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Tesis sobre el tema "Storia del cinema"

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Martin, Florez Camilo Andres <1980&gt. "Lineamenti di storia del cinema muto in Colombia". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amsdottorato.unibo.it/9555/1/Tesi_di_dottorato_CamiloMartinFlorez%20%28finale%29.pdf.

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Resumen
"Lineamenti di storia del cinema muto in Colombia" nasce da un particolare interesse volto a determinare in che misura i colombiani parteciparono allo sviluppo del proprio cinema nazionale tra il 1897 e il 1926. Al fine di conseguire tale obiettivo, questo lavoro si prefigge come scopo la realizzazione di una rassegna critica dei lineamenti di storia del cinema muto colombiano. Inoltre, e considerando la forte partecipazione di impresari e cineasti italiani nel cinema muto colombiano tra il 1909 e il 1926, si presta particolare attenzione al loro contributo, a cui è dedicato il capitolo 4 e alcune sezioni dei capitoli 2, 3, 5 e 7. Preme mettere in evidenza che analizzare il contributo dei cineasti locali smentisce gran parte della bibliografia esistente sul cinema muto, dal momento che nessun testo colombiano o straniero ha mai constatato il loro contributo alla cinematografia locale o internazionale. Infatti, in questa ricerca si approfondiscono le nozioni di policentrismo, polimorfismo e polivalenza cinematografica, con l’obiettivo di realizzare uno studio documentato e aggiornato del cinema muto colombiano. Si auspica di poter dimostrare che il contributo di questi ultimi alla cinematografia muta colombiana e latino-americana –e in parte a quella italiana– fu consistente e di vasta portata, sia in termini di quantità che di contenuto. Infine, la presente ricerca si propone non soltanto di definire il contributo dei cineasti colombiani allo sviluppo del proprio cinema nazionale, ma anche, e soprattutto, di individuare l’origine di alcuni degli elementi che caratterizzano il cinema colombiano.
"Outlining the History of Silent Cinema in Colombia" stems from a particular interest aimed at determining to what extent Colombians participated in the development of their national cinema between 1897 and 1926. In order to achieve this goal, this work aims to create a critical review of the lineament of the history of Colombian silent cinema. Furthermore, and considering the strong participation of Italian entrepreneurs and filmmakers in Colombian silent cinema between 1909 and 1926, particular attention is paid to their contribution, to which chapter 4 is fully devoted as well as some sections of chapters 2, 3, 5 and 7. It is important to point out that analyzing the contribution of local filmmakers denies much of the existing bibliography on silent cinema since no Colombian or foreign text has ever established their contribution to local or international cinema. In fact, in this research, the notions of polycentrism, polymorphism, and cinematographic versatility are studied in-depth, with the aim of creating a documented and updated study of Colombian silent cinema. It is aimed to be able to demonstrate that the contribution of the latter to Colombian and Latin American silent cinema - and in part to the Italian one - was substantial and far-reaching, both in terms of quantity and content. Finally, this research aims not only to define the contribution of Colombian filmmakers to the development of their national cinema but also, and above all, to identify the origin of some of the elements that characterize Colombian cinema.
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Ricca, Lucio. "Senza i conforti del cinema. Elsa Morante e il cinema: storia di un'illusione". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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Dal 1948, dopo la pubblicazione del suo primo romanzo Menzogna e sortilegio, Elsa Morante ebbe un crescente interesse per il mondo del cinema. Scrisse soggetti, fu aiuto-regista, consulente musicale e recensore cinematografico. I sogni impressi su celluloide esercitarono su di lei una forte attrazione. Ma il suo innocente entusiasmo, all’insegna di un'arte pura e davvero poetica, fu spezzato dalle logiche del mercato, alle quali il cinema, fin dalla sua origine, deve rispondere, forse, più di altre arti. E infatti, la relazione tra la scrittrice e il cinematografo è costellata perlopiù di fallimenti ed è la perfetta sineddoche di un percorso artistico e biografico in cui la grazia, benché messa alla prova e umiliata, continua a splendere. Dal sogno alla disillusione è il viaggio che la scrittrice romana compie nel mondo della Hollywood sul Tevere, esperienza che le lascia profonde cicatrici e si rispecchia nella sua narrativa. Senza i conforti della religione, il suo romanzo incompiuto, ne è la prova: nasce dal suo scontro col cinema, racconta di una fede che, come l'arte, non ha più possibilità di darle alcun conforto e termina seminando le ceneri da cui nascerà l’ultimo suo romanzo, Aracoeli. Elsa Morante è un'innamorata malinconica dell'illusione e una lucida testimone della perdita di quest'ultima.
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MUSCOLINO, MARCO. "LA "RIVISTA DEL CINEMATOGRAFO": UNA STORIA CULTURALE, 1928-2008". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/630.

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Resumen
La «Rivista del Cinematografo» è un periodico longevo, il più longevo della storia del cinema italiano. Pubblicato a partire dal 1928, festeggia nel 2008 l’ottantesimo l’anniversario di vita. A dispetto di questa durevole presenza nel panorama editoriale italiano, la «Rivista del Cinematografo» rappresenta però una storia che è rimasta, e lo rimane ancora oggi, esclusa dai discorsi sociali. Il pre-giudizio storico da cui prende le mosse la presente ricerca individua invece – differentemente dalla vulgata “ufficiale” – la «Rivista del Cinematografo» non come “una storia a sé”, ma al contrario come una storia culturale in grado di illuminare in maniera significativa i processi storici del cinema italiano, con particolare – ma nient’affatto esclusivo – riferimento alle sue interrelazioni con la cultura cattolica. Si potrebbe dire, con una formula sintetica, che quella della «Rivista del Cinematografo» è una microstoria di lunga durata. Quest’ultima definizione può apparire contraddittoria perché accosta due categorie legate a due differenti tradizioni storiografiche: da una parte la microstoria, legata a una tradizione fattografica; dall’altra la lunga durata, legata a una tradizione teorico-esplicativa. Ma è proprio nell’ambito di una nuova concezione della storia – la cosiddetta storia culturale – che questa ricerca intende muoversi, nel tentativo di fare tesoro di un dibattito disciplinare che ha conosciuto un enorme sviluppo in questi ultimi anni, e che verrà discusso nella sezione introduttiva, analizzando le ricadute che esso ha sulla pratica storiografica in ambito cinematografico.
The «Rivista del Cinematografo» is the most ancient magazine in the Italian history of cinema. Published before 1928, in 2008 it celebrated its 80th anniversary. In spite of this long-lived presence in Italian publishing, the «Rivista del Cinematografo» represents a history left out in social discourses. This research considers instead the «Rivista del Cinematografo» as a cultural history that can illuminate the historical processes of the Italian cinema with particular – but not exclusive – reference to their relationships with the catholic culture. It could be said that the history of the «Rivista del Cinematografo» is a long duration microhistory. This definition can appear conflicting because it puts two categories that come from two different historical traditions near to each other: the microhistory and the long duration. But this research intends to explore a new historical perspective – the ‘so called’ cultural history – with the aim of learning from a debate which has developed enormously in recent years and analysing the consequences that this debate also has on the historical practice in the field of cinema.
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MUSCOLINO, MARCO. "LA "RIVISTA DEL CINEMATOGRAFO": UNA STORIA CULTURALE, 1928-2008". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/630.

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La «Rivista del Cinematografo» è un periodico longevo, il più longevo della storia del cinema italiano. Pubblicato a partire dal 1928, festeggia nel 2008 l’ottantesimo l’anniversario di vita. A dispetto di questa durevole presenza nel panorama editoriale italiano, la «Rivista del Cinematografo» rappresenta però una storia che è rimasta, e lo rimane ancora oggi, esclusa dai discorsi sociali. Il pre-giudizio storico da cui prende le mosse la presente ricerca individua invece – differentemente dalla vulgata “ufficiale” – la «Rivista del Cinematografo» non come “una storia a sé”, ma al contrario come una storia culturale in grado di illuminare in maniera significativa i processi storici del cinema italiano, con particolare – ma nient’affatto esclusivo – riferimento alle sue interrelazioni con la cultura cattolica. Si potrebbe dire, con una formula sintetica, che quella della «Rivista del Cinematografo» è una microstoria di lunga durata. Quest’ultima definizione può apparire contraddittoria perché accosta due categorie legate a due differenti tradizioni storiografiche: da una parte la microstoria, legata a una tradizione fattografica; dall’altra la lunga durata, legata a una tradizione teorico-esplicativa. Ma è proprio nell’ambito di una nuova concezione della storia – la cosiddetta storia culturale – che questa ricerca intende muoversi, nel tentativo di fare tesoro di un dibattito disciplinare che ha conosciuto un enorme sviluppo in questi ultimi anni, e che verrà discusso nella sezione introduttiva, analizzando le ricadute che esso ha sulla pratica storiografica in ambito cinematografico.
The «Rivista del Cinematografo» is the most ancient magazine in the Italian history of cinema. Published before 1928, in 2008 it celebrated its 80th anniversary. In spite of this long-lived presence in Italian publishing, the «Rivista del Cinematografo» represents a history left out in social discourses. This research considers instead the «Rivista del Cinematografo» as a cultural history that can illuminate the historical processes of the Italian cinema with particular – but not exclusive – reference to their relationships with the catholic culture. It could be said that the history of the «Rivista del Cinematografo» is a long duration microhistory. This definition can appear conflicting because it puts two categories that come from two different historical traditions near to each other: the microhistory and the long duration. But this research intends to explore a new historical perspective – the ‘so called’ cultural history – with the aim of learning from a debate which has developed enormously in recent years and analysing the consequences that this debate also has on the historical practice in the field of cinema.
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Nicoletti, Chiara <1978&gt. "Storia in immagini del PCI. Modalità di comunicazione e di propaganda audiovisiva tra attendibilità storica e mercato contemporaneo". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/3054/1/nicoletti_chiara_PropagandaPCI.pdf.

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Resumen
Il progetto di tesi dottorale qui presentato intende proporsi come il proseguimento e l’approfondimento del progetto di ricerca - svoltosi tra il e il 2006 e il 2008 grazie alla collaborazione tra l’Università di Bologna, la Cineteca del Comune e dalla Fondazione Istituto Gramsci Emilia-Romagna - dal titolo Analisi e catalogazione dell’Archivio audiovisivo del PCI dell’Emilia-Romagna di proprietà dell’Istituto Gramsci. La ricerca ha indagato la menzionata collezione che costituiva, in un arco temporale che va dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta, una sorta di cineteca interna alla Federazione del Partito Comunista Italiano di Bologna, gestita da un gruppo di volontari denominato “Gruppo Audiovisivi della Federazione del PCI”. Il fondo, entrato in possesso dell’Istituto Gramsci nel 1993, è composto, oltre che da documenti cartacei, anche e sopratutto da un nutrito numero di film e documentari in grado di raccontare sia la storia dell’associazione (in particolare, delle sue relazioni con le sezioni e i circoli della regione) sia, in una prospettiva più ampia, di ricostruire il particolare rapporto che la sede centrale del partito intratteneva con una delle sue cellule regionali più importanti e rappresentative. Il lavoro svolto sul fondo Gramsci ha suscitato una serie di riflessioni che hanno costituito la base per il progetto della ricerca presentata in queste pagine: prima fra tutte, l’idea di realizzare un censimento, da effettuarsi su base regionale, per verificare quali e quanti audiovisivi di propaganda comunista fossero ancora conservati sul territorio. La ricerca, i cui esiti sono consultabili nell’appendice di questo scritto, si è concentrata prevalentemente sugli archivi e sui principali istituti di ricerca dell’Emilia-Romagna: sono questi i luoghi in cui, di fatto, le federazioni e le sezioni del PCI depositarono (o alle quali donarono) le proprie realizzazioni o le proprie collezioni audiovisive al momento della loro chiusura. Il risultato dell’indagine è un nutrito gruppo di film e documentari, registrati sui supporti più diversi e dalle provenienze più disparate: produzioni locali, regionali, nazionali (inviati dalla sede centrale del partito e dalle istituzioni addette alla propaganda), si mescolano a pellicole provenienti dall’estero - testimoni della rete di contatti, in particolare con i paesi comunisti, che il PCI aveva intessuto nel tempo - e a documenti realizzati all’interno dell’articolato contesto associazionistico italiano, composto sia da organizzazioni nazionali ben strutturate sul territorio 8 sia da entità più sporadiche, nate sull’onda di particolari avvenimenti di natura politica e sociale (per esempio i movimenti giovanili e studenteschi sorti durante il ’68). L’incontro con questa tipologia di documenti - così ricchi di informazioni differenti e capaci, per loro stessa natura, di offrire stimoli e spunti di ricerca assolutamente variegati - ha fatto sorgere una serie di domande di diversa natura, che fanno riferimento non solo all’audiovisivo in quanto tale (inteso in termini di contenuti, modalità espressive e narrative, contesto di produzione) ma anche e soprattutto alla natura e alle potenzialità dell’oggetto indagato, concepito in questo caso come una fonte. In altri termini, la raccolta e la catalogazione del materiale, insieme alle ricerche volte a ricostruirne le modalità produttive, gli argomenti, i tratti ricorrenti nell’ambito della comunicazione propagandistica, ha dato adito a una riflessione di carattere più generale, che guarda al rapporto tra mezzo cinematografico e storiografia e, più in dettaglio, all’utilizzo dell’immagine filmica come fonte per la ricerca. Il tutto inserito nel contesto della nostra epoca e, più in particolare, delle possibilità offerte dai mezzi di comunicazione contemporanei. Di fatti, il percorso di riflessione compiuto in queste pagine intende concludersi con una disamina del rapporto tra cinema e storia alla luce delle novità introdotte dalla tecnologia moderna, basata sui concetti chiave di riuso e di intermedialità. Processi di integrazione e rielaborazione mediale capaci di fornire nuove potenzialità anche ai documenti audiovisivi oggetto dei questa analisi: sia per ciò che riguarda il loro utilizzo come fonte storica, sia per quanto concerne un loro impiego nella didattica e nell’insegnamento - nel rispetto della necessaria interdisciplinarietà richiesta nell’utilizzo di questi documenti - all’interno di una più generale rivoluzione mediale che mette in discussione anche il classico concetto di “archivio”, di “fonte” e di “documento”. Nel tentativo di bilanciare i differenti aspetti che questa ricerca intende prendere in esame, la struttura del volume è stata pensata, in termini generali, come ad un percorso suddiviso in tre tappe: la prima, che guarda al passato, quando gli audiovisivi oggetto della ricerca vennero prodotti e distribuiti; una seconda sezione, che fa riferimento all’oggi, momento della riflessione e dell’analisi; per concludere in una terza area, dedicata alla disamina delle potenzialità di questi documenti alla luce delle nuove tecnologie multimediali. Un viaggio che è anche il percorso “ideale” condotto dal ricercatore: dalla scoperta all’analisi, fino alla rimessa in circolo (anche sotto un’altra forma) degli oggetti indagati, all’interno di un altrettanto ideale universo culturale capace di valorizzare qualsiasi tipo di fonte e documento. All’interno di questa struttura generale, la ricerca è stata compiuta cercando di conciliare diversi piani d’analisi, necessari per un adeguato studio dei documenti rintracciati i quali, come si è detto, si presentano estremamente articolati e sfaccettati. 9 Dal punto di vista dei contenuti, infatti, il corpus documentale presenta praticamente tutta la storia italiana del tentennio considerato: non solo storia del Partito Comunista e delle sue campagne di propaganda, ma anche storia sociale, culturale ed economica, in un percorso di crescita e di evoluzione che, dagli anni Cinquanta, portò la nazione ad assumere lo status di paese moderno. In secondo luogo, questi documenti audiovisivi sono prodotti di propaganda realizzati da un partito politico con il preciso scopo di convincere e coinvolgere le masse (degli iscritti e non). Osservarne le modalità produttive, il contesto di realizzazione e le dinamiche culturali interne alla compagine oggetto della ricerca assume un valore centrale per comprendere al meglio la natura dei documenti stessi. I quali, in ultima istanza, sono anche e soprattutto dei film, realizzati in un preciso contesto storico, che è anche storia della settima arte: più in particolare, di quella cinematografia che si propone come “alternativa” al circuito commerciale, strettamente collegata a quella “cultura di sinistra” sulla quale il PCI (almeno fino alla fine degli anni Sessanta) poté godere di un dominio incontrastato. Nel tentativo di condurre una ricerca che tenesse conto di questi differenti aspetti, il lavoro è stato suddiviso in tre sezioni distinte. La prima (che comprende i capitoli 1 e 2) sarà interamente dedicata alla ricostruzione del panorama storico all’interno del quale questi audiovisivi nacquero e vennero distribuiti. Una ricostruzione che intende osservare, in parallelo, i principali eventi della storia nazionale (siano essi di natura politica, sociale ed economica), la storia interna del Partito Comunista e, non da ultimo, la storia della cinematografia nazionale (interna ed esterna al partito). Questo non solo per fornire il contesto adeguato all’interno del quale inserire i documenti osservati, ma anche per spiegarne i contenuti: questi audiovisivi, infatti, non solo sono testimoni degli eventi salienti della storia politica nazionale, ma raccontano anche delle crisi e dei “boom” economici; della vita quotidiana della popolazione e dei suoi problemi, dell’emigrazione, della sanità e della speculazione edilizia; delle rivendicazioni sociali, del movimento delle donne, delle lotte dei giovani sessantottini. C’è, all’interno di questi materiali, tutta la storia del paese, che è contesto di produzione ma anche soggetto del racconto. Un racconto che, una volta spiegato nei contenuti, va indagato nella forma. In questo senso, il terzo capitolo di questo scritto si concentrerà sul concetto di “propaganda” e nella sua verifica pratica attraverso l’analisi dei documenti reperiti. Si cercherà quindi di realizzare una mappatura dei temi portanti della comunicazione politica comunista osservata nel suo evolversi e, in secondo luogo, di analizzare come questi stessi temi-chiave vengano di volta in volta declinati e 10 rappresentati tramite le immagini in movimento. L’alterità positiva del partito - concetto cardine che rappresenta il nucleo ideologico fondante la struttura stessa del Partito Comunista Italiano - verrà quindi osservato nelle sue variegate forme di rappresentazione, nel suo incarnare, di volta in volta, a seconda dei temi e degli argomenti rilevanti, la possibilità della pace; il buongoverno; la verità (contro la menzogna democristiana); la libertà (contro il bigottismo cattolico); la possibilità di un generale cambiamento. La realizzazione di alcuni percorsi d’analisi tra le pellicole reperite presso gli archivi della regione viene proposto, in questa sede, come l’ideale conclusione di un excursus storico che, all’interno dei capitoli precedenti, ha preso in considerazione la storia della cinematografia nazionale (in particolare del contesto produttivo alternativo a quello commerciale) e, in parallelo, l’analisi della produzione audiovisiva interna al PCI, dove si sono voluti osservare non solo gli enti e le istituzioni che internamente al partito si occupavano della cultura e della propaganda - in una distinzione terminologica non solo formale - ma anche le reti di relazioni e i contatti con il contesto cinematografico di cui si è detto. L’intenzione è duplice: da un lato, per inserire la storia del PCI e dei suoi prodotti di propaganda in un contesto socio-culturale reale, senza considerare queste produzioni - così come la vita stessa del partito - come avulsa da una realtà con la quale necessariamente entrava in contatto; in secondo luogo, per portare avanti un altro tipo di discorso, di carattere più speculativo, esplicitato all’interno del quarto capitolo. Ciò che si è voluto indagare, di fatto, non è solo la natura e i contenti di questi documenti audiovisivi, ma anche il loro ruolo nel sistema di comunicazione e di propaganda di partito, dove quest’ultima è identificata come il punto di contatto tra l’intellighenzia comunista (la cultura alta, legittima) e la cultura popolare (in termini gramsciani, subalterna). Il PCI, in questi termini, viene osservato come un microcosmo in grado di ripropone su scala ridotta le dinamiche e le problematiche tipiche della società moderna. L’analisi della storia della sua relazione con la società (cfr. capitolo 2) viene qui letta alla luce di alcune delle principali teorie della storia del consumi e delle interpretazioni circa l’avvento della società di massa. Lo scopo ultimo è quello di verificare se, con l’affermazione dell’industria culturale moderna si sia effettivamente verificata la rottura delle tradizionali divisioni di classe, della classica distinzione tra cultura alta e bassa, se esiste realmente una zona intermedia - nel caso del partito, identificata nella propaganda - in cui si attui concretamente questo rimescolamento, in cui si realizzi realmente la nascita di una “terza cultura” effettivamente nuova e dal carattere comunitario. Il quinto e ultimo capitolo di questo scritto fa invece riferimento a un altro ordine di problemi e argomenti, di cui in parte si è già detto. La ricerca, in questo caso, si è indirizzata verso una 11 riflessione circa l’oggetto stesso dello studio: l’audiovisivo come fonte. La rassegna delle diverse problematiche scaturite dal rapporto tra cinema e storia è corredata dall’analisi delle principali teorie che hanno permesso l’evoluzione di questa relazione, evidenziando di volta in volta le diverse potenzialità che essa può esprimere le sue possibilità d’impiego all’interno di ambiti di ricerca differenti. Il capitolo si completa con una panoramica circa le attuali possibilità di impiego e di riuso di queste fonti: la rassegna e l’analisi dei portali on-line aperti dai principali archivi storici nazionali (e la relativa messa a disposizione dei documenti); il progetto per la creazione di un “museo multimediale del lavoro” e, a seguire, il progetto didattico dei Learning Objects intendono fornire degli spunti per un futuro, possibile utilizzo di questi documenti audiovisivi, di cui questo scritto ha voluto porre in rilievo il valore e le numerose potenzialità.
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Nicoletti, Chiara <1978&gt. "Storia in immagini del PCI. Modalità di comunicazione e di propaganda audiovisiva tra attendibilità storica e mercato contemporaneo". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/3054/.

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Il progetto di tesi dottorale qui presentato intende proporsi come il proseguimento e l’approfondimento del progetto di ricerca - svoltosi tra il e il 2006 e il 2008 grazie alla collaborazione tra l’Università di Bologna, la Cineteca del Comune e dalla Fondazione Istituto Gramsci Emilia-Romagna - dal titolo Analisi e catalogazione dell’Archivio audiovisivo del PCI dell’Emilia-Romagna di proprietà dell’Istituto Gramsci. La ricerca ha indagato la menzionata collezione che costituiva, in un arco temporale che va dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta, una sorta di cineteca interna alla Federazione del Partito Comunista Italiano di Bologna, gestita da un gruppo di volontari denominato “Gruppo Audiovisivi della Federazione del PCI”. Il fondo, entrato in possesso dell’Istituto Gramsci nel 1993, è composto, oltre che da documenti cartacei, anche e sopratutto da un nutrito numero di film e documentari in grado di raccontare sia la storia dell’associazione (in particolare, delle sue relazioni con le sezioni e i circoli della regione) sia, in una prospettiva più ampia, di ricostruire il particolare rapporto che la sede centrale del partito intratteneva con una delle sue cellule regionali più importanti e rappresentative. Il lavoro svolto sul fondo Gramsci ha suscitato una serie di riflessioni che hanno costituito la base per il progetto della ricerca presentata in queste pagine: prima fra tutte, l’idea di realizzare un censimento, da effettuarsi su base regionale, per verificare quali e quanti audiovisivi di propaganda comunista fossero ancora conservati sul territorio. La ricerca, i cui esiti sono consultabili nell’appendice di questo scritto, si è concentrata prevalentemente sugli archivi e sui principali istituti di ricerca dell’Emilia-Romagna: sono questi i luoghi in cui, di fatto, le federazioni e le sezioni del PCI depositarono (o alle quali donarono) le proprie realizzazioni o le proprie collezioni audiovisive al momento della loro chiusura. Il risultato dell’indagine è un nutrito gruppo di film e documentari, registrati sui supporti più diversi e dalle provenienze più disparate: produzioni locali, regionali, nazionali (inviati dalla sede centrale del partito e dalle istituzioni addette alla propaganda), si mescolano a pellicole provenienti dall’estero - testimoni della rete di contatti, in particolare con i paesi comunisti, che il PCI aveva intessuto nel tempo - e a documenti realizzati all’interno dell’articolato contesto associazionistico italiano, composto sia da organizzazioni nazionali ben strutturate sul territorio 8 sia da entità più sporadiche, nate sull’onda di particolari avvenimenti di natura politica e sociale (per esempio i movimenti giovanili e studenteschi sorti durante il ’68). L’incontro con questa tipologia di documenti - così ricchi di informazioni differenti e capaci, per loro stessa natura, di offrire stimoli e spunti di ricerca assolutamente variegati - ha fatto sorgere una serie di domande di diversa natura, che fanno riferimento non solo all’audiovisivo in quanto tale (inteso in termini di contenuti, modalità espressive e narrative, contesto di produzione) ma anche e soprattutto alla natura e alle potenzialità dell’oggetto indagato, concepito in questo caso come una fonte. In altri termini, la raccolta e la catalogazione del materiale, insieme alle ricerche volte a ricostruirne le modalità produttive, gli argomenti, i tratti ricorrenti nell’ambito della comunicazione propagandistica, ha dato adito a una riflessione di carattere più generale, che guarda al rapporto tra mezzo cinematografico e storiografia e, più in dettaglio, all’utilizzo dell’immagine filmica come fonte per la ricerca. Il tutto inserito nel contesto della nostra epoca e, più in particolare, delle possibilità offerte dai mezzi di comunicazione contemporanei. Di fatti, il percorso di riflessione compiuto in queste pagine intende concludersi con una disamina del rapporto tra cinema e storia alla luce delle novità introdotte dalla tecnologia moderna, basata sui concetti chiave di riuso e di intermedialità. Processi di integrazione e rielaborazione mediale capaci di fornire nuove potenzialità anche ai documenti audiovisivi oggetto dei questa analisi: sia per ciò che riguarda il loro utilizzo come fonte storica, sia per quanto concerne un loro impiego nella didattica e nell’insegnamento - nel rispetto della necessaria interdisciplinarietà richiesta nell’utilizzo di questi documenti - all’interno di una più generale rivoluzione mediale che mette in discussione anche il classico concetto di “archivio”, di “fonte” e di “documento”. Nel tentativo di bilanciare i differenti aspetti che questa ricerca intende prendere in esame, la struttura del volume è stata pensata, in termini generali, come ad un percorso suddiviso in tre tappe: la prima, che guarda al passato, quando gli audiovisivi oggetto della ricerca vennero prodotti e distribuiti; una seconda sezione, che fa riferimento all’oggi, momento della riflessione e dell’analisi; per concludere in una terza area, dedicata alla disamina delle potenzialità di questi documenti alla luce delle nuove tecnologie multimediali. Un viaggio che è anche il percorso “ideale” condotto dal ricercatore: dalla scoperta all’analisi, fino alla rimessa in circolo (anche sotto un’altra forma) degli oggetti indagati, all’interno di un altrettanto ideale universo culturale capace di valorizzare qualsiasi tipo di fonte e documento. All’interno di questa struttura generale, la ricerca è stata compiuta cercando di conciliare diversi piani d’analisi, necessari per un adeguato studio dei documenti rintracciati i quali, come si è detto, si presentano estremamente articolati e sfaccettati. 9 Dal punto di vista dei contenuti, infatti, il corpus documentale presenta praticamente tutta la storia italiana del tentennio considerato: non solo storia del Partito Comunista e delle sue campagne di propaganda, ma anche storia sociale, culturale ed economica, in un percorso di crescita e di evoluzione che, dagli anni Cinquanta, portò la nazione ad assumere lo status di paese moderno. In secondo luogo, questi documenti audiovisivi sono prodotti di propaganda realizzati da un partito politico con il preciso scopo di convincere e coinvolgere le masse (degli iscritti e non). Osservarne le modalità produttive, il contesto di realizzazione e le dinamiche culturali interne alla compagine oggetto della ricerca assume un valore centrale per comprendere al meglio la natura dei documenti stessi. I quali, in ultima istanza, sono anche e soprattutto dei film, realizzati in un preciso contesto storico, che è anche storia della settima arte: più in particolare, di quella cinematografia che si propone come “alternativa” al circuito commerciale, strettamente collegata a quella “cultura di sinistra” sulla quale il PCI (almeno fino alla fine degli anni Sessanta) poté godere di un dominio incontrastato. Nel tentativo di condurre una ricerca che tenesse conto di questi differenti aspetti, il lavoro è stato suddiviso in tre sezioni distinte. La prima (che comprende i capitoli 1 e 2) sarà interamente dedicata alla ricostruzione del panorama storico all’interno del quale questi audiovisivi nacquero e vennero distribuiti. Una ricostruzione che intende osservare, in parallelo, i principali eventi della storia nazionale (siano essi di natura politica, sociale ed economica), la storia interna del Partito Comunista e, non da ultimo, la storia della cinematografia nazionale (interna ed esterna al partito). Questo non solo per fornire il contesto adeguato all’interno del quale inserire i documenti osservati, ma anche per spiegarne i contenuti: questi audiovisivi, infatti, non solo sono testimoni degli eventi salienti della storia politica nazionale, ma raccontano anche delle crisi e dei “boom” economici; della vita quotidiana della popolazione e dei suoi problemi, dell’emigrazione, della sanità e della speculazione edilizia; delle rivendicazioni sociali, del movimento delle donne, delle lotte dei giovani sessantottini. C’è, all’interno di questi materiali, tutta la storia del paese, che è contesto di produzione ma anche soggetto del racconto. Un racconto che, una volta spiegato nei contenuti, va indagato nella forma. In questo senso, il terzo capitolo di questo scritto si concentrerà sul concetto di “propaganda” e nella sua verifica pratica attraverso l’analisi dei documenti reperiti. Si cercherà quindi di realizzare una mappatura dei temi portanti della comunicazione politica comunista osservata nel suo evolversi e, in secondo luogo, di analizzare come questi stessi temi-chiave vengano di volta in volta declinati e 10 rappresentati tramite le immagini in movimento. L’alterità positiva del partito - concetto cardine che rappresenta il nucleo ideologico fondante la struttura stessa del Partito Comunista Italiano - verrà quindi osservato nelle sue variegate forme di rappresentazione, nel suo incarnare, di volta in volta, a seconda dei temi e degli argomenti rilevanti, la possibilità della pace; il buongoverno; la verità (contro la menzogna democristiana); la libertà (contro il bigottismo cattolico); la possibilità di un generale cambiamento. La realizzazione di alcuni percorsi d’analisi tra le pellicole reperite presso gli archivi della regione viene proposto, in questa sede, come l’ideale conclusione di un excursus storico che, all’interno dei capitoli precedenti, ha preso in considerazione la storia della cinematografia nazionale (in particolare del contesto produttivo alternativo a quello commerciale) e, in parallelo, l’analisi della produzione audiovisiva interna al PCI, dove si sono voluti osservare non solo gli enti e le istituzioni che internamente al partito si occupavano della cultura e della propaganda - in una distinzione terminologica non solo formale - ma anche le reti di relazioni e i contatti con il contesto cinematografico di cui si è detto. L’intenzione è duplice: da un lato, per inserire la storia del PCI e dei suoi prodotti di propaganda in un contesto socio-culturale reale, senza considerare queste produzioni - così come la vita stessa del partito - come avulsa da una realtà con la quale necessariamente entrava in contatto; in secondo luogo, per portare avanti un altro tipo di discorso, di carattere più speculativo, esplicitato all’interno del quarto capitolo. Ciò che si è voluto indagare, di fatto, non è solo la natura e i contenti di questi documenti audiovisivi, ma anche il loro ruolo nel sistema di comunicazione e di propaganda di partito, dove quest’ultima è identificata come il punto di contatto tra l’intellighenzia comunista (la cultura alta, legittima) e la cultura popolare (in termini gramsciani, subalterna). Il PCI, in questi termini, viene osservato come un microcosmo in grado di ripropone su scala ridotta le dinamiche e le problematiche tipiche della società moderna. L’analisi della storia della sua relazione con la società (cfr. capitolo 2) viene qui letta alla luce di alcune delle principali teorie della storia del consumi e delle interpretazioni circa l’avvento della società di massa. Lo scopo ultimo è quello di verificare se, con l’affermazione dell’industria culturale moderna si sia effettivamente verificata la rottura delle tradizionali divisioni di classe, della classica distinzione tra cultura alta e bassa, se esiste realmente una zona intermedia - nel caso del partito, identificata nella propaganda - in cui si attui concretamente questo rimescolamento, in cui si realizzi realmente la nascita di una “terza cultura” effettivamente nuova e dal carattere comunitario. Il quinto e ultimo capitolo di questo scritto fa invece riferimento a un altro ordine di problemi e argomenti, di cui in parte si è già detto. La ricerca, in questo caso, si è indirizzata verso una 11 riflessione circa l’oggetto stesso dello studio: l’audiovisivo come fonte. La rassegna delle diverse problematiche scaturite dal rapporto tra cinema e storia è corredata dall’analisi delle principali teorie che hanno permesso l’evoluzione di questa relazione, evidenziando di volta in volta le diverse potenzialità che essa può esprimere le sue possibilità d’impiego all’interno di ambiti di ricerca differenti. Il capitolo si completa con una panoramica circa le attuali possibilità di impiego e di riuso di queste fonti: la rassegna e l’analisi dei portali on-line aperti dai principali archivi storici nazionali (e la relativa messa a disposizione dei documenti); il progetto per la creazione di un “museo multimediale del lavoro” e, a seguire, il progetto didattico dei Learning Objects intendono fornire degli spunti per un futuro, possibile utilizzo di questi documenti audiovisivi, di cui questo scritto ha voluto porre in rilievo il valore e le numerose potenzialità.
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Giurlando, Davide <1979&gt. "Mondi in guerra : strategie di rappresentazione del conflitto nel cinema russo". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1162.

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Il presente lavoro, diviso in tre sezioni, si propone di tracciare una storia del cinema di guerra della Russia dagli anni ’20 al periodo attuale mediante l’analisi di una selezione di film. Nella prima sezione si mira a dare consistenza teorica alla possibilità di utilizzare i film come strumenti di indagine culturale, paragonando la storia del cinema di guerra russo-sovietico a quella di altri paesi e accertando la presenza in Russia di un “mito” del conflitto bellico. Nella seconda sezione si prendono in esame i primi film di propaganda, e quindi i cinegiornali e i documentari del secondo conflitto mondiale. I procedimenti stilistici e gli schemi concettuali secondo i quali la guerra viene delineata in tali film costituiscono la base su cui verranno costruite le opere di fiction aventi lo stesso tema nei decenni successivi. La terza sezione è dedicata ai film girati in studio ed è costituita da sei sottosezioni; ognuna comprende l’analisi di una serie di pellicole, selezionate a seconda del periodo storico in cui sono state prodotte. Infine, nelle conclusioni, si propongono ulteriori spunti d’indagine; per esempio, sulle attuali serie televisive a sfondo bellico.
The present dissertation is divided into three sections and intends to trace an history of Russian war cinema from the 20s to the present day, through the analysis of a selection of films. The first section aims to give substance to the theoretical possibility of using films as tools for cultural research, by comparing the history of Soviet war cinema with the one from other countries, and thus ascertaining the presence of a “myth” of the war in Russia. In the second section, an analysis of early propaganda films, newsreels and documentaries from World War II is proposed. Stylistic procedures and conceptual schemes under which war is outlined in these films provide the foundation for the works of fiction about the same theme which are developed in the following decades. The third section focuses on studio films, and consists of six subsections; each one including the analysis of a series of films, selected according to the historical period they were produced in. In the final conclusions, some suggestions for further research are proposed, such as a possible analysis about current war-themed TV series.
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Ceriani, Eleonora <1994&gt. "Storie d’Italia. Raccontare e valorizzare il territorio e la sua storia millenaria. Il ruolo del documentario e le possibilità di finanziamento in Italia". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14164.

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La tesi si propone di analizzare il ruolo del documentario ai fini di un suo utilizzo quale mezzo di diffusione di una sensibilità connessa alla tutela del patrimonio culturale italiano. La trattazione approfondisce il significato della terminologia connessa al prodotto documentario e l’evoluzione storica del genere con un focus sul contesto italiano, valutando i risvolti positivi di un suo utilizzo a scopo educativo. Segue una analisi delle possibilità di sostegno finanziario alla produzione disponibili in Italia per la realizzazione di opere documentarie che trattino tematiche connesse alla tutela del patrimonio storico, culturale, artistico e ambientale italiano.
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Del, Monte Marco <1974&gt. "Il film sull'arte e la Mostra internazionale del cinema di Venezia". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2010. http://hdl.handle.net/10579/986.

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La tesi affronta il dibattito nato attorno al film sull'arte dal dopoguerra alla fine degli anni Cinquanta attraverso la ricostruzione della storia e delle iniziative delle istituzioni internazionali create al fine di una sua regolamentazione, utilizzo e circolazione. Una volta individuato e contestualizzato il ruolo dell'Unesco, la prima parte della tesi segue la nascita della Fédération Internationale du Film sur l'Art nel 1948, i protagonisti e i successivi congressi che ne stabilirono obiettivi e politiche d'intervento, per poi passare ad altre istituzioni e all'osservazione dei differenti cataloghi prodotti a livello mondiale. La seconda parte si focalizza sul contesto dei festival internazionali e, in particolare, sulla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Vengono così affrontati tanto la produzione dei film stessi quanto il dibattito critico e metodologico che intorno al genere andava definendosi.
This thesis addresses the debate on films on art which emerged from the post-war years to the end of the fifties, by reconstructing the history and the initiatives of international institutions created for its regulation, use and circulation. After identifying and contextualizing the role of UNESCO, the first part of the thesis follows the birth of the Fédération Internationale du Film sur l'Art in 1948, as well as the protagonists and congresses that established its policies and targets; it shall then proceed with the analysis of other institutions and of a several catalogues produced worldwide. The second part focuses on the context of internationals festivals, in particular on the Venice International Film Festival. We shall thereby address the production of films as well as the gradual definition of critical and methodological debate around this genre.
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Migliarino, Mattia. "L'Italia degli anni di piombo alla luce del cinema italiano". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amslaurea.unibo.it/25319/.

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Può il cinema italiano raccontare un periodo controverso come quello degli anni di piombo? La mia ricerca cerca di rispondere a questa domanda attraverso l'analisi dei film dell'epoca e alla conoscenza di esponenti del panorama cinematografico che hanno cercato di svelare la realtà italiana attraverso le proprie opere. Può il cinema essere utilizzato come strumento per la conoscenza e l'approfondimento storico? Con questo mio elaborato ho cercato di rispondere a questa domanda.
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Izzo, Leo <1973&gt. "Il ruolo del jazz nelle musiche composte da Bruno Maderna per la radio e per il cinema". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/228/1/Leo_Izzo_Tesi_dottorale.pdf.

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Izzo, Leo <1973&gt. "Il ruolo del jazz nelle musiche composte da Bruno Maderna per la radio e per il cinema". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/228/.

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Campalani, Marta <1988&gt. "'Abbiamo occhi così come orecchie' Il cinema di Mauricio Kagel e la sua esperienza con gli artisti del movimento Fluxus". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3318.

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Nepoti, Elena <1985&gt. "La storia del cinema muto a Bologna attraverso la documentazione d'epoca. Protagonisti, imprese, spettacoli e luoghi per la gestione dell'immaginario della società urbana (1896-1925)". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7051/1/Nepoti_Elena_Tesi_Dottorato.pdf.

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Studio storiografico condotto su fonti archivistiche, filmiche e sulla stampa locale e specializzata che ricostruisce dettagliatamente l'ambiente cittadino d'inizio Novecento nel quale si sono diffusi i primi spettacoli cinematografici, determinandone le caratteristiche e tracciandone l'evoluzione fra 1896 e 1925. L'avvento della cinematografia è strettamente connesso a un processo di modernizzazione del volto urbano, degli stili di vita, delle idee e il cinema si salda a queste istanze di rinnovamento, con una precisa ricaduta sull'immagine della città e sull'esperienza dei suoi cittadini appartenenti alle diverse classi sociali.
The focus of this work is to reconstruct in detail the urban environment, its characteristics and evolution, in the beginning of the Twentieth Century, when the first movies were shown, using primary and filmic sources, and local and specialised press. Early cinema history is closely related to a process of modernization of the city of Bologna, as well as lifestyles and ideas, and the movies are tightly related to these instances, with a precise influence over the image of the city and on the experience of the citizens belonging to different social classes.
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Nepoti, Elena <1985&gt. "La storia del cinema muto a Bologna attraverso la documentazione d'epoca. Protagonisti, imprese, spettacoli e luoghi per la gestione dell'immaginario della società urbana (1896-1925)". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7051/.

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Studio storiografico condotto su fonti archivistiche, filmiche e sulla stampa locale e specializzata che ricostruisce dettagliatamente l'ambiente cittadino d'inizio Novecento nel quale si sono diffusi i primi spettacoli cinematografici, determinandone le caratteristiche e tracciandone l'evoluzione fra 1896 e 1925. L'avvento della cinematografia è strettamente connesso a un processo di modernizzazione del volto urbano, degli stili di vita, delle idee e il cinema si salda a queste istanze di rinnovamento, con una precisa ricaduta sull'immagine della città e sull'esperienza dei suoi cittadini appartenenti alle diverse classi sociali.
The focus of this work is to reconstruct in detail the urban environment, its characteristics and evolution, in the beginning of the Twentieth Century, when the first movies were shown, using primary and filmic sources, and local and specialised press. Early cinema history is closely related to a process of modernization of the city of Bologna, as well as lifestyles and ideas, and the movies are tightly related to these instances, with a precise influence over the image of the city and on the experience of the citizens belonging to different social classes.
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Mandelli, Elisa <1984&gt. "Esporre la memoria : film e audiovisivi negli allestimenti dei musei di storia tra ventesimo e ventunesimo secolo". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/6536.

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La tesi si propone di indagare le forme di esposizione del cinema e delle immagini in movimento nel quadro degli allestimenti espositivi, al di fuori dell’ambito artistico e con particolare attenzione ai musei focalizzati sulla storia recente o contemporanea. Una prima sezione è dedicata alle modalità con cui il fenomeno si è manifestato a partire dai primi decenni del ventesimo secolo. Essa identifica da un lato le condizioni di possibilità dell’utilizzo del medium cinematografico nella pratica museale, dall’altro le modalità con cui si è negoziata, in termini propriamente museografici, l’inclusione delle immagini in movimento lungo il percorso espositivo. La seconda parte della ricerca discute le declinazioni del fenomeno negli ultimi due decenni e vi individua un insieme di pratiche e configurazioni ricorrenti, mettendo in luce la crucialità del cinema nelle esposizioni museali contemporanee in quanto principio strutturale e modello di riferimento.
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Lasagna, Giovanni. "Il racconto ludonarrativo. Analisi del videogioco come medium narrativo". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amslaurea.unibo.it/25147/.

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Il linguaggio videoludico si è sufficientemente evoluto da permettere di raccontare storie in modi che altri medium, tipicamente più narrativi, non possono fare. L’obiettivo di questo lavoro è quello di individuare i metodi principali utilizzati dai videogiochi per narrare storie, poiché ciò può contribuire a comprendere le potenzialità espressive del medium.
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Bellano, Marco. "Accanto allo schermo. Il repertorio musicale de Le Giornate del Cinema Muto". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3427459.

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The fact that silent cinema is not to be considered just as a precursor to sound cinema, in an evolutionary sense, is today well acknowledged. The studies of scholars such as Tom Gunning, André Gaudreault, Richard Abel, Noël Burch and Charles Musser have moreover invited to consider what the “silent era” harbored not just as another cinema than the “sound” one, but as a number of “other” ways to conceive cinema, each one of them needing an accurately different approach, whatever is the chosen perspective (historiographical, aesthetic, sociologic, etc.) to look at them from. However, it is strange how one of these perspectives seems to be reluctant in accepting this awareness towards the silent production. It is the musical perspective: even if studies that deal with silent film music according to the specific features of the different languages of the silents have been developed indeed (most notably, the ones by Rick Altman), they nonetheless remain a minority. The panorama of discourses about film music, as of 2010, can still include authoritative contributions saying that «almost nothing has changed from the beginnings to present days» in the general way in which music interacts with moving images. Signs of this attitude are to be found even in the field of film preservation. Film archives devoted to silents, in fact, do not often accompany their film collections with pertinent music collections. There are, of course, meaningful exceptions, like the silent music collections at the Library of Congress or at the MoMA, or the Eyl/Van Houten Collection at the Nederlands Filmmuseum. But they are, precisely, exceptions. This situation apparently clashes with the need for «painstaking historical research» that Rick Altman recommends to be at the core of contemporary studies on silent films. A research done within an archive of silent film, in fact, is likely to be incomplete on the side of music and sound practices. Musicians of the silent era interacted with films by staying at the side of the screen, in the shadows next to the light of the projector: it is quite ironic how the discourse on their music, now, is again confined in a “shadow” – a metaphoric one, though - which borders with the “light” of the modern studies on silent cinema, but cannot proficiently interact with it. «It is time», as Altman said, «to include sound in silent cinema’s historiographical revival». A complete silent film music archive should be at the interface between a music library and a performing arts collection. Written scores, during the silent era, were a minority: the greatest part of the musical practice was instead based on cue sheets, compilations, repertoires, or even improvisations –which cannot of course have left any trace outside occasional accounts from audience members or the performers themselves. Moreover, practices of non-musical sonorization where often complementary to and concurrent with music performances: so, there is an evident need to keep record of them too. In addition to that, it must be remembered that, especially since the 1980 Thames Television presentation of Abel Gance’s Napoléon, reconstructed by Kevin Brownlow with new music by Carl Davis, the repertoire of the music for the silents started to grow again. In the last 30 years, the venues where silent film are screened in a way respectful of historical practices multiplied, as well as the production of appropriate music accompaniments founded on complete scores, but also, again, on cue sheets and improvisations, just like during the actual silent age. It seems reasonable for this “new” tradition of music for silents to be preserved alongside the historical documents which are its origin and source of inspiration. My Ph. D. thesis uses these considerations as a premise to reconstruct and study a special and circumscribed collection of silent film music: the repertoire played at the international silent film festival Le Giornate del Cinema Muto from 1982 to present days. The accuracy shown by this festival in the presentation and divulgation of silent film music practices provides in fact a solid ground for a project of this kind. In addition to that, Le Giornate have already expressed, in 2009, the intention of having such an archive developed in Pordenone, after a suggestion I advanced during the XI Collegium organized by the festival. The thesis is divided into two parts. The first one includes an introductory chapter, where problems about the archival preservation of musical sources pertinent to silent film music are discussed; then, a first chapter deals with an outline of the history of music for silent films, choosing a non-linear approach based on the insurgence of musical practices more than on a chronological succession; finally, the first part is concluded by a chapter describing the aesthetic of music for silent films, comprehensive of a review of the pertinent literature and a description of the audiovisual strategies used by the composers. The second part is the repertoire of the music that has been performed live at Le Giornate del Cinema Muto on the basis of written scores. 115 films are listed following the 29 editions of the Festival, with full filmographic information. Each film is accompanied by a short analysis of the main audiovisual strategies. The sources of this research are mainly the audiovisual recordings of the screenings at le Giornate del Cinema Muto preserved at La Cineteca del Friuli, Gemona. Other details have been collected through conversations (in person or via email) with some of the authors of the music: Gillian B. Anderson, Neil Brand, Günter A. Buchwald, Philip Carli, Antonio Coppola, Berndt Heller, Stephen Horne, Maud Nelissen, Donald Sosin and Gabriel Thibaudeau.
Il fatto che il cinema muto non possa essere considerato un mero precursore del cinema sonoro, secondo una logica «biologica e teleologica», è oggi ampiamente riconosciuto. Le riflessioni di studiosi quali Tom Gunning, André Gaudreault, Richard Abel, Noël Burch e Charles Musser hanno inoltre invitato a considerare il muto non solo come un altro cinema rispetto al sonoro, ma come un sistema di pratiche cinematografiche concorrenti ed essenzialmente diverse da quella del sonoro, decisamente mal raccolte sotto l’etichetta generica “cinema muto”. Ciascuna di queste maniere cinematografiche, numerose e dall’identificazione e denominazione controversa– cinematografia-attrazione, cinema dei primi tempi, cinema primitivo, ecc. – necessita di distinti strumenti d’analisi, quale che sia il punto di vista (storiografico, estetico, sociologico, ecc.) scelto per studiarla. È tuttavia strano come uno di questi possibili punti di vista si stia ancor oggi dimostrando piuttosto riluttante nell’accettare tale genere di consapevolezza nei confronti del muto. Si tratta del punto di vista musicale. È vero che non sono mancati gli studi teorici capaci di trattare la musica per il cinema muto tenendo conto della molteplicità e delle differenti necessità dei linguaggi visivi di quell’epoca: Rick Altman ha in particolare offerto alcune delle riflessioni più interessanti in tal senso. Ma tali riflessioni sono rimaste una minoranza. Il panorama dei discorsi sulla musica per film nel 2010 è ancora in grado di accogliere contributi importanti che tuttavia non differenziano le strategie audiovisive del sonoro da quelle del muto, sostenendo che nella maniera generale in cui la musica interagisce con l’immagine in movimento «poco o nulla è cambiato dalle origini ad oggi». Segni di questa tendenza si riscontrano persino nell’ambito della preservazione dei film. Gli archivi cinematografici attivi nella conservazione del muto, infatti, raramente accompagnano le loro collezioni con archivi paralleli destinati alla documentazione relativa alla musica. Esiste, bisogna riconoscere, la consapevolezza dell’importanza che i documenti musicali possono avere nelle operazioni di restauro e preservazione dei film. Esistono inoltre casi particolari di raccolte di musica per il muto gestite in sinergia con archivi di film, come le collezioni di musica per il muto conservate alla Library of Congress di Washington, DC, o al Museum of Modern Arts (MoMA) di New York, oppure la Eyl/Van Houten Collection presso il Nederlands Filmmuseum. Ma si tratta di eccezioni: e fino alla fine degli anni ’80 in effetti non esistevano significative raccolte di musica per il cinema muto al di fuori di quella del MoMA. Questo stato delle cose sembra in apparente contrasto con la necessità di una «ricerca storica coscienziosa» che Altman raccomanda parlando dell’approccio contemporaneo al muto. Infatti, allo stato attuale delle cose, una ricerca sul muto svolta in un singolo archivio rischia plausibilmente di essere molto carente sul versante delle pratiche sonore e musicali. Durante l’epoca del muto, i musicisti interagivano con i film restando accanto allo schermo, nell’ombra vicina alla luce del proiettore. È piuttosto ironico come oggi i discorsi sviluppati attorno alla loro musica siano nuovamente costretti in un’“ombra” – metaforica, stavolta – che sta ai confini della “luce” costituita dai moderni studi sul cinema muto, senza però poter ben interagire con essa. «È tempo», come ha scritto Altman, «di includere il suono nella rinascita storiografica del cinema muto». Un archivio della musica per il cinema muto dovrebbe porsi all’intersezione tra una biblioteca musicale ed una collezione di materiali legati alle arti performative. Le partiture scritte, durante l’epoca del muto, erano infatti una minoranza: la maggior parte della pratica musicale si fondava su cue sheet, compilazioni, repertori o improvvisazioni – che non possono aver lasciato alcuna traccia al di fuori di occasionali resoconti di membri del pubblico o degli stessi musicisti. In più, pratiche di sonorizzazione non musicali erano spesso concomitanti e complementari alle esecuzioni: esiste dunque una chiara urgenza di preservare anche qualsiasi tipo di documentazione parli di esse. In aggiunta a ciò, occorre ricordare che, almeno dalla presentazione del 1980 del Napoleon di Abel Gance prodotta da Thames Television, che ha mostrato il film ricostruito da Kevin Brownlow con una nuova musica di Carl Davis, il repertorio della musica per il muto ha cominciato a crescere di nuovo. Negli ultimi trent’anni, i luoghi dove i film muti vengono proiettati in maniera rispettosa di pratiche musicali storiche si sono moltiplicati, assieme alla produzione di partiture, cue sheet e improvvisazioni. Sembra ragionevole offrire a questa “nuova” tradizione di musica per il muto un posto accanto ai documenti che ne sono origine ed ispirazione. La mia tesi di dottorato utilizza queste considerazioni come premessa per ricostruire e studiare una collezione particolare e circoscritta di musica per il cinema muto: il repertorio di partiture eseguite al Festival internazionale Le Giornate del Cinema Muto, dal 1982 al 2010. L’accuratezza filologica dimostrata da tale Festival nella presentazione e nella divulgazione delle pratiche musicali del muto offre infatti una solida base per studi di questo genere. Inoltre, Le Giornate del Cinema Muto hanno già espresso, nel 2009, l’intenzione di fondare concretamente un archivio come quello sopra descritto, in seguito ad un suggerimento da me avanzato nel corso del XI Collegium di studi organizzato dalla manifestazione. La tesi è divisa in due parti. La prima include un capitolo introduttivo, dove vengono discussi problemi riguardanti la conservazione archivistica delle fonti musicali pertinenti alla musica per il muto; dopodiché, un primo capitolo tratta della storia della musica per il muto, scegliendo un approccio non lineare guidato dallo sviluppo delle pratiche musicali, e non da una consequenzialità cronologica; infine, la prima parte si conclude con un capitolo descrivente l’estetica della musica per il muto, nel quale si offre una rassegna della letteratura sull’argomento ed una descrizione delle strategie audiovisive utilizzate dai compositori. La seconda parte presenta il repertorio della musica che è stata eseguita a Le Giornate del Cinema Muto sulla base di partiture scritte. Si tratta di un elenco di 115 film, coprente la 29 edizioni del Festival e completo di informazioni filmografiche. Ogni scheda di film è accompagnata da una breve analisi delle principali strategie audiovisive. Le fonti di questa ricerca sono principalmente le registrazioni audiovisive delle proiezioni a Le Giornate del Cinema Muto conservate presso La Cineteca del Friuli, Gemona. Altri dettagli si sono ottenuti tramite conversazioni (di persona o tramite email) con alcuni degli autori delle musiche: Gillian B. Anderson, Neil Brand, Günter A. Buchwald, Philip Carli, Antonio Coppola, Berndt Heller, Stephen Horne, Maud Nelissen, Donald Sosin e Gabriel Thibaudeau.
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PISU, STEFANO. "L'Unione Sovietica alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia (1932-1953)". Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2008. http://hdl.handle.net/11584/265990.

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Attraverso la lente del cinema e nella peculiare prospettiva offerta dal “microcosmo” della mostra di Venezia, è stato possibile vedere uno spaccato dell’evoluzione dei rapporti politici e culturali fra l’URSS e la comunità internazionale dagli anni trenta ai primi anni cinquanta, con un’attenzione specifica alle relazioni italo-sovietiche. Il coinvolgimento diretto dei principali organi statali e di partito dell’URSS in merito all’opportunità di prendere parte al festival ha rivelato il grande significato attribuito dal Cremlino alla manifestazione lagunare. La partecipazione alla mostra fu figlia di un ben preciso calcolo politico dell’Unione Sovietica, che intese l’evento veneziano come un’autentica competizione in cui avrebbe potuto dimostrare la sua preminenza a livello ideologico-culturale, in sintonia con la dichiarata supremazia dei propri sistemi socio-economico e politico. L’esame della stampa sull’accoglienza riservata ai film ed alle delegazioni giunte da Mosca ha poi palesato le forti aspettative e il grande interesse espressi dall’opinione pubblica italiana verso il cinema dell’URSS. Si sono inoltre messe in luce le trasformazioni organizzative ed estetiche subite dalla cinematografia sovietica nel periodo considerato e la sua collocazione all’interno del complesso rapporto fra arte, cultura e potere negli anni dello stalinismo e all’alba del disgelo post-staliniano.
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Piredda, Arianna <1994&gt. "Legalità e potere in Cina, storia del sistema penale cinese e lo sviluppo dei laogai". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15546.

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Questa tesi ha come scopo quello di dare un’idea generale del sistema penale cinese e del modo in cui si è evoluto nel corso degli anni, il rapporto tra autorità amministrativa e sistema legislativo e in che modo viene amministrato dal governo cinese oggi. Inoltre questa tesi punta a focalizzare l’attenzione sui sistemi di detenzione utilizzati nel passato, durante l’epoca maoista e tutt’ora in vigore nella Repubblica Popolare Cinese, cosa è cambiato finora, di quali diritti godono i detenuti, in che modo vengono trasformati in dei cittadini modello. Da qui in poi la tesi inizierà ad espandersi, fino a trattare del sistema dei LAOGAI, o semplicemente campi di riforma attraverso il lavoro. Oltre a capire il significato di laogai, la tesi tratta del modo in cui si sono sviluppati e del perché Mao Zedong ha ritenuto opportuno utilizzare tale sistema per tenere a bada i dissidenti politici e i criminali. Viene inoltre specificata la differenza tra LAOGAI e LAOJIAO, gli ultimi intesi come campi di rieducazione attraverso il lavoro. C’è un cenno poi alla riforma del pensiero, importante nella Cina di oggi, che utilizza strumenti quali ad esempio la propaganda per far si che i dissidenti politici possano in qualche modo far luce sui loro dubbi e cambiare idea sulla politica cinese. Inoltre un’altra parte si dedica al modo in cui questi sistemi di detenzione in Cina sono considerati a livello internazionale, quale è la loro opinione e perché la maggior parte accusa la Cina di violare in questo modo la libertà dei cittadini ma soprattutto i diritti umani.
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Balestri, Roberto. "Intelligenza artificiale e industrie culturali storia, tecnologie e potenzialità dell’ia nella produzione cinematografica". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amslaurea.unibo.it/25176/.

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Negli ultimi anni stiamo assistendo, in svariati campi, a un sempre più vasto utilizzo di tecnologie che utilizzano quella che viene comunemente chiamata “intelligenza artificiale”. Anche il settore audiovisivo, da sempre recettore di novità e incline a evolversi continuamente, sta già vivendo quei processi che lo porteranno a essere rivoluzionato da questo tipo di tecnologie. In un periodo di frenetico progresso scientifico è difficile riuscire a fissare nel tempo e su carta lo stato attuale dello sviluppo tecnologico, dato che ciò che oggi viene considerato come novità domani potrebbe già essere stato superato. È necessario, quindi, uno strumento che riesca a catalogare, se non tutte, almeno le più importanti rivoluzionarie tecnologie d’intelligenza artificiale che hanno investito il mondo della produzione artistica e delle industrie culturali. Uno studio approfondito è dedicato, in particolare, all’industria cinematografica. Dopo una breve introduzione di carattere storico, vengono descritti i principali tipi di rete neurale artificiale e la loro evoluzione. Sono poi delineate e descritte le principali tecnologie d’IA applicate all’elaborazione, comprensione e generazione automatica o assistita d’immagine e testo. Ancora più nel dettaglio sono osservate alcune soluzioni tecnologiche che interessano le varie fasi del processo di produzione cinematografica, come la fase di scrittura e analisi della sceneggiatura, quella di editing e montaggio video, così come quelle riguardanti l’implementazione di effetti visivi e la composizione musicale. Il testo risulta essere, da un lato, una fotografia sul passato che ha interessato lo sviluppo delle tecnologie d’IA, dall’altro uno strumento che illustra il presente così da aiutarci, se non a predire, almeno a non trovarci completamente impreparati di fronte agli sviluppi futuri che interesseranno sia la produzione audiovisiva che, in senso più ampio, la nostra vita di tutti i giorni.
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Parisi, Raffaele. "L'aspetto intrinseco del sinogramma: intreccio di storia, cultura e filosofia". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10711/.

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Pasquinucci, Guido <1988&gt. "La scuola del Nord: storia ed evoluzione della cucina nella Cina settentrionale". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/5917.

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Studio sulla cucina sviluppatasi nella nella Cina settentrionale. la tesi si divide in tre parti principali: la prima parte si sofferma sulla storia, osservata dal punto di vista del cibo in Cina, partendo dal neolitico sino all’arrivo dei primi fast-food, cercando di indagare su quei meccanismi che hanno accompagnato l’evoluzione della cucina cinese e che l’hanno plasmata nella sua forma attuale. La seconda parte si concentra sulla cucina cinese del Nord, ovvero la cucina sviluppatasi nelle provincie dello Hebei, Henan, Shanxi, Shaanxi, Shandong e nella città di Pechino, prendendo in considerazione le caratteristiche climatiche, geografiche e culturali che hanno interessato le singole zone. La terza parte, in ultimo, si sofferma sull’approccio pratico rispetto al cibo, vale a dire tecniche di cottura e preparazione degli alimenti e su quegli ingredienti e gusti tipici che caratterizzano questa cucina.
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Bartoletti, Chiara <1988&gt. "Dentro il Testo e nella Storia: proposta di traduzione e commento traduttologico del manuale di storia della letteratura cinese contemporanea di Chen Sihe". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2889.

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Borzi, Andrea <1995&gt. "Storia e sviluppo del videogioco e del mercato videoludico, con particolare attenzione alla community cinese e repertorio terminografico italiano-cinese". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20707.

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La presente tesi di laurea, divisa in tre sezioni, analizza la storia del videogioco, sotto l’aspetto evolutivo del media, l’aspetto economico e lo sviluppo del mercato, nonché la creazione del circuito competitivo. Inoltre, intende analizzare i costi e i guadagni annessi, nonché l’impatto che ha avuto su scala globale e successivamente nel mercato cinese. L’analisi è di supporto ad un repertorio terminografico italiano-cinese relativo al mondo videoludico, comprendendo termini di uso comune della comunità videoludica e termini specifici del settore e del mercato ad esso collegato.
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Cristante, Emilia <1995&gt. "Finché esiste un'entità che mi rende colpevole - Una lettura politico-storica dello Zainichi Cinema". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16710.

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Questo lavoro tratterà delle politiche intraprese dal Giappone nel dopoguerra, delle dimostrazioni, degli scontri tra il cittadino e il Governo, delle ingiustizie perpetrate contro determinati gruppi sociali e si focalizzerà sulle discriminazioni razziali e sulle misure dedicate alla figura dello Zainichi, il residente giapponese di origine coreana. Tratterà inoltre dei primi registi a interessarsi a tali problematiche sociali, i registi della “New Wave”, un movimento degli anni ’60 che affrontò in maniera radicale temi come la sessualità, la politica e l’identità, temi legati indissolubilmente all’epoca delle proteste studentesche, all’alienazione e nichilismo dei giovani e al cambiamento sociale derivato dalla rapida modernizzazione e dal consumismo. I registi della New Wave, tra cui Ōshima Nagisa e Imamura Shōhei, nei loro film trattarono appunto delle condizioni degli Zainichi, mettendo a nudo l’ipocrisia della società e la discriminazione da parte del Governo.
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Denaro, L. "Luci e ombre cinesi : il contributo del Seminario Lombardo per le missioni estere alla conoscenza del mondo cinese (1858-1900)". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2008. http://hdl.handle.net/2434/59507.

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Bianco, Damiano <1986&gt. "CONSEGUENZE DEL SISMA DEL TŌHOKU SULL'ECONOMIA DELLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2439.

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Sul piano umanitario il grande terremoto del Giappone dell'11 Marzo è stato un terribile cataclisma per il popolo giapponese e per il mondo intero. Un sisma che ha infranto ogni record, uno tsunami spaventoso e la gravissima crisi nucleare conseguente, questo triplice disastro quale tipo di danni economici ha causato al Giappone? Ha avuto delle conseguenze anche sui Paesi vicini all'arcipelago? E ancora, ha avuto un impatto su scala globale? La tesi concentra l’attenzione sui risvolti economici causati dal sisma dell’11 marzo 2011 in alcuni dei settori più importanti dell’economia nipponica, in particolar modo sull’impatto del disastro sugli scambi commerciali con la Cina. Questo lavoro è stato soprattutto il frutto dell’esperienza personale maturata in due anni di impiego in Cina presso un’impresa subfornitrice di accessori elettronici per una nota azienda automobilistica nipponica. La tesi tende a soddisfare due distinti obiettivi. Il primo è fornire una descrizione dettagliata degli effetti del disastro sulle economie dei due paesi, senza estrapolarla dal contesto economico e politico globale e da uno scenario in continuo mutamento quale è quello dell’Asia Orientale. In secondo luogo si propone di analizzare e commentare l'orizzonte delle ricerche effettuate nei vari settori con l’intento di giungere a una conclusione personale su come e quanto questo cataclisma ha mutato e muterà lo scenario economico delle due potenze asiatiche nel prossimo futuro.
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Banchi, Francesca <1986&gt. "Dal giudice all’investigatore: evoluzione di una figura letteraria. Elementi di diritto penale nelle storie cinesi di investigazione del crimine". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2689.

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L’espressione cinese “letteratura di ragionamento” è utilizzata per definire la letteratura del crimine cinese. Di questo genere fanno parte tutte le storie che sono incentrate sulla risoluzione di un omicidio e che raccontano lo sviluppo delle indagini fino alla soluzione del caso. Il filo logico seguito per la stesura dell’elaborato è l’evoluzione letteraria del personaggio protagonista di questi polizieschi: il detective. L’analisi di questo soggetto è stata fatta parallelamente a quella del suo corrispettivo occidentale, da cui gli autori cinesi traggono ispirazione. Alla fine dell’Ottocento la figura del giudice, protagonista dei primi racconti polizieschi di epoca Tang, diventa detective deduttivo, grazie soprattutto alle prime traduzioni dei testi occidentali di E. A. Poe e Conan Doyle, i cui protagonisti si ritrovano, in versione orientale, all’interno delle nuove storie di investigazione cinesi. Durante la Rivoluzione Culturale la letteratura del crimine cade in un periodo di stasi e solo con le riforme di apertura si ricomincia a sentire l’influenza occidentale e a pubblicare testi di letteratura criminale che hanno come protagonista la nuova figura del detective investigativo. Nonostante la continua evoluzione letteraria del personaggio principale, le caratteristiche che lo contraddistinguono non cambiano mai nel corso del tempo: è intelligente e molto curioso, è un abile osservatore, devoto al proprio lavoro e stimato da tutti. Tuttavia la tesi proposta non è esclusivamente letteraria, si tratta infatti di una tesi interdisciplinare poiché, attraverso la lettura e l’analisi dei testi letterari, si spiegano il diritto penale cinese e il senso della giustizia. La figura del detective rispecchia infatti la legge, che diventa protagonista dei racconti polizieschi e assume così, in una contestualizzazione inconsueta quale quella letteraria, nuovi significati, e si avvale di nuovi metodi di studio, tra cui quello narrativo.
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D'Antonio, Angela <1986&gt. "La politica del figlio unico in Cina: evoluzione storica e disciplina giuridica". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/2289.

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La tesi ripercorre lo sviluppo della politica del figlio unico in Cina, dal 1949 ad oggi evidenziando le diverse fasi di attuazione da moderata a obbligatoria. Si concentra successivamente sull'assetto giuridico, prendendo in analisi due casi di ricorsi in tribunale di coppie multate per non aver rispettato la politica in due città cinesi. Si conclude con le conseguenze e gli effetti che tale politica sta portando.
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Carraro, Desiree <1988&gt. "ANSALDOBREDA E LA CINA, STORIA DI UN SUCCESSO DEL "MADE IN ITALY"". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3831.

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Le strategie che hanno decretato il successo di un'eccellenza italiana attraverso i delicati rapporti commerciali, le insidie della concorrenza globale e la peculiarità del mercato Cinese. A partire dal 2009 AnsaldoBreda S.p.a, controllata Finmeccanica, si è impegnata nella costituzione di una joint venture paritetica nella municipalità di Chongqing con il Gruppo Sicc (Chongqing Chuany Automation Co. Limited), mentre tra il 2012 ed il 2013 ha stipulato un importante accordo bilaterale di produzione su licenza con l’azienda CNR Dalian Locomotive & Rolling Stock Co., Ltd. Group. Alla luce dei risultati ottenuti è indispensabile comprendere ed approfondire le soluzioni manageriali e commerciali utilizzate durante le trattative e lo sviluppo successivo del business; come modello di riferimento per migliorare lo sviluppo del “made in Italy” nella Repubblica Popolare Cinese.
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Cigognini, Lorenzo <1988&gt. "Hong Xiuquan, i fondamenti e le origini del culto dei Taiping". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19472.

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La Rivolta dei Taiping, esperimento politico e religioso che si protrae dal 1851 al 1864 nel sud della Cina, è considerata una delle più grandi sommosse del XIX secolo. La retorica e la fascinazione del credo alla base del movimento, che arriva ad aver presa sulla popolazione al punto da diventare un’alternativa effettiva al potere del governo centrale, hanno origine nel pensiero di un giovane aspirante funzionario originario di un piccolo villaggio non lontano da Guangzhou: Hong Xiuquan. Hong non solo fonda il Regno della Pace Celeste ma arriva a definirsi figlio di Dio e fratello di Gesù Cristo e ad essere acclamato dai suoi seguaci come tale. Il suo pensiero è condizionato da elementi della tradizione buddista, taoista e confuciana, elementi della demonologia e della superstizione cinese e subisce l’influenza del messaggio cristiano veicolato da missionari protestanti. L’elaborato mira a fornire un’analisi, mantenendo un approccio sia storico che sociologico, della religione Taiping e del pensiero di Hong alla luce delle diverse tradizioni con cui viene in contatto. La ricerca si concentra sul contesto culturale e religioso in cui Hong cresce e sull’opera delle missioni protestanti che ne condizionano il pensiero nella prima parte della sua vita.
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Marchesi, Sara <1989&gt. "LA TRAMA E L'ORDITO. Storia e contenuti del Chu boshu 楚帛書 (Manoscritto su Seta di Chu)". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6794.

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L’elaborato raccoglie e organizza i risultati delle principali ricerche dell’ultimo secolo relative al Chu boshu 楚帛書, il più antico manoscritto su seta finora ritrovato, risalente al tardo periodo degli Stati Combattenti e associato allo stato meridionale di Chu. Dopo un’introduzione alla storia e alla cultura di Chu, si ripercorrono gli eventi che condussero al ritrovamento del Manoscritto e se ne tracciano le principali caratteristiche fisiche e i contenuti. Particolare attenzione è dedicata all’analisi delle dodici figure di divinità presenti ai margini del testo.
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Trevisan, Thomas <1992&gt. "Analisi dell'antica pratica sportiva cinese del cuju attraverso proposte traduttive del lessico specifico della disciplina". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12063.

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Il cuju fu un'antica pratica sportiva cinese che ebbe caratteristiche particolarmente simili al gioco del calcio odierno. Attraverso l'analisi del gioco e del suo contesto sociale, questa disciplina verrà proposta come fondamento culturale principale dell'espansionismo cinese nel mondo del calcio globale.
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Cogo, Michelle <1988&gt. "Nascita e formazione del sistema delle fonti del diritto di Hong Kong". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3712.

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La nascita e la formazione del sistema delle fonti del diritto di Hong Kong avvengono in concomitanza con importanti eventi storici che influenzano in maniera determinante Hong Kong. Tra la seconda metà del XIX secolo e l’inizio del XX secolo, a seguito delle guerre dell’oppio, si conclusero i cosiddetti trattati ineguali, attraverso i quali si stabilì la cessione di Hong Kong come colonia al Regno Unito. Ciò determinò l’adozione di un sistema giuridico di common law da parte della colonia britannica. Successivamente alla fondazione della Repubblica Popolare cinese nel 1949, il governo cinese prese una posizione coerente su Hong Kong sostenendo l’appartenenza di quest’ultima al territorio cinese e attraverso una serie di negoziati tra la Cina e la Gran Bretagna si decise per l’amministrazione diretta della Regione a statuto amministrativo speciale di Hong Kong da parte del Governo Popolare Centrale Cinese. Nel 1984 le due parti raggiunsero un accordo e siglarono la Joint Declaration sino-inglese e successivamente la Basic Law del 1990 che istituì il documento costitutivo di Hong Kong attraverso cui in conformità con il principio “un paese, due sistemi” si concordò il mantenimento per 50 anni del sistema capitalista e dello stile di vita precedente.
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Murgia, Manuela <1990&gt. "Storia delle relazioni sino-australiane: dal 1972, 44 anni di rapporti diplomatici ed economici". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8483.

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Riccardi, Marina <1992&gt. "La Grande Conoscenza come percorso di formazione: dal perfezionamento del sé all’armonia universale". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17317.

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Il libro della Grande Conoscenza, uno dei classici della tradizione confuciana, è da sempre considerato un testo fondamentale non solo per la coltivazione del sé ma anche per l’ordine sociale e per il governo. In particolare durante l’epoca Song i filosofi neoconfuciani si dedicarono allo studio dei concetti in esso presentati. Il testo ha avuto una grande influenza dal punto di vista culturale e storico-politico. Ancora oggi vi è infatti un profondo interesse da parte della politica cinese contemporanea per la filosofia esposta in quest’opera.
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Greguol, Isabella <1988&gt. "Gli investimenti cinesi nel settore agricolo africano. Il caso del Mozambico". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4433.

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Resumen
L’elaborato analizza l’evoluzione della presenza cinese nel continente africano, riportando in maniera cronologica gli avvenimenti più importanti nella storia delle relazioni sino-africane, dagli anni cinquanta ad oggi. L’analisi si concentra principalmente sugli investimenti cinesi nel settore agricolo africano, fornendo un’immagine generale della situazione attuale dell’Africa rurale. In seguito, sono illustrati i fattori che hanno spinto la Cina ad investire in questo settore e i progetti statali e privati, che hanno permesso anche uno sviluppo economico del continente africano. Le critiche e i dibattiti sollevati dalle organizzazioni internazionali sono analizzati da vari punti di vista, tenendo conto dei provvedimenti presi dal governo cinese in materia di tutela ambientale e dei diritti dei lavoratori. Il testo si conclude esaminando il caso del Mozambico, presentandone le caratteristiche storiche, politiche ed economiche. La presenza cinese in questo contesto è analizzata tenendo conto delle opportunità che sta creando per lo sviluppo economico della nazione, ma anche delle conseguenze negative per l’impatto sociale e ambientale degli investimenti. Il progetto attuato nel distretto Xai-Xai, nella provincia di Gaza, a sud del paese, funge da esempio esplicativo di queste dinamiche e fornisce una chiara idea di come possono evolvere ulteriormente gli investimenti in questo settore. L’elaborato termina con alcune conclusioni riguardo il ruolo della Cina nello sviluppo economico del continente africano e l’attendibilità delle critiche occidentali su tale fenomeno.
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Qiu, Zhenzhen <1993&gt. "Proposta di traduzione e commento traduttologico di alcuni capitoli del libro STORIA DEL VIAGGIO E DEL TURISMO IN ITALIA". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15384.

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Resumen
Abstract With the rapid development of the economy and the progress of people's minds,Tourism has become an indispensable part of most people’s lives. And Italy, as one of the most famous tourist countries in the world, is very popular among the people of the world. The reason I chose this theme is that I have always been interested in the tourism industry in Italy and China, And my undergraduate thesis was about the tourism industry in Venice, So I have been wondering why the Italian tourism is so famous, when did it start, and how it developed. At the same time, it is also associated with the development of China's tourism industry. Now, under the guidance of Prime Minister Xi Jinping's policy of “the Silk Road Economic Belt and the 21st-Century Maritime Silk Road”, the tourism industry will also further develop. This thesis includes the translation of the third chapter of “STORIA DEL VIAGGIO E DEL TURISMO IN ITALIA” (The History of Italian Travel and Tourism). The author is Professor Andrea Jelardi of the Oriental University of Naples, who has been engaged in Italian tourism research for many years, and whose works can better let everyone understand the development of Italian tourism. The translated chapter tells about the 20th century Italian travel in terms of history, religion, transportation, travel types, etc. This thesis also explains how the economic recovery after the First World War, the industrial revolution, and religious development influence the people’s living habits, travel habits, and finally led to the popularity of travel.
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Piscitelli, Patrizia <1994&gt. "Storie tristi del borgo di Pingle: proposta di traduzione e commento di un racconto di Yan Ge". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16506.

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Resumen
Il presente lavoro di tesi propone la traduzione di un racconto della raccolta "Storie tristi del borgo di Pingle" dell’autrice cinese Yan Ge. La tesi si sviluppa in tre capitoli. Il primo capitolo, suddiviso in due parti, analizza la nascita e lo sviluppo della letteratura giovanile degli anni 80 (bālínghòu qīngchūn wénxué 80后青春文学), delineando le caratteristiche delle opere di questi giovani scrittori della generazione degli anni 80 (bālínghòu 80后), per poi introdurre l'autrice Yan Ge, l’evoluzione tematica, gli elementi innovativi e la raccolta da cui è stato tratto il racconto. Il secondo capitolo si focalizza sulla traduzione del racconto Tang Baozhen del vicolo Jiangxi (jiāngxī xiànglǐ de Táng Bǎozhēn 江西巷里的唐宝珍). Il terzo capitolo consiste nel commento critico-letterario alla traduzione, in cui si analizzano le caratteristiche del testo tradotto e al contempo le difficoltà riscontrate nella resa traduttiva e le motivazioni legate alle scelte adottate dal traduttore.
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Cavazzana, Paola <1983&gt. "Li Xiangjun, una ragazza tra storia e fantasia analisi tratta dall'opera Il Ventaglio dei Fiori di Pesco". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5465.

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Resumen
Nella tesi inizialmente vengono analizzate tutte le fasi che caratterizzano la storia del teatro cinese, dalle origini fino alla formazione del genere kunqu che è il tema centrale del lavoro. Di questo genere viene poi presa in esame l'opera Il Ventaglio dei Fiori di Pesco e più nello specifico uno dei personaggi principali, Li Xiangjun. Quest'opera ha come tema principale la storia d'amore tra la concubina Li Xiangjun ed un letterato di nome Hou Fangyu, ambientata nel periodo storico che caratterizza la caduta della dinastia Ming. Partendo quindi dallo studio del contesto storico in cui è ambientata la commedia, è stata fatta un'analisi critica dello sviluppo del personaggio di Li Xiangjun la cui natura, caratterizzata da una forte personalità, grande determinazione e particolare brillantezza, si discosta da quella delle concubine comuni di quel periodo. Li Xiangjun, per salvare il suo sentimento d'amore per Hou Fangyu, da lei ritenuto puro e impenetrabile, va contro ogni convenzione e ogni obbligo che la società di quei tempi imporrebbe di fare; il potere di funzionari corrotti e le vicende politiche si intrecciano continuamente con la vita privata della ragazza e tentano di “sporcare” la purezza della sua passione. Tramite la visualizzazione dell'opera rappresentata e tramite la lettura del testo scritto, si è potuto avere un quadro completo delle azioni che il personaggio compie, della sua evoluzione, la sua graduale maturazione e della sua presa di coscienza nella parte finale dell'opera. Nonostante la commedia in oggetto non sia a noi contemporanea, incarna ancor oggi il pensiero, i sentimenti e la volontà di tanta gente della nostra società moderna e questo ci permette di apprezzarne la trama e di viverla e di sentirla vicina anche oggi, come ieri, rappresentando e mettendo in scena valori universali e profondi che accomunano il popolo cinese di trecento anni fa allo spettatore occidentale di oggi.
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De, Mari Olimpia <1986&gt. "Il volo dell'aquila e del dragone". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4745.

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Aldegheri, Marta <1995&gt. "“L’interpretazione nel campo diplomatico cinese. Un’analisi del ruolo degli interpreti nelle relazioni diplomatiche cinesi basata sulla proposta di traduzione del primo capitolo di中国口译史 (Zhongguo kouyi shi, “Storia dell’interpretazione cinese”), di Li Nanqiu". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19202.

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Resumen
La lingua è uno strumento tanto utile quanto complesso giacché anche solo un errore, per quanto minimo, può portare a notevoli incomprensioni. A differenza di una qualsiasi attività di traduzione, il cui risultato finale può trovare un oggettivo riscontro “fisico”, l’interpretariato è una materia relativamente “intangibile”: le ricerche a riguardo sono piuttosto rare, fatto decisamente ironico dal momento in cui il ruolo degli interpreti è stato ed è tuttora di fondamentale importanza nella storia. Gli studiosi cinesi hanno iniziato solo negli ultimi anni a valutare le risorse storiche quali fonti utili per attingere a dati riguardo la storia dell’interpretazione cinese. Tra questi, Li Nanqiu ha dato un contributo fondamentale con la pubblicazione della monografia 中国口译史 Zhongguo kouyi shi (“Storia dell’interpretazione cinese”): si tratta di un’opera organizzata cronologicamente, il cui scopo è quello di fornire un’idea del ruolo che ebbero gli interpreti in ambito diplomatico, commerciale, militare, e nei campi della traduzione scientifico-tecnologica, letteraria e delle antiche scritture buddhiste. Lo scopo della mia tesi sarà quello di fornire una maggiore chiarezza rispetto al ruolo degli interpreti nelle relazioni diplomatiche durante le varie epoche in Cina. Il mio elaborato è articolato in tre capitoli: il primo, di introduzione, fornisce una breve panoramica sulla figura degli interpreti. Il secondo capitolo è la proposta traduttiva del primo capitolo dell’opera, in cui viene trattata l’interpretazione in campo diplomatico nei periodi pre-Qin, Han, Wei, Jin, delle Dinastie del Sud e del Nord, Sui, Tang, delle Cinque Dinastie e Dieci Stati, Song, Yuan, Ming e Qing. Il terzo e ultimo capitolo della tesi è il commento traduttologico.
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Farina, Giulia <1990&gt. "Il settore dei macchinari per conceria in Italia e in Cina: storia, tecnologia e confronto dei due mercati con un repertorio terminografico italiano-cinese". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/9286.

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Questa indagine terminografica si pone come obiettivo quello di proporre un’analisi in lingua italiana e in lingua cinese riguardo la terminologia specifica relativa ai macchinari per la lavorazione delle pelli. L’interesse per questo tema nasce dal fatto che sono nata e vivo tuttora a Vicenza, uno dei centri più sviluppati del settore conciario. In aggiunta, anche il lavoro che svolge mio padre, in stretta relazione con l’ambito delle pelli, mi ha spinta ad affrontare questo tema che mi ha appassionata. Oltre a ciò, lo studio della lingua cinese mi ha permesso di arricchire la terminologia specifica e, quindi, di redigere tale elaborato. La presente tesi è divisa in due parti. La prima è introduttiva dell’argomento, si pone come obiettivo quello di descrivere il tema sotto tre differenti punti di vista: quello storico (descrivendo la transizione dalla bottega artigiana all’industria conciaria), quello tecnologico (descrivendo i vari macchinari utilizzati nelle varie fasi della lavorazione delle pelli) e, infine, quello commerciale (mettendo a confronto il mercato italiano e quello cinese, con riferimento alle importazioni ed esportazioni). La seconda parte è formata dal repertorio terminografico italiano-cinese dei principali macchinari e attrezzature utilizzati per la lavorazione delle pelli. Nel redigere questo repertorio ho riscontrato alcune particolarità linguistiche, per esempio si è potuto notare come un solo termine cinese, in italiano corrisponda a più traduzioni.
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Cabib, Ilaria <1987&gt. "ONG verdi in Cina tra organizzazione del dissenso e strumento del potere: il caso di "Green Han River"". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4258.

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Lo studio analizza situazione giuridica, politica e sociale delle ONG verdi in Cina. Nel primo capitolo si analizzano, da un punto di vista storico e giuridico, i problemi ambientali oggi in Cina, con particolare attenzione alla crisi idrica. Nel secondo si studia la situazione delle ONG verdi dalla loro nascita ad oggi come risposta della società civile alle problematiche ambientali. Infine si presenta un case study: la ONG "Green Han River" situata nella provincia dello Hubei, la quale si occupa della salvaguardia del fiume Han.
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Gallinaro, Ludovica <1985&gt. "L'integrità del loto. Per una biografia critica di Zhou Dunyi (1017-1073) tra figura storica e personalità neoconfuciana". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3297.

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Nel contesto neoconfuciano, il valore di Zhou Dunyi si esplica tramite la costruzione della personalità intellettuale. La legittimità del suo ruolo di pensatore si fonda sull’importanza della connessione tra valore personale e insegnamento filosofico, e in tal senso si giustifica l’assoluta rilevanza del contenuto biografico. Nella ricostruzione critica della biografia qui proposta è possibile fornire sia un quadro delle dinamiche sottese alla costruzione della personalità di Zhou Dunyi, sia quindi riconoscere il valore della sua figura storica sulla quale si è attuato quel processo di legittimazione.
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Vinciguerra, Sofia <1988&gt. "Xiao Hong, uno sguardo tra autobiografia e realtà storica, sull'universo femminile negli anni Venti e Trenta del Novecento". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4399.

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Nonostante la sua breve esistenza,Xiao Hong ha lasciato un copus letterario considerevolmente ampio nel quale ha rappresentato e narrato vicende di donne in tutte le fasi della loro vita. Qiesto lavoro, attraverso la traduzione di estratti dalle opere della scrittrice, vuole fare luce sull'immagine della donna che ne emerge, concentrando l'analisi sulle influenze portate nella narrazione dalla spesso drammatica vicenda autobiografica di Xiao Hong in un contesto storico quanto mai difficile nella Cina degli anni Venti e Trenta del Novecento.
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Tagliafichi, Chiara <1986&gt. "Gli effetti del Country Of Origin Effect Italia nelle strategie di comunicazione del settore abbigliamento e accessori in Cina". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4782.

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In conseguenza dell'apertura del mercato cinese e il boom economico degli anni Novanta, sono profondamente cambiate le abitudini di consumo del Paese, sempre più globalizzato (occidentalizzato?) e aperto a nuove e infinite opportunità di acquisto. L’aumento del reddito pro-capite e il progressivo miglioramento delle condizioni di vita, unitamente ai sempre più frequenti contatti con l’estero, hanno plasmato nuovi e del tutto caratteristici pattern di consumo e acquisto della società cinese, sempre più attenta al marchio e alla provenienza dei prodotti che riempiono le boutique di tutta la Cina. Questa tesi si propone di indagare le nuove abitudini di consumo della popolazione cinese e in quale misura sia sensibile al fattore “made in Italy”, al fine di individuare strategie comunicative vincenti e “never to do” nel business del settore abbigliamento e accessori in Cina sfruttando la rinomata eccellenza italiana nel campo.
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Grano, Simona <1978&gt. "L'evoluzione del diritto di proprietà in Cina". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2008. http://hdl.handle.net/10579/866.

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Stecca, Enrica <1987&gt. "L'IMPATTO ECONOMICO SULL'AGRICOLTURA CINESE. ANALISI DELLA SILENZIOSA MARCIA DEL DRAGONE VERSO UN'AGRICOLTURA SOSTENIBILE". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3436.

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