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Schwarz, Guri. "Un antirazzismo commemorativo. La Shoah, i migranti e i demoni dell'analogia". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 297 (marzo de 2022): 145–79. http://dx.doi.org/10.3280/ic2021-297-s1oa-007.

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Oggetto di questo contributo sono i caratteri dell'antirazzismo commemorativo, il suo sviluppo e le sue articolazioni in Italia dagli anni Ottanta ai nostri giorni. L'analisi muove da due assunti: 1. tanto il razzismo quanto l'antirazzismo sono esercizi di memoria; 2. la retorica del ‘mai più' — che ovviamente presuppone l'analogia storica –, è stata il più pervasivo dispositivo retorico antirazzista attivo in Italia negli ultimi quarant'anni. Il saggio propone un esercizio di storia del tempo presente. Dopo aver presentato, tramite alcuni esempi, le principali forme in cui tale dispositivo si manifesta, l'attenzione si orienta alla ricerca del punto di origine di quel sistema di rappresentazioni culturali. Si illustra come sia stato negli anni Ottanta, fase storica in cui l'Italia inizia a confrontarsi con nuovi fenomeni migratori e momento in cui — al contempo — la memoria della Shoah si va imponendo nell'industria culturale, che inizia a cristalizzarsi quel codice retorico antirazzista.
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Čok, Lucija. "Lingue e culture nel dibattito sulle identità europee". Linguistica 50, n.º 1 (29 de diciembre de 2010): 137–42. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.50.1.137-142.

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Nelle politiche linguistiche e culturali delle strategie comunitarie, il discorso sulle identità del singolo (identità nazionale, culturale, linguistica, regionale...) presenta un potenziale punto d'intesa. Nel complesso delle attività che le politiche comunitarie propongono, risulta che una speciale attenzione è riservata alla tutela di alcune di esse (per esempio quella nazionale e linguistica). Si attivano quindi, simultaneamente, mezzi e conoscenze per instaurare la condivisione di un'unica cittadinanza e di una comune economia per creare una crescita culturale in un'entità organica. L'Europa è caratterizzata da culture e tradizioni simili e da una storia che accomuna tutte le nazioni che ne fanno parte. Il passato delle nazioni è contrassegnato dalla ricchezza dei valori paneuropei: valori politici, sociali, culturali, umani. La memoria, soprattutto la memoria storica, è fatta di un materiale essenziale atto a costruire e composto di elementi specifici insostituibili. Vi si trovano valori da salvaguardare e da distribuire. Uno dei vantaggi del continente Europa è il fatto di avere un passato, anche se, a tratti, conflittuale a causa delle specificità delle singole nazioni. La componente regionale e quella locale costituiscono un prezioso scrigno culturale paneuropeo le cui ricchezze emergono nel dialogo interculturale. Ci sono luoghi e tempi per cercare la creatività artistica, la curiosità scientifica, la forza intellettuale del singolo e dei gruppi che potranno far emergere nuove idee, proposte, progetti e strategie per arrivare al bene comune. La scuola è uno dei luoghi intesi come laboratori culturali. Il processo d'innovazione in atto all'interno del sistema scolastico supporta senz'altro la scuola nell'adempimento della sua funzione di operatore educativo comunitario e, allo stesso tempo, di tutore dei beni culturali e delle identità regionali.
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Sariolghalam, Mahmoud. "Cultura politica ed evoluzione dello stato in Iran. Un approccio di storia culturale". STORIA URBANA, n.º 131 (noviembre de 2011): 35–51. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-131003.

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L'articolo si concentra sulla storia dell'evoluzione delle strutture diin Iran, concentrandosi sul periodo rivoluzionario, e investigandone i limiti e le potenzialitŕ. Pesano sullo stato iraniano secoli di autoritarismo e soprattutto l'ambigua definizione delle prioritŕ geostrategiche, vista la peculiare posizione geografica della Repubblica islamica, che ha causato il sacrificio di obiettivi quali la crescita economica e sociale del paese sull'altare della "sicurezza nazionale". Il saggio affronta anche la questione dell'identitŕ iraniana, elemento di difficile definizione a causa della composita ereditŕ culturale nazionale: fortemente nazionalista, al tempo stesso essa č anche religiosa e "intima, filosoficamente, con la storia intellettuale dell'Occidente". Queste diverse "fonti" dell'identitŕ sono in perenne conflitto e, sommate a un modello di governo contestato, rendono la cultura politica e ladella Repubblica islamica estremamente instabili.
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Scaramellini, Guglielmo y Luca Muscarà. "Calogero Muscarà(1929-2020)". RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, n.º 1 (marzo de 2022): 114–24. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa1-2022oa13370.

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Il 5 novembre 2020, a novantun'anni, il professor Calogero Muscarà è mancato per una polmonite interstiziale, nonostante avesse superato l'infezione da Covid-19. Egli stava ancora lavorando, con la passione e la lucidità che Gli erano sempre state proprie, sui temi ai quali si era dedicato fin dai primi anni di studio: Venezia, la sua storia e il suo presente; il sistema politico-amministrativo italiano dall'Unità a oggi e i suoi rapporti con l'evoluzione socio-economica-culturale del Paese in chiave territoriale; il concetto di megalopoli e la sua possibile applicazione all'Italia, tema cui era dedito dagli anni Settanta. Solo poche settimane prima aveva infatti licenziato l'articolo "Compartimentazione amministrativa dello Stato italiano e processi di formazione di una megalopoli nel Nord Italia", l'ultimo che abbia dato alle stampe e che uscirà quest'anno in un volume collettaneo a lui dedicato (Scaramellini, a cura di, 2022). Non Gli è stato possibile invece completare un altro saggio, più approfondito e articolato, sul medesimo tema e in gestazione da lungo tempo, a causa di un incidente informatico, ma soprattutto per l'incalzare del tempo e forse il presentimento che la pandemia lo attendesse al varco. Tale saggio, già steso a grandi linee ma ancora senza titolo, ripercorreva un tema sempre a Lui caro, fin dal suo esordio nella Geografia italiana: la storia dei rapporti intercorsi fra il mutare dell'ordinamento politico-amministrativo del Paese dopo l'Unità e il non sempre convergente sviluppo sociale, culturale, economico, in una parola, civico del sistema-Paese Italia e delle sue partizioni ‘regionali' (secondo i tratti delineati da Pietro Maestri nel 1868 e sostanzialmente confermate nelle successive vicende politiche, istituzionali, sociali, culturali, economiche, fino ai giorni nostri). Professore emerito della Sapienza, presidente della World Society for Ekistics, membro onorario della Société de Géographie de Paris e della Società geografica italiana di Roma, Calogero Muscarà è stato protagonista del rinnovamento della geografia italiana nel periodo del ‘miracolo economico', affrontando nei decenni successivi l'analisi dei profondi cambiamenti avvenuti nell'organizzazione del territorio italiano dalla fine della seconda guerra mondiale e le conseguenti problematiche ambientali, economiche, regionali, urbane e culturali, e contribuendo alla diffusione della geografia francese in Italia e alla conoscenza della geografia italiananel mondo francofono.
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Caverzan, Mattia. "APPUNTI PER UNA STORIA DI RINALDO CORSO E DEI “FONDAMENTI DEL PARLAR THOSCANO”". Italiano LinguaDue 14, n.º 1 (28 de julio de 2022): 972–1017. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18335.

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Durante tutto il Cinquecento, numerose figure si sono avvicendate nel panorama editoriale, linguistico e grammaticale. I futuri e sporadici interventi storici non hanno permesso al tempo di risparmiare l’altissimo profilo di uno di questi: Rinaldo Corso. Uno studio approfondito delle questioni storico-filologiche relative al suo operato ha rivelato ben più di quello che la superfice degli studi finora compiuti in tal direzione ha lasciato trasparire. L’analisi delle diverse edizioni della sua opera grammaticale, i Fondamenti del parlar thoscano, e lo studio dell’ambiente nel quale egli ha vissuto concorrono a corroborare l’ipotesi della centralità imprescindibile di questo intellettuale, a discapito della tirannia che la storia e la memoria talvolta riservano a persone di grande valore culturale. Notes fo a history of Rinaldo Corso and the Fondamenti del parlar thoscano Throughout the sixteenth century, numerous figures participated in the editorial, linguistic and grammatical panorama. Future and sporadic historical interventions did not allowe time to spare the very high profile of one of them: Rinaldo Corso. An in-depth study of the historical-philological issues related to his work has revealed much more than what superficial studies carried out in this direction have revealed so far. The analysis of the different editions of his grammatical work, the Fondamenti del parlar thoscano, and the study of the environment he lived in concur in corroborating the hypothesis of the indispensable centrality of this intellectual, at the expense of the tyranny that history and memory sometimes reserve for people of great cultural value.
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Gabellieri, Nicola. "Il patrimonio bio-culturale alpino: un approccio geografico-storico al pascolo alberato di larici in Trentino (XVIII-XXI sec.)". RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, n.º 3 (septiembre de 2021): 82–104. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa3-2021oa12533.

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Recentemente l'UNESCO ha invitato gli studiosi ad approfondire lo studio delle dinamiche storiche e ambientali che hanno portato nel corso del tempo allo sviluppo di specifici ecosistemi e paesaggi, definiti come ‘bio-cultural heritage'. Raccogliendo questo stimolo, il contributo è dedicato a caratterizzare storicamente i pascoli alberati di larix decidua alpini: a partire dalla bibliografia sulla storia e sull'ecologia del larice, due casi studio di lariceti passati e presenti in Trentino sono approfonditi utilizzando un metodo geostorico che combina analisi di fonti documentali e osservazione di terreno. In conclusione, i lariceti risultano essere un prodotto di pratiche di uso e gestione delle risorse pascolive e forestali, capaci di fornire vari servizi ecosistemici, ma ad oggi a rischio di scomparsa.
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Licordari, Mariangela. "Le sale cinematografiche nello scenario moderno dell’architettura portoghese della prima metà del XX secolo : alcuni esempi a confronto". Revista de História da Sociedade e da Cultura 18 (22 de diciembre de 2018): 207–26. http://dx.doi.org/10.14195/1645-2259_18_10.

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Vero e proprio fenomeno culturale del XX secolo, in ambito architettonico il cinema rappresenta da sempre il simbolo della modernità e del progresso tecnologico. Nella storia dell’architettura moderna, la progettazione delle sale cinematografiche va di pari passo con la sperimentazione di nuove forme architettoniche rese possibili dall’impiego di moderni materiali da costruzione (quali in primis il cemento armato), divenendo un importante banco di prova tanto per la verifica tecnologica degli stessi quanto per l’immaginazione spaziale di nuovi ambienti, così divergenti da quelli propriamente classici dei teatri. Spazio architettonico fruibile e funzionale al vissuto umano, il cinema diventa rapidamente espressione di crescita, di sviluppo sociale ed economico e di prestigio urbanistico. Anche in Portogallo, come nel resto dell’Europa, le sale cinematografiche sono segnali tangibili del cambiamento stilistico e formale dell’architettura della prima metà del Novecento, facendosi portavoce di un’immagine nuova che rapidamente adornerà le città portoghesi d’un aspetto moderno e scenografico al tempo stesso.
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Issa, Fawzi. "Il protagonista simbolo della classe borghese ne La coscienza di Zeno di Italo Svevo". (Faculty of Arts Journal) مجلة كلية الآداب - جامعة مصراتة, n.º 09 (1 de junio de 2017): 57–84. http://dx.doi.org/10.36602/faj.2017.n09.11.

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Questo studio mira a prendere in esame la figura del protagonista dell'opera di Italo Svelo, La coscienza di Zeno, in quanto simbolo della classe borghese, oramai alla soglia del tramonto e del disfacimento. Prendremo anche in analisi il contesto storico e socio-culturale in cui venne scritta l'opera, soprattutto in un momento così importante della storia dei tempi moderni. Si tratta di un momento carico di avvenimenti storici e culturali di primo piano in ambiti italiano e europeo che hanno influenzato tutti gli aspetti della vita, inclusa la produzione letteraria. Grazie agli studi pubblicati da Sigmond Freud nasce la cosiddetta psicanalisi che rappresenta una dimensione principale dell'opera presa in esame in questo studio e sarà approfondita in questa sede. Studieremo anche il ruolo del destino nella vita del protagonista e cercheremo di chiarire fino a che punto quest'ultimo riuscirà a contrastarlo.
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Mazzoli, Gino. "Senza corpo né tempo. Avventure della psiche individuale e sociale nell'epoca delle nuove tecnologie". RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, n.º 2 (septiembre de 2020): 7–31. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2020-002002.

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La rivoluzione delle nuove tecnologie non ha l'aria di essere una delle tante svolte nella storia dell'umanità. È come se l'invenzione della ruota, del treno, dell'elettricità e del computer si fossero unificate come forza d'impatto e moltiplicate per un numero infinito di volte. Non stiamo parlando di una singola invenzione, ma di una catena di invenzioni a getto continuo. La velocità con cui vengono introdotte queste innovazioni impedisce un adattamento emotivo e cognitivo sul piano sia individuale che sociale. In particolare, le due variabili essenziali dell'esperienza umana (spazio e tempo) sembrano venire espulse. Questa rivoluzione impatta un immaginario collettivo dominato dalla bulimia di esperienze, beni e diritti che viene espanso all'ennesima potenza dalla performatività tecnologica. E tuttavia questa scena (vissuta in modo inconsapevole, a prezzo di nuovi disturbi psichici come la depressione che è diventata la malattia più diffusa nell'Occidente) è stata sospesa dal Covid, uno stop globale che ha consentito a tutti di vedere il brodo culturale in cui eravamo immersi e di nominare i problemi che ci attraversano. In particolare, la tenuta psichica dell'individuo può essere posta come un nodo politico che riguarda tutti. Una considerazione disincantata della scena può consentire di vedere il virtuale come veicolo non solo di manipolazione e bilocazione fuorviante in realtà aumentate e second life, ma anche come sviluppo della dimensione interiore. Proprio al culmine di una deriva antiumana si apre dunque uno spazio per far transitare nel nuovo mondo in arrivo la specificità e la complessità della nostra specie.
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Gallo, Anna y Sergio Leon Guerrero. "Juan María Montijano." Revista Eviterna, n.º 10 (28 de septiembre de 2021): 55–66. http://dx.doi.org/10.24310/eviternare.vi10.12956.

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A partire da una riflessione maturata da Juan María Montijano riguardo la natura metafisica del design, intesa quale custode del reale significato degli oggetti che ci circondano, lo studio approfondisce il ‘valore immateriale dei prodotti materiali' con l’intento di invitare a porre attenzione non solo sul binomio forma-funzione ma anche sulla stratificazione intangibile che lo sostiene. Una dimensione considerata privilegiata in quanto qui si incontrano il processo progettuale e l’esperienza d’uso contribuendo entrambi a liberare gli oggetti dall’anonimato della standardizzazione e dai rischi della spersonalizzazione, dotandoli di una sorta di ‘biografia’. In questo modo le cose si trasformano in storie, linguaggi, relazioni. A supporto della tesi della ‘metafisica del disegno’, il terzo paragrafo indaga il pensiero di studiosi del Novecento – da Barthes, Baudrillard, Selle, Kopytoff, De Fusco, le cui ricerche convergono da prospettive differenti verso l’idea di una dimensione culturale del quotidiano costruita mediante i significati e i segni appartenenti alle sue componenti piccole e grandi. In tal senso anche il termine ‘patrimonio’ viene considerato nell’accezione inglese di Cultural Heritage, ovvero come giacimento attivo da continuare ad alimentare nel tempo attraverso strumenti in grado di valorizzarne i contenuti aggiornandoli e rendendoli accessibili e fruibili. Tra questi la tecnica dello storytelling, canale narrativo che pone in evidenza in particolar modo l’immateriale, ritrovando quindi nei contenitori culturali come archivi e biblioteche delle dimensioni in grado di favorire lo sviluppo di azioni strategiche finalizzate a incrementare conoscenza e cultura. Da qui la parte finale del testo è dedicata ad esaminare l’opera di valorizzazione portata avanti da Juan María Montijano per oltre quindici anni nella Biblioteca e nell’Archivio del san Carlo alle Quattro Fontane a Roma al fine di tutelare, raccontare e trasmettere nel tempo la memoria storica custodita al suo interno.
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Patterson, Helen y Martin Millett. "The Tiber Valley Project". Papers of the British School at Rome 66 (noviembre de 1998): 1–20. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200004207.

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IL PROGETTO ‘LA VALLE DEL TEVERE’Questo articolo tratta gli obiettivi e struttura del nuovo progetto di ricerca della British School at Rome, il progetto ‘la Valle del Tevere’ e presenta alcuni dei primi risultati, anche se preliminari. L'obiettivo principale di questo progetto è di studiare il mutevole paesaggio della valle dal 1000 a.C. al 1300 d.C., indagando sull'impatto di crescita, successo e declinio di Roma sul suo entroterra e sui conseguenti effetti della città e flume sull'insediamento, economia e identità culturale. Questa iniziativa raduna molti studiosi con interessi di ricerca in questo campo ed in effetti include una serie di progetti connessi, ciascuno con i suoi specifici obiettivi di ricerca, ma allo stesso tempo parte di un progetto più ampio. La storia dell'insediamento è studiata tramite un riesame dei dati rilevati dai progetti britannici, in particolare quelli della ‘South Etruria Survey’, diretta da John Ward-Perkins, oltre ai dati pubblicati di progetti italiani. Allo stesso tempo, nuove ricerche sul campo sono in programma con l'intento di riempire le lacune esistenti. Due nuovi progetti iniziarono nel 1997 concentrandosi sul tema dell'urbanismo. Le ricognizioni a Falerii Novi e a Forum Novum hanno esaminato l'organizzazione interna delle citta tramite sistematiche ricognizioni in superficie e indagini geofisiche. I primi risultati chiaramente dimostrano il potenziale di questo approccio. Queste tecniche verranno applicate ad una gamma di centri urbani nella media valle del Tevere. La comprensione dell'interazione della città e della valle implica il mettere insieme l'informazione esistente relativa l'insediamento, le reti di comunicazione, l'economia e l'ambiente, oltre all'integrazione dei nuovi dati. Un elemento chiave del progetto è l'uso di un sistema GIS per l'integrazione ed analisi dei diversi livelli di informazione.
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Serkowska, Hanna. "L’altra faccia della medaglia: Il ciclo dei vinti di Giampaolo Pansa". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 51, n.º 1 (3 de marzo de 2017): 95–111. http://dx.doi.org/10.1177/0014585816682488.

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Questo saggio muove dall’enfasi sul desiderio di fare giustizia nel ciclo dei vinti (2003–) di Giampaolo Pansa, inserito nel contesto del revisionismo storico di sinistra, contestato dall’autore che con esso giustifica il proprio. Si dimostra che Pansa rivendica la giustizia nei modi che sfiorano la vendetta, con un ritardo che lascia sospettare l’opportunismo politico e che degrada la storia della Resistenza italiana a crimine diffuso in attesa di giustizia. L’autore, che si definisce uno storico dilettante e trascura le fondamentali regole della storiografia (pronuncia giudizi di valore, adotta una prospettiva e studia le fonti e testimonianze solo di una parte, non elabora il passato ma vi cerca le ragioni del presente), fa della storia politica. Parte integrale della sua operazione è anche la preferenza per la forma romanzo di cui qui si propone un’analisi delle componenti strutturali, linguistiche e ideologiche come uno spunto per riflettere sulla scelta dei destinatari e per capire l’uso che l’autore fa del concetto di giustizia. Si rinvengono infine alcune avvisaglie di un ripensamento: l’autore – già passato dalla sinistra a posizioni di destra – sembra rivedere un’altra volta le sue ragioni e accettare che la guerra sia uno stato di eccezione, per cui non sono idonei né i criteri di giustizia sviluppati al tempo di pace né tanto meno le chiavi di lettura semplificate.
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Clark, Raymond J. "Conrad of Querfurt and Petrarch on the location of the Vergilian underworld". Papers of the British School at Rome 64 (noviembre de 1996): 261–72. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200010400.

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CORRADO DI QUERFURT E PETRARCA SULLA LOCALIZZAZIONE DEGLI INFERI VIRGILIANIQuesto articolo illustra alcuni monumenti che sopravvivono sul lago d'Averno nei Campi Flegrei nei termini della loro storia culturale nella letteratura e nella tradizione da Virgilio a Corrado di Querfurt e Petrarca. C'è una confusione che si sovrappone nella mente dei due umanisti. Petrarca si basa su Servio per la localizzazione dell'entrata dell'Ade di Virgilio, ma sembra seguire Corrado nel localizzare Monte Barbaro affianco all'Averno. Servio e Corrado fanno riferimento a differenti grotte sul lago: Petrarca le considera come una sola, quindi o si sbaglia a proposito della testimonianza di Servio o trasferisce alla grotta della Sibilla una leggenda che Corrado associa alla grotta di Cocceio. L'appendice spiega quali forze spinsero Petrarca all'ulteriore identificazione della ‘casa’ della sibilla cumana con un edificio termale a volta posto nell'angolo orientale del lago di Averno, noto a Pietro di Eboli come ‘De Ferris’ e ad altri come il ‘Tempio di Apollo’.
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Atkinson, P. A., J. M. Atkinson, C. R. Martin y J. Rankin. "Prospettive storiche sulla resilienza e alcuni concetti di rilievo per la salute mentale correlati alla resilienza". RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, n.º 1 (abril de 2010): 21–40. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2010-001003.

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La resilienza psicologica consiste nella capacitŕ di fare fronte alle conseguenze di eventi gravemente stressanti o di riprendersi con successo da esse. Tale concetto, che sta suscitando un interesse crescente nell'ambito degli approcci alla salute basati sulle risorse degli individui, ha un'interessante vicenda storica e un'origine legata a differenti campi accademici e clinici. Alcuni studi sono stati infl uenzati dalla particolare caratterizzazione che nel corso della storia č stata attribuita a gruppi o a singoli che sembravano capaci di resilienza. Ci sono vantaggi e inconvenienti nel ricorrere al patrimonio storico per fare luce sui costrutti teorici attuali; infatti, gli studi sui singoli casi storici possono offrire utili squarci di comprensione, ma č indispensabile essere molto cauti nel fare ipotesi retrospettive. L'approccio piů promettente č forse la ricerca su gruppi di persone che abbiano vissuto durante determinati eventi, anche se possono sorgere problemi relativi a pregiudizi nel reclutamento del campione e al lasso di tempo trascorso. L'analisi dell'andamento della ricerca sulla resilienza indica che il concetto č stato prima associato alla malattia, mentre ora č sempre piů spesso riferito alla promozione della salute. Ciň potrebbe essere il rifl esso di un cambiamento culturale e politico. Il concetto di resilienza č rilevante per gli operatori della salute mentale; tuttavia, la sua utilitŕ č circoscritta alla diagnosi e alla terapia, poiché esistono molte domande di fondo rimaste senza risposta. Ci sono tre principali aree di dibattito: la defi nizione di resilienza; il suo statuto di categoria psicologica (un tratto di personalitŕ o una risorsa dinamica da sviluppare); la sua misurazione con suffi ciente affi dabilitŕ e costanza. L'analisi concettuale per scoprire il modello teorico sottostante alla resilienza č ancora ad una fase iniziale. Modelli provenienti da altre scienze sociali e dalle biotecnologie, in particolare l'Ecologia Umana, la teoria salutogenica, i modelli animali, la genetica e le bioscienze potrebbero dimostrarsi i percorsi piů promettenti per il futuro.
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Messina, Nunziata. "UOMO E TERRITORIO: UN RAPPORTO IN CONTINUA EVOLUZIONE". International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 2, n.º 1 (25 de junio de 2016): 477. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2015.n1.v2.264.

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Il dualismo tra uomo e natura da sempre si è posto al centro di molti studi di carattere filosofico, geografico, sociologico e psicologico. Nel corso della storia si sono susseguiti diverse impostazioni di pensiero e ciascuna ha messo in risalto un particolare aspetto della relazione tra uomo e natura. L’uomo si trova immerso all’interno di un paesaggio caratterizzato da elementi naturali e non, che ne condizionano il suo modo di essere ed il rapporto con ciò che lo circonda. Nella relazione tra uomo e territorio circostante è necessario affermare che l’obiettivo è la messa a punto di un sistema che renda ogni scelta di pianificazione carica di quelle valenze di programmazione territoriale necessarie a rendere vitale la tutela dell’ambiente e del paesaggio: occorre partire dall’assunto che tutto il territorio, per la storia che lo ha formato, per i valori paesaggistici e culturali, per la memoria collettiva che lo anima, per la sua stessa riconoscibilità, è da considerarsi in prima istanza un bene ambientale da tutelare, soprattutto nelle relazioni tra oggetti e fenomeni legati tra loro da mutui rapporti funzionali. Si può pertanto affermare che laddove gli elementi fisici del territorio costituiscono punti di riferimento collettivo, tali elementi sono da considerarsi “valori ambientali” e le loro interrelazioni possono rappresentare un “bene comune” da tutelare. Il territorio ci appartiene, fa parte del nostro mondo interiore, è luogo di riferimento, un bene mai dimenticato che alimenta l’essenza della memoria. E’ terra, è casa, è vita, è l’uomo di oggi, ma anche quello di ieri che si riconosce nel legame che ha con la sua terra. E’ necessario trovare il giusto equilibrio per mantenere la testimonianza della propria memoria, ma allo stesso tempo la capacità di progettare un futuro compatibileper la salvaguardia del nostro Pianeta.
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Carbonari, L., F. Galli y L. Tazza. "Team dell'accesso vascolare: modelli organizzativi". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, n.º 1 (24 de enero de 2018): 2–8. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1105.

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Il nefrologo, che si confronta con tutti i problemi inerenti all'insufficienza renale, è anche da sempre principale gestore della terapia emodialitica. Per tale motivo tocca al nefrologo, in prima istanza, occuparsi dell'accesso vascolare disponendone l'allestimento, la sorveglianza e la manutenzione a garanzia della possibilità di effettuare il trattamento sostitutivo. Rispetto a quanto avviene in altri paesi, in Italia l'attività dell'accesso non è ad oggi standardizzata né strutturata; ciascun centro dialisi si organizza in funzione delle capacità dei nefrologi ivi operanti e delle collaborazioni di altri specialisti presenti nell'ospedale, spesso senza un percorso strutturato e con modalità di intervento per lo più fondate sulla disponibilità personale e sul volontarismo. Partendo dalla storia dell'accesso vascolare in Italia, abbiamo individuato tre tipologie organizzative che correlano, da un lato, con il contesto storico in cui sono sorte e, dall'altro, con il progresso, in termini di dispositivi medici e competenze specialistiche, che ha via via modificato i comportamenti. Il modello organizzativo “primordiale” vede il nefrologo confezionare e correggere personalmente gli accessi disponibili in quell'epoca. Nel modello polispecialistico, che nasce successivamente, il nefrologo inizia a delegare ad alti specialisti, più competenti sul versante tecnico, singole fasi del lavoro; resta colui che inizia il percorso e detta i tempi ma perde, talora, il controllo della gestione complessiva. Nel modello strutturale integrato, ideale ma non ancora integralmente realizzabile, il chirurgo dedicato all'accesso dialitico ed il radiologo interventista interagiscono da vicino con il nefrologo, che funge da regista, coordinatore e amministratore di tutto il processo di gestione dell'accesso vascolare. La formazione culturale specifica e necessaria e la conoscenza del programma terapeutico complessivo sono condivise dal team dell'accesso. In tale modello integrato dovrebbero essere trovate soluzioni perché anche la responsabilità professionale ed il rimborso amministrativo risultino bene “integrate” tra i vari specialisti ed operatori sanitari che partecipano all'attività. Il rimborso a D.R.G. com'è attualmente regolato presenta incongruenze e può produrre effetti contrari alla migliore cura del paziente. Le Aziende ospedaliere attualmente non riservano all'accesso vascolare, parte irrinunciabile della terapia dialitica, l'attenzione necessaria e non comprendono come una corretta gestione del problema, fondata su percorsi organizzati, migliori la qualità di vita del paziente e contenga il costo assistenziale della dialisi. La gestione complessiva dell'accesso vascolare dialitico non può più fondarsi, attualmente, solo sulla “buona volontà” del nefrologo dializzatore, ma richiede regole strutturali. Pertanto andrebbero definite le motivazioni professionali mediante l'attribuzione di precisi compiti, con lo scopo di meglio identificare e minimizzare il “rischio organizzativo”. L'individuazione di meccanismi economico-organizzativi-normativi che privilegino anzitutto l'ottenimento del risultato e, a seguire, che premino il lavoro di tutta la squadra che l'ha generato è la condizione prima per creare il modello integrato. è più che mai tempo che l'accesso vascolare entri a pieno titolo nel sistema qualità della dialisi e per farlo, a nostro avviso, il modello organizzativo integrato è l'unica soluzione possibile.
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Petrizzo, Alessio. "Storia culturale, storia del Risorgimento: una riflessione". PASSATO E PRESENTE, n.º 115 (febrero de 2022): 39–53. http://dx.doi.org/10.3280/pass2022-115004.

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Brunetti, Dimitri. "La storia della Bassa Valle Scrivia sul web". DigItalia 16, n.º 1 (junio de 2021): 117–27. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00030.

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Nel contesto dei portali culturali nazionali e regionali, il contributo propone il sito web condiviso fra tre comuni della Bassa Valle Scrivia che offre alla consultazione libera e gratuita un ricco patrimonio composto da fotografie, registrazioni sonore, audiovisivi, libri, inventari d'archivio, mappe, calendari e giornali locali per raccontare le vicende del territorio, delle famiglie e delle persone. Considerando gli elementi qualitativi e quantitativi che differenziano i grandi progetti dal variegato mosaico delle proposte sul web culturale offerte dalle realtà più piccole, l'illustrazione del sito piemontese vuole sollecitare il dibattito sulla convergenza delle esperienze per comporre un quadro unitario del patrimonio culturale nazionale.
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Pias, Giuliana. "Testimoniare “un altro tempo all’interno del nostro tempo”". Italianistica Debreceniensis 26 (1 de diciembre de 2020): 10–27. http://dx.doi.org/10.34102/itde/2020/9378.

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Tutto il miele è finito fa parte dell'interesse di Carlo Levi per le culture Altre e nella continuità dell'incontro con la diversità antropologica del Mezzogiorno inaugurato da Cristo fermato a Eboli. Questo articolo si concentra sul tema dell'arcaico, e sulla prospettiva della "compresenza dei tempi" che caratterizza il pensiero di Levi, per dimostrare come da Tutto il miele è finito emerge la testimonianza "di un altro tempo che precede la storia ma che è se stesso contemporaneo della storia e presente come la storia stessa ”(G. Agamben).
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Reinhard, Wolfgang. "Hat Papstgeschichte Zukunft?" Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, n.º 1 (20 de diciembre de 2017): 353–71. http://dx.doi.org/10.1515/qfiab-2017-0019.

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Riassunto Sembra che almeno in Germania si stia esaurendo l’attivita editoriale che riguarda i rapporti mandati dai nunzi alla segreteria di Stato. Nella digitalizzazione delle fonti si puo ravvisare una valida alternativa compensatoria, tanto piu che essa consentirebbe di creare una vasta banca dati che, raccogliendo i dati di tutte le persone e tutti gli uffici della curia, offrirebbe un’ottima base per ulteriori ricerche. In ogni caso e possibile raccordare la storia dei papi al nuovo approccio decostruttivista della storia politica e culturale, se si pone al centro dell’attenzione il papato nella sua qualita di singolare potenza culturale che coltiva una sua singolare cultura del potere. Decisiva e la constatazione che la chiesa papale non solo funse da modello per la formazione degli Stati europei, ma sarebbe diventata Stato essa stessa. In questo senso sarebbero auspicabili studi a lungo termine sul personale e sulle istituzioni. Accanto a questa storia materiale sarebbero utili sia l’indagine della devozione personale dei papi, e in particolare del culto mariano, che l’esplorazione del culto del papa e di altre pratiche premoderne, ma tuttora vive, nei credenti.
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Reinhard, Wolfgang. "Hat Papstgeschichte Zukunft?" Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, n.º 1 (1 de diciembre de 2017): 353–71. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2017-0019.

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Riassunto Sembra che almeno in Germania si stia esaurendo l’attività editoriale che riguarda i rapporti mandati dai nunzi alla segreteria di Stato. Nella digitalizzazione delle fonti si può ravvisare una valida alternativa compensatoria, tanto più che essa consentirebbe di creare una vasta banca dati che, raccogliendo i dati di tutte le persone e tutti gli uffici della curia, offrirebbe un’ottima base per ulteriori ricerche. In ogni caso è possibile raccordare la storia dei papi al nuovo approccio decostruttivista della storia politica e culturale, se si pone al centro dell’attenzione il papato nella sua qualità di singolare potenza culturale che coltiva una sua singolare cultura del potere. Decisiva è la constatazione che la chiesa papale non solo funse da modello per la formazione degli Stati europei, ma sarebbe diventata Stato essa stessa. In questo senso sarebbero auspicabili studi a lungo termine sul personale e sulle istituzioni. Accanto a questa storia materiale sarebbero utili sia l’indagine della devozione personale dei papi, e in particolare del culto mariano, che l’esplorazione del culto del papa e di altre pratiche premoderne, ma tuttora vive, nei credenti.
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Maifreda, Germano. "Dualismi e identitÀ nella storia del mare italiano". SOCIETÀ E STORIA, n.º 126 (marzo de 2010): 676–78. http://dx.doi.org/10.3280/ss2009-126006.

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Il volume di Frascani ripropone implicitamente la questione di fondo del dualismo economico, culturale e sociale che ha contraddistinto la storia italiana degli ultimi secoli. Lette attraverso la lente di ingrandimento della storia marina, l'evoluzione produttiva e la costruzione simbolica nazionale presentano, una volta di piů, la fisionomia ambigua e differenziata. Le dinamiche del potere e la sua carica disciplinante vengono analizzate con acume e profonditÀ, sollecitando nuovi interrogativi e gettando una luce talvolta inquietante su un tema che, da sempre, la retorica da Belpaese ha piuttosto presentato come unificante e pacificatore.
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Nuti, Lucia. "Le alterne fortune dell'acqua nella storia del territorio". STORIA URBANA, n.º 125 (abril de 2010): 5–9. http://dx.doi.org/10.3280/su2009-125001.

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Questa nota introduttiva propone alcune riflessioni sulla presenza dell'acqua nel paesaggio della Toscana e sulle sue variazioni nel corso dei secoli. Momenti di forte espansione dell'acqua nelle sue diverse forme, acque vive,morte,naturali, artificiali,navigabili o di deflusso, si sono alternati a momenti di regressione in favore delle terre coltivate. Nell'attuale clima culturale sembrano risorgere le fortune dell'acqua ed i piani di recupero urbano e territoriale le assegnano un ruolo attivo come componente del paesaggio e si torna a invocarne la presenza anche nei luoghi da cui č stata tenacemente estromessa.
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Brice, Catherine. "La storia culturale del politico: stato dell'arte, risultati e proposte". MEMORIA E RICERCA, n.º 40 (septiembre de 2012): 55–74. http://dx.doi.org/10.3280/mer2012-040005.

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This article intends to summarize what has been studied as the Cultural History of Politics. Neither Culture or Politics are easy terms to define and this leads to extremely different approaches Between Reinhart Koselleck, Quentin Skinner and Alain Corbin, the differences are probably stronger that the similarities. By defining precisely what we call culture and what we call politics, or at least choosing a definition, the Author calls for more diversified tracks to follow, with a special attention to the inform always of acting politically.
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Rossi, Nello. "Magistratura democratica tra eresia e riforma (Riflessioni a margine del libro di Giovanni Palombarini e Gianfranco Viglietta". QUESTIONE GIUSTIZIA, n.º 1 (marzo de 2012): 171–81. http://dx.doi.org/10.3280/qg2012-001009.

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1. La storia di Magistratura democratica nel quadro della storia del Paese2. Gli apporti dei magistrati di Md alle trasformazioni del paesaggio della giurisdizione: tre grandi fratture con il passato3. All'origine c'č stato sempre un sentimento4. Dalla rottura con la corporazione al principio di responsabilitŕ sociale e culturale per i provvedimenti giudiziari5. L'eguaglianza di fatto e il garantismo6. Dalla scelta di campo alla ricerca di una nuova definizione di imparzialitŕ7. E oggi? Md č "eresia" o "riforma"?
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Macut, Ivan. "Il compito della storia della filosofia secondo filosofo croato Alberto Bazala nel primo volume della sua opera Storia della filosofia". Služba Božja 59, n.º 4 (11 de noviembre de 2019): 407–21. http://dx.doi.org/10.34075/sb.59.4.1.

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In questo articolo stiamo esplorando il compito della storia della filosofia secondo il filosofo croato Alberto Bazala, e ciò di cui lui ha scritto nel suo importante lavoro La storia della filosofia. Dopo brevi osservazioni introduttive e nel primo capitolo un breve resoconto della vita e del lavoro di Alberto Bazala, passiamo al secondo capitolo in cui presentiamo schematicamente il lavoro di Bazala intitolato La storia della filosofia. Volume I. La storia della filosofia popolare dei greci. Il terzo, e anche il principale, capitolo affronta il compito della storia della filosofia, come lo vede Bazala, ed è diviso nei seguenti argomenti: L'importanza della storia della filosofia; il doppio compito della storia della filosofia; fattore socio-culturale; tripla interpretazione dei sistemi filosofici; critica del singolo sistema; il valore della storia della filosofia; l'importanza della storia della filosofia; problemi filosofici e, infine, la divisione della storia della filosofia. Nella conclusione del documento, descriviamo sistematicamente ed evidenziamo i punti principali dell'approccio positivo di Bazala alla storia della filosofia, e delineammo brevemente la sua relazione con la ricerca della filosofia nazionale croata.
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Drescher, Jack. "Storia del rapporto tra omosessualitŕ e istituzione psicoanalitica". PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, n.º 2 (junio de 2010): 151–68. http://dx.doi.org/10.3280/pu2010-002001.

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In passato gli atteggiamenti della psicoanalisi istituzionalizzata verso l'omosessualitŕ potevano essere definiti come ostili. Prima vi fu una transizione dalle prime concezioni di Freud dell'omosessualitŕ come sessualitŕ immatura fino alle piů tarde teorie post-freudiane che patologizzavano l'attrazione e il comportamento verso lo stesso sesso. In seguito alla decisione del 1973 dell'American Psychiatric Association di eliminare l'omosessualitŕ dal DSM-II, l'omosessualitŕ č ora considerata piů comunemente come una variante normale della sessualitŕ umana. La storia degli atteggiamenti psicoanalitici verso l'omosessualitŕ rafforza l'impressione che le teorie psicoanalitiche non possono essere separate dal contesto politico, culturale e personale in cui sono formulate. Questa storia mostra anche che gli psicoanalisti possono prendere posizioni che facilitano oppure ostacolano la tolleranza e l'accettazione.
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Foscati (book author), Alessandra y Sean Cocco (review author). "Ignis sacer. Una storia culturale del ‘fuoco sacro’ dall’antichità al Settecento". Aestimatio: Critical Reviews in the History of Science 10 (21 de diciembre de 2015): 344–51. http://dx.doi.org/10.33137/aestimatio.v10i0.26047.

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Orsi, Elisa. "codice senese nella storia delle illustrazioni dantesche: note sulla fortuna critica della Commedia Yates Thompson 36". Dante e l'Arte 8 (7 de marzo de 2022): 65–86. http://dx.doi.org/10.5565/rev/dea.155.

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Il contributo intende ripercorrere brevemente la ricezione critica del ms. Yates Thompson 36, mostrando le intersezioni tra la storia della fortuna del manoscritto e la storia della fortuna dei manoscritti illustrati danteschi dal Novecento ad oggi. Quanto emerge dimostra che la parabola della Commedia di Alfonso V di Aragona coincide, fino alla metà del secolo scorso, con quella di altri manoscritti signorili come l’Urbinate Latino 365, precocemente valorizzati per il loro interesse storico-artistico. Con l’avvento di una nuova stagione degli studi, orientata allo studio della valenza esegetica del corredo illustrativo, il destino dello Yates Thompson si riallinea a quello di altri manoscritti, più antichi e ‘meno celebri’, nel segno di una nuova prospettiva sulla tradizione figurativa dantesca fondata sulla ricostruzione della storia materiale e culturale del codice.
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Fonzo, Erminio. "Il fascismo nell'Enciclopedia italiana". MONDO CONTEMPORANEO, n.º 1 (agosto de 2021): 5–46. http://dx.doi.org/10.3280/mon2021-001001.

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L'Enciclopedia italiana è stata l'opera più importante realizzata dal regime fascista in ambito culturale. Logicamente, l'Enciclopedia era attenta a riportare la versione dei fatti gradita al governo su tutto ciò che riguardava la storia recente e la politica. Nel regime, però, gli intellettuali non erano sempre concordi e in alcuni casi i collaboratori della Treccani dovettero scegliere quale interpretazione proporre. Il livello scientifico delle voci sull'attualità politica e la storia recente è vario: alcune propongono una sintesi efficace, mentre altre sono più faziose. Il controllo del governo, del resto, aumentò nel corso degli anni e fu particolarmente stretto sull'Appendice I, pubblicata nel 1938. L'articolo prende in esame le voci dell'Enciclopedia e dell'Appendice relative alla politica e alla storia recente, esaminando quali elementi dell'ideologia e della storia del fascismo gli autori hanno inteso mettere in evidenza; attraverso quali metodi hanno proposto la narrazione "ufficiale".
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Crevatin, Franco. "Onde morte e cicatrici: la storia, la cultura e la lingua". Croatica et Slavica Iadertina 17, n.º 1 (14 de enero de 2022): 303–37. http://dx.doi.org/10.15291/csi.3527.

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Nel presente contributo vengono discussi i principali problemi circa il contributo che la linguistica può dare alla storia. In particolare vengono trattati l’interdisciplinarità dei problemi linguistici; la natura relazionale e processuale dei dati linguistici; la natura non ontologica del referente; la narrazione come modello ermeneutico; i rapporti tra nicchia e lingua; la varietà linguistica e culturale come situazione naturale; le tracce linguistiche della storia non altrimenti accessibile. La trattazione è esemplificata con numerosi esempi forniti dalla linguistica romanza e da altri ambiti di indagine
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Bochatey, Alberto. "Il personalismo nell’area culturale dell’America Latina". Medicina e Morale 53, n.º 2 (30 de abril de 2004): 335–52. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.648.

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L’Autore, nel suo articolo, compie un’indagine di ampio respiro sullo sviluppo della bioetica nell’area culturale dell’America Latina. Fortemente influenzata da quanto accade negli USA, la storia della bioetica in queste zone è stata legata allo sviluppo del principialismo di T.L. Beauchamp e J.F. Childress, applicato ad una serie di campi specifici quali l’assistenza e la cura del malato, la procreazione e l’aborto, la morte encefalica (principalmente in vista del trapianto di organi), l’etica della ricerca, l’ecologia. La Bioetica personalista ontologicamente fondata è ritenuta essere un campo assai propizio per proporre ed orientare verso la persona e la sua realtà trascendente e sociale, verso il bene comune e lo sviluppo nel campo medico. L’America Latina è il continente della speranza e anche la Bioetica latinoamericana può esserlo (specialmente attraverso la personalizzazione del “bios” e la rivendicazione della dimensione comunitaria e sociale dell’“ethos”). In tal senso la Bioetica personalista può contribuire alla costruzione d’un “ponte verso il futuro” e all’integrazione e alla cooperazione latinoamericana. L’articolo concentra la sua attenzione, in particolare, su tre temi particolarmente significativi: la scienza e la tecnologia, l’identità cristiana e il ruolo dell’educazione, i comitati etici ospedalieri. Per questi ed altri campi, il riferimento al personalismo è una vera sfida che comporta una risposta, un impegno ed azioni concrete.
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Marazzi, Elisa. "L'editoria scolastico-educativa e la ricerca storica. Il caso italiano". SOCIETÀ E STORIA, n.º 138 (noviembre de 2012): 823–51. http://dx.doi.org/10.3280/ss2012-138008.

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Resumen
L'articolo propone una rassegna degli studi italiani di storia dell'editoria scolastica, condotti negli ultimi trent'anni in risposta a diverse sollecitazioni, spesso provenienti dall'estero. Tra queste, il rinnovamento in chiave interdisciplinare degli studi di storia della pedagogia e della didattica, ma anche l'evoluzione della storiografia del libro e dell'editoria e il conseguente incremento dell'attenzione nei confronti dei prodotti editoriali a larga circolazione e del loro apporto alla storia sociale e culturale. Dopo aver proposto una definizione dell'oggetto di ricerca che tenga in considerazione gli inevitabili intrecci tra manuale scolastico e letteratura per l'infanzia, l'a. passa in rassegna i contributi (repertori, monografie, cataloghi storici) realizzati da studiosi di diversa formazione; il panorama delineato consente di formulare riflessioni sul metodo e proporre nuove piste di ricerca che mettano a frutto il lavoro svolto sinora.
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Marra, Realino. "Diritto e storia nelle società del tempo perduto". Rechtsgeschichte - Legal History 2003, n.º 03 (2003): 045–48. http://dx.doi.org/10.12946/rg03/045-048.

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Stawniak, Henryk. "Ewangelizacja kultury małżeństwa : (rozważanie w świetle papieskiego przemówienia do Roty)". Prawo Kanoniczne 35, n.º 1-2 (5 de junio de 1992): 189–200. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1992.35.1-2.09.

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L’articolo presente cerca di essere una prova di riflessione sull’allocuzione di Giovanni Paolo II alla Rota Romana, pronunciata dal Sommo Pontefice del 28 gennaio 1991. Nel suo discorso papa ha preso in considerazione l’argomento della fede e della cultura nel matrimonio. Partendo dalla tesi che il piano di Dio riguardante del matrimonio e della famiglia si realizza nella storia e nella diversità delle culture, viene poi messo in vista l’ambiguo influsso della cultura odierna sul matrimonio ed è stato posto un accento sulle tendenze e questioni pericolosi che richiedono ancora dei cambiamenti. Nella parte finale della relazione viene sottolieata l’apertura del nuovo diritto al progresso scientifico e culturale. Dal tutto l’articolo risulta che la storia della istituzione del matrimonio non guida necessariamente al meglio. Perciò la chiesa ha una chiamata in tutto particolare di livellare del dissapore fra il Vangelo e la cultura.
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Sommaruga, Pierluigi. "Il tempo presente". RUOLO TERAPEUTICO (IL), n.º 117 (junio de 2011): 31–45. http://dx.doi.org/10.3280/rt2011-117004.

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Due sono i contributi dell'autore. Nella prima parte, utilizzando delle vignette cliniche, raccoglie alcune riflessioni personali sul tema del "qui ed ora" all'interno del processo terapeutico. Lo sforzo č quello di sostenere la complessitŕ di quello che si verifica nell'analisi, tra il paziente e il suo analista, con l'apporto teorico di alcuni autori come Fonagy, Baron-Cohen e Rizzolati. Nella seconda parte, l'argomentazione verte sul tema dell'inconscio e della memoria: spesso siamo ignari di ciň che ha predeterminato la nostra storia. Che cosa ricordiamo? Quante esperienze siamo impossibilitati a ricordare? Č in queste esperienze dimenticate che ha origine il transfert e gran parte della vita affettiva adulta. Risulta quindi importantissimo per il processo terapeutico, il valore dato alla storia autobiografica del paziente da parte dell'analista. Il contributo ricorda anche che la conoscenza della teoria della mente del paziente non deve stare nel luogo dell'aspettativa dichiarata ma che deve trovare il suo giusto collocarsi in quella posizione che lo possa far stare "semplicemente" lě, con il bisogno piů profondo e segreto dell'altro.
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Subrizi, Carla. "Katherine S. Dreier e la Société Anonyme: un’altra storia del modernismo". Boletín de Arte, n.º 36 (30 de octubre de 2017): 21–29. http://dx.doi.org/10.24310/bolarte.2015.v0i36.3333.

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Prima che il Museum of Modern Art (MoMA) inaugurasse la sua apertura nel 1929, un altro Museum of Modern Art era già esistito. Si chiamava Société Anonyme-Museum of Modern Art 1920, dove il 1920 era un’indicazione aggiunta proprio dopo il 1929 per sot- tolineare la data di inizio di una storia che non doveva essere equivocata. Da allora e no al 1950, la Société Anonyme divenne un riferimento storico e culturale fondamentale per l’arte americana e internazionale. La stessa nascita del MoMA avrebbe avuto non poche relazioni con questa piccola società di artisti. In pochi anni la Société Anonyme raccolse inoltre un patrimonio straordinario di opere poi divenute la base delle collezioni americane museali più signi cative tra gli anni Quaranta e Cinquanta.
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Simporè, Jacques. "Il personalismo nell’area culturale africana". Medicina e Morale 53, n.º 2 (30 de abril de 2004): 353–60. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.649.

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< Ai nostri tempi, più che mai, il tema dell’essere umano sta al centro dei dibattiti. Ogni cultura, ogni tendenza filosofica cerca di svelare il mistero dell’uomo e di dare senso e valore all’agire umano. Perciò, il personalismo ha ricoperto più volti nella storia della filosofia. La presente relazione descrive quello africano prendendo come esempio il personalismo sociale dei Bantu e dei Mossi. Per i Bantu, non c’è dicotomia tra essere e Forza Vitale che anima quello che esiste e che sussiste. Poiché, secondo loro, senza questa Forza Vitale non si può immaginare un concepimento dell’essere. Ogni cosa che esiste ha la sua Forza Vitale. Ogni tentativo volto a diminuire o distruggere la Forza Vitale di una persona è una colpa che va punita, non solo dalla società ma anche dagli antenati nell’al di là. Al contrario, contribuire a rafforzare la Forza Vitale dell’uomo e della natura è un atto lodevole. I Mossi, volendo esprimere allo stesso tempo la ricchezza e l’ambiguità della persona umana, hanno elaborato una antropologia fondata su quattro elementi: “sigré”, Forza Vitale ancestrale che si eredita dagli antenati; “kinkirga”, Forza Vitale celeste, personale, immortale; “siiga”, Forza Vitale terrestre, ponte gettato tra il sigré e il kinkira; E “yinga”, Corpo, struttura carnale ove si uniscono queste tre forze della vita per costituire la persona che si esprime con ambivalenza in società. Ponendo la vita come principio primo e mettendo l’enfasi sull’agire della persona nella società, la filosofia africana “vitalista” ha elaborato un personalismo di tipo sociale.
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Candela, Andrea. "Il contributo della riflessione ecologica negli studi di storia della cultura materiale. Considerazioni di sintesi". SOCIETÀ E STORIA, n.º 137 (septiembre de 2012): 627–39. http://dx.doi.org/10.3280/ss2012-137005.

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La storia della cultura materiale ha ormai assunto la funzione di utile strumento di ricerca mediante il quale accrescere l'insieme delle conoscenze riguardanti una specifica area geografica, consentendo la valorizzazione del suo complesso patrimonio di risorse naturali ed antropiche. Gli studi di cultura materiale hanno infatti acquisito, nel contesto delle indagini storiche e paesaggistiche italiane, sulla scia della lezione europea ed internazionale, un ruolo preliminare nelle differenti iniziative di riqualificazione economica e culturale del territorio. Si veda, ad esempio, l'esperienza, ormai diffusa, che ha incoraggiato la nascita di diverse realtÀ ecomuseali. L'articolo cerca dunque di chiarire l'importanza di tale settore di ricerche nello studio interdisciplinare della storia e della conservazione del territorio, ripercorrendone gli andamenti storico-epistemologici e illustrandone alcune linee di sviluppo relativamente recenti, che hanno coinvolto ambiti quali le scienze naturali e biologiche.
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Touati, François-Olivier. "Alessandra Foscati, Ignis sacer. Una storia culturale del ‘fuoco sacro’ dall’antichità al Settecento". Cahiers de civilisation médiévale, n.º 240 (1 de octubre de 2017): 408–9. http://dx.doi.org/10.4000/ccm.5675.

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Pisu, Stefano. "L'associazione "Italia-Urss" dal dopoguerra alla Guerra Fredda: diplomazia culturale ufficiosa e propaganda sovietica (1944-1960)". MONDO CONTEMPORANEO, n.º 2 (mayo de 2021): 21–43. http://dx.doi.org/10.3280/mon2020-002002.

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L'articolo ricostruisce le principali tappe della storia dell'Associazione italiana per i rapporti culturali con l'Unione Sovietica - conosciuta come "Italia-Urss" - fra il 1944 e il 1960. La genesi di "Italia-Urss" si inserisce nel contesto culturale internazionale del dopoguerra. La radicalizzazione dello scontro politico-ideologico nazionale e globale condusse l'associazione alla chiara virata politica: la lotta all'antisovietismo diventò celebrazione acritica dell'Unione Sovietica. "Italia-Urss" riuscì così in scarsa misura a essere un attore efficace della Guerra Fredda culturale, giacché poco capace di attrarre fasce di popolazione lontane dai socialcomunisti. La segreteria di Orazio Barbieri (1953-1958) volle rafforzare una conoscenza obbiettiva dell'Urss anche se il 1956 - così come il caso Pasternak - disorientarono una parte dei suoi membri. Paradossalmente, il dinamismo di Barbieri fu il vulnus principale nei rapporti con il Pci e gli interlocutori sovietici, che mal sopportavano l'autonomia di "Italia-Urss" nel lancio di iniziative considerate spesso troppo elitarie e lontane dalle masse. Il Pci intervenne per rafforzare il controllo politico sull'associazione proprio quando, invece, gli sforzi ufficiosi di "Italia-Urss" avevano contribuito alla firma dell'accordo culturale intergovernativo del 1960.
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Garavaglia, Valentina. "Tra utopia e riformismo, il teatro pubblico di Paolo Grassi e Giorgio Strehler". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 54, n.º 1 (10 de marzo de 2020): 439–58. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820910088.

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L’incontro tra Paolo Grassi e Giorgio Strehler avvenuto nella Milano del dopoguerra, segna l’inizio di un sodalizio, artistico e umano, che ha concorso a scrivere importanti pagine della storia del teatro non solo italiano, ma soprattutto ha contribuito ad arricchire la storia della cultura di ispirazione socialista nel nostro paese. Il legame tra il Piccolo Teatro di Milano, nei suoi primi 25 anni di vita, e la storia del socialismo riformista si racconta attraverso drammaturgie di impegno politico, scelte di regia e di politica culturale nelle quali si intrecciano le biografie del regista e dell’ideologo, uniti nell’impegno per la realizzazione di un teatro d’arte per tutti a partire dall’eredità della Resistenza. Attraverso l’analisi degli appunti di regia, della corrispondenza privata, della critica e degli allestimenti, l’articolo si propone di ripercorrere gli anni dalla fondazione del Piccolo Teatro, nel 1947, fino al 1972, anno in cui Paolo Grassi passerà alla direzione del Teatro alla Scala. A partire dal primo allestimento di Giorgio Strehler, L’albergo dei poveri di Gor’kij, le scelte drammaturgiche e stilistiche del primo teatro stabile pubblico italiano si rivelano emblematiche della continua tensione ideale tra arte e politica, tra attenzione rivolta all’uomo e riflessione sulla collettività.
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Turi, Gabriele. "Le culture della destra". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 260 (febrero de 2011): 392–403. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-260002.

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Della cultura di destra č stato sottolineato l'aspetto mediatico, ma il berlusconismo č un fenomeno piů profondo, capace di influenzare ampi strati del ceto medio: un'ideologia eclettica che amalgama le tradizioni di Forza Italia, Alleanza nazionale e Lega nord, fondendo insieme populismo, individualismo esasperato, revisionismo storico, uso strumentale e identitario della religione. Nell'ultimo ventennio le forze di destra hanno occupato lo spazio lasciato vuoto dalle sinistre, indebolite negli anni ottanta dall'offensiva culturale del riformismo craxiano: una volta al governo sono state capaci di costruire gli strumenti di una propria egemonia culturale, riviste e fondazioni portatrici di messaggi semplici ed efficaci: libertŕ intesa come liberismo e diffidenza per lo Stato, lotta al relativismo culturale, rilettura revisionistica della storia che tende a equiparare fascismo e antifascismo in nome di una "pacificazione nazionale". La Rivoluzione francese č considerata la fonte di tutti i mali della modernitŕ, il Risorgimento un premeditato attacco alla religione cattolica; la triade "Dio, Patria, Famiglia" č coniugata ieri come oggi a sottolineare l'identitŕ di un paese timoroso degli immigrati e delle loro culture. Si č cosě formato uno schieramento culturale teo-con che appare oggi tanto forte da far ritenere che nella societŕ italiana il berlusconismo possa sopravvivere a lungo a Berlusconi.
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Bortoletto, Anna. "I giornali come fonte dei cambiamenti nella storia". SPONDE 1, n.º 1 (27 de julio de 2022): 77–90. http://dx.doi.org/10.15291/sponde.3892.

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Il giornale l’Arena di Pola fu un testimone privilegiato dell’esodo degli italiani da Istria e Dalmazia dopo la Seconda guerra mondiale: fu fondato a Pola nel 1945 come quotidiano d’informazione in lingua italiana durante il periodo del Governo Militare Alleato, poi diventò ''giornale dell’esodo'' nel maggio 1947 quando la redazione si trasferì in Italia con la maggior parte della popolazione. Nel passaggio oltreconfine, il giornale modificò obiettivi, propositi, contenuti, ma non i lettori: le stesse persone che leggevano il giornale a Pola, per informarsi sulle trattative internazionali che avrebbero deciso il loro destino, continuarono a leggere il giornale in tutti gli angoli d’Italia, ricercandovi le radici della loro cultura e identità, nonché informazioni concrete per recuperare il contatto con familiari e amici dispersi. Per questo motivo, il contributo ripercorre la storia del giornale negli anni a cavallo dell’esodo, soffermandosi sull’evoluzione dei suoi contenuti. Nel complesso, si rileva una progressiva diminuzione delle notizie a carattere politico-cronachistico, che corrisponde a un rispettivo aumento di testi a carattere identitario-culturale, quali approfondimenti storico-artistici e memorie del passato.
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Saja, Giuseppe. "Storia di un sodalizio: sull’amicizia tra Leonardo Sciascia ed Antonio Castelli". Quaderns d’Italià 27 (22 de diciembre de 2022): 71–82. http://dx.doi.org/10.5565/rev/qdi.547.

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Analizzare l'amicizia tra Leonardo Sciascia e Antonio Castelli (1923-1988) permette non solo di illuminare un sodalizio fatto di discrezione, sensibilità e virtù intellettuali, ma anche di sostanziare un altro aspetto della poliedrica attività culturale dello scrittore di Racalmuto: quello di talent-scout e di estimatore di autori del passato o contemporanei. Sciascia, più famoso di Castelli, autore de Gli ombelichi tenui (Lerici, 1962) e di Entromondo (Vallecchi, 1967), gli attribuisce, tra gli altri meriti, quello di aver formalizzato, nella concisione di un'espressione ispirata, "Villaggio come cosmo", una visione del mondo, un alefismo esplicito con cui ha cercato di comprendere realtà più complesse di quelle, pur vitali ed essenziali dei piccoli centri urbani. essenziali dei piccoli centri urbani.
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Ferber, Magnus Ulrich. "Zwischen München und Rom". Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, n.º 1 (20 de diciembre de 2017): 394–410. http://dx.doi.org/10.1515/qfiab-2017-0022.

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Riassunto Il carteggio del gesuita Matthaus Rader, nato nella Germania meridionale, rappresenta non solo una fonte importante per lo studio della storia culturale bavarese, ma offre anche un’importante testimonianza per il transfer culturale tra l’Italia e la Germania all’inizio del XVII secolo. I suoi progetti editoriali sia filologici che storici spesso necessitavano, nel contesto delle procedure di censura interne all’ordine, dell’approvazione da parte della curia generalizia. Da cio derivava un regolare scambio epistolare con la Citta eterna che apriva a Rader l’accesso a manoscritti rari, conservati a Roma, e lo metteva in contatto con i bibliotecari locali. Tali rapporti facevano di lui un importante interlocutore per viaggiatori diretti da Roma verso la Baviera, ad esempio Leone Allacci, il quale nel 1623 avrebbe dovuto trasferire i fondi della Palatina in Italia. La posizione di Rader come storiografo ufficiale della corte bavarese comportava che egli propagasse a Roma la visione storica del suo committente, il duca Massimiliano I. Il contrasto provocato da Abraham Bzowski con Massimiliano per la rappresentazione dell’imperatore Ludovico IV nei suoi Annales ecclesiastici porto Rader sull’orlo di un conflitto con il preposito generale dei gesuiti, Vitelleschi; in tale cornice si concepi piuttosto come attore sullo sfondo della politica culturale bavarese.
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Ferber, Magnus Ulrich. "Zwischen München und Rom". Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, n.º 1 (1 de diciembre de 2017): 394–410. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2017-0022.

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Riassunto Il carteggio del gesuita Matthäus Rader, nato nella Germania meridionale, rappresenta non solo una fonte importante per lo studio della storia culturale bavarese, ma offre anche un’importante testimonianza per il transfer culturale tra l’Italia e la Germania all’inizio del XVII secolo. I suoi progetti editoriali sia filologici che storici spesso necessitavano, nel contesto delle procedure di censura interne all’ordine, dell’approvazione da parte della curia generalizia. Da ciò derivava un regolare scambio epistolare con la Città eterna che apriva a Rader l’accesso a manoscritti rari, conservati a Roma, e lo metteva in contatto con i bibliotecari locali. Tali rapporti facevano di lui un importante interlocutore per viaggiatori diretti da Roma verso la Baviera, ad esempio Leone Allacci, il quale nel 1623 avrebbe dovuto trasferire i fondi della Palatina in Italia. La posizione di Rader come storiografo ufficiale della corte bavarese comportava che egli propagasse a Roma la visione storica del suo committente, il duca Massimiliano I. Il contrasto provocato da Abraham Bzowski con Massimiliano per la rappresentazione dell’imperatore Ludovico IV nei suoi Annales ecclesiastici portò Rader sull’orlo di un conflitto con il preposito generale dei gesuiti, Vitelleschi; in tale cornice si concepì piuttosto come attore sullo sfondo della politica culturale bavarese.
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Cattoni, Silvia. "La letteratura italiana tradotta in Argentina". Revista de Italianística, n.º 34 (7 de noviembre de 2017): 90. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i34p90-102.

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In due secoli di storia della letteratura argentina, lo sviluppo della letteratura italiana tradotta è in stretto rapporto con i propositi pedagogici o estetici determinati dal contesto culturale dei diversi momenti storici. In linea di massima, è possibile affermare che, dalla conformazione dello Stato nazionale e durante i primi decenni del XX secolo, la traduzione letteraria mirava ad ampliare l’orizzonte culturale di un lettore che si consolidava al ritmo della fiammante nazione. Nelle fasi successive e in stretto rapporto con la politica culturale portata avanti da Victoria Ocampo a partire dal 1931 tramite la rivista Sur e il suo posteriore progetto editoriale, la traduzione è stata soprattutto una pratica di scrittura che ebbe un’influenza decisiva nell’ordito della letteratura nazionale favorendo il suo rinnovo e incentivando le versioni di traduttori argentini. Fu questa un’apertura che favorì, durante la seconda metà del secolo, nel contesto della ricezione della letteratura universale, l’ingresso della letteratura italiana in Argentina. Il presente lavoro tratta in maniera sistematica, ma provvisoria, il panorama della letteratura italiana tradotta in Argentina. Lo scopo principale comporta il registro dei momenti più fecondi e l’interpretazione degli esiti ottenuti nei confronti della traduzione nel sistema letterario nazionale.
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Braović Plavša, Mira y Nina Sirković. "I tratti storici e culturali del mediterraneo nel fumetto Favola di Venezia di Hugo Pratt". Hum, n.º 25 (4 de febrero de 2022): 67–86. http://dx.doi.org/10.47960/2303-7431.25.2021.67.

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Il fumetto Favola di Venezia è una storia apparentemente semplice sull' avventura di Corto Maltese alla ricerca di uno smeraldo perduto da qualche parte in questa bellissima città. Tuttavia, da un' analisi dei simboli e delle personalità sia nei disegni che nella parte testuale del fumetto si può dedurre che si tratta, di fatto, della storia del Mediterraneo come uno spazio in cui diverse culture, non solo geograficamente ma anche culturalmente, sono state legate da secoli. Essendo sempre in contatto, si mescolano e cambiano, si influenzano a vicenda, ma riescono comunque a mantenere la loro autenticità. Sebbene facciano parte del patrimonio culturale dell' intero Mediterraneo, i simboli, le leggende e le persone citati in questo fumetto sono associati principalmente a Venezia, in modo che, con una sola passeggiata per la città, il lettore possa facilmente immaginare la storia dell' intero territorio del Mediterraneo. Nell`articolo si cerca di provare che la lettura di questa opera non può essere passiva perché Pratt chiede dal lettore di esplorare attivamente simboli, personaggi ed eventi menzionati in Favola. Parole chiave: civiltà; Favola di Venezia; Hugo Pratt; leggende; Mediterraneo; simboli
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Redaelli, Riccardo. "Premessa: l'Iran fra complessitŕ e costanti storiche". STORIA URBANA, n.º 131 (noviembre de 2011): 5–9. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-131001.

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L'Iran viene spesso presentato in Occidente attraverso stereotipi che ne semplificano la storia, la politica, la cultura, ignorando la complessitŕ che ne č, invece, la cifra caratterizzante. L'Iran vive appieno le contraddizioni che derivano dall'essere una nazione ricca di risorse, forte dal punto di vista identitario (nel senso del "moderno statonazione", la cui origine, nel caso iraniano, viene fatta risalire al 1500), con aspirazioni egemoniche dal punto di vista geopolitico, grazie alla sua cruciale posizione geografica, ma isolata dal punto di vista religioso, linguistico ed etnico nelle regioni mediorientale e centro-asiatica. La natura religiosa dello stato iraniano, risultato della rivoluzione del 1979, contribuisce inoltre all'isolamento diplomatico del paese, alimentando un continuo sospetto da parte dei governi vicini. Questi sono gli assi tematici - scoperta dell'"Altro", solitudine strategica e peculiaritŕ culturale - su cui si sviluppano i contributi del presente volume di «Storia Urbana», tessere di un mosaico difficile da percepire - per noi occidentali - nella sua interezza e sofisticata complessitŕ.
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