Literatura académica sobre el tema "Storia culturale italiana"

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Artículos de revistas sobre el tema "Storia culturale italiana"

1

Fonzo, Erminio. "Il fascismo nell'Enciclopedia italiana". MONDO CONTEMPORANEO, n.º 1 (agosto de 2021): 5–46. http://dx.doi.org/10.3280/mon2021-001001.

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L'Enciclopedia italiana è stata l'opera più importante realizzata dal regime fascista in ambito culturale. Logicamente, l'Enciclopedia era attenta a riportare la versione dei fatti gradita al governo su tutto ciò che riguardava la storia recente e la politica. Nel regime, però, gli intellettuali non erano sempre concordi e in alcuni casi i collaboratori della Treccani dovettero scegliere quale interpretazione proporre. Il livello scientifico delle voci sull'attualità politica e la storia recente è vario: alcune propongono una sintesi efficace, mentre altre sono più faziose. Il controllo del governo, del resto, aumentò nel corso degli anni e fu particolarmente stretto sull'Appendice I, pubblicata nel 1938. L'articolo prende in esame le voci dell'Enciclopedia e dell'Appendice relative alla politica e alla storia recente, esaminando quali elementi dell'ideologia e della storia del fascismo gli autori hanno inteso mettere in evidenza; attraverso quali metodi hanno proposto la narrazione "ufficiale".
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2

Pelizzari, Maria Antonella. "Storia culturale della fotografia italiana dal Neorealismo al Postmoderno". Journal of Modern Italian Studies 19, n.º 3 (12 de mayo de 2014): 355–57. http://dx.doi.org/10.1080/1354571x.2014.910959.

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Maifreda, Germano. "Dualismi e identitÀ nella storia del mare italiano". SOCIETÀ E STORIA, n.º 126 (marzo de 2010): 676–78. http://dx.doi.org/10.3280/ss2009-126006.

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Resumen
Il volume di Frascani ripropone implicitamente la questione di fondo del dualismo economico, culturale e sociale che ha contraddistinto la storia italiana degli ultimi secoli. Lette attraverso la lente di ingrandimento della storia marina, l'evoluzione produttiva e la costruzione simbolica nazionale presentano, una volta di piů, la fisionomia ambigua e differenziata. Le dinamiche del potere e la sua carica disciplinante vengono analizzate con acume e profonditÀ, sollecitando nuovi interrogativi e gettando una luce talvolta inquietante su un tema che, da sempre, la retorica da Belpaese ha piuttosto presentato come unificante e pacificatore.
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Cattoni, Silvia. "La letteratura italiana tradotta in Argentina". Revista de Italianística, n.º 34 (7 de noviembre de 2017): 90. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i34p90-102.

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In due secoli di storia della letteratura argentina, lo sviluppo della letteratura italiana tradotta è in stretto rapporto con i propositi pedagogici o estetici determinati dal contesto culturale dei diversi momenti storici. In linea di massima, è possibile affermare che, dalla conformazione dello Stato nazionale e durante i primi decenni del XX secolo, la traduzione letteraria mirava ad ampliare l’orizzonte culturale di un lettore che si consolidava al ritmo della fiammante nazione. Nelle fasi successive e in stretto rapporto con la politica culturale portata avanti da Victoria Ocampo a partire dal 1931 tramite la rivista Sur e il suo posteriore progetto editoriale, la traduzione è stata soprattutto una pratica di scrittura che ebbe un’influenza decisiva nell’ordito della letteratura nazionale favorendo il suo rinnovo e incentivando le versioni di traduttori argentini. Fu questa un’apertura che favorì, durante la seconda metà del secolo, nel contesto della ricezione della letteratura universale, l’ingresso della letteratura italiana in Argentina. Il presente lavoro tratta in maniera sistematica, ma provvisoria, il panorama della letteratura italiana tradotta in Argentina. Lo scopo principale comporta il registro dei momenti più fecondi e l’interpretazione degli esiti ottenuti nei confronti della traduzione nel sistema letterario nazionale.
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Scaramellini, Guglielmo y Luca Muscarà. "Calogero Muscarà(1929-2020)". RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, n.º 1 (marzo de 2022): 114–24. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa1-2022oa13370.

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Il 5 novembre 2020, a novantun'anni, il professor Calogero Muscarà è mancato per una polmonite interstiziale, nonostante avesse superato l'infezione da Covid-19. Egli stava ancora lavorando, con la passione e la lucidità che Gli erano sempre state proprie, sui temi ai quali si era dedicato fin dai primi anni di studio: Venezia, la sua storia e il suo presente; il sistema politico-amministrativo italiano dall'Unità a oggi e i suoi rapporti con l'evoluzione socio-economica-culturale del Paese in chiave territoriale; il concetto di megalopoli e la sua possibile applicazione all'Italia, tema cui era dedito dagli anni Settanta. Solo poche settimane prima aveva infatti licenziato l'articolo "Compartimentazione amministrativa dello Stato italiano e processi di formazione di una megalopoli nel Nord Italia", l'ultimo che abbia dato alle stampe e che uscirà quest'anno in un volume collettaneo a lui dedicato (Scaramellini, a cura di, 2022). Non Gli è stato possibile invece completare un altro saggio, più approfondito e articolato, sul medesimo tema e in gestazione da lungo tempo, a causa di un incidente informatico, ma soprattutto per l'incalzare del tempo e forse il presentimento che la pandemia lo attendesse al varco. Tale saggio, già steso a grandi linee ma ancora senza titolo, ripercorreva un tema sempre a Lui caro, fin dal suo esordio nella Geografia italiana: la storia dei rapporti intercorsi fra il mutare dell'ordinamento politico-amministrativo del Paese dopo l'Unità e il non sempre convergente sviluppo sociale, culturale, economico, in una parola, civico del sistema-Paese Italia e delle sue partizioni ‘regionali' (secondo i tratti delineati da Pietro Maestri nel 1868 e sostanzialmente confermate nelle successive vicende politiche, istituzionali, sociali, culturali, economiche, fino ai giorni nostri). Professore emerito della Sapienza, presidente della World Society for Ekistics, membro onorario della Société de Géographie de Paris e della Società geografica italiana di Roma, Calogero Muscarà è stato protagonista del rinnovamento della geografia italiana nel periodo del ‘miracolo economico', affrontando nei decenni successivi l'analisi dei profondi cambiamenti avvenuti nell'organizzazione del territorio italiano dalla fine della seconda guerra mondiale e le conseguenti problematiche ambientali, economiche, regionali, urbane e culturali, e contribuendo alla diffusione della geografia francese in Italia e alla conoscenza della geografia italiananel mondo francofono.
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Bortoletto, Anna. "I giornali come fonte dei cambiamenti nella storia". SPONDE 1, n.º 1 (27 de julio de 2022): 77–90. http://dx.doi.org/10.15291/sponde.3892.

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Il giornale l’Arena di Pola fu un testimone privilegiato dell’esodo degli italiani da Istria e Dalmazia dopo la Seconda guerra mondiale: fu fondato a Pola nel 1945 come quotidiano d’informazione in lingua italiana durante il periodo del Governo Militare Alleato, poi diventò ''giornale dell’esodo'' nel maggio 1947 quando la redazione si trasferì in Italia con la maggior parte della popolazione. Nel passaggio oltreconfine, il giornale modificò obiettivi, propositi, contenuti, ma non i lettori: le stesse persone che leggevano il giornale a Pola, per informarsi sulle trattative internazionali che avrebbero deciso il loro destino, continuarono a leggere il giornale in tutti gli angoli d’Italia, ricercandovi le radici della loro cultura e identità, nonché informazioni concrete per recuperare il contatto con familiari e amici dispersi. Per questo motivo, il contributo ripercorre la storia del giornale negli anni a cavallo dell’esodo, soffermandosi sull’evoluzione dei suoi contenuti. Nel complesso, si rileva una progressiva diminuzione delle notizie a carattere politico-cronachistico, che corrisponde a un rispettivo aumento di testi a carattere identitario-culturale, quali approfondimenti storico-artistici e memorie del passato.
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7

Bianchi, Paola. "Rileggere la storia d'Italia: canoni storiografici e canone nazionale". SOCIETÀ E STORIA, n.º 173 (noviembre de 2021): 605–16. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173014.

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Questa rassegna discute, da tre diverse prospettive L'Italia come storia, a cura di Francesco Benigno e Igor Mineo. Il volume tratta, con una periodizzazione ampia, i principali snodi attraverso i quali la storiografia ha tematizzato, sia in termini positivi sia negativi il tema dell'eccezione, attraverso cui è stata interpretata la storia d'Italia. Paola Bianchi ripercorre alcuni nodi emersi nella frammentazione crescente delle ricerche sulla storia italiana, con particolare attenzione agli studi che hanno indagato l'età moderna. Fino a un passato non troppo remoto, le diverse definizioni del "canone nazionale" sono state declinate in relazione al raggiungimento dello Stato unitario e adottando il presupposto di una primigenia matrice culturale. Interrogarsi su tali canoni porta a misurarsi con i vari significati che sono stati attribuiti alla "modernità", alla "modernizzazione" e alla condivisione o meno di un "canone europeo". Tutte questioni non meno aperte e ricche di implicazioni nel presente.
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Pisu, Stefano. "L'associazione "Italia-Urss" dal dopoguerra alla Guerra Fredda: diplomazia culturale ufficiosa e propaganda sovietica (1944-1960)". MONDO CONTEMPORANEO, n.º 2 (mayo de 2021): 21–43. http://dx.doi.org/10.3280/mon2020-002002.

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L'articolo ricostruisce le principali tappe della storia dell'Associazione italiana per i rapporti culturali con l'Unione Sovietica - conosciuta come "Italia-Urss" - fra il 1944 e il 1960. La genesi di "Italia-Urss" si inserisce nel contesto culturale internazionale del dopoguerra. La radicalizzazione dello scontro politico-ideologico nazionale e globale condusse l'associazione alla chiara virata politica: la lotta all'antisovietismo diventò celebrazione acritica dell'Unione Sovietica. "Italia-Urss" riuscì così in scarsa misura a essere un attore efficace della Guerra Fredda culturale, giacché poco capace di attrarre fasce di popolazione lontane dai socialcomunisti. La segreteria di Orazio Barbieri (1953-1958) volle rafforzare una conoscenza obbiettiva dell'Urss anche se il 1956 - così come il caso Pasternak - disorientarono una parte dei suoi membri. Paradossalmente, il dinamismo di Barbieri fu il vulnus principale nei rapporti con il Pci e gli interlocutori sovietici, che mal sopportavano l'autonomia di "Italia-Urss" nel lancio di iniziative considerate spesso troppo elitarie e lontane dalle masse. Il Pci intervenne per rafforzare il controllo politico sull'associazione proprio quando, invece, gli sforzi ufficiosi di "Italia-Urss" avevano contribuito alla firma dell'accordo culturale intergovernativo del 1960.
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Rivoira, Matteo. "Lingue, dialetti e religione nelle aree occitane e francoprovenzali". Minorities in Italy in a changing legal landscape 44, n.º 3 (31 de diciembre de 2020): 320–45. http://dx.doi.org/10.1075/lplp.00069.riv.

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Astratta Gli stretti e complessi rapporti tra religione e lingua sono ormai uno degli ambiti di studio della sociologia del linguaggio. L’adozione in ambito religioso di determinati codici discende in genere dalla disponibilità di varietà elaborate nel repertorio linguistico comunitario, ma al contempo essa può determinare ristrutturazioni del repertorio stesso, in primis sullo status delle lingue implicate. Lingua e religione, inoltre, possono essere individuate come forti simboli di appartenenza a una storia e a un’identità culturale. Nel presente lavoro saranno tratteggiati gli aspetti storici e macro-sociolinguistici che caratterizzano l’area galloromanza italiana (Valle d’Aosta e Piemonte occidentale). Ne verranno in particolare presentate le strutture repertoriali e discusso il ruolo del francese e delle altre varietà locali nel contesto religioso, caratterizzato dalla presenza storica di due diverse confessioni cristiane (cattolica e evangelica valdese). Infine saranno discusse le scelte linguistiche e religiose operate nei diversi contesti, in una prospettiva tesa ad evidenziare le implicazioni identitarie.
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Scarantino, Anna. "Don Giuseppe De Luca tra Croce e Papini. A proposito di un recente carteggio". MONDO CONTEMPORANEO, n.º 2 (diciembre de 2011): 109–20. http://dx.doi.org/10.3280/mon2011-002004.

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La recente pubblicazione del carteggio tra don Giuseppe De Luca e Benedetto Croce per le delucane Edizioni di Storia e Letteratura ha fornito un importante contributo alla riflessione storica relativa ai rapporti tra mondo laico e mondo cattolico in Italia tra anni Venti e Quaranta. Quella che emerge č soprattutto la lettura che ne diede il «prete romano», per intendere la quale occorre perň fare anche ricorso, oltre che ai suoi scritti, agli epistolari coevi del sacerdote e in particolare allo scambio intrattenuto per circa trent'anni con lo scrittore Giovanni Papini. Emergono cosě le ragioni per le quali De Luca considerň complementari due protagonisti della cultura italiana antitetici e in profondo dissidio tra loro. Dietro questo atteggiamento stava l'ammirazione del sacerdote per entrambi, ma anche il suo duplice progetto di emulare l'azione culturale di Croce per elevare il livello degli studi religiosi in Italia e avviare un dialogo costruttivo tra cultura laica e cattolica. Il carteggio dimostra quanto in realtŕ questo dialogo fosse difficile, anche quando condotto sul piano elevato degli studi eruditi.
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Tesis sobre el tema "Storia culturale italiana"

1

Galster, S. "Ethnic business italiano. Studio sull'imprenditorialità degli emigrati italiani a Francoforte". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2009. http://hdl.handle.net/2434/49956.

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2

Codolo, Sara. "Il potere e la cultura : dotti e politica culturale della Repubblica e del Regno d’Italia (1802 -1814)". Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2011. http://hdl.handle.net/11384/86033.

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3

MUSCOLINO, MARCO. "LA "RIVISTA DEL CINEMATOGRAFO": UNA STORIA CULTURALE, 1928-2008". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/630.

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Resumen
La «Rivista del Cinematografo» è un periodico longevo, il più longevo della storia del cinema italiano. Pubblicato a partire dal 1928, festeggia nel 2008 l’ottantesimo l’anniversario di vita. A dispetto di questa durevole presenza nel panorama editoriale italiano, la «Rivista del Cinematografo» rappresenta però una storia che è rimasta, e lo rimane ancora oggi, esclusa dai discorsi sociali. Il pre-giudizio storico da cui prende le mosse la presente ricerca individua invece – differentemente dalla vulgata “ufficiale” – la «Rivista del Cinematografo» non come “una storia a sé”, ma al contrario come una storia culturale in grado di illuminare in maniera significativa i processi storici del cinema italiano, con particolare – ma nient’affatto esclusivo – riferimento alle sue interrelazioni con la cultura cattolica. Si potrebbe dire, con una formula sintetica, che quella della «Rivista del Cinematografo» è una microstoria di lunga durata. Quest’ultima definizione può apparire contraddittoria perché accosta due categorie legate a due differenti tradizioni storiografiche: da una parte la microstoria, legata a una tradizione fattografica; dall’altra la lunga durata, legata a una tradizione teorico-esplicativa. Ma è proprio nell’ambito di una nuova concezione della storia – la cosiddetta storia culturale – che questa ricerca intende muoversi, nel tentativo di fare tesoro di un dibattito disciplinare che ha conosciuto un enorme sviluppo in questi ultimi anni, e che verrà discusso nella sezione introduttiva, analizzando le ricadute che esso ha sulla pratica storiografica in ambito cinematografico.
The «Rivista del Cinematografo» is the most ancient magazine in the Italian history of cinema. Published before 1928, in 2008 it celebrated its 80th anniversary. In spite of this long-lived presence in Italian publishing, the «Rivista del Cinematografo» represents a history left out in social discourses. This research considers instead the «Rivista del Cinematografo» as a cultural history that can illuminate the historical processes of the Italian cinema with particular – but not exclusive – reference to their relationships with the catholic culture. It could be said that the history of the «Rivista del Cinematografo» is a long duration microhistory. This definition can appear conflicting because it puts two categories that come from two different historical traditions near to each other: the microhistory and the long duration. But this research intends to explore a new historical perspective – the ‘so called’ cultural history – with the aim of learning from a debate which has developed enormously in recent years and analysing the consequences that this debate also has on the historical practice in the field of cinema.
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MUSCOLINO, MARCO. "LA "RIVISTA DEL CINEMATOGRAFO": UNA STORIA CULTURALE, 1928-2008". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/630.

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La «Rivista del Cinematografo» è un periodico longevo, il più longevo della storia del cinema italiano. Pubblicato a partire dal 1928, festeggia nel 2008 l’ottantesimo l’anniversario di vita. A dispetto di questa durevole presenza nel panorama editoriale italiano, la «Rivista del Cinematografo» rappresenta però una storia che è rimasta, e lo rimane ancora oggi, esclusa dai discorsi sociali. Il pre-giudizio storico da cui prende le mosse la presente ricerca individua invece – differentemente dalla vulgata “ufficiale” – la «Rivista del Cinematografo» non come “una storia a sé”, ma al contrario come una storia culturale in grado di illuminare in maniera significativa i processi storici del cinema italiano, con particolare – ma nient’affatto esclusivo – riferimento alle sue interrelazioni con la cultura cattolica. Si potrebbe dire, con una formula sintetica, che quella della «Rivista del Cinematografo» è una microstoria di lunga durata. Quest’ultima definizione può apparire contraddittoria perché accosta due categorie legate a due differenti tradizioni storiografiche: da una parte la microstoria, legata a una tradizione fattografica; dall’altra la lunga durata, legata a una tradizione teorico-esplicativa. Ma è proprio nell’ambito di una nuova concezione della storia – la cosiddetta storia culturale – che questa ricerca intende muoversi, nel tentativo di fare tesoro di un dibattito disciplinare che ha conosciuto un enorme sviluppo in questi ultimi anni, e che verrà discusso nella sezione introduttiva, analizzando le ricadute che esso ha sulla pratica storiografica in ambito cinematografico.
The «Rivista del Cinematografo» is the most ancient magazine in the Italian history of cinema. Published before 1928, in 2008 it celebrated its 80th anniversary. In spite of this long-lived presence in Italian publishing, the «Rivista del Cinematografo» represents a history left out in social discourses. This research considers instead the «Rivista del Cinematografo» as a cultural history that can illuminate the historical processes of the Italian cinema with particular – but not exclusive – reference to their relationships with the catholic culture. It could be said that the history of the «Rivista del Cinematografo» is a long duration microhistory. This definition can appear conflicting because it puts two categories that come from two different historical traditions near to each other: the microhistory and the long duration. But this research intends to explore a new historical perspective – the ‘so called’ cultural history – with the aim of learning from a debate which has developed enormously in recent years and analysing the consequences that this debate also has on the historical practice in the field of cinema.
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SEVERINI, SARA. "Poligrafia pittoresca. La scrittura eccentrica di Marie Gamél Holten tra l´Italia e la Danimarca del primo Novecento". Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2020. http://hdl.handle.net/11567/1009536.

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Resumen
La tesi dottorale "Poligrafia pittoresca. La scrittura eccentrica di Marie Gamél Holten tra l´Italia e la Danimarca del primo Novecento", rappresenta una ricognizione archivistico-documentaria e storico-letteraria su una figura minore del panorama letterario danese, la poligrafa e italianista Marie Gamél Holten (1855-1943). Autrice di collaborazioni giornalistiche a tematica italiana comparse su quotidiani e riviste danesi a partire dagli anni ’10 del Novecento, Marie Gamél Holten è traduttrice danese di Grazia Deledda, dell’opera di Giovanni Pascoli, come anche delle "Noterelle" di Giuseppe Cesare Abba; nel 1913, ella pubblica a Copenaghen un libro di viaggio in Sardegna, "L’Isola Sconosciuta", frutto di due viaggi storici compiuti nell’Isola. Assidua viaggiatrice in Italia e frequentatrice, anche se marginalmente, delle principali istituzioni culturali dell’epoca tempo, quali la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, il Gabinetto Scientifico Letterario G. P. Vieusseux di Firenze, la Biblioteca Vittorio Emanuele di Roma (futura Biblioteca Nazionale Centrale di Roma), il Circolo Scandinavo a Roma, Marie Gamél Holten si muove dal centro alla periferia italiana e viceversa, gravitando intorno ai principali networks senza divenirne parte integrante, e affiancando nella pratica di viaggio come anche nella scrittura le grandi città ai luoghi minori della geografia e della storia italiana, le cui 'storie' ella restituisce in patria in vari modi e forme. A Copenaghen, ella promuove attivamente la cultura italiana partecipando e organizzando in qualità di bibliotecaria la biblioteca del Comitato Copenaghense della Società Dante Alighieri, cui resta legata fino almeno al 1938. La sua produzione creativa, in particolare quella giornalistica, comprende una molteplicità di forme letterarie brevi, dall’articolo di cronaca allo scritto creativo, dal saggio storico-letterario alla lettera di viaggio: essa, unitamente alle traduzioni che costituiscono il punto di partenza per l’attività letteraria propriamente detta e al libro di viaggio, si configura quale "poligrafia pittoresca", sia nel senso dell’erudizione settecentesca che nella sua capacità di restituire al lettore danese piccole storie sull’Italia minore, frammenti cioè di un viaggio in Italia “parcellizzato” che, sotto la spinta del turismo moderno, diviene innovativo rispetto alle pratiche di viaggio e di scrittura del Grand Tour. La presente Dissertazione consiste in TRE CAPITOLI, ciascuno indirizzato a un suo obiettivo preciso. Dopo una Prefazione, di natura più personale, e un’’Introduzione metodologica, il Capitolo I presenta la ricostruzione della figura storica dell’autrice, semisconosciuta ai primordi della ricerca, frutto di un lavoro di indagine archivistica in senso puro e di recupero, ove possibile, di tracce materiali. Questa operazione di “archeologia letteraria” ha consentito una prima interpretazione nonché una sistematizzazione dei suddetti materiali. Il Capitolo II mira a inquadrare la produzione creativa holteniana all’interno della più ampia rete dei rapporti culturali tra Danimarca e Italia nel primo Novecento, un settore di studio in cui attualmente mancano studi sistematici. L’italianista danese, dunque, diviene ‘occasione’ per uno studio più approfondito di questa complessa rete culturale, la quale ai primordi della Prima Guerra Mondiale si configura quale autentica “civiltà della cortesia”. Accanto a lei, emerge in questa sezione la figura centrale di Johannes Jørgensen, unitamente a numerose silhouettes di editori e personaggi che, se pure di tono minore, giocano un ruolo decisivo nella trasmissione della cultura italiana in Danimarca, sia durante l’età giolittiana che in epoca fascista. Il Capitolo III, attraverso un’analisi filologica della produzione holteniana, mira a restituire alla produzione creativa holteniana nonché alla sua autrice una sua dignità poetica, riconoscendo nella sua poligrafia pittoresca un contributo originale alla storia della cultura tra Danimarca e Italia nei primi anni del Novecento, come anche un originale contributo alla letteratura di viaggio danese sull’Italia: il libro "L’Isola Sconosciuta" è indagato sia dal punto di vista stilistico che nei suoi rapporti con la storia culturale e delle idee, nonché della nascente pratica del turismo, che muta la natura stessa della scrittura odeporica. Dopo alcune brevi Conclusioni, la tesi si conclude con Bibliografia, Indice dei Nomi, Indice dei Luoghi, e due appendici, rispettivamente ASE (Appendice Scritti Esemplari) e AMO (Appendici Materiali Originali): la prima presenta, nella traduzione italiana della Candidata, da intendersi quale postilla traduttiva di valore culturale, non già in quanto traduzione letteraria, alcuni scritti ritenuti esemplari rispetto alla tradizione letteraria danese coeva; la seconda presenta, oltre ai documenti archivistici (realia) reperiti nel corso della prima fase della ricerca, l’intera produzione creativa holteniana nelle scansioni originali, presentati ancora in postille traduttive a firma della Candidata, da intendersi non già quali tradizioni letterarie quanto come modalità per garantire al lettore non danofono l'accesso alla poligrafia pittoresca di Marie Gamél Holten.
The doctoral thesis "Picturesque polygraphy. The eccentric writing of Marie Gamél Holten between Italy and Denmark in the early twentieth century" represents an archival-documentary and historical-literary survey of a minor figure in the Danish literary panorama, the polygrapher and Italianist Marie Gamél Holten (1855-1943). Italian-themed journalistic collaborations author, appearing in Danish newspapers and magazines since the 1910s, Marie Gamél Holten is the Danish translator of Grazia Deledda, of Giovanni Pascoli's work, as well as of Giuseppe Cesare Abba's "Noterelle!; in 1913 in Copenhagen, she published a travel book of Sardinia, "The Unknown Island, as the result of two historical journeys made on the Island. A regular traveler in Italy and a frequent visitor, albeit marginally, to the main cultural institutions of the time, such as the National Central Library of Florence, the GP Vieusseux Scientific Literary Cabinet in Florence, the Vittorio Emanuele Library in Rome (future Central National Library in Rome ), the Scandinavian Circle in Rome, Marie Gamél Holten moves from the center to the Italian suburbs and vice versa, gravitating around the main networks without becoming an integral part of them, and placing the city alongside smaller places of Italian geography and history, whose stories she returns in many ways and forms; as a librarian, in Copenhagen, she actively promotes the Italian culture by participating and organizing the library of the Copenhagen Committee of the Dante Alighieri Society, to which she remains linked until at least 1938. Her creative production, in particular the journalistic one, includes a variety of concise literary forms, from news article to creative writing, from historical-literary essay to travel letters: together with the translations that serve as training for a proper literary activity, and for the travel book, it is configured as a "picturesque polygraphy", both in the sense of the eighteenth-century erudition and in its ability to give back to the Danish reader small stories about minor Italy, fragments of a "parceled" trip to Italy, that becomes innovative with respect to the practices of the Grand Tour, under the pressure of modern tourism. This dissertation consists of three chapters, each addressed to a specific goal. After a more personal preface, and a methodological introduction, chapter I presents the reconstruction of the historical figure of the author, semi-unknown at the beginning of the research, the result of a detailed work of archival investigation and the recovery of material traces, where possible. This "literary archeology" operation allowed a first interpretation as well as a systematization of the aforementioned materials. Chapter II aims to frame Holten's creative production within the wider network between Denmark and Italy’s cultural relationships in the early twentieth century, a field in which systematic studies are currently lacking. Therefore, the Danish Italianist, becomes an 'opportunity' for a more in-depth study of this complex cultural network, which was configured as an authentic "civilization of courtesy” at the beginning of the First World War. Alongside her, in this section emerges the central figure of Johannes Jørgensen, next to a myriad of silhouettes of publishers and minor characters who nevertheless play a crucial role in the transmission of Italian culture in Denmark, both during the Giolittian age and in the fascist era. Chapter III, through a philological analysis of the Holtenian production, aims to restore to Holten's creative production a poetic dignity, as well as to its author, recognizing in the pictorial polygraphy an original contribution to the history of culture between Denmark and Italy in the early twentieth century, and also to the Danish travel literature on Italy: "The Unknown Island" is investigated both from a stylistic point of view and in its relations with cultural history and ideas, as well as the rising practice of tourism, which changes the very nature of odeporic writing . After a few brief conclusions, the thesis ends with Bibliography, Index of Names, Index of Places, and two appendices, respectively ASE (Exemplary Writings Appendix) and AMO (Original Materials Appendix): the first one presents, in the Italian translation of the candidate, some writings considered exemplary with respect to the contemporary Danish literary tradition; the second one shows, in addition to the archival documents (realia) found during the early stages of the research, the entire Holtenian creative production in the original scans and in the Italian translation of the candidate: this is not a literary but cultural translation, and translation should be intended to guarantee to the no-danish speaker a general understanding of the Holtenian polygraphy.
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6

Bonisiol, Federica <1992&gt. "Immigrazione italiana nel Sud Ovest francese. Storia, famiglie, cultura". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10100.

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In seguito all'esposizione in termini storici del fenomeno dell'immigrazione italiana che a partire dagli anni '20 del Novecento si è indirizzata verso le campagne del Sud Ovest francese, concentrerò l'attenzione sul caso di una famiglia trevigiana spostatasi in Francia nel 1924. Ripercorrerò le principali vicende della storia familiare degli Stigliani cercando di indagare le modalità con cui i discendenti si relazionano con i concetti di identità, appartenenza culturale, ecc. Infine, la terza parte del mio lavoro sarà dedicata ad una ricerca sulle iniziative culturali ed associative che nella zona del Tolosano si propongono come promotrici e mediatrici della cultura italiana.
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Berisso, Marco. "La raccolta dei poeti perugini del Vat. Barberiniano Lat. 4036 storia della tradizione e cultura poetica di una scuola trecentesca /". Firenze : L.S. Olschki, 2000. http://catalog.hathitrust.org/api/volumes/oclc/44135461.html.

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8

Carrera, A. "PIETRO TAMBURINI «GIURISTA». PER UNA STORIA DELLA CULTURA GIURIDICA GIANSENISTA ITALIANA". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2015. http://hdl.handle.net/2434/253821.

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La ricerca presenta ed approfondisce il pensiero dell’abate giansenista Pietro Tamburini (Brescia 1737- Pavia 1827), figura fino ad oggi poco analizzata secondo una specifica prospettiva storico- giuridica nonostante il ruolo ricoperto da Tamburini come docente di diritto all’Università di Pavia e l’importanza delle sue opere nel dibattito etico- giuridico a cavaliere tra XVIII e XIX secolo. Attraverso lo studio delle sue numerose opere a stampa ed il vaglio di fonti archivistiche manoscritte -in parte inedite- si propone al lettore una analisi bifocale: da una parte, la riflessione giurisdizionalista e, dall’altra, quella giusnaturalistica. Sotto il primo versante si analizzano i temi della tolleranza ecclesiastica e civile in materia religiosa e della configurazione contrattuale civilistica del matrimonio in diretto parallelismo alla politica anticurialistica posta in essere nella seconda metà del Settecento dall’imperatore asburgico Giuseppe II. Sotto il secondo versante si pone attenzione allo studio del rapporto tra «stato di natura» e «stato sociale» alla base della rilettura dei concetti di «contratto sociale» e di sovranità. Vengono inoltre approfonditi i diritti e doveri naturali dell’uomo, la proprietà personale e reale, il diritto alla eguaglianza sino alla disamina delle obbligazioni di natura convenzionale da cui emerge una profonda influenza del giurista giansenista francese Jean Domat.
The research presents and deals with the thought development of the jansenist abbot Pietro Tamburini (Brescia 1737- Pavia 1827), a figure has to date been scarcely studied from a historical- juridical perspective notwithstanding the role played by Tamburini as lecturer of law at the University of Pavia and the importance of his works on the ethical-juridical debate between the XVIII and XIX century. From a study of his numerous printed works and analysis of manuscript sources – partly unpublished – we propose to the reader a bifocal analysis: on the one part jurisdictionalist reflection and on the other from a natural law perspective. On the first part we will study the theme of ecclesiastical and civil tolerance in religion and the civilistic configuration of marriage as a direct parallel to anticurialist politics introduced in the second half of the Eighteenth century by the Hapsburg emperor Joseph II. On the second part attention is given to the study of the relationship between the “natural state” and the “social state” on the basis of reinterpretation of the concepts of “social contract” and sovereignty. In depth study will also be made of natural rights and duties of man, personal and real property, equality rights and conventional obligations, profoundly influenced by the jansenist French jurist Jean Domat.
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9

BERTOCCO, MATTIA ALBERTO. "DIESEL: JEANS, COMUNICAZIONE E CULTURA. STORIA DI UN¿IMPRESA ITALIANA GLOBALE". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2021. http://hdl.handle.net/2434/845092.

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Un vestito, che sia quello più sofisticato o il più semplice, racchiude al suo interno una serie di elementi che lo mettono in comunicazione e in dialogo con la società, la cultura e il contesto di appartenenza. Ogni vestito è portatore di una storia sia nelle sue evoluzioni sia nelle sue rivoluzioni, divenendo non solo un indumento funzionale per coprire il proprio corpo, ma un atto di comunicazione non verbale a molteplici livelli. Ci sono abiti che hanno segnato momenti della storia del costume, dalla minigonna alla cravatta, e tra questi un ruolo fondamentale hanno avuto i jeans che racchiudono al loro interno molteplici valori interpretativi e rappresentano un capo la cui definizione e i cui confini sono in costante espansione. In Italia, a partire dal secondo dopoguerra, andò a svilupparsi e a maturare una nuova importante industria legata al mondo dell’abbigliamento. Tra queste realtà iniziarono ad affermarsi i primi produttori di jeans italiani che si succedettero nella rincorsa alla crescente domanda del pubblico giovanile. Nel 1978, in un mercato quasi saturo, nacque Diesel che divenne in un breve lasso di tempo una impresa di successo globale. Diesel incarna una storia di successo italiano che ha saputo affermarsi attraverso una personale reinterpretazione del contesto moda e culturale. In particolar modo ha saputo dar voce alla singolarità, alla capacità del singolo contro la massa, alla volontà di contraddistinguersi per essere fedeli a sé stessi riprendendo in questa celebrazione dell’individuo le metodologie e gli approcci dei movimenti giovanili e dell’antimoda. Diesel ha raccontato tutto ciò tramite una ricca comunicazione che ha portato l’azienda a sancire una nuova metodologia comunicativa basata su un ampio storytelling fondato sulla medesima celebrazione dell’individuo. Ripercorrere la storia di Diesel vuol dire, infatti, dare una interpretazione culturale e creare dei collegamenti tra la comunicazione e gli elementi provenienti dalla fotografia, dall’economia e dalla storia d’impresa. Il presente lavoro di ricerca, basato su fonti primarie provenienti per la prima volta dagli archivi dell’azienda, ha la finalità di ripercorrere e ricostruire la storia della società attraverso una interpretazione della comunicazione caratterizzata da un costante aggiornamento delle metodologie e della narrazione. Nel tracciarne l’evoluzione comunicativa si sono presi in esame anche le implicazioni societarie da un lato, economiche dall’altro per comprendere quel fenomeno che è andato a crearsi attorno alla realtà di Diesel. Elementi economici, mutamenti aziendali, trasformazioni imprenditoriali, che insieme alle scelte comunicative, hanno reso Diesel un’azienda di riferimento globale.
A piece of clothing, either very sophisticated or simple, has got a series of elements that dialogue with society, culture and the world it belongs to. Any piece of clothing tells a story about its evolutions and revolutions, which means that it is never only a piece of clothing made to cover a body, but a multiple level nonverbal act. Some clothes marked particular moments of the history of costume, from the miniskirt to the tie, and among these jeans played a fundamental role. Jeans, in fact, show many interpretative meanings and represent a piece of clothing which is still being self-defining. In Italy, from the second afterwar, a new important industry related to fashion developed. Among these producers there were the first jeans makers that followed one another trying to meet the rising demand of the young. In 1978 in a market practically full, Diesel was born, destined to become, in a short term, a globally successful company. Diesel represents an Italian success story, it was able to assert itself by revisiting fashion and culture. Particularly it gave space to singularity, to the individual’s capacity which stands out, to the will of being faithful to oneselves, thus following and celebrating methodologies and approaches of the young movements and anti-fashion. Diesel told all this through a rich communication which led the company to start a new communication methodology based on a vast storytelling focused on the individual celebration. Retracing Diesel history means, in fact, giving a cultural interpretation and creating relations between communication and some elements coming from photography, economics and company history. The present research, based on original sources coming for the first time from the company archives, has the aim to retrace and rebuild the society history through an interpretation of the communication characterized by a constant updating of the methodologies and storytelling. As we traced the communication evolution, we took into account on one hand the company implications, and on the other hand the economic ones in order to understand the Diesel case. Economic situations, company changes, business changes, which together with the communication choices, have made Diesel a global company.
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Garofalo, Damiano. "La televisione del «miracolo»: consumi culturali e cultura popolare in Italia (1954-1969)". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3424081.

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The main purpose of this thesis is to trace a «history of italian TV audiences», conceived on readers’ and users’ perspectives, investigating cultural consumption of Italian working classes during the so called «miracolo economico». Historical studies on Italian television have always focused on broadcasting rather than receivers. Analyzing a wide range of statistical, oral and autobiographical sources (letters, diaries, memories), the thesis tries to capture the voice of the Italian working classes and hence to understand the change that collective identities and societies went through during the «miracolo economico». No other cultural product was shaped by, and at the same time and for, popular Italian culture as TV programs did, determining collective and social behavior. Therefore, my thesis aims to display the organizing procedures of the working audiences: to catch the role played by TV in popular classes' everyday life.
L'obiettivo di questa tesi è definire una storia del pubblico televisivo italiano incentrata direttamente sui consumatori. La storiografia italiana, infatti, si è generalmente concentrata nel raccontare una storia dell'emittente più che dei riceventi. Per questo, l'oggetto primario di questo studio è il consumo culturale e televisivo delle classi popolari durante il cosiddetto «miracolo economico». Analizzando una serie di fonti statistiche, orali e autobiografiche, la tesi tenterà di descrivere i cambiamenti sociali e identitari di un epoca di grandi mutamenti, utilizzando direttamente la voce delle classi popolari. Se la televisione italiana si è sviluppata proprio a partire dal pubblico, prendendone direttamente la forma e andando a definire, così, una serie di comportamenti e mentalità che potremmo definire «popolari», l'obiettivo è quello di individuare il ruolo assunto dall'ascolto televisivo all'interno del tempo libero.
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Libros sobre el tema "Storia culturale italiana"

1

Andrea, Mugnai, ed. Storia e Costituzione: Radici politiche e tradizione culturale nella Costituzione italiana del 1948. Scandicci, Firenze: La nuova Italia, 1998.

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2

Redazione Cultura del Corriere della sera. La Lettura: Il supplemento culturale del "Corriere della Sera" : 1901-2021 : una storia della cultura italiana. Milan]: Fondazione Corriere della Sera, 2021.

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3

Maraschio, Nicoletta, ed. Firenze e la lingua italiana fra nazione ed Europa. Florence: Firenze University Press, 2007. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-170-0.

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Il volume raccoglie gli atti del convegno "Firenze e la lingua italiana tra nazione ed Europa" che si è tenuto nei giorni 27-28 maggio 2004 presso l'Aula Magna dell'Università degli Studi di Firenze e l'Accademia della Crusca. Firenze ha avuto, come è noto, un ruolo centrale nel processo di unificazione linguistica nazionale e grazie alla sua vocazione internazionale ha promosso la diffusione e la conoscenza della lingua e della cultura italiana in Europa e nel mondo. Al di là di ogni ottica celebrativa, quindi, il convegno ha permesso una discussione aperta sull'identità culturale della città nel contesto contemporaneo, attraverso una riflessione critica sulla sua storia (in particolare su alcuni momenti significativi della cultura fiorentina tra Otto e Novecento) e sul suo primato linguistico.
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4

Naples), Giornata di studi bizantini (1st 1992. Storia e tradizione culturale a Bisanzio fra XI e XII secolo: Atti della prima Giornata di studi bizantini sotto il patrocinio della Assiciazione italiana di studi bizantini (Napoli, 14-15 febbraio 1992). Napoli: Istituto universitario orientale, 1993.

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5

Riccardo, Maisano, ed. Storia e tradizione culturale a Bisanzio fra XI e XII secolo: Atti della prima Giornata di studi bizantini sotto il patrocinio della Associazione Italiana di Studi Bizantini (Napoli, 14-15 febbraio 1992). Napoli: Istituto Universitario Orientale, 1993.

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6

Graziani, Michela, ed. Trasparenze ed epifanie. Florence: Firenze University Press, 2017. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-473-2.

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Il volume Trasparenze ed epifanie. Quando la luce diventa letteratura, arte, storia, scienza riunisce trenta contributi presentati al convegno interdisciplinare organizzato all’Università degli Studi di Firenze in occasione dell’International Year of Light 2015. Studiosi delle scienze, della storia, storia dell’arte e del cinema, della filosofia, della filologia e della teoria della letteratura e delle letterature italiana, straniere e comparate, provenienti da sette dipartimenti dell'ateneo fiorentino, introducono alle varie accezioni e rappresentazioni simboliche della luce in epoca antica, medievale, moderna e contemporanea, e insieme propongono un “viaggio luminoso” nella civiltà del dialogo scientifico e culturale aperto.
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7

Casanova, Angelo Alfredo, ed. Menandro e l’evoluzione della commedia greca. Florence: Firenze University Press, 2015. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-668-8.

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Il volume contiene diciotto saggi originali, scritti – su invito – da studiosi di fama internazionale, provenienti da varie università italiane o straniere. Si affrontano le maggiori questioni che i recenti ritrovamenti papiracei hanno sollevato (o riproposto) sul testo e l’intepretazione di diverse commedie di Menandro, delineando un quadro autorevole e pienamente aggiornato delle nostre conoscenze in proposito. Si offre tra l’altro la primizia dell’edizione (con fotografia) di un nuovo frammento, finora inedito, del famoso (e discusso) papiro Michigan. Tutte le relazioni presentano aspetti notevoli di novità editoriale, con commenti di tipo filologico, linguistico e letterario, rilevanti per il dibattito culturale sulla commedia di Menandro, e quindi per la storia del teatro antico e della sua evoluzione, nonché per lo studio delle influenze esercitate dalla Commedia Nuova sulla tradizione posteriore, latina e italiana.
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8

D'Elia, Mario. Storia linguistica e culturale in Terra d'Otranto. Galatina (Lecce): Congedo, 1995.

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9

L'italiano nascosto: Una storia linguistica e culturale. Torino: Giulio Einaudi editore, 2014.

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10

L'identità culturale nuorese tra mito e storia. Cagliari: Arkadia, 2010.

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Capítulos de libros sobre el tema "Storia culturale italiana"

1

Frau, Ombretta. "The Social Role of Jewellery in Italian Short Stories". En Memory, Mobility, and Material Culture, 155–70. New York: Routledge, 2022. http://dx.doi.org/10.4324/9781003112457-12.

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2

Duval, Frédéric y Elisa Guadagnini. "La rappresentazione lessicale del teatro antico nel Medioevo francese e italiano : per una lessicologia storica tra “transferts culturels” e comparatismo". En Transferts culturels franco-italiens au Moyen Âge – Trasferimenti culturali italo francesi, 21–44. Turnhout, Belgium: Brepols Publishers, 2020. http://dx.doi.org/10.1484/m.bitam-eb.5.123751.

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3

Azzetta, Luca. "Iniziative per un centenario. Dante al Dipartimento di Lettere e Filosofia". En L'illustre volgare, 21–33. Firenze: Società Editrice Fiorentina, 2022. http://dx.doi.org/10.35948/dilef/978-88-6032-685-0.02.

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Resumen
Il contributo presenta le iniziative maturate all’interno del Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Firenze in occasione del settimo centenario della morte di Dante. In particolare si sofferma su due iniziative: dapprima l’ampio ciclo di conferenze Dante e i poeti italiani del Novecento, dedicato al vario rapporto intrattenuto da venti poetesse e poeti del secolo scorso con la poesia dell’Alighieri; quindi la mostra Onorevole e antico cittadino di Firenze. Il Bargello per Dante, ospitata nelle sale del Museo del Bargello, che ricostruisce le modalità con cui Firenze, pochi anni dopo la morte di Dante, si riappropriò della memoria e della figura del poeta, dando vita a un profondo processo di rielaborazione della memoria: esso culmina con la consacrazione dell’Alighieri dovuta a Giovanni Boccaccio e ha ricadute decisive per la storia della letteratura e della cultura italiana, cioè del modo in cui ancora oggi si guarda a Dante e si legge la Commedia. All’interno di questo percorso di riappropriazione un aspetto rilevante è quello che riguarda le prime traduzioni dai classici latini, che intrattengono con la Commedia un rapporto privilegiato e complesso.
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4

Bianchi, Roberto. "Educare e istruire con i fumetti: alcune ipotesi sulla Storia contemporanea". En Raccontare la Resistenza a scuola, 125–33. Florence: Firenze University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-650-6.17.

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Resumen
The paper highlitghts the role played by comics in stimulating formative and cultural literacy processes held in contemporary world. After having devoted time to the Italian situation, it highlights the potential and the limits comics met on an educational basis, as it is necessary to use them critically and on a reasonable basis. After the First World War, comics were spread extensively for war propaganda aims. Afterwards, the Great War has consolidated its presence in essays and volumes, as several comics about it were published, almost of all for its anniversary.
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5

Tonelli, Gabriele, Michela Faccoli, Roberto Gotti y Giovanna Cornacchia. "Archaeometallurgical Investigation on Historical Sword-Making Techniques in Northern Italy Between the Sixteenth and Seventeenth Centuries". En Martial Culture and Historical Martial Arts in Europe and Asia, 183–99. Singapore: Springer Nature Singapore, 2022. http://dx.doi.org/10.1007/978-981-19-2037-0_6.

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Resumen
AbstractThe history of Brescia (Latin Brixia), a city in northern Italy, is characterized by a long manufacturing tradition, in particular the crafting of steel weapons and armor. This was made possible thanks to the availability of iron ore, the great forests from which to obtain charcoal, the numerous streams used as the driving force for power hammers and forges, but most importantly the ingenuity and industry of the people. Beginning in the pre-Roman age, the skills of the masters and craftsmen steadily progressed over the centuries, until Brescia and its vicinity became one of the most important arms production centers in Europe between the sixteenth and eighteenth centuries. This paper presents an overview of the weapon manufacturing region of northern Italy, in particular Brescia. Moreover, a metallurgical study performed on an early seventeenth century north Italian “storta” sword has shed light on historical sword-smithing technologies and enabled us to discover the secrets behind the high-quality Italian weapons.
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6

Vescovo, Piermario. "«A quei tempi». Spagnolismo e teatro all’italiana. Miti e stereotipi". En Studi e saggi, 421–34. Florence: Firenze University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-150-1.25.

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Resumen
The contribution concerns the relationship between Pietro Napoli Signorelli, his Storia critica de’ teatri antichi e moderni (Critical history of ancient and modern theaters), and the defense of Spanish literature by the Jesuit Francisco Saverio Lampillas, and the answer in Critical essay which Pietro Napoli Signorelli published in 1783. An Italian who spent a large period of his life in Spain and a Spaniard who lives and writes in Italy offer an observation point of extraordinary importance, almost a cross-reflection of the ideas and clichés of "Spanishism" and "Italianism” that had dominated the 18th Century. The critique of "Spanishism" and the long distance from the siglo de oro, from the triumph of metaphor and irregularity, in relation to the critique of what begins to be called the "commedia dell'arte", shows, at the turn of the century, just beyond the defense of the respective traditions and the positions of the two contenders, a change taking place of great depth that is announced on the European cultural scene, transforming the horizons of controversy into renewed myths.
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7

Grasso, Ida. "La Spagna di Paragone Letteratura (1950-75)". En Biblioteca di Rassegna iberistica. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2020. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-459-2/002.

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Lo studio intende indagare la presenza della cultura ispanica in Paragone, rivista centrale del panorama letterario italiano della seconda metà del Novecento. La dichiarata apertura alla «storia di oggi», come si legge nel programmatico esordio del periodico, lo sguardo raffinato e analitico dei suoi collaboratori, vicini per animus critico e militanza culturale, ne fanno un imprescindibile punto di partenza per verificare, nell’ultimo venticinquennio della dittatura franchista, non soltanto l’eventuale diffusione e attestazione della produzione letteraria ispanica in Italia, ma anche, e soprattutto, la sua analisi in sede critica.
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Franchini, Sandro. "Sulla storia dell’Istituto Veneto". En Venezia 1868: l’anno di Ca’ Foscari. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-294-9/009.

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The National Institute of Science, Letters and Arts founded by Napoleon in 1810, ‘regenerated’ in 1838 by the Emperor of Austria Ferdinand I, who renamed it Imperial Regio Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, was created to represent the top of a complex system of studies and knowledge management. Promoter of scientific and technological innovations, it boasts Italian and foreign corresponding members, guaranteeing a national and international dimension that was then sanctioned also by the new Italian Kingdom: the Reale Istituto Veneto, in fact, was placed, by rank and official recognition, among the national Academies of the pre-unitary States called to form the various higher councils of Public Education. The Institute also provides the State and local administrations with advice on specific cultural or technical issues, relating to higher education programmes or land management, on topics ranging from meteorology to public health, to hydrological, but also on linguistic issues, and organizes periodic exhibitions of artefacts and machinery to encourage innovation in agricultural and industrial production.
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Barisoni, Elisabetta. "1919 e dintorni". En Storie dell’arte contemporanea. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-199-7/004.

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Resumen
The years 1919-20 were fundamental for the development of the renovated exhibitions held at Ca’ Pesaro Gallery and started a crucial period for Italian art. The dialogue between Nino Barbantini and Margherita Grassini Sarfatti suggests new considerations on the proceedings of art criticism at that age and on the struggle for power undertaken by various groups and cultural centers in the peninsula.
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Arapoglou, Eleftheria. "Identity, Family, and Cultural Heritage". En Redirecting Ethnic Singularity, 185–209. Fordham University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.5422/fordham/9780823299720.003.0007.

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Annie Liontas’s Let Me Explain You and Paola Corso’s Catina’s Haircut: A Novel in Stories share a dialogic narrative model of identity constitution: Let Me Explain You employs narrative polymorphy in the form of narrative voices that speak of themselves both in first- and third-person, while Catina’s Haircut morphs into a novel out of eight (self-contained yet interdependent) stories. The narrative polymorphy of the two novels evidences a dynamic and relational sense of selfhood that is performed in and through their multilayered narrative structure. This bears witness to complex family patterns and practices of relating to collective memory and cultural heritage in the Greek American and Italian American communities. Let Me Explain You and Catina’s Haircut shed light on the forces of family history and cultural identity as they operate on the ethnic characters’ identity formation across Greek American and Italian American families.
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Actas de conferencias sobre el tema "Storia culturale italiana"

1

Ceconello, Mauro Attilio, Davide Spallazzo y Martina Scianname'. "Taking students outside the classrooms. Location-based mobile games in education". En Fifth International Conference on Higher Education Advances. Valencia: Universitat Politècnica València, 2019. http://dx.doi.org/10.4995/head19.2019.9257.

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The contribution aims at corroborating location-based mobile games as models for the integration of digital technologies in the educational field. They demonstrated to be valid alternatives to formal education in the applied research project: Play Design!, which addressed to high school students, interested in design-related matters, and intends to valorise the Italian design culture, transforming Milan into the stage of a double-sided story. Design is here highlighted both as a cultural heritage and a discipline, inducing the development of two different games sharing a common didactic aim: D.Hunt and D.Learn. The first one is a mobile treasure hunt illustrating the excellences of the creative production of the country, and the renowned protagonists and places of Italy- and Milan-based design: a cultural background to be preserved and valorised. The second one, instead, is a role-play, cooperative and competitive game which depicts the city as a hub for schools and universities, where design is considered a subject for didactic courses, a combination of theories and practices to be transmitted and implemented. Then, the two mobile, location-based serious games exploit this copious and multifaceted material for evident learning purposes, joining the examples of informal education to increasingly follow in future technology developments.
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Siviero, E., M. Culatti y A. Zanchettin. "Riccardo Morandi and his Legacy in the Realization of Italian Concrete Bridges". En IABSE Symposium, Wroclaw 2020: Synergy of Culture and Civil Engineering – History and Challenges. Zurich, Switzerland: International Association for Bridge and Structural Engineering (IABSE), 2020. http://dx.doi.org/10.2749/wroclaw.2020.0291.

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Resumen
<p>The realization of concrete bridges in Italy in the last century started a bit later in comparison to other Europena countries such as Germany and France. However, the work of important designers such as Arturo Danusso, Eugenio Miozzi, Giulio Krall gave a huge impulse to bridge engineering in Italy, reducing the gap with leading countries. In particular, the role of Riccardo Morandi was quite exceptional, due to his innovative design criteria which are very well represented, for example, in the Storms River bridge in South Africa and in the Fiumarella Bridge in Catanzaro. The recent tragedy of the collapse of Polcevera viaduct in Genova is instrumental in discussing the different approaches needed when dealing with important existing bridges and the possibile retrofitting techniques.</p>
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Pugliano, Antonio. "Il restauro per la valorizzazione di architetture e siti da conservare: studi per la fruizione del paesaggio culturale italiano: il caso di Ostia". En International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8003.

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Resumen
La memoria riguarda un’iniziativa sviluppata nell’Università Roma Tre, con il MiBACSoprintendenza Speciale ai Beni Archeologici di Roma e con l’Ordine degli Architetti di Roma. L’iniziativa, sostenuta dal valente Soprintendente Anna Maria Moretti e dall’eccellente direttore della Sede di Ostia, Angelo Pellegrino, mira alla costituzione di un sistema di azioni integrate di ricerca e formazione per la documentazione, la conservazione e la gestione del contesto ambientale, naturale e antropico, del territorio sud-occidentale di Roma, sino alla costa. Ivi si indagano le peculiarità dei siti individuando e caratterizzando possibili attrattori materiali e immateriali, da utilizzare come gli elementi eloquenti di una ricomposizione storica e antropologica del territorio utile al turismo di qualità, chiamato a giocare il ruolo di motore di crescita per l’economia locale. Il suddetto sistema si fonda su attività conoscitive e progettuali svolte da archeologi e architetti, assieme, nel contesto didattico del Laboratorio di Restauro 2M della Facoltà di Architettura dell’Università Roma Tre. Il prodotto degli ultimi anni, tanto della didattica svolta soprattutto sul campo, quanto della ricerca applicata, è un modello di piattaforma digitale attraverso la quale sono state ordinate le informazioni necessarie alla pianificazione delle iniziative di tutela e alla gestione della manutenzione, del restauro, della valorizzazione.
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Beconcini, M. L., P. Croce, P. Formichi, F. Landi y A. Immorali. "The Definition of Drift Capacity of Walls in the Seismic Assessment of Masonry Buildings". En IABSE Symposium, Wroclaw 2020: Synergy of Culture and Civil Engineering – History and Challenges. Zurich, Switzerland: International Association for Bridge and Structural Engineering (IABSE), 2020. http://dx.doi.org/10.2749/wroclaw.2020.0642.

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Resumen
<p>The global assessment of the seismic performance of masonry buildings is commonly obtained performing nonlinear static analysis. Since the mechanical properties and the drift capacity of masonry walls are characterized by significant uncertainties, the definition of suitable capacity curves for masonry walls is topical. A comparative study is performed considering: the different formulations given in structural codes (Eurocode 8, Italian, Swiss, New Zealand Building Code), FEMA guidelines, the empirical formulations proposed by recent studies and the first definition of drift capacity in terms of ductility factors proposed for the implementation of the non-linear static analysis. The results are illustrated for a relevant case study of a three storey masonry buildings, and show that high differences in terms of seismic risk indexes are obtained according the different formulations, even leading to divergent conclusions about the structural safety of the building. The critical discussion of the obtained results suggests an improvement in the current criteria.</p>
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Pultrone, Gabriella. "Turismo e centri urbani minori: possibili percorsi integrati verso frontiere innovative di sviluppo sostenibile". En International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8032.

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Resumen
Il trend crescente del fenomeno turistico costituisce una sfida determinante nell’ambito delle questioni più ampie legate al paradigma della sostenibilità, in considerazione dei diversi effetti che le attività ad esso correlate producono su città e territori interessati. È un problema che va orientato nella giusta direzione come strumento privilegiato carico di valenze: capacità di sensibilizzare al rispetto dell’ambiente; elevate potenzialità di sostenere attività economiche tradizionali e innovative; capacità di contribuire al miglioramento della qualità della vita. Se correttamente programmato e gestito, esso può infatti giocare un ruolo chiave per il riequilibrio territoriale, attraverso la costruzione di sistemi turistici che comprendano destinazioni mature, emergenti ed aree marginali, in un’ottica di destagionalizzazione dei flussi e promozione delle economie locali, e in una logica in grado di coniugare stabilità e innovazione in un processo dialettico fra tradizione e creatività. Per molte città e regioni italiane, come la Calabria, la scelta di tutelare, valorizzare e gestire in modo integrato le risorse naturalistico-ambientali, paesaggistiche e storico-culturali attraverso la leva e il moltiplicatore del settore turismo può rappresentare, anche in momenti di crisi, un importante strumento per rivalutare il proprio patrimonio, sviluppare l’indotto a esso collegato, promuovere progetti strategici nel settore del turismo, stimolare la creazione di strutture ricettive e servizi complementari. Di fronte alle sfide della globalizzazione riscoprire i caratteri della propria specificità diviene quindi un’occasione imperdibile per ripensare il proprio sviluppo con intelligenza, laddove l’attributo smart si riferisca all’incontro creativo di tecnologie e capacità umane, che attraverso le comunità stesse diventano portatrici di innovazione. The growing trend of tourism is a key challenge in the context of broader issues related to the paradigm of sustainability, taking into account the different effects that the activities related to it produce on cities and regions concerned. This issue must be addressed in the right direction as a privileged instrument full of values: the ability to raise awareness of the environment; great potential to support innovative and traditional economic activities, the ability to contribute to improving the quality of life. If properly planned, it can play a key role in the territorial balance, through the construction of tourist facilities including mature destinations, emerging and marginal areas, with a seasonal adjustment of flows and promotion of local economies, that combines stability and innovation in a dialectical process between tradition and creativity. For many Italian cities and regions, such as Calabria, the choice to protect, enhance and manage the resources in an integrated natural-environmental, landscape and historical-cultural through the lever and the sector leverage tourism can be, even in times of crisis, an important tool to revalue its assets, develop the armature connected to it, to promote strategic projects in the tourism sector, to stimulate the creation of accommodation facilities and complementary services. Faced with the challenges of globalization, rediscover its own specificity then becomes a unique opportunity to rethink its own development with intelligence, where the smart attribute refers to the meeting of creative technology and human capabilities, through which the communities themselves become carriers of innovation.
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Javid, Ali. "The Architecture Curriculum Between Two Revolutions: From the West to the Islamic Curriculum". En Schools of Thought Conference. University of Oklahoma, 2020. http://dx.doi.org/10.15763/11244/335077.

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Resumen
The architectural curriculum in Iran has been changed five times in the last five decades (1963–2017). In each period, efforts to change the content and structure of the curriculum were based on the architectural profession’s vision with regard to sociopolitical and economic issues, such as the agenda of development in the White Revolution and Islamizing the society after the 1979 Islamic Revolution. The curriculum as a sociopolitical artifact can be defined as a systematic set of relations between people, objects, events, and circumstances that is changed and developed based on the sociopolitical agenda. This paper focuses on crucial moments in the transformation of architectural education between the two contemporary revolutions in Iran, the White Revolution and the Islamic Revolution. The story of the transformation of the curriculum began in 1963 when a new system of architectural education, Italian pedagogy, was brought to Iran and decolonized the curriculum from the previous pedagogy system, Beaux-Arts, and it continued until the Cultural Revolution (1980–1984), when the new Islamic government decided to detoxify the curriculum from Western influence to Islamize it. This paper outlines the transformation of the structure and content of the architecture curriculum to adapt to the sociopolitical agenda of each revolution.
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