Literatura académica sobre el tema "STORIA DEL GIOCO INFANTILE"

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Artículos de revistas sobre el tema "STORIA DEL GIOCO INFANTILE"

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Perasso, Giulia, Chiara Allegri y Gloria Camurati. "Child Play Specialist e Child Life Specialist: ruolo, evoluzione storica e benefici per il paziente pediatrico. Una rassegna della letteratura". PSICOLOGIA DELLA SALUTE, n.º 3 (octubre de 2021): 57–81. http://dx.doi.org/10.3280/pds2021-003011.

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Resumen
Il gioco rappresenta un diritto fondamentale del bambino ed assume un ruolo cruciale du-rante l'esperienza dell'ospedalizzazione. Le figure del Child Play Specialist e del Child Life Specialist (riconosciute rispettivamente nel sistema sanitario del Regno Unito e degli Stati Uni-ti) forniscono programmi di gioco che normalizzino l'esperienza di ricovero del bambino e aiutino la familiarizzazione con il contesto medico. La presente rassegna persegue tre principali obiettivi: i. definire il ruolo dello specialista del gioco, la sua formazione, le tecniche implemen-tate, le aree di similitudine e differenza tra CPS e CLS; ii. esaminare l'evoluzione storica di questa professione; iii. indagare gli effetti dell'intervento dello specialista del gioco sulla salute bio-psico-sociale del paziente pediatrico. Di 613 fonti complessive (n=193 da Scopus, n=403 da Pubmed, n=17 da PsycInfo), 17 pubblicazioni sono state incluse, avendo applicato criteri inerenti lingua, tipologia di pubblicazione e pertinenza dei contenuti. Dalle fonti esaminate ri-sulta che: I. CLS e CPS presentano percorsi di training e tecniche simili. Emergono peculiarità di approccio diverse per CPS e CLS; II. Le esperienze pionieristiche di programmi di gioco in ospedale risalgono agli anni '20 con contributi significativi di Plank, Bergmann e Brooks; III. I principali effetti sulla salute infantile documentati sono il potenziamento del coping e la ridu-zione del ricorso a terapie farmacologiche per la gestione del dolore. Si evidenzia la necessità di un consenso internazionale sulla definizione del ruolo dello specialista del gioco, al fine di accrescere la ricerca empirica rispetto a tali professionisti della salute.
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Miglietta, Donata. "Quando i conflitti sono in gioco. Gruppi, formazione, diversitŕ". GRUPPI, n.º 1 (octubre de 2010): 103–10. http://dx.doi.org/10.3280/gru2010-001009.

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Il passaggio dalla posizione dell'ascolto al coinvolgimento corporeo del terapeuta che avviene nei gruppi di bambini č stato spesso sentito come eretico sia rispetto alla psicoanalisi sia rispetto alle teorie sui gruppi analitici. Nella formazione non si deve perdere di vista il fatto che, anche all'interno della stessa scuola, la pratica unificata č un'illusione (Schaffer). Il lavoro dei formatori č un lavoro di confine che regola il flusso della discordanza e della differenza e siamo noi a dovere vigilare affinché la diversitŕ non si trasformi in guerra. Quando le diversitŕ entrano in campo si tratta di affrontarne gli effetti. Nei gruppi di formazione per psicoterapeuti infantili il conflitto assume spesso figurazioni visibili e invisibili. Nei processi formativi con lo psicodramma si evidenziano percorsi evocatori di immagini che vanno dallo scontro tra bande armate al gioco dei bisticci fino all'integrazione delle differenze. Le psicoterapie sono oggi una galassia dai confini incerti e, come formatori, dobbiamo pensare ad un sistema aperto di conoscenza. Si dovrebbe mantenere la consapevolezza che non č impossibile che il processo vari da analista a analista, forse da paziente a paziente, in modo molto significativo (Meltzer). La questione č in visibile nei processi formativi della scuola COIRAG alla quale affluiscono sottogruppi con matrici teorico cliniche complesse e non certo univoche. La formazione si dovrebbe muovere nello spirito della COIRAG volto a costruire una storia comune in un tempo in cui tutti abbiamo bisogno di pace. Appare dunque significativo percorrere alcuni passaggi di questo percorso attraverso la formazione dei conduttori per gruppi in etŕ evolutiva. Si descrive il percorso tra emersione delle differenze teoriche, scontro e confronto nella formazione dei conduttori di gruppi in etŕ evolutiva. In analogia con il gioco dei bambini anche i conduttori modulano l'intensitŕ del conflitto attraverso la comparsa e la circolazione di immagini ludiche. Il conflitto che si trasforma in gioco puň facilitare il confronto tra diversitŕ teorico-tecniche.
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Ortalli, Gherardo y Gertrud Pfister. "Ludica, annali di storia e civiltà del gioco". German Journal of Exercise and Sport Research 27, n.º 2 (junio de 1997): 201. http://dx.doi.org/10.1007/bf03176294.

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Esposito, Maurizio y Lucio Meglio. "Una prospettiva internazionale sul gioco d'azzardo: teorie superate, questioni emergenti". SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, n.º 1 (abril de 2022): 15–29. http://dx.doi.org/10.3280/siss2022-001003.

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Resumen
Nel dibattito pubblico contemporaneo il tema del gioco d'azzardo risulta essere uno degli argomenti più dibattuti. Gli sviluppi informatici con le nuove modalità di giochi online hanno permesso infatti di ampliare il fenomeno rendendolo sempre più diffuso all'interno dei tessuti sociali delle nostre città. La riflessione teorica sembra però non stare al passo con le implicazioni sociali aperte da questo fenomeno. È del 1949, grazie agli studi di Edward Devereux, la prima analisi esplicitamente sociologica del gioco d'azzardo. Nell'ambito della sociologia non era ancora emerso un filone di studi sulle implicazioni sociali del gioco d'azzardo. Nel presente contributo si ripercorrerà la storia del contributo che le teorie sociologiche hanno dato allo studio di questo fenomeno, dividendo le prospettive ed i temi di analisi in due grandi scuole di pensiero: gli approcci funzionalisti, da Devereux in poi, e gli approcci disfunzionalisti, che hanno avuto in Herbert Bloch (1951) il loro capostipite.
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Busso, Emanuela. "Il nuovo paradigma della psicoanalisi infantile: l'importanza del "procedurale" in un approccio terapeutico integrato". RICERCA PSICOANALITICA, n.º 3 (octubre de 2011): 77–93. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2011-003007.

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Il testo traccia le linee generali di un nuovo paradigma dalla psicoanalisi infantile, definito "Approccio terapeutico integrato". Il modello nasce all'interno della teoria dei sistemi complessi e tiene conto dei dati dell' e delle scoperte neuro scientifiche sulla memoria procedurale. Si tratta di un intervento ad orientamento psicoanalitico sulle diverse componenti del sistema genitori-bambino, sistema che si estende ad altre persone significative per il bambino e di cui entra a far parte l'analista. L'intervento clinico, articolato su più livelli (interattivo, relazionale e intrapsichico), è caratterizzato dal coinvolgimento dei genitori nel processo terapeutico, dall'elasticità della tecnica e dall'utilizzo del gioco come espressione del sistema bambino-genitori-analista. Nelle vignette cliniche proposte, i bambini in seduta fanno apparentemente lo stesso gioco, ma con significati molto diversi in ogni singolo caso. L'analista non interpreta il contenuto del gioco, ma il lavoro terapeutico si svolge in gran parte su un livello implicito, procedurale del "come si gioca e si sta insieme". Ogni cambiamento nel modo di giocare segnala ed esprime un cambiamento nel sistema bambino-genitori-analista.
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Bydlowski, Sarah. "Inquietante estraneità e diventare genitori". INTERAZIONI, n.º 1 (abril de 2021): 100–111. http://dx.doi.org/10.3280/int2021-001008.

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Resumen
Alla nascita di un bambino, la solidità delle basi narcisistiche e l'infantile dei genitori sono messi alla prova fin dentro le ramificazioni delle loro appartenenze culturali. L'incontro tra il bambino e i suoi genitori è occasione di fantasie nostalgiche e fonte di stupore e meraviglia, ma inciampa sulla storia singolare di ciascuno, sulla costruzione della coppia con i suoi numerosi effetti in après-coup. Le proiezioni riguardo al bambino ostacolano talvolta la costruzione dei legami precoci e la costruzione del narcisismo primario del bambino. Il gioco delle identificazioni si trova in difficoltà e il bebè viene dolorosamente identificato a un elemento perturbante ed estraneo. Quando è a sua volta contenuta da una presenza attenta la madre può talvolta ritrovare una capacità calmante e sensuale; l'analista propone delle rappresentazioni delle poste in gioco in cui sono presi i partner della diade sotto l'influenza dell'angoscia. Questo lavoro di trasformazione in parole favorisce il posto del terzo e cerca di permettere al bambino come alla madre di ritrovare una capacità di gioco rappresentativo associato al piacere.
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Sasso, Giampaolo. "Il terapeuta gioca a tennis". PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, n.º 1 (junio de 2021): 93–107. http://dx.doi.org/10.3280/psp2021-001006.

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A partire dall'interrogativo sul perché il paziente gli sembri improvvisamente estraneo, e dalla lunga rêverie in cui si immagina impegnato con lui in una partita a tennis in cui il paziente impugna la racchetta con uno stile diverso dal consueto, l'autore riflette su alcune regole implicite del lavoro terapeutico che il gioco del tennis man mano gli suggerisce. Vale in questo caso il conteggiare i punti vinti e persi, o il gioco sfuma in una dinamica più problematica, in cui l'alleanza di lavoro sottintende che un punto sia realmente vinto quando si vince in due? E può questa strana regola permettere di riconsiderare i sottili ma necessari mutamenti avvenuti nella storia clinica e teorica della psicoanalisi proprio affinché il gioco terapeutico divenisse gradualmente meno sterotipato, meno legato a schemi volti a dimostrare assunti teorici, e invece più una fonte consonante dello stare insieme in un impegno condiviso, interessato a una reciproca aspirazione vitale? Attorno al campo in cui paziente e terapeuta si confrontano in questa immaginaria partita a tennis, intuiamo uno scenario di figure passate su cui ci interroghiamo per capire se davvero il gioco è mutato e come, e se abbiamo davvero appreso da loro e dalle loro disillusioni che un punto è realmente vinto solo se si vince in due.
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Alfonso, Maurizio Iacono. "Una storia tra i mondi intermedi". EDUCAZIONE SENTIMENTALE, n.º 17 (diciembre de 2011): 78–88. http://dx.doi.org/10.3280/eds2012-017007.

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Questo articolo prende avvio da una storia personale fatta di crisi della politica, di una guarigione dal mal di schiena e da una ricerca sul concetto di feticismo come storia della sostituzione, e arriva alla conclusione che il gioco, il rito, il teatro possono svelare il significato dei "mondi intermedi". Essi infatti sono tutti degli atti consapevoli del fare finta, cioč dello sdoppiamento mimetico, dove l'imitazione di un mondo dato spinge verso la costruzione di un mondo nuovo, che imita appunto il primo, ma se ne differenzia, rendendosi via via autonomo. Č questa l'autonomia nella relazione che caratterizza e determina i mondi intermedi. In questo far finta, in tale abbandono consapevole alla finzione, la relazione nell'autonomia puň essere richiamata dalla "coda dell'occhio".
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Meschini, Michela. "Tra storia e finzione: il gioco del tempo nella narrativa di Antonio Tabucchi". Quaderni d'italianistica 19, n.º 1 (1 de abril de 1998): 71–91. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v19i1.9612.

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Celsan, Lavinia. "Il cibo e lo sguardo". PSICOBIETTIVO, n.º 3 (diciembre de 2021): 128–31. http://dx.doi.org/10.3280/psob2021-003008.

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Resumen
Nel commento al caso clinico, la storia di G. viene riletta sottolineando l'importanza del corpo come dimensione relazionale e lo sguardo altrui come veicolo attraverso il quale la paziente costruisce la propria immagine corporea. All'interno della relazione terapeutica, G. può fare esperienza di un nuovo modo di entrare in contatto con l'altro, il cui sguardo fatto anche di gioco ed errori permette alla paziente di iniziare un proprio percorso di integrazione della rappresentazione di sé.
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Tesis sobre el tema "STORIA DEL GIOCO INFANTILE"

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GORETTI, LETIZIA. "L’action n’est pas un rêve. Storia dell’Internazionale situazionista tra arte, gioco e politica". Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/11578/286424.

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La presente tesi di dottorato propone uno studio sull’Internazionale situazionista (IS), in specifico ripercorre la storia del movimento attraverso il fenomeno del gioco e della rappresentazione, non solo figurativa ma anche letteraria. La conclusione a cui sono giunta, sulla base di uno spoglio nuovo di documenti in parte inediti e in parte editi, ma ancora non esaminati in tale prospettiva, è che appunto l’aspetto ludico sia una chiave di lettura centrale per la comprensione del movimento culturale proprio dell’IS. La storia del movimento è qui considerata come un “continuum”, si afferma che non c’è stato nessun passaggio da movimento artistico a politico, e non c’è stata nessuna sostituzione di progetto. L’ambito artistico e politico si sono fusi per confluire direttamente nella vita quotidiana poiché non dovevano esserci separazioni e allo stesso tempo dovevano essere superati attraverso il gioco. La rivoluzione doveva partire dalla collettività, quindi la sfera in cui dovevano agire i situazionisti era la cultura, abbattendo contemporaneamente la vecchia e creandone una nuova. È proprio nella cultura e nella vita degli esseri umani che il fenomeno del gioco si rivela fondamentale. Sulla letteratura critica del movimento, il gioco è sempre rimasto relegato come elemento marginale all’interno delle loro teorie e delle loro pratiche, senza essere stato utilizzato dagli studiosi per analizzare né il processo d’origine ed evolutivo dell’IS né la sua funzione sociale in rapporto alla cultura e alla collettività. Il gioco è il “mezzo” e il “simbolo” del movimento nella sua “totalità”. In questa ricerca si è prediletto inizialmente un approccio storico-descrittivo del gruppo predecessore, l’Internazionale lettrista, mentre sono stati utilizzati dei casi studio, quali azioni, opere o progetti, per una rilettura dell’IS, contestualizzando gli eventi e ripercorrendo le tappe principali del gruppo. L’opera di Johan Huizinga, “Homo ludens", è stata naturalmente impiegata in questo studio, ed è stata confrontata con le note di lettura del libro, al momento inedite, di Guy Debord. A seguire, sono stati esaminati e utilizzati due trattati di riferimento sul tema del gioco: “Les jeux et les hommes” di Roger Caillois e “Le jeu comme symbole du monde” di Eugen Fink. Altri autori sono stati essenziali per lo studio del gioco e della rappresentazione, come Giorgio Agamben e Bertolt Brecht per citarne alcuni.
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Piva, Ivano <1980&gt. "Live action role play: Un trentennio di storia dimenticata. Influenze inaspettate e peculiarità del Gioco di Ruolo dal Vivo". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4310.

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L'elaborato tratta del Live action role play (L.A.R.P.); in italiano Gioco di Ruolo dal Vivo. Racconteremo il fenomeno ricostruendone le principali vicende tramite indagini documentarie e interviste; traendo dalle varie testimonianze una successione di eventi organica. Pur trattando delle varie scene nel mondo ci concentreremo sull'ambiente italiano. Dopo aver ricostruito il passato del fenomeno esploreremo ne esploreremo le dinamiche sociali interne e le sue peculiarità. Infine ci interrogheremo sul rapporto tra il mondo degli appassionati e le persone non interessate all' attività e approfittando dell'ambiente Larp italiano come una lente d'ingrandimento sul rapporto tra la società italiana e l'ambiente ludico italiano dei giochi non d'azzardo.
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Ruggio, Federico <1997&gt. "La pallacanestro: panoramica della storia e dello sviluppo del gioco in tutto il mondo e focus sul contesto cestistico nella RPC, con repertorio terminografico italiano-cinese sul gioco della pallacanestro". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21428.

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Il seguente elaborato si pone l'obiettivo di fornire un quadro generale sotto più aspetti per quel che concerne il gioco della pallacanestro: il primo capitolo è principalmente incentrato sulla creazione del gioco, gli elementi e alcune delle intuizioni che a fine 1800 costringono il prof. Naismith a creare un gioco a tavolino per far divertire gli studenti più vivaci durante il periodo invernale, impossibilitati dal giocare a football americano e ad altri sport normalmente svolti all’esterno per via delle condizioni meteo molto rigide ed avverse. Nel 1891, il professore partorisce l’idea di fissare due cestini di vimini a circa 3 metri di altezza e di indicare poche ed utili linee-guida, messe per iscritto nel primo elaborato della pallacanestro, ossia il manuale da cui si sviluppa ogni aspetto del gioco. Il capitolo presenta inoltre un’analisi del gioco, delle regole e delle componenti fisiche e strutturali necessarie al suo svolgimento. Il secondo capitolo è il nucleo centrale, ripercorre lo sviluppo del basket negli Stati Uniti e la storia che lo porta ad essere conosciuto in Europa ad inizio Novecento, creando una propria filosofia della pallacanestro che convoglia in un’unica federazione cestistica mondiale, la FIBA, e ben presto vengono a formarsi squadre tanto nella parte occidentale come in Italia, Spagna e Francia quanto in quella orientale, soprattutto nei Paesi dell’Ex-Jugoslavia. Si prosegue trattando il discorso sulla pallacanestro in Asia e in Cina, dove ottiene ben presto il consenso del Partito Comunista Cinese, il quale dagli anni ‘50 la rende l’attività di svago principale per i militari e poco dopo la eleva a sport nazionale, in virtù del valore di cooperazione e lavoro di squadra intriso nei principi del gioco. Tra gli anni Ottanta e Novanta si consolida nei contesti militari e scolastici, ma in seguito alla creazione del campionato professionistico detto CBA (Chinese Basketball Association) e quello universitario chiamato CUBA (Chinese University Basketball Association), si assiste ad un’ascesa imponente del gioco, per via di fattori scatenanti come l’acquisizione dei diritti per la trasmissione dei match della NBA da parte dell’emittente televisiva di Stato, la CCTV, facendo entrare nelle case di milioni di cinesi lo spettacolare campionato di basket americano. La cultura cestistica in Cina esplode dal 2002, quando dalla NBA viene scelto alla prima chiamata un giocatore cinese, Yao Ming, già largamente celebrato in patria dove militava nella squadra di Shanghai, destinato a portare alto il nome di un’intera nazione nella terra dove la pallacanestro è stata fondata. Grazie a ciò, la NBA investe in Cina con più forme di promozione, catturando l’interesse di staff tecnico e giocatori proveniente da tutto il mondo. Il capitolo si conclude facendo menzione di alcuni esempi di icone della pallacanestro che hanno fatto la storia del movimento in Cina.
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Albergoni, Gabriele. "Viaggi in Italia per giovani lettori Approcci storici e istanze educative nella produzione letteraria infantile del Novecento Tesi di". Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/10447/95085.

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Libros sobre el tema "STORIA DEL GIOCO INFANTILE"

1

Piana, Filippo. Storia del gioco del tamburello. [Ovada (Alessandria)]: Accademia urbense, 1995.

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2

Zampieri, Alberto. Storia del Gioco del Ponte. [Pisa]: Banco ambrosiano Veneto, 1995.

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3

Zampieri, Alberto. Storia del Gioco del Ponte. [Pisa]: Banco ambrosiano Veneto, 1996.

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4

Gioco e fuorigioco: Le grandi svolte nella storia del giornalismo. Milano: EDUCatt, 2010.

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5

Poto, Daniele. Le mafie nel pallone: Storia dell'illegalità diffusa nel gioco più truccato del mondo. Torino: Gruppo Abele, 2010.

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6

Convegno Il gioco pubblico in Italia: storia, cultura, clinica e mercato (2nd 2001 Saint-Vincent, Italy). Mercato ed etica del gioco pubblico: Atti del II Convegno Il gioco pubblico in Italia : storia, cultura, clinica e mercato : Saint-Vincent, 18-20 giugno 2001. Venezia: Marsilio, 2002.

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7

180-238, Pollux Julius, ed. Giulio Polluce, Onomasticon, excerpta de ludis: Materiali per la storia del gioco nel mondo greco-romano. Alessandria: Edizioni dell'Orso, 2019.

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8

Giuseppe, Marci, ed. Lingua, storia, gioco e moralità nel mondo di Andrea Camilleri: Atti del seminario, Cagliari, 9 marzo 2004. [Cagliari]: CUEC, 2004.

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9

Il tempo del gioco: Percorsi ludici tra storia, letteratura e immagini in età moderna, secc. XV-XVII. Treviso: Editoriale Programma, 2015.

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10

Monari, Dante. Storia e Regole Del Gioco Del Burraco: Strategie per Vinceresempre. Independently Published, 2018.

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Capítulos de libros sobre el tema "STORIA DEL GIOCO INFANTILE"

1

Pesci, Maria Cristina. "La storia emotiva del bambino in riabilitazione". En La fisioterapia nella paralisi cerebrale infantile, 33–37. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-5277-2_5.

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