisi comparata dei contesti sociali e dei sistemi costruttivi, l'obiettivo è quello di comprendere se, e in quale misura, i sacelli individuati come oggetto della ricerca si siano effettivamente ispirati a un unico modello, al fine di approntare una sorta di albero genealogico dei prototipi lauretani riconducendo edifici e opere in seno a una determinata tradizione devozionale o ramo iconografico di riferimento
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Chechik, Liya <1989&gt. "Re-inventing the East: the interpretation of Eastern Architecture in Venetian Renaissance painting". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/10254.

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La presente dissertazione dottorale si occupa di indagare i rapporti esistenti fra Venezia e l'Oriente nella pittura veneziana rinascimentale. Nel primo capitolo, Venezia e l’Oriente vengono analizzati nel contesto dei legami storici fra essi esistenti, poiché il problema del “proprio-altro da sé” è riflesso nella realtà della vita veneziana del Medioevo e del Rinascimento. Vengono analizzate in modo più ampio e dettagliato le tappe e le modalità con cui i veneziani (non soltanto soldati, mercanti, viaggiatori, ma anche colti intellettuali e artisti) entravano in contatto con le manifestazioni concrete della cultura orientale. Grande rilievo è dedicato alle fasi di penetrazione dell’influenza orientale nella struttura architettonica della città, che per tale motivo è stata associata al concetto di Oriente. Questo, a sua volta, pone il problema di come si debbano intendere le raffigurazioni, per esempio del simbolo di Venezia – la cattedrale di San Marco – nei cicli dei pittori veneziani del Rinascimento. Lo studio diretto delle forme concrete permette di scoprire la specificità dell’atteggiamento verso l’Oriente, tipico della mentalità artistica veneziana. Grande attenzione è riservata all’interpretazione statale delle varie forme dell’Oriente in diversi periodi come base dei programmi pittorici. Il secondo capitolo contiene l’analisi dei motivi architettonici nella rappresentazione dei loci biblici nelle tele dei pittori rinascimentali veneziani. È qui offerta una breve panoramica e un’analisi tipologica e si spiega il significato dei motivi architettonici nella pittura veneziana del Rinascimento. Viene preso in esame l’insieme di rappresentazioni idealizzate e talvolta fantastiche dei pittori veneziani del Rinascimento sia riguardo all’architettura degli antichi sia in generale alle forme architettoniche sacre, comprese ovviamente quelle esistenti nell’area orientale. Seguendo i metodi iconografici e iconologici, la tesi tenta di ricostruire il pensiero artistico dei pittori veneziani del tempo (Cima da Conegliano, Bellini, Mantegna, Carpaccio, Crivelli, Previtali, Bastiani, Moretto, Lotto, Tiziano, Bassano, Veronese, Tintoretto), i motivi e i reali scopi della creazione per loro di programmi da parte dei committenti. Nel terzo capitolo per la prima volta si tenta di dare una rassegna completa e di proporre un’analisi comparativa della rappresentazione dell’architettura di Gerusalemme nelle tele del Quattrocento e del Cinquecento. Domina in questo contesto la letteratura che prende in considerazione il legame fra Venezia e Roma oppure Venezia e Costantinopoli. Sull’esempio della rappresentazione dell’architettura di Gerusalemme nelle tele di Mantegna, Carpaccio, Bellini, Cima, Tiziano, Tintoretto e molti altri, si determina la graduale penetrazione di motivi antichizzanti, che rappresentano il trionfo delle idee del Rinascimento. L’architettura nelle tele dei pittori veneziani del Rinascimento dedicate ai cicli sulle vite dei santi è l’oggetto del quarto capitolo, dove vengono prese in analisi le fonti visive e scritte e i programmi di rappresentazione. Vengono inoltre analizzati i fondamenti storici e pittorico-figurativi dei motivi presenti nelle tele dedicate a San Marco (di Mansueti, Bellini, Tintoretto e altri). Una grande quantità di materiale per l’analisi dell’architettura “orientale” si trova anche nelle composizioni che rappresentano i cicli della vita di san Giorgio e san Trifone (di Carpaccio) e altri. Infine nel capitolo conclusivo viene proposta un’analisi dettagliata della ricezione artistica e storica delle opere «L’accoglienza degli ambasciatori veneziani in una città orientale» (Louvre) e «L’arrivo del futuro doge Alvise II Mocenigo come ambasciatore a Costantinopoli» ” di Antonio Stroma (Museo di Palazzo Moccenigo a San Stae). Vengono inoltre proposti esempi tratti dai bozzetti grafici dei viaggiatori veneziani in Oriente.
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Chia, Samantha <1993&gt. "Il padiglione della Repubblica di Corea alla Biennale di Venezia. Arte come Identità". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15126.

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La mia tesi prende in analisi la partecipazione della Repubblica di Corea alle esposizioni internazionali di arti visive della Biennale di Venezia dal 1995 (anno dell’inaugurazione del padiglione nazionale) a oggi. Il mio lavoro parte dalla ricostruzione storico - artistica dell’arte coreana, da quando la penisola viene unificata territorialmente nel VII secolo d.c, fino ad arrivare agli anni Novanta e al contesto postmoderno. Successivamente ho analizzato tutte e dodici le edizioni in cui la Corea ha ufficialmente partecipato, esaminandone i protagonisti, le opere e le tematiche. Da questa breve analisi ho attinto per andare ad approfondire una delle tematiche che, a mio avviso, è emersa maggiormente da queste edizioni: la questione identitaria coreana. Ho dunque approfondito questo tema facendo un focus sulle edizioni, personalità e lavori che ho ritenuto più significativi in tal senso, chiedendomi come l’approccio a questo tema fosse cambiato nel tempo e come gli artisti l’hanno sviluppato, interpretato e declinato. Ho analizzato come l’identità coreana, attraverso il mezzo artistico, si è confrontata con il contesto globale, con il post colonialismo, con il genere e come il tutto sia sfociato in un voler definire un “io” in quanto individuo unico, piuttosto che un “io” parte di una moltitudine, di una Nazione, di un gruppo etnico.
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Olivieri, Sara <1995&gt. "La chiesa di San Nicolò dei Mendicoli. Templum aureum della Venezia del Cinquecento". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17342.

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Nonostante sia stata spesso sottovalutata e sia oggi poco conosciuta, la chiesa di San Nicolò dei Mendicoli è una delle chiese più antiche di Venezia, sorta probabilmente già prima del XII secolo all’estremità sud-occidentale della città. Gli interventi architettonici che si sono susseguiti nel corso del tempo hanno consegnato una chiesa dall’aspetto esteriore semplice, ma che cela al suo interno un ambiente avvolgente, la cui bellezza ha fatto guadagnare alla chiesa l’appellativo di templum aureum. Come molti edifici veneziani, un primo intervento fu necessario in seguito ai grandi incendi del 1105 e del 1149; la chiesa fu oggetto di ulteriori modifiche nel corso del XIV secolo, in particolare dopo il terremoto del 1348. Fu tuttavia nel corso del Cinquecento, sulla scia dei dettami controriformistici e delle visite apostoliche e pastorali, che si assistette ad un vero e proprio rinnovamento decorativo: fu proprio da questo momento di fervore artistico che presero vita le dodici tele del ciclo cristologico che ricoprono le pareti della navata centrale e i dipinti del soffitto dedicati a San Nicolò. Molte sono le riflessioni che il programma decorativo e la chiesa tutta offrono allo studio: artisti, committenza, protagonisti, tempi, modelli iconografici... Tutti aspetti finora poco studiati e che meriterebbero un’analisi lunga e approfondita. Punto di partenza dovrebbe essere lo spoglio dell’archivio parrocchiale conservato presso l’Archivio storico del Patriarcato di Venezia, nonché la consultazione delle mariegole delle scuole piccole attive presso la parrocchia. La situazione di emergenza che ha colpito il mondo ha purtroppo causato l’inevitabile interruzione delle ricerche archivistiche. In mancanza di materiale documentario, la riflessione si è orientata sugli aspetti iconografici e iconologici delle tele, lette a partire dalla simbologia cristiana ma sempre in collegamento con il contesto dei Mendicoli, spingendosi a valutare anche gli aspetti più teorici che la serie sottende, ovvero il valore devozionale di un ciclo cristologico come quello di San Nicolò nella Venezia di fine Cinquecento. Caso studio di una chiesa veneziana, questa tesi spera di poter riportare l’attenzione su un luogo tanto bello quanto dimenticato dagli studi negli ultimi anni, nonché importante nella storia di Venezia e delle sue origini. Inevitabile è stato dunque un approccio iconologico contestuale, che mirasse a far emergere la chiesa di San Nicolò all’interno di un contesto più ampio, vissuto, fatto di persone, vicende, religione e storia.
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