Literatura académica sobre el tema "Storia del teatro russo"

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Artículos de revistas sobre el tema "Storia del teatro russo"

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Manganaro, Andrea. "Luigi Russo: l’unità di scienza e vita". Italianistica Debreceniensis 25 (29 de marzo de 2020): 10–19. http://dx.doi.org/10.34102/itde/2019/5513.

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Resumen
Nella sua attività di storico e critico Luigi Russo considerò la letteratura non nella prospettiva circoscritto sapere disciplinare, ma tese sempre a correlarla ad aspetti più ampi del reale, della storia, a “fare storia” più che a “saper leggere”, a connettere sempre “scienza” e “vita”, teoria e prassi, studio e valori etico-politici, secondo l’insegnamento di Francesco De Sanctis, enunciato nella straordinaria omonima prolusione napoletana del 1872, da Russo interpretata nella monografia Francesco De Sanctis e la cultura napoletana del 1928. L’opera di Luigi Russo, antiautoritaria, antidemagogica, antidittatoriale, può ancora essere punto di riferimento per coloro a cui stanno a cuore, insieme, i valori della cultura e della polis.
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Cooper, Nancy L. y Daniela Rizzi. "La rifrazione del simbolo. Teorie del teatro nel simbolismo russo". Slavic and East European Journal 38, n.º 2 (1994): 376. http://dx.doi.org/10.2307/308827.

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Garavaglia, Valentina. "Tra utopia e riformismo, il teatro pubblico di Paolo Grassi e Giorgio Strehler". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 54, n.º 1 (10 de marzo de 2020): 439–58. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820910088.

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Resumen
L’incontro tra Paolo Grassi e Giorgio Strehler avvenuto nella Milano del dopoguerra, segna l’inizio di un sodalizio, artistico e umano, che ha concorso a scrivere importanti pagine della storia del teatro non solo italiano, ma soprattutto ha contribuito ad arricchire la storia della cultura di ispirazione socialista nel nostro paese. Il legame tra il Piccolo Teatro di Milano, nei suoi primi 25 anni di vita, e la storia del socialismo riformista si racconta attraverso drammaturgie di impegno politico, scelte di regia e di politica culturale nelle quali si intrecciano le biografie del regista e dell’ideologo, uniti nell’impegno per la realizzazione di un teatro d’arte per tutti a partire dall’eredità della Resistenza. Attraverso l’analisi degli appunti di regia, della corrispondenza privata, della critica e degli allestimenti, l’articolo si propone di ripercorrere gli anni dalla fondazione del Piccolo Teatro, nel 1947, fino al 1972, anno in cui Paolo Grassi passerà alla direzione del Teatro alla Scala. A partire dal primo allestimento di Giorgio Strehler, L’albergo dei poveri di Gor’kij, le scelte drammaturgiche e stilistiche del primo teatro stabile pubblico italiano si rivelano emblematiche della continua tensione ideale tra arte e politica, tra attenzione rivolta all’uomo e riflessione sulla collettività.
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Sette, Piersandro, Romolo M. Dorizzi y Anna M. Azzini. "La breve storia del laringoscopio: dal teatro lirico al teatro operatorio". La Rivista Italiana della Medicina di Laboratorio - Italian Journal of Laboratory Medicine 9, n.º 1 (marzo de 2013): 45–51. http://dx.doi.org/10.1007/s13631-012-0077-5.

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Bernard, Margherita. "Elena Liverani, Un personaggio tra storia e letteratura. Don Carlos nel teatro spagnolo del XIX secolo, Firenze, La Nuova Italia, 1994, 266 pp". SIGLO DIECINUEVE (Literatura hispánica), n.º 2 (7 de mayo de 1996): 240–44. http://dx.doi.org/10.37677/sigloxix.vi2.390.

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Venturi, Antonello. "Risorgimento e regno d'italia nella storiografia russa tra fine ottocento e primo novecento: n.i. kareev e e.v. tarle". MONDO CONTEMPORANEO, n.º 3 (marzo de 2013): 129–48. http://dx.doi.org/10.3280/mon2012-003004.

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Resumen
Tarle sono tra i piů noti specialisti di storia europea nella Russia di fine Ottocento e di inizio Novecento. I loro testi di alta divulgazione di questi anni, che riflettono direttamente quel che si insegnava nelle universitŕ dell'impero, ben illustrano la loro idea della piů recente storia italiana. Forte č qui l'influenza del radicalismo politico russo degli anni Sessanta dell'Ottocento: chi veramente cambia l'ordine europeo č Napoleone III, Mazzini incarna il peso eccessivo della religione nella vita politica italiana, Cavour č anzitutto un nemico della rivoluzione popolare. Anche Garibaldi per Kareev č sostanzialmente l'uomo capace di unire l'elemento monarchico a quello popolare, piů che un rappresentante di quest'ultimo, anche se Tarle riprende invece il grande mito russo dell'eroe popolare. I primi anni del regno d'Italia riuniscono invece i due autori nella sconsolata visione di un paese povero, dalle forme sociali arretrate, afflitto dall'ignoranza e vittima di continue politiche anti-popolari.
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Della Ferrera, Giacomo. "Il caso del Teatro Sociale di Sondrio per la fisionomia del pubblico teatrale otto-novecentesco". ACME 74, n.º 2 (14 de septiembre de 2022): 147–66. http://dx.doi.org/10.54103/2282-0035/18665.

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Resumen
Il Teatro Sociale di Sondrio, inaugurato nel 1824, rappresenta tra XIX e XX secolo il più importante centro teatrale dell’intera Valtellina. Considerando anche l’importanza che riveste nella storia locale, il teatro sondriese può essere preso come esempio attraverso cui riconoscere, da un punto di vista particolare, le evoluzioni a cui va incontro la drammaturgia italiana a cavallo dei due secoli. Lo studio dei manifesti conservati negli archivi e lo spoglio dei periodici locali hanno permesso di analizzare le modalità e le tempistiche con cui venivano allestiti gli spettacoli e l’accoglienza di questi da parte del pubblico e della critica di Sondrio: su queste basi, il seguente studio cerca di offrire una fisionomia del pubblico teatrale otto-novecentesco, un pubblico provinciale, lontano da quello delle grandi città ma che, come si vuole dimostrare, condivide con quest’ultimo gli stessi gusti: dalla ricerca della novità alla passione per i drammi sentimentali, dalla pièce bien faite alla nuova drammaturgia borghese.
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Alfonso, Maurizio Iacono. "Una storia tra i mondi intermedi". EDUCAZIONE SENTIMENTALE, n.º 17 (diciembre de 2011): 78–88. http://dx.doi.org/10.3280/eds2012-017007.

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Resumen
Questo articolo prende avvio da una storia personale fatta di crisi della politica, di una guarigione dal mal di schiena e da una ricerca sul concetto di feticismo come storia della sostituzione, e arriva alla conclusione che il gioco, il rito, il teatro possono svelare il significato dei "mondi intermedi". Essi infatti sono tutti degli atti consapevoli del fare finta, cioč dello sdoppiamento mimetico, dove l'imitazione di un mondo dato spinge verso la costruzione di un mondo nuovo, che imita appunto il primo, ma se ne differenzia, rendendosi via via autonomo. Č questa l'autonomia nella relazione che caratterizza e determina i mondi intermedi. In questo far finta, in tale abbandono consapevole alla finzione, la relazione nell'autonomia puň essere richiamata dalla "coda dell'occhio".
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Wagner-Kyora, Georg. "«Beste bürgertradition». La ricostruzione del teatro dell'opera di Francoforte: una storia postmoderna (1946-1981)". STORIA URBANA, n.º 129 (abril de 2011): 23–64. http://dx.doi.org/10.3280/su2010-129002.

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Resumen
Il saggio indaga le complesse vicende legate, fra il 1946 e il 1981, alla ricostruzione del teatro dell'Opera di Francoforte e le inquadra in un contesto, quello della borghesia di Francoforte, che diede a questa ricostruzione un forte significato politico legato, anche, ad un processo di riappropriazione dell'identitŕ cittadina. Si tratta di un edificio che, per i diversi significati che nel tempo, sia livello locale che nazionale, ha rivestito - prima luogo di integrazione, poi di emarginazione, legato anche alle vicende della borghesia ebraica - puň essere considerato uno dei piů importanti della Germania. Il dibattito sulla sua ricostruzione ebbe un carattere fortemente politico, anche per la sua posizione determinante nell'immagine cittadina, cui si aggiunsero nel tempo altri elementi generatori d'identitŕ: da un lato esso era muto testimone della storia dell'integrazione borghese interconfessionale, dall'altro era un monumento per le vittime della seconda guerra mondiale, soprattutto per quelli che una cittŕ bombardata poteva rappresentare. Una rovina di questo genere, cosě appariscente nel contesto urbano, lungamente conservata nel cuore della dinamica, ricca e operosa Francoforte, testimoniava una grande capacitŕ attiva nel produrre il rapporto con la propria storia.
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Gwynne, Paul. "Bernardino Stefonio S.J. Un gesuita sabino nella storia del teatro, written by Mirella Saulini". Journal of Jesuit Studies 3, n.º 1 (5 de enero de 2016): 157–59. http://dx.doi.org/10.1163/22141332-00301005-24.

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Tesis sobre el tema "Storia del teatro russo"

1

D'Amico, Lorenzo <1996&gt. ""La diplomazia russo-statunitense nella Guerra del Kosovo"". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20489.

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Resumen
The thesis aims at highlighting and analyzing the diplomatic action made by both Russia and the United States in the Kosovo War occurred between 1998 and 1999. It was an armed conflict between the FRY (Federal Republic of Yugoslavia) and the Albanian national liberation movement UCK (Ushtria Çlirimtare and Kosovës), also known as KLA (Kosovo Liberation Army), which claimed the independence of Kosovo. Following several episodes of repression of ethnic Albanians in Kosovo by Serbia and a series of failed negotiations with Serbian President Milosevic, NATO (North Atlantic Treaty Organization) decided to support the KLA and intervene militarily on the territory. The related events are not the product of the NATO intervention, or at least not entirely, but more of the diplomatic meeting between the real protagonists, namely the United States and Russia. Through the analysis of primary sources such as memoranda from the national archives and the memories of the protagonists involved, the thesis highlights how the Kosovo War did not end exclusively through the massive bombings of the Atlantic Alliance, but also thanks to the brilliant diplomatic skills of the Russian envoy Chernomyrdin, US Vice President Gore and Ambassador Talbott, who convinced President Milošević to surrender. Moreover, the event dates “only” to about twenty years ago, which makes the relative historiography not as abundant or necessarily exhaustive as that about other conflicts involving the United States. This thesis therefore aims to contribute and enrich a recent historiography and not as vast as others. The structure of this study is tripartite. The first chapter deals with a detailed summary of the related events. The second chapter presents the United States and Russia at the beginning of the conflict, analyzing the US humanitarian motives that constitute NATO's casus belli and the reasons for Russia's initial aversion to the military intervention of the Atlantic Alliance. The third chapter instead shows Russia and the United States as essential diplomatic protagonists for the end of the conflict. It presents the contents of a series of memoranda declassified on 2 May 2019 and made available by President Clinton's Digital Library. At the time of writing this thesis, that is spring and summer 2021, there are no essays or academic texts that report these documents. Consequently, the narration and analysis of this chapter will take place mainly through primary sources.
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Giurlando, Davide <1979&gt. "Mondi in guerra : strategie di rappresentazione del conflitto nel cinema russo". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1162.

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Resumen
Il presente lavoro, diviso in tre sezioni, si propone di tracciare una storia del cinema di guerra della Russia dagli anni ’20 al periodo attuale mediante l’analisi di una selezione di film. Nella prima sezione si mira a dare consistenza teorica alla possibilità di utilizzare i film come strumenti di indagine culturale, paragonando la storia del cinema di guerra russo-sovietico a quella di altri paesi e accertando la presenza in Russia di un “mito” del conflitto bellico. Nella seconda sezione si prendono in esame i primi film di propaganda, e quindi i cinegiornali e i documentari del secondo conflitto mondiale. I procedimenti stilistici e gli schemi concettuali secondo i quali la guerra viene delineata in tali film costituiscono la base su cui verranno costruite le opere di fiction aventi lo stesso tema nei decenni successivi. La terza sezione è dedicata ai film girati in studio ed è costituita da sei sottosezioni; ognuna comprende l’analisi di una serie di pellicole, selezionate a seconda del periodo storico in cui sono state prodotte. Infine, nelle conclusioni, si propongono ulteriori spunti d’indagine; per esempio, sulle attuali serie televisive a sfondo bellico.
The present dissertation is divided into three sections and intends to trace an history of Russian war cinema from the 20s to the present day, through the analysis of a selection of films. The first section aims to give substance to the theoretical possibility of using films as tools for cultural research, by comparing the history of Soviet war cinema with the one from other countries, and thus ascertaining the presence of a “myth” of the war in Russia. In the second section, an analysis of early propaganda films, newsreels and documentaries from World War II is proposed. Stylistic procedures and conceptual schemes under which war is outlined in these films provide the foundation for the works of fiction about the same theme which are developed in the following decades. The third section focuses on studio films, and consists of six subsections; each one including the analysis of a series of films, selected according to the historical period they were produced in. In the final conclusions, some suggestions for further research are proposed, such as a possible analysis about current war-themed TV series.
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Saviola, Laura <1994&gt. "Kandinskij in Italia. Storia della ricezione dell’arte del Maestro nella Penisola". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15402.

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Resumen
Questo progetto di tesi ha lo scopo di analizzare come la figura e l’opera di Vasilij Kandinskij sono state accolte e recepite in Italia, sia a livello espositivo – cercando quindi di capire non solo e non tanto il graduale mutamento di gusto da parte del grande pubblico italiano quanto, piuttosto, come la personalità e la pittura dell’artista russo (o russo-tedesco) sono state raccontate –, che editoriale. Seguendo un percorso cronologicamente ordinato, l’elaborato si apre proprio con la prima personale di Kandinskij in Italia e con le vicende attorno alla pubblicazione della prima traduzione in italiano di Uber das Geistige in der Kunst. Verrà poi verificato il rapporto di Kandinskij con l’astrattismo degli anni Trenta e Quaranta, attraverso il confronto della pittura del maestro russo e dei suoi presupposti con quella dei maggiori astrattisti italiani dei due decenni. Nei capitoli successivi si parlerà delle retrospettive di Kandinskij organizzate dagli anni Cinquanta ad oggi. Ad una descrizione della mostra trattata seguirà, attraverso l’analisi dei testi di presentazione e di articoli usciti su testate nazionali, un’indagine sulla critica che ne scaturisce, il tutto dando conto del momento storico in cui tali interventi si inseriscono.
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Liakhnovich, Nastassia. "Tra aspetto e aktionsart: storia, classificazioni e difficoltà nell’apprendimento del russo come lingua straniera". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20677/.

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Resumen
L’oggetto della presente tesi è la relazione tra due fenomeni: aspetto verbale e Aktionsart, in particolare nella lingua russa. Il primo capitolo è dedicato alla struttura del dominio tempo-aspettuale in diverse lingue e alla storia dello sviluppo della terminologia in esame, nonché alla posizione dei termini aspetto e Aktionsart nella linguistica tedesca, italiana e russa. Nel secondo capitolo viene definito l’aspetto verbale russo come categoria lessico-grammaticale strutturata in un paradigma binario, che viene descritta, poi, sia dal punto di vista formale che semantico. Una parte del capitolo è dedicata al significato invariante dell’aspetto da un lato e ai significati aspettuali specifici del perfettivo e imperfettivo dall’altro. Successivamente vengono trattati i processi della formazione dei verbi di due aspetti. Nel terzo capitolo viene riportata una tesi sull’importanza del riconoscimento dei significati lessicali verbali nella spiegazione del modo in cui si utilizzano gli aspetti. Viene presentata una classificazione degli Aktionsarten raggruppati sulla base di diversi affissi che apportano ai verbi vari significati lessicali. Nell’ultimo capitolo sono descritti alcuni problemi nell’apprendimento dell’aspetto per gli studenti di russo come lingua straniera. Tramite l’analisi di una raccolta di elaborati degli studenti italiani, viene mostrata la presenza di specifiche difficoltà nell’utilizzo delle corrette forme del presente e del futuro indicativo, nonché dell’infinito. La tesi fa risaltare le difficoltà nell’apprendimento dei fenomeni in oggetto della lingua russa e può servire da spunto per riflessioni sui possibili rafforzamenti delle metodologie dell’insegnamento dell’argomento.
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Lumine, Giovanni <1992&gt. "La crisi finanziaria asiatica e le politiche del Post-Washington Consensus in Asia orientale". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12799.

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Resumen
Il seguente lavoro riprende il dibattito sul neoliberismo e sui differenti modelli economici che interessano i paesi in via di sviluppo. Riguardo a quest'ultimo punto, salta certamente all'occhio l'inarrestabile successo avuto dalle cosiddette "tigri asiatiche", e in generale dalle economie dell'Asia orientale, all'interno del nuovo sistema economico globalizzato che è venuto a formarsi a partire dalla fine degli anni settanta. Questa parte di mondo è stata ed è tuttora considerata da molti come un modello vincente per la sua capacità di attrarre investimenti a livello internazionale e per l'alto grado di liberalizzazione della sua economia di mercato. Nell'estate del 1997, tuttavia, diversi paesi asiatici dovettero ricorrere a un prestito del Fondo Monetario Internazionale proprio per risanare gli squilibri derivati da una eccessiva quantità di investimenti. Dopo aver ripercorso i principali eventi storici che hanno contribuito a stabilire il sistema economico e monetario oggi dominante, verranno analizzate le ripercussioni di questo processo sul mondo della finanza e sulle politiche del Fondo Monetario Internazionale, esponendo inoltre il concetto di "Post-Washington Consensus". Nel secondo capitolo, invece, saranno prese in esame alcune delle teorie più quotate per quanto riguarda le crisi finanziarie occorse di recente nei paesi in via di sviluppo. Nel terzo capitolo, infine, queste teorie verranno applicate al caso asiatico, mettendolo di fronte al dibattito scientifico dell'epoca. Vedremo innanzitutto che la crisi asiatica non segue lo stesso copione delle precedenti crisi finanziarie, e che il dibattito in merito alle sue cause segue almeno tre differenti scuole di pensiero. Per concludere, ripercorreremo gli eventi fondamentali che hanno portato allo scoppio della crisi, concentrandoci sul ruolo dei governi e del Fondo Monetario Internazionale prima, durante e dopo la crisi. Nello specifico, andremo ad analizzare l'impatto dei programmi di aggiustamento strutturale del FMI sui tre paesi maggiormente colpiti (Thailandia, Indonesia, Corea), associabili al cosiddetto "modello di sviluppo ad alto rapporto tra debito e capitale", così come definito da Wade e Veneroso. Vedremo che è proprio sul tema delle liberalizzazioni finanziarie che si concentra lo scontro ideologico e politico tra gli organi di Bretton Woods (rappresentativi del modello di sviluppo unico a guida anglo-statunitense) e i governi asiatici colpiti dalla crisi, considerati tutto ad un tratto inefficienti e corrotti. Il fine ultimo sarà quello di stabilire se, nel caso della crisi asiatica, si abbia assistito a un fallimento delle politiche pubbliche oppure a un fallimento dei mercati finanziari. Nel primo caso, bisognerebbe spiegare come mai il tracollo sia potuto accadere tutto ad un tratto, dal momento che i paesi maggiormente colpiti avevano fino a pochi anni prima della crisi dei tassi di crescita tra i più elevati al mondo, oltre a possedere in generale un buon equilibrio macroeconomico. Nel secondo caso, verrebbe da chiedersi come mai alcuni paesi siano stati colpiti più duramente di altri. Se è vero che nell'era della globalizzazione è impossibile rinnegare l'importanza del libero mercato, è altrettanto vero che, come insegna l'esperienza delle crisi finanziarie, il ruolo dello stato è fondamentale nel bilanciare il rischio di un eccessivo spostamento di fondi domestici nei conti delle banche e degli operatori privati stranieri. In questo senso, il modello asiatico sembra essere comunque riuscito a cogliere i più grossi vantaggi dalle dinamiche economiche del neoliberalismo, riuscendo al tempo stesso ad evitare i rischi di una eccessiva vulnerabilità finanziaria.
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Dotto, Anna <1989&gt. "Stalin, dall’origine georgiana all’incarico di Commissario del popolo per le nazionalità". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5412.

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Resumen
La presente tesi di laurea è improntata sulla figura di Iosif Vissarionovič Džugašvili, noto alla storia come Stalin, il leader indiscusso dell’URSS e del comunismo mondiale per quasi tre decenni, principale autore delle Grandi Purghe, dell’industrializzazione e della collettivizzazione dell’Unione Sovietica. Lo scopo dell’elaborato è quello di studiare gli anni giovanili di Iosif Vissarionovič in Georgia, una delle province dell’ex Impero russo, per cercare di individuare i fattori che contribuirono a formare una personalità così complessa, forte e, per certi versi, ambigua, e per capire come e se tali fattori abbiano influito sulla sua attività di Commissario del popolo per le nazionalità, incarico che lo portò a trionfare sui suoi avversari nella corsa al potere dopo la morte di Lenin, e a divenire l’indiscusso leader dell’Unione Sovietica. Mentre la maggior parte degli studiosi che si sono dedicati allo studio della personalità caleidoscopica di questa figura ha concentrato il proprio interesse sulla vita e l’attività di Stalin dopo la conquista del potere, l’obiettivo di questa tesi è analizzare ciò che ha preceduto la pienezza del suo potere, focalizzandosi sull’origine georgiana ̶ quindi l’appartenenza ad una delle minoranze linguistiche dell’impero multietnico per eccellenza ̶ e sull’essenzialità della questione nazionale nell’ascesa politica dell’uomo che riuscì a distinguersi come ribelle e rivoluzionario, emergere come maggiore esperto delle minoranze nazionali, e crearsi un’ampia schiera di seguaci fino a governare l’intera Unione Sovietica.
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Merli, Elena <1989&gt. "Teatro e arti visive: elementi storico-artistici del lavoro dell'attrice". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4305.

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Resumen
Questa ricerca indaga pittura e scultura nella creazione del personaggio e nell'elaborazione del training. Si chiariscono le motivazioni che stimolano a prendere ispirazione dall'arte esaminando il lavoro di tre attrici attive nella scena teatrale contemporanea. This study focuses on painting and sculpture as a source of inspiration during the training and the creation of a character. We examine what motivates an actor to draw inspiration from works of art, dealing with three actresses who are active on the contemporary theatre scene.
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8

Bottaro, Marica <1987&gt. "Il saxofono nel teatro musicale francese del XIX secolo". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/2000.

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9

Farinelli, Francesco <1981&gt. "La drammatizzazione della storia. Uno studio del secondo Novecento attraverso i racconti del teatro di narrazione". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/6166/1/Farinelli_Francesco_tesi.pdf.

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Resumen
Sorto alla fine degli anni ottanta del Novecento, il teatro di narrazione ha raggiunto un notevole successo di pubblico a partire dagli anni Novanta. I suoi legami con il giornalismo d'inchiesta hanno condotto questo genere teatrale verso la narrazione di alcuni tra gli eventi pi controversi della storia dell'Italia repubblicana; eventi non ancora risolti sul piano processuale o al centro di una memoria storica fortemente divisa. Marco Baliani, Marco Paolini e Ascanio Celestini sono i tre autori che abbiamo scelto per affrontare un'analisi delle loro narrazioni in merito, rispettivamente, all'omicidio di Aldo Moro, alla strage di Ustica e all'eccidio delle Fosse Ardeatine. Oggetto della ricerca l'analisi dell'utilizzo delle fonti da dichiarate o comunque utilizzate dai narratori per la costruzione delle loro performances la loro selezione, la loro interpretazione e la loro disposizione nel testo e la messa in evidenza del problema della verità e del suo rapporto con il verosimile nelle narrazioni teatrali di eventi storici. Particolare attenzione viene inoltre posta al grande dibattito internazionale tra storia e fiction, alle strategie di coinvolgimento dell'opinione pubblica su temi morali e politici nonché all'analisi dei fattori economici e delle committenze che sono alla base di tali narrazioni.
In the eighties of the twentieth century a particular theatrical form appeared in Italy, which is known today as teatro di narrazione (storytelling theater). The storytelling theater has among its best actors and writers those involved in telling contemporary history in order to revive the memory of past events. Marco Baliani, Marco Paolini and Ascanio Celestini are among the actors who now better represent this artistic movement. The purpose of this thesis is to show how their performances are created and spread and to analyze the relationship between historical sources and drama texts of three events in the history of Italy: Mr Aldo Moro's murder, the slaughter of the Fosse Ardeatine and the massacre of Ustica. Particular attention is devoted to the international debate between history and fiction, to the analysis of the relationship between narrators and the public opinion, between morality and politics, and to the study of patronage and economic factors of these performances.
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Farinelli, Francesco <1981&gt. "La drammatizzazione della storia. Uno studio del secondo Novecento attraverso i racconti del teatro di narrazione". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/6166/.

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Sorto alla fine degli anni ottanta del Novecento, il teatro di narrazione ha raggiunto un notevole successo di pubblico a partire dagli anni Novanta. I suoi legami con il giornalismo d'inchiesta hanno condotto questo genere teatrale verso la narrazione di alcuni tra gli eventi pi controversi della storia dell'Italia repubblicana; eventi non ancora risolti sul piano processuale o al centro di una memoria storica fortemente divisa. Marco Baliani, Marco Paolini e Ascanio Celestini sono i tre autori che abbiamo scelto per affrontare un'analisi delle loro narrazioni in merito, rispettivamente, all'omicidio di Aldo Moro, alla strage di Ustica e all'eccidio delle Fosse Ardeatine. Oggetto della ricerca l'analisi dell'utilizzo delle fonti da dichiarate o comunque utilizzate dai narratori per la costruzione delle loro performances la loro selezione, la loro interpretazione e la loro disposizione nel testo e la messa in evidenza del problema della verità e del suo rapporto con il verosimile nelle narrazioni teatrali di eventi storici. Particolare attenzione viene inoltre posta al grande dibattito internazionale tra storia e fiction, alle strategie di coinvolgimento dell'opinione pubblica su temi morali e politici nonché all'analisi dei fattori economici e delle committenze che sono alla base di tali narrazioni.
In the eighties of the twentieth century a particular theatrical form appeared in Italy, which is known today as teatro di narrazione (storytelling theater). The storytelling theater has among its best actors and writers those involved in telling contemporary history in order to revive the memory of past events. Marco Baliani, Marco Paolini and Ascanio Celestini are among the actors who now better represent this artistic movement. The purpose of this thesis is to show how their performances are created and spread and to analyze the relationship between historical sources and drama texts of three events in the history of Italy: Mr Aldo Moro's murder, the slaughter of the Fosse Ardeatine and the massacre of Ustica. Particular attention is devoted to the international debate between history and fiction, to the analysis of the relationship between narrators and the public opinion, between morality and politics, and to the study of patronage and economic factors of these performances.
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Libros sobre el tema "Storia del teatro russo"

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Lenzi, Massimo. La natura della convenzione: Per una storia del teatro drammatico russo del Novecento. [Torino]: Testo & immagine, 2004.

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2

Storia del teatro antico. Roma: Carocci, 2005.

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3

Storia del teatro contemporaneo. Roma: Studium, 2008.

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4

Attisani, Antonio. Breve storia del teatro. Milano: BCM, 1989.

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5

Apollonio, Mario. Storia del teatro italiano. Milano: Biblioteca universale Rizzoli, 2003.

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6

1966-, Totaro Piero, ed. Storia del teatro greco. Grassina: Le Monnier università, 2008.

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7

Guardamagna, Daniela. Storia del teatro inglese. Roma: Carocci, 2002.

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8

Storia del teatro futurista. Roma: Studium, 2005.

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9

Storia del teatro italiano. Roma: Newton Compton, 1995.

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10

Antonucci, Giovanni. Storia del teatro futurista. Roma: Edizioni studium, 2005.

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Capítulos de libros sobre el tema "Storia del teatro russo"

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Galatà, Francesco. "Per la fortuna del Decameron nella letteratura di fine Ottocento: riscritture pascoliane edite e inedite". En Studi e saggi, 155–74. Florence: Firenze University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-668-1.09.

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Resumen
Although Boccaccio’s name is rarely encountered in published works of Giovanni Pascoli (1855-1912), traces of a constant reading and reuse of the Decameron have emerged and continue to emerge from the poet’s manuscripts. The article outlines the history of the already known contacts between the two authors and adds a new document: the unknown verse drama ‘Messer Gentile’, inspired by the novella X 4. This drama, designed as a one-act play with a prologue and three scenes, has been left unfinished: only the prologue and the first scene are preserved, but it is enough to appreciate some dynamics that characterize the rewriting process. A dense network of references to the most ancient Italian poetic tradition emerges from the dramatic lines, and among the manuscripts one discovers an experimental rhythmic prose composed of hendecasyllables arranged in a line that the study reconnects to the reform of modern tragic theater envisaged by Pascoli. Sebbene il nome di Boccaccio si incontri molto raramente nell'opera di Giovanni Pascoli (1855-1912), dai manoscritti del poeta sono emerse e continuano a emergere tracce di una lettura costante del Decameron. Il contributo ripercorre la storia dei contatti già noti tra i due autori e aggiunge un nuovo documento: l'inedito dramma in versi 'Messer Gentile' ispirato alla novella X 4. Il dramma, progettatto come atto unico con prologo e tre scene, rimase incompiuto: ci sono giunti soltanto il prologo e la prima scena, che sono sufficienti per apprezzare alcune delle dinamiche che caratterizzano la riscrittura. Dai versi emerge una fitta rete di riferimente alla tradizione poetica italiana delle origini e tra i manoscritti si ritrova un esperimento di prosa modulata sul ritmo continuato degli endecasillabi riconducibile all'idea di moderno teatro tragico di Pascoli.
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"Storia del KTTMCC Pissi pissi, bau bau". En Il teatro gay in Italia, 218–28. Accademia University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.4000/books.aaccademia.5049.

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