Literatura académica sobre el tema "Storia del veneto"

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Artículos de revistas sobre el tema "Storia del veneto"

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Crivellari, Cinzia, Roberta Bravin y Massimo Baldo. "I giovani e la storia: un'indagine tra gli studenti delle scuole superiori del Veneto". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 287 (septiembre de 2018): 175–94. http://dx.doi.org/10.3280/ic2018-287008.

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Paolino, Laura. "LORENZO DA PONTE TRA PRIMA E SECONDA EDIZIONE DELLE MEMORIE". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 41, n.º 2 (septiembre de 2007): 297–341. http://dx.doi.org/10.1177/001458580704100202.

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Le Memorie del poeta veneto Lorenzo Da Ponte (1749–1837) furono composte e pubblicate negli Stati Uniti in due edizioni, la prima nel 1823–26, la seconda nel 1829–30. Il presente articolo ricostruisce la storia della composizione dell'opera e della sua laboriosa revisione attestata dall'epistolario dello scrittore. Tale revisione introdusse nelle Memorie alcune modifiche di contenuto necessarie per evitare al libro la censura da parte dei governi europei, ma anche molte correzioni linguistiche. Nell'articolo si dimostra che tali correzioni furono introdotte da Da Ponte in aperto ossequio ai dettami dei più importanti linguisti italiani del primo Ottocento e, molto probabilmente, tenendo in considerazione le prescrizioni del Vocabolario della Crusca pubblicato a Verona tra il 1806 al 1811.
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Zanetti, Adriano, Alberto Sette, Roberto Poggi y Andrea Tagliapietra. "Biodiversity of Staphylinidae (Coleoptera) in the Province of Verona (Veneto, Northern Italy)". Memorie della Società Entomologica Italiana 93, n.º 1-2 (20 de diciembre de 2016): 3. http://dx.doi.org/10.4081/memoriesei.2016.3.

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Resumen
A commented catalogue of Coleoptera Staphylinidae present in Verona province (Veneto, Northern Italy) is provided. It is based on published as well as mostly unpublished records, with the Sette collection at the Museo Civico di Storia Naturale di Verona as main source. These records are filed in a freely downloadable database (http://www.societaentomologicaitaliana.it/it/archivio-comunicazioni/78-archiviati/269-database-staphylinidae-verona.html). Verona province is a very diverse area, with habitats ranging from montane/alpine to hill and plain, which are natural, seminatural or anthropogenic. A total of 988 species are listed. Localities, habitats, microhabitats, collecting methods, altitudinal range, months of capture, latest year of capture and number of specimens are given for each species. Comments are added for 149 remarkable species or genera (<em>i.e</em>. new to Italy, endemic, with particular geographic distribution, living in particular habitats, introduced, problematic from a taxonomic point of view), 7 species are new records for Italy (<em>Tachyporus corpulentus J.</em> Sahlberg, 1876, <em>Aleochara bellonata</em> Krása, 1922, <em>Aleochara marmotae</em> Sainte-Claire Deville, 1927, <em>Atheta (Ceritaxa) flavipes</em> (Hochhuth, 1860), <em>Atheta (Philhygra) pseudoelongatula</em> Bernhauer, 1907, <em>Stenomastax platygaster</em> (Kraatz, 1859), <em>Carpelimus boops rondaensis</em> (Fagel, 1957)), one is very probably new to science (<em>Leptusa</em> sp.). The biogeographic analysis of the data is mostly based on the comparison of the main areas of the province (Monte Baldo, Lessinia, Morene del Garda, course of Adige river, and plain). The presence of a good percentage (5%) of endemic species is pointed out. The communities inhabiting the principal habitats and microhabitats are commented on, and remarkable species living in the protected areas of the province are listed.
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Pazos, A. M. "Silvio TRAMONTIN (Dir.), Le radici venete di san Pio X. Atti del Convegno di Castelfrenco Veneto, 16-17 maggio 1986, Ed. Morcelliana («Biblioteca di Storia Contemporanea», s/n), Brescia 1987, 229 pp., 15 x 23." Scripta Theologica 21, n.º 3 (28 de febrero de 2018): 967. http://dx.doi.org/10.15581/006.21.20314.

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Ledermann, François. "Bassani,Angelo (ed.): La Chimica e le tecnologie chimiche nel Veneto dell’Ottocento. Atti del settimo seminario di storia delle scienze e delle tecniche nell’Ottocento Veneto.Venezia, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, 2001. 513 p. Ill. (Seminari di Storia delle Scienze e delle Tecniche, 7). I 56.81. ISBN 88-86166-89-3." Gesnerus 60, n.º 3-4 (3 de noviembre de 2003): 280–81. http://dx.doi.org/10.1163/22977953-0600304010.

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ABBRI, FERDINANDO. "GIAMPIERO BOZZOLATO, Giuseppe Toaldo. Uno scienziato europeo nel Settecento Veneto, Brugine (Padova), Edizioni 1 + 1, 1984, 262 p. Centro Internazionale di Storia dello Spazio e del Tempo. Saggi 2 ." Annali dell'Istituto e Museo di storia della scienza di Firenze 10, n.º 2 (1985): 141–43. http://dx.doi.org/10.1163/221058785x01768.

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Montinaro, Chiara. "L’apporto degli slavismi croati, serbi e sloveni all’italiano del nord-est". SPONDE 2, n.º 1 (28 de diciembre de 2022): 79–92. http://dx.doi.org/10.15291/sponde.4090.

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L’obiettivo di questo lavoro è quello di identificare il contributo degli slavismi croati, serbi e sloveni penetrati in italiano, partendo dall’etimologia connessa alle tre lingue slave appartenenti al gruppo meridionale oggetto di indagine (oltre che dall’origine genericamente slava riportata dai dizionari). In un secondo tempo, l’attenzione è focalizzata sui prestiti che si affermano come regionalismi (in particolare quelli del nord-est), in cui si definisce il passaggio dall’italiano regionale all’italiano standard. Il corpus, ricavato in prevalenza dallo spoglio del GRADIT (2007) e dello Zingarelli (2021), si rivela cospicuo e, dal punto di vista quantitativo, i dati relativi all’influsso serbo e croato sono senza dubbio quelli più numerosi: si tratta di 48 lemmi nel solo GRADIT, etichettati in prevalenza come tecnicismi. Tra le aree geografiche maggiormente influenti, il contributo friulano e veneto occupa un posto di primo piano. Così, se l’influsso serbo e croato appare più marcato nell’area legata alla terminologia storica e politica (si tratta soprattutto di tecnicismi), le interferenze slovene, che si realizzano principalmente nel friulano, forniscono in primo luogo gastronimi (ma non solo); l’area veneta, invece, si contraddistingue per i contatti tra veneto e croato.
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Doria, Mario. "Sulla storia del toponimo Istriano Rabac". Linguistica 28, n.º 1 (1 de diciembre de 1988): 49–51. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.28.1.49-51.

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Il nome della nota località balneare istriana Rabac (in grafia italianeggiante Rabaz) è attestato già nel 1341 sotto la forma Rabaç, precisamente negli Statuti di Albona [Labin] (cfr. P. Kandler "L'Istria" III, 1848, pp. 14 s.). A questo Rabaç fa riscontro, nel '500, Rabaz, che incontriamo nell'Itinerario Bragadin-Lando-Morosini dell'a. 1554 (ed. M. Bertoša VHARP 17, 1972, p. 41) e nel Catastico di Fabio da Canal dell'a. 1566 (ed. D. Klein, ib. 11-12, 1966-67, pp. 16- bis, 62). Rabaz ricompare in Carlo Donadoni, a. 1719 (P. Kandler Emporio p. 96, in "Miscellanea Conti" 1861-62), in un documento dell'a. 1749 (P. Kandler cit. p. 282), nonché nel Catasto di V. Morosini IV, a. 1775-76 (ed. M. Bratulić, Trieste-Fiume 1980, pp. 349-352). Anche la cartografia veneta di fine '700 attesta la forma Rabaz, così la nota carta dell'Istria Meridionale di Giov. Valle (Venezia 1784). Rabaz ricompare nel Reperto-Bargnani dell'a. 1806' (ed. E. Apih, ACRSR 12, 1981-82, p. 219), nell "' A vviso della Commissione per la vendita dei beni dello Sta to del Litorale", Trieste 15-1-1825 (Archivio di Stato, per gentile informazione del dott. Pierpaolo Dorsi), in Carlo Combi a. 1858-59 (cfr. E. Apih cit. p. 321) ecc. Rammenteremo anche la forma Rabatz (alternante con Rabaz) in R. P. Burton Note sopra i Castellieri (Capodistria 1877) p. 35 e Rabas (nella locuzione Porto Rabas in alcune carte geografiche del 1753 e 1780, Lago-Rossit OH indici), nonché in P. Tedeschi Viaggio fantastico in Oga Magoga, 1863, su cui v. P. Blasi "Voce Giul." 1-6-1984 p. 4). Abbastanza comune anche la locuzione Porto Rabaz, soprattutto nella cartografia istriana a partire dall'a. 1620 fino al 1797 (vedi gli indici in Lago-Rossit cit.): ricorderemo fra queste la Carta Geografka del Coronelli (Venezia 1696) nonché la Carta Santini ("à Venise" ante 1780, cfr. fot. in E. Schwarzenberg Plstr. 44 s. V, f. 8-9, 1980, p. 12); fra i moderni citeremo M. Gerbini Quaderni di Fianona (Trieste 1976) p. 41 e M. Catano, "In Strada Granda" N. 27 (aprile 1986) p. 26 e qualche altro.
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Bonfiglio-Dosio, Giorgetta. "L’archivio della Veneranda Arca di Sant’Antonio". Documenta & Instrumenta - Documenta et Instrumenta 18 (14 de abril de 2020): 41–73. http://dx.doi.org/10.5209/docu.68782.

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L’articolo illustra l’archivio dell’Arca, recentemente riordinato e inventariato.La devozione a s. Antonio da Padova cominciò molto presto, subito dopo la sua morte, avvenuta il 13 giugno 1231. L’anno seguente papa Gregorio IX canonizzò il frate francescano di origine portoghese e così si intensificarono i pellegrinaggi e le offerte dei fedeli. Iniziò la costruzione di una nuova chiesa dedicata al santo, grazie ai finanziamenti del comune cittadino, che si occupò fino al 1310 anche della gestione del denaro offerto per erigere la basilica. In seguito l’amministrazione delle cospicue proprietà immobiliari e del denaro offerti dai devoti fu affidata all’istituzione denominata “Veneranda Arca di s. Antonio” che è attiva e operante tuttora. L’archivio dell’Arca si è conservato quasi inte-gralmente a partire dal XV secolo e documenta non solo le vicende dell’istituzione e della chiesa, ma anche la storia di Padova e del suo territorio, in particolare del paese di Anguillara Veneta, donato nel 1405 dai Carraresi, signori di Padova e rimasta di proprietà dell’Arca fino al 1973.
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De Col, Alessandra y Ilaria Picchio. "Figlio solo, solo un figlio, figlio unico? Quando la lealtŕ al ricordo del fratello e al dolore dei genitori č figlia di un trauma da lutto". RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, n.º 36 (diciembre de 2012): 85–98. http://dx.doi.org/10.3280/pr2012-036006.

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In questo lavoro le autrici hanno voluto presentare un caso clinico in cui il concetto di lealtŕ al ricordo di chi č venuto a mancare e al dolore di tale trauma puň dar luogo a una sintomatologia che preannuncia una scissione psicologica, una difficoltŕ a definirsi all'interno della famiglia. L'etica e la fedeltŕ alla famiglia, la lealtŕ ad essa per proteggerla dal dolore, portano a sacrificare a volte il proprio sé. La lettura relazionale delle dinamiche della famiglia aiuta a mettere in luce la funzione della difficoltŕ a definirsi del piccolo M. In questa famiglia, come spesso accade in famiglie con bambini, M. č stato il filo di Arianna per entrare nel labirinto della sua dolorosa storia familiare e dipanarne la matassa. Tale famiglia ha aiutato anche le coterapeute a superare il loro "lutto" da separazione come coppia di terapia.
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Tesis sobre el tema "Storia del veneto"

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Drigo, Erica <1996&gt. "Il problema dell’architettura «massariana» nel trevigiano: undici chiese del settecento veneto". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20757.

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Nel punto d’incontro delle provincie di Treviso, Padova e Venezia è frequente poter trovare una tipologia di chiesa parrocchiale settecentesca che caratterizza non solo il paesaggio a cui appartiene, ma anche la storia culturale locale. Queste fabbriche sono state selezionate per questo studio secondo alcuni criteri che le accomunano e per cui è importante studiarle come un unico gruppo: l’aspetto architettonico simile, la vicinanza geografica e quella temporale e l’attribuzione all’architetto Giorgio Massari, spesso non supportata da fonti documentarie. La storiografia inerente all’architettura veneta settecentesca, dall’Ottocento fino ad oggi, ha considerato raramente queste fabbriche. Esse sono state perlopiù oggetto di ricerca per la valorizzazione del patrimonio locale o nelle pubblicazioni che riguardavano Giorgio Massari. Questo modo di procedere ha impedito di studiare a fondo la natura di questi edifici e ha creato dei pregiudizi nei loro confronti che ancora oggi è difficile eliminare. La presente ricerca si pone l’obiettivo di far luce sul cono d’ombra che ha oscurato questa parte di produzione architettonica della Terraferma. A questo scopo sono stati approfonditi due aspetti: l’analisi delle fabbriche dal punto di vista architettonico e l’approfondimento del contesto storico e culturale che le ha prodotte. L’aspetto delle undici chiese è stato preso in esame attraverso alcuni temi trasversali in modo da confrontare tutte le possibilità presenti in questi edifici. L’impianto, gli elementi interni e l’aspetto della facciata sono le categorie utili a questo scopo. Per quanto riguarda il contesto storico, l’indagine è il frutto della ricerca in archivio e nella bibliografia che arricchisce i numerosi contesti oggetto di questa ricerca.
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Ferraro, Antonella. "Per una storia della falsificazione epigrafica. Problemi generali e il caso del Veneto". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3424080.

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Resumen
Among the studies dedicated to the "Rediscovery of the Ancient World" from the thirteenth century to the present days, forgery has attracted much attention. The fake is now recognized as a ‘document of its time’ and a primary source of the History, for the informations it provides about the knowledge of Classical Antiquity, the ideas and tastes of that period and the reasons of the forgery. Among the various types of forgery, little space has been devoted to false inscriptions, on stone or only known from manuscript sources: previous studies on this subject have been partial and unsystematic and in most cases there has not been a review of epigraphic documents. This research has aimed to trace a history of epigraphic forgery, through the review of the Venetian corpus of false latin inscriptions, published in the Corpus Inscriptionum Latinarum. The global corpus has been investigated from both chronological and typological point of view, in order to identify the nature, meaning and function of such documents in each town of Veneto: false inscriptions have been distinguished from copies and creations just inspired to Classical Antiquity. This study shows the main trends followed in the creation of fakes over the centuries, the scholars who created them as part of their researches on 'Classical Antiquity’ or those who worked for purely commercial purposes. It has been possible for the first time to carry out a comprehensive and diachronic study of the phenomenon in a specific area of Italy, investigating the changes of opinion about forgery in different periods and cultures and its geographical peculiarities
Nell’ambito degli studi che sotto vari aspetti si sono occupati dell’atteggiamento assunto dal Duecento fino ai giorni nostri nei confronti dell’antichità classica, una sempre crescente attenzione è stata riservata alla falsificazione. Questa è oggetto di studio da parte di molteplici discipline, che riconoscono ormai nel falso un “documento della propria epoca” e, in quanto tale, una fonte primaria della storia, per le informazioni che fornisce sulla conoscenza dell’antichità classica che si stava imitando, sulle idee e sul gusto dell’epoca, oltre che sulle motivazioni della falsificazione. Nell’ambito di questi studi, relativamente poco spazio è stato dedicato ai falsi epigrafici, sia lapidei sia cartacei: gli studi effettuati sull’argomento sono stati parziali e non sistematici, e nella maggior parte dei casi è mancato un riesame dei documenti epigrafici. Il presente studio ha lo scopo di tracciare una storia della falsificazione epigrafica, attraverso il riesame delle iscrizioni false in lingua latina del Veneto pubblicate nel volume V del Corpus Inscriptionum Latinarum. Dopo una preliminare riflessione sul concetto di falso epigrafico e sulla sua distinzione dalla copia e dalla creazione all’antica, l’intero corpus è stato indagato dal punto di vista cronologico e tipologico, al fine di individuare la natura, il significato e la funzione di queste iscrizioni nei singoli centri veneti. La revisione di questi documenti ha permesso di individuare le principali linee di tendenza seguite nella creazione dei falsi nel corso dei secoli, dagli studiosi che li crearono nell’ambito delle loro indagini sull’antichità classica a coloro che operarono per puri fini commerciali. E’ stato possibile per la prima volta avviare uno studio complessivo e diacronico della falsificazione epigrafica in una determinata zona d’Italia, indagando i cambiamenti che si ebbero nei confronti di questo fenomeno nelle varie fasi della storia e della cultura e le sue peculiarità geografiche
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Rossi, F. "IL CATTIVO FUNZIONARIO NEL REGNO LOMBARDO-VENETO (1816-1848)". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2012. http://hdl.handle.net/2434/168369.

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The research aimed to analyze the dismissal and other disciplinary punishments towards public employees and officials in Lombardy-Venetia Kingdom between 1816 and 1848. This is a study of legislative, doctrinal and especially archival sources in an attempt to reconstruct a subject neglected by storiography, from the eighteenth century to the present day. The second rule of the Austrians in Italy’s political and institutional context, moreover, lacked a proper administrative jurisdiction to refer the matter in. As a matter of fact, after Napoleonic Council of State’s abolition, the punishment of the wicked servant is entrusted to an intricate set of proceedings whose face is necessary to reconstruct. After analyzing the ideal bureaucrat, and the powerful tools and equipment which Habsburg Monarchy could count on, large space is devoted to the resignation of state employees, under substantive and procedural point of view. Then the milder sanctions: suspension, translocation and the verbal warning. But the gaze is also directed to the victims of the sanctions. From the study of secret reports we tried to shape the real protagonist, just to return a picture as closely as possible of deviance in the bureaucracy. Alcoholism, extramarital affairs, but also crimes against public administration, here are the most frequent charges against Hapsburg public employees in Lombardy-Venetia as attested by the numerous papers contained in State Archives of Milan. All these reflections provide fertile ground for future researchthat this survey may be a prerequisite.
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Sbordone, Giovanni <1972&gt. "Gli spazi della folla: manifestazioni politiche di piazza nel Veneto del primo Novecento (1900-1922)". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2010. http://hdl.handle.net/10579/962.

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Nei primi anni del Novecento la piazza, centro per eccellenza della vita sociale e urbana, diventa la scena di un nuovo modo di fare politica. La piazza, la folla: sono i sinonimi ossessivamente al centro di questa prima declinazione della politica di massa, che trova la sua espressione canonica in manifestazioni, comizi e scioperi, non più (solo) eventi eccezionali di rottura ma parte integrante della vita urbana, nonché unica forma di partecipazione politica per strati sociali ancora in buona parte esclusi dal diritto di voto. La ricerca ricostruisce la parabola della "politica di piazza" nel Veneto, dalla sua "liberalizzazione" in età giolittiana alla sua "soppressione" ad opera dello squadrismo fascista.
At the beginning of the 20th century italian cities squares became the scene of a new kind of politic: the stage of socialist and working class crowds, until fascism drops the curtain.
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Manzato, Alessandro <1992&gt. "La dissidenza religiosa italiana e l'anabattismo veneto nel secolo XVI: il caso di Serravalle". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11502.

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L’elaborato intende esaminare la dissidenza religiosa in Italia nel XVI secolo e particolarmente una delle forme in cui essa si è incarnata, l’anabattismo veneto, diffusosi nella metà di quel secolo. Il primo capitolo analizzerà, dopo una contestualizzazione di carattere generale sulla diffusione delle idee religiose ascrivibili alla Riforma in Italia nel Cinquecento, l’anabattismo veneto nel suo complesso, dal suo arrivo nei domini della Serenissima fino alla sua dissoluzione verso gli anni '70 del XVI secolo. Il secondo capitolo invece si focalizzerà su un caso particolare, quello di Serravalle (dal 1866 unitasi a Ceneda nell'odierna città di Vittorio Veneto). Si analizzerà la diffusione di idee riformate e di comportamenti anticlericali al suo interno, la formazione di una comunità anabattista, i rapporti tra anabattisti e gli altri dissidenti religiosi.
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Bisson, Massimo <1976&gt. "Voltar il corpo e poner l'altar alla romana: le trasformazioni dei cori nelle abbazie cassinesi del Veneto: tradizione e innovazione nell'architettura post-tridentina". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2007. http://hdl.handle.net/10579/908.

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Bordin, Mariangela. "Un cantiere del tardo Cinquecento veneto: la "Rotonda" di Rovigo I comminttenti, l'architetto e i documenti di fabbrica". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3426826.

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La ricerca si è posta come obiettivo lo studio della chiesa della Beata Vergine del Soccorso, a partire dal suo archivio e dall'analisi dei documenti di fabbrica. In mancanza dei disegni di progetto, tale scopo è stato perseguito attraverso la realizzazione di alcune ricostruzioni digitali e la progettazione di un database, nel quale è stata utilizzata la tecnica di markup. I numerosi dati raccolti sono serviti a ricostruire la storia dei due cantieri (la chiesa con il campanile), l'architettura originaria della chiesa e a fornire nuove informazioni, più in generale, sulla storia dei cantieri rinascimentali di area veneta. La chiesa di forma ottagonale, circondata da un peristilio fu costruita su progetto di Francesco Zamberlan a partire dal 1594 fino al 1603, quando venne ultimata la cupola lignea, probabilmente la prima estradossata nel territorio della Serenissima. Nel 1606, però, la copertura fu abbattuta e sostituita da un tetto a falde. Negli anni la struttura subì diverse modifiche, soprattutto negli anni venti del Seicento, in concomitanza con l'inizio dell'allestimento dello stupefacente apparato decorativo di tele e statue, e agli inizi del Settecento, quando fu previsto il totale riassetto della parte sommitale dell'ottagono centrale. Nel 1655 Baldassare Longhena progettò il campanile, la cui costruzione terminò però soltanto negli anni ottanta dell'Ottocento. Per completare lo studio sull'edificio è stata analizzata la storia del contesto polesano, con particolare riferimento alla città di Rovigo che al termine del Cinquecento visse una fase di significativo rinnovo architettonico. Indagare la committenza della Rotonda ha permesso di evidenziare la dimensione collettiva dell'opera: concepito come santuario, dal 1612 l'edificio diviene ufficialmente tempio civico. Questo cambiamento di indirizzo, insieme alla conformazione interna dell'apparato decorativo, fa della Rotonda un vero e proprio unicum nel panorama rinascimentale veneto. Lo studio condotto sulla chiesa è stato corroborato, inoltre, da un approfondimento sull'architetto della chiesa Francesco Zamberlan e sulle possibili ragioni della sua chiamata. Spesso frainteso dalla critica e ritenuto di secondaria importanza, egli emerge invece come una figura poliedrica e complessa, un architetto capace di elaborare un proprio linguaggio asciutto e semplice, adatto a contenere i costi di costruzione. Non solo, quindi, un collaboratore di Andrea Palladio, ma un architetto in grado di intercettare le esigenze di una committenza dalle disponibilità economiche limitate, anche se ambiziosa. Lo dimostrano i modelli architettonici scelti per la Rotonda di Rovigo, a partire dal mausoleo di Diocleziano a Spalato, ben noti nei territori dominati da Venezia e funzionali alla creazione dell'immagine di una città sotto il segno della Serenissima.
The aim of the research was to study the Beata Vergine del Soccorso church, starting from its archive and from the anlysis of the accounting documents. In lack of the project's drawings, the goal was parsued throughout the realization of some digital reconstructions and the planning of a database, in which it was used the technique of markup. The ammount of data were useful to reconstruct the story of the two building sites (the one of the church anche the one of the bell tower), the original form of the church and to improve knoledge about the Renaissance buiding sites of the Veneto. Based on a project of Francesco Zamberlan, the octagonal church surrounded by a peristyle was built from 1594 to 1603, year in which its wood dome was completed; this was maybe the first single-shelled dome of the Serenissima Republic. However, in 1606, the cupola was demolished and replaced with a pitched roof. During time the church was modified several times, most of all in the twenties of the XVII century, when started the decoration of the inner space with statues and paintings, and at the beginning of the XVIII century, when the upper part of the central octagon was totally reshaped. In 1655 Baldassare Longhena designed the tower bell, which construction ended only in the eighties of the XIX century. To complete the study of the church was analized the context, the Polesine, in particular the city of Rovigo, that lived a phase of architectural renovation at the end of the XVI century. Investigate the patronage of the Rotonda underlined the collective dimension of this work: built as a sanctuary, from the 1612 the building became ufficially a civic temple. For this change and for the inside decorations the Rotonda is a real unicum in the panorama in the Veneto of the Renaissance period. The study about the church was supported by a detailed analysis of the architect of the church Francesco Zamberlan and of the reasons why he was chosed to plan the Rotonda. Often misunderstood by the critics, who believed he was a man of secondary importance, Zamberlan appears as an eclectic and complex figure, an architect capable of developing a personal language, dry and simple, suitable for containing building costs. Therefore not just a collaborator of Andrea Palladio, but an architect able to meet the needs of ambitious patrons, but withlimited economic resources. Models choosen for the Rotonda, like the Mausoleum of Diocletian in Split, prove that; they were wellknown in the territories dominated by Venice and functional for the creation of the city image under the sign of the Serenissima.
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Paglioli, Simona <1977&gt. "Il modello della Santa Casa di Loreto : tipologie architettoniche e devozionali fra Lombardia e Veneto nella prima metà del XVII secolo". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/8298.

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Il lavoro presenta una sintesi storica e critica sul culto della Madonna di Loreto, con particolare riferimento alla diffusione delle repliche architettoniche della Santa Casa in epoca postridentina. L'intento è quello di fare chiarezza sulla complessa fenomenologia lauretana, avanzando una proposta di lettura metodologica alternativa basata sul confronto fra alcuni sacelli-copia realizzati nella prima metà del XVII secolo a Cremona e diocesi, Mantova, Brescia e Verona. Più che un inventario di casi, il lavoro presenta una classificazione tipologica degli aspetti fondanti del culto: attraverso l’analisi comparata dei contesti sociali e dei sistemi costruttivi, l'obiettivo è quello di comprendere se, e in quale misura, i sacelli individuati come oggetto della ricerca si siano effettivamente ispirati a un unico modello, al fine di approntare una sorta di albero genealogico dei prototipi lauretani riconducendo edifici e opere in seno a una determinata tradizione devozionale o ramo iconografico di riferimento
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Alberton, Angelamaria. ""Finchè Venezia salva non sia": garibaldini e garibaldinismo in Veneto (1848-1866)". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3427331.

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Resumen
My research aims at to analyse the phenomenon of Garibaldinism set in a regional contest, the Venetian one, that is traditionally considered moderate and conservative, but where the growing desire to get rid of the Austrian rule, particularly in the years 1859-1866, brought about a good deal of activities. The survey focuses on a proper number of venetian garibaldinians, especially (but not only) belonging to the formation of the “Mille”. I utilized not only ordinary civil and military documents, but mainly memories, diaries and letters, to reconstruct significant facts in their lives and to tackle various topics: the basic motivations of “becoming garibaldinians” (ideal, economic and psychological-existential level); the Venetian emigration first to Piedmont and then to the Kingdom of Italy on the years 1859-1866 (Austrian measures preventing escapes abroad, political-diplomatic use of Venetian emigrants in the couple of years 1859-1860, important role of a legal aid, but also of preventive control, played by the Central political venetian committee led by Alberto Cavalletto and its subsidiary committees, difficult management of emigrants by the Italian government, problems deriving from being exiles, the presence of a false political emigration etc.); the action moved by followers of Mazzini and Garibaldi (mazzinians and garibaldinians including a few moderate pro-garibaldian militants), inside and outside Veneto, to speed up its liberation, up to 1866 regular war versus Austria. On the bases of the data collected in the course of my project, I tried to explain how is possible to talk about garibaldinism in Veneto, aware that the answer can vary, depending on the emotional, military or political accepted meaning of this term, so opening different and not obvious scenarios.
La mia ricerca si propone di analizzare il fenomeno del Garibaldinismo in un contesto regionale, quello Veneto, tradizionalmente considerato moderato e conservatore ma dove il crescente desiderio di liberarsi dal dominio austriaco in particolare negli anni 1859-1866, determina un notevole attivismo. L’indagine si concentra su un numero appropriato di garibaldini veneti, specialmente (ma non solo) appartenenti alla formazione dei “Mille”. Ho utilizzato non solo documenti civili e militari ma sopratutto memorie, diari e lettere per ricostruire fatti significativi delle loro vite e per affrontare varie tematiche: le motivazioni base del “diventare garibaldini” (livello ideale economico e psicologico-esistenziale), l’emigrazione veneta prima in Piemonte e poi nel Regno d’Italia negli anni 1859-1866 (misure austriache contro le fughe all’estero, l’uso politico-diplomatico degli emigrati veneti nel 1859-1860, l’importante ruolo di patrocinio ma anche di controllo preventivo, svolto dal Comitato politico centrale Veneto guidato da Alberto Cavalletto e i comitati affiliati, la difficile gestione degli emigrati da parte del governo italiano, i problemi della vita d’esilio, la presenza di falsi emigrati politici etc).L’azione svolta dai seguaci di Mazzini e Garibaldi (ma anche da moderati filo garibaldini), dentro e fuori il Veneto, per affrettarne la liberazione, fino alla guerra regolare del 1866 contro l’Austria. In base ai dati raccolti nel corso del lavoro ho cercato di spiegare come sia possible parlare di garibaldinismo in Veneto, consapevole che la risposta può variare in base all’ accezione politica, militare o emozionale di questo termine aprendo così scenari differenti e inediti.
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PORTINARI, Stefania. "Istituzioni e movimenti artistici, collezionismo e gallerie nel Veneto negli anni Settanta del Novecento. Dottorato di ricerca in Storia dell'arte, 18° ciclo". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari. Facoltà di Lettere e Filosofia, 2007. http://hdl.handle.net/10278/35098.

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Libros sobre el tema "Storia del veneto"

1

Cibotto, Gian Antonio. Elementi per una storia del teatro veneto. Sottomarina di Chioggia, Venezia: Il leggio, 2004.

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2

Bordin, Franco. Storia del Veneto: Dalle origini alla conquista dei Longobardi. [Padova]: Zielo, 1999.

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3

Giardini del Veneto: Guida nella storia e nell'arte. Treviso (TV): Editoriale Programma, 2017.

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4

I castelli del Veneto: Guida nella storia e nell'arte. (TV): Editoriale Programma, 2016.

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5

Cracco, Giorgio. Tra Venezia e terraferma: Per la storia del Veneto regione del mondo. Roma: Viella, 2009.

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6

Franco, Scarmoncin y Scotto Davide 1983-, eds. Tra Venezia e terraferma: Per la storia del Veneto regione del mondo. Roma: Viella, 2009.

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7

Bianco, Umberto Del. Storia postale del Lombardo Veneto (1815-1866): La rete dei trasporti postali. Padova: Elzeviro, 2000.

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8

Il filo rosso: Breve storia della CGIL nel Veneto bianco. Venezia: Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea, 2007.

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9

Antonio, Rigon, ed. Monselice: Storia, cultura e arte di un centro "minore" del Veneto. Monselice (Padova): Comune di Monselice, 1994.

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10

La Regione del Veneto a quarant'anni dalla sua istituzione: Storia, politica, diritto. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2013.

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Capítulos de libros sobre el tema "Storia del veneto"

1

Martin, Franco Foresta y Geppi Calcara. "Elettricità dal vento". En Per una storia della geofisica italiana, 151–56. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1578-4_15.

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2

Zabbia, Marino. "Carlo Cipolla, Amedeo Crivellucci e l’edizione della Historia Langobardorum di Paolo Diacono". En Reti Medievali E-Book, 317–31. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-423-6.19.

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During the congress on Paolo Diacono held in Cividale del Friuli in 1899 (eleven centuries after Paolo's death) a scientific committee decided to publish a new edition of Paolo’s opera omnia. A sort of scholar jealousy arised: the Istituto storico italiano thought that its own duty was to publish the Historia romana and the Historia Langobardorum, the main works written by Paolo. The eminent scholar Carlo Cipolla, on the contrary, believed that task was of the Deputazione veneta di storia patria. A compromise was signed: Amedeo Crivellucci (of the Istituto storico) invited Cipolla to collaborate on the edition of both Histories. The present essay recalls that collaboration (that unfortunately was interrupted in 1904) studying the correspondence between Cipolla, Crivellucci and other historians (Villari, Crivellucci) and reopening an unknown page of the history of Italian medievistic scholarship.
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3

Azzetta, Luca. "Iniziative per un centenario. Dante al Dipartimento di Lettere e Filosofia". En L'illustre volgare, 21–33. Firenze: Società Editrice Fiorentina, 2022. http://dx.doi.org/10.35948/dilef/978-88-6032-685-0.02.

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Resumen
Il contributo presenta le iniziative maturate all’interno del Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Firenze in occasione del settimo centenario della morte di Dante. In particolare si sofferma su due iniziative: dapprima l’ampio ciclo di conferenze Dante e i poeti italiani del Novecento, dedicato al vario rapporto intrattenuto da venti poetesse e poeti del secolo scorso con la poesia dell’Alighieri; quindi la mostra Onorevole e antico cittadino di Firenze. Il Bargello per Dante, ospitata nelle sale del Museo del Bargello, che ricostruisce le modalità con cui Firenze, pochi anni dopo la morte di Dante, si riappropriò della memoria e della figura del poeta, dando vita a un profondo processo di rielaborazione della memoria: esso culmina con la consacrazione dell’Alighieri dovuta a Giovanni Boccaccio e ha ricadute decisive per la storia della letteratura e della cultura italiana, cioè del modo in cui ancora oggi si guarda a Dante e si legge la Commedia. All’interno di questo percorso di riappropriazione un aspetto rilevante è quello che riguarda le prime traduzioni dai classici latini, che intrattengono con la Commedia un rapporto privilegiato e complesso.
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4

D’Ambrosio, Antonio. "«Una diversa me stessa». Venti racconti di Gianna Manzini". En Studi e ricerche del Dipartimento di Lettere e Filosofia, 393–413. Firenze: Società Editrice Fiorentina, 2023. http://dx.doi.org/10.35948/dilef/978-88-6032-688-1.22.

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Resumen
L’intervento presenta l’evoluzione della narrativa di Gianna Manzini dall’esordio con Tempo innamorato (1928) fino a Venti racconti (1941), antologia che riassume il suo intero percorso creativo. Di questa indaga la storia, attraverso il carteggio con Giuseppe De Robertis; studia la struttura; dimostra la raggiunta maturità stilistica dell’autrice con l’analisi di un campionario di varianti.
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5

Nanetti, Andrea. "15 • A mo’ di conclusione Excursus sul patrimonio archivistico e bibliotecario del Regno Veneto della Morea (1684-1718) come fonte per lo studio del Peloponneso medievale". En Studi di storia. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2021. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-544-5/015.

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6

"Per la storia del veneto lagunare orientale: a proposito della varietà di Caorle (dai rilievi di Ugo Pellis per l’ALI del 1926 e 1932)". En Italica et Romanica, 53–58. Max Niemeyer Verlag, 1997. http://dx.doi.org/10.1515/9783110963311.923.

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7

Ferrari, Stefano. "Da Vienna a Milano: genesi e reazioni alla prima traduzione della Storia delle Arti del Disegno di Winckelmann". En Vie Lombarde e Venete, editado por Helmut Meter y Furio Brugnolo. Berlin, Boston: DE GRUYTER, 2011. http://dx.doi.org/10.1515/9783110235043.259.

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8

"Carlo Ridolfi (1594 Lonigo – 1658 Venice) and Le maraviglie dell’ arte, overo le vite de gl’ illustri pittori veneti e dello stato (1648)". En Life stories of women artists, 1550–1800, 85–94. Routledge, 2020. http://dx.doi.org/10.4324/9781315091815-10.

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9

Carolo, Attilio Giovanni. "Le Sfere Planetarie di Giove, Venere, Luna e Sole & Ottava sfera nei Musei Civici di Vicenza: note relative al loro ritrovamento ed aspetti storico-didattici descrittivi". En Società italiana degli storici della fisica e dell'astronomia : atti del XLI Convegno annuale = proceedings of the 41st Annual Conference. Pisa University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.12871/978883339694144.

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Actas de conferencias sobre el tema "Storia del veneto"

1

Bouten, Thijs, Nick Gralike y Lars-Uno Axelsson. "Development, Atmospheric Testing and Field Operation of a Fuel Flexible Gas Turbine Combustion System for Crude Oil Volatile Organic Compounds". En ASME Turbo Expo 2022: Turbomachinery Technical Conference and Exposition. American Society of Mechanical Engineers, 2022. http://dx.doi.org/10.1115/gt2022-82390.

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Resumen
Abstract Volatile Organic Compounds (VOCs) evaporate from crude oil due to their volatile characteristics. These VOCs are conventionally vented, thereby contributing significantly to the harmful emission in the crude oil loading, storage and transport on offshore platforms, ships, storage tanks, terminals and shuttle tankers. The VOCs can be captured by a VOC recovery system, thereby reducing the harmful emissions significantly. The heavier fractions (mainly C3+) out of VOCs can be stored as liquid VOC (LVOC). The non-condensable fraction is a surplus gas (SVOC) mainly consisting out of lighter hydrocarbons and inert gases. The composition of LVOC and SVOC significantly varies depending on the type of crude oil. The application of both LVOC is challenging due to the high volatility, high dew point and varying compositions, while the SVOC is challenging because of the high variation in inert gas concentration, which depends on the crude oil level in the cargo tank. This paper will present the development and testing of a new tubular combustion system that can operate on the LVOC and SVOC from a VOC recovery unit as well as on LNG in case the VOC recovery plant is not operational. The challenges of the high variety in fuels are mainly translated in a dedicated fuel nozzle for the low calorific fuel combustor. This novel nozzle allows for stable operation on a wide variety of fuels with limited supply pressure requirements. The combustor has been tested in OPRA’s state-of-the-art atmospheric combustor test rig. Hereby various fuels have been supplied. The results presented in this paper focus on the validation of flame stability, operational window, turn down and emissions operating on different mixtures of low calorific gas (SVOC) and high calorific gas (LVOC, propane and natural gas). After successful completion of the atmospheric testing, a full-scale engine test has been performed with the OP16 gas turbine in OPRA’s engine test cell. Multiple gensets are installed on shuttle tankers and have been successfully commissioned with the various fuels. Operational experience from these sea trials are discussed. It has been proven that the OPRA OP16 gas turbine can utilize 100% of the VOC emissions recovered from the shuttle tanker, whereby power is supplied to the vessel. This results in a significant reduction of the ship’s emissions.
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